2. UNESCO - United Nations Educational, Scientific
and Cultural Organization
Il patrimonio culturale e il patrimonio naturale sono minacciati di
distruzione non soltanto dalle cause tradizionali di degradazione, ma
anche dall’evoluzione della vita sociale ed economica che l’aggrava con
fenomeni d’alterazione o distruzione ancora più temibili…..
Considerato che certi beni del patrimonio culturale naturale offrono un
interesse eccezionale che esige la loro preservazione come elementi del
patrimonio mondiale dell’umanità…
…..è indispensabile adottare a tal fine nuove disposizioni convenzionali
per attuare un efficace sistema di protezione collettiva del patrimonio
culturale di valore universale eccezionale, organizzato
permanentemente e secondo metodi scientifici e moderni
3. La Convenzione
Secondo la Convenzione per il Patrimonio Mondiale si
definisce "patrimonio culturale" un monumento, un gruppo di
edifici o un sito di valore storico, estetico, archeologico,
scientifico, etnologico o antropologico.
Il termine "Patrimonio naturale" definisce caratteristiche fisiche,
biologiche e geologiche di eccellenza; habitat di specie animali
o vegetali minacciate e aree di valore scientifico o estetico o
dal punto di vista della conservazione.
La missione UNESCO per il Patrimonio mondiale è:
> incoraggiare i paesi a firmare la Convenzione ed assicurare
la protezione del proprio patrimonio naturale e culturale;
>incoraggiare gli stati membri della convenzione a indicare dei
siti del proprio territorio nazionale da inserire nell'Elenco del
Patrimonio Mondiale.
4. Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione,
la scienza e la cultura, riunita a Parigi dal 17 ottobre al 21 novembre 1972 in
diciassettesima sessione
Firmando la convenzione, ogni paese si impegna a
conservare i siti sul proprio territorio, alcuni dei
quali possono essere riconosciuti come
Patrimonio Mondiale. La loro conservazione per le
generazioni future diventa poi una responsabilità
condivisa dall'intera comunità internazionale.
L'attenzione della Convenzione rispetto al
patrimonio naturale e culturale, la rende uno
strumento legale unico. Ciò viene espresso
nell'emblema del Patrimonio Mondiale che è
circolare, come il mondo, ma allo stesso tempo
rappresenta un simbolo di protezione. Il quadrato
centrale è una forma creata dall'uomo e il cerchio
rappresenta la natura: uomo e natura intimamente
legati.
5. Candidature
Ogni Stato membro compila, ogni 5 anni, una Lista propositiva di Siti.
I nuovi criteri di selezione mirano all'inclusione di tipologie fin'ora
poco rappresentate quali, ad esempio, i paesaggi culturali o
l'architettura contemporanea.
La lista del Patrimonio Mondiale cresce di anno in anno via via che le
nuove nomine vengono accettate dal Comitato e nuovi paesi firmano
la Convenzione.
Delineare l'elenco rappresenta una difficile sfida: che cosa rende un
tesoro culturale o naturale un eccezionale valore universale?
Un monumento culturale può essere, ad esempio un capolavoro
del genio creativo o può avere esercitato una forte influenza
architettonica
Un sito naturale può rappresentare stadi fondamentali della
storia terrestre o processi ecologici e biologici attivi oppure
contenere habitat naturali di animali in pericolo o essere una
scena di eccezionale bellezza.
6. L’inserimento di un sito nella lista dei beni riconosciuti dall’UNESCO
come PATRIMONIO dell’UMANITA’ è frutto di un iter procedurale
notevolmente impegnativo.
La proposta per la candidatura parte di norma dalle
amministrazioni locali e deve coincidere con la volontà politica e
sociale della popolazione del territorio che, attraverso i suoi
rappresentanti, individua nel riconoscimento un’occasione di
sviluppo locale e un incremento del prestigio del territorio.
Il passo successivo è rappresentato dalla domanda specifica da
inoltrare al gruppo di lavoro permanente per la lista del
patrimonio mondiale.
Successivamente all’inserimento del sito nella lista, assume
un’importanza decisiva la redazione del dossier di candidatura,
documento di estrema rilevanza e complessità.
Inoltre occorre redigere il piano di gestione, strumento
obbligatorio, che dovrà assicurare nel tempo la conservazione
dei valori per i quali il bene viene identificato e iscritto.
7. Legge 20 febbraio 2006, n. 77
Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse
culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del
patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell'UNESCO.
Art. 3. Piani di gestione
1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare
le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi piani
di gestione.
2. I piani di gestione definiscono le priorità di intervento e le relative
modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse
pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste
dall'articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con
programmi o strumenti normativi che perseguano finalità
complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i
piani relativi alle aree protette.
8. Piani di Gestione dei siti UNESCO
L’esigenza di elaborare un modello per la
realizzazione dei Piani di Gestione nasce
innanzitutto da una richiesta ufficiale
dell’UNESCO a tutti i siti iscritti nella Lista
del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
9. Lista del Patrimonio
Mondiale dell’Umanità.
Secondo l‘UNESCO tale piano
dovrebbe essere focalizzato
soprattutto sulla programmazione degli
interventi da attuare per mantenere nel
tempo l’integrità dei valori che hanno
consentito l’iscrizione nella Lista, in
modo da preservare il sito per le future
generazioni.
10. “Approccio integrato”
Il Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, attraverso il suo Ufficio per la
Lista del Patrimonio Mondiale, ha
cercato di rispondere all’esigenza
manifestata dall’UNESCO elaborando
una metodologia che possa
rappresentare una guida per la
realizzazione dei piani di gestione di tutti
i siti italiani.
La metodologia trova i suoi principi
Ministero per
i Beni e
fondamentali nelle Linee Guida
le Attività elaborate dalla Commissione Nazionale
Culturali Siti UNESCO e Sistemi Turistici Locali
11. Adozione delle Linee
Guida operative
elenco dei criteri:
Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell'uomo
Aver esercitato un'influenza considerevole in un dato periodo
o in un'area culturale determinata, sullo sviluppo
dell'architettura, delle arti monumentali, della
pianificazione urbana o della creazione di paesaggi; di
tradizioni viventi, idee credenze o di opere artistiche e
letterarie con una significanza universale.
Costituire testimonianza unica ed eccezionale di una civiltà o
di una tradizione culturale scomparsa, di arte,
architettura, paesaggio, pianificazione urbana.
12. Adozione delle Linee
Guida operative
elenco dei criteri:
Contenere fenomeni naturali superlativi o aree di bellezza naturale
eccezionale e di importanza estetica.
Essere un esempio eccezionale di processi ecologici e biologici in
essere nello sviluppo e nell’evoluzione degli ecosistemi
terrestri, delle acque dolci, costali e marini e delle comunità di
piante ed animali.
Contenere gli habitat più importanti e significativi per la
conservazione in situ delle diversità biologiche, comprese
quelle contenenti specie minacciate di eccezionale valore
universale dal punto di vista scientifico o della conservazione.
13. I capisaldi della metodologia:
lo sviluppo sostenibile dell’area, in modo che tutti i processi di
valorizzazione prevedano un uso sostenibile dei beni non solo da un punto
di vista fisico (capacità di carico), ma anche sotto l’aspetto delle valenze
culturali e sociali;
il sistema culturale territoriale, inteso come un processo integrato di
gestione dell’area culturale, che supera i confini del sito UNESCO arrivando
all’intero territorio di riferimento;
i criteri di definizione delle priorità e delle scelte di progetto, in base
alla loro fattibilità e attuabilità, sia in termini di reperimento delle risorse
finanziarie sia in termini di complessità;
la flessibilità delle indicazioni e delle attività indicate, in quanto la
metodologia deve rispondere alle esigenze di diverse tipologie di siti
ciascuna delle quali presenta delle sue specificità;
il significato da dare al Piano di Gestione, che non deve essere un
semplice documento da presentare all’UNESCO, bensì rappresenta un
vero e proprio processo che coinvolge nel tempo tutti gli stakeholder.
14. Il piano di gestione
Il piano di gestione ha una sua
autonomia ed una procedura mirata a
definire il modello di sviluppo locale
basato sulla cultura ma anche a
progettare le attività per rispondere
alle richieste dell’UNESCO.
15. Il Piano di Gestione svolge un’opera di coordinamento su tutte
le altre pianificazioni per:
mantenere nel tempo l’integrità dei valori che hanno
consentito l’iscrizione WHL (World Heritage List);
coniugare la tutela e la conservazione con lo
sviluppo integrato delle risorse d’area
dell’economica locale;
rendere compatibile un processo locale condiviso
da più soggetti e autorità, che possono avere anche
interessi contrapposti.
16. Il piano di gestione definisce le modalità per
gestire le risorse di carattere storico,
culturale e ambientale, ed è in grado di
orientare gli strumenti della pianificazione
urbanistica ed economica attraverso la
conoscenza, la conservazione e la
valorizzazione
17. migliori pratiche nazionali e
internazionali
siti mondiali
Année Nom du bien Pays Type Région ID
1978 Parc national de Yellowstone US N EUR 28
1979 Cathédrale de Chartres FR C EUR 81
1980 Temples mégalithiques de Malte MT C EUR 132
1981 Arles, monuments romains et romans FR C EUR 164
1982 Site archéologique de Leptis Magna LY C ARB 183
1983 Sanctuaire historique de Machu Picchu PE M LAC 274
1984 Alhambra, Generalife et Albayzín, Grenade ES C EUR 314
1985 Petra JO C ARB 326
1986 Stonehenge, Avebury et sites associés GB C EUR 373
1987 Acropole d'Athènes GR C EUR 404
1988 Ville préhispanique de Chichen - Itza MX C LAC 483
1989 Site archéologique d'Olympie GR C EUR 517
1991 Cathédrale Notre-Dame, ancienne abbaye Saint-Remi et palais de FR C EUR 601
Tau, Reims
1992 Centre historique de Prague CZ C EUR 616
1993 Chemin de Saint-Jacques-de-Compostelle ES C EUR 669
18. migliori pratiche nazionali e
internazionali
siti mondiali
Année Nom du bien Pays Type Région ID
1994 Monuments historiques de l'ancienne Kyoto (villes de Kyoto, JP C APA 688
Uji et Otsu)
1995 Centre historique d’Avignon : Palais des papes, ensemble FR C EUR 228
épiscopal et Pont d’Avignon
1996 Cathédrale de Cologne DE C EUR 292
1997 Palais de la musique catalane et hôpital de Sant Pau, Barcelone ES C EUR 804
1998 Site archéologique de Troie TR C EUR 849
1999 Sites archéologiques de Mycènes et de Tirynthe GR C EUR 941
2000 Ensemble archéologique de Tarragone ES C EUR 875
2001 Centre historique de Vienne AT C EUR 1033
2002 Ancienne cité maya de Calakmul, Campeche MX C LAC 1061
2003 Ville blanche de Tel-Aviv – le mouvement moderne IL C EUR 1096
2004 Bam et son paysage culturel IR C APA 1208
2005 Quartier du Vieux pont de la vieille ville de Mostar BA C EUR 946
2006 Crac des Chevaliers et Qal’at Salah El-Din SY C ARB 1229
2007 Opéra de Sydney AU C APA 166
19. migliori pratiche nazionali e
internazionali
La lista italiana
1982 Centro storico di Firenze
siti italiani
1987 Venezia e la sua Laguna
1993 I Sassi di Matera
1995 Centro storico di Siena
1995 Centro storico di Napoli
1995 Centro storico di Ferrara
1996 Castel del Monte
1996 Trulli di Alberobello
1997 Reggia di Caserta, il Parco, l'acquedotto Vanvitelli e il
Complesso di San Leucio
1997 Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
1997 Costiera Amalfitana
1997 Area Archeologica di Agrigento
1980 1990 Centro storico di Roma, le Proprietà della Santa Sede
che godono dei diritti di extraterritorialità, e San Paolo Fuori le
Mura
20. migliori pratiche nazionali e
internazionali
siti italiani
1998 Centro storico di Urbino
1999 Villa Adriana (Tivoli)
2000 Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti
Francescani
2001 Villa d'Este (Tivoli)
2002 Città Barocche del Val di Noto
2005 Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica
2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei
Rolli
21. PIANO DI GESTIONE PER
LA CITTA’ DI BENEVENTO
REDAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE
DEL SITO
“Italia Langobardorum :
centri di culto e di potere (568-774)”
candidato per l’inserimento nella
Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
22. La città di Benevento sta per proporre all’Unesco la Chiesa di
Santa Sofia nell’ambito di un progetto più ampio che la vede
in candidatura seriale con 6 siti della Langobardia Major e
Minor: Cividale, Brescia, Castelseprio (Langobardia Major);
Benevento, Spoleto, Monte Sant’Angelo (Langobardia minor).
23. E’ stato elaborato un logo comune, che con le sue sei punte è
rappresentativo del sito seriale stesso.
24. Chiesa di S.Sofia candidata per la lista Unesco
Candidatura avanzata dal Comune per l’inserimento della città di
Benevento nell’ambito dei siti seriali delle maggiori testimonianze della
cultura longobarda in Italia facenti parte del Patrimonio Unesco
Il Comune di Benevento, individuando la zona di perimetrazione
dei monumenti (cosiddetta “buffer zone”), con la redazione del
dossier e del piano di gestione, va a decidere le misure che
bisognerà adottare per una tutela integrata e sostenibile.
Il concetto di valorizzazione del bene va considerato non solo in
relazione alla buffer- zone, zona sensibile che necessita di
essere protetta assieme al bene stesso, ma anche rispetto
all’area vasta.
La “zona cuscinetto” viene definita all’interno delle mura
longobarde come una porzione del corpo antico della città che
contiene, oltre al Complesso di Santa Sofia, il Complesso di
Sant’Ilario, la Rocca dei Rettori, la Chiesa del S.S. Salvatore, il
Duomo e l’Arco del Sacramento
25.
26. Il valore testimoniale storico - artistico va
inquadrato in un contesto fisico qualificante sia la
specificità del sito, sia la sua singolarità,
riferendosi quindi alla cinta muraria longobarda, al
tessuto storico esistente, alla ricchezza del
patrimonio storico - architettonico, urbanistico
coevo ma anche precedente (di epoca classica) ivi
presente.
27.
28. La programmazione strategica di Benevento.
La città di Benevento nel corso degli anni ha avviato attività di
notevole spessore nel campo della programmazione complessa ed
ha attivato tutte le sinergie istituzionali per dotarsi di strumenti
adeguati.
L’azione combinata tra le istituzioni delinea un “Sistema territoriale
orientato verso l’arte ed i beni storico, culturali ed architettonici”.
La qualità e quantità dei beni storico – artistico - archeologici diffusi
nella città consentono di immaginare la realizzazione di un
particolare sistema di servizi e infrastrutture avanzate che coinvolga
tutti i principali monumenti e giacimenti culturali della città.
Queste politiche, hanno preso maggior corpo e consistenza con
l’utilizzo dei fondi strutturali per i periodi di programmazione 1994 –
1999 e, soprattutto, con quelli per il periodo 2000 – 2006.
29. Strategia di sistema
L’obiettivo è stato quello di intersecare e rendere compatibile la città moderna,
che guarda allo sviluppo, con una città dei beni culturali, in un sistema in cui le
due realtà possano convivere ed interagire positivamente verso il comune fine di
crescita economica, sociale e culturale, nel rispetto dell’ambiente.
•Gli strumenti di programmazione dedicati ai giacimenti culturali sul
territorio, strutturati fino ad oggi, sono:
•Progetto Integrato “Benevento: il futuro nella storia”
obiettivo prioritario: porre il patrimonio dei beni culturali ed il centro storico
quale volano per lo sviluppo economico dell’area.
•Piano Strategico e PUM
opzione di sviluppo sostenibile e condivisa, valida per la città (area urbana)
come per il territorio sannita (area vasta) che si fonda sulla valorizzazione delle
potenzialità di città d’arte e cultura e sulla capacità di cogliere l’opportunità
offerta dall’essere cerniera fisica tra i corridoi I ed VIII della Rete multimodale.
30. Benevento presenta una fortissima concentrazione di beni culturali ed al
contempo una serie di vincoli derivanti dalla condizione di centro urbano di
medie dimensioni con aree interessate da giacimenti culturali, pienamente
utilizzate dai residenti per attività anche contrastanti con la conservazione e
l’accessibilità per fini turistici e di studio.