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Seminario Area Tecnica
“DEMOLIZIONI e SICUREZZA”
02 Maggio 2013
1
STUDIO AMATI ARCHITETTI
DEMOLIZIONI
con
ESPLOSIVO
DEMOLIZIONI
ESPLOSIVI
SAFETY
TECNOLOGIA
DINAMICA dei CROLLI
DINAMICA delle
ESPLOSIONI
TIPOLOGIA
SECURITY
SAFETY
TECNICA
DINAMICA delle ESPLOSIONI con
ESPLOSIVO
USO degli ESPLOSIVI per la
DEMOLIZIONE
COLLASSO
PROGRESSIV
O
PROIEZIONE DETRITI URTO con il TERRENO
VOLUME
INGOMBRO
MACERIE
DIMENSIONAMENTO CARICHE
LINEA di TIRODETONATORI
P.O.S.
P.S.C.
CONTROLLATA
TRADIZIONALE
CONFINATA
SEMICONFINATA
NON CONFINATA
DETONANTI
DEFLAGRANTI
TRASPORTO
INGRESSO non
AUTORIZZATO in
CANTIERE/CAVA
DEPOSITO
STABILITA’ dei PENDII
SOCCORSO ALPINO
SPELEOLOGICO
SPEGNIMENT
O INCENDI
TESI di LAUREA
M 1_“Demolizione Controllata con Esplosivo”
Corso di Progettazione Strutturale Antincendio
Dr.-Ing. Franco Bontempi
Ph.D., P.E., Professor of Structural Analysis and Design
LAUREA MAGISTRALE in INGEGNERIA della SICUREZZA e della PROTEZIONE CIVILE
La Sapienza, University of Rome
I 3
2
DINAMICA ESPLOSIVA
I FASE - INTRODUZIONE
F 1_Figura 3.2.A-B Pressure-time history e tipica configurazione di test-vessel per polveri
combustibili (Genova, Silvestrini “Dinamica delle Reazioni Esplosive”)
F 2_Figura 3.3 Evoluzione della
sovrappressione in esplosioni
semiconfinate di aria-gas (Genova,
Silvestrini “Dinamica delle Reazioni
Esplosive”)
A – Fase di
esplosione
confinata
B – Fase di
rimozione della
copertura dello
sfogo (vent)
C – Fase di
sfogo della
sovra -
pressione
(venting)
D – Massima
superficie di
fiamma
possibile e
deflusso dei
gas combusti
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
3
DEMOLIZIONI
I FASE - INTRODUZIONE
OPERAZIONE
Tecniche per operare in precisione, con estrema rapidità di
esecuzione per contenere i costi. Utensileria al diamante
che taglia e fora conglomerati e ferri. Gli strumenti
garantiscono:
-Assenza di percussioni
-Assenza di vibrazioni
-Assenza sollevamento polveri
-Rumorosità contenuta
-Precisione di esecuzione
In passato si usavano tecnologie per niente o
scarsamente controllate: martello demolitore, sfera
metallica, ecc..
Attualmente per edifici e strutture speciali si possono
riassumete in:
-Demolizione selettiva
-Demolizione mediante l’uso di microcariche esplosive
Bisogna valutare caso per caso il metodo più idoneo. In
almeno due casi, ovvero altezze superiori a 12-15m, o
quando è fondamentale la sequenza temporale, il
mezzo più sicuro ed efficace e con l’impiego di
esplosivo.
I 5
I 6
I 7
4
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
DINAMICA dei CROLLI
I FASE - INTRODUZIONE
Logica prestazionale:
Si definisce fallimento strutturale un’inaccettabile
differenza tra prestazione attesa e realizzata.
Dissesti
Strutturali /
Crolli
Analisi dei fallimenti
strutturali
Individuazione delle cause e
delle responsabilità
Ottimizzazione della
progettazione futura
È necessario che lo studio dei dissesti strutturali e dei crolli sia supportato da
un approccio di tipo metodologico.
LA MASSIMA AMPLIFICAZIONE
DEL DISSESTO E’ IL CROLLO
Necessità di verificare la sicurezza al
crollo della struttura nelle nuove
condizioni di equilibrio
Calcolo a
rottura
I 8 I 9
5
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
DINAMICA dei CROLLI
I FASE - INTRODUZIONE
PUNTI di FORZA della STRUTTURA
POSSIBILITA’ di PERCORSI di CARICHI
ALTERNATIVI
ELEVATA RESISTENZA LOCALE
Travature
continue con
luci piccole
Staffature
molto fitte nei
pilastri
Continuità delle
armature
inferiori nei
nodi
Orizzontamenti ed
elementi verticali progettati
per un carico molto
superiore a quello di
esercizioElevato grado di
iperstaticità
Efficienza dei
collegamenti
Possibilità di
sviluppare grosse
deformazioni
plastiche
Possibilità di sopportare il
carico trasmesso dagli
elementi danneggiati e
amplificato dall’effetto
dinamico
I 11
6
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
II FASE - APPLICAZIONE
STRUTTURE che si
SVILUPPANO in
ELEVAZIONE
STRUTTURE che si
SVILUPPANO in
ORIZZONTALE
1 D : Strutture assimilabili ad uno sviluppo
monodirezionale verticale. Rappresentazione
strutturale di tipo a mensola (ciminiere,
tralicci, ecc..)
3 D : Direzione predominante
sempre in altezza, ma ci sono
complicazioni strutturali (vani
scale e/o ascensori, lame di
irrigidimento, solai con particolari
caratteristiche strutturali,
ecc..)..grattacieli!
1 D : Strutture assimilabili ad uno sviluppo
monodirezionale orizzontale. Un esempio
classico è il ponte
3 D : Direzione predominante
sempre una delle orizzontali, ma
ci sono complicazioni strutturali
(strutture irrigidenti controvento,
tecnologie avanzate per garantire
grandi luci, ecc..)..capannoni
industriali!
INTRO:
Demolizione
Strutture
Civili
I 14
7
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
II FASE - APPLICAZIONE
ESECUZIONE
Durante la caduta sembra che la struttura in acciaio abbracci quella in c.a. che rimane in piedi
pericolosamente sbilanciata in avanti.
Vengono effettuati dei lavori di indebolimento direttamente sotto il lato inclinato di caduta.
In laboratorio, all’università si procede alla simulazione della caduta da indurre nella nuova
configurazione instabile, per capire se minando i soli pilastri frontali è possibile avere il crollo della
restante parte.
Nella preparazione della struttura da abbattere, si procede addirittura all’indebolimento del setto del
vano ascensore nel lato di caduta, dentro la struttura, aprendo n.2 grandi vani e altri due lungo i
fianchi a forma triangolare.
2. CORAL GABLES, FLORIDA – Demolizione di un edificio storico in struttura
mista acciaio/cls
M 9_ESECUZIONE: Coral Gables, Florida M 10_COMMENTI: Coral Gables, Florida
8
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Analisi dei Rischi
Rischio Esplosivo
Rischio Strutturale
Pre-Demolizione
In-Demolizione
Post-Demolizione
• Uso Esplosivo
• Trasporto e Stoccaggio
• Scoppi Accidentali
• Vibrazioni
• Proiezioni Detriti
• Sovrappressioni
• Colpi Mancati
Pre-Demolizione
In-Demolizione
Post-Demolizione
• Progetto ≠ Costruito
• Sottoservizi
• Crolli Accidentali
• Vibrazioni
• Proiezioni Detriti
• Polveri
• Non Crollo /
Crollo Parziale
CAUSE TEMPO AZIONI
Qualitative Risks Analysis
Quantitative Risks Analysis
9
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Rischio Strutturale
Pre-Demolizione
In-Demolizione
Post-Demolizione
• Progetto ≠ Costruito : causa errata
valutazione strutturale sulla instabilità iniziale della
struttura
• Sottoservizi : la presenza può creare danni
rilevanti alla rete e causarne
• Crolli Accidentali : legati ai fenomeni naturali
in relazione Tr
• Vibrazioni : dovute al solo crollo
• Proiezioni Detriti : qui si intendo quelle per
caduta dall’alto, e non quella legata alla cinematica
impressa dall’esplosione
• Polveri : legato al crollo a terra di parti strutturali
• Non Crollo / Crollo Parziale : il
non crollo è un caso non contemplato, ma il
crollo parziale non atteso, è comune nelle
demolizioni tradizionali
Decido di fare una valutazione dei rischi analizzando separatamente i rischi riguardanti gli aspetti
strutturali, basandomi sulla letteratura di settore recuperandola dalle demolizioni controllate con
mezzi meccanici, e quelli riguardanti gli esplosivi, basandomi sulla letteratura di settore estrazione
mineralogica, con le analisi riguardanti l’impiego in cava.
In termini di qualificazione del rischio ipotizzo che siano aspetti sviluppabili separatamente in
quanto concettualmente indipendenti.
(Dalle demolizioni tradizionali e
legato alla dinamica di crollo)
10
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Rischio Esplosivo
Pre-Demolizione
In-Demolizione
Post-Demolizione
• Uso Esplosivo : in riferimento all’uso errato
(personale qualificato)
• Trasporto e Stoccaggio : errore
attuazione prescrizioni
• Scoppi Accidentali : legati ai fenomeni
naturali in relazione Tr
• Vibrazioni : onde sismiche impresse
dall’azione impulsiva dello scoppio
• Proiezioni Detriti : esplosioni in cava che
determinano il lancio dei detriti a distanza
• Sovrappressioni : il maggior rischio è la
rottura dei vetri e sugli operatori – uso DPI
• Colpi Mancati
Nell’approccio suddiviso dei n.2 rischi, si rimarca che nella fase pre-demolizione, anche nell’uso
degli esplosivi, molto spesso si ricorre alle tecniche di demolizione controllata con mezzi meccanici
per predisporre la struttura alla caduta voluta non appena avvenuta l’esplosione.
(Dalle lavorazioni in cava con
l’impiego degli esplosivi)
11
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Rischi Comuni
Rischio Vibrazioni
Rischio Sovrappressioni
Rischio Proiezioni(Rischi che sono sommabili
considerando l’impiego
dell’esplosivo nelle demolizioni)
I rischi che vengono analizzati per primi sono quei rischi che mettono in relazione la demolizione
controllata con l’impiego degli esplosivi. Ovvero è possibile prendere le due classi di rischi dalle
letterature di settore e sommarle in quanto indipendenti. A differenza dei rischi che si analizzeranno
in seguito, per questi esistono studi scientifici anche approfonditi.
In termini qualitativi è facile dedurre quale fa riferimento a uno dei due e perché. Ma in generale ci
permette di capire la pericolosità delle due insieme.
Rischio Polveri
SCHEMA di SVILUPPO
• Effetti che determinano il
rischio;
• Cause che determinano il
rischio;
• Prescrizioni a norma di
legge;
• Procedure di sicurezza
(Per ogni potenziale sorgente di
rischio comune si segue il
seguente schema di sviluppo)
12
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
Con “esplosivi” si intendono, come usato di seguito, tutti o uno qualsiasi dei seguenti termini :
esplosivi di 2^ categoria, polvere nera, detonatore a fuoco, inneschi diversi di 3^ categoria e
miccia detonante.
Il termine “innesco elettrico”, come usato nel contesto, include sia gli inneschi elettrici
istantanei sia tutti i tipi di inneschi elettrici o non elettrici ritardati. Il termine “carica primaria” sta
ad indicare una cartuccia di esplosivo in combinazione con detonatore comune o con un
innesco diverso (smorza).
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Rischi Impiego Esplosivo
Rischio Uso Esplosivo
Rischio Trasporto Esplosivo
Rischio Stoccaggio Esplosivo
In questo caso si prendono in considerazione i rischi propri dell’impiego dell’esplosivo così come
vengono ereditati dall’ambito estrattivo mineralogico.
Sono una serie di prescrizioni da seguire a norma di legge, che garantiscono la riduzione notevole
del rischio insito nel materiale esplodente.
Colpi Mancati
Con riferimento alle Norme di
Polizia Mineraria e le Leggi in
tema di Sicurezza
13
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
COLPI MANCATI
CARICAMENTO VOLATA
SECONDO PROGETTO
EVACUAZIONE ZONE di
PERICOLO
INNESCO non ELETTRICO
CONTROLLO VISIVO della
DISPOSIZIONE di TIRO
INNESCO ELETTRICO
CONTROLLO della
CONTINUITA’ del CIRCUITO
CONTROLLO OK
SEGNALI ACUSTICI di AVVISO
BRILLAMENTO
DETONAZIONE DETONAZIONE non AVVENUTA
ATTESA 30/60 MINUTI ATTESA 10/15 MINUTI
ATTENDERE lo SMALTIMENTO dei FUMI
ed ESAMINARE l’AREA
VOLATA con
RISULTATO
POSITIVO
SEGNALE di
RIAVVIO
CANTIERE
COLPO MANCATO PARZIALE
RIPOSIZIONARE il DETONATORE
BRILLAMENTO
RICONTROLLO del
CIRCUITO
NUOVO BRILLAMENTO
DETONAZIONEDETONAZIONE non AVVENUTA
Isolare per porre
rimedio al difetto
Innesco con detonatore ordinario Innesco elettrico
MICCIA
DETONANTE
VISIBILE
controllo non ok controllo ok
DIFETTO all’INTERNO del FORO
DIFETTO nell’ESPLODITORE
RIMOZIONE CONNESSIONI
CONTROLLO CIRCUITO BRILLAMENTO
detonatore fuori foro detonatore in foro
COLLEGAMENT
O di UNO o più
DETONATORI
AUMENTARE la ZONA di
SICUREZZA
BRILLAMENTO
BORRAGGIO FACILMENTE
RIMOVIBILE
RIMOZIONE del BORRAGGIO con
ATTREZZATURE IDONEE ACQUA
o ARIA COMPRESSA
Se NECESSARIO RIMUOVERE le
CARTUCCE con ATTREZZATURE
IDONEE
RICONTROLLO della SPALLA
INSERIMENTO di un NUOVO
INNESCO
AMPLIAMENTO ZONA di SICUREZZA
IMPOSSIBILE RIMUOVERE il BORRAGGIO
PERFORAZIONE di FORI di SUPPORTO di
PICCOLO DIAMETRO MINIMO ad 1m dalla
MINA MANCATA
CARICARE con CARICA LEGGERMENTE
RIDOTTA
BRILLAMENTO SELETTIVO per METTERE
a NUDO la CARICA INESPLOSA
RICERCA dei FILI dei DETONATORI
INESPLOSI e LORO IDENTIFICAZIONE
PERFORAZIONE di FORI di SUPPORTO a
DISTANZA non INFERIORE a 1.5m dalla
MINA MANCATA e PARALLELI ad ESSA
CARICARE con CARICA RIDOTTA
AUMENTARE la ZONA di SICUREZZA
BRILLAMENTO
RICERCA dei FRAMMENTI dei
DETONATORI e delle CARTUCCE
INESPLOSE
spalla sufficiente spalla insufficiente
F 6_Da IL TRATTAMENTO dei
COLPI MANCATI di pag.296
“Manuale Pratico di
Esplosivistica Civile”, Coppe
14
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Rischi Demolizioni
Rischio Danni ai Sottoservizi
Rischio Danni dai Sottoservizi
Rischio Crollo Accidentale
In questo caso si prendono in considerazione i rischi propri delle demolizioni controllate e che
rientrano in parte nello studio preliminare del progetto di demolizione, e in parte nei rischi durante
la demolizione.
Anche in questo caso, come nel precedente, non esistono studi scientifici esatti che permettono la
risoluzione in generale della problematica. C’è bisogno di uno studio del singolo caso, il quale può
differire anche di molto da numerosissime casistiche precedenti.
15
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
CROLLO ACCIDENTALE
- Due sono gli aspetti più importanti su cui porre l’attenzione : lo schema statico e la natura dei
materiali resistenti.
- Tale obiettivo preliminare non è sempre di semplice esecuzione. Le strutture portanti sono quasi
sempre coperte dai finiti : pareti, controsoffitti ed altri elementi non strutturali che possono celare
meccanismi di trasferimento di carichi complessi.
- In questa fase di verifica, un grande vantaggio si ottiene nei casi in cui si può disporre di disegni
originali della struttura e delle eventuali modifiche apportate in fase costruttiva (as built) o nel corso
degli anni di esercizio dell’opera.
- Altro aspetto che deve essere subito messo in luce è la qualità e la resistenza dei materiali
attualmente presenti nella struttura.
Poiché durante le fasi di demolizione la struttura si troverà in configurazioni differenti da quella
attuale che è evidentemente di equilibrio (potrebbe anche non esserlo e bisogna accertarlo), il
percorso dei carichi dovrà subire delle deviazioni da quello attuale. Occorre quindi essere certi che
tali aggravi tensionali siano compatibili, con ragionevoli livelli di sicurezza, con la qualità dei
materiali. Un caso tipico sono le strutture danneggiate da incendio o da esplosioni.
COMPRENSIONE
FUNZIONAMENTO STATICO
È indispensabile in presenza di strutture
particolari che potrebbero giungere a
collasso per attivazione di meccanismi
instabilizzanti nel percorso dei carichi al
suolo
COMPRENSIONE
TIPOLOGICA dei MATERIALI
Oltre alla conoscenza delle caratteristiche
meccaniche che possono condurre ad un
collasso a catena della struttura e persino di
quelle adiacenti.
16
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
CROLLO ACCIDENTALE
Le azioni che possono portare al collasso tipicamente sono riconducibile a:
- Spinte non bilanciate;
- Sbilanciamenti laterali per fuori piombo della struttura a gravità;
- Forze indotte da strutture adiacenti;
- Effetto di riempimenti eccessivi contro strutture verticali;
- Perdita di contrasti per strutture di sostegno;
- Eccessivo rilascio di cavi di precompressione in strutture post-tese;
- Effetto di eccentricità e disallineamenti tra elementi portanti verticali (elementi in falso);
- Soppressione di controventi necessari a ridurre le snellezze degli elementi
COMPRENSIONE
FUNZIONAMENTO STATICO
È indispensabile in presenza di strutture
particolari che potrebbero giungere a
collasso per attivazione di meccanismi
instabilizzanti nel percorso dei carichi al
suolo
Nelle demolizioni l’aspetto che può
causare crolli strutturali è
l’interruzione del percorso dei
carichi verso le fondazioni, ossia
una variazione dello schema statico
17
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
CROLLO ACCIDENTALE
Attenta indagine deve essere
riservata all’identificazione dei
materiali resistenti con cui è
realizzata la struttura, alla loro
qualità attuale, alla presenza di
degrado per vetustà o altre cause
COMPRENSIONE
TIPOLOGICA dei MATERIALI
Oltre alla conoscenza delle caratteristiche
meccaniche che possono condurre ad un
collasso a catena della struttura e persino di
quelle adiacenti.
STRUTTURE IN C.A.
STRUTTURE IN
ACCIAIO
STRUTTURE IN
LEGNO
STRUTTURE IN
MURATURA
- deformazioni anomale;
- fessurazioni
pronunciate e spalling
dei copriferri;
- corrosione delle
armature;
- attacchi chimici, ad
esempio reazioni alcali-
aggregato o attacchi di
agenti aggressivi con
solfuri e cloruri.
- eccessive inflessioni;
- corrosioni pronunciate
del piastrame di
connessione e della
bulloneria;
- integrità di tiranti,
catene e controventi;
- presenza di
espulsione di chiodi e
bulloni.
- inflessioni anomale;
- fessurazioni e lesioni
anomale;
- nodi importanti;
- integrità degli elementi
di connessione e dei
collegamenti;
- presenza di parassiti
infestanti;
- presenza di
pronunciate
imputrescenze, umide o
secche.
- tipologie delle
murature (a secco o
meno);
- presenza di aperture e
vuoti celati nella trama
muraria;
- inflessioni verticali
anomale;
- fessurazioni
pronunciate;
- grado di connessione
tra elementi adiacenti.
Per le strutture precompresse, si possono avere: degrado dei
cavi, degli ancoraggi terminali ed intermedi, delle malte di
iniezione in quelle post-tese con sigillatura.
18
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
Rischi Meteorologici
Rischio Vento
Rischio Fulmini
Dalla fenomenologia aleatoria legata ad eventi meteorologici, ho deciso di mettere in risalto quei
rischi che maggiormente potrebbero capitare nella vita utile di un cantiere temporaneo per
demolizioni con esplosivo. La scelta è ricaduta tra eventi che hanno tempi di ritorno non
eccezionali, ma che nello stesso tempo potrebbero creare problemi di sicurezza in cantiere.
Per il vento nella stabilità strutturale, anche quando non è di eccezionale potenza, per il fatto che la
struttura ha cambiato, sta cambiando o cambierà configurazione. Per i fulmini, in quanto le cariche
elettrostatiche che rimangono in superficie dopo la loro caduta, o nell’aria nel loro avvicinarsi, o per
colpo diretto, creano situazioni pericolose in luoghi in cui si trovano materiali esplodenti,
maggiormente se innescati elettricamente.
La risk analysis nasce, si sviluppa e trova
giusta applicazione nel contesto definito
dell'ingegneria industriale; la complessa
metodologia scientifica posta alla base
delle analisi di rischio industriale permette
di sviluppare, in un ambito
tendenzialmente oggettivo, dei criteri e
delle modalità di gestione dei rischi
uniformi su scala mondiale.
Analoga considerazione non può essere
svolta, purtroppo, per le analisi di rischio
associate a fenomeni naturali
(esondazioni, frane, eventi meteorologici
avversi, etc.); in tali ambiti sono poco
sviluppati i riferimenti scientifici volti
all’applicazione delle tecniche della risk
analysis.
19
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
PROGETTAZIONE della DEMOLIZIONE
Elaborato di macro progettazione
Relazione sul sito
•Vincoli urbanistici
•Planimetrie
•Attività limitrofe
•Indagine e stato dei terreni
Sottoservizi da salvaguardare
•Tavole tecniche con indicazione
delle reti presenti
Opere di bonifica
•Mappatura amianto
•Certificato di bonifica impianti
•Prove, analisi e campionamenti
Sicurezza
•Redazione PSC/POS
•Redazione Piano delle Demolizioni
•Relazione ex. Art.7 626/94
Tempistiche
•Redazione cronoprogramma
Relazione sul manufatto
•Descrizione stato di conservazione
•Patologie riscontrate
•Indagini ed analisi statiche
•Volumi fuori terra e fondazioni
•Disegni ed eventuali schemi di processo
•Tavole tecniche con eventuali adiacenze di
edifici
•Tavole tecniche con indicazione dei limiti di
batteria della demolizione
Gestione operativa
•Organigramma previsto
•Gestione documenti richiesti
20
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
SECURITY
7.5 Migliorare la sicurezza delle
infrastrutture destinate ad esplosivi
Dovranno essere operativi:
- Piani di Sicurezza
- Sistemi di Gestione della Sicurezza
Che dovranno:
- essere Funzione dei rischi
- avere Misure operative
- riportare Identità delle “persone responsabili” e del
“direttore della sicurezza”
- riportare Limitazioni all’accesso e disposizioni per
l’identificazione
Per le competenti autorità nazionali:
- Informare fabbricanti e distributori delle minacce
regionali
- Richiedere redazione piano di reazione in funzione
dell’allarme
Contabilizzazione e Riscontro:
- è importante che furti e discordanze siano scoperte
immediatamente
Rafforzare la sicurezza delle MEMU (unità mobili
fabbricazione esplosivi)
- Miglioramento della sicurezza sia per chi fabbrica
che per chi trasporta
- Due sistemi indipendenti di registrazione quantità
- Serrature elettroniche e parcheggio in sito
sorvegliato
(Consiglio dell’Unione Europea – documento della
Commissione COM(2007) 651 definitivo –
Comunicazione della Commissione su come migliorare
la sicurezza degli esplosivi)
7.6 Migliorare la selezione del personale
basata su criteri di sicurezza
Tutto il personale addetto alla fabbricazione,
stoccaggio, distribuzione e utilizzo e avente
accesso ad esplosivi dovrà essere selezionato in
base a criteri di sicurezza ed essere
formalmente autorizzato ad avere accesso agli
esplosivi
7.7 Migliorare la sicurezza dei trasporti di
esplosivi
Il trasporto di esplosivi è un'attività
particolarmente delicata, dato il rischio di
attacchi diretti o di illecito dirottamento verso una
destinazione diversa da quella voluta. Quindi un
elemento cruciale per rafforzare la sicurezza
degli esplosivi in generale è l'adozione di
rigorose disposizioni di sicurezza per il loro
trasporto.
21
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
SECURITY
DEPOSITO ESPLOSIVO
Scattato l'Allarme dell'antiterrorismo
Francia, rubati 28 kg di esplosivo ad alto potenziale alla Protezione civile. Si tratta del Semtex, che
era custodito in un deposito a Corbas, vicino a Lione. Sotto accusa le misure di sicurezza .
LIONE (Francia) - Sono spariti 28 chilogrammi d'esplosivo ad alto potenziale e detonatori da un sito della
Protezione civile francese (la Securitè civile) e l'antiterrorismo è in allarme. Lo hanno reso noto fonti
giudiziarie e di polizia, annunciando l'apertura di un'inchiesta.
IL FURTO - Il furto è avvenuto a Corbas, vicino a Lione, ed è stato scoperto venerdì ma, secondo le fonti,
potrebbe anche risalire a una settimana fa.
IL TIPO DI ESPLOSIVO - L'esplosivo rubato sarebbe il Semtex, spesso usato da gruppi terroristici. Due chili
posso spezzare in due un aereo ma anche un solo chilo, se ben piazzato, può portare a una
depressurizzazione tale da far precipitare un aereo.
SCARSE MISURE DI SICUREZZA - Il ministro dell'interno, signora Michele Alliot-Marie, ha dichiarato che il
furto è avvenuto a causa di mancanze comprovate nei sistemi di sicurezza del sito. «Il furto d'esplosivo
usato dai genieri per distruggere le munizioni recuperate da vecchi campi di battaglia - ha spiegato - è
avvenuto in un sito di stoccaggio annesso al centro di sminamento della protezione civile a Fort de Corbas.
Il responsabile del centro è stato immediatamente sospeso ed è stata anche aperta un'inchiesta
amministrativa interna». «È una vicenda che prendiamo molto seriamente», ha aggiunto un inquirente
dell'antiterrorismo.
18 luglio 2008
http://www.corriere.it/esteri/08_luglio_18/esplosivo_rubato_fran
cia_4a63049a-550c-11dd-92de-00144f02aabc.shtml
22
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
2. Per "esplosivo" si intende:
a) i) una sostanza o un preparato che crea un pericolo di esplosione per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti di
ignizione (frase che descrive il rischio R2);
ii) sostanza pirotecnica: una sostanza (o una miscela di sostanze) destinata a produrre un effetto calorifico, luminoso, sonoro,
gassoso o fumogeno e una combinazione di tali effetti grazie a reazioni chimiche esotermiche automantenute non detonanti; o
iii) una sostanza o preparato esplosivo o pirotecnico contenuto in oggetti.
b) una sostanza o un preparato che crea un pericolo gravissimo di esplosione per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti
di ignizione (frase che descrive il rischio R3).
III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI
RISCHIO INCENDIO e PIANO di EMERGENZA
DPR 151/11, ALLEGATO I (di cui
all'articolo 2, comma 2)
ELENCO DELLE ATTIVITÀ
SOGGETTE ALLE VISITE E AI
CONTROLLI DI PREVENZIONE
INCENDI
Per il D.Lvo 17.8.99 n.334 (Seveso bis) “attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei
pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose” introduce:
- Depositi di sostanze esplosive con quantità pari o superiori a 10t (se le sostanze rientrano nella
definizione della nota 2 a. della norma) o 50t (se le sostanze rientrano nella definizione della nota 2
b. della norma)
F 8
23
SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza”
Ing.MarcoLUCIDI
GRAZIE per l’ATTENZIONE
24
STUDIO AMATI ARCHITETTI

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  • 1. Seminario Area Tecnica “DEMOLIZIONI e SICUREZZA” 02 Maggio 2013 1 STUDIO AMATI ARCHITETTI
  • 2. DEMOLIZIONI con ESPLOSIVO DEMOLIZIONI ESPLOSIVI SAFETY TECNOLOGIA DINAMICA dei CROLLI DINAMICA delle ESPLOSIONI TIPOLOGIA SECURITY SAFETY TECNICA DINAMICA delle ESPLOSIONI con ESPLOSIVO USO degli ESPLOSIVI per la DEMOLIZIONE COLLASSO PROGRESSIV O PROIEZIONE DETRITI URTO con il TERRENO VOLUME INGOMBRO MACERIE DIMENSIONAMENTO CARICHE LINEA di TIRODETONATORI P.O.S. P.S.C. CONTROLLATA TRADIZIONALE CONFINATA SEMICONFINATA NON CONFINATA DETONANTI DEFLAGRANTI TRASPORTO INGRESSO non AUTORIZZATO in CANTIERE/CAVA DEPOSITO STABILITA’ dei PENDII SOCCORSO ALPINO SPELEOLOGICO SPEGNIMENT O INCENDI TESI di LAUREA M 1_“Demolizione Controllata con Esplosivo” Corso di Progettazione Strutturale Antincendio Dr.-Ing. Franco Bontempi Ph.D., P.E., Professor of Structural Analysis and Design LAUREA MAGISTRALE in INGEGNERIA della SICUREZZA e della PROTEZIONE CIVILE La Sapienza, University of Rome I 3 2
  • 3. DINAMICA ESPLOSIVA I FASE - INTRODUZIONE F 1_Figura 3.2.A-B Pressure-time history e tipica configurazione di test-vessel per polveri combustibili (Genova, Silvestrini “Dinamica delle Reazioni Esplosive”) F 2_Figura 3.3 Evoluzione della sovrappressione in esplosioni semiconfinate di aria-gas (Genova, Silvestrini “Dinamica delle Reazioni Esplosive”) A – Fase di esplosione confinata B – Fase di rimozione della copertura dello sfogo (vent) C – Fase di sfogo della sovra - pressione (venting) D – Massima superficie di fiamma possibile e deflusso dei gas combusti SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI 3
  • 4. DEMOLIZIONI I FASE - INTRODUZIONE OPERAZIONE Tecniche per operare in precisione, con estrema rapidità di esecuzione per contenere i costi. Utensileria al diamante che taglia e fora conglomerati e ferri. Gli strumenti garantiscono: -Assenza di percussioni -Assenza di vibrazioni -Assenza sollevamento polveri -Rumorosità contenuta -Precisione di esecuzione In passato si usavano tecnologie per niente o scarsamente controllate: martello demolitore, sfera metallica, ecc.. Attualmente per edifici e strutture speciali si possono riassumete in: -Demolizione selettiva -Demolizione mediante l’uso di microcariche esplosive Bisogna valutare caso per caso il metodo più idoneo. In almeno due casi, ovvero altezze superiori a 12-15m, o quando è fondamentale la sequenza temporale, il mezzo più sicuro ed efficace e con l’impiego di esplosivo. I 5 I 6 I 7 4 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 5. DINAMICA dei CROLLI I FASE - INTRODUZIONE Logica prestazionale: Si definisce fallimento strutturale un’inaccettabile differenza tra prestazione attesa e realizzata. Dissesti Strutturali / Crolli Analisi dei fallimenti strutturali Individuazione delle cause e delle responsabilità Ottimizzazione della progettazione futura È necessario che lo studio dei dissesti strutturali e dei crolli sia supportato da un approccio di tipo metodologico. LA MASSIMA AMPLIFICAZIONE DEL DISSESTO E’ IL CROLLO Necessità di verificare la sicurezza al crollo della struttura nelle nuove condizioni di equilibrio Calcolo a rottura I 8 I 9 5 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 6. DINAMICA dei CROLLI I FASE - INTRODUZIONE PUNTI di FORZA della STRUTTURA POSSIBILITA’ di PERCORSI di CARICHI ALTERNATIVI ELEVATA RESISTENZA LOCALE Travature continue con luci piccole Staffature molto fitte nei pilastri Continuità delle armature inferiori nei nodi Orizzontamenti ed elementi verticali progettati per un carico molto superiore a quello di esercizioElevato grado di iperstaticità Efficienza dei collegamenti Possibilità di sviluppare grosse deformazioni plastiche Possibilità di sopportare il carico trasmesso dagli elementi danneggiati e amplificato dall’effetto dinamico I 11 6 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 7. II FASE - APPLICAZIONE STRUTTURE che si SVILUPPANO in ELEVAZIONE STRUTTURE che si SVILUPPANO in ORIZZONTALE 1 D : Strutture assimilabili ad uno sviluppo monodirezionale verticale. Rappresentazione strutturale di tipo a mensola (ciminiere, tralicci, ecc..) 3 D : Direzione predominante sempre in altezza, ma ci sono complicazioni strutturali (vani scale e/o ascensori, lame di irrigidimento, solai con particolari caratteristiche strutturali, ecc..)..grattacieli! 1 D : Strutture assimilabili ad uno sviluppo monodirezionale orizzontale. Un esempio classico è il ponte 3 D : Direzione predominante sempre una delle orizzontali, ma ci sono complicazioni strutturali (strutture irrigidenti controvento, tecnologie avanzate per garantire grandi luci, ecc..)..capannoni industriali! INTRO: Demolizione Strutture Civili I 14 7 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 8. II FASE - APPLICAZIONE ESECUZIONE Durante la caduta sembra che la struttura in acciaio abbracci quella in c.a. che rimane in piedi pericolosamente sbilanciata in avanti. Vengono effettuati dei lavori di indebolimento direttamente sotto il lato inclinato di caduta. In laboratorio, all’università si procede alla simulazione della caduta da indurre nella nuova configurazione instabile, per capire se minando i soli pilastri frontali è possibile avere il crollo della restante parte. Nella preparazione della struttura da abbattere, si procede addirittura all’indebolimento del setto del vano ascensore nel lato di caduta, dentro la struttura, aprendo n.2 grandi vani e altri due lungo i fianchi a forma triangolare. 2. CORAL GABLES, FLORIDA – Demolizione di un edificio storico in struttura mista acciaio/cls M 9_ESECUZIONE: Coral Gables, Florida M 10_COMMENTI: Coral Gables, Florida 8 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 9. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Analisi dei Rischi Rischio Esplosivo Rischio Strutturale Pre-Demolizione In-Demolizione Post-Demolizione • Uso Esplosivo • Trasporto e Stoccaggio • Scoppi Accidentali • Vibrazioni • Proiezioni Detriti • Sovrappressioni • Colpi Mancati Pre-Demolizione In-Demolizione Post-Demolizione • Progetto ≠ Costruito • Sottoservizi • Crolli Accidentali • Vibrazioni • Proiezioni Detriti • Polveri • Non Crollo / Crollo Parziale CAUSE TEMPO AZIONI Qualitative Risks Analysis Quantitative Risks Analysis 9 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 10. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Rischio Strutturale Pre-Demolizione In-Demolizione Post-Demolizione • Progetto ≠ Costruito : causa errata valutazione strutturale sulla instabilità iniziale della struttura • Sottoservizi : la presenza può creare danni rilevanti alla rete e causarne • Crolli Accidentali : legati ai fenomeni naturali in relazione Tr • Vibrazioni : dovute al solo crollo • Proiezioni Detriti : qui si intendo quelle per caduta dall’alto, e non quella legata alla cinematica impressa dall’esplosione • Polveri : legato al crollo a terra di parti strutturali • Non Crollo / Crollo Parziale : il non crollo è un caso non contemplato, ma il crollo parziale non atteso, è comune nelle demolizioni tradizionali Decido di fare una valutazione dei rischi analizzando separatamente i rischi riguardanti gli aspetti strutturali, basandomi sulla letteratura di settore recuperandola dalle demolizioni controllate con mezzi meccanici, e quelli riguardanti gli esplosivi, basandomi sulla letteratura di settore estrazione mineralogica, con le analisi riguardanti l’impiego in cava. In termini di qualificazione del rischio ipotizzo che siano aspetti sviluppabili separatamente in quanto concettualmente indipendenti. (Dalle demolizioni tradizionali e legato alla dinamica di crollo) 10 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 11. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Rischio Esplosivo Pre-Demolizione In-Demolizione Post-Demolizione • Uso Esplosivo : in riferimento all’uso errato (personale qualificato) • Trasporto e Stoccaggio : errore attuazione prescrizioni • Scoppi Accidentali : legati ai fenomeni naturali in relazione Tr • Vibrazioni : onde sismiche impresse dall’azione impulsiva dello scoppio • Proiezioni Detriti : esplosioni in cava che determinano il lancio dei detriti a distanza • Sovrappressioni : il maggior rischio è la rottura dei vetri e sugli operatori – uso DPI • Colpi Mancati Nell’approccio suddiviso dei n.2 rischi, si rimarca che nella fase pre-demolizione, anche nell’uso degli esplosivi, molto spesso si ricorre alle tecniche di demolizione controllata con mezzi meccanici per predisporre la struttura alla caduta voluta non appena avvenuta l’esplosione. (Dalle lavorazioni in cava con l’impiego degli esplosivi) 11 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 12. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Rischi Comuni Rischio Vibrazioni Rischio Sovrappressioni Rischio Proiezioni(Rischi che sono sommabili considerando l’impiego dell’esplosivo nelle demolizioni) I rischi che vengono analizzati per primi sono quei rischi che mettono in relazione la demolizione controllata con l’impiego degli esplosivi. Ovvero è possibile prendere le due classi di rischi dalle letterature di settore e sommarle in quanto indipendenti. A differenza dei rischi che si analizzeranno in seguito, per questi esistono studi scientifici anche approfonditi. In termini qualitativi è facile dedurre quale fa riferimento a uno dei due e perché. Ma in generale ci permette di capire la pericolosità delle due insieme. Rischio Polveri SCHEMA di SVILUPPO • Effetti che determinano il rischio; • Cause che determinano il rischio; • Prescrizioni a norma di legge; • Procedure di sicurezza (Per ogni potenziale sorgente di rischio comune si segue il seguente schema di sviluppo) 12 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 13. Con “esplosivi” si intendono, come usato di seguito, tutti o uno qualsiasi dei seguenti termini : esplosivi di 2^ categoria, polvere nera, detonatore a fuoco, inneschi diversi di 3^ categoria e miccia detonante. Il termine “innesco elettrico”, come usato nel contesto, include sia gli inneschi elettrici istantanei sia tutti i tipi di inneschi elettrici o non elettrici ritardati. Il termine “carica primaria” sta ad indicare una cartuccia di esplosivo in combinazione con detonatore comune o con un innesco diverso (smorza). III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Rischi Impiego Esplosivo Rischio Uso Esplosivo Rischio Trasporto Esplosivo Rischio Stoccaggio Esplosivo In questo caso si prendono in considerazione i rischi propri dell’impiego dell’esplosivo così come vengono ereditati dall’ambito estrattivo mineralogico. Sono una serie di prescrizioni da seguire a norma di legge, che garantiscono la riduzione notevole del rischio insito nel materiale esplodente. Colpi Mancati Con riferimento alle Norme di Polizia Mineraria e le Leggi in tema di Sicurezza 13 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 14. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI COLPI MANCATI CARICAMENTO VOLATA SECONDO PROGETTO EVACUAZIONE ZONE di PERICOLO INNESCO non ELETTRICO CONTROLLO VISIVO della DISPOSIZIONE di TIRO INNESCO ELETTRICO CONTROLLO della CONTINUITA’ del CIRCUITO CONTROLLO OK SEGNALI ACUSTICI di AVVISO BRILLAMENTO DETONAZIONE DETONAZIONE non AVVENUTA ATTESA 30/60 MINUTI ATTESA 10/15 MINUTI ATTENDERE lo SMALTIMENTO dei FUMI ed ESAMINARE l’AREA VOLATA con RISULTATO POSITIVO SEGNALE di RIAVVIO CANTIERE COLPO MANCATO PARZIALE RIPOSIZIONARE il DETONATORE BRILLAMENTO RICONTROLLO del CIRCUITO NUOVO BRILLAMENTO DETONAZIONEDETONAZIONE non AVVENUTA Isolare per porre rimedio al difetto Innesco con detonatore ordinario Innesco elettrico MICCIA DETONANTE VISIBILE controllo non ok controllo ok DIFETTO all’INTERNO del FORO DIFETTO nell’ESPLODITORE RIMOZIONE CONNESSIONI CONTROLLO CIRCUITO BRILLAMENTO detonatore fuori foro detonatore in foro COLLEGAMENT O di UNO o più DETONATORI AUMENTARE la ZONA di SICUREZZA BRILLAMENTO BORRAGGIO FACILMENTE RIMOVIBILE RIMOZIONE del BORRAGGIO con ATTREZZATURE IDONEE ACQUA o ARIA COMPRESSA Se NECESSARIO RIMUOVERE le CARTUCCE con ATTREZZATURE IDONEE RICONTROLLO della SPALLA INSERIMENTO di un NUOVO INNESCO AMPLIAMENTO ZONA di SICUREZZA IMPOSSIBILE RIMUOVERE il BORRAGGIO PERFORAZIONE di FORI di SUPPORTO di PICCOLO DIAMETRO MINIMO ad 1m dalla MINA MANCATA CARICARE con CARICA LEGGERMENTE RIDOTTA BRILLAMENTO SELETTIVO per METTERE a NUDO la CARICA INESPLOSA RICERCA dei FILI dei DETONATORI INESPLOSI e LORO IDENTIFICAZIONE PERFORAZIONE di FORI di SUPPORTO a DISTANZA non INFERIORE a 1.5m dalla MINA MANCATA e PARALLELI ad ESSA CARICARE con CARICA RIDOTTA AUMENTARE la ZONA di SICUREZZA BRILLAMENTO RICERCA dei FRAMMENTI dei DETONATORI e delle CARTUCCE INESPLOSE spalla sufficiente spalla insufficiente F 6_Da IL TRATTAMENTO dei COLPI MANCATI di pag.296 “Manuale Pratico di Esplosivistica Civile”, Coppe 14 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 15. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Rischi Demolizioni Rischio Danni ai Sottoservizi Rischio Danni dai Sottoservizi Rischio Crollo Accidentale In questo caso si prendono in considerazione i rischi propri delle demolizioni controllate e che rientrano in parte nello studio preliminare del progetto di demolizione, e in parte nei rischi durante la demolizione. Anche in questo caso, come nel precedente, non esistono studi scientifici esatti che permettono la risoluzione in generale della problematica. C’è bisogno di uno studio del singolo caso, il quale può differire anche di molto da numerosissime casistiche precedenti. 15 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 16. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI CROLLO ACCIDENTALE - Due sono gli aspetti più importanti su cui porre l’attenzione : lo schema statico e la natura dei materiali resistenti. - Tale obiettivo preliminare non è sempre di semplice esecuzione. Le strutture portanti sono quasi sempre coperte dai finiti : pareti, controsoffitti ed altri elementi non strutturali che possono celare meccanismi di trasferimento di carichi complessi. - In questa fase di verifica, un grande vantaggio si ottiene nei casi in cui si può disporre di disegni originali della struttura e delle eventuali modifiche apportate in fase costruttiva (as built) o nel corso degli anni di esercizio dell’opera. - Altro aspetto che deve essere subito messo in luce è la qualità e la resistenza dei materiali attualmente presenti nella struttura. Poiché durante le fasi di demolizione la struttura si troverà in configurazioni differenti da quella attuale che è evidentemente di equilibrio (potrebbe anche non esserlo e bisogna accertarlo), il percorso dei carichi dovrà subire delle deviazioni da quello attuale. Occorre quindi essere certi che tali aggravi tensionali siano compatibili, con ragionevoli livelli di sicurezza, con la qualità dei materiali. Un caso tipico sono le strutture danneggiate da incendio o da esplosioni. COMPRENSIONE FUNZIONAMENTO STATICO È indispensabile in presenza di strutture particolari che potrebbero giungere a collasso per attivazione di meccanismi instabilizzanti nel percorso dei carichi al suolo COMPRENSIONE TIPOLOGICA dei MATERIALI Oltre alla conoscenza delle caratteristiche meccaniche che possono condurre ad un collasso a catena della struttura e persino di quelle adiacenti. 16 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 17. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI CROLLO ACCIDENTALE Le azioni che possono portare al collasso tipicamente sono riconducibile a: - Spinte non bilanciate; - Sbilanciamenti laterali per fuori piombo della struttura a gravità; - Forze indotte da strutture adiacenti; - Effetto di riempimenti eccessivi contro strutture verticali; - Perdita di contrasti per strutture di sostegno; - Eccessivo rilascio di cavi di precompressione in strutture post-tese; - Effetto di eccentricità e disallineamenti tra elementi portanti verticali (elementi in falso); - Soppressione di controventi necessari a ridurre le snellezze degli elementi COMPRENSIONE FUNZIONAMENTO STATICO È indispensabile in presenza di strutture particolari che potrebbero giungere a collasso per attivazione di meccanismi instabilizzanti nel percorso dei carichi al suolo Nelle demolizioni l’aspetto che può causare crolli strutturali è l’interruzione del percorso dei carichi verso le fondazioni, ossia una variazione dello schema statico 17 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 18. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI CROLLO ACCIDENTALE Attenta indagine deve essere riservata all’identificazione dei materiali resistenti con cui è realizzata la struttura, alla loro qualità attuale, alla presenza di degrado per vetustà o altre cause COMPRENSIONE TIPOLOGICA dei MATERIALI Oltre alla conoscenza delle caratteristiche meccaniche che possono condurre ad un collasso a catena della struttura e persino di quelle adiacenti. STRUTTURE IN C.A. STRUTTURE IN ACCIAIO STRUTTURE IN LEGNO STRUTTURE IN MURATURA - deformazioni anomale; - fessurazioni pronunciate e spalling dei copriferri; - corrosione delle armature; - attacchi chimici, ad esempio reazioni alcali- aggregato o attacchi di agenti aggressivi con solfuri e cloruri. - eccessive inflessioni; - corrosioni pronunciate del piastrame di connessione e della bulloneria; - integrità di tiranti, catene e controventi; - presenza di espulsione di chiodi e bulloni. - inflessioni anomale; - fessurazioni e lesioni anomale; - nodi importanti; - integrità degli elementi di connessione e dei collegamenti; - presenza di parassiti infestanti; - presenza di pronunciate imputrescenze, umide o secche. - tipologie delle murature (a secco o meno); - presenza di aperture e vuoti celati nella trama muraria; - inflessioni verticali anomale; - fessurazioni pronunciate; - grado di connessione tra elementi adiacenti. Per le strutture precompresse, si possono avere: degrado dei cavi, degli ancoraggi terminali ed intermedi, delle malte di iniezione in quelle post-tese con sigillatura. 18 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 19. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI Rischi Meteorologici Rischio Vento Rischio Fulmini Dalla fenomenologia aleatoria legata ad eventi meteorologici, ho deciso di mettere in risalto quei rischi che maggiormente potrebbero capitare nella vita utile di un cantiere temporaneo per demolizioni con esplosivo. La scelta è ricaduta tra eventi che hanno tempi di ritorno non eccezionali, ma che nello stesso tempo potrebbero creare problemi di sicurezza in cantiere. Per il vento nella stabilità strutturale, anche quando non è di eccezionale potenza, per il fatto che la struttura ha cambiato, sta cambiando o cambierà configurazione. Per i fulmini, in quanto le cariche elettrostatiche che rimangono in superficie dopo la loro caduta, o nell’aria nel loro avvicinarsi, o per colpo diretto, creano situazioni pericolose in luoghi in cui si trovano materiali esplodenti, maggiormente se innescati elettricamente. La risk analysis nasce, si sviluppa e trova giusta applicazione nel contesto definito dell'ingegneria industriale; la complessa metodologia scientifica posta alla base delle analisi di rischio industriale permette di sviluppare, in un ambito tendenzialmente oggettivo, dei criteri e delle modalità di gestione dei rischi uniformi su scala mondiale. Analoga considerazione non può essere svolta, purtroppo, per le analisi di rischio associate a fenomeni naturali (esondazioni, frane, eventi meteorologici avversi, etc.); in tali ambiti sono poco sviluppati i riferimenti scientifici volti all’applicazione delle tecniche della risk analysis. 19 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 20. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI PROGETTAZIONE della DEMOLIZIONE Elaborato di macro progettazione Relazione sul sito •Vincoli urbanistici •Planimetrie •Attività limitrofe •Indagine e stato dei terreni Sottoservizi da salvaguardare •Tavole tecniche con indicazione delle reti presenti Opere di bonifica •Mappatura amianto •Certificato di bonifica impianti •Prove, analisi e campionamenti Sicurezza •Redazione PSC/POS •Redazione Piano delle Demolizioni •Relazione ex. Art.7 626/94 Tempistiche •Redazione cronoprogramma Relazione sul manufatto •Descrizione stato di conservazione •Patologie riscontrate •Indagini ed analisi statiche •Volumi fuori terra e fondazioni •Disegni ed eventuali schemi di processo •Tavole tecniche con eventuali adiacenze di edifici •Tavole tecniche con indicazione dei limiti di batteria della demolizione Gestione operativa •Organigramma previsto •Gestione documenti richiesti 20 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 21. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI SECURITY 7.5 Migliorare la sicurezza delle infrastrutture destinate ad esplosivi Dovranno essere operativi: - Piani di Sicurezza - Sistemi di Gestione della Sicurezza Che dovranno: - essere Funzione dei rischi - avere Misure operative - riportare Identità delle “persone responsabili” e del “direttore della sicurezza” - riportare Limitazioni all’accesso e disposizioni per l’identificazione Per le competenti autorità nazionali: - Informare fabbricanti e distributori delle minacce regionali - Richiedere redazione piano di reazione in funzione dell’allarme Contabilizzazione e Riscontro: - è importante che furti e discordanze siano scoperte immediatamente Rafforzare la sicurezza delle MEMU (unità mobili fabbricazione esplosivi) - Miglioramento della sicurezza sia per chi fabbrica che per chi trasporta - Due sistemi indipendenti di registrazione quantità - Serrature elettroniche e parcheggio in sito sorvegliato (Consiglio dell’Unione Europea – documento della Commissione COM(2007) 651 definitivo – Comunicazione della Commissione su come migliorare la sicurezza degli esplosivi) 7.6 Migliorare la selezione del personale basata su criteri di sicurezza Tutto il personale addetto alla fabbricazione, stoccaggio, distribuzione e utilizzo e avente accesso ad esplosivi dovrà essere selezionato in base a criteri di sicurezza ed essere formalmente autorizzato ad avere accesso agli esplosivi 7.7 Migliorare la sicurezza dei trasporti di esplosivi Il trasporto di esplosivi è un'attività particolarmente delicata, dato il rischio di attacchi diretti o di illecito dirottamento verso una destinazione diversa da quella voluta. Quindi un elemento cruciale per rafforzare la sicurezza degli esplosivi in generale è l'adozione di rigorose disposizioni di sicurezza per il loro trasporto. 21 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 22. III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI SECURITY DEPOSITO ESPLOSIVO Scattato l'Allarme dell'antiterrorismo Francia, rubati 28 kg di esplosivo ad alto potenziale alla Protezione civile. Si tratta del Semtex, che era custodito in un deposito a Corbas, vicino a Lione. Sotto accusa le misure di sicurezza . LIONE (Francia) - Sono spariti 28 chilogrammi d'esplosivo ad alto potenziale e detonatori da un sito della Protezione civile francese (la Securitè civile) e l'antiterrorismo è in allarme. Lo hanno reso noto fonti giudiziarie e di polizia, annunciando l'apertura di un'inchiesta. IL FURTO - Il furto è avvenuto a Corbas, vicino a Lione, ed è stato scoperto venerdì ma, secondo le fonti, potrebbe anche risalire a una settimana fa. IL TIPO DI ESPLOSIVO - L'esplosivo rubato sarebbe il Semtex, spesso usato da gruppi terroristici. Due chili posso spezzare in due un aereo ma anche un solo chilo, se ben piazzato, può portare a una depressurizzazione tale da far precipitare un aereo. SCARSE MISURE DI SICUREZZA - Il ministro dell'interno, signora Michele Alliot-Marie, ha dichiarato che il furto è avvenuto a causa di mancanze comprovate nei sistemi di sicurezza del sito. «Il furto d'esplosivo usato dai genieri per distruggere le munizioni recuperate da vecchi campi di battaglia - ha spiegato - è avvenuto in un sito di stoccaggio annesso al centro di sminamento della protezione civile a Fort de Corbas. Il responsabile del centro è stato immediatamente sospeso ed è stata anche aperta un'inchiesta amministrativa interna». «È una vicenda che prendiamo molto seriamente», ha aggiunto un inquirente dell'antiterrorismo. 18 luglio 2008 http://www.corriere.it/esteri/08_luglio_18/esplosivo_rubato_fran cia_4a63049a-550c-11dd-92de-00144f02aabc.shtml 22 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI
  • 23. 2. Per "esplosivo" si intende: a) i) una sostanza o un preparato che crea un pericolo di esplosione per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti di ignizione (frase che descrive il rischio R2); ii) sostanza pirotecnica: una sostanza (o una miscela di sostanze) destinata a produrre un effetto calorifico, luminoso, sonoro, gassoso o fumogeno e una combinazione di tali effetti grazie a reazioni chimiche esotermiche automantenute non detonanti; o iii) una sostanza o preparato esplosivo o pirotecnico contenuto in oggetti. b) una sostanza o un preparato che crea un pericolo gravissimo di esplosione per effetto di urto, attrito, fiamma o altre fonti di ignizione (frase che descrive il rischio R3). III FASE – ANALISI QUALITATIVA dei RISCHI RISCHIO INCENDIO e PIANO di EMERGENZA DPR 151/11, ALLEGATO I (di cui all'articolo 2, comma 2) ELENCO DELLE ATTIVITÀ SOGGETTE ALLE VISITE E AI CONTROLLI DI PREVENZIONE INCENDI Per il D.Lvo 17.8.99 n.334 (Seveso bis) “attuazione della Direttiva 96/82/CE relativa al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose” introduce: - Depositi di sostanze esplosive con quantità pari o superiori a 10t (se le sostanze rientrano nella definizione della nota 2 a. della norma) o 50t (se le sostanze rientrano nella definizione della nota 2 b. della norma) F 8 23 SEMINARIOAREATECNICA“DemolizioneeSicurezza” Ing.MarcoLUCIDI