The Milan model in psychotherapy: evolution of a practice
CLab 2020 SOFT SKILLS - Soft Skills ed Intelligenza emotiva - Maria Antonella Galanti
1. Soft Skills – 30 giugno 2020
Maria Antonella Galanti 1
2. 2
Soft Skills
Il termine non è di uso recente ed è stato coniato in
contrapposizione ad Hard Skills
Ora, invece, dopo un lungo periodo nel quale sono state
considerate in parallelo e paritariamente, le Soft
sembrano avere la supremazia: sono quelle che danno
valore alle altre.
Il profilo di un candidato a svolgere una qualche
mansione, infatti, è dato dal giusto intreccio tra
entrambe le tipologie
Maria Antonella Galanti
3. Cosa occorre saper fare per selezionare bene?
• Scrivere bene il profilo/l’annuncio
• Interpretare i curricula
• Scegliere i modi per selezionare
• Scegliere gli esperti
• Intervistare in modo duplice i candidati, per valutare
sia le Hard che le Soft Skills
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4. 4
Parleremo di:
Soft Skills: riguardano il rapporto con se stessi
e quello con gli altri
Con se stessi: competenze metacognitive
attribuzionali, accettazione del limite,
consapevolezza, capacità di elaborare le
esperienze
Con gli altri: conflitti, criticità, competizione,
collaborazione, inclusione
Con se stessi e con gli altri: il conflitto
fondamentale
Maria Antonella Galanti
5. Quali sono le principali SK?
• Intelligenza emotiva
• Creatività
• Pensiero critico
• Capacità comunicative ed empatiche
• Introspezione e consapevolezza
• Capacità di lavorare in gruppo/gestire i conflitti
• Adattabilità
• Etica del lavoro
• Gestione del tempo
• Entusiasmo
• Passione e motivazione
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6. Gestione del tempo
• Cos’è il tempo? Ci sono almeno due temporalità
• Ottenere di più con minore fatica
• Migliorare le capacità decisionali
• Aumentare il tempo libero
Occorre imparare a:
• Ordinare
• Delegare
• Dare priorità
• Rimandare
• Eliminare
• Verificare
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8. 8
Parleremo anche di:
In premessa Dominii conoscitivi, complessità
Intelligenza le origini/ la sua pluralità/
l’intelligenza emotiva in rapporto all’ascolto e alla
relazione
Apprendimento/ Formazione
Empatia
Illusione VS Inganno Area transizionale
Abitare il virtuale (Internet ci rende stupidi?).
L’uso di Facebook, Instagram e Twitter
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Grandi aree tematiche correlate:
Intelligenza emotiva
Creatività
Pensiero critico
Conflitti
Flessibilità (adattamento,
modificabilità, accettazione del
limite, dlel’errore, dle rischio)
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10. Fidelizzazione
• Quando inizia il processo? Subito
• Esistono persone disposte alla fidelizzazione e
altre no?
• Investire nel benessere lavorativo dei
dipendenti accettando che i risultati si vedano
in seguito
• Fissare percorsi trasparenti e chiari per gli
eventuali avanzamenti di carriera
• Investire nella formazione del personale
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11. I riscontri
• Necessità di verifiche
• Come?
• Il flusso di comunicazione interna
• L’identificazione , il sentirsi comunità
• Trattare il dipendente come se fosse un utente che
attiriamo suscitando fiducia e non suggerendogli un
calcolo
• Rendere evidente, riconoscibile e riconosciuto il valore
di ciascuno
• Creare valore condiviso
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12. • Il blog o la pagina aziendale
• Gli incontri con i dipendenti
• Il gioco condiviso: la cosiddetta
gamification
• gestione del tempo/banca del tempo
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13. La relazionalità in ambiente di lavoro
• Non si fidelizza con il denaro e basta…
• …ma con le buone relazioni
• Curando il benessere e le possibilità di pause di
svago/riposo in azienda
• Creando una visione da condividere e
incrementandola
• Una visione che sia legata al benessere delle
persone (clienti) ma anche a quello dei
dipendenti stessi
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Complessità
Significa esistenza di legami tra aspetti
apparentemente lontani dell’esperienza.
Si contrappone a “linearità” e perciò anche al
determinismo causale.
Rende necessario il dialogo tra differenti percorsi di
specializzazione.
Disorienta e spaventa generando il ricorso a
modalità difensive di varia natura.
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Complessità
Sapere elaborare e gestire i conflitti significa cercare
legami tra opposti:
- Per collocazione nel ciclo di vita
- Per sesso/genere (uomo/donna)
- Tra normalità e patologia
- Tra dimensioni del conoscere
- Tra discipline: scienza, arte, poesia
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Identità e differenza nella gestione dei conflitti
Il contatto con persone diverse per sesso, età,
condizione patologica, determina sempre un
attivazione di parti nascoste di noi.
Si riattivano i nostri Io precedenti con tutte le
esperienze dell’epoca
…ma anche le nostre parti malate o disperanti
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Flessibilità :
significa prima di tutto
disponibilità a cambiare e
ad apprendere
Francisco Goya
Aun aprendo
Madrid- Museo del Prado
Datata Tra il 1825 e il
1828, anno di morte del
pittore che qui usa la
tecnica nuova : la
litografia
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Realizzazione di sé VS adattamento
E’ il conflitto fondamentale dell’esistenza ed è oggetto
principale del processo di formazione
La formazione è un termine ambivalente poiché fa
riferimento al prendere forma del soggetto che si
autodetermina differenziandosi e al suo parallelo (e
conflittuale) conformarsi agli altri per essere parte di
un ambito gruppale.
La dialettica tra istanze di realizzazione individuale e
istanze di adattamento colora tutta la nostra vita:
normalità e patologia
Maria Antonella Galanti
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La formazione ha due facce, una delle quali
positiva e costruttiva, l’altra distruttiva.
Fa riferimento al formarsi del soggetto come
tale
Fa riferimento al conformarsi del soggetto
rispetto alle aspettative altrui
Questa polarità è stata variamente ripresa. Per
esempio:
Falso Sé e Vero Sé
Iperassimilazione e Iperaccomodamento
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Formazione e conoscenza
Le dimensioni del conoscere sono tre:
Dimensione senso-motoria
Dimensione affettiva ed emozionale
Dimensione razionale
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Stadio VS posizione
Lo stadio fa riferimento a un'idea lineare di sviluppo, la
posizione ad una spiraliforme
Ricordare è ricreare, ma è anche ricostruire
Flessibilità è anche disponibilità a regredire
La regressione acquisisce statuto d'esistenza come modalità
conoscitiva di se stesso e dell'altro
La regressione rende possibile l'empatia come modalità
conoscitiva particolare, che ha come oggetto i sentimenti
dell'altro.
La comunicazione non verbale diviene importante
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Identità e conflitti
Il tema dell’identità e della differenza attraversa tutta
la nostra vita e ne diventa l’elemento conflittuale
caratterizzante.
Il termine identità ha un forte valore polisemantico:
• Fa riferimento alle origini (i propri genitori, la
famiglia) e dunque alla continuità con l’altro
collocato in una diversa dimensione temporale
rispetto alla propria…
• …ma fa riferimento anche al divenire (distaccarsi
dal gruppo familiare di origine per assumere una
propria identità) e dunque alla discontinuità
rispetto alle origini.
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Identità
In altre parole:
- identità è riconoscersi (essere diversi da ogni
altro, specialmente all’interno della propria
famiglia o del proprio gruppo)…
- …ma anche essere riconosciuti (l’opposto:
essere uguali ad ogni altro, specialmente nella
propria famiglia).
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Identità e differenza
Freud sovverte l’idea di identità come
stabile coesione dell’Io: l’irruzione
dell’altra scena, dell’inconscio, decentra,
rende fluttuante e non più coesa e stabile
l’identità. E inoltre, con l’Edipo, nasce la
dimensione della differenza, per genere e
per generazione. Scegliere un polo è tanto
più generativo, quanto più si mantiene il
rapporto fantasmatico con l’altro e il
legame dialettico.
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Assimilazione e accomodamento
Ciascuno di noi struttura il proprio modo di
essere nel mondo in relazione all’equilibrio o al
disequilibrio che sa creare tra questi due
movimenti:
- anche in relazione ai diversi contesti
- e al tendere verso l’uno o l’altro di essi.
Maria Antonella Galanti
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• Le “funzioni dell’Io” (attenzione, memoria, linguaggio,
intelligenza…) sono facoltà spesso identificate, in
maniera riduttiva, come “funzioni cognitive”
• Si tratta invece di ambiti psicocorporei di intersezione
tra elementi cognitivi ed elementi affettivo-emozionali
che svolgono un ruolo importante ai fini
dell’adattamento ambientale.
• Alcuni esaltano l’oggettività biologica alla quale tutti
questi aspetti sono correlati e che in parte li determina.
Considerandoli come una sorta di dato innato e
immodificabile del quale ogni soggetto può essere più o
meno provvisto.
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• Altri intrecciano queste stesse facoltà o funzioni con la
volontà, come se la capacità attentiva o quella mnestica
fossero questione di volere o non volere e fossero
riconducibili alle buone intenzioni del soggetto. Ne
fanno, insomma una questione di morale.
• Tutti tendono a riprodurre nei contesti concreti una
visione singolare (nel senso di non generale) di tali
fascoltà, che è quella tipica del senso comune. In realtà
tutte le funzioni dell’Io dovrebbero essere considerate
plurali (cioè poliedriche e polivalenti).
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• Esistono vari linguaggi, memorie e intelligenze
e a questo proposito si ricordano le ricerche di
Howard Gardner, studioso di Psicologia ed
esperto di Neurologia, docente presso
l’Università di Harvard.
• Egli ha elaborato una propria teoria delle
intelligenze multiple che comprende (almeno)
sette aree o ambiti principali: l’intelligenza
logico-matematica, quella linguistica o verbale,
quella musicale, quella spaziale, quella
cinestesica, e quella personale, articolata in
intra e intersoggettiva.
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A queste sette tipologie ha aggiunto in seguito
un’ottava forma di intelligenza, quella
naturalistica (legata alla capacità di manipolare
gli oggetti naturali), e una nona, quella
esistenziale, relativa alle competenze e
disponibilità di carattere in certo qual modo
filosofico, cioè al ragionare per universali e
sulle questioni relative all’esistenza.
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Occorre poi ricordare le ricerche sull’intelligenza
emotiva (o emozionale) e, prime fra tutte, quelle
di Daniel Goleman. Per lo studioso l’intelligenza
emotiva può essere definita in relazione alla
capacità di introspezione e di conoscenza di sé
(per poter utilizzare e valorizzare al massimo le
proprie potenzialità), ma contemporaneamente
anche come capacità di decentrarsi, di mettersi
dal punto di vista dell’altro e comprenderlo
attraverso modalità di carattere empatico.
Maria Antonella Galanti
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Daniel Goleman individua due tipologie
fondamentali di intelligenza emozionale: quella
legata alla propria vita privata e quella di
carattere sociale.
Nel primo caso è importante, per l’autore, saper
interpretare e dotare di senso anche le nostre
emozioni negative utilizzandole positivamente per
comprendere le circostanze che le determinano e
per valutare noi stessi e valorizzare le proprie
potenzialità, ma anche imparare a convivere con i
propri limiti
Maria Antonella Galanti
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Intelligenza personale significa, dunque, anche trovare
una canalizzazione per le emozioni considerate negative e
riuscire non solo a controllarle ma anche a esprimerle
secondo modalità indirette, simboliche e metaforiche, cioè,
socialmente accettabili.
L’intelligenza emotiva sociale riguarda la capacità di
relazionarci con gli interlocutori in maniera positiva e
costruttiva che a sua volta presuppone quella di
comprenderli mettendoci dal loro punto di vista,
immedesimandoci nei loro sentimenti e stati d’animo, pur
senza disconoscere distanza e differenza.
Maria Antonella Galanti
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Questa intelligenza comprende anche competenze di tipo
comunicativo legate, non solo all’espressione attiva dei
propri contenuti, ma soprattutto alla capacità di ascolto
attento dell’altro.
Secondo Goleman è possibile incrementare l’intelligenza
emotiva nell’intero arco dell’esistenza. A differenza
dell’intelligenza formale, infatti, che può deteriorarsi con
il passare del tempo e che raggiunge la sua
conformazione standard all’ingresso nell’età adulta,
l’intelligenza emotiva tende a migliorare con l’esperienza
e dunque con il passare degli anni.
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Per Gardner tutte le tipologie di intelligenza sono
presenti in ogni soggetto, ma la differenza tra
l’uno e l’altro è generata dalle loro possibili
diverse combinazioni e dal prevalere di ciascuna.
Basandosi sull’evoluzione dell’intelligenza nei
bambini e sull’osservazione clinica di persone
adulte colpite da ictus cerebrale, egli critica la
vecchia concezione, unitaria e quantitativa,
dell’intelligenza intesa come elemento misurabile
ed esprimibile attraverso il QI
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QI = il quoziente intellettivo definito come
risultato del rapporto tra età mentale del soggetto
(calcolata in base alla somministrazione di prove
standardizzate, sia verbali che di performance) ed
età anagrafica.
E’ invece ormai un dato condiviso il fatto che non
necessariamente ad un alto Q.I. corrisponda un
adeguato successo relazionale, sociale e
professionale.
Maria Antonella Galanti
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Non di rado alti valori di Q.I. formale, legato alle
competenze di tipo logico-matematico o verbale, non
corrispondono a un altrettanto alto grado di
riconoscimento sociale. Anche in virtù di questo elemento
è ormai assodato che la dimensione (o dominio) razionale
dell’intelligenza non rappresenti che uno degli aspetti che
la rendono adattiva.
E’ quanto è stato mostrato anche da Antonio Damasio,
che nel suo laboratorio presso l’Università dello Iowa ha
utilizzato gli studi relativi alla memoria, alle emozioni nei
pazienti affetti da Sindrome di Alzheimer.
Maria Antonella Galanti
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Damasio afferma, servendosi degli strumenti della
neurofisiologia, che la componente emozionale
dell’intelligenza non rappresenta un fattore di contorno o
di complemento rispetto a quella razionale, ma, al
contrario, è l’elemento che permette di effettuare scelte, di
prendere decisioni, di selezionare strategie risolutive
rispetto a differenti problemi.
Analizzando soggetti danneggiati dal punto di vista
neurologico mostra come non fossero in grado di prendere
decisioni pur rimanendo capaci di comprendere e
valutare razionalmente tutti i dati e le variabili insiti nelle
diverse situazioni.
Maria Antonella Galanti
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La capacità di scegliere e prendere
decisioni, in particolare, non è solo
dipendente quella analitica del considerare
in maniera razionale gli elementi a favore o
contrari rispetto all’una o all’altra opzione,
ma tende piuttosto a rifarsi a esperienze
pregresse, a strategie risultate vincenti in
situazioni analogicamente vicine, a tracce
inconsapevoli di carattere emozionale e
affettivo legate alla memoria involontaria e
a vissuti di tipo corporeo
Maria Antonella Galanti
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Sono i “marcatori somatici” che colorano
positivamente o negativamente le diverse prospettive
legate alle possibili scelte. Attraverso tali marcatori
somatici le scelte sono operate, in un certo senso, quasi
in virtù anche del possibile vantaggio biologico.
Damasio cerca conferma nell’ambito della patologia
studiando il comportamento di soggetti con danni a
livello di regioni prefrontali e dunque deprivati delle
capacità emozionali. Secondo lui questi soggetti, pur
avendo mantenuto intatte le competenze razionali
legate alla memoria e all’attenzione, nonché al
ragionamento, non riescono a operare delle scelte
proprio perché danneggiati nella sfera delle emozioni.Maria Antonella Galanti
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Intelligenza emotiva, ascolto e
comunicazione
Nel considerare le problematiche
comunicative si tende ad enfatizzare la
produzione rispetto alla comprensione dei
messaggi, sia in ambito di linguaggio
verbale che relativamente al non verbale.
Il momento dell’ascolto è decisivo, poiché
solo la condivisione dei contenuti dee
messaggi rende efficace la comunicazione.
Maria Antonella Galanti
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Disturbi della comunicazione e ascolto
Non pochi disturbi della comunicazione nascono
dall’incapacità o dal non volere ascoltare da parte
dei soggetti coinvolti.
Vi sono messaggi che irritano, inquietano o
generano ansia (per alcuni loro aspetti o per la
dimensione meta) e che quindi non si
comprendono
La capacità di ascolto è correlata al possesso di
doti empatiche Maria Antonella Galanti
45. Empatia
E’ la competenza essenziale in ogni
percorso professionale perché rende
possibile immedesimarsi in punti di vista
diversi dal proprio e dunque ascoltare
attivamente, comprendere , elaborare i
conflitti e trovare soluzioni efficaci.
45Maria Antonella Galanti
46. 46
Empatia
Si può definire come la capacità di
comprendere il modo di essere-nel-mondo
di un altro dal di dentro
Immedesimandosi nella sua condizione
Facendo leva per analogia su qualche
propria esperienza
Maria Antonella Galanti
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Presuppone la simpatia, la pietà e la
commozione, ma è più complessa di
ciascuna di esse
Empatia e introspezione si presuppongono
l’un l’altra.
L’empatia è legata alla disponibilità
rispetto alla regressione e quindi al possesso
di una salda e integra identità.
Maria Antonella Galanti
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Empatia e regressione
Perché si realizzi l’empatia è necessaria la
disponibilità a regredire dal punto di vista della
funzionalità dell’Io
…a regredire in maniera temporanea, con possibilità
di recupero immediata e costante…
…cioè a uscire temporaneamente dalla propria
immagine del Sé, disponibilità, questa, legata al
possesso di una salda e integra identità.
Maria Antonella Galanti
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L’empatia si realizza per via emotiva e
rappresenta una forma di conoscenza che come
l’intuizione si realizza in forma rapida,
intermittente, repentina e coinvolge ambiti
profondi di comprensione.
Si differenzia dall’intuizione per l’oggetto della
conoscenza, che è la dimensione emozionale e dei
sentimenti.
L’empatia, inoltre, comporta coinvolgimento
emotivo; l’intuizione può invece essere utilizzata
addirittura per evitarlo.
Maria Antonella Galanti
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Empatia e identificazione
L’identificazione è un processo persistente nella
durata e inconsapevole
L’empatia si realizza in maniera intermittente e
temporanea che abita le regioni del preconscio.
Inoltre: l’identificazione si origina dal bisogno di
recuperare internamente l’oggetto perduto
mentre l’empatia si origina dal bisogno di
accrescere la propria comprensione dell’altro.
Maria Antonella Galanti
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Empatia e identificazione proiettiva
Sono due meccanismi opposti: l’empatia equivale
al mettersi nei panni dell’altro, l’IP al rivestirlo
dei propri
…e addossandogli le nostre parti interne
idealizzate per rispecchiarci narcisisticamente
in lui o quelle rifiutate e sentite come cattive
che non riusciamo a concepire come anche
nostre.
Con l’IP l’altro diventa Oggetto idealizzato o
demonizzato, inascoltato e incompreso perché
aservito alle nostre paure o ai nostri desideri.Maria Antonella Galanti
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Illusione VS Inganno
Illusione non significa inganno, ma capacità
creativa.
Come nasce, infatti, il pensiero?
Maria Antonella Galanti
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All’origine del pensiero
Simbolo, symbolon, συμβολον
Rappresentarsi un’assenza e la possibilità del
ritorno
Bidimensionalità e tridimensionalità psichica
Il pensiero nasce nella dialettica vuoto-pieno che
declina la nostra vita sia in senso biologico sia in
senso psichico
Maria Antonella Galanti
54. 54
Illusione VS Inganno
L’illusione ha a che fare con la conoscenza, con ogni
nostra produzione culturale, con ciò che rende la
vita degna di essere vissuta.
Winnicott, uno studioso della psiche e della
relazionalità particolarmente creativo, parla a
tale proposito di “area transizionale”.
Maria Antonella Galanti
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Ciò che W. Teorizza per la relazione
terapeutica è esportabile a qualsiasi
relazione asimmetrica e in ogni contesto
professionale
- Il paradosso evocativo e il pensiero paradossale
- Il riconoscimento del bisogno del paziente di sentire la
realtà delle emozioni dell’analista. Elemento
esportabile in ogni contesto, anche professionale.
- La condivisione delle esperienze di sofferenza dei
pazienti e la capacità di recuperare il negativo di ogni
esperienza attraverso il rovesciamento paradossale.
Maria Antonella Galanti
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Winnicott e l’emergere del Sé
Un paradosso fondante di Winnicott è che
inizialmente si è in solitudine assoluta e in
dipendenza assoluta.
Il “Sé in solitudine” che deve essere inteso come
inviolabile e rispettato, rappresenta il Sé
centrale, il nucleo centrale del vero Sé che
garantisce il senso della continuità d’essere.
La solitudine come benessere e la “capacità di
essere solo in presenza di altri”.
Maria Antonella Galanti
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Winnicott e la conquista del senso di realtà
Importanza del momento dell’illusione sul quale si
basa la competenza immaginativa che rende
possibile la dialettica tra Sé privato e Sé
pubblico.
Non si limita al concetto freudiano e kleiniano di
“fantasia”, ma la differenzia dal “fantasticare”.
La prima è l’incontro tra immaginario e reale, il
secondo è un pensiero senza contatto con la
realtà, isolato e inutile sia per il sogno che per
la vita reale.
Maria Antonella Galanti
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Il fantasticare (o fantasizzare) fonda la patologia
(allucinazione e delirio) mentre la fantasia
dell’illusione garantisce la normalità e permette
la creatività.
Attraverso l’illusione il bambino si vive come
onnipotente mago creatore e questo fonda la
solidità del suo Sé e prima ancora, a renderla
possibile, il sentimento di fiducia.
E’ l’esperienza dello spazio potenziale e degli
oggetti transizionali. Perché favoriscono la
transizione tra mondo degli oggetti soggettivi e
mondo della realtà.
Maria Antonella Galanti
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Winnicott e il paradosso della
comunicazione
“E’ una gioia nascondersi, è pure un disastro non
essere trovati” (Sviluppo affettivo e ambiente)
Tensione tra necessità di preservare il proprio
nucleo centrale dalle intrusioni e necessità di
comunicare.
Il gioco e poi la cultura possono mediare queste
due opposte tensioni.
Maria Antonella Galanti
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Il legame tra sé e l’altro, reso possibile
dall’esperienza transizionale, non è legato né
alla sottomissione né alla colpa.
La mediazione Io-mondo dura quanto la vita.
Il gioco (il gioco in sé) è un’esperienza al limite
tra il massimo di soggettivo e il reale.
Nell’illusione: dall’oggetto transizionale al gioco
simbolico, alla creatività culturale.
Maria Antonella Galanti
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Il mio gatto Ulisse
e la mia gatta Blu, in attesa
di giocare a cacciare
il raggio di sole come
se fosse una vera preda.
Basta prendere lo
specchio in un giorno
di sole e fare in modo
che se ne accorgano.
Subito capiscono
che sta per iniziare
l’illusione condivisa.
Maria Antonella Galanti
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Fenomeni transizionali
Si riferisce a una dimensione della vita che
riguarda il luogo d’intersezione tra interno ed
esterno.
Usa molti termini:
Transizionalità:
Area intermedia
Terza area
Luogo di riposo
Spazio potenziale
Sede dell’esperienza culturale
Maria Antonella Galanti
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Fenomeni transizionali
La perdita di significato dell’oggetto transizionale
segna l’ingresso (l’allargamento dei fenomeni
transizionali) nell’area intermedia tra realtà
psichica interna e realtà esterna.
L’idea di oggetto transizionale segna una rottura
in ambito psicoanalitico: gli oggetti venivano o
internalizzati o perduti. Ora esiste un limbo.
Esiste un luogo di contatto tra dentro e fuori che
mantiene distinti e correlati insieme me e non-
me.
Maria Antonella Galanti
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Reale e Virtuale
Il virtuale è reale
La creatività è legata al virtuale
L’essere umano teme le protesi che lui
stesso crea per il proprio corpo e per la
propria mente
Maria Antonella Galanti
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Il virtuale, la rete, Frankenstein
Sono sempre esistite due modalità diverse e
parallele di comunicare: una intima, riservata a
poche persone, legata alla condivisione di
esperienze e una più allargata, di discussione.
La prima riguarda i legami affettivi, l’altra quelli
sociali. Prima della rete per il secondo tipo di
comunicazione c’erano la piazza, il barbiere o la
parrucchiera, il bar, perché a differenza di ora
erano luoghi fissi e i loro frequentatori non
cambiavano ed erano un po’ come i contatti di un
social network.
• Maria Antonella Galanti
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Chi sbaglia la rotta è il timoniere, non la barca.
Le persone sospettose lo sono dovunque si
esprimano, in rete o a casa, e così quelle
fiduciose o quelle aggressive.
E le persone che tendono a essere dipendenti
troveranno sempre qualcosa o qualcuno da cui
dipendere. Se una o più persone diventano
alcolisti la colpa non è del vino, ma di problemi
che se non ci fosse il vino si esprimerebbero in
qualche altro modo.
Maria Antonella Galanti