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Benevento
nel patrimonio

Unesco
UNESCO - United Nations Educational, Scientific
    and Cultural Organization


Il patrimonio culturale e il patrimonio naturale sono minacciati di
distruzione non soltanto dalle cause tradizionali di degradazione, ma
anche dall’evoluzione della vita sociale ed economica che l’aggrava con
fenomeni d’alterazione o distruzione ancora più temibili…..


Considerato che certi beni del patrimonio culturale naturale offrono un
interesse eccezionale che esige la loro preservazione come elementi del
patrimonio mondiale dell’umanità…


…..è indispensabile adottare a tal fine nuove disposizioni convenzionali
per attuare un efficace sistema di protezione collettiva del patrimonio
culturale di valore universale eccezionale, organizzato
permanentemente e secondo metodi scientifici e moderni
La Convenzione

Secondo la Convenzione per il Patrimonio Mondiale si
definisce "patrimonio culturale" un monumento, un gruppo di
edifici o un sito di valore storico, estetico, archeologico,
scientifico, etnologico o antropologico.
Il termine "Patrimonio naturale" definisce caratteristiche fisiche,
biologiche e geologiche di eccellenza; habitat di specie animali
o vegetali minacciate e aree di valore scientifico o estetico o
dal punto di vista della conservazione.

La missione UNESCO per il Patrimonio mondiale è:
> incoraggiare i paesi a firmare la Convenzione ed assicurare
la protezione del proprio patrimonio naturale e culturale;
>incoraggiare gli stati membri della convenzione a indicare dei
siti del proprio territorio nazionale da inserire nell'Elenco del
Patrimonio Mondiale.
Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione,
la scienza e la cultura, riunita a Parigi dal 17 ottobre al 21 novembre 1972 in
diciassettesima sessione

                      Firmando la convenzione, ogni paese si impegna a
                      conservare i siti sul proprio territorio, alcuni dei
                      quali possono essere riconosciuti come
                      Patrimonio Mondiale. La loro conservazione per le
                      generazioni future diventa poi una responsabilità
                      condivisa dall'intera comunità internazionale.

                      L'attenzione della Convenzione rispetto al
                      patrimonio naturale e culturale, la rende uno
                      strumento legale unico. Ciò viene espresso
                      nell'emblema del Patrimonio Mondiale che è
                      circolare, come il mondo, ma allo stesso tempo
                      rappresenta un simbolo di protezione. Il quadrato
                      centrale è una forma creata dall'uomo e il cerchio
                      rappresenta la natura: uomo e natura intimamente
                      legati.
Candidature
Ogni Stato membro compila, ogni 5 anni, una Lista propositiva di Siti.
I nuovi criteri di selezione mirano all'inclusione di tipologie fin'ora
poco rappresentate quali, ad esempio, i paesaggi culturali o
l'architettura contemporanea.

La lista del Patrimonio Mondiale cresce di anno in anno via via che le
nuove nomine vengono accettate dal Comitato e nuovi paesi firmano
la Convenzione.
Delineare l'elenco rappresenta una difficile sfida: che cosa rende un
tesoro culturale o naturale un eccezionale valore universale?

Un monumento culturale può essere, ad esempio un capolavoro
del genio creativo o può avere esercitato una forte influenza
architettonica

Un sito naturale può rappresentare stadi fondamentali della
storia terrestre o processi ecologici e biologici attivi oppure
contenere habitat naturali di animali in pericolo o essere una
scena di eccezionale bellezza.
L’inserimento di un sito nella lista dei beni riconosciuti dall’UNESCO
come PATRIMONIO dell’UMANITA’ è frutto di un iter procedurale
notevolmente impegnativo.


 La proposta per la candidatura parte di norma dalle
 amministrazioni locali e deve coincidere con la volontà politica e
 sociale della popolazione del territorio che, attraverso i suoi
 rappresentanti, individua nel riconoscimento un’occasione di
 sviluppo locale e un incremento del prestigio del territorio.

 Il passo successivo è rappresentato dalla domanda specifica da
 inoltrare al gruppo di lavoro permanente per la lista del
 patrimonio mondiale.

 Successivamente all’inserimento del sito nella lista, assume
 un’importanza decisiva la redazione del dossier di candidatura,
 documento di estrema rilevanza e complessità.

 Inoltre occorre redigere il piano di gestione, strumento
 obbligatorio, che dovrà assicurare nel tempo la conservazione
 dei valori per i quali il bene viene identificato e iscritto.
Legge 20 febbraio 2006, n. 77

 Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse
 culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del
 patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell'UNESCO.

Art. 3. Piani di gestione
1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare
le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi piani
di gestione.
2. I piani di gestione definiscono le priorità di intervento e le relative
modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse
pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste
dall'articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con
programmi o strumenti normativi che perseguano finalità
complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i
piani relativi alle aree protette.
Piani di Gestione dei siti UNESCO




L’esigenza di elaborare un modello per la
realizzazione dei Piani di Gestione nasce
innanzitutto da una richiesta ufficiale
dell’UNESCO a tutti i siti iscritti nella Lista
del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Lista del Patrimonio
         Mondiale dell’Umanità.

Secondo l‘UNESCO tale piano
dovrebbe essere focalizzato
soprattutto sulla programmazione degli
interventi da attuare per mantenere nel
tempo l’integrità dei valori che hanno
consentito l’iscrizione nella Lista, in
modo da preservare il sito per le future
generazioni.
“Approccio integrato”
                Il Ministero per i Beni e le Attività
                Culturali, attraverso il suo Ufficio per la
                Lista del Patrimonio Mondiale, ha
                cercato di rispondere all’esigenza
                manifestata dall’UNESCO elaborando
                una metodologia che possa
                rappresentare una guida per la
                realizzazione dei piani di gestione di tutti
                i siti italiani.
                La metodologia trova i suoi principi
Ministero per
i Beni e
                fondamentali nelle Linee Guida
le Attività     elaborate dalla Commissione Nazionale
Culturali       Siti UNESCO e Sistemi Turistici Locali
Adozione delle Linee
  Guida operative
  elenco dei criteri:

Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell'uomo

Aver esercitato un'influenza considerevole in un dato periodo
   o in un'area culturale determinata, sullo sviluppo
   dell'architettura, delle arti monumentali, della
   pianificazione urbana o della creazione di paesaggi; di
   tradizioni viventi, idee credenze o di opere artistiche e
   letterarie con una significanza universale.

Costituire testimonianza unica ed eccezionale di una civiltà o
   di una tradizione culturale scomparsa, di arte,
   architettura, paesaggio, pianificazione urbana.
Adozione delle Linee
    Guida operative
    elenco dei criteri:
Contenere fenomeni naturali superlativi o aree di bellezza naturale
   eccezionale e di importanza estetica.

Essere un esempio eccezionale di processi ecologici e biologici in
   essere nello sviluppo e nell’evoluzione degli ecosistemi
   terrestri, delle acque dolci, costali e marini e delle comunità di
   piante ed animali.

Contenere gli habitat più importanti e significativi per la
   conservazione in situ delle diversità biologiche, comprese
   quelle contenenti specie minacciate di eccezionale valore
   universale dal punto di vista scientifico o della conservazione.
I capisaldi della metodologia:

lo sviluppo sostenibile dell’area, in modo che tutti i processi di
valorizzazione prevedano un uso sostenibile dei beni non solo da un punto
di vista fisico (capacità di carico), ma anche sotto l’aspetto delle valenze
culturali e sociali;
il sistema culturale territoriale, inteso come un processo integrato di
gestione dell’area culturale, che supera i confini del sito UNESCO arrivando
all’intero territorio di riferimento;
i criteri di definizione delle priorità e delle scelte di progetto, in base
alla loro fattibilità e attuabilità, sia in termini di reperimento delle risorse
finanziarie sia in termini di complessità;
la flessibilità delle indicazioni e delle attività indicate, in quanto la
metodologia deve rispondere alle esigenze di diverse tipologie di siti
ciascuna delle quali presenta delle sue specificità;
il significato da dare al Piano di Gestione, che non deve essere un
semplice documento da presentare all’UNESCO, bensì rappresenta un
vero e proprio processo che coinvolge nel tempo tutti gli stakeholder.
Il piano di gestione
Il piano di gestione ha una sua
autonomia ed una procedura mirata a
definire il modello di sviluppo locale
basato sulla cultura ma anche a
progettare le attività per rispondere
alle richieste dell’UNESCO.
Il Piano di Gestione svolge un’opera di coordinamento su tutte
le altre pianificazioni per:

   mantenere nel tempo l’integrità dei valori che hanno
   consentito l’iscrizione WHL (World Heritage List);
   coniugare la tutela e la conservazione con lo
   sviluppo integrato delle risorse d’area
   dell’economica locale;
   rendere compatibile un processo locale condiviso
   da più soggetti e autorità, che possono avere anche
   interessi contrapposti.
Il piano di gestione definisce le modalità per
         gestire le risorse di carattere storico,
       culturale e ambientale, ed è in grado di
   orientare gli strumenti della pianificazione
      urbanistica ed economica attraverso la
            conoscenza, la conservazione e la
                                  valorizzazione
migliori pratiche nazionali e
internazionali
                           siti mondiali
Année   Nom du bien                                                      Pays   Type   Région   ID

1978    Parc national de Yellowstone                                     US     N      EUR      28
1979    Cathédrale de Chartres                                           FR     C      EUR      81
1980    Temples mégalithiques de Malte                                   MT     C      EUR      132
1981    Arles, monuments romains et romans                               FR     C      EUR      164
1982    Site archéologique de Leptis Magna                               LY     C      ARB      183
1983    Sanctuaire historique de Machu Picchu                            PE     M      LAC      274
1984    Alhambra, Generalife et Albayzín, Grenade                        ES     C      EUR      314
1985    Petra                                                            JO     C      ARB      326
1986    Stonehenge, Avebury et sites associés                            GB     C      EUR      373
1987    Acropole d'Athènes                                               GR     C      EUR      404
1988    Ville préhispanique de Chichen - Itza                            MX     C      LAC      483
1989    Site archéologique d'Olympie                                     GR     C      EUR      517
1991    Cathédrale Notre-Dame, ancienne abbaye Saint-Remi et palais de   FR     C      EUR      601
        Tau, Reims
1992    Centre historique de Prague                                      CZ     C      EUR      616
1993    Chemin de Saint-Jacques-de-Compostelle                           ES     C      EUR      669
migliori pratiche nazionali e
internazionali
                           siti mondiali
Année   Nom du bien                                                       Pays   Type   Région   ID
1994    Monuments historiques de l'ancienne Kyoto (villes de Kyoto,       JP     C      APA      688
        Uji et Otsu)
1995    Centre historique d’Avignon : Palais des papes, ensemble          FR     C      EUR      228
        épiscopal et Pont d’Avignon
1996    Cathédrale de Cologne                                             DE     C      EUR      292
1997    Palais de la musique catalane et hôpital de Sant Pau, Barcelone   ES     C      EUR      804
1998    Site archéologique de Troie                                       TR     C      EUR      849
1999    Sites archéologiques de Mycènes et de Tirynthe                    GR     C      EUR      941
2000    Ensemble archéologique de Tarragone                               ES     C      EUR      875
2001    Centre historique de Vienne                                       AT     C      EUR      1033
2002    Ancienne cité maya de Calakmul, Campeche                          MX     C      LAC      1061
2003    Ville blanche de Tel-Aviv – le mouvement moderne                  IL     C      EUR      1096
2004    Bam et son paysage culturel                                       IR     C      APA      1208
2005    Quartier du Vieux pont de la vieille ville de Mostar              BA     C      EUR      946
2006    Crac des Chevaliers et Qal’at Salah El-Din                        SY     C      ARB      1229
2007    Opéra de Sydney                                                   AU     C      APA      166
migliori pratiche nazionali e
                               internazionali
La lista italiana
1982 Centro storico di Firenze
                                   siti italiani
1987   Venezia e la sua Laguna
1993   I Sassi di Matera
1995   Centro storico di Siena
1995   Centro storico di Napoli
1995   Centro storico di Ferrara
1996   Castel del Monte
1996   Trulli di Alberobello
1997   Reggia di Caserta, il Parco, l'acquedotto Vanvitelli e il
       Complesso di San Leucio
1997   Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
1997   Costiera Amalfitana
1997   Area Archeologica di Agrigento
1980   1990 Centro storico di Roma, le Proprietà della Santa Sede
       che godono dei diritti di extraterritorialità, e San Paolo Fuori le
       Mura
migliori pratiche nazionali e
                            internazionali
                                siti italiani
1998 Centro storico di Urbino
1999 Villa Adriana (Tivoli)
2000 Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti
     Francescani
2001 Villa d'Este (Tivoli)
2002 Città Barocche del Val di Noto
2005 Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica
2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei
     Rolli
PIANO DI GESTIONE PER
             LA CITTA’ DI BENEVENTO




  REDAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE
                  DEL SITO
         “Italia Langobardorum :
   centri di culto e di potere (568-774)”


      candidato per l’inserimento nella
Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
La città di Benevento sta per proporre all’Unesco la Chiesa di
Santa Sofia nell’ambito di un progetto più ampio che la vede
in candidatura seriale con 6 siti della Langobardia Major e
Minor: Cividale, Brescia, Castelseprio (Langobardia Major);
Benevento, Spoleto, Monte Sant’Angelo (Langobardia minor).
E’ stato elaborato un logo comune, che con le sue sei punte è
rappresentativo del sito seriale stesso.
Chiesa di S.Sofia candidata per la lista Unesco
Candidatura avanzata dal Comune per l’inserimento della città di
Benevento nell’ambito dei siti seriali delle maggiori testimonianze della
cultura longobarda in Italia facenti parte del Patrimonio Unesco




Il Comune di Benevento, individuando la zona di perimetrazione
dei monumenti (cosiddetta “buffer zone”), con la redazione del
dossier e del piano di gestione, va a decidere le misure che
bisognerà adottare per una tutela integrata e sostenibile.
Il concetto di valorizzazione del bene va considerato non solo in
relazione alla buffer- zone, zona sensibile che necessita di
essere protetta assieme al bene stesso, ma anche rispetto
all’area vasta.
La “zona cuscinetto” viene definita all’interno delle mura
longobarde come una porzione del corpo antico della città che
contiene, oltre al Complesso di Santa Sofia, il Complesso di
Sant’Ilario, la Rocca dei Rettori, la Chiesa del S.S. Salvatore, il
Duomo e l’Arco del Sacramento
Il valore testimoniale storico - artistico va
inquadrato in un contesto fisico qualificante sia la
specificità del sito, sia la sua singolarità,
riferendosi quindi alla cinta muraria longobarda, al
tessuto storico esistente, alla ricchezza del
patrimonio storico - architettonico, urbanistico
coevo ma anche precedente (di epoca classica) ivi
presente.
La programmazione strategica di Benevento.

La città di Benevento nel corso degli anni ha avviato attività di
notevole spessore nel campo della programmazione complessa ed
ha attivato tutte le sinergie istituzionali per dotarsi di strumenti
adeguati.
L’azione combinata tra le istituzioni delinea un “Sistema territoriale
orientato verso l’arte ed i beni storico, culturali ed architettonici”.
La qualità e quantità dei beni storico – artistico - archeologici diffusi
nella città consentono di immaginare la realizzazione di un
particolare sistema di servizi e infrastrutture avanzate che coinvolga
tutti i principali monumenti e giacimenti culturali della città.
Queste politiche, hanno preso maggior corpo e consistenza con
l’utilizzo dei fondi strutturali per i periodi di programmazione 1994 –
1999 e, soprattutto, con quelli per il periodo 2000 – 2006.
Strategia di sistema
  L’obiettivo è stato quello di intersecare e rendere compatibile la città moderna,
  che guarda allo sviluppo, con una città dei beni culturali, in un sistema in cui le
  due realtà possano convivere ed interagire positivamente verso il comune fine di
  crescita economica, sociale e culturale, nel rispetto dell’ambiente.


•Gli strumenti di programmazione dedicati ai giacimenti culturali sul
territorio, strutturati fino ad oggi, sono:

•Progetto Integrato “Benevento: il futuro nella storia”
obiettivo prioritario: porre il patrimonio dei beni culturali ed il centro storico
quale volano per lo sviluppo economico dell’area.
•Piano Strategico e PUM
opzione di sviluppo sostenibile e condivisa, valida per la città (area urbana)
come per il territorio sannita (area vasta) che si fonda sulla valorizzazione delle
potenzialità di città d’arte e cultura e sulla capacità di cogliere l’opportunità
offerta dall’essere cerniera fisica tra i corridoi I ed VIII della Rete multimodale.
Benevento presenta una fortissima concentrazione di beni culturali ed al
contempo una serie di vincoli derivanti dalla condizione di centro urbano di
medie dimensioni con aree interessate da giacimenti culturali, pienamente
utilizzate dai residenti per attività anche contrastanti con la conservazione e
l’accessibilità per fini turistici e di studio.
Conferenza stampa

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  • 2. UNESCO - United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization Il patrimonio culturale e il patrimonio naturale sono minacciati di distruzione non soltanto dalle cause tradizionali di degradazione, ma anche dall’evoluzione della vita sociale ed economica che l’aggrava con fenomeni d’alterazione o distruzione ancora più temibili….. Considerato che certi beni del patrimonio culturale naturale offrono un interesse eccezionale che esige la loro preservazione come elementi del patrimonio mondiale dell’umanità… …..è indispensabile adottare a tal fine nuove disposizioni convenzionali per attuare un efficace sistema di protezione collettiva del patrimonio culturale di valore universale eccezionale, organizzato permanentemente e secondo metodi scientifici e moderni
  • 3. La Convenzione Secondo la Convenzione per il Patrimonio Mondiale si definisce "patrimonio culturale" un monumento, un gruppo di edifici o un sito di valore storico, estetico, archeologico, scientifico, etnologico o antropologico. Il termine "Patrimonio naturale" definisce caratteristiche fisiche, biologiche e geologiche di eccellenza; habitat di specie animali o vegetali minacciate e aree di valore scientifico o estetico o dal punto di vista della conservazione. La missione UNESCO per il Patrimonio mondiale è: > incoraggiare i paesi a firmare la Convenzione ed assicurare la protezione del proprio patrimonio naturale e culturale; >incoraggiare gli stati membri della convenzione a indicare dei siti del proprio territorio nazionale da inserire nell'Elenco del Patrimonio Mondiale.
  • 4. Conferenza generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura, riunita a Parigi dal 17 ottobre al 21 novembre 1972 in diciassettesima sessione Firmando la convenzione, ogni paese si impegna a conservare i siti sul proprio territorio, alcuni dei quali possono essere riconosciuti come Patrimonio Mondiale. La loro conservazione per le generazioni future diventa poi una responsabilità condivisa dall'intera comunità internazionale. L'attenzione della Convenzione rispetto al patrimonio naturale e culturale, la rende uno strumento legale unico. Ciò viene espresso nell'emblema del Patrimonio Mondiale che è circolare, come il mondo, ma allo stesso tempo rappresenta un simbolo di protezione. Il quadrato centrale è una forma creata dall'uomo e il cerchio rappresenta la natura: uomo e natura intimamente legati.
  • 5. Candidature Ogni Stato membro compila, ogni 5 anni, una Lista propositiva di Siti. I nuovi criteri di selezione mirano all'inclusione di tipologie fin'ora poco rappresentate quali, ad esempio, i paesaggi culturali o l'architettura contemporanea. La lista del Patrimonio Mondiale cresce di anno in anno via via che le nuove nomine vengono accettate dal Comitato e nuovi paesi firmano la Convenzione. Delineare l'elenco rappresenta una difficile sfida: che cosa rende un tesoro culturale o naturale un eccezionale valore universale? Un monumento culturale può essere, ad esempio un capolavoro del genio creativo o può avere esercitato una forte influenza architettonica Un sito naturale può rappresentare stadi fondamentali della storia terrestre o processi ecologici e biologici attivi oppure contenere habitat naturali di animali in pericolo o essere una scena di eccezionale bellezza.
  • 6. L’inserimento di un sito nella lista dei beni riconosciuti dall’UNESCO come PATRIMONIO dell’UMANITA’ è frutto di un iter procedurale notevolmente impegnativo. La proposta per la candidatura parte di norma dalle amministrazioni locali e deve coincidere con la volontà politica e sociale della popolazione del territorio che, attraverso i suoi rappresentanti, individua nel riconoscimento un’occasione di sviluppo locale e un incremento del prestigio del territorio. Il passo successivo è rappresentato dalla domanda specifica da inoltrare al gruppo di lavoro permanente per la lista del patrimonio mondiale. Successivamente all’inserimento del sito nella lista, assume un’importanza decisiva la redazione del dossier di candidatura, documento di estrema rilevanza e complessità. Inoltre occorre redigere il piano di gestione, strumento obbligatorio, che dovrà assicurare nel tempo la conservazione dei valori per i quali il bene viene identificato e iscritto.
  • 7. Legge 20 febbraio 2006, n. 77 Misure speciali di tutela e fruizione dei siti italiani di interesse culturale, paesaggistico e ambientale, inseriti nella «lista del patrimonio mondiale», posti sotto la tutela dell'UNESCO. Art. 3. Piani di gestione 1. Per assicurare la conservazione dei siti italiani UNESCO e creare le condizioni per la loro valorizzazione sono approvati appositi piani di gestione. 2. I piani di gestione definiscono le priorità di intervento e le relative modalità attuative, nonché le azioni esperibili per reperire le risorse pubbliche e private necessarie, in aggiunta a quelle previste dall'articolo 4, oltre che le opportune forme di collegamento con programmi o strumenti normativi che perseguano finalità complementari, tra i quali quelli disciplinanti i sistemi turistici locali e i piani relativi alle aree protette.
  • 8. Piani di Gestione dei siti UNESCO L’esigenza di elaborare un modello per la realizzazione dei Piani di Gestione nasce innanzitutto da una richiesta ufficiale dell’UNESCO a tutti i siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
  • 9. Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Secondo l‘UNESCO tale piano dovrebbe essere focalizzato soprattutto sulla programmazione degli interventi da attuare per mantenere nel tempo l’integrità dei valori che hanno consentito l’iscrizione nella Lista, in modo da preservare il sito per le future generazioni.
  • 10. “Approccio integrato” Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, attraverso il suo Ufficio per la Lista del Patrimonio Mondiale, ha cercato di rispondere all’esigenza manifestata dall’UNESCO elaborando una metodologia che possa rappresentare una guida per la realizzazione dei piani di gestione di tutti i siti italiani. La metodologia trova i suoi principi Ministero per i Beni e fondamentali nelle Linee Guida le Attività elaborate dalla Commissione Nazionale Culturali Siti UNESCO e Sistemi Turistici Locali
  • 11. Adozione delle Linee Guida operative elenco dei criteri: Rappresentare un capolavoro del genio creativo dell'uomo Aver esercitato un'influenza considerevole in un dato periodo o in un'area culturale determinata, sullo sviluppo dell'architettura, delle arti monumentali, della pianificazione urbana o della creazione di paesaggi; di tradizioni viventi, idee credenze o di opere artistiche e letterarie con una significanza universale. Costituire testimonianza unica ed eccezionale di una civiltà o di una tradizione culturale scomparsa, di arte, architettura, paesaggio, pianificazione urbana.
  • 12. Adozione delle Linee Guida operative elenco dei criteri: Contenere fenomeni naturali superlativi o aree di bellezza naturale eccezionale e di importanza estetica. Essere un esempio eccezionale di processi ecologici e biologici in essere nello sviluppo e nell’evoluzione degli ecosistemi terrestri, delle acque dolci, costali e marini e delle comunità di piante ed animali. Contenere gli habitat più importanti e significativi per la conservazione in situ delle diversità biologiche, comprese quelle contenenti specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista scientifico o della conservazione.
  • 13. I capisaldi della metodologia: lo sviluppo sostenibile dell’area, in modo che tutti i processi di valorizzazione prevedano un uso sostenibile dei beni non solo da un punto di vista fisico (capacità di carico), ma anche sotto l’aspetto delle valenze culturali e sociali; il sistema culturale territoriale, inteso come un processo integrato di gestione dell’area culturale, che supera i confini del sito UNESCO arrivando all’intero territorio di riferimento; i criteri di definizione delle priorità e delle scelte di progetto, in base alla loro fattibilità e attuabilità, sia in termini di reperimento delle risorse finanziarie sia in termini di complessità; la flessibilità delle indicazioni e delle attività indicate, in quanto la metodologia deve rispondere alle esigenze di diverse tipologie di siti ciascuna delle quali presenta delle sue specificità; il significato da dare al Piano di Gestione, che non deve essere un semplice documento da presentare all’UNESCO, bensì rappresenta un vero e proprio processo che coinvolge nel tempo tutti gli stakeholder.
  • 14. Il piano di gestione Il piano di gestione ha una sua autonomia ed una procedura mirata a definire il modello di sviluppo locale basato sulla cultura ma anche a progettare le attività per rispondere alle richieste dell’UNESCO.
  • 15. Il Piano di Gestione svolge un’opera di coordinamento su tutte le altre pianificazioni per: mantenere nel tempo l’integrità dei valori che hanno consentito l’iscrizione WHL (World Heritage List); coniugare la tutela e la conservazione con lo sviluppo integrato delle risorse d’area dell’economica locale; rendere compatibile un processo locale condiviso da più soggetti e autorità, che possono avere anche interessi contrapposti.
  • 16. Il piano di gestione definisce le modalità per gestire le risorse di carattere storico, culturale e ambientale, ed è in grado di orientare gli strumenti della pianificazione urbanistica ed economica attraverso la conoscenza, la conservazione e la valorizzazione
  • 17. migliori pratiche nazionali e internazionali siti mondiali Année Nom du bien Pays Type Région ID 1978 Parc national de Yellowstone US N EUR 28 1979 Cathédrale de Chartres FR C EUR 81 1980 Temples mégalithiques de Malte MT C EUR 132 1981 Arles, monuments romains et romans FR C EUR 164 1982 Site archéologique de Leptis Magna LY C ARB 183 1983 Sanctuaire historique de Machu Picchu PE M LAC 274 1984 Alhambra, Generalife et Albayzín, Grenade ES C EUR 314 1985 Petra JO C ARB 326 1986 Stonehenge, Avebury et sites associés GB C EUR 373 1987 Acropole d'Athènes GR C EUR 404 1988 Ville préhispanique de Chichen - Itza MX C LAC 483 1989 Site archéologique d'Olympie GR C EUR 517 1991 Cathédrale Notre-Dame, ancienne abbaye Saint-Remi et palais de FR C EUR 601 Tau, Reims 1992 Centre historique de Prague CZ C EUR 616 1993 Chemin de Saint-Jacques-de-Compostelle ES C EUR 669
  • 18. migliori pratiche nazionali e internazionali siti mondiali Année Nom du bien Pays Type Région ID 1994 Monuments historiques de l'ancienne Kyoto (villes de Kyoto, JP C APA 688 Uji et Otsu) 1995 Centre historique d’Avignon : Palais des papes, ensemble FR C EUR 228 épiscopal et Pont d’Avignon 1996 Cathédrale de Cologne DE C EUR 292 1997 Palais de la musique catalane et hôpital de Sant Pau, Barcelone ES C EUR 804 1998 Site archéologique de Troie TR C EUR 849 1999 Sites archéologiques de Mycènes et de Tirynthe GR C EUR 941 2000 Ensemble archéologique de Tarragone ES C EUR 875 2001 Centre historique de Vienne AT C EUR 1033 2002 Ancienne cité maya de Calakmul, Campeche MX C LAC 1061 2003 Ville blanche de Tel-Aviv – le mouvement moderne IL C EUR 1096 2004 Bam et son paysage culturel IR C APA 1208 2005 Quartier du Vieux pont de la vieille ville de Mostar BA C EUR 946 2006 Crac des Chevaliers et Qal’at Salah El-Din SY C ARB 1229 2007 Opéra de Sydney AU C APA 166
  • 19. migliori pratiche nazionali e internazionali La lista italiana 1982 Centro storico di Firenze siti italiani 1987 Venezia e la sua Laguna 1993 I Sassi di Matera 1995 Centro storico di Siena 1995 Centro storico di Napoli 1995 Centro storico di Ferrara 1996 Castel del Monte 1996 Trulli di Alberobello 1997 Reggia di Caserta, il Parco, l'acquedotto Vanvitelli e il Complesso di San Leucio 1997 Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata 1997 Costiera Amalfitana 1997 Area Archeologica di Agrigento 1980 1990 Centro storico di Roma, le Proprietà della Santa Sede che godono dei diritti di extraterritorialità, e San Paolo Fuori le Mura
  • 20. migliori pratiche nazionali e internazionali siti italiani 1998 Centro storico di Urbino 1999 Villa Adriana (Tivoli) 2000 Assisi, la Basilica di San Francesco e altri siti Francescani 2001 Villa d'Este (Tivoli) 2002 Città Barocche del Val di Noto 2005 Siracusa e la necropoli rupestre di Pantalica 2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli
  • 21. PIANO DI GESTIONE PER LA CITTA’ DI BENEVENTO REDAZIONE DEL PIANO DI GESTIONE DEL SITO “Italia Langobardorum : centri di culto e di potere (568-774)” candidato per l’inserimento nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO
  • 22. La città di Benevento sta per proporre all’Unesco la Chiesa di Santa Sofia nell’ambito di un progetto più ampio che la vede in candidatura seriale con 6 siti della Langobardia Major e Minor: Cividale, Brescia, Castelseprio (Langobardia Major); Benevento, Spoleto, Monte Sant’Angelo (Langobardia minor).
  • 23. E’ stato elaborato un logo comune, che con le sue sei punte è rappresentativo del sito seriale stesso.
  • 24. Chiesa di S.Sofia candidata per la lista Unesco Candidatura avanzata dal Comune per l’inserimento della città di Benevento nell’ambito dei siti seriali delle maggiori testimonianze della cultura longobarda in Italia facenti parte del Patrimonio Unesco Il Comune di Benevento, individuando la zona di perimetrazione dei monumenti (cosiddetta “buffer zone”), con la redazione del dossier e del piano di gestione, va a decidere le misure che bisognerà adottare per una tutela integrata e sostenibile. Il concetto di valorizzazione del bene va considerato non solo in relazione alla buffer- zone, zona sensibile che necessita di essere protetta assieme al bene stesso, ma anche rispetto all’area vasta. La “zona cuscinetto” viene definita all’interno delle mura longobarde come una porzione del corpo antico della città che contiene, oltre al Complesso di Santa Sofia, il Complesso di Sant’Ilario, la Rocca dei Rettori, la Chiesa del S.S. Salvatore, il Duomo e l’Arco del Sacramento
  • 25.
  • 26. Il valore testimoniale storico - artistico va inquadrato in un contesto fisico qualificante sia la specificità del sito, sia la sua singolarità, riferendosi quindi alla cinta muraria longobarda, al tessuto storico esistente, alla ricchezza del patrimonio storico - architettonico, urbanistico coevo ma anche precedente (di epoca classica) ivi presente.
  • 27.
  • 28. La programmazione strategica di Benevento. La città di Benevento nel corso degli anni ha avviato attività di notevole spessore nel campo della programmazione complessa ed ha attivato tutte le sinergie istituzionali per dotarsi di strumenti adeguati. L’azione combinata tra le istituzioni delinea un “Sistema territoriale orientato verso l’arte ed i beni storico, culturali ed architettonici”. La qualità e quantità dei beni storico – artistico - archeologici diffusi nella città consentono di immaginare la realizzazione di un particolare sistema di servizi e infrastrutture avanzate che coinvolga tutti i principali monumenti e giacimenti culturali della città. Queste politiche, hanno preso maggior corpo e consistenza con l’utilizzo dei fondi strutturali per i periodi di programmazione 1994 – 1999 e, soprattutto, con quelli per il periodo 2000 – 2006.
  • 29. Strategia di sistema L’obiettivo è stato quello di intersecare e rendere compatibile la città moderna, che guarda allo sviluppo, con una città dei beni culturali, in un sistema in cui le due realtà possano convivere ed interagire positivamente verso il comune fine di crescita economica, sociale e culturale, nel rispetto dell’ambiente. •Gli strumenti di programmazione dedicati ai giacimenti culturali sul territorio, strutturati fino ad oggi, sono: •Progetto Integrato “Benevento: il futuro nella storia” obiettivo prioritario: porre il patrimonio dei beni culturali ed il centro storico quale volano per lo sviluppo economico dell’area. •Piano Strategico e PUM opzione di sviluppo sostenibile e condivisa, valida per la città (area urbana) come per il territorio sannita (area vasta) che si fonda sulla valorizzazione delle potenzialità di città d’arte e cultura e sulla capacità di cogliere l’opportunità offerta dall’essere cerniera fisica tra i corridoi I ed VIII della Rete multimodale.
  • 30. Benevento presenta una fortissima concentrazione di beni culturali ed al contempo una serie di vincoli derivanti dalla condizione di centro urbano di medie dimensioni con aree interessate da giacimenti culturali, pienamente utilizzate dai residenti per attività anche contrastanti con la conservazione e l’accessibilità per fini turistici e di studio.