Bresciaoggi, Raul Gabriel , incisore di polistirolo_ articolo di Francesco De...
Israe L A B Comunicato
1. Un viaggio nella creatività del Paese
Foto di Maurizio Turchet | Samuele Marazzita
Con un’intervista di Stefano Magni
2.
3. Il 13 Giugno si è conclusa la ricerca del team
Israele Oggi nel mondo della creatività in Israele
iniziata il 30 Maggio. La ricerca non pretende di
essere esaustiva rispetto alla poliedrica scena
attuale ma ne ha colto alcuni tratti essenziali:
dagli aspetti rivolti ai linguaggi più internazionali,
espressi dal design al limite con l'arte e i gruppi teatrali che più si ispirano
alla cultura visiva, agli istituti d'arte che hanno visto questi stessi rappre-
sentanti della nuova tendenza frequentarle come allievi, fino alla ricerca
filologica legata in modo più evidente alla tradizione come in Alta Galilea
dove gli artisti esprimono uno stile antecedente ma non estraneo alla
divertita laicità che caratterizza l'attualità a Tel Aviv e a Gerusalemme.
4.
5. il progetto
i l progetto
Israele Oggi
il progetto 1
Intende
documentare
lo svolgersi del
processo creativo
e delle espressioni
della vita più
autentica
del Paese.
Il progetto nasce in Europa, che ha profondi legami storici e culturali con Israele e
si rivolge in prevalenza al pubblico europeo con l’intento di creare un ponte, tramite
la conoscenza diretta, con questo Paese vicino ma poco conosciuto.
Israele Oggi è una banca immagini in continua evoluzione e costante aggiornmen-
to. Presenta una serie di mostre fotografiche ed eventi multimediali che documen-
tano la straordinaria poliedricità di questo Paese nella contemporaneità e nei suoi
molteplici aspetti di Terra e di Nazione.
Israele Oggi si sviluppa tra le attività dell’Associazione Amici d’Israele e si propo-
ne in relazione con le istituzioni a enti, musei, gallerie d’arte e associazioni. Durante
le esposizioni sono previsti incontri, concerti, letture, eventi visivi e approfondimenti
con artisti e personalità della cultura ebraica e Israeliana invitati a dialogare con il
pubblico a proposito di argomenti socioculturali, turistici, tecnologici ed economici
di Israele.
6. l a nuova
ricerca segue
il progetto 2
ai viaggi sulla
realtà generale
del Paese:
in occasione del 60°
dell’Indipendenza,
del Centenario
della Fondazione
di Tel Aviv
e nel particolare
ecosistema dei
Deserti.
Con l’episodio
IsraeLAB, Israele
laboratorio creativo,
entra nel vivo
del programma.
7. israele laboratorio creativo israelab 3
Il team di Israele Oggi ha visitato Bezalel Accademy, a Gerusalemme nel campus
universitario, la più antica accademia di arti visive e design, fondata 42 anni prima
dello Stato d’Israele e Avni Accademy, di qualche anno più recente ma altrettanto
rinomata, costituita da edifici decentrati a Jaffo, alle spalle della stazione restaurata.
Ha visitato il piccolo ma prezioso Bauhaus Museum, nella città che conta il mag-
gior numero di esempi di architettura del movimento fondato da Walter Gropius
e Paradigma Design Gallery, nel cuore di Tel Aviv, che presenta i lavori dei più
interessanti designer-artisti.
Il team ha incontrato Ami Drach e Dov Ganshrow nel loro studio a Jaffo e Oded
Ezer, grafico e art director, tra i più significativi artisti tipografi, Miki Avni, costumi-
sta internazionale di danza e performance, i gruppi teatrali Clipa, fondato nel 1995
da Idit Herman e Dmitry Tyulpanov, e Orto-da Theatre, fondato nel 1996 da
Yinon Tzafrir e Gibson Bar-El, rappresentanti del teatro israeliano più autentico
e innovativo, frutto di interazioni culturali multidisciplinari dalla forte carica visuale.
8. s ono inclusi
nel report
israelab 4
gli arredi urbani,
le tracce sui muri,
i luoghi di ritrovo
e alcune
manifestazioni
pubbliche.
9. i l materiale,
oltre ad arricchire
israelab 5
l’image bank di
Israele Oggi,
in continuo
aggiornamento,
sarà elemento
dei prossimi
appuntamenti
espositivi.
L’antica città di Tzfat, in Alta Galilea, è stata scelta come dimora da artisti, mistici
e cabalisti fin dai tempi della cacciata dalla Spagna durante l‘inquisizione. Si sta-
bilirono qui Rabbi Yitzhak Luria, Rabbi Shlomo Alkabetz, autore di Lecha Dodi
e Rabbi Yosef Karo, cui si deve il Shulchan Aruch. Nel ‘48 fu teatro di uno degli
episodi più cruenti della guerra di liberazione ed è stata bersaglio dell’artiglieria du-
rante l’ultima guerra con il Libano.
Israele Oggi ha visitato le botteghe e le gallerie del quartiere vecchio, dove ha
incontrato, tra gli altri, Sheva Chaya, Morris Dahan e David Friedman, artista
concettuale e studioso della Tradizione di chiara fama.
A Rosh Pina Israele Oggi ha visitato il Museo Sionista. Situata a pochi chilometri
da Tzfat, fondata nel 1875 a seguito dell’acquisto della metà dei terreni dell’inse-
diamento arabo Giauna, anche Rosh Pinna è abitata per tradizione da colonie di
artisti e intellettuali.
10. bezalel accademy
l’ Accademia
Bezalel deve il suo
bezalel accademy 6
nome al primo
artista che si
incontra nella
Torah, la Bibbia.
Per la sua
eccellenza nel
realizzare artefatti
fu incaricato da Dio
di realizzare l’Arca
dell’Alleanza, che
conteneva le Tavole.
L’Accademia Bezalel si trova a Gerusalemme sul Monte Scopus, all’interno del
campus universitario. Fu fondata dall’artista Boris Schatz come Bezalel School
of Art and Craft nel 1906, quando ancora lo Stato d’Israele, fondato 42 anni dopo,
non era che un vago sogno.
È sinonimo di arte, innovazione e qualità da oltre 100 anni. Insegnanti e studenti,
mossi da grande passione, operano con serenità in profonda concentrazione, in
Bezalel si possono seguire corsi di pittura, scultura, tecniche vetrarie, ceramica,
design, gioielleria, moda, fotografia, video, animazione, visual communication e
arte tecnologica.
Oltre alle materie artistiche, gli studenti ricevono un’educazione ai massimi livelli
nelle materie storiche, filosofiche, sociologiche e le nozioni fondamentali in campo
scientifico e tecnologico.
Bezalel Accademy: www.bezalel.ac.il
14. avni accademy avni accademy 10
Fondato nel 1936, 12 anni prima dell’Indipendenza, da un gruppo di artisti, tra cui
Aron Avni, primo direttore, l’Istituto fu rinominato Avni Institute alla sua morte.
È costituito da varie sedi separate lungo la Eilat Rd. a Jaffo sul confine con Tel Aviv,
alle spalle della vecchia stazione appena restaurata, oggi sede di musei, gallerie,
luogo di eventi e concerti. Le sezioni sono decentrate, le palazzine basse, in alcuni
casi al livello della strada, ospitano diverse discipline tra cui varie sezioni di design,
moda, pittura, comunicazione visiva, la biblioteca che raccoglie rari volumi d’arte.
L’ambiente è particolarmente accogliente, le relazioni sono personali e improntate
sulla collaborazione.
Il team di Israele Oggi è stato invitato da da Villy Mizraki, Galit Shvo, Tamar
Dekel e dagli studenti della Sezione Design a visitare l’Accademia e a seguire la
relazione sui lavori di fine anno.
Avni Institute of Art and Design: www.avni.org.il
18. tel aviv old station
È concluso
il restauro della
tel aviv old station 14
vecchia stazione
ferroviaria che
risale alla
dominazione
turca, precedente
al protettorato
britannico.
Si trova alle spalle
della sede centrale
di Avni Accademy,
sul confine tra
Jaffo e Tel Aviv.
Il complesso
è luogo di eventi,
concerti,
ospita librerie,
gallerie d’arte,
boutiques, bar
e un museo
dell’IDF,
Israel Defense
Army.
20. paradigma design gallery
p aradigma
Design Gallery,
paradigma gallery 16
nel cuore di Tel
Aviv, fondata da
Anat Benvenisti
nel Marzo 2010,
è una piattaforma
espositiva per
designer israeliani
e internazionali.
Co-curatore è il
Prof. Ezri Tarazi,
a capo del Master
Program di
Industrial Design
all’Accademia
Bezalel.
la galleria si propone di presentare le proposte più significative del design al limi-
te con l’arte. Tra i designer rappresentati: Yaakov Kaufman, Haim Parnas, Ami
Drach & Dov Ganchrow, Yael Mer & Shay Alkalay, Chanan de Lange.
Nella collettiva Seating Arrangements sono presenti opere di: Tal Gur, Eilon
Armon, Galit Shvo, Villy Mizrahi, Gad Charny, Safi Hefetz, Elish Tal, Naama
Steinbock, Idan Friedman.
Nella foto: Anat Benvenisti, Villy Mizrahi e in primo piano Galit Shvo.
Paradigma Design Gallery: www.paradigmagallery.com
22. tel aviv bauhaus museum
t el Aviv
è il più grande
bauhaus TEL AVIV 18
museo Bauhaus
a cielo aperto,
con oltre 4000
edifici costruiti
tra il 1931 e il 1956.
Nel 2004 è stata
dichiarata
patrimonio
dell’Umanità
dall’UNESCO.
Gli edifici sono stati progettati da architetti del movimento fondato da Walter Gro-
pius formatisi in Europa ed emigrati in Palestina, come si chiamava ancora Israele
al tempo del protettorato Britannico, i quali hanno saputo adattare lo stile moderno
alla cultura e al clima di Tel Aviv Tel Aviv, fondata da poco, nel 1909. Presto lo stile
essenziale e moderno sostituì l’eclettismo orientalista che aveva dominato fino a
quel momento.
Israele Oggi ha visitato il piccolo ma prezioso Tel Aviv Bauhaus Museum, al 21
di Bialik St. nella strada dove visse il poeta, di fronte al vecchio municipio.
Tel Aviv Bauhaus Museum Phone: 03/620-4664
26. Ami Drach + Dov Ganshrow
l a semplice
genialità di Ami Drach
ami drach + dov ganshrow 22
e Dov Ganshrow,
sorprende e
seduce per l’ironia
leggera che sprigiona
dai loro oggetti,
calembour e referenti
di tradizioni che
si perdono nella
preistoria.
Come la serie di attrezzi in selce, realizzati con le pietre raccolte sul Monte Moriah,
considerato dagli studiosi sede probabile del vero Monte Sinai, scavate manual-
mente, ridisegnate al computer e perfezionate attualizzandole con i manici di pla-
stica, oppure il ridisegno di oggetti rituali, come il piatto elettrico per lo Shabat e la
brocca per la netillat, il lavaggio rituale delle mani.
Altrettanto interessanti sono i progetti mossi da un forte impegno sociale, come la
rivisitazione in chiave di archeologia contemporanea dei fari di automobile, oppure
il riutilizzo ecologico dei cassonetti dell’immondizia trasformati in poltrone.
Ma poi si accorgono che nessuno ama sedersi su un cassonetto con le tracce la-
sciate dall’immondizia, seppur lavato, e così Ami e Dov decidono di modificare i
cassonetti nuovi e in questo modo sottraggono l’oggetto dall’ideologia della funzio-
ne insieme a quella del riciclaggio.
Ami Drach + Dov Ganshrow: www.amidov.com
33. o ded Ezer,
grafico tipografo
oded ezer 29
e art director,
attualizza la
tradizione con
stile e humor.
La profonda
conoscenza
degli alfabeti
gli permette di
intervenire sulle
lettere con
sorprendenti
licenze poetiche.
Espone nei
maggiori musei
e I suoi libri
sono pubblicati
in tutto il mondo.
Oded Ezer: www.odedezer.com
38. la casa museo di haim nachman bialik
b ialik Street
è un riferimento
casa bialik 34
a Tel Aviv.
Qui visse il poeta,
editore Haim
Nachman Bialik.
Nato in Ucraina,
nel 1903 venne
incaricato dalla
Commissione
Storica Ebraica
di stilare
un rapporto
sul pogrom di
Kishinev.
Nel 1924 si
trasferisce a
Tel Aviv.
Ha presieduto
alla fondazione
dell’Università
Ebraica di
Gerusalemme,
e ha fatto parte
del Comitato per la
Lingua Ebraica.
39. miki avni miki avni 35
a bbiamo
incontrato Miki
Avni al Café Bialik,
uno dei locali
più frequentati da
artisti e intellettuali.
Israeliana da
7 generazioni,
ha lavorato nel
mondo della moda
e come art director.
Disegna e realizza
costumi di danza
contemporanea
per artisti
della scena
internazionale
come Brian Eno,
Maria Kong,
Batsheva.
40. miki avni 36
Nella magica cornice del Café Bialik, dopo le presentazioni, Miki Avni ha iniziato a
mostrare le sue carte e come da un mazzo di Tarocchi sono apparsi i personaggi
della straordinaria collezione di corpi e stratificazioni di “anime”.
Ed ecco uno dopo l’altro la teoria di cyborg, demoni, angeli metallici, vagabondi
pronipoti di Makie Messer, robot eredi di Frtz Lang, messia di Dune e infine, grazie
alla connessione wireless che non manca mai nei locali di Tel Aviv, con il calore e
l’umiltà che distingue i veri grandi artisti, ci ha mostrato alcuni video da YouTube
delle coreografie realizzate per i maggiori compositori di musica contemporanea ed
elettronica con cui collabora, tra questi Brian Eno, Maria Kong, Batsheva.
Miki Avni: www.facebook.com/MikiAvni
43. i l teatro in lingua
ebraica non esisteva
orto-da theatre 39
nell’antica cultura
ebraica, né si è sviluppato
come continuazione
del Teatro Yiddish.
E’ nato a Mosca nel 1917,
con la fondazione del
teatro in lingua ebraica
Habima, il palcoscenico,
diretto da Constantin
Stanislavky.
Dal 1931 la compagnia ha
lasciato Mosca e si è
trasferita a Tel Aviv.
Il teatro in Israele è
composto da elementi
contemporanei e
classici, sperimentali e
tradizionali con
protagonisti di
provenienza diversa,
che uniscono tutti questi
elementi per formare un
particolare tipo di teatro
israeliano.
44. orto-da theatre 40
Orto-da, parola composta da or luce, toda grazie, ma anche come orto-dox e da-da.
Orto-da Theatre, Fondato nel 1996, lavora su una ricerca personale di linguaggio
internazionale realizzando scene di forte intensità visuale. Uno dei gruppi teatrali
più avanzati ed interessanti in Israele.
Yinon Tzafrir e Gibson Bar-El mostrano il DVD, i barili di fanghi del Mar Morto
con cui sono coperti gli attori, i costumi di scena di Stones, sugli eroi del Ghetto di
Varsavia, spettacolo visivo in movimento che traghetta gli incubi passati nei sogni,
presentato in Israele e in vari festival e teatri in Europa.
Orto-da: www.orto-da.com
47. c lipa Theatre,
fondato nel 1995
clipa theatre 43
da Idit Herman
e Dmitry Tyulpanov.
L’incontro ha generato
un’espressione teatrale
unica in cui
interagiscono
arti visive, design,
danza, musica
in una ricerca
multidisciplinare
e alle radici
di ogni cultura.
Il gruppo realizza
da due a quattro nuovi
spettacoli all’anno.
La maggior parte
di questi vengono
eseguiti solo per
brevi periodi,
anche una volta sola
e sono creati su
misura del luogo.
Molte delle pieces sono
senza parole.
Clipa: www.clipa.co.il
50. street art
l a creatività
a Tel Aviv è un
street art 46
fenomeno diffuso.
Le case, i muri, le
strade, la città stessa
è una superficie
su cui scrivere
poesie, inviare
messaggi, esprimere
desideri, provocare
relazioni inattese
tra le cose
e le persone.
53. night clubbing 49
t el Aviv è
famosa per la sua
vita sociale: per i
bar sulla spiaggia,
i clubs aperti 24/24
dove si esibiscono
dj internazionali
di techno trance
e per i locali come
Mike’s Place,
noto per le qualità
delle jam session
blues rock. Mike’s
Place Si trova sul
boulevard di fronte
alla spiaggia,
accanto
all’Ambasciata
Americana.
Nel 2003 fu
distrutto da un
attentato suicida.
Rimasero uccisi
venti giovani.
Oggi è rinato.
55. l’ antica città
di Tzfat si trova a
tzfat 51
mezz’ora di strada
dalla frontiera
con il Libano,
a 900 metri sul
Kineret, il lago
di Tiberiade.
La fondazione,
secondo la
leggenda, risale ai
figli di Noé ma vide
la fioritura nel 16°
secolo, a seguito
dell’espulsione
degli ebrei dalla
Spagna.
Qui si stabilirono mistici ed artisti sfuggiti agli orrori dell’inquisizione. Tra questi
Rabbi Yitzhak Luria, Rabbi Shlomo Alkabetz, autore di Lecha Dodi e Rabbi Yo-
sef Karo, cui si deve il Shulchan Aruch. Nel ‘48 fu teatro di uno degli episodi più
cruenti della guerra di liberazione e fu bombardato durante le guerre con il Libano.
Camminando nel quartiere degli artisti, tra le botteghe di souvenir e gli studiosi dagli
occhi azzurro cielo immersi nei calcoli dell’infinito si possono trovare veri gioielli.
A Tzfat Abbiamo incontrato, tra gli altri, David Friedman, Sheva Chaya, Morris Dahan.
56. “d i Kabala
si fa un gran parlare...
tzfat 52
è la cosa più semplice
del mondo, ma è anche
la più complicata,
è ovvia ma è
anche misteriosa.
Ma alla fine in ebraico
kabala è la ricevuta,
quella che chiedi al bar
quando paghi il caffé”.
Morris Dahan
David Friedman è nato a Denver, Colorado, si stabilì a Safed nel ‘79, dove si applicò a
studi approfonditi del Talmud e della meditazione ebraica. Stimato conferenziere di Ka-
bala, combina i principi espressi nello Sefer Yetzirah, il Libro della Creazione, con l’arte
concettuale contemporanea in una forma originale e personale.
David Friedman : www.kosmic-kabbalah.com
Anche Sheva Chaya è cresciuta a Denver. È emigrata in Israele nel 1997.
Considerata una delle migliori artiste vetrarie del Nord Galilea, ama lavorare con il
fuoco e dare forma al vetro è per lei una meditazione.
Sheva Chaya: www.shevachaya.com
Morris Dahan è nato a Tzfat da una famiglia originaria del Marocco. La tecnica
tridimensionale alla base del suo lavoro, ha iniziato a diventare popolare nell’area
verso la metà degli anni 70.
57. rosh pinna
R osh Pinna
significa Pietra
rosh pinna 53
Angolare, si trova
a pochi chilometri
da Tzfat, fondata nel
1875, negli anni ‘70
si stabilì una colonia
di artisti e gli ‘80
videro un nuovo
arrivo di intellettuali.
Madonna acquistò
qui una casa.
Si dice che da Rosh
Pina verrà il Messia
ma come tutto
quello che riguarda
l’emblematico
personaggio, anche
questa profezia
seppure veritiera,
forse non è da
prendere alla lettera.
Nelle foto:
il Museo Sionista di
Rosh Pinna.
58. LA FOTOGRAFIA DI TURCHET RACCONTA ISRAELE intervista di stefano magni 54
Intervista di Stefano Magni
Opinione 04 Settembre 2010
Israele terra di religioni. Israele terra di guerre continue. Ma dell’ar- steriorità del Paese, aveva come tema la scrittura, tanto significa-
te non parla nessuno, o quasi. Maurizio Turchet, milanese, foto- tiva nella cultura ebraica. Parliamo di scrittura pubblicitaria, grafica
grafo, si è preso questo impegno: mantenere un occhio fisso sullo e, all’origine, religiosa. E prima ancora: la natura, l’idea che le ta-
Stato ebraico, fotografandolo prima di tutto, ma anche creando vole del Monte Sinai contenessero già l’iscrizione che lo scalpello
un legame con un esplosivo ambiente artistico e del design vera- ha poi rivelato. Il secondo viaggio è stato a Tel Aviv, in occasione
mente poco conosciuto qui in Europa. dei 100 anni della sua fondazione. E anche questo è stato un per-
corso esteriore, sull’architettura della città. Il terzo viaggio è il de-
Con tre libri fotografici, IsraeleOggi, usciti in tre successive annate serto e l’ecologia tutta particolare di Israele, dove anche il deserto
dal 2008 ad oggi, con rassegne fotografiche periodiche e itineran- vive: solo a vedere sulle mappe di Google il deserto israeliano è
ti, Turchet dà un volto e un significato a deserti e città sfuggendo verde, contrariamente a quelli color sabbia d’Egitto e Giordania.
ai luoghi comuni dei media. Il suo nuovo progetto, IsraelLab, di Infine, quest’anno segna l’incontro con gli artisti e le scuole d’arte,
prossima uscita (sarà accompagnato anch’esso da una mostra i gruppi teatrali, ai designer ai confini con l’arte, con i musei e con
itinerante in Italia) parte dal presupposto che tutta Israele sia un la vita creativa urbana, soprattutto a Gerusalemme e a Tel Aviv.
gigantesco laboratorio di idee, parole, immagini. “Il progetto è E poi la Galilea, il regno dei cabalisti, l’area in cui si sono stabiliti
nato nel 2008, in occasione del 60° anniversario della nascita del- nel XVI Secolo, artisti, visionari e religiosi. La religione è presente
lo Stato di Israele” - spiega Maurizio Turchet a L’Opinione. in tutta Israele, ma l’arte contemporanea è quanto di più laico e
sperimentale si trovi nell’area.
Come è nata l’idea di IsraeleOggi?
Ma qual è il rapporto fra tradizione e arte contemporanea?
L’idea era quella di iniziare un percorso fotografico da proseguire
nella quotidianità. La prima puntata, del 2008, è un viaggio sull’e- L’arte, se non è legata al trascendente, non è interessante. Ac-
59. intervista di stefano magni 55
quisisce una marcia in più quando trascende dal materiale, dal co, non c’è stata alcuna lettura cosciente di quegli avvenimenti.
quotidiano, per aggiungere una dimensione spirituale. Israele è Tutti si sono scagliati contro Israele senza chiedersi cosa fosse
particolarmente ricca da questo punto di vista. E deve fare i conti, successo. A Tel Aviv ho visto una profonda tristezza in tutti gli
in continuazione, con il principio di non farsi immagini o idoli di artisti, ma anche nella gente comune. Tristezza per non essere
ciò che è in cielo, in terra e sotto le acque. Principio che è stato compresi dal Vecchio Continente. Il discorso dominante era: “Noi
subito trasgredito nella stessa Bibbia, quando Dio ordina di realiz- amiamo l’Europa, che per noi è una terra di cultura e di diritti civili,
zare l’Arca dell’Alleanza, con due cherubini, due raffigurazioni di un esempio da seguire. Noi ci sentiamo parte dell’Europa, ma gli
angeli. Mosè costruisce anche un simulacro di serpente di rame europei non capiscono che noi vogliamo solo continuare ad esi-
per salvare il popolo di Israele dalla pestilenza. Non c’è, dunque, stere, a sopravvivere”. In Israele l’atmosfera è molto diversa da
il rispetto rigido di iconoclastia, non c’è alcuna proibizione di gio- quel che si può immaginare. Tutti hanno continuato a frequentare
care con le immagini. Ma quello di non crearsi idoli. L’arte contem- locali arabi, anche nel pieno della crisi della Freedom Flotilla. E
poranea è intrisa di tradizione, ma in un modo segreto e ironico, i ragazzi arabi iscritti nelle accademie artistiche sono numerosi,
assolutamente non ortodosso. E nessuno lo proibisce. continuano ad esserlo. Il conflitto non c’era: il conflitto era tra eu-
ropei, che non sanno leggere il Medio Oriente.
Oltre alla religione, l’altra dimensione di Israele più nota è la guer-
ra. Come viene vissuta dall’ambiente artistico? Stefano Magni
Proprio mentre stavo conducendo ricerche a Tel Aviv è scoppiato
il caso della Mavi Marmara, l’abbordaggio della nave turca con
gli aiuti per Gaza da parte di un commando israeliano. Anche da
parte di amici stretti in Europa, che fanno parte del mondo artisti-
60. WWW.AMICIDISRAELE.ORG
è un progetto di comunicazione sviluppato tra le attività
dell’Associazione Amici d’Israele.
Curato da Maurizio Turchet e realizzato con il contributo di:
Samuele Marazzita, Emma Treves, Elena Zinni, Ronit Vitkon-Barkay,
Nirit Barkay, Lorenzo De Luca, Studio veneziano+team, Fabrizio Bellavista,
i volontari dell’Associazione Amici d’Israele
e di Eyal Mizraki, presidente ADI.
Comitato d’onore:
Vered Zaykovsky, Miro Silvera, Yoram Ortona, Ugo Volli, Martina Corgnati,
Eyal Lerner.
Israele Oggi è presente on line con il sito israeleoggi.eu su Facebook, Blogspot,
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