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Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
Ing. Luca Veglianti
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Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
INTAVOLATI
Art. 2.1.4.1
Le tavole costituenti il piano di calpestio di ponti, passerelle,
andatoie ed impalcati di servizio devono avere le fibre con
andamento parallelo all'asse, spessore adeguato al carico da
sopportare ed in ogni caso non minore di 4 centimetri, e larghezza
non minore di 20 centimetri. Le tavole stesse non devono avere
nodi passanti che riducano più del dieci per cento la sezione di
resistenza.
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INTAVOLATI
Art. 2.1.4.2
Le tavole non devono presentare parti a sbalzo e devono poggiare
almeno su tre traversi, le loro estremità devono essere
sovrapposte, in corrispondenza sempre di un traverso, per non
meno di 40 centimetri.
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INTAVOLATI
Art. 2.1.4.3
Le tavole devono essere assicurate contro gli spostamenti e ben
accostate tra loro e all'opera in costruzione; è tuttavia consentito
un distacco dalla muratura non superiore a 20 centimetri soltanto
per la esecuzione di lavori in finitura.
Art. 2.1.4.4
Le tavole esterne devono essere a contatto dei montanti.
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TRASPORTO DEI MATERIALI
3.1. Castelli per elevatori
3.1.2. I montanti che portano l'apparecchio di sollevamento
devono essere costituiti, a seconda dell'altezza e del carico
massimo da sollevare, da più elementi collegati fra loro e con
giunzioni sfalsate, poggianti sui corrispondenti elementi sottostanti.
3.1.3. I castelli devono essere progettati ai sensi dell’articolo 133 ed
ancorati alla costruzione ad ogni piano di ponteggio.
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TRASPORTO DEI MATERIALI
3.2. Impalcati e parapetti dei castelli
3.2.2. Per il passaggio della benna o del secchione può essere
lasciato un varco purché in corrispondenza di esso sia applicato un
fermapiede alto non meno di 30 centimetri. Il varco deve essere
ridotto allo stretto necessario e delimitato da robusti e rigidi
sostegni laterali, dei quali quello opposto alla posizione del tiro
deve essere assicurato superiormente ad elementi fissi
dell'impalcatura.
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TRASPORTO DEI MATERIALI
3.2. Impalcati e parapetti dei castelli
3.2.3. Dal lato interno dei sostegni di cui sopra, all'altezza di m 1,20
e nel senso normale all'apertura, devono essere applicati due
staffoni in ferro sporgenti almeno cm 20, da servire per appoggio e
riparo del lavoratore.
3.2.4. Gli intavolati dei singoli ripiani devono essere formati con
tavoloni di spessore non inferiore a cm 5 che devono poggiare su
traversi aventi sezione ed interasse dimensionati in relazione al
carico massimo previsto per ciascuno dei ripiani medesimi.
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TRASPORTO DEI MATERIALI
3.3. Montaggio degli elevatori
3.3.1. I montanti delle impalcature, quando gli apparecchi di
sollevamento vengono fissati direttamente ad essi, devono essere
rafforzati e controventati in modo da ottenere una solidità
adeguata alle maggiori sollecitazioni a cui sono sottoposti.
3.3.2. Nei ponti metallici i montanti, su cui sono applicati
direttamente gli elevatori, devono essere di numero ampiamente
sufficiente ed in ogni caso non minore di due.
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Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
TRASPORTO DEI MATERIALI
3.3. Montaggio degli elevatori
3.3.1. I montanti delle impalcature, quando gli apparecchi di
sollevamento vengono fissati direttamente ad essi, devono essere
rafforzati e controventati in modo da ottenere una solidità
adeguata alle maggiori sollecitazioni a cui sono sottoposti.
3.3.2. Nei ponti metallici i montanti, su cui sono applicati
direttamente gli elevatori, devono essere di numero ampiamente
sufficiente ed in ogni caso non minore di due.
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TRASPORTO DEI MATERIALI
3.3. Montaggio degli elevatori
3.3.5. Il manovratore degli argani "a bandiera" fissati a montanti di
impalcature, quando non possano essere applicati parapetti sui lati
e sulla fronte del posto di manovra, deve indossare la cintura di
sicurezza.
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Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
VERIFICHE DURANTE L’USO DEI PONTEGGI METALLICI FISSI
Controllare che il disegno esecutivo
• Sia conforme allo schema tipo fornito dal fabbricante del
ponteggio;
• Sia firmato dalla persona competente di cui al comma 1
dell’articolo 136 per conformità agli schemi tipo forniti dal
fabbricante del ponteggio;
• Sia tenuto in cantiere, a disposizione degli organi di vigilanza,
unitamente alla copia del libretto di cui all'autorizzazione
ministeriale.
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VERIFICHE DURANTE L’USO DEI PONTEGGI METALLICI FISSI
Controllare che per i ponteggi di altezza superiore a 20 metri e
per i ponteggi non conformi agli schemi tipo
• Sia stato redatto un progetto, firmato da un ingegnere o
architetto abilitato a norma di legge all'esercizio della professione;
• Che tale progetto sia tenuto in cantiere a disposizione
dell'autorità di vigilanza, unitamente alla copia del libretto di cui
all'autorizzazione ministeriale.
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LAVORI IN PROSSIMITÀ DI PARTI ATTIVE
Art. 83
1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee
elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette,o che per
circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente
protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1
dell’ ALLEGATO IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative
e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.
Un (kV)
(tensione nominale)
Distanza minima
consentita (M)
Un ≤ 1 3
1 < Un ≤ 30 3,5
30 < Un ≤ 132 5
Un > 132 7
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LAVORI IN PROSSIMITÀ DI PARTI ATTIVE
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Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
COSA È?
Pi.M.U.S
è un documento operativo predisposto dall'impresa che
monterà il ponteggio, ogni qual volta si realizzi un impalcato o
altra opera provvisionale.
Definisce nel dettaglio le procedure che il personale addetto al
montaggio deve adottare per un corretto montaggio del
ponteggio al fine di garantire la sicurezza degli operatori.
Un documento che a partire da quelli già esistenti (libretto del
costruttore, disegno esecutivo…) completa le informazioni
sull’opera provvisionale da impiegare in relazione al contesto.
DEVE ESSERE REDATTO PER OGNI PONTEGGIO
NEL CASO DI PIÙ PONTEGGI SARANNO REDATTI PIÙ PIMUS
PER I PONTI SU RUOTE SONO PREVISTE DEROGHE SE
RISPETTANO I REQUISITI DELL’ALL. XXIII
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Pi.M.U.S
Art. 136
“Il datore di lavoro provvede a redigere a mezzo di persona
competente un piano di montaggio, uso e smontaggio, in
funzione della complessità del ponteggio scelto.
Tale piano può assumere la forma di un piano di applicazione
generalizzata, integrato da istruzioni e progetti particolareggiati
per gli schemi speciali costituenti il ponteggio, ed è messo a
disposizione del preposto addetto alla sorveglianza e dei
lavoratori interessati…“.
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Dati
identificativi
del luogo di
lavoro
identificazione
del datore di
lavoro
Identificazione
della squadra
dei lavoratori
Identificazione del
ponteggio
Disegno
esecutivo del
ponteggio
Progetto del
ponteggio
quando previsto
Indicazioni generali
per montaggio,
trasformazione e
smontaggio del
ponteggio
Istruzioni per il
montaggio,
trasformazione e
smontaggio del
ponteggio
Regole da
applicare durante
l’uso
Verifiche da
effettuare prima
e durante l’uso
•Generalità e firma del
progettista o della persona
competente a seconda dei casi;
•Sovraccarichi massimi per metro
quadro di impalcato
•Indicazioni di appoggi e
ancoraggi
•Planimetria aree interessate
•Verifiche piano di appoggio
•Modalità di tracciamento del
ponteggio
•DPI da utilizzare
•Attrezzature da utilizzare
•Misure di sicurezza da
adottare
•Tipi e modalità di
realizzazione ancoraggi
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ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P
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ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P
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ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P
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ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P
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PROGETTO
Art. 133
Il progetto deve essere firmato da un ingegnere o architetto
abilitato a norma di legge all’esercizio della professione e deve
contenere:
• calcolo di resistenza e stabilità eseguito secondo le istruzioni
approvate nell’autorizzazione ministeriale;
• disegno esecutivo;
• quanto occorre per definire il ponteggio nei riguardi dei
carichi, delle sollecitazioni e dell’esecuzione
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TIPI DI
PONTEGGIO
TELAI
PREFABBRICATI
H > 20 m H < 20 m
CORRISPONDENZA
CON LO SCHEMA
TIPO
SI
NON
NECESSARIO
NO
MISTI
OBBLIGATORIO
TUBI E GIUNTI
CORRISPONDENZA
CON LO SCHEMA TIPO
SI
NON
NECESSARIO
NO
OBBLIGATORIO
OBBLIGATORIO
OBBLIGATORIO
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UTILIZZO DEL
PONTEGGIO
CARICHI
FISSI VARIABILI
SERVIZIO
FUORI
SERVIZIO
MANUTENZIONE COSTRUZIONE
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Norme Tecniche
per le costruzioni
D.M. 14 gennaio
2008
Circolare
Ministero del
Lavoro n. 44 del
15/05/1990
Circolare
Ministero del
Lavoro n. 132 del
24/10/1991
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CARICHI FISSI
Peso proprio degli
elementi metallici
Pesi propri degli
impalcati
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CARICHI VARIABILI
Carichi di servizio sui
piani di lavoro
Azione del vento
Neve
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CARICHI DI SERVIZIO SUI PIANI DI LAVORO
3000N/mq
Ponteggio da
costruzione
1500N/mq
Ponteggio da
manutenzione
4500N/mq
Piazzole di
carico
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AZIONE DEL VENTO
Velocità di
riferimento
Fuori Servizio
30 m/sec
Servizio
16 m/sec
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AZIONE DEL VENTO
COME SI
CALCOLA?
F=[C×(αt×αr×αz×Vrif)²×G×S]/1,6
F = Forza del vento espressa in N
C coefficiente per effetto schermo che per impieghi generali assume i seguenti valori:
1,2 per il ponteggio; 1,3 per il parasassi e i tabelloni pubblicitari
αt = coefficiente di topografia da assumere pari a 1,00
αr = coefficiente di ritorno da assumere pari a 0,93
Vrif= velocità di riferimento del vento da assumere pari a : 16m/sec in condizioni di
servizio; 30m/sec in condizioni di fuori servizio
G = coefficiente di raffica dato da 1+1,12/αz
S = superficie effettiva di ponteggio investita dal vento
(riferita al singolo modulo 1,8mx2.0m= 3.6mq
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AZIONE DEL VENTO
COME SI
CALCOLA?
riferita al singolo modulo 1,8mx2.0m= 3.6mq) ( per teli considerare :coefficiente di
permeabilità)
1,6 fattore correttivo che trasforma l’energia cinetica del vento in energia di pressione
Calcolo S in caso di teli: su un modulo di ponteggio pari a 3,6mq la superficie
direttamente esposta al vento è pari a circa 0.875mq considerando montanti, tavole,
fermapiedi, correnti, ecc., valore pari a circa il 25% della superficie del modulo;
applicando i teloni, considerando un coefficiente di permeabilità o aereodinamico del
60%, la superficie esposta al vento per modulo vale:
Sv= (3.6-0.875)x0.6+0.875=2.51 mq/modulo
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AZIONE DEL VENTO
F=[C×(αt×αr×αz×Vrif)²×G×S]/1,6
αz = coefficiente di profilo, che con riferimento alla norma CNR 10012/85, è dato dalla relazione:
αz=K₁ln(h/Zo)
con: ln = logaritmo naturale del termine ( );
h = altezza della struttura
k1 e Zo = coefficienti funzione della categoria del suolo
I coefficienti k1 e Zo variano in funzione della zona ove è posto il ponteggio, ovvero in funzione
della categoria di rugosità del suolo e precisamente:
I zone direttamente esposte ai venti marini ( fascia costiera pianeggiante non costruita; piccole
isole ; promontori); [k1=0.16; Zo=0,005];
II zone pianeggianti senza ostacoli; [k1=0.19; Zo= 0.05];
III zone pianeggianti con pochi ostacoli quali muri di recinzione, alberi ed edifici isolati; [k1=0.23;
Zo=0.30];
IV zone collinose e zone pianeggianti con numerosi ostacoli quali parchi alberati, o paesi di piccole
dimensioni, periferie di grandi città; [k1=0.26;Zo=1.0];
V zone collinose o pianeggianti con ostacoli numerosi e di altezza media maggiore di 25metri;
centri abitati pianeggianti e intensamente edificati;[k1=0.29;Zo=2.50]
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AZIONE DELLA NEVE
COME SI
CALCOLA?
q=0,8(900+2,4h) N/m²
N.B. Nel caso specifico non si tiene conto di h>500m e delle zone di riferimento.
(D.M: 14.01.08 determina l’azione della neve in funzione della regioni d’Italia e
della quota sul livello del mare.)
Calcolato per un’altitudine h di 500m
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CONDIZIONI DI CARICO
1. Pesi propri
2. Carichi di servizio, assunti per intero su un
impalcato e per il 50% su un secondo impalcato
3. Azione del vento prevista per la condizione di
servizio
SERVIZIO
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CONDIZIONI DI CARICO
FUORI SERVIZIO PER VENTO
• Pesi propri
• 50% del carico di servizio
applicato su un solo
impalcato
• Azione del vento prevista
per le condizioni di fuori
servizio
FUORI SERVIZIO
FUORI SERVIZIO PER NEVE
• Pesi propri
•Carichi dovuti alla neve
applicato per intero
sull’impalcato più alto e sulla
più alta tavola parasassi e
globalmente per il 30%
sull’insieme degli impalcati o
degli schermi parasassi
sottostanti
•Azione del vento previsto per la
condizione di fuori servizio
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METODI DI VERIFICA
SEMIPROBABILISTICO
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34 2016 seminario ponteggi

  • 1. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 27 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
  • 2. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 28 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza INTAVOLATI Art. 2.1.4.1 Le tavole costituenti il piano di calpestio di ponti, passerelle, andatoie ed impalcati di servizio devono avere le fibre con andamento parallelo all'asse, spessore adeguato al carico da sopportare ed in ogni caso non minore di 4 centimetri, e larghezza non minore di 20 centimetri. Le tavole stesse non devono avere nodi passanti che riducano più del dieci per cento la sezione di resistenza. A L L E G A T O X V I I I
  • 3. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 29 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza INTAVOLATI Art. 2.1.4.2 Le tavole non devono presentare parti a sbalzo e devono poggiare almeno su tre traversi, le loro estremità devono essere sovrapposte, in corrispondenza sempre di un traverso, per non meno di 40 centimetri. A L L E G A T O X V I I I
  • 4. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 30 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza INTAVOLATI Art. 2.1.4.3 Le tavole devono essere assicurate contro gli spostamenti e ben accostate tra loro e all'opera in costruzione; è tuttavia consentito un distacco dalla muratura non superiore a 20 centimetri soltanto per la esecuzione di lavori in finitura. Art. 2.1.4.4 Le tavole esterne devono essere a contatto dei montanti. A L L E G A T O X V I I I
  • 5. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 31 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TRASPORTO DEI MATERIALI 3.1. Castelli per elevatori 3.1.2. I montanti che portano l'apparecchio di sollevamento devono essere costituiti, a seconda dell'altezza e del carico massimo da sollevare, da più elementi collegati fra loro e con giunzioni sfalsate, poggianti sui corrispondenti elementi sottostanti. 3.1.3. I castelli devono essere progettati ai sensi dell’articolo 133 ed ancorati alla costruzione ad ogni piano di ponteggio. A L L E G A T O X V I I I
  • 6. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 32 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TRASPORTO DEI MATERIALI 3.2. Impalcati e parapetti dei castelli 3.2.2. Per il passaggio della benna o del secchione può essere lasciato un varco purché in corrispondenza di esso sia applicato un fermapiede alto non meno di 30 centimetri. Il varco deve essere ridotto allo stretto necessario e delimitato da robusti e rigidi sostegni laterali, dei quali quello opposto alla posizione del tiro deve essere assicurato superiormente ad elementi fissi dell'impalcatura. A L L E G A T O X V I I I
  • 7. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 33 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TRASPORTO DEI MATERIALI 3.2. Impalcati e parapetti dei castelli 3.2.3. Dal lato interno dei sostegni di cui sopra, all'altezza di m 1,20 e nel senso normale all'apertura, devono essere applicati due staffoni in ferro sporgenti almeno cm 20, da servire per appoggio e riparo del lavoratore. 3.2.4. Gli intavolati dei singoli ripiani devono essere formati con tavoloni di spessore non inferiore a cm 5 che devono poggiare su traversi aventi sezione ed interasse dimensionati in relazione al carico massimo previsto per ciascuno dei ripiani medesimi. A L L E G A T O X V I I I
  • 8. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 34 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TRASPORTO DEI MATERIALI 3.3. Montaggio degli elevatori 3.3.1. I montanti delle impalcature, quando gli apparecchi di sollevamento vengono fissati direttamente ad essi, devono essere rafforzati e controventati in modo da ottenere una solidità adeguata alle maggiori sollecitazioni a cui sono sottoposti. 3.3.2. Nei ponti metallici i montanti, su cui sono applicati direttamente gli elevatori, devono essere di numero ampiamente sufficiente ed in ogni caso non minore di due. A L L E G A T O X V I I I
  • 9. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 34 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TRASPORTO DEI MATERIALI 3.3. Montaggio degli elevatori 3.3.1. I montanti delle impalcature, quando gli apparecchi di sollevamento vengono fissati direttamente ad essi, devono essere rafforzati e controventati in modo da ottenere una solidità adeguata alle maggiori sollecitazioni a cui sono sottoposti. 3.3.2. Nei ponti metallici i montanti, su cui sono applicati direttamente gli elevatori, devono essere di numero ampiamente sufficiente ed in ogni caso non minore di due. A L L E G A T O X V I I I
  • 10. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 35 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza TRASPORTO DEI MATERIALI 3.3. Montaggio degli elevatori 3.3.5. Il manovratore degli argani "a bandiera" fissati a montanti di impalcature, quando non possano essere applicati parapetti sui lati e sulla fronte del posto di manovra, deve indossare la cintura di sicurezza. A L L E G A T O X V I I I
  • 11. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 36 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
  • 12. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 37 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza VERIFICHE DURANTE L’USO DEI PONTEGGI METALLICI FISSI Controllare che il disegno esecutivo • Sia conforme allo schema tipo fornito dal fabbricante del ponteggio; • Sia firmato dalla persona competente di cui al comma 1 dell’articolo 136 per conformità agli schemi tipo forniti dal fabbricante del ponteggio; • Sia tenuto in cantiere, a disposizione degli organi di vigilanza, unitamente alla copia del libretto di cui all'autorizzazione ministeriale. A L L E G A T O X I X
  • 13. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 38 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza VERIFICHE DURANTE L’USO DEI PONTEGGI METALLICI FISSI Controllare che per i ponteggi di altezza superiore a 20 metri e per i ponteggi non conformi agli schemi tipo • Sia stato redatto un progetto, firmato da un ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all'esercizio della professione; • Che tale progetto sia tenuto in cantiere a disposizione dell'autorità di vigilanza, unitamente alla copia del libretto di cui all'autorizzazione ministeriale. A L L E G A T O X I X
  • 14. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 39 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza LAVORI IN PROSSIMITÀ DI PARTI ATTIVE Art. 83 1. Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette,o che per circostanze particolari si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell’ ALLEGATO IX, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi. Un (kV) (tensione nominale) Distanza minima consentita (M) Un ≤ 1 3 1 < Un ≤ 30 3,5 30 < Un ≤ 132 5 Un > 132 7
  • 15. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 40 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza LAVORI IN PROSSIMITÀ DI PARTI ATTIVE
  • 16. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 41 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
  • 17. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 42 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza COSA È? Pi.M.U.S è un documento operativo predisposto dall'impresa che monterà il ponteggio, ogni qual volta si realizzi un impalcato o altra opera provvisionale. Definisce nel dettaglio le procedure che il personale addetto al montaggio deve adottare per un corretto montaggio del ponteggio al fine di garantire la sicurezza degli operatori. Un documento che a partire da quelli già esistenti (libretto del costruttore, disegno esecutivo…) completa le informazioni sull’opera provvisionale da impiegare in relazione al contesto. DEVE ESSERE REDATTO PER OGNI PONTEGGIO NEL CASO DI PIÙ PONTEGGI SARANNO REDATTI PIÙ PIMUS PER I PONTI SU RUOTE SONO PREVISTE DEROGHE SE RISPETTANO I REQUISITI DELL’ALL. XXIII
  • 18. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 43 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza D O C U M E N T I Pi.M.U.S Art. 136 “Il datore di lavoro provvede a redigere a mezzo di persona competente un piano di montaggio, uso e smontaggio, in funzione della complessità del ponteggio scelto. Tale piano può assumere la forma di un piano di applicazione generalizzata, integrato da istruzioni e progetti particolareggiati per gli schemi speciali costituenti il ponteggio, ed è messo a disposizione del preposto addetto alla sorveglianza e dei lavoratori interessati…“.
  • 19. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 44 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P I M U S Dati identificativi del luogo di lavoro identificazione del datore di lavoro Identificazione della squadra dei lavoratori Identificazione del ponteggio Disegno esecutivo del ponteggio Progetto del ponteggio quando previsto Indicazioni generali per montaggio, trasformazione e smontaggio del ponteggio Istruzioni per il montaggio, trasformazione e smontaggio del ponteggio Regole da applicare durante l’uso Verifiche da effettuare prima e durante l’uso •Generalità e firma del progettista o della persona competente a seconda dei casi; •Sovraccarichi massimi per metro quadro di impalcato •Indicazioni di appoggi e ancoraggi •Planimetria aree interessate •Verifiche piano di appoggio •Modalità di tracciamento del ponteggio •DPI da utilizzare •Attrezzature da utilizzare •Misure di sicurezza da adottare •Tipi e modalità di realizzazione ancoraggi
  • 20. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 45 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 21. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 46 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 22. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 46 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 23. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 46 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 24. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 47 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 25. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 47 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 26. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 47 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 27. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 48 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 28. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 48 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 29. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 48 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 30. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 49 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 31. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 49 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza ESEMPI DI SCHEMI DI MONTAGGIO P I M U S
  • 32. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 50 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza
  • 33. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 51 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza PROGETTO Art. 133 Il progetto deve essere firmato da un ingegnere o architetto abilitato a norma di legge all’esercizio della professione e deve contenere: • calcolo di resistenza e stabilità eseguito secondo le istruzioni approvate nell’autorizzazione ministeriale; • disegno esecutivo; • quanto occorre per definire il ponteggio nei riguardi dei carichi, delle sollecitazioni e dell’esecuzione
  • 34. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 52 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O TIPI DI PONTEGGIO TELAI PREFABBRICATI H > 20 m H < 20 m CORRISPONDENZA CON LO SCHEMA TIPO SI NON NECESSARIO NO MISTI OBBLIGATORIO TUBI E GIUNTI CORRISPONDENZA CON LO SCHEMA TIPO SI NON NECESSARIO NO OBBLIGATORIO OBBLIGATORIO OBBLIGATORIO
  • 35. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 53 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O UTILIZZO DEL PONTEGGIO CARICHI FISSI VARIABILI SERVIZIO FUORI SERVIZIO MANUTENZIONE COSTRUZIONE
  • 36. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 54 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza Norme Tecniche per le costruzioni D.M. 14 gennaio 2008 Circolare Ministero del Lavoro n. 44 del 15/05/1990 Circolare Ministero del Lavoro n. 132 del 24/10/1991 P R O G E T T O
  • 37. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 55 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O CARICHI FISSI Peso proprio degli elementi metallici Pesi propri degli impalcati
  • 38. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 56 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O CARICHI VARIABILI Carichi di servizio sui piani di lavoro Azione del vento Neve
  • 39. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 57 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O CARICHI DI SERVIZIO SUI PIANI DI LAVORO 3000N/mq Ponteggio da costruzione 1500N/mq Ponteggio da manutenzione 4500N/mq Piazzole di carico
  • 40. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 58 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O AZIONE DEL VENTO Velocità di riferimento Fuori Servizio 30 m/sec Servizio 16 m/sec
  • 41. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 59 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O AZIONE DEL VENTO COME SI CALCOLA? F=[C×(αt×αr×αz×Vrif)²×G×S]/1,6 F = Forza del vento espressa in N C coefficiente per effetto schermo che per impieghi generali assume i seguenti valori: 1,2 per il ponteggio; 1,3 per il parasassi e i tabelloni pubblicitari αt = coefficiente di topografia da assumere pari a 1,00 αr = coefficiente di ritorno da assumere pari a 0,93 Vrif= velocità di riferimento del vento da assumere pari a : 16m/sec in condizioni di servizio; 30m/sec in condizioni di fuori servizio G = coefficiente di raffica dato da 1+1,12/αz S = superficie effettiva di ponteggio investita dal vento (riferita al singolo modulo 1,8mx2.0m= 3.6mq
  • 42. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 59 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O AZIONE DEL VENTO COME SI CALCOLA? riferita al singolo modulo 1,8mx2.0m= 3.6mq) ( per teli considerare :coefficiente di permeabilità) 1,6 fattore correttivo che trasforma l’energia cinetica del vento in energia di pressione Calcolo S in caso di teli: su un modulo di ponteggio pari a 3,6mq la superficie direttamente esposta al vento è pari a circa 0.875mq considerando montanti, tavole, fermapiedi, correnti, ecc., valore pari a circa il 25% della superficie del modulo; applicando i teloni, considerando un coefficiente di permeabilità o aereodinamico del 60%, la superficie esposta al vento per modulo vale: Sv= (3.6-0.875)x0.6+0.875=2.51 mq/modulo
  • 43. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 60 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O AZIONE DEL VENTO F=[C×(αt×αr×αz×Vrif)²×G×S]/1,6 αz = coefficiente di profilo, che con riferimento alla norma CNR 10012/85, è dato dalla relazione: αz=K₁ln(h/Zo) con: ln = logaritmo naturale del termine ( ); h = altezza della struttura k1 e Zo = coefficienti funzione della categoria del suolo I coefficienti k1 e Zo variano in funzione della zona ove è posto il ponteggio, ovvero in funzione della categoria di rugosità del suolo e precisamente: I zone direttamente esposte ai venti marini ( fascia costiera pianeggiante non costruita; piccole isole ; promontori); [k1=0.16; Zo=0,005]; II zone pianeggianti senza ostacoli; [k1=0.19; Zo= 0.05]; III zone pianeggianti con pochi ostacoli quali muri di recinzione, alberi ed edifici isolati; [k1=0.23; Zo=0.30]; IV zone collinose e zone pianeggianti con numerosi ostacoli quali parchi alberati, o paesi di piccole dimensioni, periferie di grandi città; [k1=0.26;Zo=1.0]; V zone collinose o pianeggianti con ostacoli numerosi e di altezza media maggiore di 25metri; centri abitati pianeggianti e intensamente edificati;[k1=0.29;Zo=2.50]
  • 44. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 61 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O AZIONE DELLA NEVE COME SI CALCOLA? q=0,8(900+2,4h) N/m² N.B. Nel caso specifico non si tiene conto di h>500m e delle zone di riferimento. (D.M: 14.01.08 determina l’azione della neve in funzione della regioni d’Italia e della quota sul livello del mare.) Calcolato per un’altitudine h di 500m
  • 45. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 62 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O CONDIZIONI DI CARICO 1. Pesi propri 2. Carichi di servizio, assunti per intero su un impalcato e per il 50% su un secondo impalcato 3. Azione del vento prevista per la condizione di servizio SERVIZIO
  • 46. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 63 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O CONDIZIONI DI CARICO FUORI SERVIZIO PER VENTO • Pesi propri • 50% del carico di servizio applicato su un solo impalcato • Azione del vento prevista per le condizioni di fuori servizio FUORI SERVIZIO FUORI SERVIZIO PER NEVE • Pesi propri •Carichi dovuti alla neve applicato per intero sull’impalcato più alto e sulla più alta tavola parasassi e globalmente per il 30% sull’insieme degli impalcati o degli schermi parasassi sottostanti •Azione del vento previsto per la condizione di fuori servizio
  • 47. Ing. Luca Veglianti febbraio 2015 pag. 64 Seminario tecnico e corso di aggiornamento per coordinatori della sicurezza P R O G E T T O METODI DI VERIFICA SEMIPROBABILISTICO AGLI STATI LIMITE TENSIONI AMMISSIBILI