"Il modello di Rasch e l'analisi statistica delle domande"- L'intervento di Giuseppe Giampaglia alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
Come gli insegnanti hanno percepito l'osservazione in classe - Progetto Valut...Invalsi
INVALSI
Progetto Valutazione e Miglioramento
L'osservazione in classe
Seminario Residenziale
Progetto Valutazione e Miglioramento
Presentazione della Scheda di osservazione in classe S.S.G.C.
Formia
28 aprile 2015
"La partecipazione dell'INVALSI alle indagini internazionali"- L'intervento di Laura Palmerio, Responsabile Ricerca Internazionale INVALSI, alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
KAIZEN E' UNA ESPRESSIONE GIAPPONESE CHE SIGNIFICA MIGLIORAMENTO CONTINUO - C...Maria Cristina Circhetta
LE LINEE GUIDA DEL MIGLIORAMENTO:
Abbandonare le idee tradizionali (preconcette)
Pensare a come fare piuttosto ai motivi per cui una cosa non può essere fatta
Non accampare scuse, cominciare a mettere in discussione le prassi correnti
Non cercare la perfezione prima di intraprendere qualcosa di nuovo
Fare e Correggere gli errori man mano che si fanno
Usare il buon senso per il miglioramento continuo
Chiedersi 5 volte perchè e cercare le cause di fondo
Cercare il buon senso di 10 persone invece che la conoscenza profonda di una sola
Le idee di miglioramento continuo sono infinite (non smettere mai)
KAIZEN è una espressione giapponese che significa MIGLIORAMENTO CONTINUO. Dal 1950 il mondo industriale giapponese ha “prodotto”, partendo dagli insegnamenti di scienziati del management, quali il dr. Deming, una serie impressionante di tecniche e metodi per il miglioramento continuo. Kaizen è uno di questi, ma anche TQM e più recentemente 6 Sigma si iscrivono in questo filone che possiamo chiamare genericamente come QUALITA’.
"Le sperimentazioni INVALSI per la valutazione delle scuole"- L'intervento di Donatella Poliandri, Responsabile Valutazione delle Scuole INVALSI, alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
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Presentazione della Scheda di osservazione in classe S.S.G.C.
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KAIZEN E' UNA ESPRESSIONE GIAPPONESE CHE SIGNIFICA MIGLIORAMENTO CONTINUO - C...Maria Cristina Circhetta
LE LINEE GUIDA DEL MIGLIORAMENTO:
Abbandonare le idee tradizionali (preconcette)
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Non accampare scuse, cominciare a mettere in discussione le prassi correnti
Non cercare la perfezione prima di intraprendere qualcosa di nuovo
Fare e Correggere gli errori man mano che si fanno
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KAIZEN è una espressione giapponese che significa MIGLIORAMENTO CONTINUO. Dal 1950 il mondo industriale giapponese ha “prodotto”, partendo dagli insegnamenti di scienziati del management, quali il dr. Deming, una serie impressionante di tecniche e metodi per il miglioramento continuo. Kaizen è uno di questi, ma anche TQM e più recentemente 6 Sigma si iscrivono in questo filone che possiamo chiamare genericamente come QUALITA’.
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Super risoluzione di immagini di volti con tecniche di deep learning a fini i...ErikVelan
Studio dello stato dell’arte della super risoluzione con deep learning, con speciale attenzione rivolta verso la super risoluzione delle facce e valutarne la possibile applicazione nell’ambito investigativo
Progetto Valutazione e Miglioramento - La struttura della scheda ssgc e il co...Invalsi
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Presentazione della Scheda di osservazione in classe S.S.G.C.
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"La restituzione dei dati alle scuole"- L'intervento di Patrizia Falzetti, Responsabile Sistema Informativo INVALSI, alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
Il Decennale delle Prove INVALSI- Roberto RicciInvalsi
"L'evoluzione delle Prove e i progressi metodologici". Intervento di Roberto Ricci, Responsabile Area Prove INVALSI, alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
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Il Decennale delle Prove INVALSI- Roberto RicciInvalsi
"L'evoluzione delle Prove e i progressi metodologici". Intervento di Roberto Ricci, Responsabile Area Prove INVALSI, alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
"Cosa ha imparato l'INVALSI in questi primi dieci anni". Intervento della Presidente INVALSI alla Conferenza "Il Decennale delle Prove INVALSI" - Roma, 4 e 5 Dicembre 2014
1. CONFERENZA NAZIONALE
“IL DECENNALE DELLE PROVE INVALSI”
IL MODELLO DI RASCH: POTENZIALITA’ E LIMITI PER LE PROVE INVALSI
GIUSEPPE GIAMPAGLIA
DIPARTIMENTO DI SCIENZE ECONOMICHE E STATISTICHE
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II”
giuseppe.giampaglia@unina.it
2. Idea base
E’ molto semplice.
La risposta del soggetto è governata da due componenti (le incognite del
modello, o “parametri”).
La prima componente è la capacità o abilità del soggetto nella scelta
della risposta giusta. Esempio: preparazione in matematica di uno studente.
Maggiore è la sua preparazione, maggiore è la probabilità di dare la risposta
esatta.
La seconda componente è rappresentata dalla difficoltà delle domande
(item). Esempio: una sottrazione ha una maggiore probabilità di ricevere
una risposta corretta rispetto a un’equazione.
Obiettivo: assegnare un valore a ogni soggetto sulla base della sua
abilità e un valore a ogni item sulla base della sua difficoltà.
Due osservazioni.
a. Si parla di probabilità del soggetto e di probabilità dell’item. Questo
perché il modello è probabilistico.
3. Idea base
b. La risposta del soggetto scaturisce dall’interazione tra capacità e difficoltà:
maggiore è la preparazione rispetto a una determinata domanda, maggiore è la
probabilità di fornire la risposta corretta. Simmetricamente, maggiore è la
difficoltà rispetto alla preparazione di un dato studente, minore è la probabilità
di una risposta corretta.
Dunque, non esiste uno studente “bravo” in assoluto, così come non
esiste una domanda difficile in assoluto.
In breve, nel modello di Rasch la risposta del soggetto è sempre il risultato
dell’interazione tra due elementi, la capacità e la difficoltà.
Ma come si quantifica questa interazione? Attraverso un confronto tra
capacità e difficoltà, che si esegue con un semplice sottrazione tra le due entità
(che ovviamente utilizzano la stessa unità di misura).
4. Idea base
Da questa prima operazione possono scaturire tre casi:
a. capacità = difficoltà
P (probabilità di una risposta corretta) = 50%
b. capacità maggiore di difficoltà
P > 50%
c. capacità minore di difficoltà
P< 50%
5. Procedura
Ma come si “misurano” l’abilità di ogni soggetto e la difficoltà di ogni item?
Semplice: per i soggetti, si contano le risposte esatte di ciascuno di essi alla batteria di item;
per gli item (domande), si contano le risposte esatte ricevute da ciascuna domanda.
Per ogni soggetto, la somma delle risposte esatte rappresenta la statistica sufficiente –
cioè, tutto quello che occorre sapere – per stimare la capacità individuale (primo
parametro).
Analogamente, per ogni item la somma delle risposte esatte ricevute costituisce la
statistica sufficiente – cioè, tutto quello che occorre sapere – per stimare la
difficoltà di ciascun item (secondo parametro).
Questa misurazione sembra tuttavia poco attendibile: in una classe in cui la preparazione
media è alta, una batteria di item risulterà facile; viceversa, in una classe con scarsa
preparazione media, la stessa batteria risulterà difficile.
Ragionamento analogo vale se la classe rimane la stessa, mentre varia la batteria di
domande.
6. Soluzione del problema della variabilità delle stime
Il modello di Rasch supera questo ostacolo: stima la capacità dei soggetti indipendentemente
dalla difficoltà delle domande utilizzate, e la difficoltà degli item prescindendo dalle
caratteristiche del campione a cui sono somministrati.
In teoria dunque non c’è una distorsione delle stime dovuta alla variabilità
dei soggetti e degli item.
ACHTUNG!! La separazione delle stime è una caratteristica del modello
matematico, non dei dati.
Nella realtà, la risposta dello studente è comunque influenzata dalla difficoltà del problema,
così come quest’ultima è comunque condizionata dal livello di preparazione degli
studenti.
Come si risolve il problema? Si controlla la misura in cui, nella realtà, è stata violata l’ipotesi
di indipendenza (separazione matematica) tra la stima della capacità e la stima della
difficoltà.
7. Controllo della separazione tra le due stime
In pratica, si confrontano le risposte date con quelle generate dal modello: minore è la
differenza, maggiore è la “tenuta” del modello e delle sue proprietà.
Questo controllo è fondamentale, anche se a volte (troppe volte!) viene trascurato
o effettuato in modo non adeguato.
La separazione della stima dei soggetti da quella degli item configura la proprietà
dell’invarianza della misurazione: finora solo il modello di Rasch avrebbe tale
proprietà. Essa rappresenta una forma di “misurazione oggettiva”.
Si noti che modelli più complessi, capaci di stimare caratteristiche aggiuntive (potere
discriminante delle domande e guessing effect), non possiedono l’invarianza della
misurazione.
8. Secondo vantaggio
E’ costituito dalla (quasi) metricità del punteggio: questo può essere impiegato nella
maggior parte delle operazioni matematiche.
9. Limiti
1. Ampiezza del campione
Contrariamente a quanto si verifica nelle indagini empiriche, nelle applicazioni col
modello di Rasch un campione piccolo è preferibile a un campione grande.
Con campioni molto grandi o popolazioni (è il caso dell’INVALSI) migliora la
precisione della stima dei parametri, ma, proprio a causa di questa maggior precisione,
peggiora la congruenza tra modello e dati.
Di conseguenza, per stimare abilità e difficoltà occorrerebbe impiegare campioni con
ampiezza piccola, compresa tra i 400 e gli 800 casi (regola empirica).
E non è sostenibile la tesi secondo cui questo problema dipende dal tipo di
software utilizzato. E’ l’architettura del modello che purtroppo mostra questo limite.
10. Limiti
2. Funzionamento delle alternative di risposta
Nel caso di domande con più di due alternative di risposta, il modello fa un controllo
del funzionamento di ciascuna alternativa: se c’è qualche alternativa che non funziona
(non discrimina) bene, la procedura è in grado di individuarla, ma non suggerisce la
correzione appropriata: occorre fare vari (molti) tentativi prima di pervenire a una
soluzione soddisfacente .