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LA RIVOLUZIONE FRANCESE
Le cause remote della Rivoluzione
Per comprendere il clima nel quale
in Francia maturano gli eventi
rivoluzionari di fine secolo vanno tenuti
presenti due fattori:
» la persistenza di un sistema politico
e sociale di stampo feudale
(Antico Regime), con la rigida
separazione dei tre ordini
(nobiltà, clero e Terzo Stato);
» la diffusione dell’Illuminismo in
un’élite intellettuale che aspira a
riforme sociali ed economiche e
guarda con interesse al modello
politico parlamentare inglese.
La nobiltà francese prima della Rivoluzione
La nobiltà francese, primo ordine dello
Stato, è ormai un peso per l’intero
Paese. Infatti:
» mantiene i propri privilegi e la
propria egemonia sociale;
» è esente dal pagamento delle
imposte;
» considera le vaste proprietà terriere
solo fonte di rendita ed esclude,
quindi, la possibilità di modernizzare
in senso capitalistico lo sfruttamento
della terra.
Il clero e il Terzo Stato
Il clero è il secondo ordine della
società francese:
» possiede circa il 10% delle terre e
ingenti proprietà urbane;
» come la nobiltà gode di antichi
privilegi economici ed è esentato
dal pagamento delle imposte.
Il cosiddetto “Terzo Stato” è un’entità
composita, formata da borghesia,
proletariato urbano e contadini.
La parte più dinamica del Terzo Stato è la borghesia, che sostiene il carico
fiscale maggiore ma non ha alcun peso politico.
Il deficit di bilancio
Sulla Francia grava un pesante deficit di bilancio, dovuto sia all’inefficiente
sistema fiscale sia alle ingenti spese affrontate dalla corona per le campagne
militari.
Nel 1761 Luigi XVI affida le finanze
dello Stato al ministro Turgot,
economista di fama e collaboratore
dell’Enciclopedia, che propone di:
» introdurre un’imposta fondiaria
unica;
» ridurre le spese di corte.
Il progetto viene ostacolato dalla
nobiltà e dal clero e il re è costretto
a licenziare Turgot.
La convocazione degli Stati generali
Il re è dunque costretto a convocare
gli Stati generali per il maggio 1789.
L’assemblea, formata dai
rappresentanti dei tre ordini, è infatti
l’unica istituzione in grado di introdurre
una vera riforma fiscale.
Nelle assemblee indette dai delegati
che parteciperanno del Terzo Stato
vengono stesi i Cahiers de doléance,
con le lagnanze e le richieste da
presentare al re.
Il “giuramento della Pallacorda”
Agli Stati generali si apre un contrasto
sulla modalità di votazione:
» la nobiltà e il clero sono infatti a favore
del voto “per ordine”;
» il Terzo Stato chiede, invece, il voto
“per testa”.
Di fronte al rifiuto della nobiltà di avviare
qualsiasi riforma, il 20 giugno 1789
i delegati del Terzo Stato, con il
“giuramento della Pallacorda”,
si autoproclamano Assemblea nazionale,
con lo scopo di dare al Paese una nuova
costituzione.
La presa della Bastiglia
Quando il re fa confluire le truppe a
Parigi, il popolo, che teme una svolta
autoritaria, dà vita a una milizia
popolare, la Guardia nazionale.
Il 14 luglio una folla di parigini
assalta il carcere-fortezza della
Bastiglia, simbolo dell’Ancien
Régime.
Questo evento diviene il simbolo
dell’inizio della Rivoluzione.
A Parigi viene istituita una nuova
“municipalità rivoluzionaria” e
l’esempio viene seguito in altre città.
La fine dell’Antico Regime
Intanto la Rivoluzione dilaga nelle
campagne: durante le settimane
della cosiddetta “Grande Paura” i
contadini si armano, assaltano le
proprietà feudali e massacrano nobili
ed esponenti del clero.
Fra il 4 e il 5 agosto, quindi,
l’Assemblea costituentecon un
decreto dichiara decaduti i diritti
feudali.
Il 26 agosto viene approvata
la Dichiarazione dei diritti dell’uomo
e del cittadino.
È la fine dell’Antico Regime.
La Costituzione civile del clero
Nel novembre 1789 l’Assemblea
costituente per risanare il bilancio:
» requisisce i beni ecclesiastici per
venderli ai privati;
» emette gli assegnati, una sorta di
buoni del tesoro garantiti dai beni
confiscati.
Il 12 luglio 1790, con la Costituzione
civile del clero, gli ecclesiastici
vengono trasformati in funzionari
civili, nominati e pagati dallo Stato.
Molti ecclesiastici (il “clero
refrattario”) si rifiutano di obbedire.
La fuga del re e la Costituzione del 1791
Il 3 settembre 1791 viene approvata
una nuova Costituzione che:
» esprime gli interessi della
borghesia agiata e della nobiltà
illuminata;
» crea una monarchia costituzionale
liberal-moderata, nella quale il
diritto di voto è stabilito su base
censitaria.
Nel giugno del 1791 il re, non rassegnato alla perdita del potere, tenta la fuga
con i suoi familiari ma viene riconosciuto e riportato a Parigi: la monarchia è
ormai compromessa agli occhi del popolo.
L’Assemblea legislativa
Ora la Francia è, dunque, una monarchia
costituzionale:
» il potere esecutivo spetta al sovrano e ai
ministri da lui nominati;
» il potere legislativo spetta al Parlamento
(Assemblea legislativa), a cui re e ministri
devono rendere conto;
» il diritto di voto viene concesso in base al
censo.
All’Assemblea legislativa vengono eletti
deputati sia moderati sia estremisti come i
“giacobini”, il cui leader Robespierre è
schierato su posizioni repubblicane e
democratiche.
La Francia in guerra e la Convenzione
La Francia rivoluzionaria, già sconvolta all’interno, si trova a dover armare un
esercito per fronteggiare la guerra contro le potenze europee, desiderose di
restaurare l’ordine.
Il 20 aprile 1792 la Francia dichiara
guerra all’Austria.
Il re mostra un atteggiamento
ambiguo e il popolo si schiera con
Robespierre.
Nell’estate il re viene arrestato e nasce
una nuova assemblea rappresentativa,
la Convenzione, eletta a suffragio
universale.
I sanculotti
Di fronte alle prime sconfitte e
all’atteggiamento ambiguo di Luigi
XVI, a Parigi nasce il movimento dei
“sanculotti” che:
» sono chiamati spregiativamente
così perché indossano i calzoni
lunghi da lavoro e non portano le
culottes (i calzoni attillati al
ginocchio tipici dei nobili);
» rappresentano gli strati più umili
della popolazione;
» chiedono a gran voce l’abdicazione
del re e la fine della monarchia.
La nascita della Repubblica
Il 20 settembre, a Valmy, l’esercito
francese ottiene una prima e
significativa vittoria contro l’esercito
austriaco.
Il 22 settembre 1792 la Convenzione
proclama la fine della monarchia e la
nascita della Repubblica.
È una svolta così importante nella
storia della Francia che più tardi verrà
modificato anche il calendario e il 1792
diverrà l’anno I del nuovo corso
rivoluzionario.
La decapitazione di Luigi XVI
Dopo la fine della monarchia si pone il
problema della sorte del sovrano e dei
suoi familiari.
Si svolge un processo e la richiesta
giacobina di condannare a morte Luigi
XVI passa a stretta maggioranza.
La sentenza viene eseguitail
21 gennaio 1793: Luigi viene
decapitato in piazza della Rivoluzione
(oggi place de la Concorde).
La leva straordinaria e la rivolta in Vandea
In seguito all’uccisione del re, la
guerra si inasprisce e si forma una
prima coalizione antifrancese con tutti
gli Stati europei.
La Francia risponde con una leva
straordinaria di 300.000 uomini, che
però crea un forte malcontento tra la
popolazione, già colpita da una grave
crisi economica.
Nel frattempo, nel dipartimento della
Vandea si scatena una rivolta realista,
che si trasforma in una vera e propria
controrivoluzione.
Il Terrore
I giacobini assumono il controllo della
Convenzione ed eliminano tutti gli
avversari politici.
Nel settembre 1793 inizia il periodo
del Terrore e il potere passa
al Comitato di salute pubblica
(cioè di salvezza nazionale):
chi è sospettato di essere contro la
Rivoluzione viene sommariamente
processato e condannato a morte.
Tra le tante vittime del Terrore c’è
anche la regina Maria Antonietta.
Il colpo di Stato di Termidoro
Il governo rivoluzionario reprime la rivolta interna della Vandea, mentre l’esercito
passa al contrattacco sul piano internazionale.
Gli eccessi giacobini e il superamento
dell’emergenza militare portano,però,
alla fine del Terrore.
Il 9 Termidoro anno II (27 luglio 1794)
Robespierre viene arrestato e
decapitato.
Nell’agosto 1795 viene approvata la
Costituzione dell’anno III, che segna
un ritorno al suffragio su base
censitaria e affida il potere esecutivo a
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  • 2. Le cause remote della Rivoluzione Per comprendere il clima nel quale in Francia maturano gli eventi rivoluzionari di fine secolo vanno tenuti presenti due fattori: » la persistenza di un sistema politico e sociale di stampo feudale (Antico Regime), con la rigida separazione dei tre ordini (nobiltà, clero e Terzo Stato); » la diffusione dell’Illuminismo in un’élite intellettuale che aspira a riforme sociali ed economiche e guarda con interesse al modello politico parlamentare inglese.
  • 3. La nobiltà francese prima della Rivoluzione La nobiltà francese, primo ordine dello Stato, è ormai un peso per l’intero Paese. Infatti: » mantiene i propri privilegi e la propria egemonia sociale; » è esente dal pagamento delle imposte; » considera le vaste proprietà terriere solo fonte di rendita ed esclude, quindi, la possibilità di modernizzare in senso capitalistico lo sfruttamento della terra.
  • 4. Il clero e il Terzo Stato Il clero è il secondo ordine della società francese: » possiede circa il 10% delle terre e ingenti proprietà urbane; » come la nobiltà gode di antichi privilegi economici ed è esentato dal pagamento delle imposte. Il cosiddetto “Terzo Stato” è un’entità composita, formata da borghesia, proletariato urbano e contadini. La parte più dinamica del Terzo Stato è la borghesia, che sostiene il carico fiscale maggiore ma non ha alcun peso politico.
  • 5. Il deficit di bilancio Sulla Francia grava un pesante deficit di bilancio, dovuto sia all’inefficiente sistema fiscale sia alle ingenti spese affrontate dalla corona per le campagne militari. Nel 1761 Luigi XVI affida le finanze dello Stato al ministro Turgot, economista di fama e collaboratore dell’Enciclopedia, che propone di: » introdurre un’imposta fondiaria unica; » ridurre le spese di corte. Il progetto viene ostacolato dalla nobiltà e dal clero e il re è costretto a licenziare Turgot.
  • 6. La convocazione degli Stati generali Il re è dunque costretto a convocare gli Stati generali per il maggio 1789. L’assemblea, formata dai rappresentanti dei tre ordini, è infatti l’unica istituzione in grado di introdurre una vera riforma fiscale. Nelle assemblee indette dai delegati che parteciperanno del Terzo Stato vengono stesi i Cahiers de doléance, con le lagnanze e le richieste da presentare al re.
  • 7. Il “giuramento della Pallacorda” Agli Stati generali si apre un contrasto sulla modalità di votazione: » la nobiltà e il clero sono infatti a favore del voto “per ordine”; » il Terzo Stato chiede, invece, il voto “per testa”. Di fronte al rifiuto della nobiltà di avviare qualsiasi riforma, il 20 giugno 1789 i delegati del Terzo Stato, con il “giuramento della Pallacorda”, si autoproclamano Assemblea nazionale, con lo scopo di dare al Paese una nuova costituzione.
  • 8. La presa della Bastiglia Quando il re fa confluire le truppe a Parigi, il popolo, che teme una svolta autoritaria, dà vita a una milizia popolare, la Guardia nazionale. Il 14 luglio una folla di parigini assalta il carcere-fortezza della Bastiglia, simbolo dell’Ancien Régime. Questo evento diviene il simbolo dell’inizio della Rivoluzione. A Parigi viene istituita una nuova “municipalità rivoluzionaria” e l’esempio viene seguito in altre città.
  • 9. La fine dell’Antico Regime Intanto la Rivoluzione dilaga nelle campagne: durante le settimane della cosiddetta “Grande Paura” i contadini si armano, assaltano le proprietà feudali e massacrano nobili ed esponenti del clero. Fra il 4 e il 5 agosto, quindi, l’Assemblea costituentecon un decreto dichiara decaduti i diritti feudali. Il 26 agosto viene approvata la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino. È la fine dell’Antico Regime.
  • 10. La Costituzione civile del clero Nel novembre 1789 l’Assemblea costituente per risanare il bilancio: » requisisce i beni ecclesiastici per venderli ai privati; » emette gli assegnati, una sorta di buoni del tesoro garantiti dai beni confiscati. Il 12 luglio 1790, con la Costituzione civile del clero, gli ecclesiastici vengono trasformati in funzionari civili, nominati e pagati dallo Stato. Molti ecclesiastici (il “clero refrattario”) si rifiutano di obbedire.
  • 11. La fuga del re e la Costituzione del 1791 Il 3 settembre 1791 viene approvata una nuova Costituzione che: » esprime gli interessi della borghesia agiata e della nobiltà illuminata; » crea una monarchia costituzionale liberal-moderata, nella quale il diritto di voto è stabilito su base censitaria. Nel giugno del 1791 il re, non rassegnato alla perdita del potere, tenta la fuga con i suoi familiari ma viene riconosciuto e riportato a Parigi: la monarchia è ormai compromessa agli occhi del popolo.
  • 12. L’Assemblea legislativa Ora la Francia è, dunque, una monarchia costituzionale: » il potere esecutivo spetta al sovrano e ai ministri da lui nominati; » il potere legislativo spetta al Parlamento (Assemblea legislativa), a cui re e ministri devono rendere conto; » il diritto di voto viene concesso in base al censo. All’Assemblea legislativa vengono eletti deputati sia moderati sia estremisti come i “giacobini”, il cui leader Robespierre è schierato su posizioni repubblicane e democratiche.
  • 13. La Francia in guerra e la Convenzione La Francia rivoluzionaria, già sconvolta all’interno, si trova a dover armare un esercito per fronteggiare la guerra contro le potenze europee, desiderose di restaurare l’ordine. Il 20 aprile 1792 la Francia dichiara guerra all’Austria. Il re mostra un atteggiamento ambiguo e il popolo si schiera con Robespierre. Nell’estate il re viene arrestato e nasce una nuova assemblea rappresentativa, la Convenzione, eletta a suffragio universale.
  • 14. I sanculotti Di fronte alle prime sconfitte e all’atteggiamento ambiguo di Luigi XVI, a Parigi nasce il movimento dei “sanculotti” che: » sono chiamati spregiativamente così perché indossano i calzoni lunghi da lavoro e non portano le culottes (i calzoni attillati al ginocchio tipici dei nobili); » rappresentano gli strati più umili della popolazione; » chiedono a gran voce l’abdicazione del re e la fine della monarchia.
  • 15. La nascita della Repubblica Il 20 settembre, a Valmy, l’esercito francese ottiene una prima e significativa vittoria contro l’esercito austriaco. Il 22 settembre 1792 la Convenzione proclama la fine della monarchia e la nascita della Repubblica. È una svolta così importante nella storia della Francia che più tardi verrà modificato anche il calendario e il 1792 diverrà l’anno I del nuovo corso rivoluzionario.
  • 16. La decapitazione di Luigi XVI Dopo la fine della monarchia si pone il problema della sorte del sovrano e dei suoi familiari. Si svolge un processo e la richiesta giacobina di condannare a morte Luigi XVI passa a stretta maggioranza. La sentenza viene eseguitail 21 gennaio 1793: Luigi viene decapitato in piazza della Rivoluzione (oggi place de la Concorde).
  • 17. La leva straordinaria e la rivolta in Vandea In seguito all’uccisione del re, la guerra si inasprisce e si forma una prima coalizione antifrancese con tutti gli Stati europei. La Francia risponde con una leva straordinaria di 300.000 uomini, che però crea un forte malcontento tra la popolazione, già colpita da una grave crisi economica. Nel frattempo, nel dipartimento della Vandea si scatena una rivolta realista, che si trasforma in una vera e propria controrivoluzione.
  • 18. Il Terrore I giacobini assumono il controllo della Convenzione ed eliminano tutti gli avversari politici. Nel settembre 1793 inizia il periodo del Terrore e il potere passa al Comitato di salute pubblica (cioè di salvezza nazionale): chi è sospettato di essere contro la Rivoluzione viene sommariamente processato e condannato a morte. Tra le tante vittime del Terrore c’è anche la regina Maria Antonietta.
  • 19. Il colpo di Stato di Termidoro Il governo rivoluzionario reprime la rivolta interna della Vandea, mentre l’esercito passa al contrattacco sul piano internazionale. Gli eccessi giacobini e il superamento dell’emergenza militare portano,però, alla fine del Terrore. Il 9 Termidoro anno II (27 luglio 1794) Robespierre viene arrestato e decapitato. Nell’agosto 1795 viene approvata la Costituzione dell’anno III, che segna un ritorno al suffragio su base censitaria e affida il potere esecutivo a un Direttorio composto da cinque membri.