1. ASSOCIAZIONE CULTURALE
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“Burattini al Chiaro di Luna”
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IL DISEGNO in pedagogia
Se il bambino di 2/3 anni già ama guardare le immagini, dai 3/4 anni in avanti comincia a
produrne egli stesso. Il disegno figurativo è un’ attività ludiforme, e rappresenta una forma di
simbolizzazione di primo livello.
Il disegno spontaneo
Il disegno spontaneo infantile è essenzialmente realistico, volto cioè a rappresentare elementi
della realtà (case, alberi, persone, ecc.) e non a produrre motivi ornamentali o figurazioni astratte.
Lo sviluppo delle capacità grafiche risulta in stretto rapporto con lo sviluppo dell’attività
percettiva e delle strutture cognitive, nonché, per ragioni diverse, con lo sviluppo affettivo.
Le caratteristiche della percezione infantile, e in particolare il sincretismo, intervengono
soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo del disegno, condizionando lo sviluppo di quegli <schemi
grafici> relativi alle varie categorie di oggetti che un bambino utilizza per raffigurare la realtà.
Secondo Luquet, tale sviluppo, si dividerebbe in quattro fasi.
I FASE : Il realismo fortuito - 2/3 anni
Il bambino, nel tentativo di imitare l’adulto che scrive o disegna (e talvolta però anche di propria
iniziativa, in qualche gioco con dei materiali che lasciano una traccia) produce dei segni, o uno
scarabocchio, non avendo ancora, o avendola già, l’intenzione di raffigurare qualcosa di preciso.
Nel momento in cui, poi, osserva il segno o lo scarabocchio prodotto, accade che la forma
d’insieme di quest’ultimo, o qualche suo particolare vistoso gli suggerisca una qualche
interpretazione (che può essere anche diversa da quella che era la sua intenzione, qualora ne
avesse avuta una). Se, ad esempio, lo scarabocchio suggerisce l’idea di un gatto, l’interpretazione
<gatto> si impone , e il bambino può allora aggiungere qualche altro segno per indicare la coda, o
gli occhi, elaborando così un sommario <modello interno> di gatto che potrà poi utilizzare nel
tentativo di disegnare intenzionalmente questo animale. La qualificazione di <fortuito>, con cui
Luquet indica questa prima fase di realismo, è dovuta al fatto che il bambino giunge a raffigurare
un certo elemento della realtà quasi per caso, e talvolta anzi in contrasto con le sue intenzioni.
II FASE : Il realismo mancato - 4/5 anni
Il termine <mancato> è qui forse inappropriato perché sta ad indicare una valutazione del
prodotto grafico che l’adulto compie usando come criterio l’assenza o l’errata raffigurazione, nel
disegno, di certi elementi o rapporti che caratterizzano l’oggetto reale (anche se il disegno è invece
vissuto dal bambino come del tutto adeguato alle se intenzioni figurative). Anche in questo caso il
sincretismo percettivo può far sentire la sua influenza, nel senso che nel <modello interno>
vengono conservati solo quegli elementi di un oggetto che, per il loro aspetto o per la loro
funzione, hanno per il bambino una particolare vistosità. Per esempio, disegnando la figura umana,
2. un bambino può collegare direttamene alla testa le gambe e le braccia, con esclusione del tronco
(la cui funzione non è ancora ben nota), nei cosiddetti <pupazzi testone>.
Ma certamente a rendere <mancata> (o <erronea>) la riproduzione interviene il carattere
irreversibile, preoperatorio, del pensiero. Così, ad esempio, volendo disegnare un viale con le
aiuole, un bambino può disegnare sia il bordo del viale, sia accanto ad esso il bordo delle aiuole,
senza rendersi conto che un’unica linea può avere qui una doppia funzione (essere margine delle
aiuole e, nello stesso tempo, dl viale). Sempre per la stessa ragione un bambino incontra difficoltà
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a rendere bene i rapporti spaziali o le proporzioni fra le parti di una scena. Per esempio volendo
disegnare una persona con un cappello in testa, può disegnare interamente la testa, e poi
interamente il cappello, ma sospeso a mezz’aria sopra la testa; o avendo disegnato una casa, e
volendo disegnare dei fiori nel prato accanto ad essa, può fare delle margherite alte quanto la casa
(come se, pensando a ciò che sta disegnando in quel momento non riesca più a fare attenzione
anche a ciò che ha disegnato prima, come sarebbe invece necessario per rispettare le
proporzioni).
III FASE : Il realismo intellettuale - 6/7 anni
Intorno ai 6/7 anni, con il pensiero reversibile, il bisogno di sintesi si viene manifestando anche
nel disegno. Un bambino, disegnando una scena, cerca di mettervi tutte le cose che la riguardano
(e di mettervele rappresentandole con la struttura grafica che solitamente utilizza e che le rende
riconoscibili), anche se per farlo deve contravvenire a certe regole prospettiche, come quella per
cui un oggetto non può essere visto se sta completamente dietro o dentro un altro, o quella per cui
gli elementi di un paesaggio vanno rappresentati tutti secondo un unico punto di vista.
Può così ricorrere a tecniche particolari e curiose, come quella <della trasparenza> (ad
esempio una casa è rappresentata con le sue parti esterne ma anche con il suo contenuto, come
se le pareti fossero di vetro), o quella del <miscuglio di piani> (ad esempio una tavola vista
dall’alto, con i commensali <ribaltati>, rappresentati cioè come se fossero invece visti difronte).
IV FASE : Il realismo visivo 8/9 anni
Intorno agli 8/9 anni che ha inizio il realismo visivo, con graduale abbandono delle tecniche
adottate nella fase precedente e progressivo rispetto delle leggi prospettiche.
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IL DISEGNO
Corso di formazione per insegnanti
Il disegno è stato il primo segno tangibile dell’uomo, per esprimere un concetto, per raccontare
se stesso e il mondo, per lasciare una traccia di se.
Una traccia, creata da un gesto, nata da un’emozione o da un pensiero.
E’ la prima volta e l’unica, che questo fenomeno si verifica in natura; l’uomo è l’unico animale
capace di comunicare, con i suoi simili, attraverso segni e simboli e crea nuovi linguaggi non
verbali legati alla scrittura e alle immagini. E’ cosciente della propria esistenza e comunica agli altri
le proprie esperienze attraverso i segni lasciati nelle caverne, i geroglifici, i numeri, le lettere (che
in questo momento anch’io sto usando) disegna progetti grazie ai quali è stata possibile la
realizzazione di piramidi, cattedrali, ponti; o la catalogazione botanica, o lo studio dei territori, o la
rappresentazione di vicende sacre, ecc.
Attraverso i disegni e i segni, si può comprendere la stessa storia dell’uomo ed in parte, la sua
evoluzione. Definire cos’è un disegno non è una cosa semplice, ognuno di noi trova utile la sua
applicazione, chi in un modo e chi in un altro: un bambino è aiutato nella crescita sin dai primi
scarabocchi; uno psicologo ne sa trovare dei significati simbolici; un chimico ne configura le
strutture molecolari; per non parlare di architetti, ingegneri, geometri, scultori e quant’altri usano il
disegno come fosse il proprio pane quotidiano.
Il Leon Battista Alberti (1404-74) sosteneva che le diatribe tra artisti su quale fosse, delle arti la più
nobile, era alquanto inutile, visto che alla base d’ogni arte (pittura scultura architettura) vi è sempre
il disegno.
Il disegno, quindi, è elemento unificatore delle arti figurative, ma in grado anche di far comunicare
arte e scienza ed è proprio durante il rinascimento, grazie alla nuova filosofia umanista e alla
scoperta di nuovi “mondi” che sono stati approfonditi gli studi anatomici, sono state progettate
nuove macchine, si è potuto catalogare nuove piante e specie animali.
Il dizionario Garzanti della lingua italiana, da del disegno questa definizione: ”Rappresentazione di
cose, persone, luoghi, figure realizzata mediante linee e segni” e subito s’intuisce quanto sia
limitante imprigionare il disegno in una definizione.
Nei giorni nostri, nella civiltà del virtuale, quale valenza assume il disegno?
Per una maestra di scuola elementare, cosa può voler dire saper disegnare?
Intanto i bambini afferrano meglio i concetti astratti, quando questi poi sono tradotti in immagini; e
tanto più queste sono chiare e leggibili, tanto meglio i bambini afferrano i concetti e poi, quanto è
più bello e affascinante, quando, qualsiasi esso sia l’oggetto di studio, le immagini, invece di
wrimanere intrappolate tra i margini di una pagina di un libro, prendono forma con segni e colori,
dalla sapiente mano di una maestra?
Ad una maestra di scuola elementare, non si richiede che sia un’esperta in disegno, quanto invece
che abbia padronanza d’alcuni elementi fondamentali che siano utili per se stessa e per la loro
trasmissione.
Quando si ha padronanza, d’alcuni elementi del disegno e del colore, trasmetterli poi ai bambini
non è difficile, in quanto essi vivono il momento creativo come un gioco.
Non posso nascondere, il rammarico che ho sentito, passando per le diverse scuole con le
quali ho collaborato in questi anni, nel vedere in quasi tutte cattivi disegni e colori mal accostati.
4. Per ottenere un buon disegno, non è sufficiente acquisire solo strumenti necessari al fine di saper
mettere insieme linee, superfici e colori, ma è necessario anche saper riconoscere e guardare in
profondità il bello, prendendo come modelli i grandi maestri:
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Qualche anno fa, tutte le classi della scuola elementare di Sona, nel veronese, uscirono per una
visita ad una mostra che si teneva a Verona su Malevitch, Chagall e Kandinsky, la quale
prevedeva anche un percorso guidato per le scuole.
Sono poi stato messo in contatto da una maestra, per continuare il lavoro a scuola, su questi artisti
del novecento e per tentare una trasposizione teatrale con i bambini; bene, il risutato finale è stato
un turbinio d’immagini, suoni, colori, emozioni, con gran sorpresa di genitori, maestre, direttore, me
compreso.
I bambini sin dalla prima infanzia andrebbero educati al bello, alla bella musica, al bel teatro e nel
caso specifico alla bell’arte, prendendo confidenza con i maestri del colore del recente passato,
come quelli già citati (ma ce ne sono tantissimi altri) e anche quelli del presente, come ad es.
Emanuele Luzzati, Nicoletta Costa o Folon.
L’altro segreto l’ho carpito da Pancrazio Toscano, Direttore della scuola elementare di Ferrandina
(MT).
Lo scorso anno, mentre lavoravo ad un laboratorio teatrale, nella sua scuola, in un momento di
pausa, aprimmo il discorso sull’uso del disegno e del colore a scuola e mentre parlavamo, tirò fuori
da un cassetto, con evidente soddisfazione, un pacco di fogli con i disegni acquerellati dei suoi ex
alunni, che con tutta onestà, senza alcun intento dissacratorio, sembravano fatti da espressionisti
del novecento.
L’incredibile è che erano stati eseguiti da bambini di prima e seconda elementare, fui sorpreso di
vedere tanti bei disegni e gli chiesi come avesse ottenuto quei risultati, la risposta fu che per prima
cosa è importante munirsi di materiali di qualità, poi adoperarsi nell’esecuzione di alcuni esercizi,
come il dipingere tavole di scale cromatiche, di colori caldi e colori freddi, avendo cura di non
provocare sbavature e in ultimo lasciare il bambino libero di esercitare la propria creatività e
fantasia senza grandi condizionamenti.
I disegni rappresentavano i temi più vari, dalla famiglia, alla natura, alla guerra, ai sogni, ai desideri
o erano usati come tavole per illustrare i pensierini o temi, impaginati, nei loro quaderni come
fossero dei piccoli libri, ma sorprendente era l’uso da parte dei bambini delle linee e del colore,
dell’intersezione dei piani, delle prospettive e delle profondità.
In ultimo, per esperienza personale, posso aggiungere che il disegno è in principio
un’immagine astratta che appartiene alla nostra mente e che non sempre si traduce in immagine
su di un foglio bianco, come noi vorremmo.
La nostra mano, il tramite fra la nostra mente e la superficie, quasi mai è in grado di riprodurre ciò
5. che noi idealizziamo.
Quante volte abbiamo visto artisti accartocciare e buttar via lavori che ai nostri occhi erano privi di
difetti?
E’, quindi, la nostra mano che ci tradisce?
La risposta è no!
E’ il cervello che non è capace di dare i giusti impulsi alla nostra mano, è quindi fondamentale il
continuo esercizio, più ci si esercita e più la nostra attività cerebrale mette in moto quei
meccanismi chimici ed elettrici atti a migliorare le funzioni delle sinapsi, in grado poi di impartire i
giusti comandi.
Sono convinto che tutti possano far tutto, ognuno di noi se lo vuole può imparare la matematica,
una lingua straniera, la giocoleria, una disciplina sportiva, il canto la musica o il disegno, certo
l’inclinazione è fondamentale per la scelta di una disciplina, da coltivare, ma la conoscenza di
qualsiasi materia può essere e dev’essere alla portata di tutti.
Tante volte ho sentito dire, di un musicista o di un artista in genere: “Quello è un talento” come se
tanta perizia gli fosse caduta dal cielo, e non fosse invece il frutto di duro lavoro, di ricerca e di
continuo esercizio.
Anche il disegno può essere alla portata di tutti e non è affatto vero che sia appannaggio di pochi
fortunati, ispirati dal divino.
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Per eseguire un buon lavoro è essenziale munirsi di strumenti di buona qualità, prendere
come modello i grandi maestri, esercitarsi tantissimo e lasciare libera la fantasia.
IL DISEGNO
PROGRAMMA
Lo scopo del corso è quello di fornire alle insegnanti di scuola elementare, strumenti adeguati al
fine di avere un approccio più disinvolto con il disegno e con il colore, per uso personale e
professionale.
Durante il corso, inoltre, saranno previsti continui riferimenti con i maestri della storia dell’arte.
A tal proposito il corso sarà diviso in due parti:
1 GRAFICO PITTORICO
2 DI ILLUSTRAZIONE PER L’INFANZIA
PRIMA PARTE
Corso grafico pittorico
· Punto, linea, superficie
· I reticoli
· Solidi, profondità e prospettiva intuitiva
6. · Percezione spazio/temporale: l’oggetto in movimento
· Il chiaroscuro
· Il corpo umano, elementi di anatomia per artisti, le proporzioni
SECONDA PARTE
Corso d’illustrazione per l’infanzia
· Tavole cromatiche calde e fredde, i colori primari e complementari
· Le proprietà dei colori e dei supporti
· Ambientazioni, scenografie e aberrazioni prospettiche
· Raccontare una storia per immagini
Potrebbe essere prevista una mostra dei lavori svolti, in qualche locale della scuola o del Comune
di Conversano.
TEMPI E COSTI
· 10 incontri da 3 ore ciascuno per un totale di 30 ore tot €. 1500,00 + IVA
· Costo materiali €. 200,00
7. · Percezione spazio/temporale: l’oggetto in movimento
· Il chiaroscuro
· Il corpo umano, elementi di anatomia per artisti, le proporzioni
SECONDA PARTE
Corso d’illustrazione per l’infanzia
· Tavole cromatiche calde e fredde, i colori primari e complementari
· Le proprietà dei colori e dei supporti
· Ambientazioni, scenografie e aberrazioni prospettiche
· Raccontare una storia per immagini
Potrebbe essere prevista una mostra dei lavori svolti, in qualche locale della scuola o del Comune
di Conversano.
TEMPI E COSTI
· 10 incontri da 3 ore ciascuno per un totale di 30 ore tot €. 1500,00 + IVA
· Costo materiali €. 200,00