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Torino città metropolitana: 
opportunità di sviluppo 
1. Perché le CM? Dopo i fallimenti del 
passato siamo in una fase diversa? 
2. Profili di analisi sul governo 
metropolitano 
3. Le prospettive: rischi e opportunità
Perché le Città metropolitane? 
Non sono chiarissimi gli obiettivi da raggiungere con la 
Città metropolitana 
In generale gli obiettivi della riforma metropolitana 
sono: 
a. il miglioramento del processo di programmazione per 
promuovere lo sviluppo (centralità rapporti con 
imprese) 
b. la riduzione dei costi e il miglioramento dei servizi 
pubblici… 
… ma la maggior parte del dibattito politico e sui mass 
media si è focalizzato sulla riduzione del numero dei 
politici e dei “costi dela politica” 
Questo spiega una certa semplificazione del problema
Qualche dato di contorno…(1)
Qualche dato di contorno…(2) 
Dinamica PIL procapite 2007-2010
…che porta ad alcune valutazioni 
Emerge una forte differenza tra aree 
metropolitane grandi, intermedie e piccole 
Probabilmente solo quattro aree 
metropolitane sulla base delle definzioni della 
letteratura (Milano, Roma, Napoli eTorino) 
Ciò richiederà una forma di governance 
differenziata tra aree
Alcuni elementi di cambiamento del contesto 
rispetto alle passate (fallite) esperienze 
• La crisi economico finanziaria e le politiche di consolidamento fiscale hanno reso 
tutti consapevoli dell’esigenza di un profondo cambiamento istituzionale, 
finanziario e organizzativo. 
• Politiche urbane della UE con chiari orientamenti in favore di una politica per le 
città. 
• Sono stati introdotti nuovi strumenti di governo delle relazioni finanziarie a livello 
regionale, anche se si nota un certo affaticamento dell’istituzione regionale. 
• Maggiore accettazione del principio di differenziazione. 
• Si percepisce una maggiore disponibilità dei Comuni alla cooperazione anche in 
una logica di promozione dello sviluppo, oltre a una maggiore attenzione degli 
attori (es. Confindustria). 
• Nell’area metropolitana torinese si è assistito a un consolidamento delle politiche 
dei servizi di area vasta (trasporti,ambiente, energia) con ulteriore possibilità di 
sviluppo (rifiuti). 
• Rispetto al post 142/90 oggi siamo al terzo piano strategico del Comune di Torino in 
cui la dimensione metropolitana è posta in primo piano. 
• Introduzione del principio dell’elezione indiretta previsto per le Province e le CM (e, 
forse, per il Senato): torniamo alla logica dei comprensori (L. R. n. 41 1975)…? 
g 
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n 
e 
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a 
l 
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T 
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i 
n 
o
Perché un nuovo livello di governo? 
• Economie di scala e di scopo nella 
gestione dei servizi a rete 
• Economie di scala e di scopo nella 
gestione delle funzioni 
amministrative 
• Le interdipendenze fiscali legate 
alle interazioni tra comune 
centrale e comuni di cintura: 
governo dei flussi 
• Sviluppo processi e servizi 
innovativi (smart city, cultura, creatività,ecc.) 
• Necessità di una “identità 
metropolitana” legata al ruolo 
delle città come motori dello 
sviluppo 
++ buona 
-- scarsa 
--- insufficiente 
+ sufficiente (prevalentemente 
a Torino + qualche comune 
della conurbazione) 
-- scarsa 
Problemi 
Soluzioni 
attuali(+;-)
Le funzioni assenti 
• La pianificazione 
intercomunale e le 
politiche di sviluppo 
• La gestione comune di 
funzioni regolatorie e 
strumentali 
• Il coordinamento fiscale, 
soprattutto alla luce dello 
sviluppo multipolare 
dell’area 
• Necessità di razionalità sovra-comunale 
nelle politiche 
urbanistiche e in genere in quelle 
di sviluppo (PPP) 
• Economie di scala e di scopo nello 
svolgimento di funzioni pubbliche 
e delle attività strumentali 
(autorizzazioni, back office, 
funzioni strumentali e uffici 
tributari, ecc.) 
• Regolazione spill - overs 
(esternalità - interdipendenze 
fiscali)
Le prospettive 
• La frammentazione politica e funzionale è stata nel 
tempo affrontata in maniera diversa 
• Necessità di rete di fiducia basata su maggiore 
informazione reciproca e superamento complesso del 
“grande fratello” (occasione dello Statuto?) 
• Oggi il rischio è quello di sottostimare i costi 
sovrastimare i benefici della cooperazione tra comuni 
• La peculiare configurazione spaziale dell’area torinese 
richiede la definizione di sub-aree più omogenee da 
definire nello statuto sia in termini spaziali sia, 
soprattutto, di governance
Articolazioni spaziali della città 
metropolitana di Torino 
Functional urban area di Torino 
secondo la definizione OECD 
Possibili sub-aree della Città metropolitana di Torino
Le prospettive: quattro linee di azione 
• Piano di unioni fusioni dei Comuni della Provincia: è 
auspicabile, possibile, in quali tempi, con quali risorse e 
incentivi? 
• Programma di riorganizzazione dei servizi soprattutto 
per il nucleo urbano, con un piano industriale: occorre 
qualche numero sui risparmi/miglioramenti qualitativi 
• Nodo del coordinamento finanziario e rapporti con la 
Regione: modifiche PSI, rispetto del vincolo di bilancio 
a livello regionale 
• Il problema del personale: occorre una graduale 
trasformazione delle burocrazie locali in termini di 
competenze, ruoi, ecc.

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Torino città metropolitana perchè

  • 1. Torino città metropolitana: opportunità di sviluppo 1. Perché le CM? Dopo i fallimenti del passato siamo in una fase diversa? 2. Profili di analisi sul governo metropolitano 3. Le prospettive: rischi e opportunità
  • 2. Perché le Città metropolitane? Non sono chiarissimi gli obiettivi da raggiungere con la Città metropolitana In generale gli obiettivi della riforma metropolitana sono: a. il miglioramento del processo di programmazione per promuovere lo sviluppo (centralità rapporti con imprese) b. la riduzione dei costi e il miglioramento dei servizi pubblici… … ma la maggior parte del dibattito politico e sui mass media si è focalizzato sulla riduzione del numero dei politici e dei “costi dela politica” Questo spiega una certa semplificazione del problema
  • 3. Qualche dato di contorno…(1)
  • 4. Qualche dato di contorno…(2) Dinamica PIL procapite 2007-2010
  • 5. …che porta ad alcune valutazioni Emerge una forte differenza tra aree metropolitane grandi, intermedie e piccole Probabilmente solo quattro aree metropolitane sulla base delle definzioni della letteratura (Milano, Roma, Napoli eTorino) Ciò richiederà una forma di governance differenziata tra aree
  • 6. Alcuni elementi di cambiamento del contesto rispetto alle passate (fallite) esperienze • La crisi economico finanziaria e le politiche di consolidamento fiscale hanno reso tutti consapevoli dell’esigenza di un profondo cambiamento istituzionale, finanziario e organizzativo. • Politiche urbane della UE con chiari orientamenti in favore di una politica per le città. • Sono stati introdotti nuovi strumenti di governo delle relazioni finanziarie a livello regionale, anche se si nota un certo affaticamento dell’istituzione regionale. • Maggiore accettazione del principio di differenziazione. • Si percepisce una maggiore disponibilità dei Comuni alla cooperazione anche in una logica di promozione dello sviluppo, oltre a una maggiore attenzione degli attori (es. Confindustria). • Nell’area metropolitana torinese si è assistito a un consolidamento delle politiche dei servizi di area vasta (trasporti,ambiente, energia) con ulteriore possibilità di sviluppo (rifiuti). • Rispetto al post 142/90 oggi siamo al terzo piano strategico del Comune di Torino in cui la dimensione metropolitana è posta in primo piano. • Introduzione del principio dell’elezione indiretta previsto per le Province e le CM (e, forse, per il Senato): torniamo alla logica dei comprensori (L. R. n. 41 1975)…? g e n e r a l e T o r i n o
  • 7. Perché un nuovo livello di governo? • Economie di scala e di scopo nella gestione dei servizi a rete • Economie di scala e di scopo nella gestione delle funzioni amministrative • Le interdipendenze fiscali legate alle interazioni tra comune centrale e comuni di cintura: governo dei flussi • Sviluppo processi e servizi innovativi (smart city, cultura, creatività,ecc.) • Necessità di una “identità metropolitana” legata al ruolo delle città come motori dello sviluppo ++ buona -- scarsa --- insufficiente + sufficiente (prevalentemente a Torino + qualche comune della conurbazione) -- scarsa Problemi Soluzioni attuali(+;-)
  • 8. Le funzioni assenti • La pianificazione intercomunale e le politiche di sviluppo • La gestione comune di funzioni regolatorie e strumentali • Il coordinamento fiscale, soprattutto alla luce dello sviluppo multipolare dell’area • Necessità di razionalità sovra-comunale nelle politiche urbanistiche e in genere in quelle di sviluppo (PPP) • Economie di scala e di scopo nello svolgimento di funzioni pubbliche e delle attività strumentali (autorizzazioni, back office, funzioni strumentali e uffici tributari, ecc.) • Regolazione spill - overs (esternalità - interdipendenze fiscali)
  • 9. Le prospettive • La frammentazione politica e funzionale è stata nel tempo affrontata in maniera diversa • Necessità di rete di fiducia basata su maggiore informazione reciproca e superamento complesso del “grande fratello” (occasione dello Statuto?) • Oggi il rischio è quello di sottostimare i costi sovrastimare i benefici della cooperazione tra comuni • La peculiare configurazione spaziale dell’area torinese richiede la definizione di sub-aree più omogenee da definire nello statuto sia in termini spaziali sia, soprattutto, di governance
  • 10. Articolazioni spaziali della città metropolitana di Torino Functional urban area di Torino secondo la definizione OECD Possibili sub-aree della Città metropolitana di Torino
  • 11. Le prospettive: quattro linee di azione • Piano di unioni fusioni dei Comuni della Provincia: è auspicabile, possibile, in quali tempi, con quali risorse e incentivi? • Programma di riorganizzazione dei servizi soprattutto per il nucleo urbano, con un piano industriale: occorre qualche numero sui risparmi/miglioramenti qualitativi • Nodo del coordinamento finanziario e rapporti con la Regione: modifiche PSI, rispetto del vincolo di bilancio a livello regionale • Il problema del personale: occorre una graduale trasformazione delle burocrazie locali in termini di competenze, ruoi, ecc.