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Lo sviluppo sociale
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Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla comprensione
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con gli altri e con il sistema di norme e di valori sociali
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SOCIALITÀSOCIALITÀ
Scambio tra individualità percepite come separate e distinte
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La coscienza di Sécoscienza di Sé consiste nella consapevolezza di possedere
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sentita come interna, ma anche pensata come esterna.
La coscienza di Sé si articola in:La coscienza di Sé si articola in:
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Lo sviluppo sociale
6 © Il Mulino, 2002
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Lo sviluppo sociale
7 © Il Mulino, 2002
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altri vedono e sentono la realtà
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Lo sviluppo sociale
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Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro
• Acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso
di inferiorità (Erikson)
• Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione
• Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi
• Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti
• Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale comparsa del
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Lo sviluppo sociale
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Si compone di un insieme di valutazioni che riguarda il Sé nei suoi
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Lo sviluppo sociale
11 © Il Mulino, 2002
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Lo sviluppo dell’identità sessualeidentità sessuale procede inizialmente tramite
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quelle delle persone familiari
Creazione di categorie mentalicategorie mentali sulla differenza di genere,
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PortPort
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
12 © Il Mulino, 2002
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femminefemmine
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Lo sviluppo sociale
14 © Il Mulino, 2002
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Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
15 © Il Mulino, 2002
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La tipizzazione sessuale è un processo primariamente
cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per
categorie.
La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi:
Identità diIdentità di
generegenere
CongruenzaCongruenza
di generedi genere
Stabilità diStabilità di
generegenere
il bambino differenzia le 2 categorie di
appartenenza sociale, stabilendo la propria
il bambino comprende che le differenze
sessuali non cambiano nel tempo
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genere è una caratteristica intrinseca e
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esteriori
Teoria cognitiva di Kohlberg sulla tipizzazione sessuale
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
16 © Il Mulino, 2002
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Prime relazioni con i pari
Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i
coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare
la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali.
• unidirezionalitàunidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde
l’azione coordinata dell’altro
• interazioniinterazioni speculari contemporeneespeculari contemporenee i bambini tendono a
fare la stessa cosa contemporaneamente
• interazioni speculari differiteinterazioni speculari differite il bambino imita l’azione
dell’altro bambino
Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
17 © Il Mulino, 2002
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Dopo i 3 anni, le interazioni diventano
complementari e reciproche. Si sviluppano le
attività di gruppo grazie all’incremento della
capacità di comunicare e delle capacità
simboliche giochi di finzione
Le relazioni diventano sempre più selettive,
basate sulle affinità, sulla comunanza di
interessi e di attività. In questa fase si nota
una spiccata tendenza a scegliere compagni
dello stesso sesso (segregazione sessuale)
Le relazioni diventano stimolo per il
confronto, fonte di sostegno e supporto
all’autostima
Evoluzione del rapporto coi pari
Età prescolareEtà prescolare
AdolescenzaAdolescenza
InfanziaInfanzia
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
18 © Il Mulino, 2002
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L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di
comportamenti non verbali (NV) nella dinamica “accettazione-
rifiuto” nel gruppo, distinguendo:
BambiniBambini
popolaripopolari
BambiniBambini
rifiutatirifiutati
Esibiscono comportamenti NV
rassicuranti e non aggressivi; mediano
i conflitti e difendono gli altri bambini
Esibiscono comportamenti NV di
minaccia, sono instabili nelle attività,
hanno scarsa concentrazione e attivano
interventi disorganizzati
Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
19 © Il Mulino, 2002
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Caratteristiche delle relazioni amicali
• amicizia come bisogno di
vicinanza e di rassicurazione
emotiva
• creazione di legami affiliativi
caratterizzati da affettività, difesa
dell’esclusività, prossimità fisica,
reciprocità, e rispondenza dei
segnali
• creazione di un mondo comune
condiviso
• rapporti meno esclusivi
• rapporti più flessibili
• interazioni basate su
scambi verbali
Prima infanziaPrima infanzia Età prescolareEtà prescolare
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
20 © Il Mulino, 2002
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Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman
Stadio 0: 3-5 anniStadio 0: 3-5 anni
• compagni di gioco momentanei
• amicizia come ricerca di contatto
fisico
• assenza di comprensione dei
pensieri altrui
Stadio 3: dai 12 anniStadio 3: dai 12 anni
• condivisione mutualistica
• amicizia solida e duratura
caratterizzata da intimità e fiducia
reciproca
• ricerca di compatibilità
psicologica
Stadio 1: 6-8 anniStadio 1: 6-8 anni
• amicizia come aiuto unilaterale
• natura soggettiva del legame
• iniziale considerazione delle
caratteristiche psicologiche
dell’altro
Stadio 2: 9-12 anniStadio 2: 9-12 anni
• cooperazione in circostanze
favorevoli
• capacità di coordinare diversi
punti di vista
• iniziale consapevolezza della
reciprocità del rapporto
L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e
abilità di role-taking
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
21 © Il Mulino, 2002
6
Comportamenti favoriti dai legami di amicizia
I legami di amicizia:
• promuovono i comportamenti prosociali
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• consentono di superare le emozioni negative di ira e paura
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• incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro
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disagio altrui
Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo
Lo sviluppo sociale
22 © Il Mulino, 2002
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Amicizia e risoluzione dei conflitti
Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle
divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i
conflitti
Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare
strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto,
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  • 1. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 1 © Il Mulino, 2002 6 Differenze tra socializzazione e sviluppo sociale SocializzazioneSocializzazione le competenze sociali del bambino, fino agli anni ‘60, erano concepite in chiave di acculturazione o di acquisizione del controllo degli impulsi o di addestramento al ruolo, secondo prospettive centrate sui processi di apprendimento o sul ruolo di modellamento svolto dall’adulto Oggi siOggi si parla diparla di Sviluppo socialeSviluppo sociale il neonato, considerato un essere sociale fin da subito, diventa sempre più consapevole e competente grazie alla funzione di mediatore o di interlocutore svolta dall’adulto nell’organizzare competenze e capacità
  • 2. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 2 © Il Mulino, 2002 6 Sviluppo delle competenze sociali Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla comprensione che le persone sono dotate di stati interni, emozioni, pensieri, intenzioni, scopi, che orientano il comportamento e le relazioni con gli altri e con il sistema di norme e di valori sociali ComprensionComprension e degli altrie degli altri ComprensionComprension e di Sée di Sé Procede parallelamenteProcede parallelamente SOCIALITÀSOCIALITÀ Scambio tra individualità percepite come separate e distinte una dall’altra Requisiti indispensabiliRequisiti indispensabili
  • 3. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 3 © Il Mulino, 2002 6 La coscienza di Sé La coscienza di Sécoscienza di Sé consiste nella consapevolezza di possedere un’identità separata e si basa sul processo di differenziazione e sulla rappresentazione del Sé come un’entità oggettiva che è sentita come interna, ma anche pensata come esterna. La coscienza di Sé si articola in:La coscienza di Sé si articola in: Sé esistenzialeSé esistenziale Componente implicita del Sé che organizza l’esperienza Sé categoricoSé categorico Componente esplicita del Sé che deriva dall’autoconsapevolezza
  • 4. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 4 © Il Mulino, 2002 6 I diversi livelli di consapevolezza Consapevolezza primariaConsapevolezza primaria Coincide con ilCoincide con il Sé esistenziale e si basaSé esistenziale e si basa • sulla percezione immediata e precoce proveniente dalle informazioni sensoriali • sulla comunicazione verbale e non verbale nelle interazioni diadiche Consapevolezza secondariaConsapevolezza secondaria Coincide con ilCoincide con il Sé categorico e si basaSé categorico e si basa • sulla capacità di rappresentazione e di autoriflessione • sullo sviluppo delle competenze linguistiche La consapevolezza di Sé si articola in:
  • 5. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 5 © Il Mulino, 2002 6 Comparsa della consapevolezza secondaria • Uso di termini verbaliUso di termini verbali che si riferiscono a se stessi e agli altri come entità distinte (me, tu, noi, …) • Capacità di utilizzare alcune categorie esterioricategorie esteriori quali il sesso, l’età, i lineamenti e l’aspetto fisico per identificare se stesso La consapevolezza di Séconsapevolezza di Sé, che appare tra i 15 e i 18 mesi, è segnalata da alcuni indicatori: • AutoriconoscimentoAutoriconoscimento capacità di percepire la propria immagine fisica e di riconoscerla come stabile e continua nel tempo e nello spazio
  • 6. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 6 © Il Mulino, 2002 6 Capacità di comprendere che gli altri sono entità separate dotate di caratteristiche specifiche, diverse dalle proprie COSCIENZA DEGLI ALTRICOSCIENZA DEGLI ALTRI Un’indicazione indiretta del riconoscimento degli altri è la familiaritàfamiliarità, cioè il riconoscimento dell’estraneo e la sua identificazione come diverso da sé e dalle persone familiari Lewis,Lewis, BrooksBrooks La paura dell’estraneo è una risposta adattiva all’estraneità di un segnale di pericolo, capace di favorire i comportamenti di vicinanza alla madre, utili per la sopravvivenza BowlbyBowlby Connessione tra sviluppo del Sé e reazione all’estraneo: i bambini utilizzano gli schemi di conoscenza relativi al Sé per comprendere gli altri, valutandoli come “simili o non simili a me”
  • 7. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 7 © Il Mulino, 2002 6 La rappresentazione degli altri Il bambino, tra i 12 e i 18 mesi, inizia a riconoscere gli altri non più solo sulla base di singoli tratti esteriori e comportamenti, ma tramite un’attività di riflessione e valutazione che porta alla creazione di rappresentazionirappresentazioni mentalimentali RiconoscimentoRiconoscimento delle emozioni deglidelle emozioni degli altrialtri Stabilità degliStabilità degli oggetti e delleoggetti e delle persone nel tempopersone nel tempo e nello spazioe nello spazio
  • 8. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 8 © Il Mulino, 2002 6 Indicatori della coscienza degli altri • La comparsa delle emozioni sociali (colpa, vergogna ecolpa, vergogna e imbarazzoimbarazzo) e la loro espressione indica che il bambino è consapevole dell’effetto che il giudizio degli altri o le trasgressioni esercitano sul Sé Se il bambino manifesta tali emozioni vuole dire che attribuisce agli altri stati psicologici interni e diversi dai propri • La nascita di una teoria della menteteoria della mente, ossia la comprensione dei desideri, dei pensieri e del punto di vista attraverso cui gli altri vedono e sentono la realtà
  • 9. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 9 © Il Mulino, 2002 6 Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro • Acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso di inferiorità (Erikson) • Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione • Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi • Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti • Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale comparsa del gioco sociale (Piaget) • Incremento delle capacità metacognitive promosso dal legame di attaccamento • Acquisizione dell’abilità di cogliere la prospettiva dell’altro capacità di role taking • Incremento della capacità narrativa, ora maggiormente centrata sulle caratteristiche psicologiche di Sé e degli altri
  • 10. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 10 © Il Mulino, 2002 6 Nascita del senso dell’autostima AUTOSTIMAAUTOSTIMA Si compone di un insieme di valutazioni che riguarda il Sé nei suoi diversi aspetti di Sé fisico, capacità sociali e identità. A partire dagli 8 anni l’immagine di Sé si arricchisce di autovalutazioni complessive relative a qualità e capacità personali, soggettivamente percepite e ben valutate attraverso l’autodescrizione Il senso dell’autostima è promosso da: Desiderio di essere accettatiDesiderio di essere accettati Vulnerabilità al giudizio degli altriVulnerabilità al giudizio degli altri Consapevolezza delle proprie competenzeConsapevolezza delle proprie competenze
  • 11. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 11 © Il Mulino, 2002 6 Sviluppo dell’identità sessuale Lo sviluppo dell’identità sessualeidentità sessuale procede inizialmente tramite l’identificazione di caratteristiche fisiche simili alle proprie e a quelle delle persone familiari Creazione di categorie mentalicategorie mentali sulla differenza di genere, grazie a cui il bambino apprende anche la propria identità sessuale e i comportamenti tipici del proprio sesso PortPort a aa a
  • 12. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 12 © Il Mulino, 2002 6 Studi sulle differenze di genere Gli studi sul rapporto tra le caratteristiche di personalità e le differenze di genere sostenevano l’esistenza di notevoli diversità tra i due sessi: Tali studi sono stati giudicati non attendibili, in quanto influenzati da stereotipistereotipi socialisociali; oggi si pensa che vi siano numerose somiglianzenumerose somiglianze tra maschi e femmine, e che le differenzedifferenze si possano riscontrare: maschimaschi Maggiore aggressività, autostima, spinta al successo, dipendenza dal campo, autorealizzazione femminefemmine Maggiore socievolezza, livello di ansia, suggestionabilità, paura dell’insuccesso - nella preferenza della scelta dei giocattoli- nella preferenza della scelta dei giocattoli - nella scelta dei compagni di gioco- nella scelta dei compagni di gioco - nello stile relazionale- nello stile relazionale
  • 13. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 13 © Il Mulino, 2002 6 Fattori che influenzano la tipizzazione sessuale La tipizzazione sessuale è il risultato dell’interazione di 4 fattori : Sociali Educativi Cognitivi Biologici
  • 14. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 14 © Il Mulino, 2002 6 Identificazione con il genitore dello stesso sesso e interiorizzazione del ruolo sessuale Teorie sulla tipizzazione sessuale Valorizzazione dei meccanismi di imitazione del comportamento degli adulti e dei modelli sociali, che rinforzano gli stereotipi legati alle differenze di genere TeorieTeorie psicoanalitichepsicoanalitiche TeorieTeorie dell’apprendimentodell’apprendimento socialesociale
  • 15. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 15 © Il Mulino, 2002 6 La tipizzazione sessuale è un processo primariamente cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per categorie. La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi: Identità diIdentità di generegenere CongruenzaCongruenza di generedi genere Stabilità diStabilità di generegenere il bambino differenzia le 2 categorie di appartenenza sociale, stabilendo la propria il bambino comprende che le differenze sessuali non cambiano nel tempo il bambino comprende che la differenza di genere è una caratteristica intrinseca e immodificabile anche al variare dei segni esteriori Teoria cognitiva di Kohlberg sulla tipizzazione sessuale
  • 16. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 16 © Il Mulino, 2002 6 Prime relazioni con i pari Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali. • unidirezionalitàunidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro • interazioniinterazioni speculari contemporeneespeculari contemporenee i bambini tendono a fare la stessa cosa contemporaneamente • interazioni speculari differiteinterazioni speculari differite il bambino imita l’azione dell’altro bambino Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
  • 17. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 17 © Il Mulino, 2002 6 Dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. Si sviluppano le attività di gruppo grazie all’incremento della capacità di comunicare e delle capacità simboliche giochi di finzione Le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla comunanza di interessi e di attività. In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni dello stesso sesso (segregazione sessuale) Le relazioni diventano stimolo per il confronto, fonte di sostegno e supporto all’autostima Evoluzione del rapporto coi pari Età prescolareEtà prescolare AdolescenzaAdolescenza InfanziaInfanzia
  • 18. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 18 © Il Mulino, 2002 6 L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di comportamenti non verbali (NV) nella dinamica “accettazione- rifiuto” nel gruppo, distinguendo: BambiniBambini popolaripopolari BambiniBambini rifiutatirifiutati Esibiscono comportamenti NV rassicuranti e non aggressivi; mediano i conflitti e difendono gli altri bambini Esibiscono comportamenti NV di minaccia, sono instabili nelle attività, hanno scarsa concentrazione e attivano interventi disorganizzati Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner
  • 19. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 19 © Il Mulino, 2002 6 Caratteristiche delle relazioni amicali • amicizia come bisogno di vicinanza e di rassicurazione emotiva • creazione di legami affiliativi caratterizzati da affettività, difesa dell’esclusività, prossimità fisica, reciprocità, e rispondenza dei segnali • creazione di un mondo comune condiviso • rapporti meno esclusivi • rapporti più flessibili • interazioni basate su scambi verbali Prima infanziaPrima infanzia Età prescolareEtà prescolare
  • 20. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 20 © Il Mulino, 2002 6 Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman Stadio 0: 3-5 anniStadio 0: 3-5 anni • compagni di gioco momentanei • amicizia come ricerca di contatto fisico • assenza di comprensione dei pensieri altrui Stadio 3: dai 12 anniStadio 3: dai 12 anni • condivisione mutualistica • amicizia solida e duratura caratterizzata da intimità e fiducia reciproca • ricerca di compatibilità psicologica Stadio 1: 6-8 anniStadio 1: 6-8 anni • amicizia come aiuto unilaterale • natura soggettiva del legame • iniziale considerazione delle caratteristiche psicologiche dell’altro Stadio 2: 9-12 anniStadio 2: 9-12 anni • cooperazione in circostanze favorevoli • capacità di coordinare diversi punti di vista • iniziale consapevolezza della reciprocità del rapporto L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e abilità di role-taking
  • 21. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 21 © Il Mulino, 2002 6 Comportamenti favoriti dai legami di amicizia I legami di amicizia: • promuovono i comportamenti prosociali • facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto • aiutano ad appianare i conflitti • consentono di superare le emozioni negative di ira e paura favorendo la collaborazione • incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro • aumentano le risposte simpatetiche • incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il disagio altrui
  • 22. Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo Lo sviluppo sociale 22 © Il Mulino, 2002 6 Amicizia e risoluzione dei conflitti Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i conflitti Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto, impiegando il compromesso, la controproposta, la giustificazione e la riconciliazione Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di confronto utile a rafforzare l’identità