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Un viaggio nella creatività del Paese
Foto di Maurizio Turchet | Samuele Marazzita
Con un’intervista di Stefano Magni
Il 13 Giugno si è conclusa la ricerca del team
                              Israele Oggi nel mondo della creatività in Israele
                              iniziata il 30 Maggio. La ricerca non pretende di
                              essere esaustiva rispetto alla poliedrica scena
                              attuale ma ne ha colto alcuni tratti essenziali:
                              dagli aspetti rivolti ai linguaggi più internazionali,
espressi dal design al limite con l'arte e i gruppi teatrali che più si ispirano
alla cultura visiva, agli istituti d'arte che hanno visto questi stessi rappre-
sentanti della nuova tendenza frequentarle come allievi, fino alla ricerca
filologica legata in modo più evidente alla tradizione come in Alta Galilea
dove gli artisti esprimono uno stile antecedente ma non estraneo alla
divertita laicità che caratterizza l'attualità a Tel Aviv e a Gerusalemme.
il progetto
                                                           i   l progetto
                                                           Israele Oggi
                                                                                          il progetto   1




                                                           Intende
                                                           documentare
                                                           lo svolgersi del
                                                           processo creativo
                                                           e delle espressioni
                                                           della vita più
                                                           autentica
                                                           del Paese.




              Il progetto nasce in Europa, che ha profondi legami storici e culturali con Israele e
              si rivolge in prevalenza al pubblico europeo con l’intento di creare un ponte, tramite
              la conoscenza diretta, con questo Paese vicino ma poco conosciuto.

              Israele Oggi è una banca immagini in continua evoluzione e costante aggiornmen-
              to. Presenta una serie di mostre fotografiche ed eventi multimediali che documen-
              tano la straordinaria poliedricità di questo Paese nella contemporaneità e nei suoi
              molteplici aspetti di Terra e di Nazione.

              Israele Oggi si sviluppa tra le attività dell’Associazione Amici d’Israele e si propo-
              ne in relazione con le istituzioni a enti, musei, gallerie d’arte e associazioni. Durante
              le esposizioni sono previsti incontri, concerti, letture, eventi visivi e approfondimenti
              con artisti e personalità della cultura ebraica e Israeliana invitati a dialogare con il
              pubblico a proposito di argomenti socioculturali, turistici, tecnologici ed economici
              di Israele.
l      a nuova
ricerca segue
                        il progetto   2




ai viaggi sulla
realtà generale
del Paese:
in occasione del 60°
dell’Indipendenza,
del Centenario
della Fondazione
di Tel Aviv
e nel particolare
ecosistema dei
Deserti.
Con l’episodio
IsraeLAB, Israele
laboratorio creativo,
entra nel vivo
del programma.
israele laboratorio creativo                                                                                 israelab     3




                               Il team di Israele Oggi ha visitato Bezalel Accademy, a Gerusalemme nel campus
                               universitario, la più antica accademia di arti visive e design, fondata 42 anni prima
                               dello Stato d’Israele e Avni Accademy, di qualche anno più recente ma altrettanto
                               rinomata, costituita da edifici decentrati a Jaffo, alle spalle della stazione restaurata.

                               Ha visitato il piccolo ma prezioso Bauhaus Museum, nella città che conta il mag-
                               gior numero di esempi di architettura del movimento fondato da Walter Gropius
                               e Paradigma Design Gallery, nel cuore di Tel Aviv, che presenta i lavori dei più
                               interessanti designer-artisti.

                               Il team ha incontrato Ami Drach e Dov Ganshrow nel loro studio a Jaffo e Oded
                               Ezer, grafico e art director, tra i più significativi artisti tipografi, Miki Avni, costumi-
                               sta internazionale di danza e performance, i gruppi teatrali Clipa, fondato nel 1995
                               da Idit Herman e Dmitry Tyulpanov, e Orto-da Theatre, fondato nel 1996 da
                               Yinon Tzafrir e Gibson Bar-El, rappresentanti del teatro israeliano più autentico
                               e innovativo, frutto di interazioni culturali multidisciplinari dalla forte carica visuale.
s      ono inclusi
nel report
                      israelab   4




gli arredi urbani,
le tracce sui muri,
i luoghi di ritrovo
e alcune
manifestazioni
pubbliche.
i   l materiale,
oltre ad arricchire
                                                                                                 israelab     5




l’image bank di
Israele Oggi,
in continuo
aggiornamento,
sarà elemento
dei prossimi
appuntamenti
espositivi.




                      L’antica città di Tzfat, in Alta Galilea, è stata scelta come dimora da artisti, mistici
                      e cabalisti fin dai tempi della cacciata dalla Spagna durante l‘inquisizione. Si sta-
                      bilirono qui Rabbi Yitzhak Luria, Rabbi Shlomo Alkabetz, autore di Lecha Dodi
                      e Rabbi Yosef Karo, cui si deve il Shulchan Aruch. Nel ‘48 fu teatro di uno degli
                      episodi più cruenti della guerra di liberazione ed è stata bersaglio dell’artiglieria du-
                      rante l’ultima guerra con il Libano.

                      Israele Oggi ha visitato le botteghe e le gallerie del quartiere vecchio, dove ha
                      incontrato, tra gli altri, Sheva Chaya, Morris Dahan e David Friedman, artista
                      concettuale e studioso della Tradizione di chiara fama.

                      A Rosh Pina Israele Oggi ha visitato il Museo Sionista. Situata a pochi chilometri
                      da Tzfat, fondata nel 1875 a seguito dell’acquisto della metà dei terreni dell’inse-
                      diamento arabo Giauna, anche Rosh Pinna è abitata per tradizione da colonie di
                      artisti e intellettuali.
bezalel accademy
                                                              l’       Accademia
                                                              Bezalel deve il suo
                                                                                     bezalel accademy   6




                                                              nome al primo
                                                              artista che si
                                                              incontra nella
                                                              Torah, la Bibbia.
                                                              Per la sua
                                                              eccellenza nel
                                                              realizzare artefatti
                                                              fu incaricato da Dio
                                                              di realizzare l’Arca
                                                              dell’Alleanza, che
                                                              conteneva le Tavole.

                   L’Accademia Bezalel si trova a Gerusalemme sul Monte Scopus, all’interno del
                   campus universitario. Fu fondata dall’artista Boris Schatz come Bezalel School
                   of Art and Craft nel 1906, quando ancora lo Stato d’Israele, fondato 42 anni dopo,
                   non era che un vago sogno.

                   È sinonimo di arte, innovazione e qualità da oltre 100 anni. Insegnanti e studenti,
                   mossi da grande passione, operano con serenità in profonda concentrazione, in
                   Bezalel si possono seguire corsi di pittura, scultura, tecniche vetrarie, ceramica,
                   design, gioielleria, moda, fotografia, video, animazione, visual communication e
                   arte tecnologica.

                   Oltre alle materie artistiche, gli studenti ricevono un’educazione ai massimi livelli
                   nelle materie storiche, filosofiche, sociologiche e le nozioni fondamentali in campo
                   scientifico e tecnologico.

                   Bezalel Accademy: www.bezalel.ac.il
bezalel accademy   7
bezalel accademy   8
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avni accademy                                                                        avni accademy      10




                Fondato nel 1936, 12 anni prima dell’Indipendenza, da un gruppo di artisti, tra cui
                Aron Avni, primo direttore, l’Istituto fu rinominato Avni Institute alla sua morte.

                È costituito da varie sedi separate lungo la Eilat Rd. a Jaffo sul confine con Tel Aviv,
                alle spalle della vecchia stazione appena restaurata, oggi sede di musei, gallerie,
                luogo di eventi e concerti. Le sezioni sono decentrate, le palazzine basse, in alcuni
                casi al livello della strada, ospitano diverse discipline tra cui varie sezioni di design,
                moda, pittura, comunicazione visiva, la biblioteca che raccoglie rari volumi d’arte.
                L’ambiente è particolarmente accogliente, le relazioni sono personali e improntate
                sulla collaborazione.

                Il team di Israele Oggi è stato invitato da da Villy Mizraki, Galit Shvo, Tamar
                Dekel e dagli studenti della Sezione Design a visitare l’Accademia e a seguire la
                relazione sui lavori di fine anno.

                Avni Institute of Art and Design: www.avni.org.il
avni accademy   11
avni accademy   12
avni accademy   13
tel aviv old station
                       È       concluso
                       il restauro della
                                              tel aviv old station   14




                       vecchia stazione
                       ferroviaria che
                       risale alla
                       dominazione
                       turca, precedente
                       al protettorato
                       britannico.
                       Si trova alle spalle
                       della sede centrale
                       di Avni Accademy,
                       sul confine tra
                       Jaffo e Tel Aviv.
                       Il complesso
                       è luogo di eventi,
                       concerti,
                       ospita librerie,
                       gallerie d’arte,
                       boutiques, bar
                       e un museo
                       dell’IDF,
                       Israel Defense
                       Army.
tel aviv old station   15
paradigma design gallery
                                                                       p      aradigma
                                                                       Design Gallery,
                                                                                             paradigma gallery   16



                                                                       nel cuore di Tel
                                                                       Aviv, fondata da
                                                                       Anat Benvenisti
                                                                       nel Marzo 2010,
                                                                       è una piattaforma
                                                                       espositiva per
                                                                       designer israeliani
                                                                       e internazionali.
                                                                       Co-curatore è il
                                                                       Prof. Ezri Tarazi,
                                                                       a capo del Master
                                                                       Program di
                                                                       Industrial Design
                                                                       all’Accademia
                                                                       Bezalel.

                           la galleria si propone di presentare le proposte più significative del design al limi-
                           te con l’arte. Tra i designer rappresentati: Yaakov Kaufman, Haim Parnas, Ami
                           Drach & Dov Ganchrow, Yael Mer & Shay Alkalay, Chanan de Lange.

                           Nella collettiva Seating Arrangements sono presenti opere di: Tal Gur, Eilon
                           Armon, Galit Shvo, Villy Mizrahi, Gad Charny, Safi Hefetz, Elish Tal, Naama
                           Steinbock, Idan Friedman.

                           Nella foto: Anat Benvenisti, Villy Mizrahi e in primo piano Galit Shvo.

                           Paradigma Design Gallery: www.paradigmagallery.com
paradigma gallery   17
tel aviv bauhaus museum
                                                                      t       el Aviv
                                                                      è il più grande
                                                                                               bauhaus TEL AVIV   18




                                                                      museo Bauhaus
                                                                      a cielo aperto,
                                                                      con oltre 4000
                                                                      edifici costruiti
                                                                      tra il 1931 e il 1956.
                                                                      Nel 2004 è stata
                                                                      dichiarata
                                                                      patrimonio
                                                                      dell’Umanità
                                                                      dall’UNESCO.




                          Gli edifici sono stati progettati da architetti del movimento fondato da Walter Gro-
                          pius formatisi in Europa ed emigrati in Palestina, come si chiamava ancora Israele
                          al tempo del protettorato Britannico, i quali hanno saputo adattare lo stile moderno
                          alla cultura e al clima di Tel Aviv Tel Aviv, fondata da poco, nel 1909. Presto lo stile
                          essenziale e moderno sostituì l’eclettismo orientalista che aveva dominato fino a
                          quel momento.

                          Israele Oggi ha visitato il piccolo ma prezioso Tel Aviv Bauhaus Museum, al 21
                          di Bialik St. nella strada dove visse il poeta, di fronte al vecchio municipio.

                          Tel Aviv Bauhaus Museum Phone: 03/620-4664
bauhaus TEL AVIV   19
bauhaus TEL AVIV   20
bauhaus TEL AVIV   21
Ami Drach + Dov Ganshrow
                           l     a semplice
                           genialità di Ami Drach
                                                                                         ami drach + dov ganshrow   22




                           e Dov Ganshrow,
                           sorprende e
                           seduce per l’ironia
                           leggera che sprigiona
                           dai loro oggetti,
                           calembour e referenti
                           di tradizioni che
                           si perdono nella
                           preistoria.



                           Come la serie di attrezzi in selce, realizzati con le pietre raccolte sul Monte Moriah,
                           considerato dagli studiosi sede probabile del vero Monte Sinai, scavate manual-
                           mente, ridisegnate al computer e perfezionate attualizzandole con i manici di pla-
                           stica, oppure il ridisegno di oggetti rituali, come il piatto elettrico per lo Shabat e la
                           brocca per la netillat, il lavaggio rituale delle mani.

                           Altrettanto interessanti sono i progetti mossi da un forte impegno sociale, come la
                           rivisitazione in chiave di archeologia contemporanea dei fari di automobile, oppure
                           il riutilizzo ecologico dei cassonetti dell’immondizia trasformati in poltrone.

                           Ma poi si accorgono che nessuno ama sedersi su un cassonetto con le tracce la-
                           sciate dall’immondizia, seppur lavato, e così Ami e Dov decidono di modificare i
                           cassonetti nuovi e in questo modo sottraggono l’oggetto dall’ideologia della funzio-
                           ne insieme a quella del riciclaggio.

                           Ami Drach + Dov Ganshrow: www.amidov.com
ami drach + dov ganshrow   23
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oded ezer   oded ezer   28
o        ded Ezer,
grafico tipografo
                      oded ezer   29




e art director,
attualizza la
tradizione con
stile e humor.
La profonda
conoscenza
degli alfabeti
gli permette di
intervenire sulle
lettere con
sorprendenti
licenze poetiche.
Espone nei
maggiori musei
e I suoi libri
sono pubblicati
in tutto il mondo.


Oded Ezer: www.odedezer.com
oded ezer   31
oded ezer   32
oded ezer   33
la casa museo di haim nachman bialik
                                       b       ialik Street
                                       è un riferimento
                                                              casa bialik   34




                                       a Tel Aviv.
                                       Qui visse il poeta,
                                       editore Haim
                                       Nachman Bialik.
                                       Nato in Ucraina,
                                       nel 1903 venne
                                       incaricato dalla
                                       Commissione
                                       Storica Ebraica
                                       di stilare
                                       un rapporto
                                       sul pogrom di
                                       Kishinev.
                                       Nel 1924 si
                                       trasferisce a
                                       Tel Aviv.
                                       Ha presieduto
                                       alla fondazione
                                       dell’Università
                                       Ebraica di
                                       Gerusalemme,
                                       e ha fatto parte
                                       del Comitato per la
                                       Lingua Ebraica.
miki avni                              miki avni   35




            a       bbiamo
            incontrato Miki
            Avni al Café Bialik,
            uno dei locali
            più frequentati da
            artisti e intellettuali.
            Israeliana da
            7 generazioni,
            ha lavorato nel
            mondo della moda
            e come art director.
            Disegna e realizza
            costumi di danza
            contemporanea
            per artisti
            della scena
            internazionale
            come Brian Eno,
            Maria Kong,
            Batsheva.
miki avni   36




Nella magica cornice del Café Bialik, dopo le presentazioni, Miki Avni ha iniziato a
mostrare le sue carte e come da un mazzo di Tarocchi sono apparsi i personaggi
della straordinaria collezione di corpi e stratificazioni di “anime”.

Ed ecco uno dopo l’altro la teoria di cyborg, demoni, angeli metallici, vagabondi
pronipoti di Makie Messer, robot eredi di Frtz Lang, messia di Dune e infine, grazie
alla connessione wireless che non manca mai nei locali di Tel Aviv, con il calore e
l’umiltà che distingue i veri grandi artisti, ci ha mostrato alcuni video da YouTube
delle coreografie realizzate per i maggiori compositori di musica contemporanea ed
elettronica con cui collabora, tra questi Brian Eno, Maria Kong, Batsheva.




Miki Avni: www.facebook.com/MikiAvni
miki avni   37
orto-da theatre   orto-da theatre   38
i    l teatro in lingua
ebraica non esisteva
                              orto-da theatre   39




nell’antica cultura
ebraica, né si è sviluppato
come continuazione
del Teatro Yiddish.
E’ nato a Mosca nel 1917,
con la fondazione del
teatro in lingua ebraica
Habima, il palcoscenico,
diretto da Constantin
Stanislavky.
Dal 1931 la compagnia ha
lasciato Mosca e si è
trasferita a Tel Aviv.
Il teatro in Israele è
composto da elementi
contemporanei e
classici, sperimentali e
tradizionali con
protagonisti di
provenienza diversa,
che uniscono tutti questi
elementi per formare un
particolare tipo di teatro
israeliano.
orto-da theatre    40




Orto-da, parola composta da or luce, toda grazie, ma anche come orto-dox e da-da.

Orto-da Theatre, Fondato nel 1996, lavora su una ricerca personale di linguaggio
internazionale realizzando scene di forte intensità visuale. Uno dei gruppi teatrali
più avanzati ed interessanti in Israele.

Yinon Tzafrir e Gibson Bar-El mostrano il DVD, i barili di fanghi del Mar Morto
con cui sono coperti gli attori, i costumi di scena di Stones, sugli eroi del Ghetto di
Varsavia, spettacolo visivo in movimento che traghetta gli incubi passati nei sogni,
presentato in Israele e in vari festival e teatri in Europa.




Orto-da: www.orto-da.com
orto-da theatre   41
clipa theatre   clipa theatre   42
c       lipa Theatre,
fondato nel 1995
                          clipa theatre   43




da Idit Herman
e Dmitry Tyulpanov.
L’incontro ha generato
un’espressione teatrale
unica in cui
interagiscono
arti visive, design,
danza, musica
in una ricerca
multidisciplinare
e alle radici
di ogni cultura.
Il gruppo realizza
da due a quattro nuovi
spettacoli all’anno.
La maggior parte
di questi vengono
eseguiti solo per
brevi periodi,
anche una volta sola
e sono creati su
misura del luogo.
Molte delle pieces sono
senza parole.

Clipa: www.clipa.co.il
clipa theatre   44
clipa theatre   45
street art
             l      a creatività
             a Tel Aviv è un
                                       street art   46




             fenomeno diffuso.
             Le case, i muri, le
             strade, la città stessa
             è una superficie
             su cui scrivere
             poesie, inviare
             messaggi, esprimere
             desideri, provocare
             relazioni inattese
             tra le cose
             e le persone.
street art   47
night clubbing   night clubbing   48
night clubbing   49




t       el Aviv è
famosa per la sua
vita sociale: per i
bar sulla spiaggia,
i clubs aperti 24/24
dove si esibiscono
dj internazionali
di techno trance
e per i locali come
Mike’s Place,
noto per le qualità
delle jam session
blues rock. Mike’s
Place Si trova sul
boulevard di fronte
alla spiaggia,
accanto
all’Ambasciata
 Americana.
Nel 2003 fu
distrutto da un
attentato suicida.
Rimasero uccisi
venti giovani.
Oggi è rinato.
tzfat   tzfat   50
l’        antica città
                      di Tzfat si trova a
                                                                                           tzfat   51




                      mezz’ora di strada
                      dalla frontiera
                      con il Libano,
                      a 900 metri sul
                      Kineret, il lago
                      di Tiberiade.
                      La fondazione,
                      secondo la
                      leggenda, risale ai
                      figli di Noé ma vide
                      la fioritura nel 16°
                      secolo, a seguito
                      dell’espulsione
                      degli ebrei dalla
                      Spagna.
Qui si stabilirono mistici ed artisti sfuggiti agli orrori dell’inquisizione. Tra questi
Rabbi Yitzhak Luria, Rabbi Shlomo Alkabetz, autore di Lecha Dodi e Rabbi Yo-
sef Karo, cui si deve il Shulchan Aruch. Nel ‘48 fu teatro di uno degli episodi più
cruenti della guerra di liberazione e fu bombardato durante le guerre con il Libano.

Camminando nel quartiere degli artisti, tra le botteghe di souvenir e gli studiosi dagli
occhi azzurro cielo immersi nei calcoli dell’infinito si possono trovare veri gioielli.

A Tzfat Abbiamo incontrato, tra gli altri, David Friedman, Sheva Chaya, Morris Dahan.
“d         i Kabala
                       si fa un gran parlare...
                                                                             tzfat        52




                       è la cosa più semplice
                       del mondo, ma è anche
                       la più complicata,
                       è ovvia ma è
                       anche misteriosa.
                       Ma alla fine in ebraico
                       kabala è la ricevuta,
                       quella che chiedi al bar
                       quando paghi il caffé”.
                                  Morris Dahan

David Friedman è nato a Denver, Colorado, si stabilì a Safed nel ‘79, dove si applicò a
studi approfonditi del Talmud e della meditazione ebraica. Stimato conferenziere di Ka-
bala, combina i principi espressi nello Sefer Yetzirah, il Libro della Creazione, con l’arte
concettuale contemporanea in una forma originale e personale.

David Friedman : www.kosmic-kabbalah.com

Anche Sheva Chaya è cresciuta a Denver. È emigrata in Israele nel 1997.
Considerata una delle migliori artiste vetrarie del Nord Galilea, ama lavorare con il
fuoco e dare forma al vetro è per lei una meditazione.

Sheva Chaya: www.shevachaya.com

Morris Dahan è nato a Tzfat da una famiglia originaria del Marocco. La tecnica
tridimensionale alla base del suo lavoro, ha iniziato a diventare popolare nell’area
verso la metà degli anni 70.
rosh pinna
             R        osh Pinna
             significa Pietra
                                        rosh pinna   53




             Angolare, si trova
             a pochi chilometri
             da Tzfat, fondata nel
             1875, negli anni ‘70
             si stabilì una colonia
             di artisti e gli ‘80
             videro un nuovo
             arrivo di intellettuali.
             Madonna acquistò
             qui una casa.
             Si dice che da Rosh
             Pina verrà il Messia
             ma come tutto
             quello che riguarda
             l’emblematico
             personaggio, anche
             questa profezia
             seppure veritiera,
             forse non è da
             prendere alla lettera.
             Nelle foto:
             il Museo Sionista di
             Rosh Pinna.
LA FOTOGRAFIA DI TURCHET RACCONTA ISRAELE                                                                              intervista di stefano magni   54




Intervista di Stefano Magni
Opinione 04 Settembre 2010



Israele terra di religioni. Israele terra di guerre continue. Ma dell’ar-   steriorità del Paese, aveva come tema la scrittura, tanto significa-
te non parla nessuno, o quasi. Maurizio Turchet, milanese, foto-            tiva nella cultura ebraica. Parliamo di scrittura pubblicitaria, grafica
grafo, si è preso questo impegno: mantenere un occhio fisso sullo           e, all’origine, religiosa. E prima ancora: la natura, l’idea che le ta-
Stato ebraico, fotografandolo prima di tutto, ma anche creando              vole del Monte Sinai contenessero già l’iscrizione che lo scalpello
un legame con un esplosivo ambiente artistico e del design vera-            ha poi rivelato. Il secondo viaggio è stato a Tel Aviv, in occasione
mente poco conosciuto qui in Europa.                                        dei 100 anni della sua fondazione. E anche questo è stato un per-
                                                                            corso esteriore, sull’architettura della città. Il terzo viaggio è il de-
Con tre libri fotografici, IsraeleOggi, usciti in tre successive annate     serto e l’ecologia tutta particolare di Israele, dove anche il deserto
dal 2008 ad oggi, con rassegne fotografiche periodiche e itineran-          vive: solo a vedere sulle mappe di Google il deserto israeliano è
ti, Turchet dà un volto e un significato a deserti e città sfuggendo        verde, contrariamente a quelli color sabbia d’Egitto e Giordania.
ai luoghi comuni dei media. Il suo nuovo progetto, IsraelLab, di            Infine, quest’anno segna l’incontro con gli artisti e le scuole d’arte,
prossima uscita (sarà accompagnato anch’esso da una mostra                  i gruppi teatrali, ai designer ai confini con l’arte, con i musei e con
itinerante in Italia) parte dal presupposto che tutta Israele sia un        la vita creativa urbana, soprattutto a Gerusalemme e a Tel Aviv.
gigantesco laboratorio di idee, parole, immagini. “Il progetto è            E poi la Galilea, il regno dei cabalisti, l’area in cui si sono stabiliti
nato nel 2008, in occasione del 60° anniversario della nascita del-         nel XVI Secolo, artisti, visionari e religiosi. La religione è presente
lo Stato di Israele” - spiega Maurizio Turchet a L’Opinione.                in tutta Israele, ma l’arte contemporanea è quanto di più laico e
                                                                            sperimentale si trovi nell’area.
Come è nata l’idea di IsraeleOggi?
                                                                            Ma qual è il rapporto fra tradizione e arte contemporanea?
L’idea era quella di iniziare un percorso fotografico da proseguire
nella quotidianità. La prima puntata, del 2008, è un viaggio sull’e- L’arte, se non è legata al trascendente, non è interessante. Ac-
intervista di stefano magni   55




quisisce una marcia in più quando trascende dal materiale, dal            co, non c’è stata alcuna lettura cosciente di quegli avvenimenti.
quotidiano, per aggiungere una dimensione spirituale. Israele è           Tutti si sono scagliati contro Israele senza chiedersi cosa fosse
particolarmente ricca da questo punto di vista. E deve fare i conti,      successo. A Tel Aviv ho visto una profonda tristezza in tutti gli
in continuazione, con il principio di non farsi immagini o idoli di       artisti, ma anche nella gente comune. Tristezza per non essere
ciò che è in cielo, in terra e sotto le acque. Principio che è stato      compresi dal Vecchio Continente. Il discorso dominante era: “Noi
subito trasgredito nella stessa Bibbia, quando Dio ordina di realiz-      amiamo l’Europa, che per noi è una terra di cultura e di diritti civili,
zare l’Arca dell’Alleanza, con due cherubini, due raffigurazioni di       un esempio da seguire. Noi ci sentiamo parte dell’Europa, ma gli
angeli. Mosè costruisce anche un simulacro di serpente di rame            europei non capiscono che noi vogliamo solo continuare ad esi-
per salvare il popolo di Israele dalla pestilenza. Non c’è, dunque,       stere, a sopravvivere”. In Israele l’atmosfera è molto diversa da
il rispetto rigido di iconoclastia, non c’è alcuna proibizione di gio-    quel che si può immaginare. Tutti hanno continuato a frequentare
care con le immagini. Ma quello di non crearsi idoli. L’arte contem-      locali arabi, anche nel pieno della crisi della Freedom Flotilla. E
poranea è intrisa di tradizione, ma in un modo segreto e ironico,         i ragazzi arabi iscritti nelle accademie artistiche sono numerosi,
assolutamente non ortodosso. E nessuno lo proibisce.                      continuano ad esserlo. Il conflitto non c’era: il conflitto era tra eu-
                                                                          ropei, che non sanno leggere il Medio Oriente.
Oltre alla religione, l’altra dimensione di Israele più nota è la guer-
ra. Come viene vissuta dall’ambiente artistico?                                 Stefano Magni

Proprio mentre stavo conducendo ricerche a Tel Aviv è scoppiato
il caso della Mavi Marmara, l’abbordaggio della nave turca con
gli aiuti per Gaza da parte di un commando israeliano. Anche da
parte di amici stretti in Europa, che fanno parte del mondo artisti-
WWW.AMICIDISRAELE.ORG




                        è un progetto di comunicazione sviluppato tra le attività
                        dell’Associazione Amici d’Israele.

                        Curato da Maurizio Turchet e realizzato con il contributo di:
                        Samuele Marazzita, Emma Treves, Elena Zinni, Ronit Vitkon-Barkay,
                        Nirit Barkay, Lorenzo De Luca, Studio veneziano+team, Fabrizio Bellavista,
                        i volontari dell’Associazione Amici d’Israele
                        e di Eyal Mizraki, presidente ADI.

                        Comitato d’onore:
                        Vered Zaykovsky, Miro Silvera, Yoram Ortona, Ugo Volli, Martina Corgnati,
                        Eyal Lerner.

                        Israele Oggi è presente on line con il sito israeleoggi.eu su Facebook, Blogspot,
                        Flickr, Calaméo.
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Israe L A B Comunicato

  • 1. Un viaggio nella creatività del Paese Foto di Maurizio Turchet | Samuele Marazzita Con un’intervista di Stefano Magni
  • 2.
  • 3. Il 13 Giugno si è conclusa la ricerca del team Israele Oggi nel mondo della creatività in Israele iniziata il 30 Maggio. La ricerca non pretende di essere esaustiva rispetto alla poliedrica scena attuale ma ne ha colto alcuni tratti essenziali: dagli aspetti rivolti ai linguaggi più internazionali, espressi dal design al limite con l'arte e i gruppi teatrali che più si ispirano alla cultura visiva, agli istituti d'arte che hanno visto questi stessi rappre- sentanti della nuova tendenza frequentarle come allievi, fino alla ricerca filologica legata in modo più evidente alla tradizione come in Alta Galilea dove gli artisti esprimono uno stile antecedente ma non estraneo alla divertita laicità che caratterizza l'attualità a Tel Aviv e a Gerusalemme.
  • 4.
  • 5. il progetto i l progetto Israele Oggi il progetto 1 Intende documentare lo svolgersi del processo creativo e delle espressioni della vita più autentica del Paese. Il progetto nasce in Europa, che ha profondi legami storici e culturali con Israele e si rivolge in prevalenza al pubblico europeo con l’intento di creare un ponte, tramite la conoscenza diretta, con questo Paese vicino ma poco conosciuto. Israele Oggi è una banca immagini in continua evoluzione e costante aggiornmen- to. Presenta una serie di mostre fotografiche ed eventi multimediali che documen- tano la straordinaria poliedricità di questo Paese nella contemporaneità e nei suoi molteplici aspetti di Terra e di Nazione. Israele Oggi si sviluppa tra le attività dell’Associazione Amici d’Israele e si propo- ne in relazione con le istituzioni a enti, musei, gallerie d’arte e associazioni. Durante le esposizioni sono previsti incontri, concerti, letture, eventi visivi e approfondimenti con artisti e personalità della cultura ebraica e Israeliana invitati a dialogare con il pubblico a proposito di argomenti socioculturali, turistici, tecnologici ed economici di Israele.
  • 6. l a nuova ricerca segue il progetto 2 ai viaggi sulla realtà generale del Paese: in occasione del 60° dell’Indipendenza, del Centenario della Fondazione di Tel Aviv e nel particolare ecosistema dei Deserti. Con l’episodio IsraeLAB, Israele laboratorio creativo, entra nel vivo del programma.
  • 7. israele laboratorio creativo israelab 3 Il team di Israele Oggi ha visitato Bezalel Accademy, a Gerusalemme nel campus universitario, la più antica accademia di arti visive e design, fondata 42 anni prima dello Stato d’Israele e Avni Accademy, di qualche anno più recente ma altrettanto rinomata, costituita da edifici decentrati a Jaffo, alle spalle della stazione restaurata. Ha visitato il piccolo ma prezioso Bauhaus Museum, nella città che conta il mag- gior numero di esempi di architettura del movimento fondato da Walter Gropius e Paradigma Design Gallery, nel cuore di Tel Aviv, che presenta i lavori dei più interessanti designer-artisti. Il team ha incontrato Ami Drach e Dov Ganshrow nel loro studio a Jaffo e Oded Ezer, grafico e art director, tra i più significativi artisti tipografi, Miki Avni, costumi- sta internazionale di danza e performance, i gruppi teatrali Clipa, fondato nel 1995 da Idit Herman e Dmitry Tyulpanov, e Orto-da Theatre, fondato nel 1996 da Yinon Tzafrir e Gibson Bar-El, rappresentanti del teatro israeliano più autentico e innovativo, frutto di interazioni culturali multidisciplinari dalla forte carica visuale.
  • 8. s ono inclusi nel report israelab 4 gli arredi urbani, le tracce sui muri, i luoghi di ritrovo e alcune manifestazioni pubbliche.
  • 9. i l materiale, oltre ad arricchire israelab 5 l’image bank di Israele Oggi, in continuo aggiornamento, sarà elemento dei prossimi appuntamenti espositivi. L’antica città di Tzfat, in Alta Galilea, è stata scelta come dimora da artisti, mistici e cabalisti fin dai tempi della cacciata dalla Spagna durante l‘inquisizione. Si sta- bilirono qui Rabbi Yitzhak Luria, Rabbi Shlomo Alkabetz, autore di Lecha Dodi e Rabbi Yosef Karo, cui si deve il Shulchan Aruch. Nel ‘48 fu teatro di uno degli episodi più cruenti della guerra di liberazione ed è stata bersaglio dell’artiglieria du- rante l’ultima guerra con il Libano. Israele Oggi ha visitato le botteghe e le gallerie del quartiere vecchio, dove ha incontrato, tra gli altri, Sheva Chaya, Morris Dahan e David Friedman, artista concettuale e studioso della Tradizione di chiara fama. A Rosh Pina Israele Oggi ha visitato il Museo Sionista. Situata a pochi chilometri da Tzfat, fondata nel 1875 a seguito dell’acquisto della metà dei terreni dell’inse- diamento arabo Giauna, anche Rosh Pinna è abitata per tradizione da colonie di artisti e intellettuali.
  • 10. bezalel accademy l’ Accademia Bezalel deve il suo bezalel accademy 6 nome al primo artista che si incontra nella Torah, la Bibbia. Per la sua eccellenza nel realizzare artefatti fu incaricato da Dio di realizzare l’Arca dell’Alleanza, che conteneva le Tavole. L’Accademia Bezalel si trova a Gerusalemme sul Monte Scopus, all’interno del campus universitario. Fu fondata dall’artista Boris Schatz come Bezalel School of Art and Craft nel 1906, quando ancora lo Stato d’Israele, fondato 42 anni dopo, non era che un vago sogno. È sinonimo di arte, innovazione e qualità da oltre 100 anni. Insegnanti e studenti, mossi da grande passione, operano con serenità in profonda concentrazione, in Bezalel si possono seguire corsi di pittura, scultura, tecniche vetrarie, ceramica, design, gioielleria, moda, fotografia, video, animazione, visual communication e arte tecnologica. Oltre alle materie artistiche, gli studenti ricevono un’educazione ai massimi livelli nelle materie storiche, filosofiche, sociologiche e le nozioni fondamentali in campo scientifico e tecnologico. Bezalel Accademy: www.bezalel.ac.il
  • 14. avni accademy avni accademy 10 Fondato nel 1936, 12 anni prima dell’Indipendenza, da un gruppo di artisti, tra cui Aron Avni, primo direttore, l’Istituto fu rinominato Avni Institute alla sua morte. È costituito da varie sedi separate lungo la Eilat Rd. a Jaffo sul confine con Tel Aviv, alle spalle della vecchia stazione appena restaurata, oggi sede di musei, gallerie, luogo di eventi e concerti. Le sezioni sono decentrate, le palazzine basse, in alcuni casi al livello della strada, ospitano diverse discipline tra cui varie sezioni di design, moda, pittura, comunicazione visiva, la biblioteca che raccoglie rari volumi d’arte. L’ambiente è particolarmente accogliente, le relazioni sono personali e improntate sulla collaborazione. Il team di Israele Oggi è stato invitato da da Villy Mizraki, Galit Shvo, Tamar Dekel e dagli studenti della Sezione Design a visitare l’Accademia e a seguire la relazione sui lavori di fine anno. Avni Institute of Art and Design: www.avni.org.il
  • 18. tel aviv old station È concluso il restauro della tel aviv old station 14 vecchia stazione ferroviaria che risale alla dominazione turca, precedente al protettorato britannico. Si trova alle spalle della sede centrale di Avni Accademy, sul confine tra Jaffo e Tel Aviv. Il complesso è luogo di eventi, concerti, ospita librerie, gallerie d’arte, boutiques, bar e un museo dell’IDF, Israel Defense Army.
  • 19. tel aviv old station 15
  • 20. paradigma design gallery p aradigma Design Gallery, paradigma gallery 16 nel cuore di Tel Aviv, fondata da Anat Benvenisti nel Marzo 2010, è una piattaforma espositiva per designer israeliani e internazionali. Co-curatore è il Prof. Ezri Tarazi, a capo del Master Program di Industrial Design all’Accademia Bezalel. la galleria si propone di presentare le proposte più significative del design al limi- te con l’arte. Tra i designer rappresentati: Yaakov Kaufman, Haim Parnas, Ami Drach & Dov Ganchrow, Yael Mer & Shay Alkalay, Chanan de Lange. Nella collettiva Seating Arrangements sono presenti opere di: Tal Gur, Eilon Armon, Galit Shvo, Villy Mizrahi, Gad Charny, Safi Hefetz, Elish Tal, Naama Steinbock, Idan Friedman. Nella foto: Anat Benvenisti, Villy Mizrahi e in primo piano Galit Shvo. Paradigma Design Gallery: www.paradigmagallery.com
  • 22. tel aviv bauhaus museum t el Aviv è il più grande bauhaus TEL AVIV 18 museo Bauhaus a cielo aperto, con oltre 4000 edifici costruiti tra il 1931 e il 1956. Nel 2004 è stata dichiarata patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Gli edifici sono stati progettati da architetti del movimento fondato da Walter Gro- pius formatisi in Europa ed emigrati in Palestina, come si chiamava ancora Israele al tempo del protettorato Britannico, i quali hanno saputo adattare lo stile moderno alla cultura e al clima di Tel Aviv Tel Aviv, fondata da poco, nel 1909. Presto lo stile essenziale e moderno sostituì l’eclettismo orientalista che aveva dominato fino a quel momento. Israele Oggi ha visitato il piccolo ma prezioso Tel Aviv Bauhaus Museum, al 21 di Bialik St. nella strada dove visse il poeta, di fronte al vecchio municipio. Tel Aviv Bauhaus Museum Phone: 03/620-4664
  • 26. Ami Drach + Dov Ganshrow l a semplice genialità di Ami Drach ami drach + dov ganshrow 22 e Dov Ganshrow, sorprende e seduce per l’ironia leggera che sprigiona dai loro oggetti, calembour e referenti di tradizioni che si perdono nella preistoria. Come la serie di attrezzi in selce, realizzati con le pietre raccolte sul Monte Moriah, considerato dagli studiosi sede probabile del vero Monte Sinai, scavate manual- mente, ridisegnate al computer e perfezionate attualizzandole con i manici di pla- stica, oppure il ridisegno di oggetti rituali, come il piatto elettrico per lo Shabat e la brocca per la netillat, il lavaggio rituale delle mani. Altrettanto interessanti sono i progetti mossi da un forte impegno sociale, come la rivisitazione in chiave di archeologia contemporanea dei fari di automobile, oppure il riutilizzo ecologico dei cassonetti dell’immondizia trasformati in poltrone. Ma poi si accorgono che nessuno ama sedersi su un cassonetto con le tracce la- sciate dall’immondizia, seppur lavato, e così Ami e Dov decidono di modificare i cassonetti nuovi e in questo modo sottraggono l’oggetto dall’ideologia della funzio- ne insieme a quella del riciclaggio. Ami Drach + Dov Ganshrow: www.amidov.com
  • 27. ami drach + dov ganshrow 23
  • 28. ami drach + dov ganshrow 24
  • 29. ami drach + dov ganshrow 25
  • 30. ami drach + dov ganshrow 26
  • 31. ami drach + dov ganshrow 27
  • 32. oded ezer oded ezer 28
  • 33. o ded Ezer, grafico tipografo oded ezer 29 e art director, attualizza la tradizione con stile e humor. La profonda conoscenza degli alfabeti gli permette di intervenire sulle lettere con sorprendenti licenze poetiche. Espone nei maggiori musei e I suoi libri sono pubblicati in tutto il mondo. Oded Ezer: www.odedezer.com
  • 34.
  • 35. oded ezer 31
  • 36. oded ezer 32
  • 37. oded ezer 33
  • 38. la casa museo di haim nachman bialik b ialik Street è un riferimento casa bialik 34 a Tel Aviv. Qui visse il poeta, editore Haim Nachman Bialik. Nato in Ucraina, nel 1903 venne incaricato dalla Commissione Storica Ebraica di stilare un rapporto sul pogrom di Kishinev. Nel 1924 si trasferisce a Tel Aviv. Ha presieduto alla fondazione dell’Università Ebraica di Gerusalemme, e ha fatto parte del Comitato per la Lingua Ebraica.
  • 39. miki avni miki avni 35 a bbiamo incontrato Miki Avni al Café Bialik, uno dei locali più frequentati da artisti e intellettuali. Israeliana da 7 generazioni, ha lavorato nel mondo della moda e come art director. Disegna e realizza costumi di danza contemporanea per artisti della scena internazionale come Brian Eno, Maria Kong, Batsheva.
  • 40. miki avni 36 Nella magica cornice del Café Bialik, dopo le presentazioni, Miki Avni ha iniziato a mostrare le sue carte e come da un mazzo di Tarocchi sono apparsi i personaggi della straordinaria collezione di corpi e stratificazioni di “anime”. Ed ecco uno dopo l’altro la teoria di cyborg, demoni, angeli metallici, vagabondi pronipoti di Makie Messer, robot eredi di Frtz Lang, messia di Dune e infine, grazie alla connessione wireless che non manca mai nei locali di Tel Aviv, con il calore e l’umiltà che distingue i veri grandi artisti, ci ha mostrato alcuni video da YouTube delle coreografie realizzate per i maggiori compositori di musica contemporanea ed elettronica con cui collabora, tra questi Brian Eno, Maria Kong, Batsheva. Miki Avni: www.facebook.com/MikiAvni
  • 41. miki avni 37
  • 42. orto-da theatre orto-da theatre 38
  • 43. i l teatro in lingua ebraica non esisteva orto-da theatre 39 nell’antica cultura ebraica, né si è sviluppato come continuazione del Teatro Yiddish. E’ nato a Mosca nel 1917, con la fondazione del teatro in lingua ebraica Habima, il palcoscenico, diretto da Constantin Stanislavky. Dal 1931 la compagnia ha lasciato Mosca e si è trasferita a Tel Aviv. Il teatro in Israele è composto da elementi contemporanei e classici, sperimentali e tradizionali con protagonisti di provenienza diversa, che uniscono tutti questi elementi per formare un particolare tipo di teatro israeliano.
  • 44. orto-da theatre 40 Orto-da, parola composta da or luce, toda grazie, ma anche come orto-dox e da-da. Orto-da Theatre, Fondato nel 1996, lavora su una ricerca personale di linguaggio internazionale realizzando scene di forte intensità visuale. Uno dei gruppi teatrali più avanzati ed interessanti in Israele. Yinon Tzafrir e Gibson Bar-El mostrano il DVD, i barili di fanghi del Mar Morto con cui sono coperti gli attori, i costumi di scena di Stones, sugli eroi del Ghetto di Varsavia, spettacolo visivo in movimento che traghetta gli incubi passati nei sogni, presentato in Israele e in vari festival e teatri in Europa. Orto-da: www.orto-da.com
  • 46. clipa theatre clipa theatre 42
  • 47. c lipa Theatre, fondato nel 1995 clipa theatre 43 da Idit Herman e Dmitry Tyulpanov. L’incontro ha generato un’espressione teatrale unica in cui interagiscono arti visive, design, danza, musica in una ricerca multidisciplinare e alle radici di ogni cultura. Il gruppo realizza da due a quattro nuovi spettacoli all’anno. La maggior parte di questi vengono eseguiti solo per brevi periodi, anche una volta sola e sono creati su misura del luogo. Molte delle pieces sono senza parole. Clipa: www.clipa.co.il
  • 50. street art l a creatività a Tel Aviv è un street art 46 fenomeno diffuso. Le case, i muri, le strade, la città stessa è una superficie su cui scrivere poesie, inviare messaggi, esprimere desideri, provocare relazioni inattese tra le cose e le persone.
  • 52. night clubbing night clubbing 48
  • 53. night clubbing 49 t el Aviv è famosa per la sua vita sociale: per i bar sulla spiaggia, i clubs aperti 24/24 dove si esibiscono dj internazionali di techno trance e per i locali come Mike’s Place, noto per le qualità delle jam session blues rock. Mike’s Place Si trova sul boulevard di fronte alla spiaggia, accanto all’Ambasciata Americana. Nel 2003 fu distrutto da un attentato suicida. Rimasero uccisi venti giovani. Oggi è rinato.
  • 54. tzfat tzfat 50
  • 55. l’ antica città di Tzfat si trova a tzfat 51 mezz’ora di strada dalla frontiera con il Libano, a 900 metri sul Kineret, il lago di Tiberiade. La fondazione, secondo la leggenda, risale ai figli di Noé ma vide la fioritura nel 16° secolo, a seguito dell’espulsione degli ebrei dalla Spagna. Qui si stabilirono mistici ed artisti sfuggiti agli orrori dell’inquisizione. Tra questi Rabbi Yitzhak Luria, Rabbi Shlomo Alkabetz, autore di Lecha Dodi e Rabbi Yo- sef Karo, cui si deve il Shulchan Aruch. Nel ‘48 fu teatro di uno degli episodi più cruenti della guerra di liberazione e fu bombardato durante le guerre con il Libano. Camminando nel quartiere degli artisti, tra le botteghe di souvenir e gli studiosi dagli occhi azzurro cielo immersi nei calcoli dell’infinito si possono trovare veri gioielli. A Tzfat Abbiamo incontrato, tra gli altri, David Friedman, Sheva Chaya, Morris Dahan.
  • 56. “d i Kabala si fa un gran parlare... tzfat 52 è la cosa più semplice del mondo, ma è anche la più complicata, è ovvia ma è anche misteriosa. Ma alla fine in ebraico kabala è la ricevuta, quella che chiedi al bar quando paghi il caffé”. Morris Dahan David Friedman è nato a Denver, Colorado, si stabilì a Safed nel ‘79, dove si applicò a studi approfonditi del Talmud e della meditazione ebraica. Stimato conferenziere di Ka- bala, combina i principi espressi nello Sefer Yetzirah, il Libro della Creazione, con l’arte concettuale contemporanea in una forma originale e personale. David Friedman : www.kosmic-kabbalah.com Anche Sheva Chaya è cresciuta a Denver. È emigrata in Israele nel 1997. Considerata una delle migliori artiste vetrarie del Nord Galilea, ama lavorare con il fuoco e dare forma al vetro è per lei una meditazione. Sheva Chaya: www.shevachaya.com Morris Dahan è nato a Tzfat da una famiglia originaria del Marocco. La tecnica tridimensionale alla base del suo lavoro, ha iniziato a diventare popolare nell’area verso la metà degli anni 70.
  • 57. rosh pinna R osh Pinna significa Pietra rosh pinna 53 Angolare, si trova a pochi chilometri da Tzfat, fondata nel 1875, negli anni ‘70 si stabilì una colonia di artisti e gli ‘80 videro un nuovo arrivo di intellettuali. Madonna acquistò qui una casa. Si dice che da Rosh Pina verrà il Messia ma come tutto quello che riguarda l’emblematico personaggio, anche questa profezia seppure veritiera, forse non è da prendere alla lettera. Nelle foto: il Museo Sionista di Rosh Pinna.
  • 58. LA FOTOGRAFIA DI TURCHET RACCONTA ISRAELE intervista di stefano magni 54 Intervista di Stefano Magni Opinione 04 Settembre 2010 Israele terra di religioni. Israele terra di guerre continue. Ma dell’ar- steriorità del Paese, aveva come tema la scrittura, tanto significa- te non parla nessuno, o quasi. Maurizio Turchet, milanese, foto- tiva nella cultura ebraica. Parliamo di scrittura pubblicitaria, grafica grafo, si è preso questo impegno: mantenere un occhio fisso sullo e, all’origine, religiosa. E prima ancora: la natura, l’idea che le ta- Stato ebraico, fotografandolo prima di tutto, ma anche creando vole del Monte Sinai contenessero già l’iscrizione che lo scalpello un legame con un esplosivo ambiente artistico e del design vera- ha poi rivelato. Il secondo viaggio è stato a Tel Aviv, in occasione mente poco conosciuto qui in Europa. dei 100 anni della sua fondazione. E anche questo è stato un per- corso esteriore, sull’architettura della città. Il terzo viaggio è il de- Con tre libri fotografici, IsraeleOggi, usciti in tre successive annate serto e l’ecologia tutta particolare di Israele, dove anche il deserto dal 2008 ad oggi, con rassegne fotografiche periodiche e itineran- vive: solo a vedere sulle mappe di Google il deserto israeliano è ti, Turchet dà un volto e un significato a deserti e città sfuggendo verde, contrariamente a quelli color sabbia d’Egitto e Giordania. ai luoghi comuni dei media. Il suo nuovo progetto, IsraelLab, di Infine, quest’anno segna l’incontro con gli artisti e le scuole d’arte, prossima uscita (sarà accompagnato anch’esso da una mostra i gruppi teatrali, ai designer ai confini con l’arte, con i musei e con itinerante in Italia) parte dal presupposto che tutta Israele sia un la vita creativa urbana, soprattutto a Gerusalemme e a Tel Aviv. gigantesco laboratorio di idee, parole, immagini. “Il progetto è E poi la Galilea, il regno dei cabalisti, l’area in cui si sono stabiliti nato nel 2008, in occasione del 60° anniversario della nascita del- nel XVI Secolo, artisti, visionari e religiosi. La religione è presente lo Stato di Israele” - spiega Maurizio Turchet a L’Opinione. in tutta Israele, ma l’arte contemporanea è quanto di più laico e sperimentale si trovi nell’area. Come è nata l’idea di IsraeleOggi? Ma qual è il rapporto fra tradizione e arte contemporanea? L’idea era quella di iniziare un percorso fotografico da proseguire nella quotidianità. La prima puntata, del 2008, è un viaggio sull’e- L’arte, se non è legata al trascendente, non è interessante. Ac-
  • 59. intervista di stefano magni 55 quisisce una marcia in più quando trascende dal materiale, dal co, non c’è stata alcuna lettura cosciente di quegli avvenimenti. quotidiano, per aggiungere una dimensione spirituale. Israele è Tutti si sono scagliati contro Israele senza chiedersi cosa fosse particolarmente ricca da questo punto di vista. E deve fare i conti, successo. A Tel Aviv ho visto una profonda tristezza in tutti gli in continuazione, con il principio di non farsi immagini o idoli di artisti, ma anche nella gente comune. Tristezza per non essere ciò che è in cielo, in terra e sotto le acque. Principio che è stato compresi dal Vecchio Continente. Il discorso dominante era: “Noi subito trasgredito nella stessa Bibbia, quando Dio ordina di realiz- amiamo l’Europa, che per noi è una terra di cultura e di diritti civili, zare l’Arca dell’Alleanza, con due cherubini, due raffigurazioni di un esempio da seguire. Noi ci sentiamo parte dell’Europa, ma gli angeli. Mosè costruisce anche un simulacro di serpente di rame europei non capiscono che noi vogliamo solo continuare ad esi- per salvare il popolo di Israele dalla pestilenza. Non c’è, dunque, stere, a sopravvivere”. In Israele l’atmosfera è molto diversa da il rispetto rigido di iconoclastia, non c’è alcuna proibizione di gio- quel che si può immaginare. Tutti hanno continuato a frequentare care con le immagini. Ma quello di non crearsi idoli. L’arte contem- locali arabi, anche nel pieno della crisi della Freedom Flotilla. E poranea è intrisa di tradizione, ma in un modo segreto e ironico, i ragazzi arabi iscritti nelle accademie artistiche sono numerosi, assolutamente non ortodosso. E nessuno lo proibisce. continuano ad esserlo. Il conflitto non c’era: il conflitto era tra eu- ropei, che non sanno leggere il Medio Oriente. Oltre alla religione, l’altra dimensione di Israele più nota è la guer- ra. Come viene vissuta dall’ambiente artistico? Stefano Magni Proprio mentre stavo conducendo ricerche a Tel Aviv è scoppiato il caso della Mavi Marmara, l’abbordaggio della nave turca con gli aiuti per Gaza da parte di un commando israeliano. Anche da parte di amici stretti in Europa, che fanno parte del mondo artisti-
  • 60. WWW.AMICIDISRAELE.ORG è un progetto di comunicazione sviluppato tra le attività dell’Associazione Amici d’Israele. Curato da Maurizio Turchet e realizzato con il contributo di: Samuele Marazzita, Emma Treves, Elena Zinni, Ronit Vitkon-Barkay, Nirit Barkay, Lorenzo De Luca, Studio veneziano+team, Fabrizio Bellavista, i volontari dell’Associazione Amici d’Israele e di Eyal Mizraki, presidente ADI. Comitato d’onore: Vered Zaykovsky, Miro Silvera, Yoram Ortona, Ugo Volli, Martina Corgnati, Eyal Lerner. Israele Oggi è presente on line con il sito israeleoggi.eu su Facebook, Blogspot, Flickr, Calaméo.
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