Silvestro e Antonella Paluzzi, Direttori della Scuola di Formazione, Ricerca e Counselling psicologico Outdoor Setting di Roma, hanno condotto un ritiro di due giorni a Poggio a Caiano, vicino Firenze, alle coppie sterili partecipanti, insieme a D. Paolo Anfuso, Alessio e Lucia Della Bella e Lorenzo e Paola Franchini. Al ritiro hanno offerto il loro contributo di riflessione al tema alcuni amici e professionisti, prima di tutto testimoni con la loro stessa vita di quanto da loro presentato nelle comunicazioni scientifiche. Nello stile della formazione integrale che viene proposta dai coniugi Paluzzi per la pastorale, con l'ausilio degli strumenti psicologici e in un orizzonte di fede, Silvestro Paluzzi ha tenuto la catechesi 'drammatizzata' mediante il modulo da loro ideato dei 'nodi esistenziali', ferite della storia personale, usando la metafora della corda e dei nodi, terminata con un kerigma sul piano esistenziale della sofferenza.
Nella mattinata dello stesso giorno i coniugi Paluzzi, avevano aperto la giornata con la preghiera e un'attività di tipo psicocorporeo, portando tutti i partecipanti fuori dell'aula (outdoor setting), nel parco dell'Hotel, invitando a svolgere un'attività di coppia con delle palline colorate lanciate l'un l'altro, in modi di lancio sempre più attenti a vivere in coppia l'attenzione e la delicatezza della relazione e dell'ascolto, metafora della relazione di coppia dove l'altro è Cristo. I formatori Paluzzi, hanno concluso il pomeriggio di domenica con il modulo delle ri-decisioni (versione indoor del crinale) chiamando a fare esperienza, qui e ora, nel kairos temporale, una coppia volontaria presente, offrendo loro di sperimentare l'uscita dall'impasse psicologico di coppia e ri-decidere oggi, sul 'crinale', con Cristo, in termini di desideri e progettualità di coppia ciò che considerano bene per loro, per il prossimo futuro, riscoprendo e affidando tutto alla volontà di Dio su di loro, e al confronto e alla verifica tra alcuni mesi con noi nella condivisione di un'altra opportunità residenziale.
1. Redazione: Via de’Pucci 2
50122 Firenze
tel. 055 277661
firenze@toscanaoggi.it
Notiziario locale
Direttore responsabile
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano
Riccardo Bigi
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
11 ottobre 2015
NOTIZIARIO DELLA DIOCESI DI FIRENZE
i priviamo di un fratello che ha dato tanto alla Chiesa di Firenze. Lo sento
come un amico, quindi mi dispiace un po’, ma sono contento per la Chie-
sa, e per una diocesi toscana che soffriva da tempo per la mancanza di un Pasto-
re. Lo accompagniamo con tutta la nostra preghiera e il nostro affetto». Così il
cardinale Giuseppe Betori ha annunciato la nomina di padre Giovanni Roncari,
che il Papa ha chiamato a guidare la diocesi di Pitigliano-Sovana-Orbetello.
Da due anni padre Roncari era Vicario episcopale per il clero, dopo essere stato
per lungo tempo Vicario per i laici e assistente della Consulta delle agregazioni
laicali. Per molti anni ha anche insegnato Storia della Chiesa alla Facoltà teolo-
gica dell’Italia centrale.
Nel fascicolo regionale a pagina 9
C«
Padre Giovanni Roncari
nominato vescovo di Pitigliano
L’ANNUNCIO .
Cosa ci manca?
in quando l’uomo conta solo su di sé, sulla propria capacità di fare o di lasciare (cf
Mc 10,17-30), qualsiasi richiesta delVangelo apparirà troppo esigente; per questo
mancano scelte definitive, mentre abbondano fallimenti e divisioni. Ogni tipo di
ricchezza, che venga considerata come elemento costitutivo della persona, come
condizione di autosufficienza, come possesso irrinunciabile, diventa una pericolosa
interferenza con una sequela radicale e incondizionata. Se invece la leva della risposta
è la capacità di accoglienza dell’amore misericordioso di Gesù, tutto diventa possibile,
anche che un ricco entri nel Regno di Dio. Si tratta di saper fissare lo sguardo non
tanto su ciò che c’è da lasciare, ma piuttosto su chi ci chiama, su ciò che ci viene
offerto e davvero manca al «vuoto troppo pieno della nostra esistenza» (A. Pronzato):
la gioia di donare la vita a Dio e ai nostri fratelli, la grazia di saper anche soffrire per
loro. Solo allora scopriamo, con grande stupore e commozione, che il Regno di Dio è
già presente e che è anche molto più grande e più bello di ciò che abbiamo lasciato e
sperato di trovare, perché al nostro tutto manca sempre qualcosa (cf Mc 10,28).
sorella.costanza@apostoleconsolata.it
F
MINUZZOLI
di pane
di Costanza Pagliai
Aspettando il Papa:
«Pronti ad accoglierlo»
l Convegno ecclesia-
le nazionale e la vi-
sita del Papa sono even-
ti straordinari, non solo
per i credenti. C’è da fa-
re un lavoro molto serio
perché questo evento
non produca disagi ma
sia ricordato come una
grande festa, un mo-
mento di riflessione e di
gioia». Così il sindaco
Dario Nardella racconta
come la città si sta pre-
parando all’appunta-
mento di novembre. «È
giusto - dice - che la città
si faccia trovare bella per
la visita del Papa: penso
che eventi come questo
ci debbano spronare a
trovare il volto autenti-
co della città, tutelarlo,
promuoverlo».
Alle pagine IV e V
I«
Nel fascicolo regionale a pagina 3
Eidetenuticostruiranno
l’altareperlaMessaalloStadio
■ L’INIZIATIVA Sabato 17 la Messa in Santo Spirito e il concerto deiThe Sun in piazza
In Oltrarno arriva la Missione giovani:
dal 10 ottobre al via #liberiperamare
na Chiesa giovane in
uscita verso i giovani:
ecco l’idea che sta alla
base della missione
#liberiperamare che avrà luogo in
Oltrarno dal 10 al 18 ottobre.
Preparata e sostenuta dalla
preghiera dei monasteri di
clausura, coordinata dal Centro
Diocesano di Pastorale Giovanile
con la collaborazione dei Frati
Minori della Provincia Toscana,
dei Padri Agostiniani e delle
Sentinelle del Mattino di Pasqua,
propone ai giovani che hanno
dato la disponibilità come
«missionari» (rinunciando per
una settimana alle loro
comodità) di andare incontro ai
loro coetanei, per mettersi in loro
ascolto, instaurare con loro un
dialogo e confrontarsi sui grandi
temi della vita e sulla fede.
Saranno inviati dalla Chiesa di
Firenze, nella persona del Vicario
Generale, mons. Andrea
Bellandi, per una esperienza di
prossimità, per la costruzione di
ponti tra il continente giovani e il
continente Chiesa, che danno
spesso l’impressione allontanarsi
sempre di più l’uno dall’altro.
Senza la pretesa di convertire
qualcuno, ma con la certezza che
l’incontro con Gesù porta luce e
bellezza nella vita di una
persona, luce e bellezza che non
vanno tenute nascoste, ma
giocate nell’ascolto e nella testimonianza.
La missione si svolge in un tempo denso
di attese: per il Convegno Nazionale
Ecclesiale, che vedrà la Chiesa italiana
interrogarsi, a Firenze, sull’uomo nuovo in
Gesù Cristo e, per il Giubileo straordinario
della Misericordia, che i giovani
celebreranno in maniera molto intensa a
Cracovia con Papa Francesco durante la
U
XXXI Giornata Mondiale della Gioventù. I
missionari incontreranno gli studenti
delle classi di alcuni istituti scolastici, nelle
ore di religione, andranno a due a due
nelle strade e nei luoghi di ritrovo dei
giovani per incontrarli, si esibiranno nei
flash-mob in luoghi significativi di
Firenze, animeranno le Messe e alcuni
momenti di preghiera nelle chiese di S.
Felicita e di S. Spirito, inviteranno
i loro coetanei a serate di
testimonianza e catechesi e al
gran finale, sabato 17 ottobre, con
la Messa presieduta
dall’Arcivescovo nella basilica di
S. Spirito (alle ore 19) ed il
concerto del gruppo rock The Sun
in piazza (alle 21.30). Con un
solo grande desiderio: che
quell’Amore che li ha toccati e li
ha resi liberi possa trasmettersi
per contagio di gioia e rendere
altri giovani #liberiperamare!
IL LOGO
Il logo della missione (ideato da
Teresa Santoni) rappresenta un
hashtag, il simbolo del linguaggio
dei giovani, sempre in rete e
sempre connessi. Una rete di
relazioni che, illuminata dalla
Croce di Gesù, può e deve
trasformarsi in una rete di amore, il
«luogo» in cui ogni persona è chiamata a
giocare la propria libertà per l’altro.
SUI SOCIAL
La missione può essere seguita su
Facebook
(www.facebook.com/liberiperamare) e su
Twitter (twitter.com/liberiperamare)
Il cardinale Dalla Costa,
esempio di umanesimo
nella disumanità
della Guerra
DI GIOVANNI PALLANTI
l cardinale Elia Dalla Costa verrà
ricordato in uno dei trenta incontri
promossi dalla Arcidiocesi di
Firenze il prossimo 12 novembre in occasione del Convegno
Ecclesiale Italiano che si svolgerà nella città del Fiore. Questo
incontro sarà introdotto dal Cardinale Silvano Piovanelli. Ma
chi era il cardinale Elia Angelo Dalla Costa, nato a VillaVerla il
14 maggio 1872 e morto a Firenze il 22 dicembre 1961?
Dopo essere stato arciprete di Schio (Vicenza) dal 1910 al
1922 fu nominato il 25 maggio 1923 da Papa Pio XI vescovo
di Padova. Sempre Pio XI il 19 dicembre 1931 lo fece
Arcivescovo di Firenze e lo creò cardinale del titolo di San
Marco nel concistoro del 13 marzo 1933. Con Pio XI il
cardinale dalla Costa ebbe un unione di intenti che lo fece
diventare il più solerte interprete nel magistero papale di quel
tempo. Pio XI,infatti, fu un difensore dei popoli contro le
tirannidi che hanno attraversato la storia del diciannovesimo
secolo. Fondamentali furono le sue encicliche: «Non abbiamo
bisogno» del 29 giugno 1931 e «Mit Brennender Sorge» contro il
paganesimo del nazismo Hitleriano. Pio XI annunciò al
mondo che il comunismo, il nazismo e il fascismo erano
avversari del popolo di Dio e della libertà delle Nazioni.
Quando si apprestava a firmare l’enciclica contro il fascismo
italiano nel decimo anniversario della firma dei patti
lateranensi morì il 10 febbraio 1939. Il giorno dopo avrebbe
dovuto firmare l’enciclica contro i fascisti che tentavano di
annettersi il prestigio della Chiesa cattolica al regime.
Moltissimi vescovi italiani erano sostenitori diretti o indiretti
di Mussolini.
Il Cardinale Dalla Costa era tra i pochi d’accordo con Pio XI.
Quando Hitler venne in Italia nel 1938 e visitò Roma e
Firenze accompagnato da Benito Mussolini Pio XI chiuse il
Vaticano e si ritirò a Castelgandolfo e il cardinale Dalla Costa
sbarrò il palazzo dell’arcivescovo di Firenze.
Quando Pio XI morì intorno al suo letto c’era il vice archiatra
ponteficio dott. Petacci padre della famosa Claretta Petacci
intima amica di Benito Mussolini.
Il cardinale Dalla Costa durante la seconda guerra mondiale
organizzò una rete di protezione per salvare la vita agli ebrei
perseguitati dal nazifascismo con la collaborazione di
sacerdoti e laici fiorentini tra i quali Mons. Leto Casini e il
grande campione ciclista Gino Bartali. Tutti e tre decorati dal
museo dell’olocausto di Gerusalemme con titolo di «Giusti tra
le Nazioni» .
Il cardinale Dalla Costa è stato uno dei più grandi vescovi
italiani di tutti i tempi ed è aperta la sua causa di
beatificazione.
I
■ L’INTERVISTA Il sindaco Dario Nardella racconta l’attesa della città
IL RICORDO . ........
2. FIRENZETOSCANA OGGI
11 ottobre 2015II
Vita
DIOCESANA
AGENDA
DEL CARDINALE
omenica 11 ottobre: ingresso del
parroco don Luca Carnasciali a
San Vincenzo a Torri. In Cattedrale,
ordinazioni presbiterali e diaconali.
Lunedì 12 ottobre: in San Lorenzo,
Messa di inzio anno scolastico per le
scuole cattoliche.
Martedì 13 ottobre: Consiglio
diocesano per gli affari economici
Mercoledì 14 ottobre: alla Facoltà
teologica dell’Italia centrale, Messa
per l’inizio dell’Anno accademico.
Riunione del Comitato organizzatore
del Convegno ecclesiale.
Giovedì 15 ottobre: udienze. Nella
chiesa di San Paolino, Messa con i
Carmelitani Scalzi nel 5° centenario
della nascita di Santa Teresa d’Avila.
Venerdì 16 ottobre: udienze. A San
Grevasio e Protasio, Messa per
l’ingresso di don Alessandro
Berlincioni.
Sabato 17 ottobre: in Santa Maria
Novella (Cappella Gondi) Messa
nella festa di San Luca per
l’anniversario della posa della prima
pietra della basilica. In Santissima
Annunziata (cappella degli artisti)
Messa nella festa di San Luca. In
Santo Spirito, incontro con i
Missionari e Messa conclusiva della
Missione Giovani.
Domenica 18 ottobre: a Santa Maria a
Peretola Messa e Cresime.
Corso per catechisti:
«Educare alla gratuità»
abato 10 ottobre alle 16,30 presso
la Parrocchia del Preziosissimo
Sangue, via Boccherini 23 Firenze, si
svolge l’ultimo incontro del corso di
formazione per catechisti organizzato
dall’Ufficio catechistico diocesano.
Guiderà l’incontro don Fabio Marella,
vicedirettore della Caritas diocesana,
che affronterà il tema «Educare alla
gratuità». L’obiettivo è aiutare i
catechisti a confrontarsi con questa
dimensione essenziale della catechesi
che è la carità vissuta. La narrazione
di una vita, resa nuova dalla
esperienza della gratuità, diventa la
forma più alta e convincente di
catechesi. Per questo don Fabio
Marella sarà accompagnato da
Francesco Vedele, responsabile della
casa «Il Samaritano». Questa accoglie
uomini in condizioni di disagio
sociale con problematiche legate al
«mondo» del carcere. La casa può
accogliere 14 uomini ed è aperta tutto
l’anno.
In più da circa un anno, grazie a
Francesco, è nata un’altra esperienza.
La Caritas ha cominciato a seguire le
persone messe alla prova: cioè
persone che hanno commesso un
reato e per evitare la detenzione
decidono di svolgere un servizio di
volontariato. Attualmente sono
accolte oltre 40 persone che svolgono
volontariato in queste strutture.
Ovviamente questa non è
un’esperienza che possa essere
riprodotta in tutte le situazioni, ciò
nonostante però, costituisce un
esempio di come l’incontro con Gesù
possa determinare iniziative capaci di
assumere i grandi problemi in cui si
dibatte la nostra società e gettare
realmente i semi di una nuova
umanità. La catechesi non può essere
solo apprendimento teorico, ma deve
diventare esperienza viva della
Presenza del Signore che, attraverso il
miracolo della carità, costruisce
persone nuove, rapporti nuovi e una
nuova società.
S
D
DI STEFANO LICCIOLI
ono sette i giovani della Comunità del
Seminario di Firenze che domenica 11
ottobre vengono ordinati diaconi nella
Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
Dario Chiapetti, classe 1982, originario
della parrocchia di S. Ippolito a Bibbiena
(Arezzo) ed una laurea in architettura. Ha
svolto servizio nelle parrocchie di Santi
Pietro e Lucia a Tavarnelle, San Martino a
Gangalandi e, attualmente, è a San Michele
a San Salvi.
Francesco Vannini, nato nel 1986, proviene
dalla parrocchia di S. Giovanni Battista a
Firenzuola. Una laurea triennale in
ingegneria gestionale, da seminarista ha
svolto servizio a San Frediano in Cestello,
all’Immacolata Concezione alla Ginestra
Fiorentina, a Santa Felicita ed ora presso
l’unità pastorale di Vicchio di Mugello.
Francesco Vita, anno di nascita 1985, è
originario della parrocchia di S. Antonio da
Padova al Romito. Ha lavorato in banca poi
l’ingresso in Seminario ed il servizio nelle
parrocchie di S. Stefano a Campi, S. Pietro a
Careggi, Regina della Pace ed attualmente a
S. Tommaso a Certaldo.
Provengono dal Kerala (India) gli altri
quattro seminaristi. Jomesh Xavier e Jithin
Baby Vallarkattil, entrambi del 1989, sono
dell’Arcidiocesi di Kottayam, mentre Lijo
Peter Kannoth (1985) e Jomy Padanilath
(1986) sono dell’Arcidiocesi di Verapoly.
Jomesh, laureato in economia, ha fatto
esperienza nelle parrocchie di S. Frediano in
Cestello, S. Maria al Pignone ed ora a S.
Silvestro a Barberino.
Jithin, laureato in letteratura inglese, è stato
nelle parrocchie di S. Frediano in Cestello,
S. Pietro a Quaracchi ed attualmente a S.
Michele Arcangelo a Pontassieve.
Jomy, diplomato in ragioneria, ha svolto
servizio nella basilica di S. Lorenzo, S.
Felicita, S. Pietro a Careggi, mentre adesso è
a S. Stefano a Campi.
Infine Lijo, anche lui laureato in economia.
Due anni di servizio presso la basilica di
San Lorenzo, poi a S. Andrea a
Montespertoli ed ora alla Madre delle
Grazie all’Isolotto.
Venerdì scorso ho incontrato i sette futuri
diaconi. Con semplicità e sincerità hanno
condiviso alcuni ricordi di questi anni di
formazione.
Francesco Vita ha affermato: «È stato bello
incontrare in Seminario persone diverse da
me, ma che avevano ricevuto la mia stessa
chiamata e che probabilmente non avrei
incontrato senza questa esperienza». Dario
ha sottolineato l’importanza del servizio in
parrocchia: «Mi hanno permesso di entrare
in contatto con i problemi ordinari delle
persone, allargando i miei orizzonti». Gli ha
fatto eco Jomy: «Arrivato qui dall’India ho
trovato nella comunità degli amici, mi sono
sentito a casa. È stato molto bello il viaggio
in Terrasanta». Francesco Vannni ha
ammesso: «In questi anni ho sperimentato
che quando si lasciano sicurezze o
situazioni consolidate, il Signore dà il
centuplo in forza e serenità». Sia Jithin che
Jomesh hanno ricordato le difficoltà dei
primi momenti in Italia dovuti in particolar
modo alla lingua, ma «ci siamo sentiti
sostenuti dagli altri seminaristi». Per Lijo è
stato bello vivere in comunità, stare insieme
a persone che l’hanno aiutato a vedere le
cose da prospettive diverse.
Insieme a loro viene ordinato presbitero
don Michel Tchamgbade, classe 1984,
originario del Togo (Africa). Adesso svolge il
suo servizio nella parrocchia del S. Cuore
Campi Bisenzio, in passato è stato a S.
Maria Ausiliatrice a Novoli e S. Paolo a
Soffiano.
L’appuntamento è questa domenica alle 17
in Cattedrale. A tutti loro l’augurio di servire
sempre il Signore nella gioia.
S
Ordinazioni diaconali per sette seminaristi
Isettant’annidelleAcli:«Unapresenza
evangelizzatricenelmondodellavoro»
SanPieroinPalcosalutadonVittorio
eaccogliedonLucianoedonDavide
i è celebrato domenica scorsa a San Pie-
ro in Palco il passaggio di testimone tra
don Vittorio Menestrina, il parroco uscen-
te (nuova destinazione San Pietro a Var-
lungo), e don Luciano Marchetti che è su-
bentrato al suo posto. Insieme a lui, il vi-
cario don Davide Massi.
Durante l’omelia don Luciano ha indicato
quattro immagini (voce, volto, casa e stra-
da), una sorta di linee programmatiche per
il suo ministero a San Piero. Il cristiano
maturo, ha affermato, è colui che dice
«tocca a me», ognuno deve fare la sua par-
te.
Don Vittorio al termine della
celebrazione ha salutato quel-
li che per undici anni sono
stati i suoi parrocchiani: «La
vita è un libro di cui dobbia-
mo scrivere le pagine. Ognu-
no di voi ha scritto pagine del
mio libro ed io spero di averlo fatto con
voi. Anche se siamo più distanti continuia-
mo a sentirci uniti nel Signore».
Conclusa la Messa saluti, abbracci e qual-
che lacrima di commozione, consapevoli
però che la sequela di Gesù ci chiede di ri-
metterci sempre in cammino, di fare no-
stro l’invito del Signore: «Alzatevi, andia-
mo!».
S. L.
S
Insieme a loro anche Michel,
dal Togo, che diventa prete
e Acli fiorentina hanno
compiuto 70 anni: «Un
traguardo importante - ha
affermato il Presidente
provinciale di Firenze Mario
Ringressi - che ci spinge a
guardare al futuro con fiducia,
anche in questo periodo di
crisi».
Si è aperto così un evento di che
resterà nel ricordo dei molti
dirigenti e soci che sono
convenuti giovedì 1 ottobre al
Teatro di Cestello per festeggiare
il compleanno delle Acli
fiorentine, che ebbero Giorgio
La Pira come loro primo
presidente.
Il grande compito
dell’associazione è stato
tracciato dal presidente
nazionale Gianni Bottalico il
quale ha sottolineato che
questo anniversario è , al
contempo, un bel risultato un
forte impegno e una grande
responsabilità perché si parla di
uomini e donne che hanno
lavorato per rinnovare il nostro
paese. Il Presidente provinciale
Mario Ringressi, dopo il
pensiero religioso dell’Assistente
ecclesiastico Don Alberto
Campaioli, ha espresso la
soddisfazione per la situazione
di crescita delle Acli fiorentine.
«È stato un lungo percorso -ha
detto Ringressi - quello che ha
portato a ricostruire il tessuto
vivo dell’associazione dopo la
scissione degli anni ’70. Adesso
L
siamo in una fase di crescita
quantitativa e qualitativa». A
Firenze, ha aggiunto,
«intendiamo continuare ad
essere una presenza
evangelizzatrice nel mondo del
lavoro e nella società, pronti ad
affrontare le nuove sfide che i
cambiamenti ci richiedono».
Sono intervenuti anche il
sindaco Dario Nardella,
l’assessore regionale alla sanità e
al welfare Stefania Saccardi e
l’assessore comunale Sara
Funaro, che hanno sottolineato
il ruolo delle Acli sulle politiche
sociali, a sostegno del persone
più fragili, fornendo supporto e
aiuto con i loro servizi e con
numerose iniziative.
Gabriele Parenti e Rosetta
Battista hanno ripercorso con
letture e commenti i vari periodi
della storia delle Acli fiorentine
dalle origini agli anni della
scissione e poi dalla nuova
crescita, negli anni 80 e 90, fino
ai giorni nostri. Le letture sono
state intervallate da inserti
video con interviste al card.
Silvano Piovanelli e agli ex
presidenti delle Acli fiorentine,
a cominciare a Vittorio Nardini
che ha guidato l’associazione
per 15 anni ed è stato
protagonista del rilancio
dell’associazione. E’ stato inoltre
proiettato un video tratto dal
reportage «La Pira, l’uomo che
ha saputo guardare oltre» nel
quale si parla, appunto dello
stretto rapporto tra La Pira e le
Acli delle origini.
All’attualità faranno riferimento
le relazioni di Francesco
Potestio, vice- presidente Acli
Firenze e di Sefano Vasarri
Direttore Caf Acli.
Don Giovanni Momigli
responsabile diocesano della
Pastorale sociale. ha detto di
tenere centralità di Cristo per
evitare l’autoreferenzialità, per
uscire incontro alla gente,
incontro ai bisogni vecchi e
nuovi soprattutto alle nuove
emergenze e ciò vuol dire
anche de-centrarsi essere per gli
altri incentrarsi non su elementi
astratti ma sui volti delle
persone. Don Momigli ha fatto
poi riferimento al tema cruciale
del lavoro che deve essere visto
anche creativamente in quanto
non basta parlare di tutela del
lavoro ma bisogna rigenerarlo e
generarlo.
L’intervento di Giovanni
Bianchi presidente nazionale
Acli degli anni ’90 , che ha dato
forte impulso al rilancio ha
parlato si è soffermato non solo
sulle vicende storiche sulle delle
prospettive future
dell’associazione.
Lunedì 12 ottobre in San Lorenzo
la Messa per le scuole cattoliche
n appuntamento atteso per le Scuole cattoliche la
celebrazione eucaristica per l’inizio del nuovo anno
scolastico: quest’anno si svolgerà lunedì 12 ottobre alle
ore 10,30 nella Basilica di San Lorenzo e presieduta dal
Cardinale Giuseppe Betori; sono attesi tanti alunni con i
loro docenti, genitori e famiglie. All’organizzazione
hanno contribuito anche le Associazioni della Scuola
Fidae, Fism e Agesc. Tra gli altri concelebreranno il Padre
Franco Graiff Rettore dell’Istituto degli Scolopi e Don
Adriano Bregolin Direttore dell’Istituto Salesiano
dell’Immacolata
In risposta all’invito del Papa le scuole raccoglieranno
offerte da consegnare all’Arcivescovo per una borsa di
studio a un bambino immigrato e per questo in fondo
alla Chiesa ci sarà una scatola per la raccolta che verrà
consegnata all’Arcivescovo alla fine della Messa.
U
3. FIRENZE TOSCANA OGGI
11 ottobre 2015 III
Sant’Abramo:
la Comunità
di Sant’Egidio
invita gli anziani
ome ormai di consueto la Comunità di
Sant’Egidio, insieme agli anziani della
città, festeggerà la ricorrenza di Sant’Abramo
con una Messa, sabato 10 ottobre alle ore 16,
nella Basilica della Santissima Annunziata, a
Firenze. Gli anziani custodiscono un
patrimonio di esperienza e sensibilità che può
divenire una ricchezza per costruire una città
più umana e solidale. Come ha detto papa
Francesco: «La vecchiaia è un tempo di grazia,
nel quale il Signore ci chiama a custodire e
trasmettere la fede, ci chiama a pregare,
specialmente a intercedere; ci chiama ad essere
vicino a chi ha bisogno. Questi fratelli anziani
che hanno fede, anche nelle prove più difficili,
sono come alberi che continuano a portare
frutto». L’invito è rivolto anche agli anziani
che vivono nelle residenze assistite. Dopo la
celebrazione, sarà allestito un rinfresco. Si può
prendere contatto con la segreteria chiamando
Laura Pacini al numero 339.46.08.907 oppure
Marlene Prunella al numero 339.37.89.718,
per confermare modalità e presenza degli
anziani a questo evento bello e importante.
«Buio in aula»:
allo Stensen
l’educazione
diventa un film
arrivata all’undicesima edizione la rassegna
di cinema e psicanalisi «Buio in sala», curata
da Stefania Nicasi del Centro Psicanalitico di
Firenze e in programma al Cinema Stensen
(viale Don Minzoni 25) dal 16 ottobre al 13
novembre. Quest’anno la rassegna, dedicata al
mondo della scuola, cambia nome e diventa
«Buio in aula». In programma 6 film, fra cui
un evento speciale e un’anteprima nazionale.
Secondo la formula ormai consolidata, ogni
proiezione (tutti i venerdì sera alle 21) sarà
seguita dall’incontro con uno psicanalista o
psicoterapeuta che approfondirà insieme al
pubblico gli aspetti problematici della
missione educativa, a partire dalla varietà dei
modelli pedagogici mostrati nei film della
rassegna. Nei 6 lungometraggi d’autore, molti
dei quali premiati nei più famosi festival, non
si parla solo di scuola in senso stretto, ma
anche di formazione artistica-musicale, di
approccio alla disabilità e più in generale di
educazione alla vita.
Una classe multietnica è la protagonista del
primo film in programma, La classe di Laurent
Cantet (16 ottobre), Palma d’oro al Festival di
Cannes 2008, ispirato al libro autobiografico
dell’insegnante di francese François
Bégaudeau, che ne è anche l’interprete. Altri
professori dai metodi assai duri, che pongono
allo spettatore la delicata questione dei limiti
di liceità nel perseguire l’obiettivo pedagogico,
sono i protagonisti di Whiplash di Damien
Chazelle (23 ottobre), vincitore di 3 premi
Oscar, e di Class Enemy dello sloveno Rok
Bicek (6 novembre), miglior film alla
Settimana della Critica della Mostra di Venezia
2013. Nel film sloveno si parla di un lutto da
elaborare collettivamente, così come in
Monsieur Lazhar del canadese Philippe
Faiardeau (30 ottobre): il dramma di un’intera
classe di bambini, reduce dal suicidio di
un’insegnante. Chiude il ciclo il 13 novembre
il bulgaro The lesson di Kristina Grozeva e Petar
Valchanov, che il pubblico dello Stensen potrà
vedere in anticipo sull’uscita nazionale.
Un’onesta maestra di provincia impegnata a
far rispettare le regole nella sua classe, e allo
stesso tempo costretta a subire le lezioni che la
vita le impartisce a seguito di una complicata
vicenda familiare. Per completare il quadro
del percorso educativo non poteva mancare
l’università, con l’evento speciale della
rassegna, Noi siamo Francesco della regista
Guendalina Zampagni (martedì 20 ottobre),
che interverrà alla serata. Il film racconta il
passaggio all’età adulta di Francesco, un
ragazzo privo di braccia fin dalla nascita, che
scopre la capacità di rischiare e di amare.
Per informazioni www.stensen.org
Percorso di lettura
sulla «Laudato si’»
alla libreria Lef
gni terzo sabato del mese, la mattina dalle
10 alle 13 in via de’ Pucci a Firenze, presso
la libreria LEF di Giannozzo Pucci si svolgono
incontri di approfondimento sull’enciclica di
papa Francesco «Laudato si’». Un percorso di
lettura... lento e comunitario. Gli incontri
sono iniziati sabato scorso; il prossimo è
previsto per il 17 ottobre. A essere
scandagliato sarà il capitolo primo: «Quello
che sta accadendo alla nostra casa», con lettura
lenta e commenti liberi sulle primissime
pagine del documento. Una enciclica
importante - premette Giannozzo Pucci -
anche per effetti pratici e ricadute operative
tutte da costruire.
O
È
C
ono partiti in 250, dalla
diocesi di Firenze, per
partecipare alla veglia con
il Papa in piazza San
Pietro che sabato scorso ha
preceduto l’apertura del Sinodo
sulla famiglia. E da piazza San
Pietro riportano a casa
emozioni, riflessioni, pensieri,
che molti di loro hanno voluto
condividere attraverso le pagine
del nostro settimanale.
«Una esperienza forte che apre
le porte dell’anima allo Spirito.
Rimane il desiderio di
accompagnare questo
momento che si sta aprendo col
Sinodo con la preghiera perché
lo Spirito di Dio illumini
l’assemblea» scrive Donatella.
«Tante fiammelle, tante piccole
luci, tanti noi… per illuminare
la nostra famiglia, la nostra
Chiesa, il nostro mondo!
Grazie Signore per il tuo aiuto!»
è il commento di Francesca e
Vittorio. «Vedere tanto amore
allarga il cuore» aggiungono
Stefania e Giulio. Eleonora
testimonia la bellezza di una
piazza «stracolma di famiglie»;
altri due pellegrini dal Mugello
scrivono «Sentire il silenzio
orante della piazza gremita è
stato unico. Sentire la
stanchezza del Papa e avvertire
al contempo la forza e il
coraggio che trasmette, è una
potenza che arricchisce. Ci si
sente parte di un progetto
grande e si avverte il calore e la
presenza dello spirito. Si esce
dalla piazza con un entusiasmo
nel cuore e una voglia di
costruire inimmaginabile».
Benedetta, che ha 12 anni, ha
partecipato insieme alla sua
famiglia: «È stata - racconta -
S
un’esperienza bellissima ed
emozionante. Mi sono piaciute
molto le testimonianze,
soprattutto quella di una
signora malata, madre di
famiglia, che ad un certo punto
mi ha fatto piangere. Anche il
discorso di Papa Francesco non
era da meno... e poi lo spirito
che avevamo tutti quanti: uno
spirito gioioso, ma al tempo
stesso solenne. L’unica cosa
negativa è che non c’erano tanti
ragazzi della mia età: secondo
me sarebbe stata un esperienza
per "crescere" nella gioia di
stare in famiglia».
Miriam ha partecipato al
viaggio da studentessa
universitaria fuori sede e
rispetto ad altre occasioni, dice,
«l’abbraccio spirituale che ho
sentito stavolta è stato un
qualcosa in più». Questa veglia,
aggiunge, «è stata ancora di più
la conferma di quanto la
famiglia sia il vero essenziale
per il bene di ogni essere
umano».
Un «viaggio bellissimo» per le
sorelline Sara e Irene; per
Lorenzo «un grande abbraccio a
tutte le famiglie in una serata
stupenda vissuta nella Parola
del Signore».
«Andare a Roma, in Vaticano,
"dal Papa", ci dona a noi
cristiani una carica che ci aiuta a
vedere il mondo con altri occhi,
più ottimisti» scrive Lucia, che
guardando i Padri Sinodali
confida di aver pensato: «Ora
bisogna pregare per loro e
pregare tanto. So che faranno
un buon lavoro perché credo
fortemente nell’azione dello
Spirito Santo nella sua Chiesa;
ma bisogna che noi facciamo la
nostra parte e
preghiamo. Tante
persone stanno
aspettando un
atteggiamento
ancora più vicino
da parte di questa
Chiesa». A Lucia
sono piaciute
molto anche le
testimonianze
portate durante la
veglia da alcune
famiglie
«normalissime»: «Bisogna che
mettiamo sempre più famiglie
come queste sui gradini della
Chiesa, uomini e donne
normalissimi che sono fragili e
sbagliano, ma perdonano e
continuano perchè fanno parte
di questa grande famiglia; nella
quale il padre è Dio».
Stefano e Silvia condividono la
riflessione che hanno fatto sulla
famiglia: «Per tenere in piedi il
miracolo grande di un amore,
nonostante i nostri "vasi di
creta" della nostra umanità
dobbiamo vestirci di tolleranza
e misericordia». Un’esperienza
che «fa bene all’anima», per
Silvana. E padre Antonio,
parroco di S.Leone Magno,
aggiunge che esperienze come
questa offrono «la continua
scoperta che la "Chiesa è
madre" espressa nell’abbraccio
dei suoi figli intorno al
successore di Pietro».
Gianni e Silvia, Marco e Silvana,
Fabio e Elda, Donatella, Dora e
Simonetta, animatori della
pastorale familiare alla
parrocchia di Torregalli, parlano
soprattutto della speranza
cristiana che in questo nostro
tempo «ci aiuta e ci sostiene
colmando in noi i vuoti creati
dalle paure, dalle angosce, a
volte anche dalla disperazione».
Papa Francesco, scrivono, ci ha
rivelato che «la famiglia è
fabbrica di speranza» e «per una
serata Piazza San Pietro,
gremita di Famiglie, si è
trasformata in una grande
fabbrica di speranza a cielo
aperto».
«Non ho parole per esprimere
questa grande emozione che ho
vissuto con i miei tre bambini,
il mio sposo e una folla
immensa» scrive Tiziana che
racconta di aver deciso di partire
all’ultimo momento, dopo aver
visto quasi per caso il manifesto
di invito nella bacheca della sua
chiesa, a Borgo San Lorenzo.
Papa Francesco, dice, ci ha
parlato di «un amore che,
affrontando le varie difficoltà
della vita e facendosi perdono,
tenerezza, fiducia, preghiera e
assaporando la gioia che viene
dalle cose semplici, consente
alle famiglie di essere una
piccola luce che brilla nel buio
del mondo. Io in questo
momento,pur essendo una
piccola luce che zampilla nel
mondo, mi sento grande!»
ultimo fine settimana di
settembre si è svolto la
prima due giorni residenzia-
le di Famiglie di Mamre,
presso l’hotel Hermitage di
Poggio a Caiano.
L’incontro si inserisce all’in-
terno di un progetto più am-
pio. Si tratta di un percorso
pensato per venire incontro
ai bisogni di sostegno, spe-
ranza e fede della coppia di
fronte alla propria difficoltà
di generare alla vita; il pro-
getto risponde all’esortazio-
ne del Direttorio di Pastora-
le familiare che al paragrafo
13 afferma: «la comunità dei
credenti è chiamata a illuminare e sostenere
questi sposi nella sofferenza».
Proprio sentendo come un invito personale
questo passo del Direttorio, due coppie di
Pontassieve hanno cominciato ad incontrare,
nella primavera del 2012, altre famiglie che,
come loro, soffrivano per la mancata realiz-
zazione del loro desiderio di genitorialità. Da
allora ogni primavera si ripete il ciclo di in-
contri «Riscoprire la fecondità in un cammino
d’amore» (per informazioni potete contattare
Alessio, 320.0234088).
Dopo aver sperimentato la meraviglia di ac-
cogliere dei figli venuti da lontano, vedendo
nel loro arrivo un enorme atto di fiducia che
Dio Padre aveva voluto concedere loro, Ales-
sio e Lucia insieme a Lorenzo e Paola hanno
intrapreso questo cammino di condivisione
della loro esperienza, supportati dalla pre-
senza e dalla guida di don Paolo Anfuso, par-
roco di Santa Lucia alla Sala, sede negli anni
dei vari cicli di incontri fino ad ora tenuti. Al
loro fianco ci sono il professor Silvestro Pa-
luzzi e sua moglie, la dottoressa Antonella
Tropea, entrambi psicologi e psicoterapeuti,
provenienti dalla diocesi di Roma.
Dal 2012 molte famiglie sono state felici di
trovare all’interno della diocesi fiorentina un
luogo di accoglienza, nel quale poter condi-
videre la propria esperienza, talvolta doloro-
sa, ricevendo una risposta illuminata e resa
efficace dall’annuncio della Parola di Dio,
centro e cardine di tutti gli incontri.
Ai fratelli professionisti romani si sono poi
affiancati colleghi fiorentini, che hanno ac-
colto l’invito a mettere a disposizione di que-
ste coppie il loro sapere di scienziati, illumi-
nato dalla fede: questo per rispondere all’esi-
genza di creare una rete di operatori della sa-
lute che come battezzati praticano e sono te-
stimoni della fede cattolica.
Oltre a quelli dei coniugi Paluzzi, durante
questi due giorni, si sono alternati i contribu-
ti di Maria Novella Sciarra, ginecologa, Valfrè
Franchini, pediatra, Sara Bartoli, psicologa,
Alessandro Papini, andrologo giunto da
Arezzo, e Maria Chiara Franchini, biologa.
Hanno partecipato in tutto tredici coppie,
non solo fiorentine.
A proposito di questa «due giorni», Enzo e
Simonetta affermano: «Per il nostro matri-
monio è stato un essere davvero toccati dalla
Grazia di Dio. Grazia che è passata dalle ma-
ni di sposi e professionisti che ci hanno ac-
compagnato per un sentiero nel quale ci era-
vamo un po’ smarriti. Sì, smarriti nella soffe-
renza di rendersi conto di essere coppia “ste-
rile” con una impossibilità fisica a genera-
re…e lì tutto si era fermato, per noi sposi da
soli tre anni. Grazie a coppie che ci hanno ac-
colto e hanno avuto la pazienza di prenderci
per mano, coppie che già avevano vissuto
proprio ciò che noi stiamo vivendo, abbiamo
trovato il coraggio di esternare questo nostro
dolore e per la prima volta non ci siamo sen-
titi “mosche bianche” abbandonate e sole,
chiusi nella nostra “vergogna”. Ci siamo dav-
vero sentiti risanati e riempiti di nuove pro-
spettive sia a livello psicologico, umano, spi-
rituale».
Anche Maurizio ed Elisa, che hanno due
bambini in affidamento, hanno condiviso la
loro preziosa esperienza
di accoglienza, che può
spesso incontrare degli
ostacoli difficili da affron-
tare nella solitudine. Do-
po aver partecipato al riti-
ro di sabato e domenica,
affermano di rientrare nel
loro quotidiano «pieni di
gioia: sentiamo di aver ri-
cevuto forze per continua-
re il progetto di affido con
rinnovate energie ed entu-
siasmo».
Questa gioia si legge an-
che nel volto degli altri
partecipanti. A Valeria e
Giuseppe, che vivono a
Milano, è stato chiesto spiegare cosa spinge
una coppia ad affrontare un viaggio di tre-
cento chilometri per incontrare ed ascoltare
degli sconosciuti. Loro rispondono dicendo
che sono stati attratti dalla «luce intravista in
un messaggio di persone che ti invitano a
condividere un dolore. Anzi, a gioire di un
dolore». Affermano che, anche se sembra pa-
radossale, «c’è della gente così pazza da voler
condividere con altri la gioia che è scaturita
da un percorso di dolore. Una croce che, nel-
la luce di Dio che ci ama, non può che trasfi-
gurarsi».
Nel sostenere le coppie coniugate che incon-
trano problemi di sterilità, a Mamre si opera,
con l’aiuto della Grazia, anche per renderle
testimoni, ossia metterle in grado di rispon-
dere all’esigenza della Chiesa e della società
civile sul territorio e nei contesti ecclesiastici
per essere sfida di fronte alla dilagante men-
talità anti-life.
La residenzialità di Poggio a Caiano vuole
quindi integrare il ciclo di incontri annuali di
Famiglie di Mamre. Sulla scia del cammino
che la Chiesa italiana ha percorso dal Conci-
lio Vaticano II ad oggi, viene promosso un
concreto contributo per il servizio alla fami-
glia: «anche quando la procreazione non è
possibile, non per questo la vita coniugale
perde il suo valore (…) si tratta di invitare
queste coppie ad allargare il loro amore al di
là dei vincoli della carne e del sangue e a ren-
dere altri servizi importanti alla vita delle per-
sone umane, quali ad esempio l’adozione, le
varie forme di opere educative» (Direttorio pa-
storale familiare, 113).
’L
Selacoppiasenzafigliscopreun’altrafecondità
■ IL PERCORSO Sichiama«FamigliediMamre»:cosìun’esperienzadolorosadiventafonted’amore
ARomaperdire
quantoèbellalafamiglia
DaFirenzein350allavegliainpiazzaSanPietro
4. FIRENZETOSCANA OGGI
11 ottobre 2015IV
DI RICCARDO BIGI
tiamo lavorando con
impegno perché Firenze
sia pronta ad accogliere
il Papa e ad ascoltare il
suo messaggio, che è la cosa a cui
teniamo di più». Il sindaco di
Firenze Dario Nardella, ospite
nella redazione di Toscana Oggi, ci
racconta l’attesa che la città sta
vivendo per il Convegno ecclesiale
nazionale di novembre.
Come si sta preparando Firenze a
questo appuntamento?
«L’attesa da parte della città è
molto sentita. Il Convegno
ecclesiale nazionale e la visita del
Papa sono eventi straordinari, non
solo per i credenti. Dal punto di
vista organizzativo l’impegno non
sarà facile, perché noi vogliamo
garantire a tutti i cittadini e a
coloro che verranno da tutta la
Toscana e da tutta Italia le migliori
condizioni possibili dal punto di
vista dei trasporti, della logistica,
dei pernottamenti, dei servizi.
Abbiamo costituito una task force
a Palazzo Vecchio che dialoga con
la Diocesi per tutto quello che è
l’aspetto organizzativo.
Ovviamente non facciamo
allarmismi però c’è da fare un
lavoro molto serio perché questo
evento non produca disagi ma sia
ricordato come una grande festa,
un momento di riflessione e di
gioia».
Dal Duomo allo
Stadio, il Papa
attraverserà una
parte della città: un
tragitto lungo il
quale tutti i
fiorentini potranno
seguire il suo
passaggio e fare
festa…
«È molto bello che il
Papa, nonostante la
sua presenza a
Firenze sia legata al
Convegno ecclesiale
nazionale, abbia voluto comunque
rendere omaggio alla città e alla
nostra comunità, facendo anche
questo percorso all’interno della
città. Dal punto di vista delle
difficoltà che questo potrebbe
creare, abbiamo già avuto a Firenze
manifestazioni con alte
concentrazioni di persone: siamo
in grado di gestire questo tipo di
occasioni. Dovremo mettere a
frutto tutta l’esperienza che
abbiamo maturato, con una dose
di attenzione aggiuntiva perché è
un evento ancor più eccezionale e
porterà probabilmente un numero
davvero elevato di persone».
Il Comune ha voluto
approfondire anche quelli che
saranno i contenuti del Convegno
ecclesiale nazionale, affrontando
il tema del nuovo umanesimo
attraverso alcuni incontri intorno
a questioni molto concrete: il
lavoro, la famiglia, le
migrazioni…
«Sì, abbiamo voluto accompagnare
questo percorso di preparazione
alla visita del Papa con una serie di
approfondimenti, perché Firenze
possa reagire con grande
partecipazione, perché la città si
senta protagonista. Per questo
abbiamo organizzato questi
appuntamenti che hanno
coinvolto uomini di Chiesa e laici,
riflettendo su temi quotidiani,
poiché questo Papa è molto legato
a temi quotidiani e alla realtà
dell’uomo. Quello del nuovo
umanesimo non è soltanto un
argomento filosofico ma è un tema
che ha una forte implicazione sulla
vita, gli interessi, i bisogni di
ciascuno di noi. Per questo la città
ha voluto proporre dei momenti di
riflessione che la rendano pronta
ad accogliere il Papa e ad ascoltare
il suo messaggio, che è la cosa a cui
teniamo di più».
Firenze si sta facendo bella per il
Convegno: presto sarà svelato il
Battistero restaurato, sarà aperto
il nuovo Museo del Duomo… Ma
il volto, l’immagine di Firenze
dipende anche da altri fattori. A
novembre scadono le
convenzioni per l’uso del suolo
pubblico da parte di bar e
ristoranti: ci saranno nuove
regole sui dehors. Poi c’è il
tentativo di tenere Mc Donald’s
fuori da piazza
Duomo e di
limitare il
proliferare dei
minimarket che
vendono alcolici.
Come sta
cambiando il volto
di Firenze? Il
Comune sta
tentando di salvare
l’identità di questa
città, di tutelarne la
bellezza e il
decoro: A che
punto siamo con questo lavoro?
«Da un lato è giusto che la città si
faccia trovare bella per la visita del
Papa; dall’altro lato penso che
eventi come questo ci debbano
spronare a trovare il volto
autentico della città, tutelarlo,
promuoverlo. In questo senso il
commercio svolge un ruolo
decisivo su un obiettivo del genere.
Noi abbiamo delle leggi che non
aiutano, c’è una completa
deregulation sul commercio e per
questo assistiamo all’apertura dei
minimarket e simili».
Non è facile regimentare queste
cose…
«Esatto. Utilizzeremo la leva della
tutela del patrimonio culturale per
salvaguardare anche la qualità del
commercio».
Ci sono invece anche dei luoghi,
penso alla stazione di Santa
Maria Novella, dove l’apertura di
nuovi esercizi commerciali è stata
presentata proprio come
occasione per ridare vita a certi
spazi.
«Sì, c’è anche questo: il commercio
può servire anche come risposta al
degrado. Anche se si deve fare
attenzione, a volte si
confonde la povertà
o la disperazione
delle persone con
un degrado
fastidioso. Io penso
che su questo si deve
essere chiari, non è
che la povertà si
cancella mettendo la
polvere sotto il
tappeto. La povertà
fa parte della nostra
comunità, quando
vediamo persone
bisognose nella
nostra città non possiamo
abbandonarci a reazioni di
intolleranza o di fastidio.
Dobbiamo saper distinguere
quella che è una battaglia per la
legalità e per la sicurezza dei
cittadini che noi facciamo, e quello
che invece è un grande valore per
la nostra comunità e per la storia
di Firenze, che è il valore
dell’accoglienza verso chi ha
bisogno».
In questo senso possiamo dire
che sull’accoglienza dei profughi
Firenze, grazie anche all’apporto
dell’associazionismo e del
volontariato, sta facendo la sua
parte?
«Proprio così. Abbiamo strutture
preposte ad accogliere i richiedenti
asilo e stiamo facendo la nostra
parte. Accogliere i profughi è
importante perché è un atto di
umanità, e poi perché lo prevede la
legge ed è un nostro dovere».
I nuovi appalti sulla gestione
delle mense per i poveri però
hanno messo in difficoltà alcune
esperienze storiche, come le
mense gestite dalla Caritas. Cosa
risponde?
«Noi abbiamo favorito un modello
che sta trovando una risposta
importante anche nelle parrocchie:
non solo due o tre grandi mense
concentrate ma un sistema diffuso
di mense, che fa leva su una rete
che comprende anche alcune
parrocchie. Il nostro rapporto con
le organizzazioni che gestiscono le
mense per i poveri in città è molto
buono. Purtroppo abbiamo
dovuto razionalizzare le spese, e
quindi anche i contributi, a causa
di restrizioni di bilancio, senza
però mettere a rischio la garanzia
di questo servizio e di questa
opportunità per le persone che
hanno bisogno».
Prima del Convegno ecclesiale
nazionale, a novembre ci sarà a
Firenze anche il raduno dei
sindaci del mondo per parlare di
pace. Un’iniziativa nel segno delle
iniziative promosse da Giorgio La
Pira cinquant’anni fa. Oggi i
tempi però sono diversi: secondo
lei c’è ancora spazio per una
diplomazia che nasce dalle città?
«Ne sono convinto, c’è spazio
perché il messaggio di La Pira è
quanto mai attuale.
Guardiamoci
intorno, guardiamo
quello che l’Isis sta
provocando in
termini di terrore,
guardiamo alle
tensioni tra i paesi
dell’Est. Io penso
che le città e i
sindaci che le
rappresentano
possano unirsi in un
messaggio di pace,
di collaborazione.
Perché come diceva
La Pira, i regni passano ma le città
restano: e le città sono i luoghi in
cui si costruisce un vero modello
di comunità».
La Pira diceva anche che un
sindaco deve occuparsi di pace
nel mondo, ma anche delle
lampadine dei lampioni:
parliamo un po’ allora anche di
«lampadine». Nei mesi scorsi ci
sono state proteste da alcune
mamme per l’inserimento di
cooperative nella gestione delle
scuole materne. Come stanno
andando questi primi giorni di
scuola?
«Questa prima fase sta andando
molto bene, contrariamente ai
pregiudizi da parte di alcuni verso
questa scelta dell’amministrazione,
soprattutto di alcuni sindacati. Noi
abbiamo puntato su un aspetto: il
valore dell’educazione e la volontà
di mantenere gratuito per i nostri
cittadini un servizio come le scuole
materne. Per far questo abbiamo
aperto alcune scuole, solo nel
pomeriggio, ad una collaborazione
con il privato sociale. Il privato
sociale significa imprese che non
puntano solo a far profitto ma
sono impegnate nel settore dei
servizi al cittadino. Il Comune
rimane garante con un compito di
indirizzo e controllo. Del resto la
nostra Costituzione pone il
principio della sussidiarietà, che
significa collaborazione tra
pubblico e privato per un fine
comune che è l’interesse
pubblico».
Le statistiche ci dicono che
Firenze invecchia, che i
matrimoni (sia religiosi che civili)
diminuiscono, che nascono pochi
bambini, che i giovani se ne
vanno. Come si può reagire a
questo fenomeno? Noi in passato
l’abbiamo anche criticata per le
scelte del Comune su unioni
civili, su matrimoni omosessuali.
Stavolta vogliamo rovesciare la
questione: come si possono
S«
Inaugurata a Sollicciano
la scuola di musica
per i figli degli agenti
di polizia penitenziaria
a bellezza deve essere qualcosa
per tutti. Anche la sofferenza ha
diritto alla bellezza, perché la bellezza
fa parte della dignità della vita umana
e va garantita a tutti». Così il Cardinale
Giuseppe Betori ha introdotto l’ultima
delle iniziative dell’Associazione Onlus
«La Pasqua di Bach» (della quale egli
stesso è membro): la scuola di musica
per i figli degli agenti di polizia peni-
tenziaria presso la casa circondariale di
Sollicciano.
Fortemente sostenuta dalla stessa Di-
rettrice della Casa Circondariale, Maria
Grazia Giampiccolo, la scuola di musi-
ca si trova nei locali di Sollicciano e ha
già mosso i primi passi da un anno gra-
zie alla tenacia del maestro Mario Ruf-
fini, che con la sua «Pasqua di Bach» è
presente nella Casa Circondariale già
da anni, con varie iniziative musicali.
Ci racconta lui stesso che «Cinque anni
fa fu tenuto il primo concerto, La’Arte
della Fuga di Bach, che fu preceduto da
alcune lezioni introduttive che riusci-
rono a far diventare quasi normale l’i-
dea della fuga musicale.
L’esperienza ha avuto uno sviluppo
che si concluderà a breve nella pubbli-
cazione di un libro a fumetti (illustrato
da detenuti di varie parti d’Italia) su
questa meravigliosa opera musicale».
Certo, Ruffini ha un amore sconfinato
per Bach, che ascolta ogni giorno e che
vorrebbe far ascoltare ogni mattina, co-
me «Buongiorno» ai detenuti, con un
sistema di filodiffusione. Ma se la sua
opera musicale a Sollicciano continua
a essere fatta a livello di volontariato,
nel caso di una filodiffusione si rivolge
alle istituzioni presenti - Stefania Sac-
cardi per la Regione Toscana e Sara Fu-
naro per il Comune di Firenze - dicen-
do loro che servono finanziamenti. E
le istituzioni non si tirano indietro, an-
zi Saccardi dice che «Andrebbe rivedu-
ta la lista dei finanziamenti dati alle
iniziative per il carcere»e Funaro con-
ferma che occorre «definire una prio-
rità dei progetti e che la musica merita
un posto, visto che abbatte le barriere
delle relazioni».
I bambini potranno studiare inizial-
mente ritmica, violino, pianoforte e
chitarra, ma Mario Ruffini auspica di
fare molta musica d’Insieme, soprattut-
to coro. L’aula è spaziosa e può acco-
gliere un bel coro di bambini, che dal-
l’anno scorso sono già aumentati nel
numero degli iscritti e fanno fare al
Maestro un’interessante considerazio-
ne: se ci fossero finanziamenti potreb-
be essere occasione, questa scuola, per
dare lavoro come docenti ai giovani di-
plomati del Conservatorio.
»Non sempre i genitori possono porta-
re i figli nel posto di lavoro» dice il Pre-
fetto di Firenze, Alessio Giuffrida, che
aggiunge «Avere una scuola di musica
permette ai figli dei dipendenti di Sol-
licciano di entrare nel luogo di lavoro
dei genitori in maniera positiva e l’idea
andrebbe estesa anche ad altre realtà».
«Un ambiente come questo è un avam-
posto civile» gli fa eco Carmelo Canto-
ne, Provveditore Carceri della Regione
Toscana. Insomma una festa, allietata
dall’esecuzione dal vivo di alcune parti
della Suite n. 2 per violoncello di Bach da
parte del giovanissimo Francesco Aba-
tangelo e del Preludio e Fuga in do mino-
re dal Clavicembalo ben temperato, sem-
pre di Bach, da parte del bolognese
Tommaso Filippi, che ha concluso con
la Ballata n. 1 di Chopin, nonché dalla
presentazione del manifesto per la
Scuola realizzato da una gloria fioren-
tina: Nano Campeggi.
Donatella Righini
L«
L’INTERVISTA
«C’è da lavorare
perché questo
evento non
produca disagi ma
sia ricordato come
una grande festa,
un momento
di riflessione
e di gioia»
«È giusto che
Firenze si faccia
trovare bella;
eventi come questo
ci debbono
spronare a trovare
il volto autentico
della città,
tutelarlo,
promuoverlo»
«Così Firenze
si prepara
ad accogliere
il Papa»
IlsindacoDarioNardellaospiteinredazione
perraccontarel’attesadellacittà
5. FIRENZE TOSCANA OGGI
11 ottobre 2015 V
aiutare e sostenere le famiglie?
«Innanzitutto scommettendo sulla
famiglia come nucleo
fondamentale della città. Noi
abbiamo grandi energie impegnate
sulla scuola, abbiamo buone
scuole materne, asili nido molto
efficienti. Scommettiamo sui
bambini, e questo può dare anche
fiducia alla famiglia. Abbiamo
politiche fiscali a favore della
famiglia, con detrazioni per chi ha
figli, abbiamo politiche sociali
rivolte all’assistenza gli anziani:
nella nostra città ci sono trentamila
anziani soli, quest’anno abbiamo
promosso per loro il servizio del
pasto a domicilio, con l’aiuto
anche del volontariato. Su questo
tema non facciamo battaglie
ideologiche: anche sulla vicenda
dei matrimoni omosessuali io mi
sono distinto dai miei colleghi non
registrando questo tipo di unioni
nel registro dei matrimoni, ma
distinguendo quella che è
un’unione tra persone dello stesso
sesso, che hanno diritti legittimi,
dal matrimonio che resta il
matrimonio così come è
riconosciuto dalla Costituzione».
Abbiamo parlato molto del
centro storico: ma Firenze è
anche le sue periferie. Come
quella di Novoli e Rifredi,
interessate dai lavori per la
tramvia. Ne varrà la pena?
«Assolutamente sì. Me ne rendo
conto se guardo i risultati della
Linea 1: tutti ricordano la via crucis
dei cantieri, le diffidenze, i
comitati per il no… Oggi nessuno
rimetterebbe in discussione la
Linea 1 che significa tremila auto
in meno al giorno, centinaia di
migliaia di tonnellate di anidride
carbonica che vengono
risparmiate. Questo mi convince
del fatto che la tramvia fa bene a
Firenze e il completamento delle
Linee 2 e 3 darà una svolta a tutta
la città e in particolare a quel
quartiere che oggi deve subire i
disagi maggiori. Per questo dico
sempre: stringiamo i denti, perché
Firenze sarà più bella, più
efficiente e più pulita. Il nostro
compito è fare in modo che i lavori
proseguano secondo gli impegni
presi: i fiorentini ci possono dar
una grande mano nel sopportare i
disagi perché davvero ne varrà la
pena».
Pensiamo a un’altra periferia, una
«periferia esistenziale» come dice
Papa Francesco: quella del carcere
di Sollicciano. Anche i carcerati
aspettano la visita del Papa a
Firenze, alcuni di loro saranno
alla Messa allo Stadio. Dal nostro
settimanale abbiamo lanciato un
appello, «Luce sul carcere», per
riparare i tetti: piove nelle celle e
si potrebbero trovare i soldi
necessari per i lavori attraverso
l’istallazione di pannelli
solari. Il Comune ci
appoggia su questa idea?
«Mi sembra una bellissima
idea, possiamo subito
metterci al lavoro per capire
come possiamo supportarla
utilizzando anche le nostre
società partecipate che
operano nel settore
dell’energia. Aiuteremo
Sollicciano portando avanti
anche altri progetti già
impostati, come il
rifacimento del campo da calcio o
il supporto a una serie di servizi e
attività che stiamo discutendo con
la direzione. Non possiamo far
finta che Sollicciano non esista, o
che i detenuti non siano figli,
fratelli, cittadini che hanno
sbagliato e che stanno pagando per
i loro errori ma che non meritano
di pagare più di quello che la legge
prevede, perché vivere in
condizioni disumane non è scritto
in nessuna democrazia: e lo dico in
una terra, la Toscana, dove primi
nel mondo abbiamo eliminato la
pena di morte».
L’ultima domanda è inevitabile,
visto anche il momento che sta
vivendo la Fiorentina: e lo stadio
nuovo quando si farà? Lo
troviamo un posto dove trasferire
la Mercafir?
«Questo dello Stadio è un
tormentone. Mi sono posto
l’obiettivo di comunicare a
Mercafir entro la fine di ottobre
l’indicazione dell’area dove
spostare le strutture del mercato.
Questo è l’impegno, dopo di che
Fiorentina potrà proseguire
nell’elaborazione del progetto
definitivo e entro la primavera
dell’anno prossimo avremo ogni
cosa a suo posto. Sono ottimista, e
il primo posto in classifica mi fa
esserlo ancora di più!»
a piazza San Giovanni allo Stadio passando per via Calzaiuoli,
piazza Signoria, Santa Croce: sarà questo l’itinerario che Papa
Francesco farà martedì 10 novembre. Un percorso lungo il quale i
fiorentini (e non solo) potranno salutare il Papa: in piazza Signoria
e Santa Croce saranno anche allestiti due maxi schermi, per
consentire a tutti di poterlo vedere e per dare modo poi di seguire
la celebrazione a chi non avrà avuto possibilità di entrare allo
stadio Artemio Franchi: per tutta la giornata sarà trasmessa la
diretta diTV2000, che rilancerà le immagini fornite dal Centro
televisivo vaticano.
È una delle novità annunciate dal cardinale Giuseppe Betori, dopo
il vertice che martedì scorso ha riunito in Prefettura le autorità
cittadine e la gendarmeria vaticana per le ultime decisioni sul
programma della giornata che il Papa trascorrerà a Firenze in
occasione del Convegno ecclesiale nazionale.
L’altra notizia importante è che, oltre allo Stadio Artemio Franchi
dove il Papa celebrerà la Messa alle 15,30 davanti a circa 50 mila
persone, sarà aperto al pubblico anche il vicino stadio di atletica
Luigi Ridolfi, dove altre 6 mila persone potranno seguire la
giornata del Papa e la Messa sul maxischermo e alle 17
assisteranno al decollo dell’elicottero che riporterà il Papa a Roma.
Papa Francesco, ha ricordato il cardinale Betori, viene a Firenze
non in visita pastorale, ma per il Convegno Ecclesiale Nazionale.
Oltre a tenere il discorso ai delegati in Cattedrale però ha voluto
fare tre gesti per la città: la preghiera nella Basilica della
Santissima Annunziata, il pranzo con i poveri alla mensa della
Caritas e la Celebrazione Eucaristica allo stadio. I fiorentini che
non andranno alla Messa allo Stadio quindi potranno salutarlo la
mattina in piazza Duomo, oppure nel pomeriggio in piazza
Signoria e piazza Santa Croce.
IL PROGRAMMA Il Papa atterrerà alle 9,15 allo Stadio Ridolfi.
Arriverà in centro passando per viale dei Mille, Ponte al Pino, via
Cavour, Piazza San Giovanni.Alle 9,45 entrerà in Battistero e da
qui in Cattedrale dove terrà il suo discorso ai convegnisti. In
Duomo è prevista la presenza di circa 900 fedeli fiorentini: i
biglietti saranno distribuiti tramite le parrocchie e le associazioni
ecclesiali.
Alle 11.30 Il Papa lascerà la
Cattedrale e dopo aver fatto un giro
della piazza a bordo della «papa
mobile» raggiungerà percorrendo via
dei Servi la Basilica della Santissima
Annunziata dove alle 12 si fermerà
davanti all’immagine della Madonna,
cara alla devozione mariana del
popolo fiorentino, accompagnato
nella preghiera da trenta malati. Da qui, a piedi, Papa Francesco
arriverà alla mensa della Caritas di San Francesco Poverino, di
fronte alla Basilica, dove consumerà il pranzo con i poveri che
quotidianamente frequentano la mensa: a prestare servizio
saranno i volontari di turno quel giorno.
Dopo pranzo il Papa farà, intorno alle 14, una breve sosta di riposo
in arcivescovado. Per raggiungere lo stadio, uscirà in Piazza San
Giovanni per poi transitare a bordo della «papamobile» perVia de’
Calzaiuoli, Piazza Signoria e Piazza Santa Croce, dove ci saranno i
maxischermi.
I BIGLIETTI Per accedere allo Stadio è necessario avere un
biglietto nominale assolutamente gratuito. I biglietti saranno
distribuiti tramite le parrocchie della diocesi, attraverso movimenti
e associazioni ecclesiali e tramite le scuole cattoliche.Ad ogni
parrocchia è stato indicato il numero di biglietti a disposizione,
proporzionale al numero di abitanti.
Per raggiungere altre persone non legate alle parrocchie o ad altre
realtà cattoliche sarà attivata una mail dove inviare la propria
richiesta, fino ad esaurimento posti, indicando nome e cognome.
Gli ammalati e le persone disabili potranno partecipare alla
celebrazione assistiti dai responsabili della Misericordia e
dell’Unitalsi.
Anche allo Stadio di atletica Ridolfi le persone, circa 6mila,
potranno accedere esclusivamente con un biglietto sempre
assolutamente gratuito.Tutte le informazioni saranno disponibili
sul sito www.diocesifirenze.it
D
DI DARIA ARDUINI
mportanza della famiglia di fronte a
mutamenti sociali e nuove povertà». E’ questo
il tema del terzo incontro del ciclo «Aspettando il
Papa, dialoghi e approfondimenti in città»,
promosso dal sindaco Dario Nardella in attesa
della visita di Papa Francesco che sarà a Firenze il
10 novembre per il Convegno Ecclesiale Nazionale,
«In Gesù Cristo il nuovo Umanesimo».
Dopo il secondo appuntamento sui temi del
lavoro, il tema della famiglia è stato al centro degli
interventi del terzo appuntamento che ha visto gli
interventi di monsignor Vincenzo Paglia,
Presidente del Pontificio Consiglio della Famiglia e
del senatore Massimo Livi Bacci. Nell’Aula Magna
del Rettorato, a Firenze, si è dunque toccato uno
dei nodi cruciali della rivoluzione sociale e
culturale in atto in tutto il mondo occidentale. «Un
tema - ha dichiarato Dario Nardella nel suo
intervento di saluto - che chiama in causa il dialogo
mai sopito, soprattutto nel nostro Paese, tra laici e
cattolici. Un dialogo che è sempre stato fecondo, e
ha sempre portato innovazione, reciproco
riconoscimento e contaminazione».
Presente anche a questo momento di riflessione, il
cardinale Giuseppe Betori, che ha sottolineato
quanto a Papa Francesco stia a cuore la famiglia:
«Dal 17 dicembre del 2014 al 16 settembre 2015,
nelle sue udienze generali del mercoledì, ha scelto
di parlarne per 27 volte, approfondendone il
mistero, la bellezza, la difficoltà, le sfide che si
trova ad affrontare». «La famiglia perfetta - ha
proseguito il Cardinale - non esiste, ma non
bisogna dimenticare che essa non è un problema
ma un’opportunità. È nel nucleo familiare che gli
egoismi si rimpiccioliscono, è lì che impariamo la
solidarietà, la fraternità, a sperimentare il
perdono». E ricordando le parole pronunciate dal
Papa nell’ultima tappa dell’Incontro mondiale
delle Famiglie, a Filadelfia, ha affermato: «Non
possiamo pensare ad una società sana che non dia
spazio concreto alla vita familiare. Non possiamo
pensare al futuro di una società che non trovi una
legislazione capace di difendere e assicurare le
condizioni minime e necessarie perché le famiglie,
specialmente quelle che stanno incominciando,
possano svilupparsi».
Ma quali sono gli aspetti culturali, sociali, etici, che
sono alla base della crisi dell’Istituzione familiare?
Secondo monsignor Vincenzo Paglia, che ha
cercato di dare una risposta a questo interrogativo
tanto ampio quanto complesso, la causa è da
ricercarsi «nella mentalità di questo mondo che
irrompe pericolosamente dentro le mura
domestiche. Nella grande menzogna dei consumi
rapidi, nell’illusione dell’autosufficienza, che porta
con se una seconda ondata di individualismo: la
famiglia non più al centro della società ma al
servizio dell’individualità». «Non è infatti la crisi
economica - ha precisato monsignor Paglia - a
costringere i giovani a non sposarsi. Il problema è
che non si sogna più! La famiglia non appassiona
più! Perché non è bello sposarsi! Perché non è
bello, anzi pericoloso, dire "Per sempre". Perché
oggi "Per sempre" è diventato un indebolimento,
un limite, la prima pietra di inciampo per
l’affermazione di sé». Ma la famiglia, spiega, «è
l’università della
cittadinanza. È nella
famiglia che si
apprende il noi, che
l’altro non è
cancellabile. Si deve
solo avere la saggezza
di costruire quel noi.
Questa è la grande
sfida». «E’ questo
patto tra uomo e
donna, quest’alleanza
che deve entrare nella
politica, nella cultura,
nella società. Quest’alleanza - ha concluso Paglia -
ha ricevuto da Dio la difesa del creato e la
responsabilità della storia e delle generazioni
future. Ecco perché ci si sposa».
La tavola rotonda è stata inoltre l’occasione per
parlare, con il senatore Massimo Livi Bacci, di
nuove povertà, della mancanza di adeguate
politiche sociali, di politiche migratorie, «spesso
obsolete, come in Italia, dove risalgono ad oltre
venti anni fa, quando gli immigrati arrivavano a
decine di migliaia e non a centinaia di migliaia».
Ultimo incontro giovedì 29 ottobre, nel Salone dei
Cinquecento di Palazzo Vecchio: «Tra fede, politica
e cultura» con Joseph Weiler, rettore dell’Istituto
Europeo, e monsignor Julian Carron, presidente
della Fraternità di Comunione e Liberazione.
I«
L’incontroconmonsignorPaglia:
«Lafamigliaèincrisipermotiviculturali»
Malati e disabili
allo stadio
con Misericordie
e Unitalsi
aranno le Misericordie e l’Unitalsi a
organizzare e coordinare il trasporto di
malati e disabili allo Stadio comunale per la
Messa di Papa Francesco, martedì 10
novembre. Per chi vuole prendere contatti
(sia singole persone che altre associazioni) i
recapiti di riferimento sono questi: per le
Misericordie, la segreteria della
Misericordia di Firenze, tel. 055.2393909;
per l’Unitalsi, la segreteria regionale, tel.
335.369934. Sono state creati anche due
indirizzi email:
papafrancesco@misericordia.firenze.it e
papafrancesco@unitalsitoscana.it
Ministri straordinari
della Comunione:
ne servono 500er la Messa allo stadio presieduta dal
Papa sarà necessaria la presenza di circa
500 Ministri straordinari della Comunione
(sui circa 1.200 disponibili in diocesi) per
permettere a tutti i fedeli di ricevere
l’Ecuaristia. L’Ufficio liturgico diocesano ha
scritto in questi giorni una lettera a tutti i
parroci per chiedere di segnalare quali
Ministri sono disponibili e adatti per questo
servizio, tenendo conto che richiederà
ottime capacità di movimento per
raggiungere i diversi settori dello Stadio.
A Scandicci
un incontro
con padre
Bernardo Giannil Consiglio pastorale vicariale di Scandicci
invita tutta la cittadinanza a un incontro
organizzato in preparazione al Convegno
ecclesiale nazionale sul tema «In Gesù
Cristo il nuovo umanesimo». Si svolgerà
lunedì 12 ottobre alle 21,15 nel nuovo
auditorium in Piazza della Resistenza: un
momento di riflessione culturale e spirituale
con l’aiuto di padre Bernardo Gianni, priore
di San Miniato al Monte e membro del
Comitato organizzatore del Convegno.
Da San Lorenzo
un crocifisso
frutto della
conversione
di un parrocchianon crocifisso finanziato con le offerte dei
parrocchiani, segno di «affetto e
vicinanza» per Papa Francesco: è l’iniziativa
promossa dalla basilica di San Lorenzo che
culminerà con la consegna del dono nel
corso della visita pastorale del Santo Padre
a Firenze in novembre. L’opera è stata
realizzata in fusione di alluminio, patinata
con perossido di ferro su una croce lignea,
alta 245 centimetri, utilizzando la tecnica
della cera persa. Il crocifisso resterà
esposto nella cappella di Sant’Anna nella
Basilica di San Lorenzo fino all’arrivo in
città di Papa Francesco che destinerà il
dono a una comunità cristiana. «Siamo
davvero felici di poter fare questa offerta al
Papa - spiega don MarcoViola, parroco di
San Lorenzo ; il crocifisso è tra l’altro il
frutto della conversione nella fede di un
nostro parrocchiano che per questo chiede
di restare anonimo. È importante anche che
il costo del crocifisso sia stato sostenuto
dalle offerte dei nostri fedeli».
U
I
P
S
Il video dell’intervista è
disponibile sul sito
www.toscanaoggi.it
Verso
il Convegno
ecclesiale
nazionale
Come seguire la giornata: maxischermi
in piazza Signoria e in Santa Croce
6. SPECIALE FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II
DI RENATO BURIGANA
no degli incontri
più partecipati,
realizzati qui nella
piazza di EXPO»,
con queste parole gli organizzatori
hanno sottolineato la riuscita
dell’incontro promosso da Coop
Italia, il Movimento Shalom e la
Fondazione Giovanni Paolo II a
EXPO per raccontare insieme
quattro piccoli progetti che in
questi anni stanno contribuendo
allo sviluppo di economie in
Burkina, in Palestina e in Senegal.
«Serate come questa – ha detto
Fulvio Scaglione, vicedirettore di
Famiglia Cristiana – aiutano EXPO
a riflettere e sviluppare la tematica
scelta. Riflettere sul cibo che fa
solidarietà e che aiuta economie di
Paesi lontani, e al tempo stesso
che lascia in questi Paesi segni
tangibili, come scuole, ospedali».
Questa la strada che i datteri di
Gerico, i meloni di Tasset (in
Senegal) i fagiolini e il miglio in
Burkina, stanno segnando. «Sono
contenta per quello che abbiamo
fatto e per quello che insieme
possiamo fare. La cooperazione
tiene molto a questi prodotti – ha
spiegato Maura Latini, direttore
generale di Coop Italia – i nostri
soci, che sono oltre otto milioni,
tengono molto a questi prodotti e
alla strada intrapresa con il
marchio “Terra equa”. In questi
anni abbiamo fatto molta strada
insieme, ma senza il Movimento
Shalom e la Fondazione Giovanni
Paolo II, noi da soli non avremmo
potuto realizzare questi progetti.
Sono anche contenta di
annunciare, qui a EXPO, che oltre
ai datteri, ai meloni, ai fagiolini si
aggiunge un nuovo prodotto: il
miglio». Un impegno che cresce,
anno dopo anno, nonostante le
difficoltà grazie alla tenacia di
uomini e donne che credono che
«il pianeta nel quale viviamo sia
una gran bella famiglia, magari
una famiglia un po’ agitata, ma
comunque una bella famiglia per
la quale vale la pena di spendere la
propria vita. Noi – ha spiegato
don Andrea Cristiani, fondatore di
Shalom – siamo chiamati ogni
giorno a qualificare la persona
umana, ad aiutarla a crescere».
«Pensate – ha detto Jean Paul
Monè, Responsabile Movimento
Shalom Burkina Faso – che grazie
ai fagiolini oltre 150 famiglie
lavorano e vivono serenamente».
Un impegno continuo, in
particolare «verso le popolazioni
del Medio Oriente che vivono da
anni, da molti anni, in una
situazione di guerra, di povertà, di
instabilità continua. L’affetto verso
queste popolazioni non si
dimostra solo con le parole, ma
anche con le azioni. Ecco – ha
spiegato mons. Luciano
Giovannetti, Presidente della
Fondazione Giovanni Paolo II –
che alcuni imprenditori e Coop
Italia hanno realizzato quello che
qui stasera raccontiamo. Sono
progetti concreti che da anni
aiutano molte famiglie a vivere
con la dignità del loro lavoro». Un
lavoro e un impegno, che
soprattutto in Medio Oriente
sembra un miraggio a causa della
guerra, delle costanti migrazioni.
«Vorrei ringraziare tutti voi per
quello che fate per la Terra Santa.
Ma c’è una persona a cui dire
grazie: Maura Latini. È al suo
impegno, fin dal 2000, in
particolare gli abitanti di
Betlemme sono grati. In quegli
anni difficili, grazie al suo
impegno molti artigiani di
Betlemme hanno continuato a
lavorare il legno d’olivo e la
madreperla, e lei tramite COOP è
riuscita a vendere in Italia prodotti
di un artigianato che altrimenti
sarebbe scomparso - ha spiegato
Abuna Ibrahim Faltas - . Chiedo a
tutti voi di fare ancora di più,
perché è con iniziative concrete
come queste che si aiutano le
persone, le famiglie».
U«
La Fondazione Giovanni Paolo II
e il Movimento Shalom insieme a EXPO
Quando
anche
la frutta
fa solidarietà
TOSCANA OGGI
11 ottobre 2015VI
Un grazie che si incarna
nel lavoro di tante persone
n evento, quello di EXPO, reso possibile dall’impegno di
tante persone. Almeno qualcuna va menzionata e
ringraziata per questi anni di lavoro fra non poche
difficoltà. Innanzi tutto Andrea Cherici, che continua
l’opera intrapresa da Cristina. Poi Gianluca Schiassi, di
Coop Italia che da anni con pazienza e competenza segue e
stimola questi progetti. Certamente gli imprenditori
italiani che credono in questo nuovo modo di lavorare, in
particolare Bruno Francescon che ha deciso di produrre in
Senegal i meloni. L’avvocato Jehad Farraj, palestinese che
segue la produzione dei datteri a Gerico. I tanti volontari
del Movimento Shalom e della Fondazione Giovanni Paolo
II che ritengono che costruire un mondo diverso sia
possibile.
U
7. SPECIALE FONDAZIONE GIOVANNI PAOLO II
I DATTERI
al 2010, dalla città di Gerico arrivano sulle
tavole degli italiani i datteri Medjoul, i «re
dei datteri» per il loro sapore, grandezza e
consistenza. Per effetto di questa presenza
sugli scaffali di Coop, il mercato italiano sta
aiutando in modo determinante non solo
l’economia di Gerico, ma anche la
costruzione, a Betlemme, della prima Clinica
di Chirurgia pediatrica. Perché per ogni
chilogrammo di datteri venduto, Coop versa
un euro alla Fondazione Giovanni Paolo II
che sta costruendo la clinica. A Gerico i
datteri sono coltivati e lavorati da alcune
piccole cooperative, dove da qualche anno il
lavoro non manca. Questi datteri, inoltre,
sono riusciti anche a far nascere una
«alleanza» un tempo impensabile e sono
diventati per certi versi un prodotto
simbolo: la città infatti è chiusa da rigidi
check point, quindi nessun agricoltore di
Gerico può portare la sua frutta fino ai porti
israeliani. Ecco che, invece, i container con la
frutta vengono presi in carico da
trasportatori israeliani che fanno imbarcare
la frutta al porto di Ashdod.
I MELONI
meloni prodotti in Senegal nel 2014, da
Bruno Francescon, e venduti nei
supermercati COOP di tutta Italia hanno
contribuito alla costruzione di un nuovo
presidio sanitario, nel villaggio di Tassette,
non lontano dalla capitale Dakar.
Aver impiantato nel villaggio di Tassette una
piantagione di meloni ha contribuito a
sviluppare l’economia della zona. Oltre
duecento famiglie vivono grazie ai meloni,
hanno un lavoro stabile, sicuro e ben
retribuito. Molte famiglie che si erano
trasferite a Dakar sono ritornate a vivere nel
villaggio. La piantagione è meta delle scuole
della zona che la visitano.
Il vecchio presidio medico era in condizioni
disarmanti, logorato dagli anni e
praticamente non più utilizzabile in
sicurezza. Ecco allora che anche quest’anno
ripartirà la campagna per i meloni del
Senegal. Con il contributo 2015 desideriamo
acquistare strumenti per realizzare analisi
mediche nel villaggio. Quindi ADESSO
ARREDIAMOLO, è lo slogan della campagna
2015. COOP Italia, la ditta Francescon, la
Fondazione Giovanni Paolo II hanno
pensato di dedicare a Cristina Cherici Masini
il nuovo presidio sanitario; lei che lo aveva
fortemente voluto e che nonostante la sua
malattia fino all’ultimo ha voluto che fosse
realizzato bello e funzionale, con standard
europei per tutti gli abitanti del villaggio in
particolare per i bambini e le donne.
I FAGIOLINI E IL MIGLIO
fagiolini e il miglio due prodotti del
Burkina. I fagiolini sono tornati sul
mercato grazie all’aiuto di Coop che così è
riuscita a dare lavoro a centinaia di famiglie
e far nascere aziende solide e affidabili.
Quest’anno, infatti, il Burkina ha esportato
150 tonnellate di fagiolini, coltivati in 25
ettari da 800 persone, circa 125 famiglie.
Coop sta portando avanti un analogo
progetto per l’esportazione del miglio, e ha
messo in vendita il miglio decorticato e il
cous cous di miglio a marchio Terra equa nei
punti vendita di tutta Italia dando così
continuità ai progetti di sviluppo avviati con
varie esperienze di vera cooperazione
internazionale.
I
I
D
TOSCANA OGGI
11 ottobre 2015 VII
SEDE LEGALE DELLA FONDAZIONE
GIOVANNI PAOLO II
Piazzetta della Cattedrale, 1 - 50014 -
Fiesole (FI)
SEDE OPERATIVA
Piazza Municipio, 5 - 52015 –
Pratovecchio (AR)
INVIO CORRISPONDENZA
CASELLA POSTALE 20 52015
Pratovecchio (AR)
TELEFONO 0575/583747 fax
0575/583747
Ufficio della Fondazione a FIRENZE
VIA DEL PROCONSOLO, 16
aperto dal lunedì al venerdì dalle 9,30
alle 12,30
telefono 055-219046
E-MAIL
fondazione@fondazionegp2.org
direttore@fondazionegp2.org
segreteria@fondazionegp2.org
SEDE OPERATIVA MEDIO ORIENTE
Jerusalem - Israel, Greek Orthodox St.
P.O.Box 1407
TELEFONO 0097 2 6266613 fax 00972
2 6284586
Per contribuire ai progetti della
Fondazione Giovanni Paolo II
si può utilizzare il conto corrente
Banca del Valdarno Credito
cooperativo
IBAN: IT 55 U 08811 71600
000000029012
laSCHEDA
daSAPERE
IRECOOPToscana
AgenziaFormativaAccreditatadallaRegioneToscana
ViaVascoDeGama,25Firenze-tel.05543.68.388
e-mail:info@irecooptoscana.it
web:www.irecooptoscana.it
LAREGIONETOSCANAINVESTESULLESTARTUP
INNOVATIVE: finanziamentiatassozeroecontributia
fondoperdutoperiservizidiconsulenzaperla
creazioneeallosvolgimentodell'attivitàd'impresa
Agevolazione
A.Finanziamentoagevolatoatassozero,nonsupportatoda
garanziepersonaliepatrimoniali.L'importodel
finanziamentoèparial60%delcostototale
dell'investimentoammissibiledaunminimodi21.000,00
euroadunmassimodi120.000,00euro.
Laduratadelfinanziamentoèdi8anniconun
preammortamentodi18mesi.
B.VOUCHERperiservizidiconsulenza(es.di
affiancamentoetutoraggio)utiliallacreazioneeallo
svolgimentodell'attivitàd'impresa.
-Contributoincontocapitalenellamisuradel100%della
spesaammessachevadaunminimodi7.000,00euroadun
massimodi40.000,00euro,proporzionalealcostototale
ammissibileenonsuperioreal20%dell'investimento.
Beneficiari
Possonopresentaredomanda:
1)personefisichechenonabbianoun'etàsuperiorea40
anniechecostituirannomicroopiccoleimpreseinnovative
entroseimesi;
2)microepiccole impreseinnovativeegiovanilicome
definitedallaL.R.n.35/00ss.mmei.i,lacuicostituzioneè
avvenutadamenodidueanni.
È "nuovaimpresainnovativa"l'impresadinuova
costituzione:
a)chepossadimostrare,attraversounavalutazione
eseguitadaunespertoesterno,cheinunfuturoprevedibile
svilupperàprodotti,servizioprocessinuovio
sensibilmentemiglioratirispettoallostatodell'artenel
settoreinteressato,o
b)icuicostidiricercaesvilupporappresentanoalmenoil
10percentodeltotaledeicostidiesercizioinalmenouno
deidueanniprecedenti.
Sonoimpreseinnovativecomesopradefinitequelleiscritte
nellasezionespecialedelRegistrodelleimpresedicui
all'art.25,co.8,D.L.n.179/12.
Leimpresedevonoesercitare,un'attivitàidentificatacome
prevalenterientranteinunanellesezionidella
ClassificazionedelleattivitàeconomicheATECOISTAT2007
adesclusionedellasezioneAAgricoltura,Kattività
finanziarie,LAttivitàimmobiliariedipochealtrespecifiche
restrizioni.
Procedureetermini
Ladomandadiaiutodeveesserepresentata
esclusivamenteon-lineaccedendoalportaletramiteilsito
internethttp://www.toscanamuove.itapartiredalleore
9.00del15ottobre2015finoadesaurimentodellerisorse.
CCIAA FIRENZE-Interventoafavoredeicentri
commercialinaturalidellaprovinciadiFirenzeanno
2015
Achièdestinato
Alleassociazionistabilieiconsorzicostituiti
principalmentetraimpresedelcommerciocheoperanoin
ambititerritorialidenominatiCentriCommercialiNaturali
(ccn)erisultinoriconosciutidalComunecompetentecon
unproprioattocomestabilitoalCapoXIIIdellaL.R.
28/2005.
L'associazioneoilcomitatooilconsorziodevonoessere,al
momentodellapresentazionedelladomandadicontributo,
giàlegalmentecostituiticonunattocostitutivoedavereun
propriostatutovigentenonchéessereregolarmenteiscritti
pressolacompetenteAgenziadelleEntrate.
Descrizioneintervento
LaCameradiCommerciodiFirenzehadestinatolasomma
dieuro80.000,00per:
a.Speserelativeadeventipromozionaliorganizzatidal
CCN(comeadesempio:concerti,attivitàdispettacolo,
attivitàdianimazioneingenere,direzioneartistica,nonché
spesepersegnaleticastradale,spesepersuolopubblico,
siae,ecc.);
b.Speseperattivitàdisupportoeassistenza
nell'organizzazionedeglieventipromozionali;
c.Spesepersegnaleticapromozionalefinalizzata
all'individuazionedelCentroCommercialeNaturaleedegli
esercizicommercialiaderenti;
d.SpeseperpubblicitàematerialepromozionaledeiCCN
(pubblicitàsuradio,stampaetv,graficaestampadi
opuscolipromozionali,volantiniemanifesti,bannersu
internet,ecc.);
e.Speseperiniziativedifidelizzazionedelcliente(comead
esempio:fidelitycard,concorsiapremio,lotterie,ecc.);
f.Speseperluminarieeaddobbinatalizi
Siprecisachesonoammissibililespesesostenuteper
iniziativeancoradasvolgersialladatadel14/04/2015eche
tuttiigiustificatividispesadovrannoessereemessia
partiredallamedesimadata.
Ammontaredelcontributo
Ilcontributoammonteràall'80%dellespesesuddettefino
adunmassimaledieuro5.000,00edunminimodispese
ammissibilidieuro5.000,00(limitatamenteallespeseper
luminarieeaddobbinataliziilcontributosaràparial40%).
Lespesesostenuteeammessealcontributosonoda
intendersiallordodiIvaqualorailrichiedentesiaentenon
commercialeenonsvolgaattivitàinregimed'impresa.
LespesedovrannointendersialnettodiIvaseil
richiedente,siaessoentecommercialeononcommerciale,
svolgal'attivitàinregimediimpresa.
ICCNpotrannopresentareunasolaistanzadicontributo.
Qualoraaseguitodellaliquidazionedeicontributirelativi
alledomandeammissibilipresentatedaiCCNresiduassero
eventualirisorse,siprovvederàaliquidareulteriori
contributi(oltreilmassimalesopraindicato)aisingoliCCN
inmisuraproporzionaleallespeseammesse,fino
all'eventualecoperturadel100%dellestesse.
Terminiemodalitàdipresentazionedellarichiesta:
TuttaladocumentazionepotràessereinviataallaCameradi
Commerciofinoal2maggioal31dicembre2015-salvo
esaurimentodeifondistanziati-tramiteraccomandataA/R
all'indirizzo:VoltadeiMercanti,1-50122Firenze
Perinformazioni:
U.O.ContributialleImpreseerendicontazioni
CostanzaCeccarinitel.0552750327
e-mail:promozione@fi.camcom.it
8. FIRENZETOSCANA OGGI
11 ottobre 2015VIII
Obiettivo Francesco:
«Missioni d’autunno»
al convento
francescano di Fiesole
omenica 11 novembre ci sarà la
giornata di festa per le missioni
francescane dal titolo «Missioni
d’Autunno», che si svolgerà al convento
di San Francesco a Fiesole. La giornata
si aprirà con la Messa delle 11 e seguirà
un pranzo a buffet a tema autunnale su
prenotazione. Dalle ore 15 l’entrata al
Convento sarà libera e saranno presenti
stand enogastronomici e mostra
fotografica delle Missioni Francescane.
Nel corso della giornata sarà realizzato
uno spettacolo di magia per famiglie e
sarà possibile partecipare a visite
guidate gratuite del Convento e del
Museo Etnografico Missionario. Per
prenotazioni e info: 333/4370837,
info@conventoincontro.it. Le offerte
raccolte saranno devolute per progetti
di sviluppo del Centro Missionario
Francescano e dell’Associazione
Obiettivo Francesco onlus.
Da Galileo
al motore a scoppio:
caccia al tesoro
nei luoghi della scienza
irenze non è solo arte: la sua storia e
la sua grandezza si basano anche su
grandi figure di scienziati che hanno
operato nella città e della cui presenza e
attività si hanno tracce nei momenti e
in molti luoghi fiorentini. La caccia al
tesoro organizzata da Legamidarte ci
conduce tappa per tappa a ricostruire i
numerosi contributi fiorentini allo
sviluppo delle scienze, dapprima
strettamente legate all’arte, si veda
l’artista-scienziato Leon Battista Alberti,
per proseguire con il geniale ingegnere
quale era Filippo Brunelleschi, per
giungere a Galileo Galilei, Francesco
Redi, Pier Antonio Micheli, Leonardo
Ximenes ed infine Eugenio Barsanti,
inventore del motore a scoppio.
Destinatari: bambini (dagli 8 anni) e
adulti, famiglie (associati a
Legamidarte). Punto di ritrovo per la
caccia di sabato 10 ottobre: piazza
Santa Maria Novella, ore 9,30. Quota
associativa e rimborso spese: 6 euro
(possibilità di associarsi sul posto).
Prenotazione obbligatoria al 333
7480487 (dalle 15 alle 18 da lun-al
ven., sab. 10-12) o
legamidarte@gmail.com.
A Castelfiorentino
il volontariato
si racconta in teatro
onare come segno tangibile di
solidarietà, di disponibilità e di
apertura nei confronti del prossimo.
Questo lo spirito dell’incontro
promosso dal Comune e dalle
associazioni di volontariato di
Castelfiorentino per sabato 10 ottobre
2015 al Ridotto del Teatro del Popolo
(inizio ore 17).
L’iniziativa, aperta alla partecipazione
di tutti i cittadini, intende
rappresentare un’occasione di
confronto fra le varie esperienze
realizzate di recente (tra cui la Festa del
Volontariato del 25-27 settembre) e
stimolare il dibattito sulle prospettive
future, che assegnano al volontariato
un ruolo sempre più significativo
all’interno della società.
Il programma contempla gli interventi
di Gian Luca Sacconi (consigliere
comunale con delega al Volontariato)
che farà tra l’altro un consuntivo
dell’ultima Festa del Volontariato,
nonché di Marco Cappellini (Prociv
Arci) che racconterà l’esperienza del
campo estivo «Anch’io sono la
protezione civile», giunto ormai
quest’anno alla 3° edizione.
«La festa del volontariato – sottolinea
Gian Luca Sacconi - quest’anno si è
sviluppata in maniera totalmente
differente agli anni passati; nonostante
ciò i risultati sono stati molto
soddisfacenti e la nuova formula è stata
molto apprezzata sia dalle associazioni
che dai visitatori. Questo primo anno ci
è servito per prendere le misure e
valutarne le potenzialità che secondo
me sono ottime anche ricordando che
il ricavato, come sempre, viene riversato
nel paese attraverso vari progetti».
A seguire, l’Associazione Didasco
consegnerà i premi ai ragazzi
dell’Istituto Superiore “F. Enriques” che
hanno preso parte al progetto del
dopo-scuola. Come conclusione, è
previsto il racconto della
partecipazione e delle esperienze dei
migranti ospiti del Centro accoglienza
di Meleto.
D
F
D
orrei parlarvi di un bel
fiore, un fiore che ha
profumato a lungo
Firenze con la sua
vitalità, la sua gioiosità la sua
calda voce, il suo bel canto. Sto
parlando di Narciso Parigi, il
grande Narciso cantante e
attore sin dagli anni ’40 (di
nome e di fatto un profumato
fiore). Ho saputo da comuni
amici di quando lavoravo in tv
e lui era spesso mio ospite che,
l’anno scorso a 87 anni, in un
incidente d’auto si è rotto il
bacino costringendolo molto a
letto e a grandi cure.
Decido così di andarlo a
trovare e di scrivere in breve la
sua intensa storia di vita per
ricordare. Sì ricordare un mito
del canto italiano nel mondo e
folk fiorentino con un vasto
repertorio di canti popolari per
la sua amata città e il suo arno
d’argento, partecipando a
numerosi spettacoli e
manifestazioni canore, e non,
dal ’44 fino ai nostri giorni,
divenendo così per Firenze un
importante punto di
riferimento e un simbolo
canoro anche grazie all’inno O
Fiorentina da lui
magnificamente interpretato
per la squadra viola! Perché
Narciso faceva tutto e cantava
con uno speciale impeto
d’amore che rendeva la sua voce
bella, potente e penetrante.
Ecco il grande lungo successo di
uomo e di attore cantante!
Quando arrivo a casa Parigi è
lui stesso che mi viene ad aprire
e mi trovo davanti ancora un
bell’uomo alto e possente con il
suo sorriso accogliente: è il
Narciso di sempre, il tempo per
lui si è fermato.
Dopo l’incidente cammina
lentamente aiutandosi con un
elegante bastone. Conosco
finalmente la sua Fiorella di cui
avevo sentito tanto parlare, la
sua bella, dolce e silenziosa
signora (la sua perla preziosa)
di qualche anno più giovane di
lui, una presenza rasserenante,
importante, se lui è arrivato
dove è arrivato lo deve a lei-
così mi dice Narciso. Mi
parlano subito del grande
dolore entrato da pochi mesi
nella loro famiglia. Stefano, il
loro secondo figlio di 56 anni,
dopo una lunga malattia che
sembrava sconfitta se n’è
andato improvvisamente in
cielo.
Si fanno forza a vicenda come
sempre, uno consola l’altro.
Narciso è forte, ha vissuto fino a
qui, con Fiorella una vita sia
pubblica che privata felice,
piena di successi e d’amore con
tre figli, tre bei nipoti: Andrea
Narciso, Eva, Sofia di dieci anni
che ha ereditato la bella voce
del nonno e una bisnipote,
V
Viola.
Mi dice: «se fossi morto
nell’incidente l’anno scorso
sarei morto davvero felice, tutto
dal buon Dio avevo ricevuto,
successo, amore, ricchezza; ora
invece … è terribile perdere un
figlio, è davvero terribile».
Fiorella abbassa la testa, sta per
piangere, ha perso il suo tenero
sorriso ma non la sua classe, la
sua bellezza e dolcezza poi la
rialza e, a bassa voce, sussurra
lentamente «parliamo d’altro,
parliamo di Narciso!» Ed un
tenue sorriso riaffiora sul suo
bel viso.
Narciso nasce a Campi Bisenzio
nel 1927, si può dire che nasce
cantando, cantare è stata
sempre la sua passione.
Giovanissimo lavorava con il
padre che aveva un ingrosso di
calzature, il bel ragazzone
consegnava le scarpe ai clienti
con la sua bicicletta attrezzata
per il trasporto e, mentre
pedalava per le vie di Firenze,
cantava a più non posso
emanando alla gente che
incontrava allegria, gioia e
spensieratezza, quindi lavorava
cantando! A sedici anni, però,
non ce la fa più, il desiderio del
canto trabocca, mette da parte
la bici e le scarpe, si da un gran
daffare per realizzare il suo
desiderio di cantare e lo fa
subito con il Quintetto
Fiorentino a Radio Firenze nella
trasmissione «Serenate
sull’Arno» sotto la direzione del
maestro Ariani, dove cantava e
recitava insieme a personaggi
come Zeffirelli e Albertazzi
(siamo nel’44). Presto canterà
alla radio con le varie orchestre
Rai, in particolare con il
maestro Ferrari. Sarà proprio lui
che lo istruirà ed educherà nel
canto, (a cantare in perfetto
italiano). Così a diciassette anni
il bel Narciso era già popolare, i
suoi genitori non volevano ma
nessuno poteva fermare il suo
impeto canoro, con grande
dispiacere di suo padre perché
diceva che «cantare era un
mestiere da fannullone!» Infatti
i primi soldi che Narciso
guadagnò li portò a suo padre
che, appena li vide, disse che
erano «grulli se gli davano tutti
quei soldi per cantare!»
Seguirà, poi, il maestro Ferrari
trasferitosi a Roma e canterà
con la sua importante orchestra
in Rai per ben venti anni,
dando un decisivo contributo
alla canzone italiana con
bellissime canzoni come
Angelina, Prigioniero di un sogno,
Tango del mare, Io t’ho incontrata
a Napoli e l’indimenticabile
Terra straniera che diventerà
anche un film interpretato dallo
stesso Narciso. Poi ci sarà il film
Infame accusa, tratto dalla
canzone Prigioniero di un sogno,
ancora La Prigioniera di Amalfi,
Gagliardi e Pupe e tanti altri film
con registi importanti come
Corbucci e Montenero che lo
vedono interprete principale.
Nel ’56 questi film vengono
proiettati a Brooklyn ottenendo
grande successo. Viene subito
invitato in America dove canta
nei più importanti teatri
insieme ai grandi e famosi
cantanti americani ottenendo
strepitosi successi e numerosi
premi come la Maschera d’oro
per la carriera nel ’58 e nel 2012
il premio delle Arti, Fiorentini
nel mondo. Partecipa due volte
al Festival di Sanremo cantando
con Claudio Villa e Giorgio
Consolini e al Festival di Napoli
con Nunzio Gallo. Ha inciso
centinaia di canzoni con
importanti case discografiche
come la Emi Italiana e la Dischi
Ricordi
Ma il successo più grande della
sua vita credo sia stato
l’incontro con l’Amore cioè con
Fiorella, avvenuto in maniera
singolare come in una fiaba.
Siamo nel ’53, in treno, mentre
tornava da Roma dove già
lavorava in Rai conosce Fiorella
di soli diciassette anni, anche
lei di ritorno con la sua famiglia
da una gita a Roma. Un
incontro che cambierà la loro
vita, si innamorano
pazzamente a prima vista e
dopo due anni di fidanzamento
il bel Narciso già famoso
cantante, si sposa con la sua
Fiorella! Lei ha solo diciannove
anni e in albergo, durante il
viaggio di nozze, essendo
ancora minorenne, il suo
amato Narciso doveva garantire
per lei. Un matrimonio
felicissimo e un grande amore
che durerà per sempre. La bella
Fiorella frequentava il liceo
classico e voleva diventare
professoressa di Lettere ma il
treno dell’amore cambiò la sua
giovane vita: a ventidue anni
aveva già due figli, più tardi
arriverà il terzo. Narciso, il suo
bel fiore, con il suo ardore a lei
aveva donato il cuore; pur
cantando, recitando e
viaggiando per il mondo, il suo
riposo, il suo respiro era tra le
braccia sempre tese della sua
tenera Fiorella alla quale
dedicava con passione ogni suo
istante e ogni sua canzone.
Fiorella dopo sessantadue anni
d’amore con il suo Narciso mi
dice con calore che di lui si è
innamorata di tutto, della sua
bontà, della sua personalità,
della sua voce, della sua
bellezza e che il loro amore è lo
stesso di allora, il tempo non lo
ha invecchiato, anche se lei è
più giovane di lui di undici
anni. Davvero due cuori e due
anime nate l’una per l’altra.
Grazie Narciso del bellissimo
esempio di vita e del bel canto
che ci hai regalato, sei davvero
un bellissimo fiore d’amore
profumato e, a chi ti è stato
accanto, il cuore hai rallegrato!
NarcisoParigielasuaFiorella,
innamoratidasessantadueanni
E ora tutti cantano
con lui «O Fiorentina»
a «Canzone viola» (conosciuta anche come «O
Fiorentina») è una canzone del 1931, con testo di
Enzo Marcacci e musica di MarcoVinicio; i primi tifosi
della Fiorentina fecero stampare un volantino con il
testo per farlo cantare a tutti i tifosi. La canzone venne
incisa da Narciso Parigi nel 1959 e di nuovo nel 1965;
quest’ultima versione sostituì l’originale come inno
ufficiale della Fiorentina. Con la Fiorentina capolista, in
questi giorni le sue note risuonano più che mai in città!
L
inSCENA! di Marco Predieri
uindici titoli compongono la nuova
stagione del Teatro Le Laudi di Firenze,
storica sala della parrocchia di San Francesco
in piazza Savonarola. Un passato di grandi
ospitalità nazionali e oggi ribalta privilegiata
di compagnie fiorentine, anche se non
manca qualche proposta di più ampio
respiro nel cartellone approntato dal
direttore Massimo Masieri.
I riflettori si accenderanno sabato 24 ottobre
su «Romeo e Giulietta» di Shakespeare,
nell’originale versione proposta da Es Teatro
per la regia di Paolo Biribò e Marco Toloni.
Caso vuole che lo spettacolo replichi in
contemporanea col musical prodotto da
David Zard, in scena al Verdi fino a domenica
25. Tornando alle Laudi seguono due omaggi
al teatro di tradizione fiorentina, entrambi
offerti da Archè e Namastè Teatro. Sabato 7 e
domenica 8 novembre «La veglia sull’aia»
ricorda Alfredo Bianchini, mentre nel fine
settimana successivo «La porti un bacione a
Firenze» guarda al genio di Odoardo
Spadaro. Negli ultimi due fine settimana di
novembre sarà di scena Kimera Teatro con
«La torre d’avorio» di Ronald Harwood, per
la regia di Paolo Santangelo. Dal 5 all’8
dicembre Andrea Buscemi sarà protagonista
e regista del classico di Molière «La scuola
delle mogli» mentre lo ritroveremo a gennaio
, il 9 e 10, nel monologo di Gogol «Memorie
di un pazzo».
Da Roma arriva Antonio Salines con «Coppia
aperta quasi spalancata» di Dario Fo e Franca
rame, per la regia di Carlo Emilio Lerici, che
comparirà anche sul palco con Francesca
Bianco. Per fine anno Namastè Teatro
propone l’operetta «Un Cappello di Paglia di
Firenze». I fine settimana della seconda metà
di gennaio saranno allietati da «La grande
magia» di Eduardo de Filippo, con la regia di
Vincenzo de Caro. Da segnalare ancora lo
spettacolo omaggio a Billie Holiday «Strange
fruit» di Monica Menchi (27-28 febbraio) e
«L’amore con Erode» del Teatro Popolare
d’arte» con Gianna Deidda che firma anche
la regia a quattro mani con Gianfranco
Pedullà (6-7 marzo).
Il cartellone completo e le info su
abbonamenti e biglietti sul sito
www.teatrolelaudi.it.
Q
QUINDICITITOLI ALLE LAUDI: UN PALCO
PER LE COMPAGNIE FIORENTINE (E NON SOLO)
Unavitapienadicanzoniedifilm,mailsuccesso
piùbellorimanel’amoredellamoglie.Esuopadre
glidiceva:«Tipaganotroppopercantare,songrulli»
FIORIEPROFUMI
Piccolestoried’amore
di Paola Pernici