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Gestire efficacemente la
       comunicazione
  nelle crisi ed emergenze
         ambientali

             Fabio Iraldo
IdM - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
Premessa: rilevanza dei
                rapporti con gli stakeholder

L’attenzione che la comunità locale rivolge alle
   organizzazioni operanti nel territorio è motivata
   da una serie di ragioni che hanno natura
   economica       (possibilità  di   lavoro), sociale
   (cittadinanza d’impresa) ma anche ambientale.
Il verificarsi di una serie di incidenti ambientali ha
   portato all’incremento dei timori per la qualità
   ambientale del territorio e, quindi, per la qualità
   della vita della popolazione.
La diffusione di informazioni, anche tecnico-
   scientifiche, ha incrementato la consapevolezza
   della comunità locale, agendo di conseguenza
   sulla soglia di percezione del rischio.
Aumenta infatti la
           consapevolezza dei tre livelli:

• Prestazioni ambientali “reali”
• Prestazioni ambientali “comunicate”
• Prestazioni ambientali “percepite”

Su queste dimensioni si costruisce la
 credibilità della comunicazione
 ambientale dell’azienda, essenziale
 nelle fasi di crisi ed emergenza.
Incidere sulla
                                  conoscenza
                            y


Incidere sul                                                    Posizionamento
consenso                                                        dell’azienda nel
                                                                tempo t0
                                                                rispetto allo
                            A      A                            stakeholder
        z                                                       “comunità locale”
                            M      M
                A
                    M       B      B
                        B                               x
                             B       M       A                   Incidere sulle prestazioni


Legenda:
x = ecoefficienza reale         y = ecoefficienza dichiarata   z = ecoefficienza percepita
A = alta              M = media            B = bassa
Lo svilupparsi di strumenti di gestione ambientale a
  livello di impresa (es.: EMAS e ISO 14001) e di
  territorio (Patto dei Sindaci, Agenda 21 Locale)
  ha favorito anche la diffusione di istanze
  partecipative da parte di molti stakeholder, ed
  in particolare della comunità locale.

Le organizzazioni, soprattutto le imprese, si
  ritrovano quindi a dover gestire istanze di
  informazione e di garanzia circa l’impatto
  ambientale delle proprie attività. Ciò si amplifica
  in situazioni di emergenza.
In particolare, la crisi o
                      l’emergenza ambientale…
• …è un evento straordinario il cui accadimento e la cui
  visibilità all’esterno e all’interno minacciano di produrre un
  effetto negativo sull’organizzazione e la sua reputazione,
  sui suoi beni e servizi, sui suoi dipendenti e sugli altri
  stakeholder strategici e, infine, sui suoi risultati economico
  – finanziari

• Essa è caratterizzata da due aspetti principali:
1. ECCEZIONALITA’
2. VISIBILITA’

Quindi è essenziale saperla gestire sotto il profilo della
  comunicazione
Caratteristiche della crisi o
                      emergenza:
• Il fattore sorpresa
• Carenza delle informazioni necessarie (spesso
  neanche di quelle indispensabili)
• Mancanza di tempo acuita dalla progressione
  delle pressioni esterne ed interne nonché dalla
  necessità di gestire emergenze continue
• La “sospensione” del giudizio degli “alleati”
  (partner, fornitori, soci, sponsors ecc.)
• Lo “scollamento” organizzativo con perdita di
  controllo dell’apparato (middle management,
  dipendenti, ecc.)
La International Association for Public
                   Participation:

ha elaborato cinque diversi livelli di comunicazione
  verso gli stakeholder, utilizzando due criteri :
• Lo scambio informativo tra l’organizzazione e gli
  stakeholder
• Il coinvolgimento degli stakeholder e la loro
  partecipazione attiva

Un’azienda deve attrezzarsi per gestire al meglio
  ciascuno di questi cinque livelli.
La “scala” della
       comunicazione ambientale
Livello di scambio di informazioni
                                     Stakeholder engagement: partecipazione
                                     nel processo decisionale


                           Comunicazione
                           bidirezionale


              Comunicazione
              unidirezionale


   Comunicazione
   ad hoc


                                                Livello di coinvolgimento degli stakeholder

                                 Fonte: International Association for Public Participation
Cosa fare?
Una corretta gestione dei rapporti con la
  comunità locale prevede, da un lato, una
  chiara conoscenza delle questioni che
  preoccupano lo stakeholder e, dall’altro,
  l’elaborazione di un idoneo piano di
  comunicazione che sia in grado di
  soddisfare, e possibilmente anticipare, le
  istanze informative.

L’implementazione di un vero e proprio Sistema
   di gestione della comunicazione facilità queste
   attività: la ISO 14063 è l’unico riferimento
   normativo che prevede la strutturazione di un
   tale sistema.
Presupposto della 14063: la
                 comunicazione può essere…
- AD HOC (es.: risposta a specifica richiesta o
    intervento a convegno…)
- PIANIFICATA:
1. Unilaterale: quando l’organizzazione distribuisce
    informazioni senza opportunità di interagire con i
    destinatari
2. Bilaterale: quando avviene uno scambi di
    informazioni e di idee fra l’organizzazione e le
    parti interessate
3. Processo decisionale partecipato: quando
    l’organizzazione collabora con le parti interessate
    (es.: i feedback delle comunità locali incidono
    sulle scelte dell’organizzazione)
ATTENZIONE, messaggio
            chiave della ISO 14063:

• Per essere realmente efficace, la
  comunicazione ambientale in caso di
  crisi o di emergenza non può
  essere una comunicazione ad
  hoc, ma deve essere una
  comunicazione pianificata, e
  possibilmente “bilaterale”.
Scopo della norma
                      ISO 14063
• Fornire una guida ad un’organizzazione
  sui principi generali, politica, strategia e
  attività relativamente alla
  comunicazione ambientale interna ed
  esterna.
• E’ applicabile da tutte le organizzazioni
  a prescindere da dimensione, settore,
  localizzazione, struttura, ecc. e dal fatto
  che essa abbia attuato un sistema di
  gestione ambientale.
Principi generali di
                 comunicazione ambientale
                            (a)

• Trasparenza: rendere disponibili i processi, le
  procedure, i metodi, le fonti di dati e le
  assunzioni utilizzate nella comunicazione
  ambientale a tutte le parti interessate (tenendo in
  conto la riservatezza), informandole del loro
  ruolo.
• Appropriatezza: fare in modo che l’informazione
  fornita sia rilevante per le parti interessate,
  usando formati, linguaggio e media che
  incontrino i loro interessi e bisogni, consentendo
  una piena partecipazione.
Principi generali di
                          comunicazione
                          ambientale (b)
• Credibilità: comunicare in modo onesto e leale e
  fornire informazioni che siano veritiere, accurate,
  sostanziali e non fuorvianti, utilizzando metodi e
  indicatori riconosciuti e riproducibili.
• Capacità di rispondere: assicurarsi che la
  comunicazione sia commisurata ai fabbisogni delle
  parti interessate, rispondere alle loro richieste e
  preoccupazioni esaustivamente e
  tempestivamente, informarle su come le richieste
  sono state recepite, processate e soddisfatte.
• Chiarezza: accertarsi che gli approcci e il
  linguaggio utilizzati siano comprensibili per le parti
  interessate.
Strategia di comunicazione
                      ambientale

La Direzione dell’organizzazione sviluppa una
  strategia per implementare la sua Politica di
  comunicazione.
La strategia include:
• Obiettivi di comunicazione ambientale
• Identificazione delle parti interessate
• Indicazione di quando e cosa intende
  comunicare (pianificazione)
• Allocazione di risorse adeguate
Identificazione delle
                         parti interessate

• L’organizzazione identifica le parti interne ed
  esterne che abbiano un interesse (reale o
  potenziale) nelle sue attività, servizi e prodotti.
  Una parte interessata è definita come “una
  persona o un gruppo che è interessato a
  (concerned with) o interessato da (affected by) la
  prestazione ambientale di un’organizzazione”
• Successivamente, “target groups” dovranno essere
  identificati per attività di comunicazione
  ambientale più specifici. Un target group è definito
  come una parte interessata che “è stata
  selezionata come il focus delle attività di
  comunicazione ambientale”
Risorse

• Le attività di comunicazione ambientale
  dipendono dalla disponibilità di risorse.
• Quindi la strategia di comunicazione
  ambientale deve includere l’allocazione
  di risorse umane, tecniche e
  finanziarie, responsabilità e poteri, e
  corrispondenti ruoli.
• L’esperienza e competenza del
  personale e i fabbisogni di formazione
  devono essere tenuti in considerazione
  nell’allocare appropriate risorse.
Al punto 6.2.4:
                    Pianificazione della
                  comunicazione in caso di
                    crisi e di emergenze
• La comunicazione ambientale è particolarmente
  cruciale nelle fasi di crisi e di emergenza
• L’organizzazione identifica le potenziali situazioni
  di crisi e di emergenza e pianifica le opportune
  modalità di comunicazione ambientale
• In particolare, l’organizzazione deve riconoscere
  l’importanza di una comunicazione efficace e
  trasparente con i media in caso di crisi o
  emergenza. I media devono essere tenuti informati
  sulle questioni ambientali inerenti l’organizzazione,
  in modo tale da fornire loro un background di
  informazioni e contatti da attivare in caso di
  emergenza.
Il processo ISO 14063
                 applicato alle emergenze:

1. Definire ex ante gli obiettivi della comunicazione
   in casi di crisi e di emergenza
2. Identificare gli stakeholder e definire i target
3. Progettare e pianificare una strategia generale
4. Sviluppare delle modalità standard (per quanto
   possibile) della comunicazione in casi di
   emergenza, che guidino le scelte e i
   comportamenti delle funzioni coinvolte
Inoltre:

• L’ulteriore passaggio che caratterizza la fase di
  programmazione è la predisposizione, all’interno
  dei più generali piani di intervento, di specifici
  piani di comunicazione correlati ai singoli
  eventi possibili.

• In particolare, la redazione del piano in un
  momento precedente al manifestarsi di una
  crisi ambientale permette all’organizzazione di
  elaborare il documento con maggior cura e di non
  trovarsi impreparata di fronte all’evento critico.
Obiettivi della
                 comunicazione in caso di
                   crisi o di emergenza:
• Mantenere le comunità potenzialmente
  interessate da tali eventi informate sulle
  misure adottate e consapevoli dei rischi
  cui sono esposte
• Ridurre o evitare problemi di salute dei
  lavoratori e delle comunità residenti
• Ridurre o evitare gli impatti sull’ambiente
• Assicurare che le autorità siano mantenute
  opportunamente informate
Gli stakeholder esterni
                  rilevanti nei casi di crisi


•   Istituzioni
•   Media
•   Associazioni di opinione
•   I clienti
•   Le altre aziende/associazioni industriali
I target “esterni” possibili


• Il sindaco per un sito
• Le autorità a secondo della gravità:
  minore (prefetto, capitaneria di porto), o
  maggiore (dipartimento protezione civile)
• Le associazioni ambientaliste
• I media locali e/o nazionali (a seconda del
  tipo di emergenza)
• …
Gli stakeholder “interni”


•   Il management (es.: corporate)
•   Il personale
•   I rappresentanti sindacali
•   Le funzioni di supporto
•   Le organizzazioni operative di pronto
    intervento
Un target “interno”
                  cruciale: il personale
• E’ un interlocutore diretto e privilegiato
   – Cultura aziendale
   – Veicolo verso l’esterno
   – Interessato alla vita/futuro dell’azienda
• Comunicazione
   – Tempestiva
   – Completa
   – Espressione del punto di vista aziendale
Il Piano della comunicazione
                    viene costruito sulla base di:
• Scenari ipotetici di potenziali incidenti/infortuni;
• Popolazioni potenzialmente esposte e vulnerabilità delle
  stesse;
• Azioni di mitigazioni preventivate;
• Impatti ambientali potenzialmente attesi a livello locale o su
  larga scala;
• Quali media e altri mezzi di comunicazione utilizzabili per
  informare la popolazione su come comportarsi;
• Messaggi rivolti alle specifiche parti interessate;
• Formazione ed esercitazioni preventive;
• Preparazione alle accuse da parte dei media;
• Requisiti e conseguenze legali significative.
Procedure standard:
                                     cosa fare
•    Raccogliere informazioni il più velocemente possibile
•    Raccontare i fatti in maniera concisa, accurata, completa
•    Assicurare la coerenza di tutti i messaggi
•    Rispondere con tempestività alle richieste di informazione
•    Evitare l’uso di terminologia tecnica
•    Tenere informato il call center e il front line del tono e
     dell’atteggiamento da adottare
•    Monitorare le uscite sui media e rettificare le affermazioni non corrette
•    Fornire alle parti interessate indicazioni su dove è possibile esporre le
     proprie domande, esprimere i propri dubbi e preoccupazioni e
     ottenere tutte le informazioni;
•   Indire una conferenza stampa per spiegare e discutere la situazione;
•   Indire un incontro con la comunità per spiegare e discutere quanto
    accaduto
•   fornire informazioni sulle azioni di risposta che l’organizzazione sta
    portando avanti, sullo stato attuale della situazione, sul follow up.
Procedure standard:
                       cosa non fare
• Azzardare valutazioni non supportate da fatti/dati
• Bluffare/mentire, in particolare nascondere fatti
  rilevanti o esporli in maniera ambigua
• Fare commenti “off-the-record”
• Cercare scuse
• Accusare altri o individuare un capro espiatorio
• Utilizzare lo scudo del no-comment
• Ritenere che i mass media non se ne
  occuperanno
• Fornire informazioni in maniera non coordinata
• Perdere il controllo delle emozioni
O addirittura cosa non dire:


• Questa non è una crisi
• Per il momento non possiamo dire nulla
• Quello che si dice da altre parti non ci
  interessa
• La direzione è occupata con altre priorità
• No comment (protratto)
• Ma che cosa volete da noi?
• Insistere nel negare la responsabilità
Infine, se si gestisce e
                 comunica bene:
             crisi come opportunità

• Rafforzamento della reputazione
• Attuazione dei cambiamenti
• Consolidamento del senso di
  appartenenza
• Apprendimento per la gestione e
  comunicazione in crisi future

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Relazione convegno Assindustria Vicenza: la gestione della comunicazione nelle emergenze

  • 1. Gestire efficacemente la comunicazione nelle crisi ed emergenze ambientali Fabio Iraldo IdM - Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa
  • 2. Premessa: rilevanza dei rapporti con gli stakeholder L’attenzione che la comunità locale rivolge alle organizzazioni operanti nel territorio è motivata da una serie di ragioni che hanno natura economica (possibilità di lavoro), sociale (cittadinanza d’impresa) ma anche ambientale. Il verificarsi di una serie di incidenti ambientali ha portato all’incremento dei timori per la qualità ambientale del territorio e, quindi, per la qualità della vita della popolazione. La diffusione di informazioni, anche tecnico- scientifiche, ha incrementato la consapevolezza della comunità locale, agendo di conseguenza sulla soglia di percezione del rischio.
  • 3. Aumenta infatti la consapevolezza dei tre livelli: • Prestazioni ambientali “reali” • Prestazioni ambientali “comunicate” • Prestazioni ambientali “percepite” Su queste dimensioni si costruisce la credibilità della comunicazione ambientale dell’azienda, essenziale nelle fasi di crisi ed emergenza.
  • 4. Incidere sulla conoscenza y Incidere sul Posizionamento consenso dell’azienda nel tempo t0 rispetto allo A A stakeholder z “comunità locale” M M A M B B B x B M A Incidere sulle prestazioni Legenda: x = ecoefficienza reale y = ecoefficienza dichiarata z = ecoefficienza percepita A = alta M = media B = bassa
  • 5. Lo svilupparsi di strumenti di gestione ambientale a livello di impresa (es.: EMAS e ISO 14001) e di territorio (Patto dei Sindaci, Agenda 21 Locale) ha favorito anche la diffusione di istanze partecipative da parte di molti stakeholder, ed in particolare della comunità locale. Le organizzazioni, soprattutto le imprese, si ritrovano quindi a dover gestire istanze di informazione e di garanzia circa l’impatto ambientale delle proprie attività. Ciò si amplifica in situazioni di emergenza.
  • 6. In particolare, la crisi o l’emergenza ambientale… • …è un evento straordinario il cui accadimento e la cui visibilità all’esterno e all’interno minacciano di produrre un effetto negativo sull’organizzazione e la sua reputazione, sui suoi beni e servizi, sui suoi dipendenti e sugli altri stakeholder strategici e, infine, sui suoi risultati economico – finanziari • Essa è caratterizzata da due aspetti principali: 1. ECCEZIONALITA’ 2. VISIBILITA’ Quindi è essenziale saperla gestire sotto il profilo della comunicazione
  • 7. Caratteristiche della crisi o emergenza: • Il fattore sorpresa • Carenza delle informazioni necessarie (spesso neanche di quelle indispensabili) • Mancanza di tempo acuita dalla progressione delle pressioni esterne ed interne nonché dalla necessità di gestire emergenze continue • La “sospensione” del giudizio degli “alleati” (partner, fornitori, soci, sponsors ecc.) • Lo “scollamento” organizzativo con perdita di controllo dell’apparato (middle management, dipendenti, ecc.)
  • 8. La International Association for Public Participation: ha elaborato cinque diversi livelli di comunicazione verso gli stakeholder, utilizzando due criteri : • Lo scambio informativo tra l’organizzazione e gli stakeholder • Il coinvolgimento degli stakeholder e la loro partecipazione attiva Un’azienda deve attrezzarsi per gestire al meglio ciascuno di questi cinque livelli.
  • 9. La “scala” della comunicazione ambientale Livello di scambio di informazioni Stakeholder engagement: partecipazione nel processo decisionale Comunicazione bidirezionale Comunicazione unidirezionale Comunicazione ad hoc Livello di coinvolgimento degli stakeholder Fonte: International Association for Public Participation
  • 10. Cosa fare? Una corretta gestione dei rapporti con la comunità locale prevede, da un lato, una chiara conoscenza delle questioni che preoccupano lo stakeholder e, dall’altro, l’elaborazione di un idoneo piano di comunicazione che sia in grado di soddisfare, e possibilmente anticipare, le istanze informative. L’implementazione di un vero e proprio Sistema di gestione della comunicazione facilità queste attività: la ISO 14063 è l’unico riferimento normativo che prevede la strutturazione di un tale sistema.
  • 11. Presupposto della 14063: la comunicazione può essere… - AD HOC (es.: risposta a specifica richiesta o intervento a convegno…) - PIANIFICATA: 1. Unilaterale: quando l’organizzazione distribuisce informazioni senza opportunità di interagire con i destinatari 2. Bilaterale: quando avviene uno scambi di informazioni e di idee fra l’organizzazione e le parti interessate 3. Processo decisionale partecipato: quando l’organizzazione collabora con le parti interessate (es.: i feedback delle comunità locali incidono sulle scelte dell’organizzazione)
  • 12. ATTENZIONE, messaggio chiave della ISO 14063: • Per essere realmente efficace, la comunicazione ambientale in caso di crisi o di emergenza non può essere una comunicazione ad hoc, ma deve essere una comunicazione pianificata, e possibilmente “bilaterale”.
  • 13. Scopo della norma ISO 14063 • Fornire una guida ad un’organizzazione sui principi generali, politica, strategia e attività relativamente alla comunicazione ambientale interna ed esterna. • E’ applicabile da tutte le organizzazioni a prescindere da dimensione, settore, localizzazione, struttura, ecc. e dal fatto che essa abbia attuato un sistema di gestione ambientale.
  • 14. Principi generali di comunicazione ambientale (a) • Trasparenza: rendere disponibili i processi, le procedure, i metodi, le fonti di dati e le assunzioni utilizzate nella comunicazione ambientale a tutte le parti interessate (tenendo in conto la riservatezza), informandole del loro ruolo. • Appropriatezza: fare in modo che l’informazione fornita sia rilevante per le parti interessate, usando formati, linguaggio e media che incontrino i loro interessi e bisogni, consentendo una piena partecipazione.
  • 15. Principi generali di comunicazione ambientale (b) • Credibilità: comunicare in modo onesto e leale e fornire informazioni che siano veritiere, accurate, sostanziali e non fuorvianti, utilizzando metodi e indicatori riconosciuti e riproducibili. • Capacità di rispondere: assicurarsi che la comunicazione sia commisurata ai fabbisogni delle parti interessate, rispondere alle loro richieste e preoccupazioni esaustivamente e tempestivamente, informarle su come le richieste sono state recepite, processate e soddisfatte. • Chiarezza: accertarsi che gli approcci e il linguaggio utilizzati siano comprensibili per le parti interessate.
  • 16. Strategia di comunicazione ambientale La Direzione dell’organizzazione sviluppa una strategia per implementare la sua Politica di comunicazione. La strategia include: • Obiettivi di comunicazione ambientale • Identificazione delle parti interessate • Indicazione di quando e cosa intende comunicare (pianificazione) • Allocazione di risorse adeguate
  • 17. Identificazione delle parti interessate • L’organizzazione identifica le parti interne ed esterne che abbiano un interesse (reale o potenziale) nelle sue attività, servizi e prodotti. Una parte interessata è definita come “una persona o un gruppo che è interessato a (concerned with) o interessato da (affected by) la prestazione ambientale di un’organizzazione” • Successivamente, “target groups” dovranno essere identificati per attività di comunicazione ambientale più specifici. Un target group è definito come una parte interessata che “è stata selezionata come il focus delle attività di comunicazione ambientale”
  • 18. Risorse • Le attività di comunicazione ambientale dipendono dalla disponibilità di risorse. • Quindi la strategia di comunicazione ambientale deve includere l’allocazione di risorse umane, tecniche e finanziarie, responsabilità e poteri, e corrispondenti ruoli. • L’esperienza e competenza del personale e i fabbisogni di formazione devono essere tenuti in considerazione nell’allocare appropriate risorse.
  • 19. Al punto 6.2.4: Pianificazione della comunicazione in caso di crisi e di emergenze • La comunicazione ambientale è particolarmente cruciale nelle fasi di crisi e di emergenza • L’organizzazione identifica le potenziali situazioni di crisi e di emergenza e pianifica le opportune modalità di comunicazione ambientale • In particolare, l’organizzazione deve riconoscere l’importanza di una comunicazione efficace e trasparente con i media in caso di crisi o emergenza. I media devono essere tenuti informati sulle questioni ambientali inerenti l’organizzazione, in modo tale da fornire loro un background di informazioni e contatti da attivare in caso di emergenza.
  • 20. Il processo ISO 14063 applicato alle emergenze: 1. Definire ex ante gli obiettivi della comunicazione in casi di crisi e di emergenza 2. Identificare gli stakeholder e definire i target 3. Progettare e pianificare una strategia generale 4. Sviluppare delle modalità standard (per quanto possibile) della comunicazione in casi di emergenza, che guidino le scelte e i comportamenti delle funzioni coinvolte
  • 21. Inoltre: • L’ulteriore passaggio che caratterizza la fase di programmazione è la predisposizione, all’interno dei più generali piani di intervento, di specifici piani di comunicazione correlati ai singoli eventi possibili. • In particolare, la redazione del piano in un momento precedente al manifestarsi di una crisi ambientale permette all’organizzazione di elaborare il documento con maggior cura e di non trovarsi impreparata di fronte all’evento critico.
  • 22. Obiettivi della comunicazione in caso di crisi o di emergenza: • Mantenere le comunità potenzialmente interessate da tali eventi informate sulle misure adottate e consapevoli dei rischi cui sono esposte • Ridurre o evitare problemi di salute dei lavoratori e delle comunità residenti • Ridurre o evitare gli impatti sull’ambiente • Assicurare che le autorità siano mantenute opportunamente informate
  • 23. Gli stakeholder esterni rilevanti nei casi di crisi • Istituzioni • Media • Associazioni di opinione • I clienti • Le altre aziende/associazioni industriali
  • 24. I target “esterni” possibili • Il sindaco per un sito • Le autorità a secondo della gravità: minore (prefetto, capitaneria di porto), o maggiore (dipartimento protezione civile) • Le associazioni ambientaliste • I media locali e/o nazionali (a seconda del tipo di emergenza) • …
  • 25. Gli stakeholder “interni” • Il management (es.: corporate) • Il personale • I rappresentanti sindacali • Le funzioni di supporto • Le organizzazioni operative di pronto intervento
  • 26. Un target “interno” cruciale: il personale • E’ un interlocutore diretto e privilegiato – Cultura aziendale – Veicolo verso l’esterno – Interessato alla vita/futuro dell’azienda • Comunicazione – Tempestiva – Completa – Espressione del punto di vista aziendale
  • 27. Il Piano della comunicazione viene costruito sulla base di: • Scenari ipotetici di potenziali incidenti/infortuni; • Popolazioni potenzialmente esposte e vulnerabilità delle stesse; • Azioni di mitigazioni preventivate; • Impatti ambientali potenzialmente attesi a livello locale o su larga scala; • Quali media e altri mezzi di comunicazione utilizzabili per informare la popolazione su come comportarsi; • Messaggi rivolti alle specifiche parti interessate; • Formazione ed esercitazioni preventive; • Preparazione alle accuse da parte dei media; • Requisiti e conseguenze legali significative.
  • 28. Procedure standard: cosa fare • Raccogliere informazioni il più velocemente possibile • Raccontare i fatti in maniera concisa, accurata, completa • Assicurare la coerenza di tutti i messaggi • Rispondere con tempestività alle richieste di informazione • Evitare l’uso di terminologia tecnica • Tenere informato il call center e il front line del tono e dell’atteggiamento da adottare • Monitorare le uscite sui media e rettificare le affermazioni non corrette • Fornire alle parti interessate indicazioni su dove è possibile esporre le proprie domande, esprimere i propri dubbi e preoccupazioni e ottenere tutte le informazioni; • Indire una conferenza stampa per spiegare e discutere la situazione; • Indire un incontro con la comunità per spiegare e discutere quanto accaduto • fornire informazioni sulle azioni di risposta che l’organizzazione sta portando avanti, sullo stato attuale della situazione, sul follow up.
  • 29. Procedure standard: cosa non fare • Azzardare valutazioni non supportate da fatti/dati • Bluffare/mentire, in particolare nascondere fatti rilevanti o esporli in maniera ambigua • Fare commenti “off-the-record” • Cercare scuse • Accusare altri o individuare un capro espiatorio • Utilizzare lo scudo del no-comment • Ritenere che i mass media non se ne occuperanno • Fornire informazioni in maniera non coordinata • Perdere il controllo delle emozioni
  • 30. O addirittura cosa non dire: • Questa non è una crisi • Per il momento non possiamo dire nulla • Quello che si dice da altre parti non ci interessa • La direzione è occupata con altre priorità • No comment (protratto) • Ma che cosa volete da noi? • Insistere nel negare la responsabilità
  • 31. Infine, se si gestisce e comunica bene: crisi come opportunità • Rafforzamento della reputazione • Attuazione dei cambiamenti • Consolidamento del senso di appartenenza • Apprendimento per la gestione e comunicazione in crisi future