una presentazione per scoprire i rapporti vitali che intercorrono tra la scuola e la storia del territorio: un percorso didattico alla scoperta di informazioni e strumenti utili per un insegnamento al passo con i tempi
IC San Michele Mondovì: Scuola, storia e territorio
1. “Scuola, Storia e Territorio.
Esperienze e prospettive del
laboratorio didattico”
Istituto Comprensivo San Michele Mondovì
Vicoforte - 20 Maggio
2. Istituto Comprensivo San Michele Mondovì
L’ ambiente si pone come banca
• delle conoscenze
• dei saperi
• delle discipline
Il paesaggio si offre come
• luogo della fantasia
• spazio dell’immaginario
L’ambiente alimenta
la consapevolezza del parallelismo esistente fra la
salvaguardia del territorio e la qualità della vita
3. Ambiente…
» conoscere
» rispettare
» amare
» esperienza diretta
» guida degli insegnanti e degli esperti
» coinvolgimento delle famiglie e degli
esperti
realtà da:
Istituto Comprensivo San Michele Mondovì
6. Sopra la scuola c’è l’ASL, verso la chiesa la posta,
e più in là il municipio…
San Michele Mondovì
Istituto Comprensivo San Michele Mondovì
7. San Michele Mondovì
“Nel comune c’era il Sindaco
Fulvio che ci ha parlato,
c’era anche la vigilessa che
ci ha fatto vedere la divisa, il
fischietto, la paletta”
(Giammario)
“Il Sindaco ha una
barba e lavora in un
ufficio, dove ci sono
tante bandiere”
(Roberta)
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8. San Michele Mondovì
In un ufficio c’è un libro grande dove ci scrivono i nomi
dei bimbi che nascono” (Debora)
“La vigilessa è
vestita di nero
e fischia per
fermare le
macchine”
(Umberto)
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9. Vicoforte
“In autunno l’albero è di
tutti i colori e le foglie
cadono. L’autunno fa
cadere le foglie.
Cadono dappertutto: a
Milano, a Vicoforte, a
Roma”
(Rachele)
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10. S. Giacomo di Roburent
Prepariamo il terreno
e seminiamo le piantine
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E’ passato tanto tempo:
le fragole sono mature!
12. Torre Mondovì
“I nonni ci hanno raccontato che una volta i
giocattoli erano costruiti con pezzi di legno, carta
o vecchi stracci…”
“Ci hanno raccontato un sacco di cose
interessanti su come andavano le cose qui a
Torre tanto tempo fa”
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“A noi è piaciuto tanto ascoltare i nonni raccontare
perché è stato come sentire una storia dei libri… ma
quella era una storia vera”
13. Niella Tanaro
“Siamo andati lungo il fiume Tanaro. Il nonno di
Alessandro ci ha raccontato che anni fa qui esisteva
un imbarcazione che serviva per passare da una
sponda all’altra.”
“Abbiamo visto una fotografia della
nave. E’ solo in bianco e nero, è
una foto antica.”
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15. Niella Tanaro
Il nostro paese ha un nome composto da due parole.
• TANARO: deriva dal fiume che scorre nel comune e
significa acqua corrente
• NIELLA: è un nome un poco strano per scoprirne il
significato osserviamo uno stemma del paese…
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16. Niella Tanaro
Nello stemma vediamo:
un castello, delle rocce, le
spighe di grano, l’erba, i
fiori, le nuvole, il vento, le
piante, una scritta:
“INTER SEGETES
NIGELLA”.
La NIGELLA o forse il Gittaione
Agrostemma githago (gittaione) delle Caryophyllaceae. Lobi del
calice lunghi, fiori solitari, foglie opposte coperte di peluria.
Tempo fa era una delle infestanti del grano più diffuse e più
temute per i semi velenosi, attualmente è quasi del tutto
scomparsa.
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17. Niella Tanaro
Borgate e frazioni
• Il paese di Niella Tanaro è suddiviso in borgate:
Borgo, Sant’Anna, Camigliasca, Codovilla,
Poggio e Roà.
• Intorno al paese sono sorte molte frazioni:
Beccarie, Berzide, Bonada Boschi, Camie,
Cantone,Casanuova,Cirenaica, Cotelle,
Dalmazzoni, Fenogli, Fornelli, Galvagni,
Garre, Gherlero, Gianotti, Maie, Odelli,
Pianosoprano, San Teobaldo, San
Bartolomeo, Tripoli…
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18. Niella Tanaro
Il nome delle borgate
• Borgo: è la parte del paese sorta intorno al castello e
alla chiesa dove risiedevano le maggiori autorità civili e
religiose.
• Sant’Anna: si tratta del rione nato intorno alla cappella
dedicata alla madre di Maria, la Madonna.
• Camigliasca: deriva dal nome di una antica famiglia
romana “gens Camilia” che probabilmente ha abitato
questi luoghi.
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• Codovilla: è la parte terminale del paese(coda della
villa).
• Poggio: si tratta di una zona posta su una altura
• Roà: indica un gruppo di case separate dal paese, un
tempo era il suffisso di ogni frazione(Rià, Ruà, Roatta).
19. Niella Tanaro
Molte frazioni ricordano il cognome delle famiglie che li abitano o
li abitavano e ancora oggi ritroviamo questi cognomi negli abitanti
del nostro paese:
Fenogli (Fenoglio), Garre (Garra), Maie (Maia), Beccarie
(Beccaria), Dalmazzoni (Dalmazzone), Cotelle (Cotella), Bonada
(Bonada),Galvagni (Galvagno o Garavagno cognome oggi
scomparso a Niella).
Alcuni siti ricordano luoghi lontani e/o diventati famosi per
battaglie o conquiste italiane in epoca fascista: Tripoli, Cirenaica,
Creta..
Altre frazioni ricordano Santi che secondo la leggenda sono
vissuti in quel luogo, come San Teobaldo, oppure un monastero,
come San Bartolomeo o ancora, forse, una cappella dedicata ad
una santa (Brigida) come Berzide.
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20. San Michele Mondovì
Il carnevale nel tempo
Il modo più veloce per conoscere il passato è…
chiedere a qualcuno che c’era già, che ha visto…
Per tenere a
mente tutte le
informazioni…
Decidono di
preparare tutti
insieme
un’intervista
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21. San Michele Mondovì
Subito sorgono domande…
Come fanno i bambini marocchini? I loro genitori e
nonni non vivevano qui contemporaneamente ai nostri
genitori… abitavano in Marocco.
•decidono di modificare le domande e di chiedere loro
se in Marocco esistono delle feste allegre come il
carnevale italiano
•chiedono alle mamme marocchine di controllare il tipo
di domande preparate dai bambini, e di segnalare
eventuali inesattezze, prima di stampare l’intervista
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22. San Michele Mondovì
Dalle risposte dei genitori scoprono
• che il loro carnevale non era molto diverso dal nostro
• che molti costumi di papà e mamma si usano ancora
adesso
• che era già molto diverso da quello dei nonni
• che tutti andavano già a vedere sfilate e carri perché
c’erano mezzi di trasporto comodi e veloci
23. San Michele Mondovì
Dalle risposte dei nonni scoprono
• le caratteristiche del carnevale dei nonni sono molto
diverse dalle nostre
• le persone erano più povere
• non c’erano molte comodità
• alcune caratteristiche del carnevale dei nonni sono
però ancora presenti nel carnevale di oggi,
soprattutto le cose da mangiare
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24. San Michele Mondovì
Dalle risposte dei genitori marocchini scoprono
• che lo spirito allegro del carnevale è presente anche
nelle feste di altri Paesi
• che altri popoli si travestono come a carnevale, anche
se in occasioni diverse
• che i cibi e le bevande tipiche della festa sono diversi
da un paese all’altro
• che tutti, anche se con religioni diverse, abbiamo
momenti di sacrifici e digiuni, e momenti di feste
allegre e gioiose in cui si mangia e si beve a volontà,
senza pensieri
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25. Vicoforte
“Le cose” intorno a noi sono sempre
state così?
• I nostri nonni a scuola
• Le scuole nel comune di Vicoforte: dov’erano e che
“fine hanno fatto”
• La nostra scuola: quando è stata costruita, perché e
a chi è stata intitolata
• Come è cambiata l’alimentazione nel tempo
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33. San Michele Mondovì
Codovilla ieri
Toponimo: Codovilla
Il toponimo deriva dal latino
CAPUT = estremità (inizio o fino)
VILLA = dimora di campagna
In epoca medioevale VILLA significa anche “piccola
città, paese, agglomerato di case”.
Pertanto indica “l’inizio o la fine del paese”.
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34. San Michele Mondovì
Dalle Interviste ….
Il tramvai partiva da Mondovì e, passando dal Santuario, arrivava a San Michele; la fermata
era vicino alla Società operaia.
Il primo tramvai andava a vapore e c’erano il macchinista ed il fochista (che era sempre nero).
Poi è arrivata l’elettricità e il giorno di mercato a Mondovì gli attaccavano altre due carrozze.
Nel paese una volta c’era la banda musicale e durante le processioni di Santa Giustina , San
Michele e Corpus Domini andava a rallegrare le feste e la gente era contenta e applaudiva.
(Testimonianza del nonno di Andrea)
San Michele era un paese agricolo, i contadini avevano le stalle con le mucche, i buoi e i
maiali.
Gli agricoltori non avevano i trattori, ma i carri trainati dai buoi, su di essi caricavano legna,
meliga, patate, uva e castagne.
In autunno i contadini andavano a raccogliere le foglie nei boschi per fare la lettiera agli
animali.
Sulla piazza dell’asilo, al venerdì, c’era il mercato, vendevano il bestiame e i frutti della
campagna.
A dicembre premiavano il bue più bello e facevano una grande fiera con giochi e balli.
Si spostavano con la bicicletta, a piedi o con il tramvai che portava a Mondovì.
La fermata era davanti alla Società operaia, luogo di ritrovo dove si ballava e si giocava a
bocce.
(Testimonianza della nonna di Davide)
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35. San Michele Mondovì
La tramvia
Nel novembre 1881, San
Michele viene collegato con
Mondovì ,via Santuario, da
una tranvia a vapore. Nel
1923 la linea sarà
elettrificata, continuando il
suo servizio fino al 1953,
anno in cui verrà sostituita
dai pullman.
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36. San Michele Mondovì
Dagli archivi comunali
Nella seduta del Consiglio Comunale del 18
maggio 1856, presieduta dal Regio Sindaco
avv.Rebaudengo, veniva richiesto all’Intendente
della Provincia di poter istituire una Fiera estiva.
In quel tempo a S.Michele si svolgevano già 3
fiere:
il 26 Aprile(di S.Giorgio o dre bestie),
il 30 Settembre (di S.Michele o dei castagnau)
ed a fine Novembre(di S:Caterina o dei puciu).
Nella richiesta il Consiglio lamentava la
condizione di criticità climatica per le suddette
fiere, a rischio di pioggia le prime due e di neve la
terza.
Il Comune,”per porre in grado gli esercenti a
pagare tasse e imposte a cui vanno soggetti”
richiede di poter effettuare la Fiera del 18 luglio
(di S.Giustina).
L’istanza accolta favorevolmente dal Ministero
delle Finanze, viene firmata dal Re Vittorio
Emanuele II il 20 novembre 1857.
37. San Michele Mondovì
Toponimo di San Michele
Collocazione: 38 km da Cuneo (cap.
prov.) sulla riva sinistra del torrente
Corsaglia.
Significato attribuito: Deve il suo
nome ai Longobardi un popolo che
regnò in Italia verso il 700 d.c. . e che
era molto devoto all’Arcangelo Michele
loro protettore.
Il termine Mondovì fu aggiunto in
seguito per distinguerlo dagli altri centri
omonimi.
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43. Vicoforte
Dopo il disgregarsi dell’impero carolingio, le necessità di rifugio
erano molto sentite dalle popolazioni rurali che, mancando il potere
regio, cercavano sicurezza e protezione nei signori locali.
Questi innalzarono fortificazioni, i “ castra” , che erano al tempo
stesso strumento di difesa e segno di potere .
A partire dal secolo X l’Italia si coprì di castelli.
Anche a Vico, sulla sommità della collina più alta, sorgeva il
castello.
Era circondato da mura e fossati con sponde scoscese; intorno
esistevano altre costruzioni e profondi passaggi sotterranei che si
estendevano per tutta la zona oggi detta del Borgo.
Sembra che, già al tempo dei Liguri Bagienni, fossero state erette
fortificazioni in quello stesso luogo; come sappiamo queste tribù
furono poi sottomesse dai Romani che probabilmente costruirono il
castello .
Ai tempi delle invasioni barbariche esso servì da difesa per la
popolazione locale.
Un importante documento per la storia vicese è il libro di LUCA
LOBERA, priore di S.Pietro , stampato a Mondovì nel 1798 con il
titolo: DELLE ANTICHITÀ DELLA TERRA , CASTELLO E CHIESE
DI VICO.
L’ epoca dei castelli
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44. Vicoforte
Attualmente la torre dell’antico castello è il
campanile della chiesa parrocchiale di
S.Donato e risalta inconfondibile nel
panorama vicese.
È ancora robusta e ben conservata; è stata
costruita con pietre di fiume (dette conce) e
mattoni fatti a mano; essa apparteneva alle
mura che circondavano il castello e il borgo.
Era una torre di vedetta che controllava il
lato est della collina: quel fianco era molto
ripido e perciò difficile da scalare con le armi
da assedio. Il lato sud della collina che
probabilmente a quei tempi era protetto dal
fossato è ora percorso da un viale chiamato
“Sotto il Fossato”, dove è possibile osservare
resti delle antiche mura; è ancora visibile lo
sbocco di un’uscita di sicurezza dei passaggi
segreti che si diramavano nel sottosuolo.
Tracce storiche sul territorio
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45. SCEGLIERE I DOCUMENTI UTILI ALLA RICERCA
INTRAPRESA
LEGGERE ED INTERPRETARE I DOCUMENTI STORICI
COMPRENDERE LE TRASFORMAZIONI DEGLI USI E
COSTUMI LOCALI
RISCOPRIRE LE TRADIZIONI E COMPRENDERNE IL
SIGNIFICATO
INDAGARE LE TRASFORMAZION I DEL TERRITORIO NEI
SUOI ASPETTI SOCIALI, ECONOMICI-ISTITUZIONALI
CONOSCERE ED APPREZZARE IL PATRIMONIO ARTISTICO
LOCALE
RICOSTRUIRE LA VITA DELLE ISTITUZIONI
SVILUPPARE COMPORTAMENTI CONSAPEVOLI
COMUNICARE GLI ESITI DELLA RICERCA ALLA COMUNITA’
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