2. La spesa pubblica è essenzialmente un fenomeno
redistributivo: gruppi o singoli la utilizzano per
quanto loro concesso dalle condizioni politico-istituzionali
per modificare la propria posizione
relativa.
Soggetti
Stato, enti locali (Regioni,
Province, Comuni) enti
previdenziali (Inps, Inail ecc.)
3. 100 anni di spesa pubblica
Fra l’Unificazione e la
fine della Prima guerra
mondiale (1866-1918)
Molto denaro pubblico serve per creare infrastrutture e
la funzione redistributiva ha un andamento irregolare:
crescita limitata durante il governo della destra (1866-
1876); incremento rapido fino al 1918
Fra la fine della
Prima guerra mondiale
e gli anni Trenta
Forte espansione delle spese redistributive;
costituzione di Inps e Inail negli anni Trenta. Rispetto
alla crescita delle spese militari e per le infrastrutture,
l’aumento delle spese previdenziali rimane minore
Subito dopo la Seconda
guerra mondiale
Forte aumento delle spese redistributive, tanto che nel
1948 sono il doppio di quelle del 1939
Fra il 1948 e il 1980
La spesa cresce del 9% annuo (più della crescita della
spesa complessiva). L’incidenza sul Pil è del 10% e la
spesa più consistente è sempre quella previdenziale
4. Nell’Italia della seconda metà dell’Ottocento…
Spesa pubblica per creare infrastrutture
Processo di accumulazione delle ricchezze
Crescita della spesa
per consumi sociali
Quindi…
Redistribuzione attraverso
la politica fiscale e altre
manovre di politica economica
Trasferimento di una parte delle ricchezze
precedentemente concentrate nelle mani di pochi
Formazione di uno Stato sociale
Riduzione delle situazioni di povertà individuali
5. Il sistema tributario
Dall’Unificazione alla
Prima guerra mondiale
Forte incremento del sistema tributario per consentire
il risanamento del bilancio. I tributi gravano la 50% fra
le classi povere e quelle ricche, ma la ripartizione va a
favore di queste ultime (imposte regressive)
Fra le due guerre
Né le esigenze post-belliche, né l’avvento successivo
del fascismo determinano significativi cambiamenti: le
imposte regressive (seppur diverse) continuarono a
gravare al 50% fino gli anni Quaranta
Dopo la Seconda guerra
mondiale
Incremento del gettito con un aumento della pressione
fiscale, che passa dal 20% del 1950 al 38% del 1980.
Nonostante ciò non si riesce a pareggiare la crescita
delle entrate con quella della spesa. Questo divario è
andato ampliandosi
6. Il pubblico impiego
Dimensioni del
settore pubblico
Numero di
dipendenti pubblici Spesa
La dimensione del pubblico impiego non corrisponde a
un’effettiva produttività: la “esplosione” del numero degli
addetti è causata dalla burocrazia
Il ritmo di incremento del numero di dipendenti pubblici,
anche se più lento, ha seguito lo stesso schema osservato
per la spesa
7. Perché la spesa pubblica ha continuato a crescere?
Nell’Italia liberale l’espansione della spesa pubblica si spiega con il fatto che
il carico fiscale è addossato alle classi più povere e senza diritto di voto, con
una redistribuzione del reddito dal povero verso il ricco.
Nel periodo fascista la spesa cresce non tanto nel primo periodo, in cui ci si
concentra sul risanamento, ma nel periodo dell’autarchia e delle cosiddette
“politiche di interesse nazionale”.
Nel dopoguerra l’aumento di spesa è dovuto soprattutto al più ampio numero
di beneficiari della redistribuzione, che comprende anche i ceti più poveri.
8. L’uso politico della spesa pubblica
Tale uso è stato fatto indiscriminatamente da tutte le forze politiche:
per compensare il divario fra economico
fra le diverse classi sociali (ricchi e poveri)
fra le diverse aree del Paese (Nord e Sud)
per mantenere il consenso
per arginare gli effetti della disoccupazione e di altri disagi sociali
Nel 1980 almeno il 60% della popolazione adulta dipendeva dalle erogazioni
pubbliche, integralmente o per il mantenimento del livello raggiunto (impiegati
pubblici, pensioni, sussidi ecc.).
Se la domanda “assistenziale” non rallenterà, sarà impossibile fermare la
crescita della spesa pubblica, con un danno per l’intero sistema
economico.