SlideShare a Scribd company logo
1 of 192
Download to read offline
ASPETTI
OPERATIVI DELLA
MODELLAZIONE
STRUTTURALE
Francesco Petrini
Facoltà di Ingegneria Civile e
Industriale
Sapienza Università di Roma
francesco.petrini@uniroma1.it
1
2
1) Organizzazione del processo di modellazione e scelta del livello di
dettaglio
2) Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale
3) Imperfezioni ed eccentricità
4) Modellazione dei carichi
5) Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio
pag. 3
INDICE
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Organizzazione del processo di
modellazione e livello di dettaglio
1
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
START
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
START
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
1) Definire univocamente il problema/struttura da modellare
x,x’
z’
y’
Waves
Current
P
(t)vP
(t)wP
(t)uP
Turbulent
wind
P
Mean
wind
Vm(zP)
z
y
H
h
vw(z’)
Vcur(z’)
d
Terrain
- Turbina eolica offshore
- Valutare modi propri di vibrare
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
START
Il livello di dettaglio è legato al fenomeno fisico
prestazione strutturale che vogliamo
rappresentare. Vanno modellati solo gli elementi
aventi un ruolo effettivo
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
2) Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare
e quali trascurare
x,x’
z’
y’
Waves
Current
P
(t)vP
(t)wP
(t)uP
Turbulent
wind
P
Mean
wind
Vm(zP)
z
y
H
h
vw(z’)
Vcur(z’)
d
Terrain
Navicella
- Elementi strutturali con loro
caratteristiche meccaniche
- Vincoli del terreno
- Massa dell’acqua?
- Pale in rotazione
- Geometria navicella
- Particelle acqua
- Composizione e massa
terreno
Valutare modi propri di vibrare di una turbina eolica offshore
Necessario
NON Necessario
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
START
Il livello di dettaglio è legato alla prestazione
strutturale che vogliamo valutare
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
3) Definire il livello di dettaglio del modello
3° 5°1° 3° 5°1°
Macro
Global response
Meso Micro
Jacket - Tower
connection
Detailed global response and
medium-detailed local
response
Detailed local response and
analysis of connections
Molle
suolo
elastico
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
2. macro level or Global modeling (G): in these models the scale
reduces to the single turbine neglecting the connections between
different structural parts and their shape; beam elements are
adopted and aeroelastic and hydro elastic phenomena are
accounted for
Modeling
levels
Systemic
Macro
Meso
Micro
z
y x
Foundation
Immersed
Emerge
nt
d
l found
h a.s.l.
3) Definire il livello di dettaglio del modello
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
3. meso-level or Extended modeling (E): these models are
characterized by the scale of the single turbine; the actual shape of
the structural components is accounted for and the influence of
geometrical parameters on the local structural behavior is evaluated.Modeling
levels
Systemic
Macro
Meso
Micro
Transition
z
y x
Foundation
Immersed
Emergent
3) Definire il livello di dettaglio del modello
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
3) Definire il livello di dettaglio del modello
3° 5°1° 3° 5°1°
Macro
Global response
Meso Micro
Jacket - Tower
connection
Detailed global response and
medium-detailed local
response
Detailed local response and
analysis of connections
Molle
suolo
elastico
Valutare modi propri di vibrare di una turbina eolica offshore
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
START
Il tipo di analisi legato alla prestazione strutturale
che vogliamo valutare
Il tipo di EF utilizzati va scelto in base a criteri di
• Rappresentazione geometrica
• Accuratezza dei risultati (livello di dettaglio)
• Economicità del calcolo (in controtendenza
rispetto ai precedenti)
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
START
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
BEAM elements SHELL elements
1° buckling mode load multipler = 9,081° buckling mode load
multipler = 10,12
11 Giugno 2014
Ing. Francesco Petrini
pag. 17
Modellazione agli elementi finiti a supporto della progettazione prestazionale di opere civili
5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati
(a) (b)
1° buckling mode load multipler = 2,42 (livello di dettaglio alto)
Dimopoulos C., Koulatsou K., Petrini F., Gantes C. (2014). Assessment of stiffening type of the cutout in tubular wind
turbine towers under artificial dynamic wind actions. Journal of Computational and Nonlinear Dynamics. In press.
Foro
Macro
Axial fatigue, no (?)
bending fatigue
Meso
Multi-axial fatigue,
bending fatigue
Micro
Fatigue crack
propagation
5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati – caso della fatica
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati
Structural
system
modeling
Structure
Actions
Interaction effects
Modeling
levels
Systemic
Macro
Meso
Micro
Model
level
Scale Detail level Type of Finite Elements
Systemic
level
wind farm
approximate shape of the structural
components
BEAM elements
Macro
level
single turbine
approximate shape of the structural
components, correct geometrical
ratios between the components
BEAM elements
Meso
level
single turbine
detailed shape of the structural
components
SHELL, BRICK elements
micro
level
individual components
detailed shape of the connecting
parts
SHELL, BRICK elements
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Jacket - Tower
connection
beam - shell
transition
5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati – soluzioni ibride
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Main
structure
component
Substructure
Tower
Rotor
Nacelle
Blades
Foundations
Rotor-nacelle
assembly
Support
structure
Performance
Serviceability
Safety
Durability
Robustness
Decomposition
Analysis type
Characterization
Response /
stability
Modal
Static
Dynamic
Incremental
Extreme
Spectral
Transient
Model level
Systemic
Macro
Meso
Micro
Classification
SELECTION
4) Tipo di analisi – scelta guidata
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Structural
component
Performance Model level Analysis type
Tower
Stress safety (ULS)
-Macro
-Meso
Static extreme
Global Buckling (ULS) -Macro Static incremental
Local Buckling (ULS)
-Meso
-Micro
Static incremental
Fatigue (FLS)
-Macro (poor)
-Meso
Dynamic
4) Tipo di analisi – scelta guidata
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Processo decisionale di modellazione
Definire univocamente il
problema/struttura da
modellare
Decisione su quali
aspetti/elementi strutturali
modellare e quali trascurare
Definire il livello di dettaglio
del modello
Definire il livello di
discretizzazione
Definire il tipo di Elementi
Finiti utilizzati
Ragionare sugli output che si
desiderano (tipo di analisi)
START
La discretizzazione va definita in base a criteri di
• Rappresentazione geometrica
• Accuratezza dei risultati
• Economicità del calcolo (in controtendenza
rispetto ai precedenti)
E’ difficile dare criteri esatti per l’infittimento della
discretizzazione nel caso questa non sia soddisfacente,
il test da fare e la variazione di risposta all’infittimento
della discretizzazione.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Convergenza (1)
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
• Se si riporta in un diagramma il valore numerico
di una grandezza incognita significativa ottenuta
dai vari modelli numerici via via sviluppati per
raffinamento successivo, si ottiene un
andamento generalmente tipico, con:
a) una prima fase di convergenza del valore incognito;
b) una zona in cui il valore si stabilizza;
c) proseguendo, introducendo cioè modelli troppo e inutilmente
raffinati, si ha un'esplosione di errori numerici che portano a
valutazioni di nuovo inattendibile della grandezza cercata.
Convergenza (2)
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
6) Definire il livello di discretizzazione - geometria
Discretizzazione Definizieno mole
alla Winkler
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
6) Definire il livello di discretizzazione - accuratezza
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Discretizzazione rada Discretizzazione opportuna
6) Definire il livello di discretizzazione - accuratezza
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
6) Definire il livello di discretizzazione - accuratezza
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
0
0.002
0.004
0.006
0.008
0.01
0.012
0
0.2
0.4
0.6
0.8
1
0 0.5 1 1.5 2 2.5
p(i)
P[Θ>θ|i]
i [kPa sec]
f (i)
FE model
UPN 80
L 80x60/7
Blast side plate t=5mm
Away from blast plate t=1mm
(not in view)
2500mm
Unilateral BCs
and hinge system
Unilateral BCs
and hinge system
- 84794 shell elements and 85062
nodes.
- shell elements are of Belytschko-Tsay
type [LS-Dyna 2012]
- the contact algorithm is the
automatic surface to surface one [LS-
Dyna 2012]
- Explicit analysis allow the tracking of
the cracks
The simplified stochastic model
-0.5
0
0.5
1
1.5
2
0 0.01 0.02
θ[deg]
Time [sec]
SDOF
FEM
)t(F))t((R)t(MKLM 
R
Meq
F
Fragility Curves
6) Definire il livello di discretizzazione - economicità
In collaborazione con: Pierluigi Olmati
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Grid Skewness
m
P
S
sS
skss
2/sS
s
m
P
S
sks
2/sS
sS
Skewness:
• Measured by the dinstance beteen the face
midpoint and the intersection between the safe
and the straight segment that joins the node of the
adjacent cells (skewness holds if |m|  0);
P
sS
nS
s
sks
2/sS
S
m
sks xxm 
6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (I)
courtesy of Luca Bruno
Skewness-induced error .1
 ffff sk
  m
skf
f
m
witherror  

n
f
f
c
VE
1
US
f
m
P
Q
skf S
d
   

n
f
f
c
CVF
1
 USU
   

n
f
f
c
V sk
F
1
 USU
Non-skewed
skewed
 
S
ndSu
Convective flux across the generic
CV having n faces f:
The error can be re–written in this form
    

n
f
ff
c
VE
1
 mUS
ms
kg
sk 
  sk
c
VE
Skewness diffusion coefficient
6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (II)
courtesy of Luca Bruno
Skewness-induced error .2
Skewness involves a diffusion-like error
1. It is directly proportional to m, i.e. to the grid distortion; msk
dx  ,num
m >> d
Relative skewness error is not negligible if
e.g. for:
f
m
P
Q
skf S
d
Having in mind that some numerical schemes
also involve a diffusion-like error
• Moderately skewed and dense grids together with 1st order
upwind scheme, that is where
• Moderately skewed and coarse grids together
with high-order upwind schemes
Gsk ³ Gnum,x
• highly-skewed grids, whichever is the grid density and
the numerical schemes adopted;
6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (III)
courtesy of Luca Bruno
application to BBA-WE
CD, o
¢CL, s = 23% ¢CL, o
CD, s = 58%CD, o
¢CL, o
6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (I)
courtesy of Luca Bruno
Non solo sistemi strutturali
complessi!
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Non solo sistemi strutturali complessi!
Macro
Risposta globale
Levels of modeling and results detail level
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Macro
Risposta globale
Meso
Levels of modeling and results detail level
Risposta della sottostruttura
Non solo sistemi strutturali complessi!
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Macro
Risposta globale
Meso Micro
Levels of modeling and results detail level
Risposta della sottostruttura Risposta di dettaglio (nodi)
Non solo sistemi strutturali complessi!
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
SOLAIO MISTO.
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio
La struttura oggetto di studio è una costruzione metallica di 20 piani ubicata nella periferia della città di Roma destinata ad
accogliere attività commerciali e uffici.
L’intero edificio offre una superficie di 14.840mq di cui 742mq destinati ad attività commerciali.
La costruzione metallica segue uno schema a ritti pendolari.
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Avendo scelto le travi secondarie e principali sulla base dei risultati del modello a macro-scala, ed avendo elaborato il sistema
di connessione per ottenere una soletta di calcestruzzo collaborante, è necessario verificare la frequenza del solaio tipo
generando modello FEM:
Per quanto l’analisi locale del solaio si potevano fare due
scelte per l’applicazione carichi:
1. Modellare il solaio mediante delle shell quindi
applicare un carico distribuito KN/m2 su di essa;
2. Stabilire i carichi q [KN/m] da disporre sulle singole
travi.
Si è preferito applicare direttamente il carico a metro
quadrato sul solaio in modo tale da non dover introdurre
manualmente ogni singolo valore del carico , quindi la
semplicità assieme al fatto che avendo scelto “b” si sarebbe
perso parte del comportamento ortotropo.
La shell è divisa con elementi di area pari a 0.25m2 con dei
fori in prossimità delle colonne in modo da evitare delle
concentrazioni di rigidezza.
Analisi Locale del solaio
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
La shell modella la soletta di cls ; questa è stata omogeneizzata ad acciaio come si può notare dalle
specifiche riportate in basso:
Alcuni modificatori di rigidezza sono
stati introdotti per tener conto del
fatto che la piastra è ortotropa.
Sia la massa che il peso dell’elemento
shell sono stati azzerati in modo tale
che si possa disporre il carico Dead
pari al peso proprio calcolato del
solaio misto senza commettere errori
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Tipologie di modellazione del solaio:
1. La soletta di cls è nello stesso piano delle travi ,ma queste hanno dei coefficienti moltiplicativi
del momento di inerzia che si è ottenuto calcolando il Mi della sezione mista;
2. La soletta di cls è stata traslata (con offset) rispetto al piano delle travi della distanza tra il
baricentro della trave e quello della soletta ;
3. Si definiscono una serie di bracci rigidi sulle travi rappresentativi in modo sommario dei pioli
con un diametro di 5cm e caratteristiche di rigidezza sopra le 100 volte e lunghezza pari alla
distanza tra il baricentro della soletta modellata mediante shell e l’ala della trave con rilascio di
M2, M3 sull’ala.
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
8,00
HE 100 B HE 120 B HE 140 B HE 160 B
Secondarie
Travi Secondarie
0,00
0,50
1,00
1,50
2,00
2,50
HE 180 A HE 200 A HE 220 A HE 240 A HE 260 A HE 280 A
Travi Principali
Analisi Locale del solaioFrequenza[Hz]
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio
Frecciamax[mm]
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Tipologia OSSERVAZIONI1° modo
f Hz
Solaio senza bracci rigidi senza offset 3.98 grafico continuo dei momenti
Solaio senza bracci rigidi con offset 6.92 grafico spezzato dei momenti,
Solaio con bracci rigidi senza offset 6.29 grafico accettabile continuo
Modello attuale:
Solaio senza offset senza bracci 3.93 grafico continuo dei momenti
Solaio con moltiplicatori 5.91 grafico continuo dei momenti
Solaio senza bracci rigidi con offset 6.96 grafico spezzato dei momenti,
Osservazioni:
a. Il modello che si può prendere come riferimento per la frequenza è quello con l’offset;
b. Il fatto che tale modello non possa essere esportato nell’analisi globale per motivi di onere computazionale, ha fatto si che si
preferisse un modello semplice capace di riprodurre in maniera soddisfacente le caratteristiche dello stesso , si è visto pertanto
che attraverso la stima dei coefficienti moltiplicativi delle travi ed una schematizzazione a diaframma rigido (no shell), per ottenere
una condizione prossima alla realtà anche se ancora con qualche scarto dettato dalle semplificazioni che indubbiamente sono nate
nel modello;
c. Si nota come una cattiva analisi del solaio svolta ponendo la shell nel medesimo piano delle travi porti ad una erronea
valutazione della frequenza dunque dell’abbassamento , dunque del sovradimensionamento della struttura che coincide con un
aumento in termini di costi dato che si aumentano le sezioni per non sopperire sotto lo SLE.
Analisi Locale del solaio
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi
collegamento controvento
Il sistema di controventamento si compone di controventi a V rovescia, nelle zone interne, e controventi a X lungo la
facciata, nei vani scala e ascensore. La scelta del sistema di controventamento a V è stata dettata dalla necessità di non
negare l’accessibilità nelle varie zone del piano.
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi
collegamento controvento
Pos.1 – braccio rigido
Pos.2 – braccio rigido non
resistente a trazione
Pos.3 – braccio rigido con sola
rigidezza assiale
Pos.4 – gambo bullone (beam
completo)
Pos.2
Pos.3
Pos.4
Pos.1
Bracci rigidi non resistenti
a trazione
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi
collegamento controvento
Incastro perfetto
Vincoli sugli elementi di contatto
x
y
z
Cerniera sferica perfetta meno che
drilling elemento viola
Impedi sce Uz del bullone
Impedisce «drilling» bullone
Cerniera sferica perfetta meno
che drilling elemento rosso
Cerniera sferica perfetta meno
che drilling elemento rosso
Pos.1 – braccio rigido
Pos.2 – braccio rigido non resistente a trazione
Pos.3 – braccio rigido con sola rigidezza assiale
Pos.4 – gambo bullone (beam completo)
Testa bullone
Piano ala trave
In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi
collegamento controvento In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Sufficienza ed efficienza del
processo di modellazione
strutturale
2
Definizioni
Efficienza = proprietà per la quale il fenomeno studiato viene
descritto dal modello senza sprechi o dettagli eccessivi.
Sufficienza = proprietà per la quale il modello è sufficientemente
accurato da descrivere in maniera soddisfacente il
fenomeno studiato.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE,
in quanto tale:
• Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di
aspetti e fenomeni strutturali
• Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative
• Deve essere verificabile/controllabile
• Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera
snella
• Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica
• Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in
maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di
ciò che è stato modellato
CONSIDERAZIONI
EfficienzaSufficienza
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE,
in quanto tale:
• Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di
aspetti e fenomeni strutturali
• Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative
• Deve essere verificabile/controllabile
• Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera
snella
• Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica
• Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in
maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di
ciò che è stato modellato
CONSIDERAZIONI
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CONSIDERAZIONI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CONSIDERAZIONI
• Regola 1: SEMPLICITÀ. Usare modelli e tipi di elementi i più semplici possibile
• Tipi di elementi “speciali” e complessi vanno usati con consapevolezza della teoria con
cui sono formulati.
• Diffidare dagli automatismi di molti programmi commerciali che possono allontanare
dalla percezione del modello con la grafica: il “disegno” della struttura non è il suo
modello!
• È necessario conoscere la teoria per comprendere i risultati: i programmi agli elementi
finiti non sostituiscono l’ingegnere, sono un potente ausilio che deve essere saputo
utilizzare!
• È inutile modellare dettagli quando si hanno grandi incertezze su altri dati (e.g. in un
edificio in muratura non ha significato modellare leggere irregolarità quando le
proprietà dei materiali e dei collegamenti fra i vari membri sono note solo con grande
approssimazione!).
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE,
in quanto tale:
• Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di
aspetti e fenomeni strutturali
• Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative
• Deve essere verificabile/controllabile
• Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera
snella
• Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica
• Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in
maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di
ciò che è stato modellato
CONSIDERAZIONI
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Errori (1)
• Il Metodo degli Elementi Finiti è per sua
natura un metodo di soluzione approssimato.
• Per errore si intende lo scarto tra una tale
soluzione e la soluzione esatta.
• Per soluzione esatta si intende la soluzione
della formulazione differenziale che regge il
problema assegnato.
• Le fonti di errore in analisi per Elementi Finiti
sono riconducibili ai seguenti fattori:
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Errori (2)
A. Natura della soluzione adottata e risolvenza
degli elementi impiegati nella discretizzazione.
B. Errori conseguenti ad approssimazioni nel
rappresentare la geometria.
C. Errori dipendenti dai procedimenti numerici
adottati. Tra questi in particolare:
• le tecniche di integrazione numerica;
• la soluzione del sistema di equazioni, l’estrazione di
autovalori, etc.
D. Errori di interpretazione. In particolare errori
nella valutazione dello stato di sforzo.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CONSIDERAZIONI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE,
in quanto tale:
• Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di
aspetti e fenomeni strutturali
• Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative
• Deve essere verificabile/controllabile
• Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera
snella
• Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica
• Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in
maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di
ciò che è stato modellato
CONSIDERAZIONI
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
• Va considerata?
• Come va modellata?
• Quanta porzione di terreno?
• Amplifica effetti inizialmente trascurabili
(e.g P-Δ)?
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PLATEA
❖Verifica della capacità portante (Formula trinomia di
Terzaghi corretta)
❖Verifca a scorrimento
❖Verifica dei cedimenti differenziali
CARATTERISTICHE MECCANICHE
strato c' [kPa] E [kPa] γ [kN/m3] f [°] G [kPa]
sabbia sciolta 0 20000 18 27 8000
ghiaia addensata 0 200000 20 37 80000
PLATEA + PALI
❖Verifica della fondazione mista a carichi
verticali ( Metodo di Poulos per det. l’interazione
platea-pali)
❖Verifica per i carichi orizzontali confrontando la
resistenza laterale (Metodo di Broms) del palo
con le sollecitazioni ottenute mediante modello
di Winkler con molle orizzontali sollecitato in
testa.
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
0 0,2 0,4 0,6 0,8 1
P[kN]
w [m]
Curva carico-cedimento
• Va considerata?
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
• Bracci di rigidi di collegamento delle
linee d’asse
•Nodi tutti collegati
•Vincoli: carrelli laterali e cerniere alla
base
• Molle verticali sotto
la platea ed alla base dei pali
•Molle orizzontali lungo i pali
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
• Come va modellata?
=1,2m–L=50m
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
• Quanta porzione di terreno?
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
Acciaio S235
ALTEZZA: 40 piani x 3,6m + 6m = 150m
DIMENSIONI PIANTA: 36m x 36m
GEOMETRIAMATERIALI
Acciaio S275
Acciaio S355
Calcestruzzo Rck = 25 N/mm2NORME
UNI ENV 1991:2004, Eurocodice 1
UNI ENV 1993:2000, Eurocodice 3
UNI ENV 1998:2005, Eurocodice 8
Edificio alto in acciaio
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
MODELLO “CERNIERE ALLA BASE”
0,005,110,559ModeMODAL P-D
0,000,000,588ModeMODAL P-D
5,020,000,607ModeMODAL P-D
0,000,001,136ModeMODAL P-D
0,0017,371,155ModeMODAL P-D
16,840,001,414ModeMODAL P-D
0,000,033,483ModeMODAL P-D
0,0069,443,522ModeMODAL P-D
68,170,004,411ModeMODAL P-D
UY [%]UX [%]PeriodStepNumStepTypeOutputCase
TABLE: Modal Participating Mass Ratios
90,0391,95TOT
+ 3,26%
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
P-
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
INTERAZIONE TERRENO STRUTTURA P-
0,0014,360,5012ModeMODAL P-D
20,830,000,5411ModeMODAL P-D
0,000,000,5910ModeMODAL P-D
0,0028,310,629ModeMODAL P-D
0,000,000,648ModeMODAL P-D
24,770,000,667ModeMODAL P-D
0,000,001,146ModeMODAL P-D
0,0012,061,195ModeMODAL P-D
10,250,001,454ModeMODAL P-D
0,000,003,563ModeMODAL P-D
0,0030,613,912ModeMODAL P-D
29,380,004,761ModeMODAL P-D
UY [%]UX [%]PeriodStepNumStepTypeOutputCase
TABLE: Modal Participating Mass Ratios
85,2385,34TOT
+ 3,56%
Risp. TERRENO NO P-
+ 11,83%
Risp. NO TERRENO NO P-
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
4,28
4,41
4,60
4,76
4,00
4,10
4,20
4,30
4,40
4,50
4,60
4,70
4,80
T(s)
No P-D P-D Terreno no P-D Terreno P-D-
Tipo di modellazione
INTERAZIONE TERRENO STRUTTURA P-
Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Imperfezioni ed eccentricità
3
Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino.
http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino.
http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità
Nodo trave- pilastro Nodo trave- parete
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino.
http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino.
http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino.
http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità - inconvenienti
K u =F u =K-1F
Inversione della matrice di
rigidezza K
K= matrice di rigidezza
u= vettorenspostamenti incogniti
F=vettore forze esterne
Matrice sparsa a chiazze Matrice a banda
Quando viene invertita una matrice di ordine N, si devono calcolare e tenere in memeoria
tutti minori di ordine (N-1). Per una matrice “a banda” questa operazione è molto piu snella
(sia in termini di tempi di calcolo che di memoria utilizzata) che per una matrice sparsa “a
chiazze”.
Un modello contenente molti
braccetti rigidi ha una matrice di
rigidezza che tende a lavorare
come una matrice a chiazze!
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Modellazione carichi
4
Attenzione ai carichi concentrati
CARICHI CONCENTRATI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CARICHI CONCENTRATI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CARICHI CONCENTRATI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CARICHI CONCENTRATI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CARICHI CONCENTRATI
Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze.
http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento
laminare turbolento
1 2
Vento: strato Limite Atmosferico
La velocità media del flusso a ridosso
del terreno è nulla ed aumenta con
profilo di natura logaritmica con la quota
U(z)
x
z
Wind mean
direction
Il superamento di ostacoli a monte
delle strutture induce turbolenza
nel flusso
1 2
1
2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Processo stocastico
m-dimensionale (mD)
n-variato (nV)
Il processo dipende da m parametri
deterministici
Il processo è costituito da un vettore
di n componenti (processi stocastici
monovariati) tra i quali è possibile
definire densità di probabilità
congiunte
Stazionarietà: di ordine j, se le
statistiche sugli insiemi fino all’ordine j-
esimo sono costanti nel tempo
Ergodicittà: se i momenti stocastici del
processo coincidono con quelli della
singola realizzazione
Gaussianità: si i momenti stocastici di
ordine superiore al secondo sono nulli
1D – 1V
    






 ssXss dxdxdxxpxxxXXXE s
...)(.......... 212121

Momento stocastico di ordine j
Vento: componente turbolenta
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Wind analytical models
  321jmjj ew(t)ev(t)eu(t))(zV)z(t;V 
X
Z
Y
Vm(z2)
Vm (z1)
Vm (z3)
V2(t;z2)
v(t)
w(t)
u(t)
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  321jmjj ew(t)ev(t)eu(t))(zV)z(t;V 
X
Z
Y
Vm(z2)
Vm (z1)
Vm (z3)
V2(t;z2)
v(t)
w(t)
u(t)
Mean component







0
frim ln
k
1
u(z)V
z
z
10fri V0.006u 















k

10
10
V
2
1
-exp-1)P(V
Vm(z
)
x
z
Weibull annual PDF
Wind analytical models
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  321jmjj ew(t)ev(t)eu(t))(zV)z(t;V 
X
Z
Y
Vm(z2)
Vm (z1)
Vm (z3)
V2(t;z2)
v(t)
w(t)
u(t)
        ωfexpωSωSωS jkuuuuuu kkjjkj

 
 
    kj
2
kj
2
z
jk
zVzV2π
zzCω
ωf



Autospectrum
Cross-
spectrum
5.0
0
uu2
x
u
200
300(x)dxR
u
1
L 





 

z
were:
 
   5/3
ju
ju
x2
u
uu
/zLf10.3021ω/2π
/zLfσ6,686
ωS jj



   2
fri0
0
u
2
u
u1.75)log(zarctan1.16
(n)dnSσ

 

)z(V2π
zω
f
jm
j



Gaussian stochastic process spectral
representation (turbulent)Mean component







0
frim ln
k
1
u(z)V
z
z
10fri V0.006u 















k

10
10
V
2
1
-exp-1)P(V
Vm(z
)
x
z
Weibull annual PDF
Wind analytical models
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Aspetti normativi.
CNR-DT 207/2008
Azione del vento da Normativa
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento da Normativa
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento da Normativa
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento da Normativa
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
xxpx LCqF )()( i
ppx
i
ACqF  oppure
pressione
cinetica di
picco
Coefficiente di
picco di v (=3.5)
Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008
xxpx LCqF )()( i
ppx
i
ACqF  oppure
pressione
cinetica di
picco
Coefficiente di
picco di v (=3.5)
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione sismica
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Dominio del tempo: accelerogrammi
- Natura del meccanismo di rottura
- Percorso fatto dalle onde sismiche per raggiungere la stazione di rilevamento
- Proprietà fisico-meccaniche dei terreni attraversati
- Caratteristiche geotecniche e geologiche del sito in cui è posizionata la stazione di misura
Dipendono da:
Descrivono l’andamento dell’accelerazione, dovuta all’evento sismico, in funzione del tempo
Registrazioni strumentali di accelerogrammi si ottengono con l’ausilio di
accelerografi, registrando simultaneamente le tre componenti del moto:
N-S, E-O, e verticale
Cataloghi sismici:
- National Geophysical Data Centre in Boulder, Colorado,USA
- NISEE University of California, Berkeley, USA
- Strong Motion Data Centre, US Department of Conservation , USA
- ITSAK, Thessaliniki, Grecia
- Servizio sismico Nazionale, Roma, Italia
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Dominio delle frequenze: spettro di Fourier

























 
2
0
..
2
0
..
)cos()()sin()(),()(
ff t
g
t
gfggu dtttudtttutAC 
Tale spettro risulta essere proporzionale alla densità spettrale di energia
e alla densità spettrale di potenza del terremoto.
m
t
C
fu
gu
),(2
)(
0
0

 
lo spettro di Fourier dell’accelerogramma è legato alla
frequenza circolare w0
e all’energia totale della risposta di un oscillatore
elementare di pulsazione naturale w0:
Considerando l’accelerogramma di un terremoto registrato nell’intervallo [0,tf], come segnale di durata
finita, x(t), il suo spettro di Fourier è definito come segue:
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Spettro di progetto
Spettro di risposta
)(max),(
0
00 tgTS
ftt
s

PLATEAU ad accelerazione costante
TRATTO ASCENDENTE TRATTO DISCENDENTE
Spettro di risposta
T=0
(oscillatore infinitamente rigido)
a = ag
T= infinito
(oscillatore con deformabilità infinita)
a = 0
Caratteristiche di resistenza e duttilità della struttura
(behaviour factor)
Spettro di progetto
luogo delle risposte massime (in termini di accelerazione, velocità o spostamento) sotto un dato accelerogramma di tutti
gli oscillatori elementari per un dato smorzamento.
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00
T [s]
Sd(T)
Terreno A
Terreno B
Terreno C
Terreno D
Terreno E
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,00 0,50 1,00 1,50
T [s]
Sd(T)
Terreno A
Terreno B
Terreno C
Terreno D
Terreno E
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione sismica:
Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava
il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’)
Individuazione sito
Vita nominale
Determinazione stato limite
Periodo di ritorno
Parametri sismici
Caratteristiche terreno
Caratteristiche topografiche
Costruzione spettro
Vita di riferimento
classe d'uso 1 2 3 4
Cu 0,7 1 1,5 2
Stati Limite PVr
SLO 0,81
SLD 0,63
SLV 0,1
SLC 0,05
Probabilità di superamento
CALCOLO IN SLD
Tr 75 anni
ag 0,706 g/10
F0 2,431
Tc* 0,270 sec
CALCOLO IN SLV
Tr 712 anni
ag 1,653 m/s2
F0 2,573
Tc* 0,276 sec
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Calcolo dello spettro
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione sismica:
Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava
il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’)
Individuazione sito
Vita nominale
Determinazione stato limite
Periodo di ritorno
Parametri sismici
Caratteristiche terreno
Caratteristiche topografiche
Costruzione spettro
Vita di riferimento
classe d'uso 1 2 3 4
Cu 0,7 1 1,5 2
Stati Limite PVr
SLO 0,81
SLD 0,63
SLV 0,1
SLC 0,05
Probabilità di superamento
CALCOLO IN SLD
Tr 75 anni
ag 0,706 g/10
F0 2,431
Tc* 0,270 sec
CALCOLO IN SLV
Tr 712 anni
ag 1,653 m/s2
F0 2,573
Tc* 0,276 sec
0,000
0,500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000
acc.max(m/s2)
Periodo (s)
Spettro SLD
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Calcolo dello spettro
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione sismica:
Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava
il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’)
Individuazione sito
Vita nominale
Determinazione stato limite
Periodo di ritorno
Parametri sismici
Caratteristiche terreno
Caratteristiche topografiche
Costruzione spettro
Vita di riferimento
classe d'uso 1 2 3 4
Cu 0,7 1 1,5 2
Stati Limite PVr
SLO 0,81
SLD 0,63
SLV 0,1
SLC 0,05
Probabilità di superamento
CALCOLO IN SLD
Tr 75 anni
ag 0,706 g/10
F0 2,431
Tc* 0,270 sec
CALCOLO IN SLV
Tr 712 anni
ag 1,653 m/s2
F0 2,573
Tc* 0,276 sec
0,000
0,500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000
acc.max(m/s2)
Periodo (s)
Spettro SLD
0,000
1,000
2,000
3,000
4,000
5,000
6,000
7,000
0,000 2,000 4,000 6,000
acc.max(m/s2)
Periodo (s)
Spettro SLV
spettro elastico
progetto
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Calcolo dello spettro
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Azione sismica:
Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava
il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’)
Individuazione sito
Vita nominale
Determinazione stato limite
Periodo di ritorno
Parametri sismici
Caratteristiche terreno
Caratteristiche topografiche
Costruzione spettro
Vita di riferimento
classe d'uso 1 2 3 4
Cu 0,7 1 1,5 2
Stati Limite PVr
SLO 0,81
SLD 0,63
SLV 0,1
SLC 0,05
Probabilità di superamento
CALCOLO IN SLD
Tr 75 anni
ag 0,706 g/10
F0 2,431
Tc* 0,270 sec
CALCOLO IN SLV
Tr 712 anni
ag 1,653 m/s2
F0 2,573
Tc* 0,276 sec
0,000
0,500
1,000
1,500
2,000
2,500
3,000
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000
acc.max(m/s2)
Periodo (s)
Spettro SLD
0,000
1,000
2,000
3,000
4,000
5,000
6,000
7,000
0,000 2,000 4,000 6,000
acc.max(m/s2)
Periodo (s)
Spettro SLV
spettro elastico
progetto
0
0,02
0,04
0,06
0,08
0,1
0,12
0,14
0,16
0,18
0,2
0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000
Spostamentomax(m)
Periodo (s)
Spettro spostamenti SLV
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
Calcolo dello spettro
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
INPUT:
• Definizione dello spettro di normativa
• Scelta del database ove ricercare gli
accelerogrammi
• Definizione intervallo di ricerca
• Definizione delle tolleranze in un determinato
intervallo [T1,T2]
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO – pratica nel dominio del tempo
1) Accelerogrammi naturali spettrocompatibili
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
2) Accelerogrammi naturali di sismi avvenuti nella zona
A PARTIRE DALLE REGISTRAZIONI
DELLA STAZIONE
CONOSCENDO LE
CARATTERISTICHE
DEL SITO DI REGISTRAZIONE
PROCESSO DI DECONVOLUZIONE
DEL SEGNALE: DALLA SUPERFICIE
AL BEDROCK DELLA STAZIONE
PROCESSO DI TRASFERIMENTO
DEL SEGNALE: DAL SITO DI REGISTRAZIONE
AL SITO DELLA STRUTTURA
ATTRAVERSO LE INDAGINI
SULLE CARATTERISTICHE
DEL SITO DELLA STRUTTURA
PROCESSO DI TRASFERIMENTO
DEL SEGNALE: DAL BEDROCK
ALLA SUPERFICIE DEL SITO
SI È OTTENUTO IL SEGNALE
IN SUPERFICIE AL SITO
INCERTEZZA:
MODELLAZIONE DEL SEGNALE
SHAKE91 CYCLIC1D EERA NERA ………
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO – pratica nel dominio del tempo
Sebastiani P.E., Petrini F., Franchin P., Bontempi F. (2012). Back Analysis for Earthquake Damaged Bridges. Part I: a general procedure”. Proceedings of
the six International Conference on Bridge Maintenance, Safety and Management (IABMAS2012). Stresa, Lake Maggiore, Italy, July 8-12, 2012
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
SIMQKE
     

n
i
iii tAtItz
1
sin    

n
i
iii φtωAtx
1
sin
• Genera accelerogrammi artificiali statisticamente indipendenti
• Imposizione di onde sinusoidali:
2. Esponenziale1. Trapezoidale
3. Composto
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
3) Accelerogrammi artificiali spettrocompatibili
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
SEISMOSIGNALSIMQKE
Accelerogramma 1
-0,25
-0,20
-0,15
-0,10
-0,05
0,00
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0 5 10 15 20 25
Tempo [s]
Accelerazione [cm/s2
]
Accelerogramma 1 Acceler. corretto
Velocigramma 1
-15,00
-10,00
-5,00
0,00
5,00
10,00
15,00
0 5 10 15 20 25
Tempo [s]
Velocità [cm/s]
Velocigramma 1 Velocigr. corretto
Spostogramma 1
-35,00
-30,00
-25,00
-20,00
-15,00
-10,00
-5,00
0,00
5,00
10,00
0 5 10 15 20 25
Tempo [s]
Spostamento [cm]
Spostogramma 1 Spost. corretto
GENERAZIONE DI
SPETTRI ELASTICI
Spettro 1 generato
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50
T [s]
Sa/g
RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO
3) Accelerogrammi artificiali spettrocompatibili
Correzione del segnale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Esempio di analisi sismica di una
struttura irregolare in acciaio
5
Edificio industriale in acciaio
L’organismo strutturale in esame è stato ottenuto prendendo
spunto da una centrale Termoelettrica realmente esistente
OGGETTO
Da una realtà costruttiva
fornita attraverso
specifica documentazione:
•Relazione di calcolo
• Carpenterie generali
• Dettagli costruttivi
• Schede di verifica
Elaborazione di un modello strutturale
ricostruendo:
•L’intero organismo strutturale nella geometria
spaziale: dalle caratteristiche geometriche a
quelle sezionali, di materiale, di carico , ecc…..
•Considerando come nuova l’azione sismica non
applicata alla struttura al tempo della sua
realizzazione
NOVITA’
In seguito alla riclassificazione sismica del territorio
il sito di realizzazione della struttura viene
dichiarato di terza categoria sismica
OBIETTIVO
Valutazione dei requisiti prestazionali:
Requisito di non collasso (SLU):
Requisito di limitazione del danno (SLD)
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA COLONNE
Y
X
1 2 3
4
5 6 7 8 9
10 11
12
13
14 15
16 17 18 19 20 21
22
23 24 25
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
PLANIMETRIA GENERALE
Y
X
Destinazione d’uso DX [m] DY [m]
Corpo Turbogas 24,15 14,40
Corpo Alternatore 13,20 24,90
Corpo Basso 13,20 8,00
Corpo Ventilatori 5,10 10,00
DX = 42,45 m
DY=32,90m
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Y
X
Destinazione d’uso DX [m] DY [m]
Corpo Turbogas 24,15 14,40
Corpo Alternatore 13,20 24,90
Corpo Basso 13,20 8,00
Corpo Ventilatori 5,10 10,00
Corpo Turbogas
DX = 42,45 m
DY=32,90m
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
PLANIMETRIA GENERALE
Y
X
Destinazione d’uso DX [m] DY [m]
Corpo Turbogas 24,15 14,40
Corpo Alternatore 13,20 24,90
Corpo Basso 13,20 8,00
Corpo Ventilatori 5,10 10,00
Corpo Turbogas
DX = 42,45 m
DY=32,90m
Corpo
Alternatore
DESCRIZIONE STRUTTURA
PLANIMETRIA GENERALE
Y
X
Destinazione d’uso DX [m] DY [m]
Corpo Turbogas 24,15 14,40
Corpo Alternatore 13,20 24,90
Corpo Basso 13,20 8,00
Corpo Ventilatori 5,10 10,00
Corpo Turbogas
DX = 42,45 m
DY=32,90m
Corpo
Alternatore
Corpo Basso
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
PLANIMETRIA GENERALE
Y
X
Destinazione d’uso DX [m] DY [m]
Corpo Turbogas 24,15 14,40
Corpo Alternatore 13,20 24,90
Corpo Basso 13,20 8,00
Corpo Ventilatori 5,10 10,00
Corpo Turbogas
Corpo
Alternatore
Corpo Basso
Corpo
Ventilatori
DX = 42,45 m
DY=32,90m
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
PIANTA CHIAVE
ORIZZONTAMENTI
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA CHIAVE
ORIZZONTAMENTI
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA CHIAVE I SOLAIO q = 11,20 m
ORIZZONTAMENTI
ORDITURE:
▪Orditura principale HEA340 HEA500
▪Orditura secondaria HEA280
▪Soletta in lamiera grecata tipo e cls collaborante H = 15 cm
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
II SOLAIO q = 15,30 mPIANTA CHIAVE
ORIZZONTAMENTI
III SOLAIO q = 17,90 m
ORDITURE:
▪Orditura principale IPE500 IPE400
▪Orditura secondaria IPE240 IPE200
▪Soletta in lamiera grecata tipo e cls collaborante H = 15 cm
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA CHIAVE
ORIZZONTAMENTI
ORDITURE:
▪Orditura principale H 600*500
▪Orditura secondaria IPE 500
▪Soletta in lamiera grecata tipo e cls collaborante H = 15 cm
III SOLAIO q = 20,50 m
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
ORDITURE:
▪Orditura principale IPE800 IPE600
▪Orditura secondaria IPE 240
▪Soletta in lamiera grecata e cls collaborante H = 15 cm
▪Sul quale si evidenziano la presenza di controventi orizzontali di piano
PIANTA CHIAVE
ORIZZONTAMENTI SOLAIO COPERTURA q = 27,35 m
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA CHIAVE
I TELAI IN DIREZIONI X
01
TELAIO 01
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA CHIAVE
I TELAI IN DIREZIONI X
02
TELAIO 02
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PIANTA CHIAVE
I TELAI IN DIREZIONI X
03
TELAIO 03
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
I SOLAI
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
TELAIO 03
IL CARROPONTE
03
01
02
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
TELAIO 03
CARATTERISTICHE DEL
CARROPONTE:
Carroponte a quattro ruote
Portata principale 50 KN
Scartamento 12,30 m
Luce di corrsa 24,90 m
IL CARROPONTE
03
01
02
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
IRREGOLARITA’ IN PIANTA:
non simmetria rispetto agli assi X Y
. . . In sintesiNTC
DM2008
x
y
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
IRREGOLARITA’ IN PIANTA:
non simmetria rispetto agli assi X Y
. . . In sintesi
IRREGOLARITA’ IN ELEVAZIONE:
corpi di fabbrica a diverse altezze
…..
NTC
DM2008
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
IRREGOLARITA’ IN PIANTA:
non simmetria rispetto agli assi X Y
. . . In sintesi
IRREGOLARITA’ IN ELEVAZIONE:
corpi di fabbrica a diverse altezze
POCO CONTROVENTATA :
Telai verticali controventati limitati
su luci limitate
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
IRREGOLARITA’ IN PIANTA:
non simmetria rispetto agli assi X Y
CARATTERISTICHE DEI MATERIALI:
FE 430
CLS RCK 250
FEB 44K
. . . In sintesi
IRREGOLARITA’ IN ELEVAZIONE:
corpi di fabbrica a diverse altezze
POCO CONTROVENTATA :
Telai verticali controventati limitati
su luci limitate
PRESENZA DI PILASTRI IN FALSOPRESENZA DI PILASTRI IN FALSO
CARATTERISTICHE SEZIONALI:
PRESENZA DI 18 SEZIONI DI PROFILATI
COMMERCIALI
SEZIONE UNICA PER TUTTI I SOLAI
DESCRIZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
DEFINIZIONE DEL MODELLO STRUTTURALE
Regolarità Geometrica Modello
StrutturalePianta Elevazione
SI SI 2D
SI NO 2D
NO SI 3D
NO NO 3D
SCELTE DI MODELLAZIONE:
y
x
z
MODELLAZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
DEFINIZIONE DEL MODELLO STRUTTURALE
SCELTE DI MODELLAZIONE:
Materiali elastici
Massa distribuita
Modellazione ad elementi finiti lineari
“Elemento finito lineare”:
BEAM44
“Elemento finito lineare”:
LINK8
“Elemento finito lineare”:
SHELL43
Si tratta di un elemento
uniassiale tridimensionale
con proprietà geometriche
costanti su tutta la
lunghezza: sopporta sforzi
di compressione, trazione,
taglio, momento flettente e
torsione
Si tratta di un elemento
uniassiale tridimensionale
utilizzato per la modellazione
di elementi che non offrono
resistenza di tipo flessionale
Si tratta di un
elemento
bidimensionale
utilizzato per
modellare
comportamento
tipo piastra
MODELLAZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
y
x
z
MODELLAZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
MODELLAZIONE STRUTTURA
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
ANSYS SAP2000
VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA
y
x
z
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA
Per poter eccitare una massa cumulativa pari al 90% sono necessari 22 modi di vibrare in
direzione x e 8 in direzione y
Scarti tra I risultati ottenuti
in ANSYS e SAP2000
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Analisi
Codice di
calcolo
utilizzato
Finalità
Differenza %
tra i due codici
di calcolo
Esito
Valori Ansys
Analisi
statica
Ansys
SAP 2000
Confronto degli
spostamenti di
piano e delle
sollecitazioni
negli elementi
1% ÷ 5%
Positivo: i
risultati sono
risultati in
alcuni casi
quasi
coincidenti.
• f S1=1,16 cm
• NP1=513940 N
Analisi
modale
Ansys
SAP 2000
Comparazione dei
risultati ed
valutazione di
eventuali labilità
interne al
modello.
0,33% ÷ 4,78%
Positivo: non
sono risultate
labilità interne e
il confronto dei
risultati è
soddisfacente.
• T1=1,42
• n° modi da
eccitare il 90%
della massa: 22
Analisi
stabilità
Ansys
SAP 2000
Valutazione dei
moltiplicatori di
carico 0,12% ÷ 1,73%
Positivo: non
sono risultate
labilità interne e
confronto
risultati
soddisfacente.
• l1=22,65
• l5=39,40
• l10=58,89
VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA
In collaborazione con: Anita Mattei
• Modello 1: unione trave-colonna modellata ad incastro, solaio modellato con diaframma
rigido, controventi modellati a biella;
• Modello 2: unione trave-colonna modellata ad incastro, solaio modellato con
comportamento a shell, controventi modellati a biella;
• Modello 3: unione trave-colonna modellata con il sistema di colonna passante e trave
incernierata, solaio modellato con comportamento a shell, controventi modellati a biella.
VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA –
ipotesi sui collegamenti In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
I MODELLI
AUMENTO DELLA DEFORMABILITÀ
MODELLO 1 MODELLO 2 MODELLO 3
Unioni Incastrati
Solai Diaframma rigido
Controventi Bielle
Unioni Incastrati
Solai Shell completo
Controventi Bielle
Unioni Colonna passante-
trave incernierata
Solai Shell completo
Controventi Bielle
Analisi Statica Analisi Modale
Aumento apprezzabile degli spostamenti di piano
Variazione delle sollecitazioni
Variazione frecce
Deformate modali simili
Aumento del periodo proprio
Basse variazioni delle altre grandezze
VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA –
ipotesi sui collegamenti In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PESO PROPRIO STRUTTURALE
PERMANENTI PORTATI
Risultante = 9028 KN
LE AZIONI
PERMANENTI VARIABILI
CARICO DA CARROPONTE
CARICHI INDUSTRIALI
CARICI DA NEVE
Risultante = 3390 KN
VERTICALI
VENTO SISMA
APPLICAZIONE STATICA EQUIVALENTE
ORIZZONTALI
APPLICAZIONE ATTRAVERSO LA GENERAZIONE DI
ACCELEROGRAMMI ARTIFICIALI STATISTICAMENTE
INDIPENDENTI
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
IL SISMA
ZONA ag/g g
3 0,15 1,4
SPETTRO ELASTICO ORIZZONTALE
Categoria di suolo S TB TC TD
C 1,25 0,15 0,5 2
SPETTRO ELASTICO VERTICALE
Categoria di suolo S TB TC TD
C 1 0,05 0,15 1
INPUT DA ASSEGNARE AL SIMQKE
PER LA GENERAZIONE DI
ACCELEROGRAMMI
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Correzione del segnale
SEISMOSIGNALSIMQKE
Accelerogramma 1
-0,25
-0,20
-0,15
-0,10
-0,05
0,00
0,05
0,10
0,15
0,20
0,25
0 5 10 15 20 25
Tempo [s]
Accelerazione [cm/s2
]
Accelerogramma 1 Acceler. corretto
Velocigramma 1
-15,00
-10,00
-5,00
0,00
5,00
10,00
15,00
0 5 10 15 20 25
Tempo [s]
Velocità [cm/s]
Velocigramma 1 Velocigr. corretto
Spostogramma 1
-35,00
-30,00
-25,00
-20,00
-15,00
-10,00
-5,00
0,00
5,00
10,00
0 5 10 15 20 25
Tempo [s]
Spostamento [cm]
Spostogramma 1 Spost. corretto
Parametri
Accelerogramma
H V
Durata sisma 25 25
Ti 5 5
Coda finale 10 10
PGA 0.26g 0.19g
Ncicli 10 10
GENERAZIONE
DI SPETTRI
ELASTICI
Spettro 1 generato
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50
T [s]
Sa/g
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
SPETTROCOMPATIBILITA` ORIZZONTALE E VERTICALE
Spettri di risposta elastica verticali
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00
T [s]
Se [ag]
Spettro 2
Spettro 3
Spettro 4
Spettro 5
Spettro 6
Spettro 7
Spettro 8
Spettro 9
Spettro1
Spettro T.U.
Spettrocompatibilità verticale
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00
T [s]
Se/ag
Spettro TU
Spettro medio
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Spettri di risposta elastica verticali
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
7,00
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00
T [s]
Se [ag]
Spettro 2
Spettro 3
Spettro 4
Spettro 5
Spettro 6
Spettro 7
Spettro 8
Spettro 9
Spettro1
Spettro T.U.
Spettrocompatibilità verticale
0,00
1,00
2,00
3,00
4,00
5,00
6,00
0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00
T [s]
Se/ag
Spettro TU
Spettro medio
1) Nel punto T=0
2) Nell’intervallo dei periodi che definiscono il tratto costante
3) Nell’intervallo dei periodi [0,2 T1; 2 T1].
Conclusione:
Spettrocompatibilità
verificata
(orizzontale e verticale)
SPETTROCOMPATIBILITA` ORIZZONTALE E VERTICALE
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
APPLICAZIONE GRADUALE DELL’ACCELERAZIONE
DURATE E PASSI DI INTEGRAZIONE
1.Transitorio iniziale
2.Tratto costante
3.Applicazione del sisma
Transitorio iniziale
Transitorio secondo
Sisma
Tempo di elaborazione: 190’
30 s
5 s
25 s
passo 0.1 s
passo 0.1 s
passo 0.05 s
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
EFFETTO DELLA NON LINEARITA’ GEOMETRICA
METODI DI APPLICAZIONE SISMA
Accelerogramma
• Non vi sono differenze sostanziali
• Scelta: nonlinearità
Spostamenti punti monitorati
Sollecitazioni elementi monitorati
+4.33%
+4.17%
• Imposizione di una
accelerazione omogenea alle
masse della struttura
Spostogramma
• Imposizione di uno
spostamento nei punti di
contatto struttura-terreno
Altri parametri < 1 %
0,00E+00
5,00E-02
1,00E-01
1,50E-01
2,00E-01
2,50E-01
cm
1
Spostamenti orizzontali
Spost UX Accel UX Spost UY Accel UY
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Controllo della risposta
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Controllo della risposta Pilastro P1
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Controllo della risposta Pilastro 25
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Controllo della risposta Vie di corsa carroponte
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Controllo della risposta Vie di corsa carroponte
e solaio
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Controllo della risposta Solaio
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
-80000 -70000 -60000 -50000 -40000 -30000 -20000 -10000 0
1
COMB1 COMB SLE COMB SLU ACCEL SPOST
Sima accel
Sima spost
SLU Vento
SLE Vento
Solo carichi Verticali
0,00E+00 1,00E-01 2,00E-01 3,00E-01 4,00E-01 5,00E-01 6,00E-01
1
COMB1 COMB2SLE COMB2 SLU COMB3 SLE COMB3 SLU ACCEL SPOST LIMITE
Prestazione richiesta
Spostamento orizzontali in sommità Incremento di sforzo normale nei pilastri
VERIFICHE PRESTAZIONALI
-Spostamenti
- Sforzi normali alla base dei pilastri
- Tagli alla base
- Spostamenti Vie di Corsa Carropontre
- Controlli tensionali zone pilastri in falso
0,000
0,002
0,004
0,006
0,008
0,010
0,012
1
Ux [m]
COMB1 COMB2SLE COMB2SLU COMB3 SLU COMB3 SLE SPOST ACCEL
Spostamenti Vie di Corsa Carroponte
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
• Nell’elaborazione di un modello per la rappresentazione di una struttura già esistente le
ipotesi di modellazione (solaio rigido, unioni tra elementi strutturali,ecc.) sono un
elemento critico, poiché influenzano i risultati in maniera determinante la risposta
• Nel caso in esame (forti irregolarità geometriche e strutturali, presenza di pilastri in falso,
ecc.), la non considerazione di effetti dovuti alle non linearità geometriche conduce ad una
sottostima non trascurabili degli spostamenti (circa 10%)
• Nel caso in esame, nonostante l’accentuata irregolarità in pianta e in elevazione, la
struttura (a causa dell’elevato periodo di oscillazione e della contenuta entità della massa)
non è particolarmente sensibile agli effetti del sisma, risulta maggiormente critico l’effetto
del vento
• Le verifiche prestazionali effettuate sugli elementi strutturali hanno dato esito positivo
poiché l’azione dei carichi orizzontali non produce il superamento dei limiti prestazionali in
tensioni e deformazioni
CONSIDERAZIONI
In collaborazione con: Anita Mattei
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
1) Organizzazione del processo di modellazione e scelta del livello di
dettaglio
2) Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale
3) Imperfezioni ed eccentricità
4) Modellazione dei carichi
5) Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio
Sommario
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
1) Organizzazione del processo di modellazione e scelta del livello di dettaglio
• Una giusta Pianificazione del processo di modellazione fatta a priori è
fondamentale nella qualità del processo. Deve includere: a) Focalizzazione
aspetto da modellare; b) Idealizzazione; c) Scelta livello di dettaglio; d) Scelta
EF; e) Scelta tipo analisi; f) scelta livello di discretizzazione.
2) Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale
• In modello deve essere sufficientemente dettagliato ma non troppo
3) Imperfezioni ed eccentricità
• Elementi «fittizi» vanno usati con cautela
4) Modellazione dei carichi
• Alcuni carichi sono molto complessi per natura (es. vento e sisma) e non
vanno eccessivamente semplificati in fase di modellazione
5) Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio
Considerazioni finali
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Un metodo di progettazione sismica
avanzata mediante l’analisi di pushover
Bonus
track
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Performance
point
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010-
04-26.pdf
Performance
point
Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
Un caso complesso
STRUTTURA OSPEDALIERA
Edificio multipiano costituito da:
• 3 piani interrati di 18000 mq ciascuno
• 6 piani fuori terra di 6000 mq ciascuno
• Altezza totale dell’edificio è di 33 m
• 250 stanze, circa 750 posti letto
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
MODELLO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
MODELLO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
MODELLO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA
218m
82,5m
12m 30m
158m
37,5m
21m
22,5m
33m
Modello è così caratterizzato:
• 11350 elementi monodimensionali e 7150 nodi;
• 9 solai infinitamente rigidi nel piano;
• non si considera l’interazione terreno struttura (incastro alla base);
• si considera l’effetto P-Δ;
• 10600 cerniere plastiche.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356
FEMA (2000), “Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings”, Federal Emergency Management Agency-
356, Washington D.C. (USA), November 2000.
Definizione del legame della cerniera nel SAP2000
Ottenuta dal tratto
elastico del legame
costitutivo del
materiale
Ottenuta tramite la
definizione di un
legame rigido
plastico incrudente
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356
Controvento: cerniera assiale
Si ha a trazione un unico caso
mentre a compressione tre
possibili casi a seconda del
rapporto tra il diametro “d” e lo
spessore “t” della sezione.
I parametri di modellazione e il criterio di accettazione per le
procedure non lineari di una sezione in acciaio circolare cava,
soggetta a compressione e trazione, risultano espressi nella
tabella 5-7 delle FEMA 356.
FEMA (2000), “Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings”, Federal Emergency Management Agency-
356, Washington D.C. (USA), November 2000.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Trave: cerniera flessionale
Si hanno tre possibili casi a
seconda della snellezza
dell’anima e delle ali della
sezione in acciaio.
I parametri di modellazione e il criterio di accettazione per le
procedure non lineari delle sezioni in acciaio, soggette a flessione,
risultano espressi nella tabella 5-6 delle FEMA 356.
CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356
FEMA (2000), “Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings”, Federal Emergency Management Agency-
356, Washington D.C. (USA), November 2000.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356
Colonna: cerniera presso-flessionale
P[KN]
M [KN m]
INTERAZIONE P-M
P / PCL =
0,4999
P / PCL =
0,2009
I parametri di modellazione e il criterio di accettazione risultano espressi nella tabella 5-6 delle
FEMA 356 in due passi:
2. Scegliendo tra tre
possibili casi a
seconda della
snellezza dell’anima
e delle ali della
sezione in acciaio.
1. Imponendo due
campi all’interno dei
quali può variare il
valore dello sforzo
assiale agente P.
ComputersandStructures,Inc.(2010),“CSIAnalysis
ReferenceManualForSAP2000®,ETABS®,andSAFE®”,
Berkeley,California(USA),March2010.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
REGOLARITA’
REGOLARE IN PIANTA
• La configurazione in pianta è compatta e
simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali e
il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la
costruzione risulta inscritta è inferiore a 4
• Non sono presenti rientri o sporgenze
• Gli orizzontamenti possono essere considerati
infinitamente rigidi nel loro piano
• Tutti i sistemi resistenti verticali non si
estendono per tutta l’altezza della costruzione.
• Massa e rigidezza variano in modo brusco tra il
3° e 4° piano della costruzione.
• Il restringimento della sezione orizzontale della
costruzione tra il 3° e 4° piano è superiore al 20%
della dimensione del 3° piano.
IRREGOLARE IN ALTEZZA
NTC (2008), “Norme Tecniche per le Costruzioni”, DM 14 Gennaio 2008.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
DISTRIBUZIONI DI FORZE PER ANALISI DI PUSHOVER
CONVENZIONALI
Coglie il
comportamento
ultimo di una
struttura che va in
crisi con un
meccanismo di piano
debole formatosi alla
base
Permette una migliore
descrizione delle forze
d’inerzia che si innescano
sotto azione sismica
quando il modo
fondamentale attiva la
quasi totalità della massa
(STRUTTURA
REGOLARE)
MPA
(Chopra e Goel-2001)
Fornisce una valutazione della
risposta della struttura migliore
quando la risposta dinamica è
caratterizzata da più modi che
attivano ciascuno una
percentuale significativa della
massa totale
(STRUTTURA IRREGOLARE)
Chopra A.K., Goel R.K. (2001), “A modal pushover analysis procedure for estimating seismic demands for buildings”, Earthquake
Engineering Research Center, University of California, Berkeley, 31 August 2001.
P.Riva(2007),“AnalisiStaticaNonLineare(Pushover)”,
DipartimentodiProgettazioneeTecnologie,UniversitàdegliStudidi
Bergamo,Bergamo,2007.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
MODI DI VIBRARE SIGNIFICATIVI
Massa modale partecipante
Modo di vibrare
Periodo Direzione X Direzione Y
[s] [%] [%]
I Modo Principale (dir.Y) 1,062 0 55
I Modo Principale (dir.X) 0,805 59 0
II Modo Principale (dir.Y) 0,423 0 30
II Modo Principale (dir.X) 0,363 29 0
III Modo Principale (dir.Y) 0,205 0 9
Massa modale partecipante cumulata 88 94
0,00
0,10
0,20
0,30
0,40
0,50
0,60
0,70
0,80
0,90
1,00
0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0
Se[g]
T [s]
Sp.elastico
I MODO dir.Y
II MODO dir.Y
III MODO dir.Y
I MODO dir.X
II MODO dir.X
Amplificazione
Mx = 29%
Mx = 59%
My = 9% My = 30%
My = 55%
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
0
5
10
15
20
25
30
35
0,00 10,00 20,00 30,00
Hpiano[m]
F [KN]
Distribuzione delle forze
(CASO 1)
Risultante delle forze
(CASO 1)
Distribuzione delle forze
(CASO 2)
Risultante delle forze
(CASO 2)
In direzione longitudinale:
0
50000
100000
150000
200000
250000
0 10 20 30
Taglioallabase[KN]
Spostamento ultimo piano [cm]
Curva di Capacità
(CASO 1)
Curva di Capacità
(CASO 2)
P.P. (SLC)
P.P. (SLV)
P.P. (SLD)
P.P. (SLO)
La struttura avrà un comportamento più rigido nel CASO 1 rispetto al CASO 2.
IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE SCELTA
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
0
2
4
6
8
10
12
0 5 10 15 20 25 30 35 40
S[m/s2]
SD [cm]
P.P. per il sistema SDOF
Sp. Elastico (SLC)
TB (SLC)
TC (SLC)
TD (SLC)
T* (CASO 1)
Sp. Anelastico (CASO 1)
C. di capacità (CASO 1)
P.P. (CASO 1)
T* (CASO 2)
Sp. Anelastico (CASO 2)
C. di capacità (CASO 2)
P.P. (CASO 2)
0
50000
100000
150000
200000
250000
0 3 6 9 12 15 18 21 24 27
Tb[KN]
SD [cm]
P.P. per il sistema MDOF
C. di capacità (CASO 1)
P.P. (CASO 1)
C. di capacità (CASO 2)
P.P. (CASO 2)
dmax [cm]
CASO 2 (dist. I modo) 19,41
CASO 1 (dist. uniforme) 14,36
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
dmax[cm] Δdmax [%]
Δdmax(CASO2/CASO1) 35,14
0,00
5,00
10,00
15,00
20,00
25,00
30,00
35,00
40,00
Δdmax[%]
Γ
SLC nella direzione longitudinale:
IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE SCELTA
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE SCELTA
0
5
10
15
20
25
30
35
0,00 10,00 20,00 30,00
Hpiano[m]
F [KN]
Distribuzione delle forze
(CASO 1)
Risultante delle forze
(CASO 1)
Distribuzione delle forze
(CASO 2)
Risultante delle forze
(CASO 2)
0
40000
80000
120000
160000
200000
0 10 20 30 40
Taglioallabase[KN]
Spostamento ultimo piano [cm]
Curva di Capacità
(CASO 1)
Curva di Capacità
(CASO 2)
P.P. (SLC)
P.P. (SLV)
P.P. (SLD)
P.P. (SLO)
In direzione trasversale:
La struttura avrà un
comportamento più rigido nel
CASO 1 rispetto al CASO 2.
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L.
SLO:
SLD:
CASO 1 in direzione longitudinale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L.
SLO:
SLD:
CASO 1 in direzione longitudinale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
SLV:
SLC:
PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L.
CASO 1 in direzione longitudinale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
SLV:
SLC:
PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L.
CASO 1 in direzione longitudinale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
0 0,5 1 1,5 2
N°Piano
Drift [%]
Drift di interpiano
Modo Fondamentale
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
0 0,2 0,4 0,6 0,8
N°Piano
U1 / Htot [%]
Spostamento di piano
Modo Fondamentale
SLC:
MECCANISMO DI PIANO DEBOLE
CASO 2 in direzione longitudinale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
Meccanismo di piano debole al 4° piano:
MECCANISMO DI PIANO DEBOLE
CASO 2 in direzione longitudinale
Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
190
191
ASPETTI
OPERATIVI DELLA
MODELLAZIONE
STRUTTURALE
Francesco Petrini
Facoltà di Ingegneria Civile e
Industriale
Sapienza Università di Roma
francesco.petrini@uniroma1.it
192

More Related Content

What's hot

Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - AntenneGestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - AntenneFranco Bontempi
 
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfPGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfFranco Bontempi
 
Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1
Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1
Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1Franco Bontempi
 
radogna appunti.Image.Marked.pdf
radogna appunti.Image.Marked.pdfradogna appunti.Image.Marked.pdf
radogna appunti.Image.Marked.pdfFranco Bontempi
 
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.Franco Bontempi
 
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdfFranco Bontempi
 
CALZONA - precompressione
CALZONA - precompressioneCALZONA - precompressione
CALZONA - precompressioneFranco Bontempi
 
TPP Lezione #01 concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdf
TPP Lezione #01  concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdfTPP Lezione #01  concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdf
TPP Lezione #01 concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdfFranco Bontempi
 
Tecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.marked
Tecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.markedTecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.marked
Tecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.markedFranco Bontempi Org Didattica
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1stefaniaarangio
 
Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2
Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2
Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2Franco Bontempi
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2stefaniaarangio
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8Franco Bontempi Org Didattica
 
1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo
1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo
1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzoFranco Bontempi Org Didattica
 

What's hot (20)

Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - AntenneGestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
Gestione di Ponti e Grandi Strutture: Spalle - Pile - Antenne
 
Appunti di Teoria e Progetto di Ponti - Catigbac
Appunti di Teoria e Progetto di Ponti - CatigbacAppunti di Teoria e Progetto di Ponti - Catigbac
Appunti di Teoria e Progetto di Ponti - Catigbac
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7-parte 1
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7-parte 1Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7-parte 1
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7-parte 1
 
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdfPGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
PGS - lezione 03 - IMPALCATO DA PONTE E PIASTRE.pdf
 
Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1
Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1
Tecnica delle costruzioni - UNIONI acciaio - Parte 1
 
radogna appunti.Image.Marked.pdf
radogna appunti.Image.Marked.pdfradogna appunti.Image.Marked.pdf
radogna appunti.Image.Marked.pdf
 
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.
Analisi tridimensionale di pile da ponte a doppia lama.
 
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
84-91 UNI RM - Bontempi REV.pdf
 
Bontempi cv 2012 totale
Bontempi cv 2012 totaleBontempi cv 2012 totale
Bontempi cv 2012 totale
 
CALZONA - precompressione
CALZONA - precompressioneCALZONA - precompressione
CALZONA - precompressione
 
TDC 2021/22
TDC 2021/22TDC 2021/22
TDC 2021/22
 
TPP Lezione #01 concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdf
TPP Lezione #01  concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdfTPP Lezione #01  concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdf
TPP Lezione #01 concezione strutturale di ponti e viadotti RID.pdf
 
Tecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.marked
Tecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.markedTecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.marked
Tecnica delle costruzioni alessandra aguinagalde.image.marked.text.marked
 
Armatura bilanciata e domini di rottura
Armatura bilanciata e domini di rotturaArmatura bilanciata e domini di rottura
Armatura bilanciata e domini di rottura
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 8 - unioni parte 1
 
Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2
Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2
Tdc esercitazione sulle UNIONI - parte 2
 
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
Tecnica delle costruzioni - esercitazione 9 - unioni parte 2
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 7 (parte 2) & 8
 
1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo
1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo
1. Aspetti elementari del comportamento del calcestruzzo
 
6. Detailing
6. Detailing6. Detailing
6. Detailing
 

Similar to Aspetti operativi della modellazione strutturale

Il metodo FEM come strumento di Design-Check
Il metodo FEM come strumento di Design-CheckIl metodo FEM come strumento di Design-Check
Il metodo FEM come strumento di Design-CheckStefano Vinto
 
Struttura lignea iper spacemax - v3 0
Struttura lignea   iper spacemax - v3 0Struttura lignea   iper spacemax - v3 0
Struttura lignea iper spacemax - v3 0Soft.lab Srl
 
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - PisaLaurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - PisaMarcoGabiccini
 
[Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System
[Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System [Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System
[Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System Stefano Bonetta
 
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula saeDesign Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula saeMarco Basilici
 
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019netengineering
 
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiApproccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiFranco Bontempi
 
Corso Ottimizzazione Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Sapienza 2015Corso Ottimizzazione Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Sapienza 2015Franco Bontempi
 
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015StroNGER2012
 
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiApproccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiFranco Bontempi
 
Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...
Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...
Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...MarcoCautero1
 
2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi
2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi
2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempiFranco Bontempi Org Didattica
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...StroNGER2012
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...Franco Bontempi Org Didattica
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...Franco Bontempi
 

Similar to Aspetti operativi della modellazione strutturale (20)

Il metodo FEM come strumento di Design-Check
Il metodo FEM come strumento di Design-CheckIl metodo FEM come strumento di Design-Check
Il metodo FEM come strumento di Design-Check
 
PSA 16-11-16 Modeling Fire with FDS
PSA 16-11-16 Modeling Fire with FDSPSA 16-11-16 Modeling Fire with FDS
PSA 16-11-16 Modeling Fire with FDS
 
Struttura lignea iper spacemax - v3 0
Struttura lignea   iper spacemax - v3 0Struttura lignea   iper spacemax - v3 0
Struttura lignea iper spacemax - v3 0
 
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - PisaLaurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
Laurea Magistrale in Ingegneria dei Veicoli - Pisa
 
01 lezione - definizione di sistema strutturale
01 lezione - definizione di sistema strutturale01 lezione - definizione di sistema strutturale
01 lezione - definizione di sistema strutturale
 
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 3
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 3Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 3
Tecnica delle Costruzioni - Esercitazione 3
 
[Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System
[Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System [Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System
[Presentation] IBSS: Intelligent Brake Support System
 
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula saeDesign Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
Design Exploration: Sviluppo telaio per vettura formula sae
 
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
NET Engineering al IV Forum Internazionale OICE sul BIM 2019
 
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiApproccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
 
Corso Ottimizzzione Sapienza 2015
Corso Ottimizzzione Sapienza 2015Corso Ottimizzzione Sapienza 2015
Corso Ottimizzzione Sapienza 2015
 
Corso Ottimizzazione Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Sapienza 2015Corso Ottimizzazione Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Sapienza 2015
 
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015
Corso Ottimizzazione Strutturale Sapienza 2015
 
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi pontiApproccio sistemico al progetto dei grandi ponti
Approccio sistemico al progetto dei grandi ponti
 
Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...
Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...
Progetto, realizzazione e caratterizzazione dell'elettronica di acquisizione ...
 
2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi
2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi
2015 corso dottorato OTTIMIZZAZIONE STRUTTURALE franco bontempi
 
RETI di LABORATORI - [Nuovi Materiali] TISMA
RETI di LABORATORI - [Nuovi Materiali] TISMARETI di LABORATORI - [Nuovi Materiali] TISMA
RETI di LABORATORI - [Nuovi Materiali] TISMA
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
 
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE  E DELLA VITA RESIDUA  DELLE S...
CISM 2000 - ANALISI DELLA CAPACITA’ RESISTENTE E DELLA VITA RESIDUA DELLE S...
 

More from Franco Bontempi Org Didattica

II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfFranco Bontempi Org Didattica
 
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfFranco Bontempi Org Didattica
 
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Franco Bontempi Org Didattica
 
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringSoft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringFranco Bontempi Org Didattica
 
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsSystemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsFranco Bontempi Org Didattica
 
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresFranco Bontempi Org Didattica
 
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Franco Bontempi Org Didattica
 
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Franco Bontempi Org Didattica
 
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Franco Bontempi Org Didattica
 
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...Franco Bontempi Org Didattica
 

More from Franco Bontempi Org Didattica (20)

50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf50 anni.Image.Marked.pdf
50 anni.Image.Marked.pdf
 
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
4. Comportamento di elementi inflessi.pdf
 
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdfII evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
II evento didattica 5 aprile 2022 TECNICA DELLE COSTRUZIONI.pdf
 
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdfICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
ICAR 09_incontro del 5 aprile 2022_secondo annuncio.pdf
 
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
Structural health monitoring of a cable-stayed bridge with Bayesian neural ne...
 
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoringSoft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
Soft computing based multilevel strategy for bridge integrity monitoring
 
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systemsSystemic approach for the maintenance of complex structural systems
Systemic approach for the maintenance of complex structural systems
 
Elenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandiElenco studenti esaminandi
Elenco studenti esaminandi
 
Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.Costruzione di ponti in cemento armato.
Costruzione di ponti in cemento armato.
 
Costruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaioCostruzione di ponti in acciaio
Costruzione di ponti in acciaio
 
Costruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - CeradiniCostruzione di Ponti - Ceradini
Costruzione di Ponti - Ceradini
 
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structuresThe role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
The role of softening in the numerical analysis of R.C. framed structures
 
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
Reliability of material and geometrically non-linear reinforced and prestress...
 
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
Probabilistic Service Life Assessment and Maintenance Planning of Concrete St...
 
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
Cellular Automata Approach to Durability Analysis of Concrete Structures in A...
 
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
UNA FORMULAZIONE DEL DEGRADO DELLA RISPOSTA DI STRUTTURE INTELAIATE IN C.A./C...
 
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
Esami a distanza. Severgnini. Corriere della sera.
 
Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26Tdc prova 2022 01-26
Tdc prova 2022 01-26
 
Risultati
RisultatiRisultati
Risultati
 
Voti
VotiVoti
Voti
 

Recently uploaded

Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxtecongo2007
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxlorenzodemidio01
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileNicola Rabbi
 
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024IISGiovanniVallePado
 
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...Nguyen Thanh Tu Collection
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxlorenzodemidio01
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.camillaorlando17
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaSalvatore Cianciabella
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxlorenzodemidio01
 
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxStoria-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxteccarellilorenzo
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxtecongo2007
 
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxAdducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxsasaselvatico
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxtecongo2007
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoyanmeng831
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................giorgiadeascaniis59
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....giorgiadeascaniis59
 
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticaPresentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticanico07fusco
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxtecongo2007
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................giorgiadeascaniis59
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereMarco Chizzali
 

Recently uploaded (20)

Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptxDescrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
Descrizione Piccolo teorema di Talete.pptx
 
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptxScienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
Scienza Potere Puntoaaaaaaaaaaaaaaa.pptx
 
Scrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibileScrittura seo e scrittura accessibile
Scrittura seo e scrittura accessibile
 
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
Esame di Stato 2024 - Materiale conferenza online 09 aprile 2024
 
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
CHIẾN THẮNG KÌ THI TUYỂN SINH VÀO LỚP 10 THPT MÔN NGỮ VĂN - PHAN THẾ HOÀI (36...
 
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptxProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
ProgettoDiEducazioneCivicaDefinitivo_Christian Tosone.pptx
 
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.Vuoi girare il mondo? educazione civica.
Vuoi girare il mondo? educazione civica.
 
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione CivicaPresentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
Presentazioni Efficaci e lezioni di Educazione Civica
 
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptxNicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
Nicola pisano aaaaaaaaaaaaaaaaaa(1).pptx
 
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptxStoria-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
Storia-CarloMagno-TeccarelliLorenzo.pptx
 
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptxdiscorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
discorso generale sulla fisica e le discipline.pptx
 
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptxAdducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
Adducchio.Samuel-Steve_Jobs.ppppppppppptx
 
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptxdescrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
descrizioni della antica civiltà dei sumeri.pptx
 
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceoQuadrilateri e isometrie studente di liceo
Quadrilateri e isometrie studente di liceo
 
Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................Oppressi_oppressori.pptx................
Oppressi_oppressori.pptx................
 
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
case passive_GiorgiaDeAscaniis.pptx.....
 
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informaticaPresentazione tre geni della tecnologia informatica
Presentazione tre geni della tecnologia informatica
 
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptxAristotele, vita e opere e fisica...pptx
Aristotele, vita e opere e fisica...pptx
 
LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................LE ALGHE.pptx ..........................
LE ALGHE.pptx ..........................
 
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opereUna breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
Una breve introduzione ad Elsa Morante, vita e opere
 

Aspetti operativi della modellazione strutturale

  • 1. ASPETTI OPERATIVI DELLA MODELLAZIONE STRUTTURALE Francesco Petrini Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale Sapienza Università di Roma francesco.petrini@uniroma1.it 1
  • 2. 2
  • 3. 1) Organizzazione del processo di modellazione e scelta del livello di dettaglio 2) Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale 3) Imperfezioni ed eccentricità 4) Modellazione dei carichi 5) Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio pag. 3 INDICE Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 4. Organizzazione del processo di modellazione e livello di dettaglio 1
  • 5. Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati START Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 6. Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati START Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 7. 1) Definire univocamente il problema/struttura da modellare x,x’ z’ y’ Waves Current P (t)vP (t)wP (t)uP Turbulent wind P Mean wind Vm(zP) z y H h vw(z’) Vcur(z’) d Terrain - Turbina eolica offshore - Valutare modi propri di vibrare Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 8. Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati START Il livello di dettaglio è legato al fenomeno fisico prestazione strutturale che vogliamo rappresentare. Vanno modellati solo gli elementi aventi un ruolo effettivo Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 9. 2) Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare x,x’ z’ y’ Waves Current P (t)vP (t)wP (t)uP Turbulent wind P Mean wind Vm(zP) z y H h vw(z’) Vcur(z’) d Terrain Navicella - Elementi strutturali con loro caratteristiche meccaniche - Vincoli del terreno - Massa dell’acqua? - Pale in rotazione - Geometria navicella - Particelle acqua - Composizione e massa terreno Valutare modi propri di vibrare di una turbina eolica offshore Necessario NON Necessario Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 10. Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati START Il livello di dettaglio è legato alla prestazione strutturale che vogliamo valutare Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 11. 3) Definire il livello di dettaglio del modello 3° 5°1° 3° 5°1° Macro Global response Meso Micro Jacket - Tower connection Detailed global response and medium-detailed local response Detailed local response and analysis of connections Molle suolo elastico Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 12. 2. macro level or Global modeling (G): in these models the scale reduces to the single turbine neglecting the connections between different structural parts and their shape; beam elements are adopted and aeroelastic and hydro elastic phenomena are accounted for Modeling levels Systemic Macro Meso Micro z y x Foundation Immersed Emerge nt d l found h a.s.l. 3) Definire il livello di dettaglio del modello Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 13. 3. meso-level or Extended modeling (E): these models are characterized by the scale of the single turbine; the actual shape of the structural components is accounted for and the influence of geometrical parameters on the local structural behavior is evaluated.Modeling levels Systemic Macro Meso Micro Transition z y x Foundation Immersed Emergent 3) Definire il livello di dettaglio del modello Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 14. 3) Definire il livello di dettaglio del modello 3° 5°1° 3° 5°1° Macro Global response Meso Micro Jacket - Tower connection Detailed global response and medium-detailed local response Detailed local response and analysis of connections Molle suolo elastico Valutare modi propri di vibrare di una turbina eolica offshore Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 15. Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) START Il tipo di analisi legato alla prestazione strutturale che vogliamo valutare Il tipo di EF utilizzati va scelto in base a criteri di • Rappresentazione geometrica • Accuratezza dei risultati (livello di dettaglio) • Economicità del calcolo (in controtendenza rispetto ai precedenti) Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 16. Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) START Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 17. BEAM elements SHELL elements 1° buckling mode load multipler = 9,081° buckling mode load multipler = 10,12 11 Giugno 2014 Ing. Francesco Petrini pag. 17 Modellazione agli elementi finiti a supporto della progettazione prestazionale di opere civili 5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati (a) (b) 1° buckling mode load multipler = 2,42 (livello di dettaglio alto) Dimopoulos C., Koulatsou K., Petrini F., Gantes C. (2014). Assessment of stiffening type of the cutout in tubular wind turbine towers under artificial dynamic wind actions. Journal of Computational and Nonlinear Dynamics. In press. Foro
  • 18. Macro Axial fatigue, no (?) bending fatigue Meso Multi-axial fatigue, bending fatigue Micro Fatigue crack propagation 5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati – caso della fatica Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 19. 5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati Structural system modeling Structure Actions Interaction effects Modeling levels Systemic Macro Meso Micro Model level Scale Detail level Type of Finite Elements Systemic level wind farm approximate shape of the structural components BEAM elements Macro level single turbine approximate shape of the structural components, correct geometrical ratios between the components BEAM elements Meso level single turbine detailed shape of the structural components SHELL, BRICK elements micro level individual components detailed shape of the connecting parts SHELL, BRICK elements Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 20. Jacket - Tower connection beam - shell transition 5) Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati – soluzioni ibride Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 22. Structural component Performance Model level Analysis type Tower Stress safety (ULS) -Macro -Meso Static extreme Global Buckling (ULS) -Macro Static incremental Local Buckling (ULS) -Meso -Micro Static incremental Fatigue (FLS) -Macro (poor) -Meso Dynamic 4) Tipo di analisi – scelta guidata Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 23. Processo decisionale di modellazione Definire univocamente il problema/struttura da modellare Decisione su quali aspetti/elementi strutturali modellare e quali trascurare Definire il livello di dettaglio del modello Definire il livello di discretizzazione Definire il tipo di Elementi Finiti utilizzati Ragionare sugli output che si desiderano (tipo di analisi) START La discretizzazione va definita in base a criteri di • Rappresentazione geometrica • Accuratezza dei risultati • Economicità del calcolo (in controtendenza rispetto ai precedenti) E’ difficile dare criteri esatti per l’infittimento della discretizzazione nel caso questa non sia soddisfacente, il test da fare e la variazione di risposta all’infittimento della discretizzazione. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 24. Convergenza (1) Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 25. • Se si riporta in un diagramma il valore numerico di una grandezza incognita significativa ottenuta dai vari modelli numerici via via sviluppati per raffinamento successivo, si ottiene un andamento generalmente tipico, con: a) una prima fase di convergenza del valore incognito; b) una zona in cui il valore si stabilizza; c) proseguendo, introducendo cioè modelli troppo e inutilmente raffinati, si ha un'esplosione di errori numerici che portano a valutazioni di nuovo inattendibile della grandezza cercata. Convergenza (2) Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 26. 6) Definire il livello di discretizzazione - geometria Discretizzazione Definizieno mole alla Winkler Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 27. Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf 6) Definire il livello di discretizzazione - accuratezza Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 28. Discretizzazione rada Discretizzazione opportuna 6) Definire il livello di discretizzazione - accuratezza Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 29. 6) Definire il livello di discretizzazione - accuratezza Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 30. 0 0.002 0.004 0.006 0.008 0.01 0.012 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 0 0.5 1 1.5 2 2.5 p(i) P[Θ>θ|i] i [kPa sec] f (i) FE model UPN 80 L 80x60/7 Blast side plate t=5mm Away from blast plate t=1mm (not in view) 2500mm Unilateral BCs and hinge system Unilateral BCs and hinge system - 84794 shell elements and 85062 nodes. - shell elements are of Belytschko-Tsay type [LS-Dyna 2012] - the contact algorithm is the automatic surface to surface one [LS- Dyna 2012] - Explicit analysis allow the tracking of the cracks The simplified stochastic model -0.5 0 0.5 1 1.5 2 0 0.01 0.02 θ[deg] Time [sec] SDOF FEM )t(F))t((R)t(MKLM  R Meq F Fragility Curves 6) Definire il livello di discretizzazione - economicità In collaborazione con: Pierluigi Olmati Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 31. Grid Skewness m P S sS skss 2/sS s m P S sks 2/sS sS Skewness: • Measured by the dinstance beteen the face midpoint and the intersection between the safe and the straight segment that joins the node of the adjacent cells (skewness holds if |m|  0); P sS nS s sks 2/sS S m sks xxm  6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (I) courtesy of Luca Bruno
  • 32. Skewness-induced error .1  ffff sk   m skf f m witherror    n f f c VE 1 US f m P Q skf S d      n f f c CVF 1  USU      n f f c V sk F 1  USU Non-skewed skewed   S ndSu Convective flux across the generic CV having n faces f: The error can be re–written in this form       n f ff c VE 1  mUS ms kg sk    sk c VE Skewness diffusion coefficient 6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (II) courtesy of Luca Bruno
  • 33. Skewness-induced error .2 Skewness involves a diffusion-like error 1. It is directly proportional to m, i.e. to the grid distortion; msk dx  ,num m >> d Relative skewness error is not negligible if e.g. for: f m P Q skf S d Having in mind that some numerical schemes also involve a diffusion-like error • Moderately skewed and dense grids together with 1st order upwind scheme, that is where • Moderately skewed and coarse grids together with high-order upwind schemes Gsk ³ Gnum,x • highly-skewed grids, whichever is the grid density and the numerical schemes adopted; 6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (III) courtesy of Luca Bruno
  • 34. application to BBA-WE CD, o ¢CL, s = 23% ¢CL, o CD, s = 58%CD, o ¢CL, o 6) Definire il livello di discretizzazione – Errori di ordine superiore (I) courtesy of Luca Bruno
  • 35. Non solo sistemi strutturali complessi! Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 36. Non solo sistemi strutturali complessi! Macro Risposta globale Levels of modeling and results detail level Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 37. Macro Risposta globale Meso Levels of modeling and results detail level Risposta della sottostruttura Non solo sistemi strutturali complessi! Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 38. Macro Risposta globale Meso Micro Levels of modeling and results detail level Risposta della sottostruttura Risposta di dettaglio (nodi) Non solo sistemi strutturali complessi! Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 39. SOLAIO MISTO. Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio La struttura oggetto di studio è una costruzione metallica di 20 piani ubicata nella periferia della città di Roma destinata ad accogliere attività commerciali e uffici. L’intero edificio offre una superficie di 14.840mq di cui 742mq destinati ad attività commerciali. La costruzione metallica segue uno schema a ritti pendolari. In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 40. Avendo scelto le travi secondarie e principali sulla base dei risultati del modello a macro-scala, ed avendo elaborato il sistema di connessione per ottenere una soletta di calcestruzzo collaborante, è necessario verificare la frequenza del solaio tipo generando modello FEM: Per quanto l’analisi locale del solaio si potevano fare due scelte per l’applicazione carichi: 1. Modellare il solaio mediante delle shell quindi applicare un carico distribuito KN/m2 su di essa; 2. Stabilire i carichi q [KN/m] da disporre sulle singole travi. Si è preferito applicare direttamente il carico a metro quadrato sul solaio in modo tale da non dover introdurre manualmente ogni singolo valore del carico , quindi la semplicità assieme al fatto che avendo scelto “b” si sarebbe perso parte del comportamento ortotropo. La shell è divisa con elementi di area pari a 0.25m2 con dei fori in prossimità delle colonne in modo da evitare delle concentrazioni di rigidezza. Analisi Locale del solaio Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 41. La shell modella la soletta di cls ; questa è stata omogeneizzata ad acciaio come si può notare dalle specifiche riportate in basso: Alcuni modificatori di rigidezza sono stati introdotti per tener conto del fatto che la piastra è ortotropa. Sia la massa che il peso dell’elemento shell sono stati azzerati in modo tale che si possa disporre il carico Dead pari al peso proprio calcolato del solaio misto senza commettere errori Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 42. Tipologie di modellazione del solaio: 1. La soletta di cls è nello stesso piano delle travi ,ma queste hanno dei coefficienti moltiplicativi del momento di inerzia che si è ottenuto calcolando il Mi della sezione mista; 2. La soletta di cls è stata traslata (con offset) rispetto al piano delle travi della distanza tra il baricentro della trave e quello della soletta ; 3. Si definiscono una serie di bracci rigidi sulle travi rappresentativi in modo sommario dei pioli con un diametro di 5cm e caratteristiche di rigidezza sopra le 100 volte e lunghezza pari alla distanza tra il baricentro della soletta modellata mediante shell e l’ala della trave con rilascio di M2, M3 sull’ala. 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 8,00 HE 100 B HE 120 B HE 140 B HE 160 B Secondarie Travi Secondarie 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 HE 180 A HE 200 A HE 220 A HE 240 A HE 260 A HE 280 A Travi Principali Analisi Locale del solaioFrequenza[Hz] Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio Frecciamax[mm] In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 43. Tipologia OSSERVAZIONI1° modo f Hz Solaio senza bracci rigidi senza offset 3.98 grafico continuo dei momenti Solaio senza bracci rigidi con offset 6.92 grafico spezzato dei momenti, Solaio con bracci rigidi senza offset 6.29 grafico accettabile continuo Modello attuale: Solaio senza offset senza bracci 3.93 grafico continuo dei momenti Solaio con moltiplicatori 5.91 grafico continuo dei momenti Solaio senza bracci rigidi con offset 6.96 grafico spezzato dei momenti, Osservazioni: a. Il modello che si può prendere come riferimento per la frequenza è quello con l’offset; b. Il fatto che tale modello non possa essere esportato nell’analisi globale per motivi di onere computazionale, ha fatto si che si preferisse un modello semplice capace di riprodurre in maniera soddisfacente le caratteristiche dello stesso , si è visto pertanto che attraverso la stima dei coefficienti moltiplicativi delle travi ed una schematizzazione a diaframma rigido (no shell), per ottenere una condizione prossima alla realtà anche se ancora con qualche scarto dettato dalle semplificazioni che indubbiamente sono nate nel modello; c. Si nota come una cattiva analisi del solaio svolta ponendo la shell nel medesimo piano delle travi porti ad una erronea valutazione della frequenza dunque dell’abbassamento , dunque del sovradimensionamento della struttura che coincide con un aumento in termini di costi dato che si aumentano le sezioni per non sopperire sotto lo SLE. Analisi Locale del solaio Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 1: analisi solaio In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 44. Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi collegamento controvento Il sistema di controventamento si compone di controventi a V rovescia, nelle zone interne, e controventi a X lungo la facciata, nei vani scala e ascensore. La scelta del sistema di controventamento a V è stata dettata dalla necessità di non negare l’accessibilità nelle varie zone del piano. In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 45. Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi collegamento controvento Pos.1 – braccio rigido Pos.2 – braccio rigido non resistente a trazione Pos.3 – braccio rigido con sola rigidezza assiale Pos.4 – gambo bullone (beam completo) Pos.2 Pos.3 Pos.4 Pos.1 Bracci rigidi non resistenti a trazione In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 46. Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi collegamento controvento Incastro perfetto Vincoli sugli elementi di contatto x y z Cerniera sferica perfetta meno che drilling elemento viola Impedi sce Uz del bullone Impedisce «drilling» bullone Cerniera sferica perfetta meno che drilling elemento rosso Cerniera sferica perfetta meno che drilling elemento rosso Pos.1 – braccio rigido Pos.2 – braccio rigido non resistente a trazione Pos.3 – braccio rigido con sola rigidezza assiale Pos.4 – gambo bullone (beam completo) Testa bullone Piano ala trave In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 47. Non solo sistemi strutturali complessi! – Esempio 2: analisi collegamento controvento In collaborazione con: V. Papetti, A. Proia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 48. Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale 2
  • 49. Definizioni Efficienza = proprietà per la quale il fenomeno studiato viene descritto dal modello senza sprechi o dettagli eccessivi. Sufficienza = proprietà per la quale il modello è sufficientemente accurato da descrivere in maniera soddisfacente il fenomeno studiato. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 50. Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE, in quanto tale: • Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di aspetti e fenomeni strutturali • Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative • Deve essere verificabile/controllabile • Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera snella • Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica • Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di ciò che è stato modellato CONSIDERAZIONI EfficienzaSufficienza Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 51. Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE, in quanto tale: • Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di aspetti e fenomeni strutturali • Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative • Deve essere verificabile/controllabile • Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera snella • Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica • Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di ciò che è stato modellato CONSIDERAZIONI Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 52. CONSIDERAZIONI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 53. CONSIDERAZIONI • Regola 1: SEMPLICITÀ. Usare modelli e tipi di elementi i più semplici possibile • Tipi di elementi “speciali” e complessi vanno usati con consapevolezza della teoria con cui sono formulati. • Diffidare dagli automatismi di molti programmi commerciali che possono allontanare dalla percezione del modello con la grafica: il “disegno” della struttura non è il suo modello! • È necessario conoscere la teoria per comprendere i risultati: i programmi agli elementi finiti non sostituiscono l’ingegnere, sono un potente ausilio che deve essere saputo utilizzare! • È inutile modellare dettagli quando si hanno grandi incertezze su altri dati (e.g. in un edificio in muratura non ha significato modellare leggere irregolarità quando le proprietà dei materiali e dei collegamenti fra i vari membri sono note solo con grande approssimazione!). Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 54. Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE, in quanto tale: • Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di aspetti e fenomeni strutturali • Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative • Deve essere verificabile/controllabile • Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera snella • Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica • Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di ciò che è stato modellato CONSIDERAZIONI Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 55. Errori (1) • Il Metodo degli Elementi Finiti è per sua natura un metodo di soluzione approssimato. • Per errore si intende lo scarto tra una tale soluzione e la soluzione esatta. • Per soluzione esatta si intende la soluzione della formulazione differenziale che regge il problema assegnato. • Le fonti di errore in analisi per Elementi Finiti sono riconducibili ai seguenti fattori: Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 56. Errori (2) A. Natura della soluzione adottata e risolvenza degli elementi impiegati nella discretizzazione. B. Errori conseguenti ad approssimazioni nel rappresentare la geometria. C. Errori dipendenti dai procedimenti numerici adottati. Tra questi in particolare: • le tecniche di integrazione numerica; • la soluzione del sistema di equazioni, l’estrazione di autovalori, etc. D. Errori di interpretazione. In particolare errori nella valutazione dello stato di sforzo. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 57. CONSIDERAZIONI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 58. Il processo di modellazione è un processo di SINTESI ed IDEALIZZAZIONE, in quanto tale: • Deve essere mirato alla rappresentazione di un limitato numero di aspetti e fenomeni strutturali • Presuppone delle assunzioni/ipotesi semplificative • Deve essere verificabile/controllabile • Deve essere gestibile e deve fornire risultati comprensibili in maniera snella • Deve essere conservativo rispetto alla realtà fisica • Deve rappresentare oggetti realizzabili, deve cioè essere condotto in maniera tale da permettere il processo inverso: la realizzazione fisica di ciò che è stato modellato CONSIDERAZIONI Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 59. Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura • Va considerata? • Come va modellata? • Quanta porzione di terreno? • Amplifica effetti inizialmente trascurabili (e.g P-Δ)? Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 60. PLATEA ❖Verifica della capacità portante (Formula trinomia di Terzaghi corretta) ❖Verifca a scorrimento ❖Verifica dei cedimenti differenziali CARATTERISTICHE MECCANICHE strato c' [kPa] E [kPa] γ [kN/m3] f [°] G [kPa] sabbia sciolta 0 20000 18 27 8000 ghiaia addensata 0 200000 20 37 80000 PLATEA + PALI ❖Verifica della fondazione mista a carichi verticali ( Metodo di Poulos per det. l’interazione platea-pali) ❖Verifica per i carichi orizzontali confrontando la resistenza laterale (Metodo di Broms) del palo con le sollecitazioni ottenute mediante modello di Winkler con molle orizzontali sollecitato in testa. 0 100000 200000 300000 400000 500000 600000 700000 0 0,2 0,4 0,6 0,8 1 P[kN] w [m] Curva carico-cedimento • Va considerata? Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 61. • Bracci di rigidi di collegamento delle linee d’asse •Nodi tutti collegati •Vincoli: carrelli laterali e cerniere alla base • Molle verticali sotto la platea ed alla base dei pali •Molle orizzontali lungo i pali Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura • Come va modellata?
  • 62. =1,2m–L=50m Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura • Quanta porzione di terreno? Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 63. Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura Acciaio S235 ALTEZZA: 40 piani x 3,6m + 6m = 150m DIMENSIONI PIANTA: 36m x 36m GEOMETRIAMATERIALI Acciaio S275 Acciaio S355 Calcestruzzo Rck = 25 N/mm2NORME UNI ENV 1991:2004, Eurocodice 1 UNI ENV 1993:2000, Eurocodice 3 UNI ENV 1998:2005, Eurocodice 8 Edificio alto in acciaio Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 64. MODELLO “CERNIERE ALLA BASE” 0,005,110,559ModeMODAL P-D 0,000,000,588ModeMODAL P-D 5,020,000,607ModeMODAL P-D 0,000,001,136ModeMODAL P-D 0,0017,371,155ModeMODAL P-D 16,840,001,414ModeMODAL P-D 0,000,033,483ModeMODAL P-D 0,0069,443,522ModeMODAL P-D 68,170,004,411ModeMODAL P-D UY [%]UX [%]PeriodStepNumStepTypeOutputCase TABLE: Modal Participating Mass Ratios 90,0391,95TOT + 3,26% Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura P- Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 65. INTERAZIONE TERRENO STRUTTURA P- 0,0014,360,5012ModeMODAL P-D 20,830,000,5411ModeMODAL P-D 0,000,000,5910ModeMODAL P-D 0,0028,310,629ModeMODAL P-D 0,000,000,648ModeMODAL P-D 24,770,000,667ModeMODAL P-D 0,000,001,146ModeMODAL P-D 0,0012,061,195ModeMODAL P-D 10,250,001,454ModeMODAL P-D 0,000,003,563ModeMODAL P-D 0,0030,613,912ModeMODAL P-D 29,380,004,761ModeMODAL P-D UY [%]UX [%]PeriodStepNumStepTypeOutputCase TABLE: Modal Participating Mass Ratios 85,2385,34TOT + 3,56% Risp. TERRENO NO P- + 11,83% Risp. NO TERRENO NO P- Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 66. 4,28 4,41 4,60 4,76 4,00 4,10 4,20 4,30 4,40 4,50 4,60 4,70 4,80 T(s) No P-D P-D Terreno no P-D Terreno P-D- Tipo di modellazione INTERAZIONE TERRENO STRUTTURA P- Sufficienza ed Efficienza – Esempio: interazione terreno-struttura Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 68. Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino. http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 69. Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino. http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità Nodo trave- pilastro Nodo trave- parete Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 70. Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino. http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 71. Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino. http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 72. Problematiche legate alla modellazione delle strutture. Università degli studi di Cassino. http://www.docente.unicas.it/useruploads/001165/files/modellazione_al_sap.pdf Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 73. Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 74. Utilizzo di bracci rigidi per modellazione eccentricità - inconvenienti K u =F u =K-1F Inversione della matrice di rigidezza K K= matrice di rigidezza u= vettorenspostamenti incogniti F=vettore forze esterne Matrice sparsa a chiazze Matrice a banda Quando viene invertita una matrice di ordine N, si devono calcolare e tenere in memeoria tutti minori di ordine (N-1). Per una matrice “a banda” questa operazione è molto piu snella (sia in termini di tempi di calcolo che di memoria utilizzata) che per una matrice sparsa “a chiazze”. Un modello contenente molti braccetti rigidi ha una matrice di rigidezza che tende a lavorare come una matrice a chiazze! Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 76. Attenzione ai carichi concentrati
  • 77. CARICHI CONCENTRATI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 78. CARICHI CONCENTRATI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 79. CARICHI CONCENTRATI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 80. CARICHI CONCENTRATI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 81. CARICHI CONCENTRATI Borri C., Salvatori L. (2006). Dispense del corso di Meccanica Computazionale. Università degli studi di Firenze. http://people.dicea.unifi.it/lsalv0/didattica/Capitolo%205.pdf Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 83. laminare turbolento 1 2 Vento: strato Limite Atmosferico La velocità media del flusso a ridosso del terreno è nulla ed aumenta con profilo di natura logaritmica con la quota U(z) x z Wind mean direction Il superamento di ostacoli a monte delle strutture induce turbolenza nel flusso 1 2 1 2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 84. Processo stocastico m-dimensionale (mD) n-variato (nV) Il processo dipende da m parametri deterministici Il processo è costituito da un vettore di n componenti (processi stocastici monovariati) tra i quali è possibile definire densità di probabilità congiunte Stazionarietà: di ordine j, se le statistiche sugli insiemi fino all’ordine j- esimo sono costanti nel tempo Ergodicittà: se i momenti stocastici del processo coincidono con quelli della singola realizzazione Gaussianità: si i momenti stocastici di ordine superiore al secondo sono nulli 1D – 1V             ssXss dxdxdxxpxxxXXXE s ...)(.......... 212121  Momento stocastico di ordine j Vento: componente turbolenta Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 85. Wind analytical models   321jmjj ew(t)ev(t)eu(t))(zV)z(t;V  X Z Y Vm(z2) Vm (z1) Vm (z3) V2(t;z2) v(t) w(t) u(t) Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 86.   321jmjj ew(t)ev(t)eu(t))(zV)z(t;V  X Z Y Vm(z2) Vm (z1) Vm (z3) V2(t;z2) v(t) w(t) u(t) Mean component        0 frim ln k 1 u(z)V z z 10fri V0.006u                 k  10 10 V 2 1 -exp-1)P(V Vm(z ) x z Weibull annual PDF Wind analytical models Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 87.   321jmjj ew(t)ev(t)eu(t))(zV)z(t;V  X Z Y Vm(z2) Vm (z1) Vm (z3) V2(t;z2) v(t) w(t) u(t)         ωfexpωSωSωS jkuuuuuu kkjjkj          kj 2 kj 2 z jk zVzV2π zzCω ωf    Autospectrum Cross- spectrum 5.0 0 uu2 x u 200 300(x)dxR u 1 L          z were:      5/3 ju ju x2 u uu /zLf10.3021ω/2π /zLfσ6,686 ωS jj       2 fri0 0 u 2 u u1.75)log(zarctan1.16 (n)dnSσ     )z(V2π zω f jm j    Gaussian stochastic process spectral representation (turbulent)Mean component        0 frim ln k 1 u(z)V z z 10fri V0.006u                 k  10 10 V 2 1 -exp-1)P(V Vm(z ) x z Weibull annual PDF Wind analytical models Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 88. Aspetti normativi. CNR-DT 207/2008 Azione del vento da Normativa Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 89. Azione del vento da Normativa Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 90. Azione del vento da Normativa Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 91. Azione del vento da Normativa Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 92. xxpx LCqF )()( i ppx i ACqF  oppure pressione cinetica di picco Coefficiente di picco di v (=3.5) Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 93. Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008 xxpx LCqF )()( i ppx i ACqF  oppure pressione cinetica di picco Coefficiente di picco di v (=3.5) Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 94. Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 95. Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 96. Azione del vento secondo CNR-DT 207/2008 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 98. RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Dominio del tempo: accelerogrammi - Natura del meccanismo di rottura - Percorso fatto dalle onde sismiche per raggiungere la stazione di rilevamento - Proprietà fisico-meccaniche dei terreni attraversati - Caratteristiche geotecniche e geologiche del sito in cui è posizionata la stazione di misura Dipendono da: Descrivono l’andamento dell’accelerazione, dovuta all’evento sismico, in funzione del tempo Registrazioni strumentali di accelerogrammi si ottengono con l’ausilio di accelerografi, registrando simultaneamente le tre componenti del moto: N-S, E-O, e verticale Cataloghi sismici: - National Geophysical Data Centre in Boulder, Colorado,USA - NISEE University of California, Berkeley, USA - Strong Motion Data Centre, US Department of Conservation , USA - ITSAK, Thessaliniki, Grecia - Servizio sismico Nazionale, Roma, Italia Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 99. Dominio delle frequenze: spettro di Fourier                            2 0 .. 2 0 .. )cos()()sin()(),()( ff t g t gfggu dtttudtttutAC  Tale spettro risulta essere proporzionale alla densità spettrale di energia e alla densità spettrale di potenza del terremoto. m t C fu gu ),(2 )( 0 0    lo spettro di Fourier dell’accelerogramma è legato alla frequenza circolare w0 e all’energia totale della risposta di un oscillatore elementare di pulsazione naturale w0: Considerando l’accelerogramma di un terremoto registrato nell’intervallo [0,tf], come segnale di durata finita, x(t), il suo spettro di Fourier è definito come segue: RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 100. Spettro di progetto Spettro di risposta )(max),( 0 00 tgTS ftt s  PLATEAU ad accelerazione costante TRATTO ASCENDENTE TRATTO DISCENDENTE Spettro di risposta T=0 (oscillatore infinitamente rigido) a = ag T= infinito (oscillatore con deformabilità infinita) a = 0 Caratteristiche di resistenza e duttilità della struttura (behaviour factor) Spettro di progetto luogo delle risposte massime (in termini di accelerazione, velocità o spostamento) sotto un dato accelerogramma di tutti gli oscillatori elementari per un dato smorzamento. 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 T [s] Sd(T) Terreno A Terreno B Terreno C Terreno D Terreno E 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,00 0,50 1,00 1,50 T [s] Sd(T) Terreno A Terreno B Terreno C Terreno D Terreno E RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 101. Azione sismica: Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’) Individuazione sito Vita nominale Determinazione stato limite Periodo di ritorno Parametri sismici Caratteristiche terreno Caratteristiche topografiche Costruzione spettro Vita di riferimento classe d'uso 1 2 3 4 Cu 0,7 1 1,5 2 Stati Limite PVr SLO 0,81 SLD 0,63 SLV 0,1 SLC 0,05 Probabilità di superamento CALCOLO IN SLD Tr 75 anni ag 0,706 g/10 F0 2,431 Tc* 0,270 sec CALCOLO IN SLV Tr 712 anni ag 1,653 m/s2 F0 2,573 Tc* 0,276 sec RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Calcolo dello spettro Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 102. Azione sismica: Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’) Individuazione sito Vita nominale Determinazione stato limite Periodo di ritorno Parametri sismici Caratteristiche terreno Caratteristiche topografiche Costruzione spettro Vita di riferimento classe d'uso 1 2 3 4 Cu 0,7 1 1,5 2 Stati Limite PVr SLO 0,81 SLD 0,63 SLV 0,1 SLC 0,05 Probabilità di superamento CALCOLO IN SLD Tr 75 anni ag 0,706 g/10 F0 2,431 Tc* 0,270 sec CALCOLO IN SLV Tr 712 anni ag 1,653 m/s2 F0 2,573 Tc* 0,276 sec 0,000 0,500 1,000 1,500 2,000 2,500 3,000 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 acc.max(m/s2) Periodo (s) Spettro SLD RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Calcolo dello spettro Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 103. Azione sismica: Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’) Individuazione sito Vita nominale Determinazione stato limite Periodo di ritorno Parametri sismici Caratteristiche terreno Caratteristiche topografiche Costruzione spettro Vita di riferimento classe d'uso 1 2 3 4 Cu 0,7 1 1,5 2 Stati Limite PVr SLO 0,81 SLD 0,63 SLV 0,1 SLC 0,05 Probabilità di superamento CALCOLO IN SLD Tr 75 anni ag 0,706 g/10 F0 2,431 Tc* 0,270 sec CALCOLO IN SLV Tr 712 anni ag 1,653 m/s2 F0 2,573 Tc* 0,276 sec 0,000 0,500 1,000 1,500 2,000 2,500 3,000 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 acc.max(m/s2) Periodo (s) Spettro SLD 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 7,000 0,000 2,000 4,000 6,000 acc.max(m/s2) Periodo (s) Spettro SLV spettro elastico progetto RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Calcolo dello spettro Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 104. Azione sismica: Si individua il sito sul reticolo dopodiché conosciuto il periodo di riferimento e la probabilità di superamento si ricava il periodo di ritorno in funzione del quale sono elencati i parametri sismici (ag, F0, Tc’) Individuazione sito Vita nominale Determinazione stato limite Periodo di ritorno Parametri sismici Caratteristiche terreno Caratteristiche topografiche Costruzione spettro Vita di riferimento classe d'uso 1 2 3 4 Cu 0,7 1 1,5 2 Stati Limite PVr SLO 0,81 SLD 0,63 SLV 0,1 SLC 0,05 Probabilità di superamento CALCOLO IN SLD Tr 75 anni ag 0,706 g/10 F0 2,431 Tc* 0,270 sec CALCOLO IN SLV Tr 712 anni ag 1,653 m/s2 F0 2,573 Tc* 0,276 sec 0,000 0,500 1,000 1,500 2,000 2,500 3,000 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 acc.max(m/s2) Periodo (s) Spettro SLD 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 7,000 0,000 2,000 4,000 6,000 acc.max(m/s2) Periodo (s) Spettro SLV spettro elastico progetto 0 0,02 0,04 0,06 0,08 0,1 0,12 0,14 0,16 0,18 0,2 0,000 1,000 2,000 3,000 4,000 5,000 6,000 Spostamentomax(m) Periodo (s) Spettro spostamenti SLV RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO Calcolo dello spettro Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 105. INPUT: • Definizione dello spettro di normativa • Scelta del database ove ricercare gli accelerogrammi • Definizione intervallo di ricerca • Definizione delle tolleranze in un determinato intervallo [T1,T2] RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO – pratica nel dominio del tempo 1) Accelerogrammi naturali spettrocompatibili Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 106. 2) Accelerogrammi naturali di sismi avvenuti nella zona A PARTIRE DALLE REGISTRAZIONI DELLA STAZIONE CONOSCENDO LE CARATTERISTICHE DEL SITO DI REGISTRAZIONE PROCESSO DI DECONVOLUZIONE DEL SEGNALE: DALLA SUPERFICIE AL BEDROCK DELLA STAZIONE PROCESSO DI TRASFERIMENTO DEL SEGNALE: DAL SITO DI REGISTRAZIONE AL SITO DELLA STRUTTURA ATTRAVERSO LE INDAGINI SULLE CARATTERISTICHE DEL SITO DELLA STRUTTURA PROCESSO DI TRASFERIMENTO DEL SEGNALE: DAL BEDROCK ALLA SUPERFICIE DEL SITO SI È OTTENUTO IL SEGNALE IN SUPERFICIE AL SITO INCERTEZZA: MODELLAZIONE DEL SEGNALE SHAKE91 CYCLIC1D EERA NERA ……… RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO – pratica nel dominio del tempo Sebastiani P.E., Petrini F., Franchin P., Bontempi F. (2012). Back Analysis for Earthquake Damaged Bridges. Part I: a general procedure”. Proceedings of the six International Conference on Bridge Maintenance, Safety and Management (IABMAS2012). Stresa, Lake Maggiore, Italy, July 8-12, 2012 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 107. SIMQKE        n i iii tAtItz 1 sin      n i iii φtωAtx 1 sin • Genera accelerogrammi artificiali statisticamente indipendenti • Imposizione di onde sinusoidali: 2. Esponenziale1. Trapezoidale 3. Composto RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO 3) Accelerogrammi artificiali spettrocompatibili Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 108. SEISMOSIGNALSIMQKE Accelerogramma 1 -0,25 -0,20 -0,15 -0,10 -0,05 0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0 5 10 15 20 25 Tempo [s] Accelerazione [cm/s2 ] Accelerogramma 1 Acceler. corretto Velocigramma 1 -15,00 -10,00 -5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 0 5 10 15 20 25 Tempo [s] Velocità [cm/s] Velocigramma 1 Velocigr. corretto Spostogramma 1 -35,00 -30,00 -25,00 -20,00 -15,00 -10,00 -5,00 0,00 5,00 10,00 0 5 10 15 20 25 Tempo [s] Spostamento [cm] Spostogramma 1 Spost. corretto GENERAZIONE DI SPETTRI ELASTICI Spettro 1 generato 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 T [s] Sa/g RAPPRESENTAZIONE DEL MOTO SISMICO 3) Accelerogrammi artificiali spettrocompatibili Correzione del segnale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 109. Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio 5
  • 110. Edificio industriale in acciaio L’organismo strutturale in esame è stato ottenuto prendendo spunto da una centrale Termoelettrica realmente esistente OGGETTO Da una realtà costruttiva fornita attraverso specifica documentazione: •Relazione di calcolo • Carpenterie generali • Dettagli costruttivi • Schede di verifica Elaborazione di un modello strutturale ricostruendo: •L’intero organismo strutturale nella geometria spaziale: dalle caratteristiche geometriche a quelle sezionali, di materiale, di carico , ecc….. •Considerando come nuova l’azione sismica non applicata alla struttura al tempo della sua realizzazione NOVITA’ In seguito alla riclassificazione sismica del territorio il sito di realizzazione della struttura viene dichiarato di terza categoria sismica OBIETTIVO Valutazione dei requisiti prestazionali: Requisito di non collasso (SLU): Requisito di limitazione del danno (SLD) In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 111. PIANTA COLONNE Y X 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 112. PLANIMETRIA GENERALE Y X Destinazione d’uso DX [m] DY [m] Corpo Turbogas 24,15 14,40 Corpo Alternatore 13,20 24,90 Corpo Basso 13,20 8,00 Corpo Ventilatori 5,10 10,00 DX = 42,45 m DY=32,90m DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 113. Y X Destinazione d’uso DX [m] DY [m] Corpo Turbogas 24,15 14,40 Corpo Alternatore 13,20 24,90 Corpo Basso 13,20 8,00 Corpo Ventilatori 5,10 10,00 Corpo Turbogas DX = 42,45 m DY=32,90m DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 114. PLANIMETRIA GENERALE Y X Destinazione d’uso DX [m] DY [m] Corpo Turbogas 24,15 14,40 Corpo Alternatore 13,20 24,90 Corpo Basso 13,20 8,00 Corpo Ventilatori 5,10 10,00 Corpo Turbogas DX = 42,45 m DY=32,90m Corpo Alternatore DESCRIZIONE STRUTTURA
  • 115. PLANIMETRIA GENERALE Y X Destinazione d’uso DX [m] DY [m] Corpo Turbogas 24,15 14,40 Corpo Alternatore 13,20 24,90 Corpo Basso 13,20 8,00 Corpo Ventilatori 5,10 10,00 Corpo Turbogas DX = 42,45 m DY=32,90m Corpo Alternatore Corpo Basso DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 116. PLANIMETRIA GENERALE Y X Destinazione d’uso DX [m] DY [m] Corpo Turbogas 24,15 14,40 Corpo Alternatore 13,20 24,90 Corpo Basso 13,20 8,00 Corpo Ventilatori 5,10 10,00 Corpo Turbogas Corpo Alternatore Corpo Basso Corpo Ventilatori DX = 42,45 m DY=32,90m DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 117. PIANTA CHIAVE ORIZZONTAMENTI x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 118. PIANTA CHIAVE ORIZZONTAMENTI x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 119. PIANTA CHIAVE I SOLAIO q = 11,20 m ORIZZONTAMENTI ORDITURE: ▪Orditura principale HEA340 HEA500 ▪Orditura secondaria HEA280 ▪Soletta in lamiera grecata tipo e cls collaborante H = 15 cm x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 120. II SOLAIO q = 15,30 mPIANTA CHIAVE ORIZZONTAMENTI III SOLAIO q = 17,90 m ORDITURE: ▪Orditura principale IPE500 IPE400 ▪Orditura secondaria IPE240 IPE200 ▪Soletta in lamiera grecata tipo e cls collaborante H = 15 cm x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 121. PIANTA CHIAVE ORIZZONTAMENTI ORDITURE: ▪Orditura principale H 600*500 ▪Orditura secondaria IPE 500 ▪Soletta in lamiera grecata tipo e cls collaborante H = 15 cm III SOLAIO q = 20,50 m x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 122. ORDITURE: ▪Orditura principale IPE800 IPE600 ▪Orditura secondaria IPE 240 ▪Soletta in lamiera grecata e cls collaborante H = 15 cm ▪Sul quale si evidenziano la presenza di controventi orizzontali di piano PIANTA CHIAVE ORIZZONTAMENTI SOLAIO COPERTURA q = 27,35 m x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 123. PIANTA CHIAVE I TELAI IN DIREZIONI X 01 TELAIO 01 x y DESCRIZIONE STRUTTURA Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 124. PIANTA CHIAVE I TELAI IN DIREZIONI X 02 TELAIO 02 x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 125. PIANTA CHIAVE I TELAI IN DIREZIONI X 03 TELAIO 03 x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 126. I SOLAI DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 127. TELAIO 03 IL CARROPONTE 03 01 02 x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 128. TELAIO 03 CARATTERISTICHE DEL CARROPONTE: Carroponte a quattro ruote Portata principale 50 KN Scartamento 12,30 m Luce di corrsa 24,90 m IL CARROPONTE 03 01 02 x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 129. IRREGOLARITA’ IN PIANTA: non simmetria rispetto agli assi X Y . . . In sintesiNTC DM2008 x y DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 130. IRREGOLARITA’ IN PIANTA: non simmetria rispetto agli assi X Y . . . In sintesi IRREGOLARITA’ IN ELEVAZIONE: corpi di fabbrica a diverse altezze ….. NTC DM2008 DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 131. IRREGOLARITA’ IN PIANTA: non simmetria rispetto agli assi X Y . . . In sintesi IRREGOLARITA’ IN ELEVAZIONE: corpi di fabbrica a diverse altezze POCO CONTROVENTATA : Telai verticali controventati limitati su luci limitate DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 132. IRREGOLARITA’ IN PIANTA: non simmetria rispetto agli assi X Y CARATTERISTICHE DEI MATERIALI: FE 430 CLS RCK 250 FEB 44K . . . In sintesi IRREGOLARITA’ IN ELEVAZIONE: corpi di fabbrica a diverse altezze POCO CONTROVENTATA : Telai verticali controventati limitati su luci limitate PRESENZA DI PILASTRI IN FALSOPRESENZA DI PILASTRI IN FALSO CARATTERISTICHE SEZIONALI: PRESENZA DI 18 SEZIONI DI PROFILATI COMMERCIALI SEZIONE UNICA PER TUTTI I SOLAI DESCRIZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 133. DEFINIZIONE DEL MODELLO STRUTTURALE Regolarità Geometrica Modello StrutturalePianta Elevazione SI SI 2D SI NO 2D NO SI 3D NO NO 3D SCELTE DI MODELLAZIONE: y x z MODELLAZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 134. DEFINIZIONE DEL MODELLO STRUTTURALE SCELTE DI MODELLAZIONE: Materiali elastici Massa distribuita Modellazione ad elementi finiti lineari “Elemento finito lineare”: BEAM44 “Elemento finito lineare”: LINK8 “Elemento finito lineare”: SHELL43 Si tratta di un elemento uniassiale tridimensionale con proprietà geometriche costanti su tutta la lunghezza: sopporta sforzi di compressione, trazione, taglio, momento flettente e torsione Si tratta di un elemento uniassiale tridimensionale utilizzato per la modellazione di elementi che non offrono resistenza di tipo flessionale Si tratta di un elemento bidimensionale utilizzato per modellare comportamento tipo piastra MODELLAZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 136. MODELLAZIONE STRUTTURA In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 137. ANSYS SAP2000 VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA y x z In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 138. VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA Per poter eccitare una massa cumulativa pari al 90% sono necessari 22 modi di vibrare in direzione x e 8 in direzione y Scarti tra I risultati ottenuti in ANSYS e SAP2000 In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 139. Analisi Codice di calcolo utilizzato Finalità Differenza % tra i due codici di calcolo Esito Valori Ansys Analisi statica Ansys SAP 2000 Confronto degli spostamenti di piano e delle sollecitazioni negli elementi 1% ÷ 5% Positivo: i risultati sono risultati in alcuni casi quasi coincidenti. • f S1=1,16 cm • NP1=513940 N Analisi modale Ansys SAP 2000 Comparazione dei risultati ed valutazione di eventuali labilità interne al modello. 0,33% ÷ 4,78% Positivo: non sono risultate labilità interne e il confronto dei risultati è soddisfacente. • T1=1,42 • n° modi da eccitare il 90% della massa: 22 Analisi stabilità Ansys SAP 2000 Valutazione dei moltiplicatori di carico 0,12% ÷ 1,73% Positivo: non sono risultate labilità interne e confronto risultati soddisfacente. • l1=22,65 • l5=39,40 • l10=58,89 VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA In collaborazione con: Anita Mattei
  • 140. • Modello 1: unione trave-colonna modellata ad incastro, solaio modellato con diaframma rigido, controventi modellati a biella; • Modello 2: unione trave-colonna modellata ad incastro, solaio modellato con comportamento a shell, controventi modellati a biella; • Modello 3: unione trave-colonna modellata con il sistema di colonna passante e trave incernierata, solaio modellato con comportamento a shell, controventi modellati a biella. VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA – ipotesi sui collegamenti In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 141. I MODELLI AUMENTO DELLA DEFORMABILITÀ MODELLO 1 MODELLO 2 MODELLO 3 Unioni Incastrati Solai Diaframma rigido Controventi Bielle Unioni Incastrati Solai Shell completo Controventi Bielle Unioni Colonna passante- trave incernierata Solai Shell completo Controventi Bielle Analisi Statica Analisi Modale Aumento apprezzabile degli spostamenti di piano Variazione delle sollecitazioni Variazione frecce Deformate modali simili Aumento del periodo proprio Basse variazioni delle altre grandezze VALIDAZIONE DEL MODELLO E PROVE DI ACCURATEZZA – ipotesi sui collegamenti In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 142. PESO PROPRIO STRUTTURALE PERMANENTI PORTATI Risultante = 9028 KN LE AZIONI PERMANENTI VARIABILI CARICO DA CARROPONTE CARICHI INDUSTRIALI CARICI DA NEVE Risultante = 3390 KN VERTICALI VENTO SISMA APPLICAZIONE STATICA EQUIVALENTE ORIZZONTALI APPLICAZIONE ATTRAVERSO LA GENERAZIONE DI ACCELEROGRAMMI ARTIFICIALI STATISTICAMENTE INDIPENDENTI In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 143. IL SISMA ZONA ag/g g 3 0,15 1,4 SPETTRO ELASTICO ORIZZONTALE Categoria di suolo S TB TC TD C 1,25 0,15 0,5 2 SPETTRO ELASTICO VERTICALE Categoria di suolo S TB TC TD C 1 0,05 0,15 1 INPUT DA ASSEGNARE AL SIMQKE PER LA GENERAZIONE DI ACCELEROGRAMMI In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 144. Correzione del segnale SEISMOSIGNALSIMQKE Accelerogramma 1 -0,25 -0,20 -0,15 -0,10 -0,05 0,00 0,05 0,10 0,15 0,20 0,25 0 5 10 15 20 25 Tempo [s] Accelerazione [cm/s2 ] Accelerogramma 1 Acceler. corretto Velocigramma 1 -15,00 -10,00 -5,00 0,00 5,00 10,00 15,00 0 5 10 15 20 25 Tempo [s] Velocità [cm/s] Velocigramma 1 Velocigr. corretto Spostogramma 1 -35,00 -30,00 -25,00 -20,00 -15,00 -10,00 -5,00 0,00 5,00 10,00 0 5 10 15 20 25 Tempo [s] Spostamento [cm] Spostogramma 1 Spost. corretto Parametri Accelerogramma H V Durata sisma 25 25 Ti 5 5 Coda finale 10 10 PGA 0.26g 0.19g Ncicli 10 10 GENERAZIONE DI SPETTRI ELASTICI Spettro 1 generato 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 T [s] Sa/g In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 145. SPETTROCOMPATIBILITA` ORIZZONTALE E VERTICALE Spettri di risposta elastica verticali 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 T [s] Se [ag] Spettro 2 Spettro 3 Spettro 4 Spettro 5 Spettro 6 Spettro 7 Spettro 8 Spettro 9 Spettro1 Spettro T.U. Spettrocompatibilità verticale 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 T [s] Se/ag Spettro TU Spettro medio In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 146. Spettri di risposta elastica verticali 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 7,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 T [s] Se [ag] Spettro 2 Spettro 3 Spettro 4 Spettro 5 Spettro 6 Spettro 7 Spettro 8 Spettro 9 Spettro1 Spettro T.U. Spettrocompatibilità verticale 0,00 1,00 2,00 3,00 4,00 5,00 6,00 0,00 0,50 1,00 1,50 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 T [s] Se/ag Spettro TU Spettro medio 1) Nel punto T=0 2) Nell’intervallo dei periodi che definiscono il tratto costante 3) Nell’intervallo dei periodi [0,2 T1; 2 T1]. Conclusione: Spettrocompatibilità verificata (orizzontale e verticale) SPETTROCOMPATIBILITA` ORIZZONTALE E VERTICALE In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 147. APPLICAZIONE GRADUALE DELL’ACCELERAZIONE DURATE E PASSI DI INTEGRAZIONE 1.Transitorio iniziale 2.Tratto costante 3.Applicazione del sisma Transitorio iniziale Transitorio secondo Sisma Tempo di elaborazione: 190’ 30 s 5 s 25 s passo 0.1 s passo 0.1 s passo 0.05 s In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 148. EFFETTO DELLA NON LINEARITA’ GEOMETRICA METODI DI APPLICAZIONE SISMA Accelerogramma • Non vi sono differenze sostanziali • Scelta: nonlinearità Spostamenti punti monitorati Sollecitazioni elementi monitorati +4.33% +4.17% • Imposizione di una accelerazione omogenea alle masse della struttura Spostogramma • Imposizione di uno spostamento nei punti di contatto struttura-terreno Altri parametri < 1 % 0,00E+00 5,00E-02 1,00E-01 1,50E-01 2,00E-01 2,50E-01 cm 1 Spostamenti orizzontali Spost UX Accel UX Spost UY Accel UY In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 149. Controllo della risposta In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 150. Controllo della risposta Pilastro P1 In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 151. Controllo della risposta Pilastro 25 In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 152. Controllo della risposta Vie di corsa carroponte In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 153. Controllo della risposta Vie di corsa carroponte e solaio In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 154. Controllo della risposta Solaio In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 155. -80000 -70000 -60000 -50000 -40000 -30000 -20000 -10000 0 1 COMB1 COMB SLE COMB SLU ACCEL SPOST Sima accel Sima spost SLU Vento SLE Vento Solo carichi Verticali 0,00E+00 1,00E-01 2,00E-01 3,00E-01 4,00E-01 5,00E-01 6,00E-01 1 COMB1 COMB2SLE COMB2 SLU COMB3 SLE COMB3 SLU ACCEL SPOST LIMITE Prestazione richiesta Spostamento orizzontali in sommità Incremento di sforzo normale nei pilastri VERIFICHE PRESTAZIONALI -Spostamenti - Sforzi normali alla base dei pilastri - Tagli alla base - Spostamenti Vie di Corsa Carropontre - Controlli tensionali zone pilastri in falso 0,000 0,002 0,004 0,006 0,008 0,010 0,012 1 Ux [m] COMB1 COMB2SLE COMB2SLU COMB3 SLU COMB3 SLE SPOST ACCEL Spostamenti Vie di Corsa Carroponte In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 156. • Nell’elaborazione di un modello per la rappresentazione di una struttura già esistente le ipotesi di modellazione (solaio rigido, unioni tra elementi strutturali,ecc.) sono un elemento critico, poiché influenzano i risultati in maniera determinante la risposta • Nel caso in esame (forti irregolarità geometriche e strutturali, presenza di pilastri in falso, ecc.), la non considerazione di effetti dovuti alle non linearità geometriche conduce ad una sottostima non trascurabili degli spostamenti (circa 10%) • Nel caso in esame, nonostante l’accentuata irregolarità in pianta e in elevazione, la struttura (a causa dell’elevato periodo di oscillazione e della contenuta entità della massa) non è particolarmente sensibile agli effetti del sisma, risulta maggiormente critico l’effetto del vento • Le verifiche prestazionali effettuate sugli elementi strutturali hanno dato esito positivo poiché l’azione dei carichi orizzontali non produce il superamento dei limiti prestazionali in tensioni e deformazioni CONSIDERAZIONI In collaborazione con: Anita Mattei Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 157. 1) Organizzazione del processo di modellazione e scelta del livello di dettaglio 2) Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale 3) Imperfezioni ed eccentricità 4) Modellazione dei carichi 5) Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio Sommario Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 158. 1) Organizzazione del processo di modellazione e scelta del livello di dettaglio • Una giusta Pianificazione del processo di modellazione fatta a priori è fondamentale nella qualità del processo. Deve includere: a) Focalizzazione aspetto da modellare; b) Idealizzazione; c) Scelta livello di dettaglio; d) Scelta EF; e) Scelta tipo analisi; f) scelta livello di discretizzazione. 2) Sufficienza ed efficienza del processo di modellazione strutturale • In modello deve essere sufficientemente dettagliato ma non troppo 3) Imperfezioni ed eccentricità • Elementi «fittizi» vanno usati con cautela 4) Modellazione dei carichi • Alcuni carichi sono molto complessi per natura (es. vento e sisma) e non vanno eccessivamente semplificati in fase di modellazione 5) Esempio di analisi sismica di una struttura irregolare in acciaio Considerazioni finali Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 159. Un metodo di progettazione sismica avanzata mediante l’analisi di pushover Bonus track
  • 160. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 161. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 162. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 163. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 164. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 165. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 166. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Performance point Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2 Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 167. Emanuele Del Monte. L’analisi statica non lineare secondo il D.M. 14/01/2008. http://people.dicea.unifi.it/emadelmo/Documenti/Lezione%202010- 04-26.pdf Performance point Metodo di analisi – Verifica in termini di deformazione - Metodo N2
  • 169. STRUTTURA OSPEDALIERA Edificio multipiano costituito da: • 3 piani interrati di 18000 mq ciascuno • 6 piani fuori terra di 6000 mq ciascuno • Altezza totale dell’edificio è di 33 m • 250 stanze, circa 750 posti letto Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 170. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 171. MODELLO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 172. MODELLO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 173. MODELLO DELLA STRUTTURA OSPEDALIERA 218m 82,5m 12m 30m 158m 37,5m 21m 22,5m 33m Modello è così caratterizzato: • 11350 elementi monodimensionali e 7150 nodi; • 9 solai infinitamente rigidi nel piano; • non si considera l’interazione terreno struttura (incastro alla base); • si considera l’effetto P-Δ; • 10600 cerniere plastiche. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 174. CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356 FEMA (2000), “Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings”, Federal Emergency Management Agency- 356, Washington D.C. (USA), November 2000. Definizione del legame della cerniera nel SAP2000 Ottenuta dal tratto elastico del legame costitutivo del materiale Ottenuta tramite la definizione di un legame rigido plastico incrudente Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 175. CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356 Controvento: cerniera assiale Si ha a trazione un unico caso mentre a compressione tre possibili casi a seconda del rapporto tra il diametro “d” e lo spessore “t” della sezione. I parametri di modellazione e il criterio di accettazione per le procedure non lineari di una sezione in acciaio circolare cava, soggetta a compressione e trazione, risultano espressi nella tabella 5-7 delle FEMA 356. FEMA (2000), “Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings”, Federal Emergency Management Agency- 356, Washington D.C. (USA), November 2000. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 176. Trave: cerniera flessionale Si hanno tre possibili casi a seconda della snellezza dell’anima e delle ali della sezione in acciaio. I parametri di modellazione e il criterio di accettazione per le procedure non lineari delle sezioni in acciaio, soggette a flessione, risultano espressi nella tabella 5-6 delle FEMA 356. CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356 FEMA (2000), “Prestandard and commentary for the seismic rehabilitation of buildings”, Federal Emergency Management Agency- 356, Washington D.C. (USA), November 2000. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 177. CERNIERE PLASTICHE SECONDO FEMA 356 Colonna: cerniera presso-flessionale P[KN] M [KN m] INTERAZIONE P-M P / PCL = 0,4999 P / PCL = 0,2009 I parametri di modellazione e il criterio di accettazione risultano espressi nella tabella 5-6 delle FEMA 356 in due passi: 2. Scegliendo tra tre possibili casi a seconda della snellezza dell’anima e delle ali della sezione in acciaio. 1. Imponendo due campi all’interno dei quali può variare il valore dello sforzo assiale agente P. ComputersandStructures,Inc.(2010),“CSIAnalysis ReferenceManualForSAP2000®,ETABS®,andSAFE®”, Berkeley,California(USA),March2010. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 178. REGOLARITA’ REGOLARE IN PIANTA • La configurazione in pianta è compatta e simmetrica rispetto a due direzioni ortogonali e il rapporto tra i lati di un rettangolo in cui la costruzione risulta inscritta è inferiore a 4 • Non sono presenti rientri o sporgenze • Gli orizzontamenti possono essere considerati infinitamente rigidi nel loro piano • Tutti i sistemi resistenti verticali non si estendono per tutta l’altezza della costruzione. • Massa e rigidezza variano in modo brusco tra il 3° e 4° piano della costruzione. • Il restringimento della sezione orizzontale della costruzione tra il 3° e 4° piano è superiore al 20% della dimensione del 3° piano. IRREGOLARE IN ALTEZZA NTC (2008), “Norme Tecniche per le Costruzioni”, DM 14 Gennaio 2008. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 179. DISTRIBUZIONI DI FORZE PER ANALISI DI PUSHOVER CONVENZIONALI Coglie il comportamento ultimo di una struttura che va in crisi con un meccanismo di piano debole formatosi alla base Permette una migliore descrizione delle forze d’inerzia che si innescano sotto azione sismica quando il modo fondamentale attiva la quasi totalità della massa (STRUTTURA REGOLARE) MPA (Chopra e Goel-2001) Fornisce una valutazione della risposta della struttura migliore quando la risposta dinamica è caratterizzata da più modi che attivano ciascuno una percentuale significativa della massa totale (STRUTTURA IRREGOLARE) Chopra A.K., Goel R.K. (2001), “A modal pushover analysis procedure for estimating seismic demands for buildings”, Earthquake Engineering Research Center, University of California, Berkeley, 31 August 2001. P.Riva(2007),“AnalisiStaticaNonLineare(Pushover)”, DipartimentodiProgettazioneeTecnologie,UniversitàdegliStudidi Bergamo,Bergamo,2007. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 180. MODI DI VIBRARE SIGNIFICATIVI Massa modale partecipante Modo di vibrare Periodo Direzione X Direzione Y [s] [%] [%] I Modo Principale (dir.Y) 1,062 0 55 I Modo Principale (dir.X) 0,805 59 0 II Modo Principale (dir.Y) 0,423 0 30 II Modo Principale (dir.X) 0,363 29 0 III Modo Principale (dir.Y) 0,205 0 9 Massa modale partecipante cumulata 88 94 0,00 0,10 0,20 0,30 0,40 0,50 0,60 0,70 0,80 0,90 1,00 0,0 0,5 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 Se[g] T [s] Sp.elastico I MODO dir.Y II MODO dir.Y III MODO dir.Y I MODO dir.X II MODO dir.X Amplificazione Mx = 29% Mx = 59% My = 9% My = 30% My = 55% Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 181. 0 5 10 15 20 25 30 35 0,00 10,00 20,00 30,00 Hpiano[m] F [KN] Distribuzione delle forze (CASO 1) Risultante delle forze (CASO 1) Distribuzione delle forze (CASO 2) Risultante delle forze (CASO 2) In direzione longitudinale: 0 50000 100000 150000 200000 250000 0 10 20 30 Taglioallabase[KN] Spostamento ultimo piano [cm] Curva di Capacità (CASO 1) Curva di Capacità (CASO 2) P.P. (SLC) P.P. (SLV) P.P. (SLD) P.P. (SLO) La struttura avrà un comportamento più rigido nel CASO 1 rispetto al CASO 2. IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE SCELTA Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 182. 0 2 4 6 8 10 12 0 5 10 15 20 25 30 35 40 S[m/s2] SD [cm] P.P. per il sistema SDOF Sp. Elastico (SLC) TB (SLC) TC (SLC) TD (SLC) T* (CASO 1) Sp. Anelastico (CASO 1) C. di capacità (CASO 1) P.P. (CASO 1) T* (CASO 2) Sp. Anelastico (CASO 2) C. di capacità (CASO 2) P.P. (CASO 2) 0 50000 100000 150000 200000 250000 0 3 6 9 12 15 18 21 24 27 Tb[KN] SD [cm] P.P. per il sistema MDOF C. di capacità (CASO 1) P.P. (CASO 1) C. di capacità (CASO 2) P.P. (CASO 2) dmax [cm] CASO 2 (dist. I modo) 19,41 CASO 1 (dist. uniforme) 14,36 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 dmax[cm] Δdmax [%] Δdmax(CASO2/CASO1) 35,14 0,00 5,00 10,00 15,00 20,00 25,00 30,00 35,00 40,00 Δdmax[%] Γ SLC nella direzione longitudinale: IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE SCELTA Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 183. IMPORTANZA DELLA DISTRIBUZIONE SCELTA 0 5 10 15 20 25 30 35 0,00 10,00 20,00 30,00 Hpiano[m] F [KN] Distribuzione delle forze (CASO 1) Risultante delle forze (CASO 1) Distribuzione delle forze (CASO 2) Risultante delle forze (CASO 2) 0 40000 80000 120000 160000 200000 0 10 20 30 40 Taglioallabase[KN] Spostamento ultimo piano [cm] Curva di Capacità (CASO 1) Curva di Capacità (CASO 2) P.P. (SLC) P.P. (SLV) P.P. (SLD) P.P. (SLO) In direzione trasversale: La struttura avrà un comportamento più rigido nel CASO 1 rispetto al CASO 2. Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 184. PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L. SLO: SLD: CASO 1 in direzione longitudinale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 185. PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L. SLO: SLD: CASO 1 in direzione longitudinale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 186. SLV: SLC: PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L. CASO 1 in direzione longitudinale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 187. SLV: SLC: PLASTICIZZAZIONE DELLA STRUTTURA AL VARIARE DEGLI S.L. CASO 1 in direzione longitudinale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 188. 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 0,5 1 1,5 2 N°Piano Drift [%] Drift di interpiano Modo Fondamentale 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 0 0,2 0,4 0,6 0,8 N°Piano U1 / Htot [%] Spostamento di piano Modo Fondamentale SLC: MECCANISMO DI PIANO DEBOLE CASO 2 in direzione longitudinale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 189. Meccanismo di piano debole al 4° piano: MECCANISMO DI PIANO DEBOLE CASO 2 in direzione longitudinale Modellazione strutturale e calcolo automatico delle struttureFrancesco Petrini 21-22/09/2017
  • 190. 190
  • 191. 191
  • 192. ASPETTI OPERATIVI DELLA MODELLAZIONE STRUTTURALE Francesco Petrini Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale Sapienza Università di Roma francesco.petrini@uniroma1.it 192