1. Nadia Ghittorelli
n.ghittorelli@ilcorrieredelgarda.info
Redazione “il CORRIERE DEL GARDA”
Giuradei 2013
Ecco il nuovo album!
Abbiamo incontrato i musicisti bresciani Ettore e Marco
in occasione del loro concerto al Teatro Centrolucia di Botticino
Dalla “Repubblica del Sole” a “Sta per arrivare il
tempo”, i tuoi testi sembrano cavalcare l’onda di questo
cambiamento che sta sfociando in una vera propria
protesta e voglia di dire “ora basta”. Quant’è importante
nella vostra musica l’aderenza alla realtà?
E: È stato uno dei motivi che mi ha convinto a pubblicare
il disco. Ho sempre odiato lo schierasi di alcuni artisti, ma
mi sembrava il momento giusto per rendere esplicita la
propria idea, un momento di tangibile crisi insomma.
Il progetto della TavernaStudio è molto interessante.
Sta continuando? In questo ambito sarai in contatto con
artisti emergenti. C’è qualcuno che ci vuoi segnalare?
M: Si è uno studio di registrazione “esteso” diretto da
Domenico Vigliotti.
Ci suonano gruppi emergenti, alcuni dei quali già con le
idee molto chiare. Beh tra questi direi i French wine coca,
che aprono il concerto di stasera.
Stasera ti esibisci in teatro. Cosa ne pensi della
commistione di teatro e musica? Hai mai pensato a
progetti a riguardo?
Et: Sarebbe ideale se si potesse tornare a un teatro
senza poltrone, dove si può ballare. Ricordo una
scena de “I vitelloni” in cui c’era una cosa simile.
Mar: Pensa che una volta a Milano, alla presentazione
de “La repubblica del sole” al teatro Derby, la serata
saltò per un gradino non a norma.
Cosa ne pensi del panorama musicale bresciano?
M: Quest’anno è davvero di grande spessore. Pietro
Paletti, Fabio Dondelli… tra marzo e aprile ci saranno
delle uscite importanti.
L’importante comunque è che non ci si adagi su una
scena col rischio di creare un panorama fatto più di
amicizie che di musica.
Da Ettore Giuradei a Giuradei. È per una maggiore
partecipazione di tuo fratello Marco al progetto?
E: Marco ha sempre collaborato con me… in questo disco
mi ero un po’ demotivato, non avevo le idee molto chiare
insomma. Lui ha avuto la forza di fissare le idee, arrangiare
i pezzi e chiudere il progetto.
Spesso ti classificano cantautore ma questa definizione
di sta un po’ stretta, come un po’ tutte le etichette. Se
dovessi scegliere un tratto peculiare della tua musica?
E: Adesso come adesso definirei il mio genere come
canzone d’autore, o rock d’autore.
M: Un modello è sicuramente De Andrè, che ha saputo
non legarsi a un genere e variare nelle collaborazioni e
nelle produzioni. Noi stessi nella band abbiamo musicisti
diversi e versatili, che non voglio definire in modo riduttivo
“turnisti”. Tra questi cito per esempio Giulio Corini, direi il
miglior bassista di Brescia.
N° 29 Aprile 2013 23