La seconda guerra mondiale per licei e scuole medie
Didattica e modificazioni
1. Cari colleghi
Ho deciso di sottoporre alla vostra attenzione alcune idee in merito ad alcuni degli argomenti trattati durante la
Riunione svoltasi in Facoltà lo scorso 23 Aprile che potrebbero essere utili per un dibattito che porti alla
formulazione di idee serie e condivise da poter sottoporre all’attenzione degli organi competenti. Qua sotto ho
esposto alcune proposte riguardanti la didattica che ho riassunto in questi quattro punti.
1. Revisione degli insegnamenti per quanto riguarda l’effettiva corrispondenza tra carico di lavoro e
CFU assegnati.
Attualmente vi sono diversi insegnamenti che presentano vistose anomalie tra CFU assegnati e l'effettivo
carico di lavoro cui gli studenti sono sostanzialmente sottoposti, ciò è particolarmente evidente in materie
particolarmente vaste come Diritto Privato e Diritto Penale, materie nei quali il programma previsto e la qualità
della preparazione richiesta dai rispettivi insegnamenti in sede d’esame richiede un lavoro che eccede il limite
di lavoro previsto per i CFU assegnati, (il caso più eclatante riguarda l’insegnamento di Diritto Penale che
assegna 6 CFU d’innanzi ad un impegno decisamente maggiore di altri insegnamenti di pari peso.)
Escludendo in principio una modifica del programma didattico che porti ad una riduzione della quantità e,
soprattutto, della qualità degli insegnamenti, riteniamo sia doverosa una revisione dei pesi degli esami in
relazione agli effettivi carichi di lavoro che essi richiedono.
2. Modifica del piano di studi: ancora maggior cura nella una suddivisione degli insegnamenti nel
calendario didattico che preveda una equa distribuzione e istituzione di un servizio efficiente che
aiuti lo studente nell’ottimizzazione del proprio piano di studi personale.
Il Piano di Studi di ogni studente iscritto prevede lo svolgimento di esami obbligatori e una vasta gamma di
esami opzionali che consentono di personalizzare la propria preparazione universitaria, in base ai propri
interessi. Questa modalità dà allo studente la possibilità di acquisire ulteriori conoscenze specifiche di grande
utilità, ma allo stesso tempo lo espone al rischio di disperdere tale opportunità con scelte incoerenti, dettate
anche da altre motivazioni quali, ad esempio, la necessità di acquisire CFU quanto prima, a prescindere
dall’effettiva utilità dell’insegnamento scelto.
Riteniamo fondamentale una maggior attenzione da parte della Facoltà e del Consiglio di Corso di Studi,
rispetto alla personalizzazione del Piano di Studi personale; per questo motivo proponiamo l’istituzione di un
nuovo servizio di orientamento obbligatorio ed efficiente che preveda una consulenza con un team di
professori, appositamente nominato, da tenersi entro il primo anno, che abbia come scopo quello di
individuare dell'iter formativo personale più opportuno in base agli interessi dello studente.
3. Introduzione di una sessione di Esami mensile, riservata agli studenti iscritti dal semestre
successivo rispetto a quello in cui il Corso è previsto, da aggiungere alle sessioni già previste.
Uno dei problemi maggiori che affliggono il Corso di Studi (e la Facoltà intera) è la carenza di sessioni di
Esami durante l’anno. La logica che sta alla base di tali scelte è nota ma non - condivisibile e l’unico effetto
che produce è l’abnorme aumento degli studenti fuori corso; l’ultima cosa di cui un’Università ha bisogno! Nel
quadro della riorganizzazione complessiva della Didattica che con questo documento vogliamo discutere,
intendiamo proporre un sistema innovativo di Esami che preveda, in aggiunta alle classiche sessioni estive ed
invernali, una “finestra” mensile in cui sia possibile sostenere gli esami con le seguenti modalità:
Esami obbligatori ed Esame facoltativi
individuati nella personalizzazione del
corso di studi (vedi punto 2)
Accesso agli appelli mensili solo dal semestre successivo rispetto alla
collocazione dell’insegnamento nel piano di studi. (es: per l’insegnamento
previsto al primo semestre del secondo anno sarà possibile accedere agli
esami mensili solo dal secondo semestre del secondo anno)
Altri esami facoltativi non individuati nella
personalizzazione del corso di studi
Appelli limitati alle sessioni estive ed invernali
A nostro avviso, una siffatta organizzazione degli Appelli, unitamente all’adozione delle altre proposte presenti
in questo documento, porterebbe ad una riduzione degli studenti fuori corso, con evidenti benefici per tutte le
parti.
2. 4. Ove possibile, predisporre un sistema di incentivazione alla frequenza ai corsi attraverso modalità
di esame diversificate tra studenti frequentanti e non frequentanti (svolgimento di prove pratiche,
relazioni e altre modalità alternative alla classica prova orale) senza tuttavia modificare il carico di
lavoro complessivo e senza prevedere svantaggi in termini di attribuzione del punteggio finale
verso gli studenti non frequentanti.
Al centro dell’attività universitaria sono i Corsi, poiché essi sono il mezzo primario e irrinunciabile per la
formazione degli studenti. Al fine di incentivarne la frequenza e aumentarne l’utilità, proponiamo la
sperimentazione di metodi di esami diversificati tra studenti frequentanti e non frequentanti, attraverso
l’istituzione di modalità alternative di esame tramite l’adozione di forme diversificate che tengano conto delle
attività svolte durante le lezioni. Ovviamente queste modalità devono avere come scopo primario quello di
incentivare lo studente a frequentare le lezioni; sono perciò da escludere tutte le modalità che, al contrario,
mirino a disincentivare lo studio autonomo (studio di materiale non previsto dal programma, limitazione della
valutazione finale ecc).
E’ evidente a tutti che la nostra Facoltà ha seri problemi di funzionamento.
Innanzitutto vi è un serio problema di comunicazione tra studenti e personale amministrativo: concludere una
pratica presso la segreteria è una corsa a ostacoli, ottenere informazioni precise su qualsivoglia questione è
una cosa impossibile. Guardando all’organizzazione della didattica ci si rende conto di essere in balia dei
continui cambiamenti da parte del Consiglio di Corso che non riescono a tenere un programma stabile che
duri più di un Anno Accademico. Non da meno è il problema delle strutture che ospitano le nostre lezioni, locali
adatti solo ad essere demoliti e ricostruiti dalle fondamenta.
Ma il problema maggiore è l’isolamento degli studenti difronte a questa situazione, infatti ad oggi la voce dei
veri “destinatari” di tutto è sistematicamente snobbata e inascoltata.
Il mio ruolo è quello di riuscire a fare di queste miriadi di piccole voci isolate, un fiume di proposte, richieste e
denunce organizzato e potente, capace di dire la sua ed essere ascoltato con autorevolezza dagli altri organi
accademici.
Per fare ciò ho deciso di esporre qua sotto un piccolo programma strutturato in fasi progressive da
seguire per riuscire ad aprire un canale di comunicazione serio ed efficace tra noi studenti ed il resto del
mondo accademico; il programma prevede:
1. Combattere l’indifferenza: Intervistare i colleghi sulle problematiche che trovano nella didattica, nei
rapporti con la segreteria studenti e su ogni altro tipo di problema che riscontrano nell’esperienza
universitaria, Chiedere loro proposte e suggerimenti.
2. Utilizzare ogni metodo per raccogliere idee: Che sia su foglietti, tramite questionari o quant’altro,
raccogliere le idee personali o raccolte da altri.
3. Rendere conto del nostro operato: Periodicamente rendere noto agli studenti il nostro lavoro,
mettendo in luce i problemi più sentiti, dando risposte ove possibile e incoraggiando la partecipazione
attiva alla collaborazione.
4. Riunirsi e discutere: Creare spazi di discussione, riunioni e incontri dove definire le linee di
intervento più efficaci.
5. Intervenire! Tramite incontri con docenti, invio di documenti firmati collettivamente alle istituzioni,
coinvolgimento della stampa e con ogni mezzo di volta in volta considerato più efficace per
raggiungere lo scopo prefissato.
Comprendo che questo punto può sembrare utopistico e inattuabile ma penso sia necessario quantomeno
provarci, tentare partendo dal basso per poi salire progressivamente, tenendo sempre alta l’attenzione sul
nostro operato.
Sono convinto che ce la faremo.