2. i
media
e
lo
stesso
governo
ci
hanno
abitua3
ogni
mese
a
seguire
i
da1
occupazionali
(
altalenan(
tra
un
mese
e
l’altro
e
con
differenze
anche
se
marginali
tra
da(
Istat,
Ministero
del
Lavoro
e
Inps
fru=o
di
diversi
approcci
metodologici
)
come
si
seguono
i
da3
della
borsa
per
chi
non
è
del
mes3ere
..
.
l’occupazione
aumenta,
poi
diminuisce
,
crolla
senza
un
par3colare
mo3vo
esplicito
e
quasi
mai
vengono
fornite
informazioni
e
da3
per
capire
che
cosa
succede….aumentando
la
confusione
(
vedi
il
Corriere
della
Sera
di
mercoledi
1
9
agosto
2015
la
solitudine
dei
numeri
che
non
giova
a
nessuno
di
Antonella
Baccaro
)
vorrei
evidenziare
in
modo
sinte3co
quali
sono
o
possono
essere
i
fa5ori
tra
loro
intreccia1
che
influenzano
la
dinamica
occupazione
perché
solo
conoscendo
gli
indicatori
è
possibile
in
qualche
modo
individuare
anche
le
possibili
soluzioni
e
le
azioni
da
intraprendere.
i
fa?ori
sono
di
natura
congiunturale
altri
di
natura
stru5urale:
la
differenza
tra
le
due
1pologia
di
fa5ori
è
sostanziale:
1. nel
primo
caso
si
tra?a
di
elemen3
limita1
ad
uno
specifico
periodo
temporale;
2.
nel
secondo
caso
invece
le
cause
sono
profonde
hanno
origine
nel
passato
e
il
loro
superamento
richiede
una
profonda
trasformazione
dei
processi
economici
ed
industriali
che
si
può
a?uare
in
un
periodo
di
tempo
medio-‐lungo
FATTORI
CONGIUNTURALI
FATTORI
STRUTTURALI
ANDAMENTO
DELLE
VENDITE
STRUTTURA
DIMENSIONALE
DELLE
IMPRESE
FATTURATO
ORIENTAMENTO
ALL'EXPORT
CONSUMI
INTERNI
ORIENTAMENTO
ALL'INNOVAZIONE
e
ALLA
RICERCA
FIDUCIA
PRODOTTI
ALTA
-‐MEDIO
ALTA
TECNOLOGIA
PRODUZIONE
INDUSTRIALE
SCOLAZIZZAZIONE
UTILIZZO
DEGLI
IMPIANTI
INVESTIMENTI
ATTRATTIVITA’
del
territorio
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
1
3. 2
OCCUPAZIONE
sintesi
sulla
situazione
FORZA
LAVORO
(
occupa(
+
disoccupa(
)
25,5
mln
;
tasso
di
occupazione
55,7%
dipenden3
,
16,9
indipenden3
,
5,5
Valori
assolu3
mln
agricoltura,
0,8
industria,
6,1
servizi
,
15,5
Valori
assolu3
mln
occupa3,
22,4
disoccupa3,
3,1
Valori
assolu3
mln
INDICATORI
OCCUPAZIONE
fonte
istat
agosto
2014
valori
assolu3
tassi
%
classe
età
popolazione
riferimento
occupa3
(a
)
disoccupa3
(
b)
forza
lavoro
(
a+b)
occupazione
/
su
popolazione
disoccupazione
sulla
forza
14-‐64
40.300.000
22.460.000
3.144.000
25.604.000
55,7
12,3
14-‐24
5.977.000
895.000
710.000
1.605.000
15,0
44,2
svizzera
germania
austria
r.unito
francia
italia
2004
77,4
65
67,8
71,7
63,7
57,6
2008
79,5
70,1
72,1
71,5
64,8
58,7
2010
78,6
71,1
71,7
69,5
63,9
56,9
2013
79,6
73,3
72,3
70,8
64,1
55,6
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
%
tasso
di
occupazione
2004-‐2013
fonte
eurostat
un
anno
fa
gli
occupa3
erano
22,460
mln
con
tasso
di
occupazione
del
55,7%
;i
disoccupa3
erano
3,144
mln
con
tasso
del
12,3%
;
ad
un
anno
di
distanza
siamo
allo
stesso
punto
!!
il
tasso
di
occupazione
italiano
è
molto
più
basso
rispe5o
a
quello
di
altri
paesi
e
dal
2004
ad
oggi
è
ancora
diminuito
!!!
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
4. 1992
2000
2009
2011
2014
TOTALE
OCCUPATI
21,5
21,7
23,3
22,9
22,3
20,5
21
21,5
22
22,5
23
23,5
va.milioni
TOTALE
OCCUPATI
in
mln
1992
-‐2014
fonte
istat
1992
2000
2009
2011
2014
UOMINI
13,8
13,4
14
13,5
13
DONNE
7,7
8,3
9,3
9,4
9,3
0
5
10
15
va
milioni
andamento
occupazione
di
genere
1992-‐2014
fonte
istat
in
mln
1. L’occupazione
al
2014
rispe?o
al
1992
è
cresciuta
di
800.000
unità
per
effe?o
di
un
riequilibrio
occupazionale
tra
uomini
e
donne
e
cioè
:
diminuzione
di
-‐
800.000
unità
per
gli
uomini
(
da
13,8
mln
a
13
mln
)
e
+
1.600.000
unità
per
le
donne
(
da
7,7
mln
a
9,3
mln
)
con
saldo
posi3vo
di
+
800.000,
anche
se
appare
ancora
evidente
uno
squilibrio
dei
due
tassi
di
occupazione
a
svantaggio
delle
donne.
2.
l’occupazione
dal
2009
al
2014
si
è
rido5a
di
1
milione
(
passando
da
23,3
mln
a
22,3
mln
)
OCCUPAZIONE
sintesi
sulla
situazione
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
3
5. STRUTTURA
DELL'OCCUPAZIONE
2008-‐2013
TIPOLOGIA
OCCUPATI
valori
assolu1
000
var.
2008-‐20
13
var.
2011-‐201
3
variaz
2011-‐2013
%
2008
2009
2010
2011
2012
2013
dipenden1
17.446
17.277
17.110
17.240
17.214
16.878
-‐568
-‐362
-‐2,10%
indipenden1
5.959
5.748
5.762
5.727
5.685
5.542
-‐417
-‐185
-‐3,30%
TOTALE
23.405
23.025
22.872
22.967
22.899
22.420
-‐985
-‐547
-‐2,40%
fonte
ISTAT
QUADRO
GENERALE
DELL’OCCUPAZIONE:
1. Dal
2008
al
2013
si
sono
persi
985.000
pos1
di
lavoro
pari
al
-‐4,3%
degli
occupa1:
di
cui
3,4%
dipenden1
e
il
7,5%
indipenden1
.
2.
sono
sta1
colpi1
gli
indipenden1
e
le
classi
di
età
giovani
3. Tasso
di
occupazione
in
riduzione
4. Tasso
di
disoccupazione
in
crescita
5. Tasso
disoccupazione
giovanile
oltre
40%
2004
2006
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
TASSO
DI
OCCUPAZIONE
57,5
58
58,9
58
57,1
56,9
57,1
56
55,5
53
54
55
56
57
58
59
60
%
TASSO
DI
OCCUPAZIONE
2004-‐2014
fonte
istat
2004
2006
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
TASSO
DI
DISOCCUPAZIONE
8,1
7,4
6,5
7,2
8,5
8
9,5
11,8
12,6
0
2
4
6
8
10
12
14
%
TASSO
DI
DISOCCUPAZIONE
2004-‐2014
fonte
istat
OCCUPAZIONE
sintesi
sulla
situazione
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
4
6. 20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
5
Agricoltura
perde
oltre
1
mln
di
unità
pari
a
-‐57%;
in
de?aglio:
q il
63,4%
gli
indipenden(;
q il
47,7%
i
dipenden(
Industria
perde
747.000
unità
pari
a
-‐10,9
%
;
in
de5aglio:
1.
crescono
gli
indipenden1
sopra?u?o
nelle
costruzioni,
2. Diminuiscono
di
769.000
i
dipenden3
metà
riferita
al
se?ore
costruzioni.
Servizi
crescono
di
3milioni
di
unità
pari
al
23,5%.
il
96%
sono
dipenden1
Complessivamente
l’occupazione
cresce
di
1,1
mln
pari
al
5,3%;
in
de?aglio
:
1.
dipenden1
crescono
del
11,2
%
(
+
1,7
mln)
2. Indipenden1
diminuiscono
di
560.000
unità
Tavola 10.9.1 Occupati per settore di attività economica, posizione nella professione e sesso - Anni 1990-2014 (a) (in migliaia)
serie
storiche
istat
ANNI
Agricoltura Industria di cui: costruzioni Servizi Totale
Dipen-
denti
Indipen-
denti
totale
Dipen-
denti
Indipen-
denti
totale
Dipen-
denti
Indipen-
denti
totale
Dipen-
denti
Indipen-
denti
totale
Dipen-
denti
Indipen-
denti
totale
1990 791 1.104 1.895 5.679 1.166 6.845 1.371 488 1.859 8.753 3.812 12.565 15.222 6.082 21.304
1995 510 710 1.220 5.365 1.449 6.814 969 608 1.577 8.811 3.915 12.726 14.687 6.074 20.761
2000 426 587 1.013 5.268 1.446 6.714 940 648 1.588 9.760 4.108 13.868 15.455 6.141 21.596
2005 436 511 947 5.464 1.476 6.940 1.186 727 1.913 10.633 4.042 14.675 16.533 6.030 22.563
2010 429 462 891 5.131 1.380 6.511 1.199 731 1.930 11.550 3.921 15.471 17.110 5.762 22.872
2011 413 438 851 5.226 1.312 6.538 1.138 709 1.847 11.601 3.978 15.579 17.240 5.727 22.967
2012 457 421 878 5.103 1.259 6.362 1.073 681 1.754 11.683 4.004 15.687 17.243 5.684 22.927
2013 408 406 814 4.916 1.194 6.110 948 643 1.591 11.554 3.942 15.496 16.878 5.542 22.420
2014 * 412 403 815 4.910 1.188 6.098 900 630 1.530 11.606 3.927 15.533 16.928 5.518 22.446
variaz.2014/1990 -379 -701 -1.080 -769 22 -747 -471 142 -329 2.853 115 2.968 1.706 -564 1.142
2014
*
1
semestre
OCCUPAZIONE
sintesi
sulla
situazione
dal
1990
al
2014
7. 6
EVOLUZIONE
DEL
MERCATO
DEL
LAVORO
PER
QUALIFICA
PROFESSIONALE
1. Diminuiscono
i
dirigen1
e
quadri,
e
i
lavoratori
in
proprio
e
cocopro;
2. Crescono
gli
impiega1
i
liberi
professionis1
e
i
prestatori
d’opera
occasionali
3. Tengono
gli
0perai
OCCUPAZIONE
ricaduta
sul
mercato
del
lavoro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
8. 20/08/15
7
Sintesi
1. il
tasso
di
occupazione
nel
1°
semestre2015
vs
1°sem.2014
è
cresciuto
dello
0,4%
e
cioè
di
circa
+
77.000
unità.
(
55,9%
rispe=o
a
55,5%
)
2. I
TI
(
tempi
indetermina(
)
nel
1°
sem.2015
hanno
un
saldo
aPva(-‐
cessa(
posi1vo
di
+
127.664;
3.
nel
1°
sem.
2014
invece
il
saldo
aPva(
–cessa(
è
stato
nega3vo
–
89.736
;
pertanto
nel
confronto
tra
i
due
semestri
il
saldo
rimane
posi1vo
di
37.928,
risultato
molto
modesto;
4. cara5eris1che
degli
assun1:
u diminuiscono
gli
operai;
u aumentano
gli
impiega(;
u quadri
e
dirigen(
rappresentano
lo
0,6%
degli
avvia(
;
u oltre
il
36%
viene
assunto
in
part-‐(me.
5. nel
1°semestre
2015
i
TI
avvia1
sono
sta3
995.415
e
di
ques3
il
62,7%
sono
sta1
incen1va1;
6. i
TI
rappresentano
il
32,3%
deli
avvia1
;
ma
il
64
%
sono
invece
i
TD,
7. l’occupazione
nel
suo
totale
non
cresce
,ma
la
vera
novità
di
questo
periodo
è
l’incremento
degli
avvia3
a
TI
sia
per
la
presenza
degli
incen1vi
che
per
il
fa5o
che
altri
contrai
a-‐1pici
non
sono
più
permessi.
8.
nonostante
questo
fa5o
significa1vo
e
importante
le
quan1tà
sono
DELUDENTI
E
MODESTE:
al
ne5o
dei
cessa1
il
saldo
è
di
soli
40.000
TI
in
più
rispe5o
al
1°
semestre
2014
LA
SITUAZIONE
OCCUPAZIONALE
1°
Semestre
2015
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
9. AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
occupazione
e
monte
ore
lavorate
l’occupazione
non
cresce
e
mancano
all’appello
circa
1
mln
di
unità;
ciò
dipende
da
diversi
fa5ori:
1. oltre
100.000
imprese
industriali
e
dei
servizi
sono
cessate;
2. il
saldo
natalità-‐mortalità
delle
imprese
è
tu5’ora
nega1vo;
3. la
produzione
è
ancora
in
sofferenza
e
gli
impian1
non
vengono
u1lizza1
a
regime;
anche
per
una
domanda
interna
che
è
in
so5o
tono;
4. il
fa5urato
cresce
ma
è
ancora
di
10-‐15
pun1
so5o
il
livello
realizzato
nel
2008
indicatori
congiunturali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
8
10. AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
produzione
–
vendite
fonte
Istat
congiuntura
la
produzione
industriale
cresce
so?o
tono
…
i
se?ori
sono
…..
in
ogni
caso
è
inferiore
di
oltre
25
pun1
sul
2008
le
vendite
sono
indicatori
congiunturali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
9
11. AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
clima
di
fiducia
fonte
Istat
congiuntura
il
clima
di
fiducia
delle
imprese
è
diminuito
dello
0,3%;
mentre
quello
delle
famiglie
è
diminuito
di
quasi
del
3%.
indicatori
congiunturali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
10
12. AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
fa5urato
il
fa?urato
dell’industria
cresce;
in
par3colar
modo
il
fa5urato
realizzato
all’
estero;
industria
cresce
di
più
dei
servizi:
2,4%
vs
un
0,6%:
il
fa?ore
differenziante
è
dato
dal
mercato
estero
dell’industria;
mentre
i
servizi
operano
prevalentemente
sul
mercato
interno:
ciò
spiega
la
bassa
crescita
legata
alla
debolezza
della
domanda
interna.
Comunque
il
fa5urato
sia
dell’industria
che
dei
servizi
è
ancora
10-‐15
pun1
so5o
il
livello
acquisto
nel
2008.
indicatori
congiunturali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
11
13. AGGIORNAMENTO
A
LUGLIO
2015
import
export
1. l’export
cresce
tendenzialmente
del
2%;
le
importazione
crescono
di
meno
e
quindi
si
prevede
una
bilancia
commerciale
in
aivo.
2. si
ricorda
che
oltre
il
90%
dell’export
è
dato
dal
se5ore
manifa5uriero;
e
che
le
imprese
esportatrici
sono
circa
192.000
su
435.650
cioè
il
44%;
ma
il
solo
1,9%
pari
a
4.000
imprese
esporta
il
71%;
mentre
il
92,3%
delle
imprese
esporta
solo
il
9,8%.
3.
gli
ordina1vi
crescono
per
chi
esporta
e
il
livello
sta
raggiungendo
quello
del
2008;
4.
per
chi
produce
per
il
mercato
interno
gli
ordina3vi
sono
“
fiacchi
“
e
rispe?o
al
2008
sono
inferiori
quasi
del
40%
indicatori
congiunturali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
12
14. consumi
u Il
clima
di
fiducia
dei
consumatori
è
in
crescita
anche
se
Istat
aprile
2015
rileva
un
leggero
decremento
rispe5o
a
marzo
2015;
u Peggiorano
anche
i
giudizi
sull’a?uale
situazione
economica
del
paese;
u migliora
il
clima
di
fiducia
del
se?ore
manifa?uriero
(
orientato
all’export
)
ma
peggiora
dello
sui
servizi
(
più
orientato
al
mercato
interno
)
u Analoga
valutazione
di
prudenza
e
di
a?esa
emerge
dalla
Confcommercio
e
da
Prometeia
apr.2015
;
u
permane
quindi
una
situazione
ancora
determinata
dall’incertezza.
indicatori
congiunturali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
15.
Sintesi
degli
indicatori
macro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
14
16.
Sintesi
degli
indicatori
macro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
15
17. in
sintesi:
bassi
ordina1vi,
domanda
interna
stagnante,
fa5ura1
so5o
tono,
impian1
produivi
u1lizza1
non
a
regime,
consumi
quasi
fermi
……
L’OCCUPAZIONE
NON
PUO’
CRESCERE
ma
tu5’al
più
si
rimpiazzano
/
sos1tuiscono
le
risorse
uscite.
vi
è
un
eccessivo
“accanimento
comunica1vo”
nel
far
credere
o
sperare
…..mentre
lo
stesso
Governo
con
il
DEF/2015
me5endosi
i
panni
is1tuzionali
non
lascia
mol1
spazi
a
facili
miracoli
occupazionali
…..
Nelle
par1
successive
verranno
evidenzia1
i
reali
e
stru5urali
impedimen1
alla
crescita
per
superare
i
quali
saranno
necessari
mol1
anni
,
tanta
serietà
e
impegno
della
classe
poli1ca
per
un
proge5o
generazionale
credibile.
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
16
18. 17
in
7
anni
gli
inves3men3
sono
diminui3
di
110
mld,
il
30%
in
meno;
il
se?ore
maggiormente
colpito
è
quello
delle
costruzioni
con
-‐70
mld,
seguito
da
impian3
e
macchinari
e
mezzi
di
trasporto
per
complessivi
–
36
mld
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
inves1men1
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
19. indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
inves1men1
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
18
20. IMPRESE
PER
CLASSI
DIMENSIONALI
E
ADDETTI
ISTAT
2013
classe
dimensionale
valori
assolu3
distribuzione
%
n.
imprese
addeo
imprese
addeo
definizioni
0-‐9
4.214.630
7.699.197
95,23
46,79
microimpresa
10-‐49
187.014
3.326.109
4,23
20,21
piccola
impresa
50-‐99
13.644
932.189
0,31
5,67
media
impresa
100-‐199
6.085
834.749
0,14
5,07
200-‐249
1.109
246.783
0,03
1,50
250-‐499
2.003
686.493
0,05
4,17
grande
impresa
500-‐999
845
584.322
0,02
3,55
1000
oltre
620
2.144.240
0,01
13,03
totale
4.425.950
16.454.082
100
100
MICROIMPRESE
ISTAT
2013
classe
dimensionale
imprese
addeo
0
205.229
0
1
2.477.500
2.477.500
2
689.744
1.379.549
3-‐5
626.251
2.300.450
6-‐9
215.876
1.541.699
totale
4.214.600
7.699.198
1. Il
sistema
produivo
è
composto
da
4,4
mln
di
imprese
che
occupano
16,5
mln
di
dipenden1;
2. 4,2
mln,
il
95,2%,
rappresentano
le
microimprese
(0-‐9
add
)
che
occupano
7,7
mln
di
dipenden1
;
3. La
piccola
impresa
(
10-‐49
add
)
è
fa?a
di
187.000
imprese
pari
al
4,2%
del
totale;
4. La
media
impresa
(
50-‐249
add
)
è
rappresentata
da
circa
20.000
aziende;
5. La
grande
impresa
(
250-‐
oltre
)
conta
poco
più
di
3.000
aziende
;
6.
le
imprese
con
più
di
500
addei
sono
1.465
lo
0,03%
del
totale;
7. Le
imprese
quotate
in
borsa
sono
249
8. Le
imprese
italiane
mul1nazionali
sono
14
cri3cità:
la
dimensione
di
impresa
stru?ura
delle
imprese
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
stru5ura
delle
imprese
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
19
21. 20/08/15
20
1.
le
micro
imprese,piccole
e
medie
(MPMI
)
italiane
sono
circa
4,4
mln
vs
i
2,5
mln
della
Francia
e
Spagna,
2
mln
della
Germania
,
1,6
mln
del
R.
Unito.
2. Assicurano
13
mln
di
occupa1
e
circa
2.000
mld
di
fa5urato;
3. Oltre
il
50%
sono
imprese
familiari
con
incidenza
del
70
%
nelle
imprese
fino
a
10
ADD.
4.
rappresentano
un
tessuto
imprenditoriale
diffuso
sul
territorio
senza
eguali
in
UE,
ma
nel
2013
hanno
avuto
un
calo
del
fa5urato
del
-‐29%;
dei
profii
del
-‐49%;
inoltre
il
58%
chiede
accesso
al
credito
bancario
per
assicurare
la
normale
liquidità.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
dal
prospe5o
n.5
emerge:
1. Le
imprese
industriali
hanno
una
dimensione
più
elevata
in
assoluto
rispe?o
ad
altri
se?ori;
2. Tra
Le
imprese
che
sopravvivono
quelle
del
se5ore
industriale
assorbono
più
addei.
stru5ura
delle
imprese
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
22. TASSO
DI
NATALITA'
E
DI
MORTALITA'
2007-‐2012
ISTAT
SETTORE
NATALITA'
MORTALITA'
TASSO
TURNOVER
n.
imprese
anno
tasso%
n.
imprese
anno
tasso%
INDUSTRIA
22.000
5
28.000
5,4
-‐0,4
COSTRUZIONI
54.000
8,8
68.000
10
-‐1,6
COMMERCIO
76.000
7,3
96.000
7,9
-‐0,7
ALTRI
SERVIZI
130.000
7,8
110.000
6,2
1,6
1. Nel
periodo
2007-‐2012
il
tasso
di
mortalità
delle
aziende
è
stato
superiore
al
tasso
di
natalità
tranne
che
nel
se5ore
dei
servizi;
2. creare
una
società
nel
se?ore
industriale
è
molto
più
difficile
che
non
in
altri
se?ori.
2007
2008
2009
2010
2011
valore
66,1
66,7
64,1
63,5
62,9
60
62
64
66
68
Titolo
dell'asse
imprese
x
1000
abitan1
fonte
istat
2007
2008
2009
2010
2011
valore
4
4,1
4
4
3,9
3,8
4
4,2
Titolo
dell'asse
n.medio
dipenden1
industria
fonte
istat
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale:
stru?ura
delle
imprese
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
21
23. 22
1. Nel
periodo
2000-‐2013
la
produzione
manifa5uriera
livello
mondo
è
cresciuta
del
36%;
2.
DAL
2007-‐2013
a
livello
mondo
la
manifa5ura
è
cresciuta
del
+
10%;
3. Italia
nello
stesso
periodo
ha
vissuto
un
crollo
del
-‐25,5%.
Italia
ha
avuto
un
crollo
proprio
nei
se5ori
che
a
livello
mondo
sono
cresciu1
di
più
(
ele=ronica,
computer,
mezzi
di
trasporto,
…),
cause:
1. caduta
della
domanda
interna
(-‐5,1%
)
mentre
gli
altri
paesi
hanno
avuto
nel
periodo
2000-‐2013
la
seguente
dinamica:
posi3ve
Usa
+22%,Cina
+208%,
Brasile
+65%,Corea
del
Sud
+29%,
Germania
+
0,9%;
2. La
differenza
con
la
Germania
è
data
in
par3colare
dal
fa?o
che
la
quota
di
fa5urato
estero
è
stata
nel
2012
il
59%
e
in
se5ori
ad
alto
valore
aggiunto;
3. Per
Italia
la
quota
di
fa5urato
estero
è
stata
del
41%
vs
59%
di
Germania
,
ben
18
pun1
di
differenza
e
in
se5ori
con
prodoi
a
tecnologia
medio
–bassa.
1.
l’Italia
tra
il
2000-‐2013
perde
quota
nella
produzione
manifa5uriera
mondiale
e
passa
dal
4,2%
al
2,6%;
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
stru5ura
delle
imprese
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
24. ARTICOLAZIONE
EXPORT
PER
LIVELLO
TECNOLOGICO
Valori
in
mld
dollari
ITALIA
1992
2011
V.A
%
V.A
%
HITECH
18
10,4
52
10,4
MHTECH
64
37,2
196
39,1
MLTECH
32
18,6
124
24,7
LOWTECH
58
33,8
129
25,8
TOT
EXPORT
172
100
501
100
FONTE
OECD
elaborazione
h?p://stats.oecd.org/viewhtml.aspx?
datasetcode=BTDIXE&lang=en#
ARTICOLAZIONE
EXPORT
PER
LIVELLO
TECNOLOGICO
valori
in
mld
dollari
GERMANIA
1992
2011
V.A
%
V.A
%
HITECH
60,3
14,6
257
18,5
MHTECH
217
52,4
699
50,4
MLTECH
66,4
16,0
233
16,8
LOWTECH
70,3
17,0
197
14,2
TOT
EXPORT
414
100
1.386
100
fonte
Fmi
periodo
1992-‐2011,
confronto
Italia
Germania
:
1. il
tasso
di
crescita
della
manifa?ura
tedesca
è
del
340%,
quello
italiano
del
292%;
2. La
manifa5ura
italiana
nel
1992
esportava
il
41,5
%
di
quella
tedesca;
nel
2011
il
36,2%;
-‐
5
pun1
,
siamo
cresciu1
di
meno
;
3. La
manifa5ura
tedesca
esportava
nel
1992
il
67%
beni
ad
alta-‐
medio-‐alta
tecnologia;
la
manifa5ura
italiana
il
47,7%;
4.
La
manifa5ura
tedesca
esporta
nel
2011
il
68,8
%
beni
ad
alta-‐
medio-‐alta
tecnologia
(
956
mld
dollari
);
la
manifa5ura
italiana
il
49,4%
(
208
mld
dollari
);
il
divario
è
rimasto
costante.
5. La
manifa5ura
italiana
in
circa
20
anni
si
è
ristre5a
(
-‐5
pun1
sulla
Germania
)
,
ma
ha
migliorato
di
1,7
pun1
i
prodoi
ad
alta
–media
tecnologia
esporta1.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
export
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
23
25. Cara5eris1che
delle
imprese
che
esportano
i
fa?ori
che
hanno
effeo
posi3vi
sul
tasso
di
crescita
del
fa5urato
esportato
:
1. Dimensione
2. Capitale
umano
3. Inves1men1
in
ICT
4. Efficienza
5. Decentramento
del
processo
decisionale
EXPORT
PER
DIMENSIONE
AZIENDALE
2013
CLASSE
DIMENSIONALE
%
imprese
che
esportano
sulla
classe
%
del
valore
esportato
0-‐19
28
13
20-‐49
39
12
50-‐99
47
11
100-‐249
51
17
250-‐499
52
12
500
OLTRE
55
34
fonte
Istat
1. Vi
è
una
relazione
quasi
lineare
tra
dimensione
di
impresa
e
il
tasso
di
crescita
dell’export;
conseguentemente
la
scarsa
presenza
di
grandi
imprese
nel
sistema
produovo
italiano
cos1tuisce
un
vincolo
al
rafforzamento
della
compe33vità;
2. L’internazionalizzazione
è
un
processo
complesso
e
anche
costoso
che
richiede
di
sostenere
eleva3
cos1
fissi
di
entrata,
ma
anche
inves1men1
tecnologici
,
una
organizzazione
dedicata
composta
da
personale
con
specifiche
competenze,
risorse
finanziarie….
3. Tuo
fa?ori
ques3
stre?amente
connessi
con
la
dimensione
aziendale
e
con
una
stru5ura
organizza1va
con
la
disponibilità
di
risorse
umane
e
finanziarie
che
una
PMI
il
più
delle
volte
non
possiede.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
export
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
24
26. Bugamelli
Navareo
le
imprese
e
la
specializzazione
produova
1. Il
capitale
umano
è
un
fa?ore
importante
all’internazionalizzazione
delle
imprese
e
al
rafforzamento
della
compe33vità
che
richiede
anche
una
presenza
più
marcata
e
di
qualità
del
capitale
umano;
2. La
tav
evidenzia
che
chi
esporta
+
del
40%
del
proprio
fa?urato
occupa
una
%
più
elevata
di
laurea1,
di
addeo
alla
R&S
e
investono
di
più;
3.
ques3
aspeo
sono
condizione
necessaria
per
diventare
internazionalizza3
ma
sono
anche
i
risulta1
dell’
internazionalizzazione.
Bugamelli
Navareo
le
imprese
e
la
specializzazione
produova
1. Quasi
il
90%
delle
imprese
sono
a
diverso
3tolo
a
proprietà
familiare
e
di
piccola
dimensione;
2. L’orientamento
all’export
di
tali
imprese
è
marginale
sia
perché
sono
piccole
(
e
vale
in
ragionamento
prima
sviluppato
)
ma
anche
per
maggior
più
rilu5anza
alla
delega
di
responsabilità
nella
ges1one
per
operare
in
merca1
e
al
rischio
….
connesso
Quota
di
export
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
export
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
25
27. le
imprese
che
esportano
hanno
una
stru?ura/
ges3one
finanziaria
diversa
in
quanto
aumenta
il
p e s o
d e l
c a p i t a l e
d i
r i s c h i o
e
dell’autofinanziamento
e
ricorrono
a
strumen1
finanziari
innova1vi
come
il
private
equity,
fondi
stru=urali
EU,
fondi
di
garanzia,
fondi
di
rotazione
…
Le
imprese
che
esportano
di
più
sono
anche
imprese
che
hanno
delocalizzato
parte
del
processo
di
produzione
all’estero
e
che
quindi
si
ritrovano
già
una
stru5ura
organizza1va
/
base
su
cui
puntare
e
da
u1lizzare
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
export
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
26
28. Oltre
il
50%
del
nostro
export
e
ancora
a
bassa
intensità
tecnologica;
Significa1va
la
quota
di
prodoo
ad
alta
intensità
di
R&S
dire?a
verso
il
Giappone
e
USA;
dal
2000-‐2010
è
in
crescita;
Prodoi
tradizionali
e
ad
economia
di
scala
sono
in
crescita
verso
Francia,
Germania
,
Russia
Giappone
e
USA;
È
la
fascia
di
prodoi
medium-‐low
tech
in
cui
Italia
è
cresciuta
maggiormente
(
fascia
intermedia
)
2010
2000
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
export
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
27
29. 1.
Italia
ha
una
stru?ura
produova
prevalentemente
a
medio-‐bassa
tecnologia;
2. Quindi
deve
competere
sulla
base
di
prezzi
e
cos1
di
produzione
più
bassi
rispe5o
alla
concorrenza;
3. Questa
situazione
è
determinata
da
molteplici
fa5ori
tra
i
quali
:
§
prevalenza
di
imprese
piccole
(
95%)
che
fanno
poca
innovazione
per
carenza
di
capitali
e
di
competenze;
§ La
maggior
parte
delle
piccole
aziende
opera
sul
mercato
domes1co
quindi
soggeo
a
una
concorrenza
“
misurata
“;
§
l’innovazione
è
prevalentemente
dei
processi
e
all’introduzione
di
nuovi
macchinari
che
recuperano
efficienza
produova
e
non
ai
prodoo;
•
stru?ura
della
occupazione
a
bassa
scolarità;
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
stru5ura
dei
prodoi
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
28
30. indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
export
la
manifa?ura
italiana
esporta
ancora
il
51%
di
prodoi
a
tecnologia
bassa
e
medio
bassa,
quota
rimasta
costante
dal
1996;
in
oltre
15
anni
non
sono
emersi
significa1vi
cambiamen1;
e
questa
situazione
rende
la
nostra
industria
fragile
in
termini
di
compe33vità
internazionale.
le
imprese
innova1ve
sono
mediamente
più
produive
e
più
compe11ve,
e
posseggono
una
più
elevata
propensione
all’export.
Inoltre,
le
esportazioni
producono
un
impa5o
posi1vo
sull’innovazione,
generando
un
circolo
virtuoso.E’quindi
fondamentale
inves3re
in
differenziazione
(innovazione,
qualità,
sicurezza……,)
ed
in
flessibilità
produova;
strategie
di
filiera
per
agganciare
i
segmen3
a
maggior
valore
aggiunto
delle
catene
globali
del
valore.
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
29
31. 2012Q2
2012Q3
2012Q4
2013Q1
2013Q2
2013Q3
2013Q4
2014Q1
2014Q2
UE
(28
pays)
65.599
66.454
67.035
66.680
67.662
68.494
68.597
68.613
69.327
63.000
64.000
65.000
66.000
67.000
68.000
69.000
70.000
MILIONI
UE
(28
pays)
occupa1
per
scolarizzazione
terziaria
2012Q2-‐2014Q2
fonte
Eurostat
Occupa1
con
scolarità
terziaria
v.a
2013
eurostat
FONTE
EUROSTAT
2013
elaborazione
ITALIA
FRANCIA
GERMANIA
R.UNITO
TURCHIA
OCCUPATI
2013
(
migliaia
)
22.000
25.500
39.500
26.800
24.800
OCCUPATI
CON
SCOLARITà
TERZIARIA
4.400
9.600
10.700
12.200
5000
%
20,0
37,6
27,1
45,5
20,2
EUROPA
:
su
212,6
milioni
di
occupa1
69,4
milioni
sono
laurea3
o
equivalen3
pari
al
32,6%;
Italia
ha
un
tasso
di
scolarità
terziaria
al
20%
tra
i
più
bassi
,
ci
supera
la
Turchia.
Nelle
PMI
i
processi
lavora1vi
e
la
stru5ura
organizza1va
sono
semplici
e
non
richiedono
eleva3
livelli
di
specializzazione
e
quindi
di
scolarità
.
la
stru?ura
occupazionale
dei
laurea1
può
crescere
solo
se
le
imprese
diventano
più
grandi
dimensionalmente
rendendo
più
complessa
la
stru5ura
produiva
e
organizza1va
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
scolarità
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
30
32. 1.
l’arretratezza
del
sistema
Italia
è
evidente
ed
ha
cara5ere
stru5urale,
per
portarsi
alla
media
EU
ci
vorranno
decine
di
anni!!
2. L’incidenza
dei
laurea1
negli
occupa1
55-‐64
vede
l’Italia
negli
ul3mi
pos3
,
situazione
ormai
immodificabile
!!
3. L’incidenza
dei
laurea3
sulla
classe
di
età
25-‐34
è
tra
le
più
basse
;
l’obieovo
fissato
dalla
Comunità
Eu
per
il
2020
di
raggiungere
il
40%
di
laurea3
sulla
classe
di
età
ma
è
ormai
irraggiungibile
!!
4. gli
occupa3
con
la
qualifica
di
manager
con
laurea
sono
la
metà
di
quelli
di
altri
paesi
;
5.
gli
occupa3
nelle
professioni
ad
elevata
specializzazione
sono
7
pun1
so5o
la
media
europea;
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
occupa1
per
scolarità
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
31
33. 32
i
livelli
occupazionali
crescono
per
chi
ha
un
1tolo
di
studio
ALTO
=
laurea;
le
opportunità
decrescono
per
i
1toli
di
studio
medio
-‐bassi
TASSO
DI
OCCUPAZIONE
PER
SCOLARITA'
PER
PAESE
2012
OCCUPAZIONE
PER
TIPO
DI
SCOLARITA'
%
SCO-‐BASSA
SCO-‐MEDIA
SCO-‐
ALTA
BELGIO
47,8
73,6
84,1
GERMANIA
58
78,8
87,8
GRECIA
45
54,2
69
SPAGNA
48,3
64,5
76,4
PORTOGALLO
61,8
76
80,2
ITALIA
49,8
70
78
FRANCIA
54,3
73,2
84,4
RU
57
78
85
SVIZZERA
69,4
82,2
89,2
TURCHIA
48
61,7
77
TASSO
DI
OCCUPAZIONE
PER
SCOLARITA'
2012
UE
28
tasso
medio
di
occupazione
SCOLARITA'
BASSA
50-‐55%
SCOLARITA'
MEDIA
(
diploma
)
65-‐75%
SCOLARITA'
ALTA
(
laurea)
70-‐85%
1. CHI
UNA
SCOLARITA’
ALTA
HA
MAGGIORI
PROBABILITA’
DI
OCCUPAZIONE,
E
QUINDI
IL
TASSO
è
TRA
il
75-‐85%;
2. INOLTRE
I
PRODOTTI-‐SERVIZI
FABBRICATI/VENDUTI
HANNO
Più
VALORE
E
LE
RETRIBUZIONI
DI
CHI
LAVORA
SONO
TENDENZIALMENTE
Più
ELEVATE.
3. SOPRATTUTTO
CORRE
MENO
RISCHI
IN
TERMINI
OCCUPAZIONALI.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
occupa1
per
scolarità
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
34.
la
presenza
di
ingegneri
nella
stru?ura
produova
è
un
indicatore”
che
non
sbaglia” sulla
nostra
capacità
di
innovare…..
e
migliorare
prodoo
e
processi;
Abbiamo
pochissimi
ingegneri
occupa3:
179.000
nell’industria
e
289.000
nei
servizi
(
da(
2013
)=
2%
sul
totale
occupa7
;
mediamente
15-‐16.000
le
assunzioni
anno
di
cui
meno
di
10.000
nell
‘industria
….
Con
saldo
nega7vo
tra
entrate
uscite;
NELLA
SOLA
MANIFATTURA
TEDESCA
OGNI
ANNO
VENGONO
ASSUNTI
OLTRE
50.000
ING
EGNERI
IN
AGGIUNTA
ALLE
LORO
QUALIFICATISSIME
SCUOLE
TECNICHE
la
differenza
si
vede…….
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
scolarità
ingegneri
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
33
35. L’occupazione
nel
2013
è
la
stessa
del
2008;
gli
occupa3
nei
se5ori
ad
alta
tecnologia
invece
si
sono
parzialmente
ridoo
–
25.000;
rappresentano
il
3,4%
del
totale
occupa3;
sono
sopra
la
media
nazionale:
Lazio
con
6,2%,
Lombardia
con
4,9%,
Piemonte
con
3,7%;
Liguria
è
nella
media
nazionale.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
occupa3
se?ore
alta
tecnologia
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
34
36. Quindi
un
quadro
poco
confortevole:
1. Pochi
inves1men1
in
entrata
(
65
posto
livello
mondo)
2. Inves1men1
di
sos1tuzioni
di
aziende
esisten3
(cambio
proprietà-‐shopping..);
3. Pochi
inves1men1
“
nuovi
“(
greenfield
)
4.
pochi
gli
inves3men3
ad
alto
valore
tecnologico
.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
a5raività
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
35
37. 20/08/15
0
5
10
15
20
25
30
INVESTIMENTI
LORDI
IN
CAPITALE
FISSO
IN
%
PIL
2013
fonte
EUROSTAT
1. Nel
2013
gli
inves3men3
esteri
(
IDE
)
in
Italia
sono
sta1
12.4
MD
€
,
il
58%
in
meno
rispe?o
al
2007;
2.
siamo
al
65
posto
come
a?raovità
di
inves3men3
a
livello
mondo;
3. Abbiamo
l’1,6%
dello
stock
mondiale
contro
il
2,8%
della
Spagna,
3,1%
della
Germania,
4,8%
della
Francia
e
il
5,8%
del
Regno
Unito.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
a5raività
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
36
38. 1.
Complessivamente
negli
ul3mi
30
anni
la
quota
di
fa5urato
realizzata
da
prodoi
HTECH
è
rimasta
stabile
anche
se
con
importan3
variazioni
per
se?ori;
2.
nel
se5ore
macchinari
e
componen1
ele5riche
tale
quota
si
è
incrementata
del
+
7%
passando
dal
30%
al
37%.
3. Gli
altri
se?ori
hanno
mantenuto
le
posizioni
,tranne
la
MODA
(
tessile,abbigliamento,
pelli..)
che
è
diminuita
del
7%.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
innovazione
e
ricerca
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
37
39. 1.
L’
Italia
investe
poco
nella
ricerca;
meno
della
metà
di
quanto
investe
la
Germania;
2. Il
se5ore
privato
investe
poco
,
0,5%
del
PIL;
1/3
di
quanto
investe
la
Germania:
Perché
inves1amo
poco?
1. Frammentazione
sistema
produivo:le
piccole
e
piccolissime
imprese
rappresentano
il
99
%
(
dimensione
media
del
manifa=uriero
9
addeP
);
2. Stru5ure
organizza1ve
e
manageriali
resisten3
all’innovazione;
3. Carenza
di
capitale
umano
(
scarso
assorbimento
di
risorse
laureate
e
specializzate
);
4. Carenza
di
risorse
finanziarie
(
la
ricerca
costa
);
5. Insufficienza
di
stru5ure
di
aiuto
e
di
supporto
alle
imprese
nel
guidarle
verso
il
mercato
internazionale;
6.
risorse
pubbliche
modeste
rispe?o
agli
altri
paesi
e
con
risulta3
modes3;
7. Scarso
contributo
dell’Università
e
degli
is3tu3
di
ricerca
pubblici
(
mancata
cooperazione
);
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
innovazione
e
ricerca
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
38
40. 39
1. MEDIE
IMPRESE
:
il
71%
del
fa5urato
e
il
62%
dell’export
riguardano
prodoo
a
medio-‐bassa
tecnologia;
2. GRANDI
GRUPPI
:
quasi
il
70
%
del
fa5urato
IL
74%
dell’export
riguardano
prodoi
a
medio
–alta
tecnologia.
AUSTRIA
BELGIO
DANIMARCA
FINLANDIA
GERMANIA
ITALIA
SPAGNA
REGNO
UNITO
manifa?ura
6,8
6,2
7
9,7
7,4
2,3
2,4
4,2
servizi
2
1,5
2,1
2,9
2
0,6
0,8
1,3
0
1,5
3
4,5
6
7,5
9
10,5
%
Inves1men1
in
R&S
per
se5ore
e
paese
in
%
sul
Valore
Aggiunto
fonte
OECD
2010
1. Italia
si
colloca
agli
ul1mi
pos1
per
inves1men1
in
R&S;
2. Imprese
con
almeno
10
addei
e
che
hanno
svolto
aovità
di
R&S
sono:
il
31%
in
Germania,
il
22%
in
Francia,
il
17%
in
Italia,
l’11%
in
Spagna;
3. I
se?ori
più
innova1vi
il
manifa5uriero
;
4. In
tui
gli
altri
se5ori
ad
ecc.
dei
servizi
all’impresa
e
del
se?ore
informa3co
la
propensione
alla
innovazione
è
molto
bassa.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
innovazione
e
ricerca
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
41. 20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
40
Le
aività
di
R&S
del
se?ore
manifa?uriero
sono
stre?amente
legate
alla
dimensione
delle
imprese
e
all’
export
-‐
internazionalizzazione:
1. Le
imprese
micro
che
fanno
ricerca
non
superano
il
10%
e
negli
ul3mi
5
anni
sono
stabili;
2. Le
imprese
che
non
esportano
pra3camente
non
investono
in
sviluppo;
3. Le
imprese
che
esportano
fanno
più
ricerca
rispe?o
a
chi
opera
solo
nel
mercato
domes3co
e
ancor
più
investono
le
imprese
che
hanno
internazionalizzato
una
parte
importante
della
produzione.
N.
imprese
che
fanno
R&S
per
dimensione
aziendale
(fonte
MET/2011)
N.
imprese
che
fanno
R&S
per
mercato
(fonte
MET/2011)
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
innovazione
e
ricerca
42. indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
innovazione
e
ricerca
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
41
43.
tecnologia
e
occupazione
hanno
avuto
un
rapporto
tra
loro
sempre
difficile
da
sempre!!
C’è
chi
pensa
che
la
tecnologia
si
mangi
il
lavoro;
C’è
chi
pensa
che
la
tecnologia
trasformi
il
lavoro
emarginando
si
i
vecchi
mes3eri
ma
creandone
di
nuovi.
Per
ora
ha
prevalso
la
seconda
strada:
l’occupazione
sta
crescendo
in
tui
i
paesi
anche
se
con
bilanciamen1
differen1
tra
macro
se5ori
e
paesi
.
Gli
economis3
e
storici
si
dividono
in
modo
schema3co
su
2
grandi
orientamen3:
• Ciclicità:
non
sta
succedendo
niente
di
nuovo
semplicemente
ci
sono
fasi
dove
l’economia
non
cresce
abbastanza
,il
reddito
mediano
viene
rallentato
e
si
consuma
di
meno
,
poca
domanda
interna;
se
rallenta
il
progresso
tecnologico
diminuisce
la
produovità
diminuisce
anche
il
reddito
e
solo
con
tassi
di
innovazione
sempre
più
al3
sarà
possibile
risollevare
l’economia.
• Fine
del
lavoro
:
s3amo
entrando
in
una
fase
nuova
della
storia
del
mondo;
fase
in
cui
per
produrre
beni
e
servizi
sarà
necessario
sempre
meno
lavoro
sos1tuito
da
tecnologie
sempre
più
sofis3cate.
“il
so}ware
si
sta
mangiando
il
mondo……Chi
vuole
difendersi
dai
robot
deve
puntare
su
lavori
nei
quali
l’essere
umano
ha
ancora
un
grosso
vantaggio
sulle
macchine;
cosi
sostengono
alcuni
economis3;
Questo
approccio
pessimis1co
ha
ripreso
vigore
e
molteplici
sono
ormai
le
ricerche
sul
futuro
fa
la
differenza
il
TEMPO
quando
questo
succederà
……
“ LA
TENDENZA
DI
LUNGO
PERIODO
DELLE
ECONOMIE
AVANZATE
E’
IL
RALLENTAMENTO
E
QUELLE
DELLE
ECONOMIE
ARRETRATE
E’
L’ACCELERAZIONE
…LE
ECONOMIE
AVANZATE
NON
SOLO
CORRONO
MENO
DELLE
ALTRE
MA
CORRONO
MENO
CHE
IN
PASSATO…“
[l.
Ricolfi
l’enigma
della
crescita
Mondadori
2014
indicatori
stru5urali
come
cambierà
il
lavoro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
42
44. a. Uno
studio
del
Is1tuto
europeo
Bruegel
analizza
il
possibile
impa5o
delle
nuove
tecnologie
sui
lavori
tradizionali
;
il
47%
dei
pos1
risen1rà
nei
prossimi
anni
dei
processi
di
informa1zzazione
e
automazione.
b. I
paesi
che
hanno
un
PIL
più
basso
e
hanno
una
stru5ura
produiva
più
arretrata
tecnologicamente
saranno
quelli
che
correranno
più
rischi
su
mercato
del
lavoro.
come
ges3re
la
situazione
:
1. la
formazione
di
nuove
competenze
professionali
legate
in
par3colar
modo
all’evoluzione
della
tecnologia
e
della
automazione
2. sistemi
pubblici
capaci
di
assicurare
la
ges1one
di
processi
di
riqualificazione
e
di
ricollocazione
di
lavoratori
espulsi
dal
lavoro;
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
come
cambierà
il
lavoro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
43
45. andamento
del
mercato
del
lavoro
per
i
prossimi
anni:
1.
lavoratori
ad
alte
professionalità
:
40%
carenze,
16-‐18%
nelle
economie
avanzate,
oltre
il
20
%
in
Cina;
2.
lavoratori
a
media
professionalità:
45%
di
carenza,
13%
nelle
economie
avanzate,
oltre
il
30%
nelle
economie
in
sviluppo;
3. Lavoratori
a
bassa
professionalità
,
surplus
eleva1ssimo,
di
cui
oltre
il
30%
nelle
economie
avanzate
e
il
resto
in
quelle
in
sviluppo.
indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
come
cambierà
il
lavoro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
44
46. indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
come
cambierà
il
lavoro
le
previsioni
di
crescita
nei
vari
se5ori
produivi
non
sono
esaltan1
!!!
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
45
47. indicatori
stru5urali
che
frenano
la
crescita
occupazionale
come
cambierà
il
lavoro
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
46
48. indicatori
stru5urali
che
impediscono
la
crescita
occupazionale
come
cambierà
il
lavoro
l’espansione
della
domanda
è
prevista
solo
per
le
aovità
ad
alta
e
media
qualificazione;
negli
altri
casi
vi
sarà
solo
rimpiazzo
anche
in
riduzione
di
opportunità
(
oltre
il
-‐10%)
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
47
49. Considerazioni
1. Il
tasso
di
occupazione
era
nel
2008
del
58,7%.
(23,4
mln
)
che
nel
2015/giugno
si
è
rido?o
al
55,7%
(
22,4
mln
);
saldo
circa
1
mln
di
unità
in
meno
in
5
anni
;
2. Portare
il
tasso
occupazione
a
livello
UE
64%
significa
creare
nuova
occupazione
per
oltre
3
mln
di
unità
,
in
totale
a
portare
gli
occupa1
a
circa
25,4
mln;
3. Se
volessimo
raggiungere
l’obieivo
fissato
da
Lisbona
2020
con
tasso
al
75%
dovremmo
aggiungere
altri
3
mln
di
unità
e
arrivare
pertanto
a
una
occupazione
di
28,4
mln.
4. Ques3
semplici
da3
ci
fanno
cogliere
le
distanze
abissali
che
vi
sono
tra
la
realtà
a?uale
e
gli
obieovi
anche
intermedi
che
si
dicono
di
voler
perseguire
nelle
condizioni
prima
evidenziate;
5. I
salari
medi
sono
di
poco
inferiori
a
quelli
tedeschi
mentre
la
produività
del
lavoro
ha
distanze
a
2
cifre;
il
posizionamento
sui
merca3
internazionali
vede
la
Germania
molto
a?enta
allo
sviluppo
e
all’innovazione
dei
prodoi;
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
48
52. B)
AZIONI
1. Promuovere
la
crescita
dimensionale
delle
imprese;
2. Consolidare
le
filiere
industriali
e
i
distreo;
3. Sviluppare
l’internazionalizzazione
e
la
crescita
del
fa?urato
estero;
4. Sviluppare
innovazione
e
ricerca
:
(più
rappor(
con
Università
e
centri
di
ricerca,
assunzione
di
laurea(,
u(lizzo
dei
fondi
UE);
5. Più
capitale
di
rischio,
superando
il
vincolo
della
resistenza
familiare
;
6. A5rarre
inves1men1
dall’estero
creando
le
condizioni
favorevoli
(
riforme
!!!!
)
allo
sviluppo
del
business;
7.
incrementare
occupazione
a
più
elevata
scolarità;
8.
favorire
accesso
al
credito
9.
sviluppo
delle
Infrastru5ure
digitali
nel
paese
(
si
vedrà)
Il
quadro
sinte3camente
evidenziato
non
rassicura
per
un
futuro
occupazionale:
non
può
svilupparsi
occupazione
(
buona
o
caXva
che
sia
)
se:
A
)
CONDIZIONI
1.
vi
è
crescita
economica
del
paese
(
PIL
);
2. Espansione
della
base
produiva
(
incen(vare
la
crescita);
3. sviluppo
dei
se5ori
a
media
–alte
tecnologia;
4. La
tassazione
sul
sistema
che
produce
occupazione
non
si
riduce;
(
in
parte
realizzato
)
5. gli
inves1men1
disponibili
o
un
contesto
paese
favorevole
agli
inves1men1
esteri;
6. Semplificazione
della
norma1va
del
lavoro
ossessivamente
burocra3zzata
e
puni3va;
(
in
parte
fao
)
7. Riforma
della
PA
non
solo
so?o
il
profilo
amministra3vo
ma
anche
so?o
il
profilo
delle
competenze,
razionalizzazione
dei
processi
e
digitalizzazione
(
si
vedrà)
CONCLUSIONI
C)
METODO
1.
il
nostro
sistema
produovo
ha
subito
nei
ul3mi
20/25
anni
una
profonda
trasformazione
in
nega1vo
per
effe?o
anche
della
nostra
inerzia
a
definire
poli3che
industriali
innova3ve;
2. la
malaoa
è
molto
grave
e
richiede
terapie
in
tempi
medio
lunghi
per
poter
dare
risulta3;
3. Vendere
soluzioni
a
presa
facile
non
aiuta;
una
riforma
del
mercato
del
lavoro
,NECESSARIA
E
IMPORTANTE
SI
fa
in
pochi
mesi
;
lavorare
sui
FONDAMENTALI
EVIDENZIATI
richiede
molto
tempo,
richiede
un
approccio
sistemico
e
piani
opera3vi
per
ciascun
elemento
evidenziato,
E
UNA
FORTE
COERENZA
E
CONTINUITA’
NEL
TEMPO
non
sempre
compa1bile
con
le
facili
discon1nuità
della
poli1ca
nostrana.
4.
i
fa?ori
evidenzia3
vanno
tui
messi
in
lavorazione/can1ere
da
subito
anche
se
producono
effei
in
tempi
diversi;
5. La
poli3ca
ha
bisogno
anche
di
scorciatoie
per
esigenze
di
consenso
e
di
immagine,
ma
solo
progei
integra1,
di
sistema
,
monitora1
e
migliora1
possono
dare
avvio
ad
un
profondo
cambiamento
e
di
ripresa;
6. OGGI
QUESTO
APPROCCIO
NON
SI
VEDE
….
20/08/15
lavoro
e
crescita
g.facco
2015
51