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ANTIQUITY (1992-1993)
Van Gorcum, Assen, The Netherlands, 1994
I due atri nella casa di M.Obellius Firmus a Pompei
Alcuni appunti sulla storia edilizia
MARC KOCKEN
RIASSUNTO
La casa di M.Obellius Firmus, situata sulla via di Nola nella zona nordest di
Pompei (Figg. 1-2) è sorta dal congiungere di almeno due case ad atrio, alla fine
del Il-inizio I secoio a.C'.
I N T R O D U Z I O N K
La casa di M.Obellius Firmus, scavata negli anni 1903-19112
, occupa pressochè
1'intero isolato 14 della IX Regione, la cui zona meridionale non è ancora stata
scavata. II confine nord dell'isolato è costituito dalla via di Nola, ed ai lati est ed
ovest si trovano due vicoli, dei quali solo 1'ultimo è stato parzialmente scavato.
La casa dispone di due atri, ciascuno dei quali è raggiungibile da un ingresso
individuale. L'ingresso principale (IX 14 4) è fiancheggiato da un triclinio (C) ed
un doppio vano (R-R'), e conduce ad un ampio atrio tetrastilo (B). L'atrio da
accesso ad alcuni cubicoli (E, F, O, P) ed ad altri ambienti. II tablino (L) ed il
triclinio fenestrato (M) sono ugualmente aperti verso l'atrio. Ai lati sud cd est del
peristilio (S) si trovano alcuni cubicoli (16, 18, 20) e due ambienti spaziosi (17 e
20), 1'ultimo dei quali ha conservato in buone condizioni le pitture di II Stile.
Alcune di queste sono stata rubate. Dietro il peristilio c il giardino (T) con in
fondo il vano (U) che termina la casa. Infine nella zona sudest della casa si
trovano alcuni ambienti di servizio.
Tramite il vestibolo (1) e Ie fauces (2) dell'ingresso meno rappresentativo (IX 14
2)3
si accede all'altro atrio che è del tipo toscanico (3). Quest'ingresso è fiancheg-
giato ai due lati da 'taberne' (a, b). Sull'atrio danno vari ambienti fra quali voglio
menzionare il tablino (7) e due cubicoli (9, 11). II passaggio (12) ad ovest del
tablino immette nella cucina (13), i bagni (14-15) ed il peristilio gia mcnzionato.
Sopra la maggior parte della casa si estendcve un primo piano raggiungibile per
ben quattro scale. Spinazzola ha ricostruito questo piano4
. Nell'angolo sudest
dell'atrio toscanico è ancora conservata una scala in pietra (6), mentre delle altre
tre non restano tracce (4, 25', K) ; con ogni probabilita esse erano costruite in
lcgno5
.
Mare Koeken
Fig. I La posizione della casa di M. Obcllius Firmus (nero) a Pompei (pianta da: Eschebach
11978])
LE PRIME RICERCHE NELLA CASA
Nella bibliografia archeologica non si trova unanimita per quanto riguarda la
datazione della casa di M.Obellius Firmus. Sogliano altribuisce la casa al periodo
degli atri in calcare, cioè c. 450-175 a.C.6
Maiuri condivide quest'opinione ed
infatti la descrive come 'uno dei piü belli esempi delle strutture sannitiche dell'eta
calcarea' . Coarelli, La Rocca e de Vos la attribuiscono ugualmente al periodo
sannitico8
. Stando allo Spinazzola la casa risale piuttosto al periodo del I Stile, c.
200-80 a.C.9
, mentre Pernice limita la datazione al tardo periodo dell'impicgo del
tufo di Nocera, cioè alle seconda meta del II secoio a.C.1 0
Richardson infine
propone una datazione tutta sua: egli suggerisce che la casa fu costruita all'inizio
della colonia romana, dunque secondo quarto del I secoio a.C."
Un problema che sorge da tutte le datazioni qui menzionate è se esse riguardino
1'intera casa nella situazione odierno, oppure si limitino solo ad una parte della
casa. Alcuni ricercatori fanno menzione di questo problema: Spinazzola suggeri-
sce che la casa con Patrio secondario (= quello toscanico) è sorta insieme a, o
poco dopo, la casa ad atrio tetrastilo1 2
, mie tralescia di rispondere alle demando,
se i due complessi siano stati direttamente congiunti in quel periodo. Richardson
descrive la casa di M.Obellius Firmus come 'una casa a doppio atrio' ed assume
Pesistenza di una pianta predeterminata alla quale in una fase successiva è stato
aggiunto il peristilio1 3
. Pernice invece dice: 'es ist aus zwei alteren Hauscrn zu-
sammengelegt'1 4
.
31 / due atri nella casa di M. Obcllius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
Ci sono quattro possibili definizioni per la cronologia degli atri:
1) i due atri furono costruiti contemporaneamente ma autonomi
2) i due atri furono costruiti insieme e secondo un piano unificatorio
3) il complesso oriëntale è piü vecchio
4) il complesso occidentale è piü vecchio.
Riguardo alla zona retrostante della casa si possono definire simili possibilita di
scelta; preferisco perö limitare questa discussione alla zona anteriore della casa, e
cioè ai due complessi ad atrio. Possiamo chiederci in quanto queste scelte siano
valide. Per rispondere a tale domanda abbiamo principalmente usato i dati forniti
da una ricerca svoltasi nella casa nel 1991.
IL MURO FRA I DUE ATRI
Nel tentativo di rispondere alle domande se la domus sia frutto della combinazio-
ne di due case, oppure sia stata disegnata e costruita come una 'casa a doppio
atrio' sin dall'origine, il muro fra i due atri assume posizione-chiave (Fig. 3). II
muro divisorio fu eretto in opera incerta mista, la cui zona inferiore è principal-
mente costituita da lava grigia, e la zona superiore da blocchi di calcare insieme a
caementa di lava grigia e cruma (schiuma di lava). Nel muro si osservano tre
ortoslati in calcare. II muro è in gran partc rimasto intonacato ai due lati.
Durante la ricerca svoltasi nel 1991 si è potuto constatare che i muri degli ambien-
ti situati al lato est del muro divisorio (e cioè i vani M, N, 5, O, P, Q, R) poggiano
contro questo muro. Ciö significa che i muri interni del complesso ad atrio tetra-
stilo non ormano un'entita costruttiva con il muro divisorio. Per di piü, lo strato di
intonaco che lo ricopre passa dietro i muri trasversali. Da quest'osservazione
risulta chiaro che i muro situati al lato ovest sono piü recenti del muro divisorio.
Di conseguenza si puö dire che 1'opzione 4 - il complesso occidentale è il piü
vecchio - è quella giusta. Questo è confermato dal carattere del resto della mura-
tura intorno all'atrio tuscanico che è molto simile a quella del muro divisorio.
L'ortostato in calcare nel muro divisorio, situato a sud del passaggio fra 1'atrio
toscanico e 1'ambiente 5, trova un riscontro nel muro est del vano 9. A quest'al-
tezza tutti e due gli ortostati dovevano ridurre la pressione della costruzione del
tetto dell'atrio.
Inoltre il muro sud del vano 4 incontra il muro divisorio proprio li dove è situato
un ortostato in calcare. Infine la composizione ed il carattere dell'opera incerta
neU'atrio toscanico sono quasi ovunque simili. Da ciö si puö concludere che è
molto improbabile che il muro divisorio sia sorto come un muro autonomo (sia
cioè piü vecchio) e che non appartenga all'entita costruttiva dell'atrio toscanico.
Nel muro divisorio si osservano quattro dettagli architettonici che sono in grado di
avvalorare la teoria sopra menzionata (Fig. 3):
/ due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
Fig. 3 II muro fra i due atri.
34 Mare Koeken
1) una porta tainponata nell'angolo sud-est dell'atrio toscanico,
2) 1'apertura di un passaggio fra Patrio toscanico e 1'ambicnte 5,
3) una finestra tipo 'bocca di lupo' nella zona superiore del vano O,
4) 1'apertura di un passaggio fra 1'ambiente P e 1'atrio toscanico.
Ad 1: il tamponamento della porta (1) nell'angolo sudest dell'atrio toscanico è
quasi invisibile a questo lato, a causa dell'intonaco che copre il muro, mentre lo si
osserva decisamente meglio dall'ambiente N sito all'altro lato del muro divisorio.
Si tratta del tamponamento una porta alta M. 1.90 e larga M. 0.70, gli stipiti in
calcare della quale sono ancora in parte coperti dall'intonaco. Da cio si deduce
che la costruzione di questa porta era stata determinata gia al momento in cui
sorse la casa occidentale. Evidentamente in seguito non si necessitava piü di un
passaggio in questo punto e la porta fu tainponata'5
. ProbabiImente questo av-
vennc durante la costruzione del complesso oriëntale, quando i due atri funziona-
vano autonomamente.
La larghezza delle due aperture 2 e 4 è di M. 1.20, mentre le porte degli ambienti
9 e 11, all'altro lato dell'atrio toscanico, sono larghe M. 1.30. La differenza fra le
misurc è notevole . Un altro elemento è costituito dai blocchi di calcare impiegati
negli stipiti dei vani 2 e 4. Essi sono di un formato piü piccolo e di un taglio piü
irregolare che non i blocchi usati negli ortostati, gli altri stipiti e i pilastri angolari.
Inollre, nel muro fra gli stipiti delle porte 2 e 4 si osserva un 'ricorso' di blocchetti
di calcare che contrasta apertamente con il resto della muratura. Queste osserva-
zioni fanno pensare che entrambe le porte siano state installate in un periodo
successivo e quindi siano successive alla costruzione del muro secondario. Anche
questo fatto indica che i due atri funzionavano separatamente1 7
.
Infine vi è finestra 'a bocca di lupo' che costituisce una fonte di luce supplemen-
taire per il vano O. Gli stipiti nonchè la strombatura della finestra si allargano
verso O; la luce che entrava dall'ovest raggiungeva cos! la maggiore superficie
dentro il vano. In ogni caso la luce proveniente dal la finestra deve essere stata
scarsa, poichè essa doveva prima passare per il compluvio dell'atrio toscanico.
Vista 1'ubicazione della finestra nel muro di O è lecito supporre che essa fu aperta
durante la costruzione di O, quando questo aveva bisogno di piü luce. Forse è
superfluo sottolineare che 1'ambiente O è secondario alla costruzione del muro
divisorio.
L ' A M B I E N T E Q
II muro divisorio è interrotto nel vano Q (Fig. 4). Con ogni probabilita esso
originariamente continuava, dividendo l'ambiente Q in due vani (Fig. 5). Ciö si
puö dedurre dal fatto che nel muro nord di Q, proprio nel punto dove il muro
divisorio riappare come il muro est della taberna a, si osserva quel che resta di un
ortostate in calcare (Fig. 6). 'E proprio qui il punto dove dovrebbe arrivare anche
/ due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
il muro divisorio. Anche 1'osservazione del la muratura di P conferma che la
forma attuale di Q non corrisponde a quella originale.
La parte del muro sud di Q che corrisponde al muro nord di P originariemente si
trovava spostata di c. M. 0.60 verso nord, con il risultato che l'originale vano Q
est era paragonabile in forma e dimensioni al vano D, che si trova all'altro lato
deH'atrio tetrastilo. Ciö risulta dalla constatazione che i muri intonacati est e ovest
di P continuavano dietro il muro nord di esso (Figg. 7-9)l s
. Dopo la parziale
demolizione del muro divisorio il muro sud del nuovo ambiente Ql non era in
linea con quello di Q2. Al fine di eliminare questa situazione si era decise di
portare i due muri sud in linea allargando Q di M. 0.60. II muro nord di P, dunque,
è stato installato solo in un periodo successivo e non costituisce un'entita costrut-
tiva con i suoi muri est e ovest.
Fig. 4 La situazione originale degli ambienti P, Q,, Q2 , a e 4:
1. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q, e Patrio tetrastilo
3. I'apertura di un passaggio fra la taberna a e 1'ambiente Q 2
4. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q 2 cd un armadio 4
5. la parete di sud originale
6. una finestra nella zona supcriore
Fig. 5 La situazione attuale degli ambienti P, Q, a e 4:
1. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q e Patrio tetrastilo
2. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q e Patrio toscanico
3. la porta tamponata fra 1'ambiente Q c la bottega
4. la porta tamponata fra 1'ambiente Q c 1'armadio
5. la parete di sud rimossa
Mare Koeken
Fig. 7 Ambiente P: a. parete nord, b. parete est, c. parete ovest.
37 I due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
LA DATAZIONE
Per il momemto non siamo in grado di proporre una datazione valida per 1'intera
casa, poichè, da un lato, si è preferito discutere qui solo la datazione relativa dei
due atrio, mentre, daU'altro, nella zona retrostante della domus (peristilio, giardi-
no e ambienti circostanti) alcune parti non sono del tutto chiare e richiedono
un'esame piü approfondito.
Riguardo alla zona anteriore si puö dire che 1'atrio toscanico è sorto con ogni
probabilita intorno alla meta del II secoio a.C. Ciö si puö dedurre dalle simile
caratteristiche nella muratura riscontrate nella casa di Pansa (VI 6 1). Maiuri fa
risalire la muratura di questa casa al c. 140-120 a.C.1 9
Assumendo dunque che
1'atrio toscanico risalga alla meta del II secoio a.C, dobbiamo proporre per 1'atrio
tetrastilo, una datazione piü recente, vale a dire intorno alla fine del II secoio
a.C.2 0
L'unione dunque potrebbe aver avuto luogo all'inizio del I secoio a.C. II
vano P fu decorato dopo la costruzione deH'atrio tetrastilo. I due complessi ad
atrio hanno, a mio parere, prima funzionato separatamente, anche se solo per
breve tempo, ed in seguito sono stati congiunti. Q è il risultato di quest'unione.
Basandoci sui resti di una decorazione di I Stile rimasta visibile nel vano questa
unione probabilmente avvenne prima del 80 a.C.
Anche in epoche successive la casa è stata piü volte ripristinala, fra 1'altro nella
seconda meta del I secoio a.C. di cui testimoniano le numerose pitture di II stile, e
ancora una volta dopo il terremoto del 62 d.C.
CONCLUSIONI
Ho voluto sottolineare che la storia edilizia della casa di M.Obellius Firmus è ben
diversa da quella che si è sempre pensato: la casa è costituita da due complessi
che hanno funzionato separatamente e sono stati congiunti all'inizio del I secoio
a.C.
Sono dunque d'accordo con Richardson quando dice che la casa ha una 'compli-
cated architectural history'2 1
, e che solo una ricerca piü approfondita puö rendere
la sue storia edilizia fino nei dettagli. Per poter indicare il percorso originario del
muro divisorio nel Q sarebbe necessavo uno scavo in quest'ambiente. Questo vale
anche per il giardino dove, presumibilmente, alcune case piü antiche sono state
demolite per fare spazio. Anche questo potrebbe contribuire ad una datazione piü
precisa dell'insieme.
Mare H.J.M.Koeken
Dorpsstraat 36b
N L - 6 6 8 1 BN BEMMEL
Mare Koeken
Fig. 8 Ambicnte P, angolo nordest: F j g , 9 Ambicnte P, angolo nordovcst:
a. parete nord, b. parete est. a . p a r e t e nord, c. parete ovcst.
BIBLIOGRAFTA
Tutte Ic abbreviazioni vcngono citatc sccondo la Archaologische Bibliographie
Bastet/De Vos 1979 F.L.Baslct/M. dc Vos, // terzo stile pompeiano. Proposta per una classificazione
del terzo stile pompeiano ('s-Gravenhage)
Beyen 1938/1960 H.H.Bcycn Die pompejanische Waiukiekoration vom 2. bis znm 4. Stil
('s-Gravenhage)
Coarclli/La Rocca/De Vos 1990 F.Coarclli/E.La Rocca/M. de Vos, Pompeji-Archaologischer Führer
(Belgisch Gladbach)
Cocco 1977 M.Cocco, Due lipi di capitelli a Pompei: corinzio-ilalici e a sofa, CronPomp 3, 57-155
De Albentiis 1989 E. de Albentiis, Indagini suU'Insula Arriana Polliana di Pompei, DArch I, 3a ser.
6, 43-84
Ehrhardt 1987 W.Ehrhardt, Stilgeschichtliche Untersuchungen an römischen Wandmalereien: von
der spa ten Republik bis zur Zeit Neros (Mainz am Rhein)
Laidlaw 1985 A.Laidlaw, The First Style in Pompeii: Painting and Architecture (Roma)
Lauter 1979 H.Lauter, Bemerkungen zur spathcllenistischen Baukunst in Mittelitalien, Jdl 94,
391-459
Maiuri 1942 A.Maiuri, L''ultima fase edilizia di Pompei (Spolcto)
Maiuri 1944/1945 A.Maiuri, Saggi nella Casa della Fontana Grande e in altrc case pompeiane, NSc,
141-43.
Maiuri 1973 A.Maiuri, Alla ricerca di Pompei preromana (Napoli)
Pernice 1938 E.Pcrnice, Pavimente und figürliche Mosaiken (Berlin)
Petersc 1985 Notes on the design of the House of Pansa (VI,6,1) in Pompcii, MededRom 46, 35-55
39 / due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sul la storia ediilizia
Richardson 1988 L.Richardson Jr., Pompeii: cm arclütectural history (Baltimorc/London)
Schefold 1957 K.Schefold, Die Wande Pompejis (Berlin)
Sogliano 1905 A.Sogliano, Relazione delgi scavi fatti dal dicembre 1902 a tutto marzo, NSc, 245-58
Spinazzola 1953 V.Spinazzola, Pompei alla luce degli scavi nuovi di Via dell'Abbondanza, anni
1910-1923 (Roma)
NOTE
* Questo articolo è il risultato di una tesi di laurea e di una ricerca a Pompei avvenuta eseguite
all'inizio del 1991. Desidero ringraziare il Soprintendente Archeologico di Pompei, Prof. B.Conticel-
lo per l'autorizzazione e la assistenza del personale durante la mia ricerca. Ringrazio il Dr Richard de
Kind e Ping. Kees Peterse per i loro commenti critici durante la genesi di quest'articolo.
Inoltre voglio ringraziare il Prof. De Waclc per la collaborazione c la Dr Thea L.Ileres delPIstituto
Olandese di Roma che ha voluto sostcnerc i miei studi a Roma e che ha tradotto il mio testo in
italiano.
Infine i miei ringraziamenti al Dolt. V. d'Apice che ha controllato il testo italiano.
1
Per le pitture vedi fra altro Beyen (1960) passim Abb. 217-227, Schefold (1957) 286-8, Laidlaw
(1985) 302-3, Ehrhardt (1988) 20-3.
2
Lo scavo avvenne negli anni 1903-1907 sotto la direzione di Antonio Sogliano, e nel 1910-1911
sotto Vittorio Spinazzola.
" Cfr. una situazione analoga nella Casa del Fauno dove Patrio toscanico c qucllo rappresentativo,
mentre il piü modesto atrio corinzio svolgc la funzionc di atrio privato/domestico.
4
Cfr. Spinazzola (1953) 343. Rimangono perö dubbi sui passaggi del primo piano come da lui
indicati, perchè la muratura è rimasta solo scarsamentc conservata a quell'altczza. Questa situazione
esistcva gia durante lo scavo come mostrano alcune fotografie dell'epoca. La ricostruzione nonchè la
raggiungibilita delle varie zone del piano superiorc rimangono dunque puramentc ipoletiche.
5
Neirambiente 4 gli incassi dei gradini sono rimasti visibili sulle pareti. Della scala nell'angolo
sudovest del pcristilio invece non è rimasto nulla. II pianerottolo si trova oggi dictro un tamponamen-
to modemo. Anche della scala nel vano K nessuna traccia c rimasta se non nella letteratura: Sogliano
(1905) 257: vano L; Spinazzola (1953) 342-3.
6
Sogliano (1905) 250.
7
Maiuri (1942) 131.
8
Coarclli/La Rocca/De Vos (1990) 425.
9
Spinazzola (1953) 645.
1 0
Pernice (1938) 62.
" Richardson Jr. (1988) 13.
1 2
Spinazzola (1953) 645.
1 3
Richardson Jr. (1988) 118.
M
Pernice (1938) 62.
1 5
La porta, dal carattere piuttosto di un posticum, con ogni probabilita immetteva in un giardino o un
vicolo situato al lato est del muro divisorio.
If>
Ci potrebbe aspettare che durante la costruzionc degli ambienti di un atrio le dimensioni delle
portc erano uguali, come è il caso ncll'atrio tetrastilo dove i passaggi misurano tutti M. 1.40.
1 7
Le porte sono state installate presumibilmente nel momento in cui i due atri furono giunti.
1 8
In un momento indefinito il proprietario desidero un ambiente comune nella zona anteriorc della
casa e fece togliere il muro divisorio fra i due vani. Pernice (1938) 62 descrive rambientc Q come
'das Produkt der Zusammenlcgung beider Hauser'.
1 9
Maiuri (1944/1945) 142-3. Cfr. anche Peterse (1985) e De Albentiis (1989).
Mare Koeken
2 0
Cocco (1977) 109 fa risalire i capitelli corinzi nelPatrio tetrastilo al c. 90 a.C. Ciö nonostantc
possono essere stati eretti alcuni decenni prima, se si comparano i profili delle basi dclle colonne
ncU'atrio tetrastilo con quelli dclle basi dei pi lastri angolari nclla cclla del lempio di Apollo: i profili
sono uguali. II tempio di Apollo è stato radicalmente ricostruito intorno al 100 a.C. Vcdi Lauter
(1979) 423.
2 1
Richardson Jr. (1988) 118.
/ due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sullet storia ediilizia

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1994_I_due_atri_nella_casa_di_M._Obelli

  • 1.
  • 2. Mededelingen van het Nederlands Instituut te Rome Papers of the Netherlands Institute in Rome Deel LI-LII, Volume 51/52 ANTIQUITY (1992-1993) Van Gorcum, Assen, The Netherlands, 1994
  • 3. I due atri nella casa di M.Obellius Firmus a Pompei Alcuni appunti sulla storia edilizia MARC KOCKEN RIASSUNTO La casa di M.Obellius Firmus, situata sulla via di Nola nella zona nordest di Pompei (Figg. 1-2) è sorta dal congiungere di almeno due case ad atrio, alla fine del Il-inizio I secoio a.C'. I N T R O D U Z I O N K La casa di M.Obellius Firmus, scavata negli anni 1903-19112 , occupa pressochè 1'intero isolato 14 della IX Regione, la cui zona meridionale non è ancora stata scavata. II confine nord dell'isolato è costituito dalla via di Nola, ed ai lati est ed ovest si trovano due vicoli, dei quali solo 1'ultimo è stato parzialmente scavato. La casa dispone di due atri, ciascuno dei quali è raggiungibile da un ingresso individuale. L'ingresso principale (IX 14 4) è fiancheggiato da un triclinio (C) ed un doppio vano (R-R'), e conduce ad un ampio atrio tetrastilo (B). L'atrio da accesso ad alcuni cubicoli (E, F, O, P) ed ad altri ambienti. II tablino (L) ed il triclinio fenestrato (M) sono ugualmente aperti verso l'atrio. Ai lati sud cd est del peristilio (S) si trovano alcuni cubicoli (16, 18, 20) e due ambienti spaziosi (17 e 20), 1'ultimo dei quali ha conservato in buone condizioni le pitture di II Stile. Alcune di queste sono stata rubate. Dietro il peristilio c il giardino (T) con in fondo il vano (U) che termina la casa. Infine nella zona sudest della casa si trovano alcuni ambienti di servizio. Tramite il vestibolo (1) e Ie fauces (2) dell'ingresso meno rappresentativo (IX 14 2)3 si accede all'altro atrio che è del tipo toscanico (3). Quest'ingresso è fiancheg- giato ai due lati da 'taberne' (a, b). Sull'atrio danno vari ambienti fra quali voglio menzionare il tablino (7) e due cubicoli (9, 11). II passaggio (12) ad ovest del tablino immette nella cucina (13), i bagni (14-15) ed il peristilio gia mcnzionato. Sopra la maggior parte della casa si estendcve un primo piano raggiungibile per ben quattro scale. Spinazzola ha ricostruito questo piano4 . Nell'angolo sudest dell'atrio toscanico è ancora conservata una scala in pietra (6), mentre delle altre tre non restano tracce (4, 25', K) ; con ogni probabilita esse erano costruite in lcgno5 . Mare Koeken
  • 4. Fig. I La posizione della casa di M. Obcllius Firmus (nero) a Pompei (pianta da: Eschebach 11978]) LE PRIME RICERCHE NELLA CASA Nella bibliografia archeologica non si trova unanimita per quanto riguarda la datazione della casa di M.Obellius Firmus. Sogliano altribuisce la casa al periodo degli atri in calcare, cioè c. 450-175 a.C.6 Maiuri condivide quest'opinione ed infatti la descrive come 'uno dei piü belli esempi delle strutture sannitiche dell'eta calcarea' . Coarelli, La Rocca e de Vos la attribuiscono ugualmente al periodo sannitico8 . Stando allo Spinazzola la casa risale piuttosto al periodo del I Stile, c. 200-80 a.C.9 , mentre Pernice limita la datazione al tardo periodo dell'impicgo del tufo di Nocera, cioè alle seconda meta del II secoio a.C.1 0 Richardson infine propone una datazione tutta sua: egli suggerisce che la casa fu costruita all'inizio della colonia romana, dunque secondo quarto del I secoio a.C." Un problema che sorge da tutte le datazioni qui menzionate è se esse riguardino 1'intera casa nella situazione odierno, oppure si limitino solo ad una parte della casa. Alcuni ricercatori fanno menzione di questo problema: Spinazzola suggeri- sce che la casa con Patrio secondario (= quello toscanico) è sorta insieme a, o poco dopo, la casa ad atrio tetrastilo1 2 , mie tralescia di rispondere alle demando, se i due complessi siano stati direttamente congiunti in quel periodo. Richardson descrive la casa di M.Obellius Firmus come 'una casa a doppio atrio' ed assume Pesistenza di una pianta predeterminata alla quale in una fase successiva è stato aggiunto il peristilio1 3 . Pernice invece dice: 'es ist aus zwei alteren Hauscrn zu- sammengelegt'1 4 . 31 / due atri nella casa di M. Obcllius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
  • 5.
  • 6. Ci sono quattro possibili definizioni per la cronologia degli atri: 1) i due atri furono costruiti contemporaneamente ma autonomi 2) i due atri furono costruiti insieme e secondo un piano unificatorio 3) il complesso oriëntale è piü vecchio 4) il complesso occidentale è piü vecchio. Riguardo alla zona retrostante della casa si possono definire simili possibilita di scelta; preferisco perö limitare questa discussione alla zona anteriore della casa, e cioè ai due complessi ad atrio. Possiamo chiederci in quanto queste scelte siano valide. Per rispondere a tale domanda abbiamo principalmente usato i dati forniti da una ricerca svoltasi nella casa nel 1991. IL MURO FRA I DUE ATRI Nel tentativo di rispondere alle domande se la domus sia frutto della combinazio- ne di due case, oppure sia stata disegnata e costruita come una 'casa a doppio atrio' sin dall'origine, il muro fra i due atri assume posizione-chiave (Fig. 3). II muro divisorio fu eretto in opera incerta mista, la cui zona inferiore è principal- mente costituita da lava grigia, e la zona superiore da blocchi di calcare insieme a caementa di lava grigia e cruma (schiuma di lava). Nel muro si osservano tre ortoslati in calcare. II muro è in gran partc rimasto intonacato ai due lati. Durante la ricerca svoltasi nel 1991 si è potuto constatare che i muri degli ambien- ti situati al lato est del muro divisorio (e cioè i vani M, N, 5, O, P, Q, R) poggiano contro questo muro. Ciö significa che i muri interni del complesso ad atrio tetra- stilo non ormano un'entita costruttiva con il muro divisorio. Per di piü, lo strato di intonaco che lo ricopre passa dietro i muri trasversali. Da quest'osservazione risulta chiaro che i muro situati al lato ovest sono piü recenti del muro divisorio. Di conseguenza si puö dire che 1'opzione 4 - il complesso occidentale è il piü vecchio - è quella giusta. Questo è confermato dal carattere del resto della mura- tura intorno all'atrio tuscanico che è molto simile a quella del muro divisorio. L'ortostato in calcare nel muro divisorio, situato a sud del passaggio fra 1'atrio toscanico e 1'ambiente 5, trova un riscontro nel muro est del vano 9. A quest'al- tezza tutti e due gli ortostati dovevano ridurre la pressione della costruzione del tetto dell'atrio. Inoltre il muro sud del vano 4 incontra il muro divisorio proprio li dove è situato un ortostato in calcare. Infine la composizione ed il carattere dell'opera incerta neU'atrio toscanico sono quasi ovunque simili. Da ciö si puö concludere che è molto improbabile che il muro divisorio sia sorto come un muro autonomo (sia cioè piü vecchio) e che non appartenga all'entita costruttiva dell'atrio toscanico. Nel muro divisorio si osservano quattro dettagli architettonici che sono in grado di avvalorare la teoria sopra menzionata (Fig. 3): / due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
  • 7. Fig. 3 II muro fra i due atri. 34 Mare Koeken
  • 8. 1) una porta tainponata nell'angolo sud-est dell'atrio toscanico, 2) 1'apertura di un passaggio fra Patrio toscanico e 1'ambicnte 5, 3) una finestra tipo 'bocca di lupo' nella zona superiore del vano O, 4) 1'apertura di un passaggio fra 1'ambiente P e 1'atrio toscanico. Ad 1: il tamponamento della porta (1) nell'angolo sudest dell'atrio toscanico è quasi invisibile a questo lato, a causa dell'intonaco che copre il muro, mentre lo si osserva decisamente meglio dall'ambiente N sito all'altro lato del muro divisorio. Si tratta del tamponamento una porta alta M. 1.90 e larga M. 0.70, gli stipiti in calcare della quale sono ancora in parte coperti dall'intonaco. Da cio si deduce che la costruzione di questa porta era stata determinata gia al momento in cui sorse la casa occidentale. Evidentamente in seguito non si necessitava piü di un passaggio in questo punto e la porta fu tainponata'5 . ProbabiImente questo av- vennc durante la costruzione del complesso oriëntale, quando i due atri funziona- vano autonomamente. La larghezza delle due aperture 2 e 4 è di M. 1.20, mentre le porte degli ambienti 9 e 11, all'altro lato dell'atrio toscanico, sono larghe M. 1.30. La differenza fra le misurc è notevole . Un altro elemento è costituito dai blocchi di calcare impiegati negli stipiti dei vani 2 e 4. Essi sono di un formato piü piccolo e di un taglio piü irregolare che non i blocchi usati negli ortostati, gli altri stipiti e i pilastri angolari. Inollre, nel muro fra gli stipiti delle porte 2 e 4 si osserva un 'ricorso' di blocchetti di calcare che contrasta apertamente con il resto della muratura. Queste osserva- zioni fanno pensare che entrambe le porte siano state installate in un periodo successivo e quindi siano successive alla costruzione del muro secondario. Anche questo fatto indica che i due atri funzionavano separatamente1 7 . Infine vi è finestra 'a bocca di lupo' che costituisce una fonte di luce supplemen- taire per il vano O. Gli stipiti nonchè la strombatura della finestra si allargano verso O; la luce che entrava dall'ovest raggiungeva cos! la maggiore superficie dentro il vano. In ogni caso la luce proveniente dal la finestra deve essere stata scarsa, poichè essa doveva prima passare per il compluvio dell'atrio toscanico. Vista 1'ubicazione della finestra nel muro di O è lecito supporre che essa fu aperta durante la costruzione di O, quando questo aveva bisogno di piü luce. Forse è superfluo sottolineare che 1'ambiente O è secondario alla costruzione del muro divisorio. L ' A M B I E N T E Q II muro divisorio è interrotto nel vano Q (Fig. 4). Con ogni probabilita esso originariamente continuava, dividendo l'ambiente Q in due vani (Fig. 5). Ciö si puö dedurre dal fatto che nel muro nord di Q, proprio nel punto dove il muro divisorio riappare come il muro est della taberna a, si osserva quel che resta di un ortostate in calcare (Fig. 6). 'E proprio qui il punto dove dovrebbe arrivare anche / due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
  • 9. il muro divisorio. Anche 1'osservazione del la muratura di P conferma che la forma attuale di Q non corrisponde a quella originale. La parte del muro sud di Q che corrisponde al muro nord di P originariemente si trovava spostata di c. M. 0.60 verso nord, con il risultato che l'originale vano Q est era paragonabile in forma e dimensioni al vano D, che si trova all'altro lato deH'atrio tetrastilo. Ciö risulta dalla constatazione che i muri intonacati est e ovest di P continuavano dietro il muro nord di esso (Figg. 7-9)l s . Dopo la parziale demolizione del muro divisorio il muro sud del nuovo ambiente Ql non era in linea con quello di Q2. Al fine di eliminare questa situazione si era decise di portare i due muri sud in linea allargando Q di M. 0.60. II muro nord di P, dunque, è stato installato solo in un periodo successivo e non costituisce un'entita costrut- tiva con i suoi muri est e ovest. Fig. 4 La situazione originale degli ambienti P, Q,, Q2 , a e 4: 1. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q, e Patrio tetrastilo 3. I'apertura di un passaggio fra la taberna a e 1'ambiente Q 2 4. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q 2 cd un armadio 4 5. la parete di sud originale 6. una finestra nella zona supcriore Fig. 5 La situazione attuale degli ambienti P, Q, a e 4: 1. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q e Patrio tetrastilo 2. I'apertura di un passaggio fra 1'ambiente Q e Patrio toscanico 3. la porta tamponata fra 1'ambiente Q c la bottega 4. la porta tamponata fra 1'ambiente Q c 1'armadio 5. la parete di sud rimossa Mare Koeken
  • 10. Fig. 7 Ambiente P: a. parete nord, b. parete est, c. parete ovest. 37 I due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sulla storia ediilizia
  • 11. LA DATAZIONE Per il momemto non siamo in grado di proporre una datazione valida per 1'intera casa, poichè, da un lato, si è preferito discutere qui solo la datazione relativa dei due atrio, mentre, daU'altro, nella zona retrostante della domus (peristilio, giardi- no e ambienti circostanti) alcune parti non sono del tutto chiare e richiedono un'esame piü approfondito. Riguardo alla zona anteriore si puö dire che 1'atrio toscanico è sorto con ogni probabilita intorno alla meta del II secoio a.C. Ciö si puö dedurre dalle simile caratteristiche nella muratura riscontrate nella casa di Pansa (VI 6 1). Maiuri fa risalire la muratura di questa casa al c. 140-120 a.C.1 9 Assumendo dunque che 1'atrio toscanico risalga alla meta del II secoio a.C, dobbiamo proporre per 1'atrio tetrastilo, una datazione piü recente, vale a dire intorno alla fine del II secoio a.C.2 0 L'unione dunque potrebbe aver avuto luogo all'inizio del I secoio a.C. II vano P fu decorato dopo la costruzione deH'atrio tetrastilo. I due complessi ad atrio hanno, a mio parere, prima funzionato separatamente, anche se solo per breve tempo, ed in seguito sono stati congiunti. Q è il risultato di quest'unione. Basandoci sui resti di una decorazione di I Stile rimasta visibile nel vano questa unione probabilmente avvenne prima del 80 a.C. Anche in epoche successive la casa è stata piü volte ripristinala, fra 1'altro nella seconda meta del I secoio a.C. di cui testimoniano le numerose pitture di II stile, e ancora una volta dopo il terremoto del 62 d.C. CONCLUSIONI Ho voluto sottolineare che la storia edilizia della casa di M.Obellius Firmus è ben diversa da quella che si è sempre pensato: la casa è costituita da due complessi che hanno funzionato separatamente e sono stati congiunti all'inizio del I secoio a.C. Sono dunque d'accordo con Richardson quando dice che la casa ha una 'compli- cated architectural history'2 1 , e che solo una ricerca piü approfondita puö rendere la sue storia edilizia fino nei dettagli. Per poter indicare il percorso originario del muro divisorio nel Q sarebbe necessavo uno scavo in quest'ambiente. Questo vale anche per il giardino dove, presumibilmente, alcune case piü antiche sono state demolite per fare spazio. Anche questo potrebbe contribuire ad una datazione piü precisa dell'insieme. Mare H.J.M.Koeken Dorpsstraat 36b N L - 6 6 8 1 BN BEMMEL Mare Koeken
  • 12. Fig. 8 Ambicnte P, angolo nordest: F j g , 9 Ambicnte P, angolo nordovcst: a. parete nord, b. parete est. a . p a r e t e nord, c. parete ovcst. BIBLIOGRAFTA Tutte Ic abbreviazioni vcngono citatc sccondo la Archaologische Bibliographie Bastet/De Vos 1979 F.L.Baslct/M. dc Vos, // terzo stile pompeiano. Proposta per una classificazione del terzo stile pompeiano ('s-Gravenhage) Beyen 1938/1960 H.H.Bcycn Die pompejanische Waiukiekoration vom 2. bis znm 4. Stil ('s-Gravenhage) Coarclli/La Rocca/De Vos 1990 F.Coarclli/E.La Rocca/M. de Vos, Pompeji-Archaologischer Führer (Belgisch Gladbach) Cocco 1977 M.Cocco, Due lipi di capitelli a Pompei: corinzio-ilalici e a sofa, CronPomp 3, 57-155 De Albentiis 1989 E. de Albentiis, Indagini suU'Insula Arriana Polliana di Pompei, DArch I, 3a ser. 6, 43-84 Ehrhardt 1987 W.Ehrhardt, Stilgeschichtliche Untersuchungen an römischen Wandmalereien: von der spa ten Republik bis zur Zeit Neros (Mainz am Rhein) Laidlaw 1985 A.Laidlaw, The First Style in Pompeii: Painting and Architecture (Roma) Lauter 1979 H.Lauter, Bemerkungen zur spathcllenistischen Baukunst in Mittelitalien, Jdl 94, 391-459 Maiuri 1942 A.Maiuri, L''ultima fase edilizia di Pompei (Spolcto) Maiuri 1944/1945 A.Maiuri, Saggi nella Casa della Fontana Grande e in altrc case pompeiane, NSc, 141-43. Maiuri 1973 A.Maiuri, Alla ricerca di Pompei preromana (Napoli) Pernice 1938 E.Pcrnice, Pavimente und figürliche Mosaiken (Berlin) Petersc 1985 Notes on the design of the House of Pansa (VI,6,1) in Pompcii, MededRom 46, 35-55 39 / due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sul la storia ediilizia
  • 13. Richardson 1988 L.Richardson Jr., Pompeii: cm arclütectural history (Baltimorc/London) Schefold 1957 K.Schefold, Die Wande Pompejis (Berlin) Sogliano 1905 A.Sogliano, Relazione delgi scavi fatti dal dicembre 1902 a tutto marzo, NSc, 245-58 Spinazzola 1953 V.Spinazzola, Pompei alla luce degli scavi nuovi di Via dell'Abbondanza, anni 1910-1923 (Roma) NOTE * Questo articolo è il risultato di una tesi di laurea e di una ricerca a Pompei avvenuta eseguite all'inizio del 1991. Desidero ringraziare il Soprintendente Archeologico di Pompei, Prof. B.Conticel- lo per l'autorizzazione e la assistenza del personale durante la mia ricerca. Ringrazio il Dr Richard de Kind e Ping. Kees Peterse per i loro commenti critici durante la genesi di quest'articolo. Inoltre voglio ringraziare il Prof. De Waclc per la collaborazione c la Dr Thea L.Ileres delPIstituto Olandese di Roma che ha voluto sostcnerc i miei studi a Roma e che ha tradotto il mio testo in italiano. Infine i miei ringraziamenti al Dolt. V. d'Apice che ha controllato il testo italiano. 1 Per le pitture vedi fra altro Beyen (1960) passim Abb. 217-227, Schefold (1957) 286-8, Laidlaw (1985) 302-3, Ehrhardt (1988) 20-3. 2 Lo scavo avvenne negli anni 1903-1907 sotto la direzione di Antonio Sogliano, e nel 1910-1911 sotto Vittorio Spinazzola. " Cfr. una situazione analoga nella Casa del Fauno dove Patrio toscanico c qucllo rappresentativo, mentre il piü modesto atrio corinzio svolgc la funzionc di atrio privato/domestico. 4 Cfr. Spinazzola (1953) 343. Rimangono perö dubbi sui passaggi del primo piano come da lui indicati, perchè la muratura è rimasta solo scarsamentc conservata a quell'altczza. Questa situazione esistcva gia durante lo scavo come mostrano alcune fotografie dell'epoca. La ricostruzione nonchè la raggiungibilita delle varie zone del piano superiorc rimangono dunque puramentc ipoletiche. 5 Neirambiente 4 gli incassi dei gradini sono rimasti visibili sulle pareti. Della scala nell'angolo sudovest del pcristilio invece non è rimasto nulla. II pianerottolo si trova oggi dictro un tamponamen- to modemo. Anche della scala nel vano K nessuna traccia c rimasta se non nella letteratura: Sogliano (1905) 257: vano L; Spinazzola (1953) 342-3. 6 Sogliano (1905) 250. 7 Maiuri (1942) 131. 8 Coarclli/La Rocca/De Vos (1990) 425. 9 Spinazzola (1953) 645. 1 0 Pernice (1938) 62. " Richardson Jr. (1988) 13. 1 2 Spinazzola (1953) 645. 1 3 Richardson Jr. (1988) 118. M Pernice (1938) 62. 1 5 La porta, dal carattere piuttosto di un posticum, con ogni probabilita immetteva in un giardino o un vicolo situato al lato est del muro divisorio. If> Ci potrebbe aspettare che durante la costruzionc degli ambienti di un atrio le dimensioni delle portc erano uguali, come è il caso ncll'atrio tetrastilo dove i passaggi misurano tutti M. 1.40. 1 7 Le porte sono state installate presumibilmente nel momento in cui i due atri furono giunti. 1 8 In un momento indefinito il proprietario desidero un ambiente comune nella zona anteriorc della casa e fece togliere il muro divisorio fra i due vani. Pernice (1938) 62 descrive rambientc Q come 'das Produkt der Zusammenlcgung beider Hauser'. 1 9 Maiuri (1944/1945) 142-3. Cfr. anche Peterse (1985) e De Albentiis (1989). Mare Koeken
  • 14. 2 0 Cocco (1977) 109 fa risalire i capitelli corinzi nelPatrio tetrastilo al c. 90 a.C. Ciö nonostantc possono essere stati eretti alcuni decenni prima, se si comparano i profili delle basi dclle colonne ncU'atrio tetrastilo con quelli dclle basi dei pi lastri angolari nclla cclla del lempio di Apollo: i profili sono uguali. II tempio di Apollo è stato radicalmente ricostruito intorno al 100 a.C. Vcdi Lauter (1979) 423. 2 1 Richardson Jr. (1988) 118. / due atri nella casa di M. Obellius Firmus a Pompei. Alcuni appunti sullet storia ediilizia