1. LO SVILUPPO PERCETTIVO
da
un “occhio che vede” al servizio di un
cervello che pensa
alla
FUNZIONE VISIVA
con un ruolo strutturante nei confronti
dell‟organizzazione neuropsichica e dei
processi che la sostengono
2. Cfr. Teorie di Piaget
Alla fase neonatale dell‟attività puramente
riflessa fa seguito uno stadio in cui l‟attività
sensopercettiva e motoria si configura come
“intelligenza sensomotoria” che:
È costituita da una serie di apprendimenti riguardanti
schemi di natura neurofisiologica e riferibili in gran
parte alla sfera visiva
Non è compatibile con un‟attività mentale separata
dalla percezione e dalla motricità, in quanto si
identifica con qs funzioni o con i loro presupposti
Costituisce il supporto del successivo tipo di
intelligenza (“rappresentativa”) dal 12° mese al
termine dell‟infanzia
(APPRENDIMENTO)
3. Cfr. Bower, ontogenesi della visione
Il processo evolutivo partirebbe dalla
“dipendenza dallo stimolo immediato”
per andare verso la
“dipendenza dalle regole”
che combinano l‟informazione percettiva
con quel tipo particolare di informazione
che è rappresentato dalla memoria”
(MATURAZIONE)
4. Cfr. Changeux
COMPONENTI DELL‟EVOLUZIONE
1. SVILUPPO: C. MATURATIVA, di ordine
biologico
2. ORGANIZZAZIONE: C.
DELL‟APPRENDIMENTO, che consiste nel
progressivo riassetto dei sistemi funzionali
in rapporto all‟esperienza
3. DIFFERENZIAZIONE: comprende
l‟adeguamento dell‟organismo alle
caratteristiche culturali dell‟ambiente
(compresenti e interattive)
6. Caratteristiche delle strutture visive
del neonato
A livello retinico: campi recettivi delle
cellule gangliari più ampi e con scarso
antagonismo tra la parte centrale e
periferica
Diminuzione dei neuroni nella corteccia
visiva in parallelo alla sinaptogenesi
Organizzazione delle reti sinaptiche
apprendimento come riduzione della
ridondanza e ordine selettivo
7. Aspetti qualitativi della visione
neonatale
Immaturità della via genicolata, sia per
quanto riguarda le singole stazioni (fovea,
CGL, area 17), sia le connessioni afferenti tra
il corpo genicolato e la corteccia striata
Disponibilità della parte afferente della via
extragenicolata (sufficiente funzionalità alla
nascita della retina periferica ed il collicolo
superiore)
Mancanza della componente afferente del
circuito collicolo-corticale
8. Percezione indistinta degli stimoli e
attuazione di saccadi localizzatorie
riflesse ed organizzate
craniotopicamente come risposta a
movimenti registrati dalla retina
periferica.
Attività visiva grossolana, non
intenzionale, dominata dai riflessi
posturali e motori più primitivi
(legge del “tutto o niente”)
9. Differenziazione funzionale della fovea
rispetto alla periferia retinica
ruolo strutturante dell‟analizzatore visivo
rispetto allo sviluppo psichico
Processi maturativi delle comp. centrali:
Maturazione CGL
Mielinizzazione e collegamento del CGL
con l‟area 17 e delle altre aree visive con
il collicolo superiore
(possibilità di visione distinta)
10. Luria, 1977
“aree di ricezione primaria”
processi di attribuzione di
significato al segnale
+
confronto e integrazione delle informazioni
provenienti dai diversi settori funzionali
“aree di integrazione”
(zona di confine tra i lobi temporale, occipitale e parietale)
11. VISIONE
afferenza bimodale
capace di attivare le aree corticali di
associazione che presiedono alle
sintesi simultanee
Attraverso l‟ispezione foveale il b. ricava
simultaneamente da un medesimo atto percettivo
due diversi tipi di informazione:
VISIVA, rappresentata dall‟immagine retinica
relativa al punto fissato e quella
PROPRIOCETTIVA, costituita dal feedback derivante
dai movimenti oculari compiuti
12. Cfr. Funzione attentiva
Nel settore visivo compaiono,
prima di altri,
le premesse di un‟attività selettiva
diverso potere di risoluzione della fovea
rispetto alla periferia retinica
corticalizzazione dei meccanismi
oculomotori di ricerca
13. Modelli di elaborazione dell’informazione
Ricezione di un segnale
(stadio sensoriale sostenuto
dal codice analogico)
Trasformazione del segnale in segno
(stadio percettivo sostenuto
dal codice binario)
Operazioni di attribuzione di un significato
(stadio gnosico sostenuto dal
codice a probabilità multiple)
14. Analisi percettiva
formulazione di ipotesi sintetiche sul
significato dello stimolo
punto di partenza
per successive analisi di verifica,
circuito che conduce al riconoscimento
dello stimolo
(es. riconoscimento del viso umano a 10 settimane
come attività analitico-sintetica)
15. “mentalizzazione” di un atto percettivo
esperienza visiva
fondamento precoce del pensiero
Nei primissimi stadi dell‟evoluzione infantile
lo sviluppo della funzione visiva coincide
con quello del pensiero
(cfr. percorso ontogenetico dei processi analitico-sintetici
e modello di Luria)
esperienze sensoriali apprendimenti
16. PERCEZIONE VISIVA
Livello primario
funzioni direttamente connesse all‟organo
di senso che riceve ed elabora le
componenti fisiche del messaggio
sensoriale
motricità oculare riflessa,
analisi delle caratteristiche elementari
dello stimolo
17. PERCEZIONE VISIVA
Livello secondario
Interazione di numerose funzioni nervose
superiori (attenzione, memoria, strategie
di analisi-sintesi ed, in uno stadio
successivo, linguaggio)
ricerca attiva ed intenzionale delle
informazioni,
elaborate come elementi di conoscenza
18. FUNZIONE VISIVA/SVILUPPO
raccordo tra la prospettiva
“top-down” e “bottom-up”
spesso contrapposte nello studio
dei processi neuropsicologici
essenziali
19. Il riconoscimento visivo
Teoria computazionale di Marr
Visione di oggetti (sistema genicolo-
striato, che origina dalla regione
maculare delle retina e, attraverso il
CGL, raggiunge l‟area striata 17
calcarina)
Visione spaziale (competenza della
parte periferica della retina, raggiunge
l‟area 18-19 extrastriata)
20. Il riconoscimento visivo
Corteccia extrastriata: area 7 parietale
posteriore, area infero-temporale,
corteccia circumstriata, V1, V2, V3, V4
MSTS
Sistema occipito-temporale
VISIONE D‟OGGETTO
Cfr. pz con agnosia visiva
Sistema occipito-parietale
VISIONE SPAZIALE
Cfr. pz con atassia ottica
21. Funzioni e sottofunzioni visive
che riguardano:
Il controllo del capo nel neonato
La prensione e la locomozione
L‟esplorazione visiva (movimenti
saccadici ed esplorazione visiva)
Riconoscimento di oggetti (o di
persone)
Processi di lettura (analisi visiva della
forma delle parole e della forma delle
lettere)
Processi di scrittura come proc. visuo-
cinestesico
22. Neonato e adulto
GNOSIA AGNOSIA APPERCETTIVA
AGNOSIA ASSOCIATIVA
Graduale costruzione di una rappresentazione
3D dell‟oggetto
Costruzione di parametri spaziali
Contestualizzazione e specificazione
dell‟invarianza
Acquisizione della costanza percettiva
23. HP alla nascita di due strutture visive “per
l’azione” (patrimonio innato e
amodale/interazione e compenso) cfr Fig. pag.29
Una VISIVA EXTRASTRIATA (area 7 par sup)
competente per le informazioni visive spaziali
(presenza e posiz. oggetto)
Una ATTENTIVA (collicolo sup.), elementare,
ed anch‟essa competente per le qualità spaziali
dell‟attenzione visiva (scoperta, localizzaz. e att.
all‟ogg.)
cfr. saccadico d‟attrazione
afferramento di un oggetto
Es. nutrizione come “ristrutturazione multisensoriale” precoce
del riflesso di suzione
24. Neonato (accomodazione a 19 cm)
1°-2° mese di vita:
scanning “stereotipato”,
legato agli stimoli
movimento saccadico dello sguardo
spostamento della fissazione su un
oggetto o da un oggetto all‟altro per
raccogliere informazioni visive
(arrampicamento maculo-maculare;
gioco centro-periferia)
25. Neonato (accomodazione a 19 cm)
1°-2° mese di vita:
esplorazione visiva attiva o passiva
(scanning)
successione di movimenti saccadici su
vari oggetti o dettagli di un oggetto
SCOPO: percezione visiva
26. Neonato
3° mese di vita:
strategie esplorative
-capacità di inibire la fissazione (“staccare
la macula”)
-esplorazione visiva attiva
-arrampicamento maculo-maculare con
oggetti a distanza angolare di 15°
Cfr. iperfissazione nella disprassia congenita di
sguardo tipo “Cogan” (≠ assenza di saccadici!)
27. Neonato
3° mese di vita:
esplorazione libera
(guardare per vedere)
guidata dalla curiosità
organizzazione sequenziale dei
movimenti esploratori dello sguardo
28. Neonato
FISSAZIONE
=
VISIONE MACULARE D‟OGGETTO
HP “vedere” (percepire e/o riconoscere)
e “porre attenzione” come processi
paralleli, coincidenti e non dissociabili
Cfr. Gioco centro-periferia e misura dell’”errore retinico”
29. Dal 3°mese:
L‟organizzazione di funzioni “semplici” o
“complesse” è realizzata affidandone la
modulazione ed il controllo ad un
sistema supervisore che abbia il
compito dell‟assemblamento
sequenziale delle sub-unità di cui le
funzioni sono composte
30. Dal 3°mese:
-selezione delle sub-funzioni utili o
indispensabili per la migliore realizzazione
della funzione,
-per il miglior “adattamento” alle condizioni
ambientali complessive rispetto ad un esame
della realtà esterna
-costruzione di una rappresentazione di essa
-previsione dei risultati che possono derivare
dall‟intervento su di essa
-costruzione e selezione di programmi di
intervento su di essa
33. GRADUALE SVILUPPO DI UN
MECCANISMO ATTENTIVO
SUPERVISORE
Organizzazione sequenziale delle
sottofunzioni
fissazione visione centrale attenzione
inibizione d‟oggetto centrale
della fissazione (err. retinico) (gioco cn-perif)
visione periferica attenzione
spaziale periferica
35. PATOLOGIA DELL’OCULOMOZIONE E
DELLA PERCEZIONE VISIVA
Disprassia dello sguardo o congenita
generalizzata (“tipo Cogan”)
Incapacità di inibire la fissazione maculare
Arrampicamento maculo-maculare (entro 15°)
vs. arrampicamento saccadico
36. PATOLOGIA DELL’OCULOMOZIONE E
DELLA PERCEZIONE VISIVA
Dai 4 aa.:
Difficoltà a contare una serie di oggetti
Sguardo iperfisso
Incapacità di spostare l‟attività visiva dal centro
alla periferia
Incapacità di catturare le propr. geometriche
tridimensionali dell‟oggetto (cfr. simultanagnosia
dorsale e ventrale negli adulti)
Lettura lettera per lettera (incapacità di
utilizzare il cosiddetto gioco centro-periferia) a
causa di disprassia oculomotoria
37. PATOLOGIA DELL’OCULOMOZIONE E
DELLA PERCEZIONE VISIVA
incapacità di “misurare l‟errore retinico” (base
dell‟atassia ottica negli adulti con lesioni
parietali bilaterali), rara da identificare in caso di
disprassia oculare e restringimento campo att.
sguardo fisso e spasmi di fissazione
impediscono di utilizzare la macula per la
“conoscenza” e l‟”afferramento” dell‟oggetto, ma
alcune sottofunzioni (es. “visione del contorno”
nel campo periferico) acquistano valore
compensatorio
38. Simultanagnosia vs.
sintesi simultanea o raggruppamento
Difficoltà nella diagnosi differenziale in
b. con deficit nel “mettere insieme” parti
di un oggetto
disturbi percettivi
disturbi esplorazione saccadica
N.B.
importante il grado di strutturazione della
rappresentazione interna della realtà
(esperienza e categorizzazione dell‟oggetto)
39. Simultanagnosia vs.
sintesi simultanea o raggruppamento
MOLTEPLICITÀ DELLE STRATEGIE
COMPENSATORIE
Es.: scatti veloci orizzontali del capo
ammiccamento, traiettoria verso l‟alto
Quali sottofunzioni visive/funzioni adattive?
(Cfr. Fig. pag.51)
FUNZIONE MACULARE
Funzione cognitiva di riconoscimento d‟oggetto
Sottofunzione cognitiva della funz. deambulatoria
40. Disturbi centrali congeniti
del riconoscimento visivo
dell‟esplorazione della percezione
visiva visiva
Disprassia oculare cecità corticale
congenita di Cogan congenita
(“agnosia”)
oggetti/facce
“simultanagnosia”
“dispercezione sociale”
disorientamento spaziale
41. Def. Simultanagnosia
“visione parcellare od incapacità di una
sintesi simultanea degli elementi singoli
o dettagli di una figura o di una scena”
Cfr. incapacità di raggruppamento di
elementi costituenti della forma di un
oggetto (Farah, ‟90)
42. DISPRASSIA O APRASSIA OCULARE
CONGENITA, detta di Cogan / tipo Cogan
paralisi di sguardo volontario orizzontale
(conservati i movimenti verticali)
Conservati i “random eye movements”
Occhi “fissi”, iperfissazione
Spasmi di fissazione
Scatti compensatori orizzontali, tics del capo,
ammiccamenti
Altri segni neurologici assenti o non
menzionati (ma possibili…altri sintomi
disprattici o altri segni neurologici “maggiori”)
43. DISPRASSIA O APRASSIA OCULARE
CONGENITA, detta di Cogan o tipo Cogan
In genere: incapacità di esecuzione di movimenti
intenzionali di sguardo (a comando) in assenza
di paralisi dello sguardo e con conservazione
dei movimenti spontanei
In realtà…
Incapacità di esplorare con i movimenti
saccadici dello sguardo (possibile invece con
movimenti vestibolari/del capo), al fine di
riconoscere oggetti o persone, oppure al fine di
realizzare altre funzioni adattive di cui lo
sguardo e la vista sono componenti essenziali
44. In parallelo con :
Paralisi “centrali” o “sopranucleari”
Disturbi del sistema fronto-
mesencefalico
Disturbi del sistema occipito-
mesencefalico da malattie emisferiche
diffuse e da lesioni mesencefaliche
Disturbi da lesioni pontine e “cerebellari”
Disturbi dello sguardo verticale ed
“oftalmologie” internucleari
45. Caratteristiche delle paralisi “centrali” o
“sopranucleari” in età evolutiva
Provocazione del movimento
“paralitico”, o di parte di esso, attraverso
manovre che hanno valore cosiddetto
“riflesso” (es. riflesso “degli occhi di
bambola”) o cosiddetto sincinetico (es.
convergenza)
disprassia (difficoltà o assenza del
movimento volontario e conservazione
dei movimenti riflessi o sincinetici)
47. Cfr. condotte terapeutiche
facilitare funzioni compensatorie
o
tentare una “restitutio ad integrum”
(realizzare una “funzione normale”)
sia per costituenti
che per strategie di soluzioni
di problemi adattivi
48. Cfr. condotte terapeutiche
Es.: HP di Holmes
Reciprocità delle funzioni di
“fissazione-inibizione della fissazione”
e “movimento saccadico dello sguardo”
come complementari,
parti di una stessa funzione,
ma dissociabili
49. Revisione del concetto di simultanagnosia
(Wolpert): incapacità di riconoscimento o di
estrazione del significato dell‟intero, sebbene
i dettagli siano correttamente percepiti
(Luria): “il pz percepisce soltanto un oggetto
per volta” e l‟agnosia visiva, in generale,
rappresenta un “complesso deficit percettivo
motorio dell‟analisi attiva seriale,
caratteristica per caratteristica, necessaria
per processare gli elementi di una scena o di
una forma visiva (cfr. McCarthy e Warrington
conc. di “raggruppamento”, percezione di un
elemento per volta in termini di “refrattarietà
temporanea” dei sistemi percettivi)
50. Revisione del concetto di simultanagnosia
(Farah):
-casi con lesioni occipito-parietali
(simultanagnosia dorsale) in cui è
importante il disturbo attentivo
-casi con lesioni occipito-temporali
(simultanagnosia ventrale) in cui è
importante la visione tridimensionale
d‟oggetto
Il conc. di simultanagnosia è quasi sempre collegato
alla sindrome di Balint-Holmes negli adulti.
51. Sindrome di Balint-Holmes
paralisi “psichica” dello sguardo (aprassia
dello s.)
dist. dell‟attenzione visiva (restringimento
“tubolare” del campo di att. visiva)
atassia ottica (incoordinazione dei mov. di
puntamento e di afferramento guidati dalla
vista)
disturbo nella valutazione delle distanze
“simultanagnosia” o incapacità di cogliere il
significato complessivo di una scena o di un
oggetto (percezione dei singoli dettagli
conservata)
disturbi della lettura (lettura lettera per lettera)
52. Disturbi del riconoscimento visivo associati
alla disprassia oculare congenita
Agnosia visiva congenita affine alla
sindrome di Wolpert-Balint-Holmes
Sindrome di Cogan precoce:
compensi (mov. a scatti del capo e ammiccamenti)
che evitano disturbi delle funzioni visive
(del riconoscimento, della prensione, della
deambulazione, dell‟orientamento spaziale, …)
53. Disturbi del riconoscimento visivo associati
alla disprassia oculare congenita
disprassia oculare congenita tipo Cogan
Disturbi del riconoscimento visivo
?HP?
Presenza di disturbi dell‟attenzione visiva
(visione tubolare)
per un restringimento concentrico del campo di
attenzione visiva
54. Disturbi del riconoscimento visivo associati
alla disprassia oculare congenita
disprassia oculare congenita tipo Cogan
Disturbi del riconoscimento visivo
incapacità di porre attenzione a più di un oggetto o
a più di un dettaglio alla volta, poiché le parti
periferiche del campo visivo sono trascurate
quando il CV centrale è impegnato in un
compito di riconoscimento o di semplice
fissazione
55. Caratteristiche principali associate alla
disprassia oculare congenita
Disprassia oculare
Visione tubolare
Simultanagnosia
refrattarietà temporanea dei sist. percettivi?
Confabulazione
come mecc. compensatorio disfunzionale
(+ difficoltà di interpretazione del significato “sociale” od
“emozionale” di gesti o di sequenze di gesti o di
espressioni facciali, ma non solo a causa della
sequenzialità….)
56. Decorso e prognosi
-modificazioni progressive delle strategie
di compenso
-recupero e maturazione dei movimenti
saccadici (sguardo a scatti, nistagmo
paretico vs. cerebellare)
-deviazione obliqua (disassiamento
verticale), come segno di valore
prognostico positivo per i mov. verticali di
sguardo
57. Prevedibilità e associazioni
- segno “occhi fissi” (2 aa.): possibile comparsa
di un disturbo della deambulazione di tipo
disprattico (4-6 aa.) e disturbi
dell‟apprendimento, soprattutto della scrittura (6-
8 aa.)
-spesso la disprassia di sguardo si associa ad
altri segni clinici, tra cui: diplegie, disprassia del
disegno e della scrittura, dell‟abbigliamento e
degli arti, costruttiva e della deambulazione
(indicatori)
58. Eziologia
-spesso sconosciuta
-citate: “amartoma” del foro di Monroe, agenesia
del corpo calloso, poroencefalia, lesioni a livello
dell‟area 8, lesioni del tronco encefalico e del
cervelletto, e altre lesioni spesso espressione di
sindrome ischemica neonatale
-segni radiologici di leucomalacia
periventricolare (cfr. diplegia)
-anomalie cerebellari, sindrome di Joubert,
sindrome di Rett, …
60. Disturbi centrali congeniti
del riconoscimento visivo
dell‟esplorazione della percezione
visiva visiva
Disprassia oculare cecità corticale
congenita di Cogan congenita
(“agnosia”)
oggetti/facce
“simultanagnosia”
“dispercezione sociale”
disorientamento spaziale
61. La cecità corticale nell’adulto
“perdita completa di tutte le sensazioni
visive (anche luce/buio), con perdita del
nistagmo optocinetico , conservazione
del riflesso pupillare, normale motilità
oculare e retina all‟esame del fundus
oculi”….
per cui l‟immagine di un oggetto o di
altre realtà, che cade sulla retina, non
viene elaborata dal SNC,
specificamente dalla corteccia occipitale
(area 17)
62. = agnosia visiva
l‟adulto con agnosia visiva vede
e può anche descrivere ciò che vede ma
non ne comprende il significato
63. NEI BAMBINI
In particolare con lesioni congenite
Il disturbo del riconoscimento visivo può
essere considerato sia come disturbo
primitivo sia come associato (o
conseguente) al deficit dell‟acuità visiva.
Spesso le descrizioni di cecità corticale e di
agnosia visiva congenita si confondono…
(letteratura scarsa, prev. casi acquisiti)
64. Deficit visivo corticale permanente
nei bambini
Lesioni compatibili con deficit visivi
Disattenzione visiva
Assenza di nistagmo sensoriale
Atrofia ottica
CV ristretto (visione a tunnel)
Controllo del capo
65. Deficit visivo corticale permanente
nei bambini
Difficoltà def. cecità corticale congenita
Difficoltà differenziazione casi con o senza
deficit del visus, con o senza lesioni occipitali,
parziali o totali
Trattamento contemporaneo di deficit
dell‟acuità visiva e del riconoscimento visivo
poiché non è precisabile se dal primo derivi il
secondo ovvero se un dist. del
riconoscimento visivo in età precoce sia
ascrivibile a lesione di “aree associative”
oppure se la formazione di aree associative
sia essa stessa definibile o derivabile in
rapporto, in relazione, in conseguenza
dell‟uso delle aree e funzioni primarie.
66. Def. Cecità corticale congenita
(segni clinici di diagnosi precoce)
Assenza di reazione alla minaccia
Riflesso pupillare presente
Esame del fundus oculi normale
Disturbo del riconoscimento visivo come
sintomo secondario
Acquisizione della visione spaziale e
cromatica
Ma nella maggior parte dei casi lesioni in luoghi con
specializzazione non chiara nelle varie fasi del percorso
evolutivo
+ esami strumentali che non esprimono adeguatamente l‟entità del
danno anatomico e l‟eventuale risparmio di cellule specializzate
67. GNOSIA E AGNOSIA
IN ETA’ EVOLUTIVA
riguardano l‟evoluzione cioè l‟acquisizione
e, specialmente,
la mancata acquisizione
di funzioni di riconoscimento visivo,
specifiche rispetto all‟età del soggetto
68. GNOSIA E AGNOSIA
IN ETA’ EVOLUTIVA
Il riconoscimento visivo precoce si basa su
un‟analisi del contesto da parte del neonato,
che vede e dà significato a ciò che vede per
associazione tra percetti
La categorizzazione è un fenomeno successivo,
completo da un pdv metacognitivo,soltanto
nella fase post-infantile
69. QUINDI
“Cecità corticale congenita” ed “agnosia”
possono essere usati come sinonimi
se per cecità corticale si intende un esito con
una mancata acquisizione o una grave
insufficienza della visione d‟oggetto con
conservazione della visione spaziale, con
normale visione cromatica, con esame del
fundus oculi “negativo”, spesso con deficit
campimetrico (d‟attenzione visiva)
ristretto o tubolare
70. BIBLIOGRAFIA FACOLTATIVA
Lo sviluppo cognitivo. Il Mulino.
J. McShane, 1991.
Manuale di Neuropsicologia dell‟età evolutiva.
Zanichelli. Parte I
A cura di G. Sabbadini, 1995.
Lo sviluppo cognitivo, percettivo e linguistico.
Cortina. A cura di M.H. Bornstein e M.E.
Lamb, 1992.
Developmental cognitive Neuropsychology.
Psychology Press. C. Temple, 1997.
72. L’attenzione in età evolutiva
Evoluzione dei meccanismi attentivi
dalla nascita alla prima infanzia
Concetti generali sull‟attenzione
(orientamento dell‟attenzione,
movimenti oculari, …)
L‟iperattività e i disturbi dell‟attenzione
Disturbi dell‟apprendimento ed
iperattività
Trattamento
73. “La mia esperienza è ciò a cui decido di prestare
attenzione”
James, 1890
“Si ricorda solo quello a cui si presta attenzione”
Clement, 1978
74. “Uno dei più importanti requisiti per la sopravvivenza è la
capacità di localizzare gli stimoli presenti nell’ambiente e di
organizzare azioni appropriate in risposta ad essi”
Rizzolatti e Gallese, 1988
Funzionamento dei sistemi attenzionali
localizzazione ed interazione con gli
stimoli ambientali
cfr. diff. nel controllo ambientale adulti/bambini
75. Sviluppo dell’orientamento dell’attenzione
dai messaggi del proprio corpo
a quelli dell‟ambiente
Attenzione
=
funzione di base necessaria per l‟esecuzione di
tutte le attività
N.B. diverse componenti: sostenuta, divisa,
selettiva, “arousal”, …
+ sinergia con le funzioni cognitive basilari
76. Modelli funzionali
Processi seriali
Broadbent (‟58) attenzione come filtro
precoce
Kahnemann (‟73) sist. a capacità limitata
a tutti i liv. di elab. sens.
Processi in parallelo
Shiffrin proc. elaborazione
e Schneider (‟77) automatica
vs. controllata
Fodor (‟83) Moduli automatici
organizzati in parallelo
”proc. generali di controllo” in orizzontale sull‟output
(attenzione, memoria, …)
77. ?Quesiti fondamentali?
Lo stadio cognitivo precoce o tardivo in cui
agisce l‟attenzione nel continuum del
processo di elaborazione dell‟informazione
La natura automatica o controllata dei
fenomeni attenzionali
L‟esistenza di un unico sistema attenzionale
comparabile ai grandi sistemi della vita di
relazione (visivo, uditivo o motorio) vs. più
sottosistemi attenzionali collegati ai sistemi
funzionali
82. Dal punto di vista anatomico-funzionale
(Petersen e Posner, ’90)
Sistema attenzionale posteriore (orient.att.)
lobo parietale (disancoraggio), collicolo superiore
(spostam.att. nello spazio), pulvinar del talamo
posterolaterale (nuovo ancoraggio)
Sistema attenzionale anteriore
(aree del lobo prefrontale, giro del cingolo anteriore,
area motoria supplementare)
Rilevazione degli stimoli indipendentemente dalla
modalità di risposta
Sistema di vigilanza
(input noradrenergico fornito dalla corteccia dal locus
coeruleus)
Risposte a segnali infrequenti/eventi attesi
83. Spostamenti dell’attenzione e
movimenti oculari
Ipotesi dell‟identità: i meccanismi responsabili
della genesi dei movimenti oculari sono gli stessi
di quelli che producono gli spostamenti
attenzionali
Ipotesi dell‟indipendenza: i meccanismi che
controllano i movimenti oculari sono
completamente indipendenti da quelli che
controllano gli spostamenti attenzionali
Ipotesi dell‟interdipendenza: i due tipi di
meccanismo, anche se separati, presentano, in
qualche stadio delle fasi di elaborazione, delle
risorse comuni, per cui l‟attivazione di uno dei
due processi potrebbe facilitare o inibire l‟altro
84. L’evoluzione dell’orientamento esplicito nella
prima infanzia
Ontogenesi delle strutture
nervose/maturazione del SNC
(alla nascita vie sottocorticali retino-tettali, 2°-
3° mese via visiva primaria genicolo-striata)
Cambiamento delle strategie di esplorazione
ambientale
(movimenti oculari/orientamento
dell‟attenzione)
85. Il neonato
Inseguimento visivo di stimoli lenti (pattern
“saccadico” frammentato, controllo esogeno,
vie sottocorticali)
Orientamento preferenziale verso il campo
visivo temporale (vie retino-tettali) ◐ ◑
“Externality effect” (immaturità della
sensibilità al contrasto/ no configurazioni
inserite in strutture più ampie)
86. Il neonato
1 mese:
“attenzione obbligatoria”
(tendenza a mantenere la fissazione di uno
stimolo per periodi prolungati)
difficoltà nel “disancoraggio” dell‟attenzione
2 mesi:
riduzione dell‟ ”externality effect”
orientam. verso il campo visivo nasale ◑◐
maturazione delle vie responsabili della
percezione del movimento di stimoli visivi
(area temporale MT)
87. Il neonato
3-6 mesi:
saccadi “anticipatorie” (controllo endogeno)
maturazione completa delle aree corticali
responsabili del controllo endogeno dei
movimenti oculari
sviluppo dei sistemi di orientamento
attenzionale
maturazione della via corticale che coinvolge
i campi visivi frontali (FEF) responsabile dei
più complessi pattern di scansione visiva e
delle capacità di inibire i mov. oculari riflessi
88. L’evoluzione dell’orientamento implicito
nella prima infanzia
Sviluppo dell‟abilità nell‟eseguire spostamenti impliciti
dell‟attenzione indotti mediante stimoli esogeni tra i 2
e i 4 mesi ? (monitoraggio delle saccadi oculari e dei
TR)
Comparsa graduale degli effetti di “costo-beneficio”
attenzionale in relazione agli stimoli
Sviluppo rapido e progressivo dell‟inibizione di ritorno
insieme all‟abilità nel programmare mov. oculari
verso localizzazioni specifiche dello spazio tra i 3 e i
6 mesi ? (12-18 mesi cfr. adulti)
Spostamenti impliciti dell‟attenzione attivati
endogenamente: non prima dei 4 mesi
89. BIBLIOGRAFIA OBBLIGATORIA
Cap. 16 Il disturbo dell‟attenzione e iperattività.
Da Vicari-Caselli Neuropsicologia dello sviluppo. Il
Mulino.
BIBLIOGRAFIA FACOLTATIVA
Cap. 13 L‟attenzione in età evolutiva.L‟iperattività e i
disturbi dell‟attenzione (aggiornare criteri DSM con
diapo o articoli).
Da Sabbadini „Manuale di neuropsicologia dell‟età
evolutiva. Zanichelli. pp. 582-623.
.
Cap. 10 Disturbo di attenzione e di iperattività.
Da Cornoldi „Difficoltà e disturbi dell‟apprendimento.‟
Il Mulino. pp. 223-252.
Cfr. Articoli e diapositive