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CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 199
La manometria anorettale:
standardizzazione della tecnica
di esecuzione
DANIELE ORTOLANI, SERENA BONOMO, DANIELA BOTTURA, CRISTIANA CASTELLINI, CHIARA ZUGNI,
PAOLA LOLLI
Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche
Facoltà di Medicina e Chirurgia
Università degli Studi di Verona
Riassunto La manometria anorettale rappresenta l’indagine di base per lo studio della funzione ano-
rettale. La mancanza di una tecnica di esecuzione standard e di accordo in letteratura sul
significato da attribuire ai parametri manometrici rappresentano però limiti importanti.
Questo lavoro ha lo scopo di proporre uno standard nell’esecuzione della manometria e di
centrare l’attenzione su parametri manometrici di semplice individuazione e interpretazio-
ne per lo studio sistematico del paziente proctologico.
Il protocollo da noi applicato si articola in 3 fasi: la profilometria con sonda a canali radia-
li in estrazione continua, che meglio documenta la lunghezza del canale anale e l’esatta
ubicazione del punto di massima pressione, la profilometria con sonda a canali radiali in
estrazione stazionaria che, non provocando contrazione riflessa dell’apparato sfinteriale,
permette una migliore valutazione della pressione sfinteriale a riposo e l’identificazione di
onde lente e ultralente, e i test con sonda elicoidale e palloncino per la valutazione del
riflesso inibitorio rettoanale e della sensibilità anorettale.
Questo protocollo permette l’esecuzione della manometria in meno di 30 minuti e con-
sente di descrivere in circa 10 parametri di facile rilevamento e interpretazione la validità
della funzione anorettale.
Parole chiave: manometria anorettale, incontinenza rettale
Summary Anorectal manometry: standardisation of the execution technique. D. Ortolani,
S. Bonomo, D. Bottura, C. Castellini, C. Zugni, P. Lolli
Anorectal manometry is the basic investigation for the study of anorectal function.The lack of a
standard execution technique and of any common definition of the manometric parameters
constitutes a major limitation. The aim of the present study is to propose a standard technique
for performing manometry. In addition we also focus on those manometric parameters that are
easily identified and interpreted for the systematic study of a proctological patient.The protocol
used is organised in three phases: (i) tests with a radial channel probe with continuous extrac-
tion, which provide information on the length of the anal canal and on the precise site of max-
imum pressure; (ii) tests with a radial channel probe with stationary extraction, which does not
Corrispondenza a: Dott. Daniele Ortolani - Via Rotaliana, 19 - 38016 Mezzocorona (Trento).
199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 199
200 LA MANOMETRIA ANORETTALE: STANDARDIZZAZIONE DELLA TECNICA DI ESECUZIONE
coinvolgenti il retto e da prolasso rettale sanguinante.
L’indagine va assolutamente evitata in caso di recenti
interventi di chirurgia anorettale.
Il paziente non deve necessariamente sospendere
l’assunzione di farmaci, ma in questo caso il referto
deve riportare la terapia in atto per permettere l’inter-
pretazione dei dati ottenuti in funzione degli effetti
Introduzione
Un lavoro di Rao1
pubblicato nel 1997 ha dimo-
strato che la manometria anorettale fornisce informa-
zioni aggiuntive a quelle offerte dalla clinica nell’88%
dei pazienti e che nel 76% dei casi queste nuove
acquisizioni portano a un’ottimizzazione dell’iter
diagnostico-terapeutico.
Le patologie nella quali è stata dimostrata l’impor-
tanza dell’esecuzione della manometria anorettale
sono: ragade anale2-8
, emorroidi9-12
, fistole anali, incon-
tinenza13-20
, stipsi21,22
, morbo di Hirschsprung23
, peri-
neo discendente24
e prolasso rettale25-30
. Particolar-
mente utile è anche la manometria preoperatoria in
previsione di proctocolectomia restaurativa, resezione
colica con anastomosi colorettale bassa o coloanale31
.
La metodica presenta tuttavia alcuni limiti tra i
quali vanno segnalati la mancanza di una standardiz-
zazione nella tecnica di esecuzione, l’assenza di una
nomenclatura univoca dei parametri misurati e la
mancanza di un largo accordo sul loro significato dia-
gnostico e prognostico.
Scopo di questo lavoro è quello di proporre il pro-
tocollo di esecuzione dell’esame e di individuare i
parametri manometrici di semplice identificazione
per lo studio del paziente proctologico.
Note tecniche
La preparazione intestinale è opzionale. Ai pazienti
viene chiesto di evacuare prima dell’esecuzione del test
che deve essere preceduto da un’esplorazione rettale.
Se questa evidenziasse la presenza di feci in ampolla
che potrebbero alterare i risultati dell’esame deve esse-
re eseguito un clistere per favorirne lo svuotamento. La
manometria non deve però essere eseguita prima che
siano trascorsi almeno 30 minuti dall’esecuzione del
clistere. Estrema cautela nell’esecuzione dell’indagine
va posta nei pazienti affetti da ragadi in fase acuta parti-
colarmente dolenti, da malattie infiammatorie croniche
involve reflex contraction of the sphincter apparatus and therefore permits better evaluation of
sphincter pressure when the muscles are relaxed as well as the identification of slow and ultra-
slow waves; (iii) tests with a helicoidal probe and a balloon for the evaluation of the anorectal
inhibitory reflex and of anorectal sensitivity. Using this protocol it is possible to perform
manometry in less than 30 minutes and to define the importance of anorectal function with
approximately 10 parameters which are easily identified and interpreted.
Key words: anorectal manometry, faecal incontinence
Chir Ital 2005; 57, 2: 199-205
Fig. 1. Esempio di tracciato ottenuto con profilometria ese-
guita con sonda a 8 canali radiali in estrazione continua. È
riconoscibile il punto di massima pressione a circa 2 cm
dall’orifizio anale.
199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 200
CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 201
che determinati principi attivi possono avere sulla
motilità e sulla sensibilità intestinale.
Il paziente viene quindi invitato a mettersi disteso in
posizione laterale sul fianco sinistro con le cosce flesse
a 90° sul bacino e le gambe flesse sulle cosce. Si pro-
cede quindi con l’inserimento della sonda opportuna-
mente lubrificata, avendo cura che il lubrificante non
occluda gli orifizi di sbocco nei sistemi idraulici.Vanno
evitati preparati di associazione con anestetici locali
che potrebbero alterare i test di sensibilità.
La sonda è generalmente fornita di un segno di
repere che permette di identificare i dati ottenuti da
ogni canale con il quadrante del lume corrispondente.
I tempi dell’esame sono 3: la profilometria con
sonda radiale in estrazione continua, la profilometria
con sonda radiale in estrazione stazionaria, la valuta-
zione del RIRA (Riflesso Inibitore Retto-Anale) e della
sensibilità anorettale.
La profilometria con sonda radiale in estrazione
continua è effettuata con una sonda flessibile a otto
canali perfusi ad acqua i cui orifizi sono disposti cir-
conferenzialmente alla stessa altezza. Vengono oggi
sconsigliate sonde con trasduttore a palloncino (son-
da di Shuster) per il loro elevato diametro e per l’im-
possibilità di registrare separatamente le pressioni e le
sonde rigide in quanto possono distorcere il profilo
pressorio accentuando differenze radiali.
Il paziente è invitato a rimanere rilassato, la sonda
viene introdotta nell’ano per 8 cm e collegata all’e-
strattore. Questo dispositivo permette lo scorrimento
verso l’esterno della sonda a una velocità costante
impostata dall’operatore. Ogni estrazione è definita
“corsa”. La velocità consigliata è 0.5 cm/s. Per consi-
derare valida una corsa per la registrazione dei dati e
la loro elaborazione informatica bisogna fare atten-
zione che la corsa stessa inizi all’interno del retto
(valori pressori inferiori a 20 mmHg) e che termini
appena oltre l’orifizio anale, dove la pressione si è
appena azzerata su tutti i canali. I dati vengono ela-
borati dalla media di almeno 3 corse valide.
La profilometria con sonda radiale in estrazione
stazionaria si esegue con la stessa sonda della profilo-
metria in estrazione continua, ma registrando i valori
pressori ottenuti mantenendo la sonda ferma a una
Fig. 2. Immagine composta da tracciati ottenuti con profilometria eseguita con sonda a 8 canali radiali in estrazione stazio-
naria. Sono riportati i tracciati registrati a 5, 4, 3, 2, 1, 0.5 cm dall’orifizio anale.
199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 201
202 LA MANOMETRIA ANORETTALE: STANDARDIZZAZIONE DELLA TECNICA DI ESECUZIONE
palloncino venga a trovarsi in corrispondenza dell’am-
polla rettale e si procede con l’insufflazione di 20 ml di
aria seguita dallo svuotamento completo. Si ripete la
sequenza con volumi crescenti di insufflazione ogni
volta di 20 ml fino a quando il paziente non è più in
grado di tollerare la manovra e comunque non oltre-
passando mai i 250 ml. Viene chiesto al paziente di
riferire i volumi ai quali avverte la prima sensazione, il
desiderio stabile di defecare e un fastidio o dolore tale
da richiede l’interruzione dell’esame.
I parametri manometrici essenziali ottenuti dalla pro-
filometria con sonda radiale in estrazione continua sono:
• Lunghezza del canale anale (LCA). È definita come
la distanza tra il punto in cui si misura la pressione
atmosferica, all’uscita del canale anale, e il margine
prossimale del canale anale con sfintere a riposo,
individuato dal punto in cui i valori pressori restano
stabilmente al di sopra di 20 mmHg. Riteniamo che
la LCA sia misurata più accuratamente tramite l’e-
strazione continua, nonostante questa determini
una contrazione riflessa degli sfinteri che tende a
sovrastimarla. Al contrario l’estrazione stazionaria
comporta la sottostima della LCA. Per ridurre il mar-
gine di errore sarebbe necessario accorciare la
distanza tra gli step, ma la metodica diviene inattua-
bile con step inferiori ai 5 mm.
• Punto di massima pressione. È definito come la
distanza dall’orifizio anale alla quale, con sfintere
a riposo, si registra il tono basale sfinteriale massi-
mo (TBSM). Il TBSM è il più alto dei valori ricava-
to facendo la media delle pressioni registrate da
tutti i canali a una determinata altezza.
I parametri manometrici essenziali ottenuti dalla
profilometria con sonda radiale in estrazione stazio-
naria sono:
• Tono basale sfinteriale massimo stabile (TBSMS) o
pressione massima media stabile. È definito come
il più alto dei valori ricavato facendo la media del-
le pressioni registrate da tutti i canali di un deter-
minato step. È un importante indizio della funzio-
nalità sfinteriale, in particolare modo della conti-
nenza. Il suo impiego nel referto è da preferire al
TBSM in quanto lo scorrimento della sonda nell’a-
noretto causa una contrazione riflessa dell’appa-
rato sfinteriale la cui entità non è prevedibile.
• Presenza di onde lente e/o ultralente. Le onde lente
sono fluttuazioni con frequenze da 6 a 20 cicli al
minuto e ampiezze tra i 5 e i 15 cmH2O (3.7-11
mmHg). Le onde ultralente hanno frequenze com-
prese tra 1 e 0.5 cicli al minuto e variazioni in
ampiezza fra i 30 e i 100 cmH2O32
(22.1-73.5
mmHg). Il loro rilievo è più frequente in corrispon-
denza del punto di massima pressione. È stata
determinata altezza dall’orifizio anale. La prima
misurazione deve essere condotta a 6 cm, la sonda
verrà poi estratta di 5 mm alla volta, fino a estrazione
completa, e a ogni step viene valutata la pressione a
riposo. La durata della registrazione a ogni step deve
essere sufficiente a rilevare, se presenti, le onde ultra-
lente e deve essere protratta quindi per almeno 30
secondi. Dopo il passaggio da uno step al successivo
si osserva spesso sul tracciato un transitorio aumento
delle pressioni in risposta al movimento della sonda
lungo il canale anale. La misurazione successiva
potrà iniziare solo dopo il ritorno al valore basale.
Il livello al quale la media dei valori registrati da
ogni canale è massimo è detto punto di massima pres-
sione. Il test prosegue riportando la sonda a questo
livello ed effettuando tre registrazioni in contrazione
e durante ponzamento.
La valutazione del RIRA e della sensibilità anoret-
tale viene riservata ai pazienti affetti da stipsi, inconti-
nenza, prolasso rettale e malattie infiammatorie che
coinvolgono il retto. Questa fase della manometria è
condotta con una sonda a canali elicoidali i cui orifi-
zi sono disposti a 5 mm l’uno dall’altro lungo la son-
da a esplorare tutti i quadranti del canale anale a dif-
ferenti altezze. Sulla sonda viene montato un pallon-
cino che può essere riempito di aria e svuotato trami-
te un apposito canale.
Lo strumento viene inserito per 5 cm in modo che il
Fig. 3. Tracciati ottenuti con sonda a canali elicoidali a 3.5,
3, 2.5, 2 cm dall’orifizio anale che documentano l’evoca-
zione del RIRA dopo riempimento del palloncino posizio-
nato in ampolla rettale con 20 ml di aria.
3,5 cm
3 cm
2,5 cm
2 cm
199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 202
CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 203
dimostrata un’associazione tra presenza di queste
onde e ipertono sfinteriale: sono infatti presenti nel
67-80% dei pazienti con ragade anale e solo nel
5% dei pazienti con normotono32
.
• Tono di contrazione sfinteriale (TCS). È la media
delle pressioni registrate dai canali con la sonda fer-
ma nel punto di massima pressione chiedendo al
paziente di contrarre “come per trattenere le feci”.
• Durata della contrazione volontaria. È il tempo,
espresso in secondi, che intercorre tra l’inizio del-
la contrazione e il ritorno alla pressione basale.
Modificazioni pressorie durante il ponzamento.
Vengono annotate le modificazioni del tracciato che
si ottengono chiedendo al paziente di “spingere come
per andare di corpo”. Va refertato se le pressioni han-
no una fisiologica riduzione, se rimangono invariate o
se si osserva un aumento paradosso.
Dalla valutazione del RIRA e della sensibilità si
ottengono i seguenti parametri:
• Presenza del RIRA. Il RIRA viene considerato pre-
sente se in seguito a riempimento del palloncino
posto nel retto si assiste a una riduzione di almeno
il 20% della pressione basale nel canale anale. Va
refertato il volume al quale si ha la comparsa del
RIRA o la sua eventuale assenza.
• Volume soglia della sensibilità. È il volume di
riempimento del palloncino al quale il paziente
riferisce la prima sensazione.
• Volume soglia del desiderio stabile di defecare. È
il volume di riempimento del palloncino al quale
il paziente riferisce la comparsa di un desiderio di
defecare che permane per almeno 15 secondi.
• Massimo volume tollerato. È il volume di riempi-
mento del palloncino al quale è necessario inter-
rompere l’esame per la comparsa di dolore o di
discomfort non tollerabile dal paziente. Non biso-
gna comunque superare il volume di 250 ml.
Ogni esame manometrico si conclude con la ste-
sura del referto che deve riportare:
• data, operatore;
• anagrafica del paziente;
• motivo dell’indagine;
• anamnesi chirurgica e farmacologica;
• LCA (mm);
• punto di massima pressione (mm);
• TBSMS (mmHg);
• eventuale presenza di onde lente e/o ultralente;
• TCS (mmHg);
• durata della contrazione volontaria (secondi);
• modificazioni pressorie durante il ponzamento
(riduzione/nessuna modificazione/aumento para-
dosso);
• volume di comparsa del RIRA (ml)/assenza del
RIRA;
• volume soglia della sensibilità (ml);
• volume soglia del desiderio stabile di defecare (ml);
• massimo volume tollerato (ml).
Discussione
Conoscere le condizioni funzionali preoperatorie
dell’anoretto può aiutare il chirurgo a scegliere e
modulare l’intervento. Questo è importante soprattut-
to quando si tratta un caso di patologia benigna, ove
all’intervento chirurgico non devono assolutamente
far seguito complicanze che possano essere ancor più
invalidanti della patologia di base.
L’esecuzione sistematica della manometria prima
di interventi proctologici permette di ridurre al mini-
mo le complicanze funzionali postoperatorie e rap-
presenta inoltre una garanzia medico-legale per l’o-
peratore, documentando eventuali anomalie preesi-
stenti all’intervento.
Abbiamo già ricordato la mancanza di accordo sul-
l’utilità clinica dei parametri misurati e sui test da ese-
guire. Dai test descritti possono essere estrapolati altri
parametri quali la pressione residua durante ponza-
mento, la durata del RIRA, la soglia oltre la quale non
aumenta l’ampiezza del RIRA, l’indice di asimmetria e
il volume pressorio. In letteratura vengono inoltre ripor-
tate numerose altre indagini da abbinare ai test propo-
sti, come la valutazione del riflesso della tosse, la misu-
razione della compliance e il vettogramma.
Riteniamo che la loro complessità debba limitarne
l’uso allo studio dei pazienti con alterazioni maggiori
della funzione anorettale.
L’utilità della manometria anche nella pratica
proctologica più frequente (trattamento di emorroidi,
ragadi, fistole) fa sì che questa indagine debba rag-
giungere una diffusione capillare e per questo debba
presentarsi come un esame di facile e breve esecuzio-
ne con risultati sintetici e chiari.
Il protocollo proposto richiede un tempo di esecu-
zione di circa 30 minuti e permette di descrivere in
circa 10 parametri la validità della sensibilità anoret-
tale e l’integrità della funzione sfinteriale e della coor-
dinazione da parte del sistema nervoso di tutti i mec-
canismi di continenza e defecazione.
199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 203
204 LA MANOMETRIA ANORETTALE: STANDARDIZZAZIONE DELLA TECNICA DI ESECUZIONE
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199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 204
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199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 205
UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE
Facoltà di Medicina e Chirurgia «A.Gemelli» - Roma
Dipartimento di Medicina Cardiovascolare
Unità Operativa di Chirurgia Vascolare
CORSI DI AGGIORNAMENTO TEORICO-PRATICO
LA CHIRURGIA VIDEOASSISTITA
DELL’INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA
6-7 giugno 2005
Direttore
Prof. Gregorio CINA
Il Corso è rivolto a Specializzandi e Specialisti in Chirurgia Vascolare o in Chirurgia
Generale interessati alla Chirurgia miniinvasiva videoassistita (SEPS) dell’insuffi-
cienza venosa cronica severa degli arti inferiori.
Al corso sono stati assegnati 15 (quindici) crediti ECM
Segreteria Organizzativa:
Servizio Formazione Permanente. Ufficio Congressi. Sig.ra Simonetta Salomone
Tel. 06/30154886 – Fax 06/3055397
e-mail: salomone.congressi@rm.unicatt.it
Segreteria scientifica
Dott. Alessandro Fiorentino
3475260975
199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 206

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  • 1. CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 199 La manometria anorettale: standardizzazione della tecnica di esecuzione DANIELE ORTOLANI, SERENA BONOMO, DANIELA BOTTURA, CRISTIANA CASTELLINI, CHIARA ZUGNI, PAOLA LOLLI Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Gastroenterologiche Facoltà di Medicina e Chirurgia Università degli Studi di Verona Riassunto La manometria anorettale rappresenta l’indagine di base per lo studio della funzione ano- rettale. La mancanza di una tecnica di esecuzione standard e di accordo in letteratura sul significato da attribuire ai parametri manometrici rappresentano però limiti importanti. Questo lavoro ha lo scopo di proporre uno standard nell’esecuzione della manometria e di centrare l’attenzione su parametri manometrici di semplice individuazione e interpretazio- ne per lo studio sistematico del paziente proctologico. Il protocollo da noi applicato si articola in 3 fasi: la profilometria con sonda a canali radia- li in estrazione continua, che meglio documenta la lunghezza del canale anale e l’esatta ubicazione del punto di massima pressione, la profilometria con sonda a canali radiali in estrazione stazionaria che, non provocando contrazione riflessa dell’apparato sfinteriale, permette una migliore valutazione della pressione sfinteriale a riposo e l’identificazione di onde lente e ultralente, e i test con sonda elicoidale e palloncino per la valutazione del riflesso inibitorio rettoanale e della sensibilità anorettale. Questo protocollo permette l’esecuzione della manometria in meno di 30 minuti e con- sente di descrivere in circa 10 parametri di facile rilevamento e interpretazione la validità della funzione anorettale. Parole chiave: manometria anorettale, incontinenza rettale Summary Anorectal manometry: standardisation of the execution technique. D. Ortolani, S. Bonomo, D. Bottura, C. Castellini, C. Zugni, P. Lolli Anorectal manometry is the basic investigation for the study of anorectal function.The lack of a standard execution technique and of any common definition of the manometric parameters constitutes a major limitation. The aim of the present study is to propose a standard technique for performing manometry. In addition we also focus on those manometric parameters that are easily identified and interpreted for the systematic study of a proctological patient.The protocol used is organised in three phases: (i) tests with a radial channel probe with continuous extrac- tion, which provide information on the length of the anal canal and on the precise site of max- imum pressure; (ii) tests with a radial channel probe with stationary extraction, which does not Corrispondenza a: Dott. Daniele Ortolani - Via Rotaliana, 19 - 38016 Mezzocorona (Trento). 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 199
  • 2. 200 LA MANOMETRIA ANORETTALE: STANDARDIZZAZIONE DELLA TECNICA DI ESECUZIONE coinvolgenti il retto e da prolasso rettale sanguinante. L’indagine va assolutamente evitata in caso di recenti interventi di chirurgia anorettale. Il paziente non deve necessariamente sospendere l’assunzione di farmaci, ma in questo caso il referto deve riportare la terapia in atto per permettere l’inter- pretazione dei dati ottenuti in funzione degli effetti Introduzione Un lavoro di Rao1 pubblicato nel 1997 ha dimo- strato che la manometria anorettale fornisce informa- zioni aggiuntive a quelle offerte dalla clinica nell’88% dei pazienti e che nel 76% dei casi queste nuove acquisizioni portano a un’ottimizzazione dell’iter diagnostico-terapeutico. Le patologie nella quali è stata dimostrata l’impor- tanza dell’esecuzione della manometria anorettale sono: ragade anale2-8 , emorroidi9-12 , fistole anali, incon- tinenza13-20 , stipsi21,22 , morbo di Hirschsprung23 , peri- neo discendente24 e prolasso rettale25-30 . Particolar- mente utile è anche la manometria preoperatoria in previsione di proctocolectomia restaurativa, resezione colica con anastomosi colorettale bassa o coloanale31 . La metodica presenta tuttavia alcuni limiti tra i quali vanno segnalati la mancanza di una standardiz- zazione nella tecnica di esecuzione, l’assenza di una nomenclatura univoca dei parametri misurati e la mancanza di un largo accordo sul loro significato dia- gnostico e prognostico. Scopo di questo lavoro è quello di proporre il pro- tocollo di esecuzione dell’esame e di individuare i parametri manometrici di semplice identificazione per lo studio del paziente proctologico. Note tecniche La preparazione intestinale è opzionale. Ai pazienti viene chiesto di evacuare prima dell’esecuzione del test che deve essere preceduto da un’esplorazione rettale. Se questa evidenziasse la presenza di feci in ampolla che potrebbero alterare i risultati dell’esame deve esse- re eseguito un clistere per favorirne lo svuotamento. La manometria non deve però essere eseguita prima che siano trascorsi almeno 30 minuti dall’esecuzione del clistere. Estrema cautela nell’esecuzione dell’indagine va posta nei pazienti affetti da ragadi in fase acuta parti- colarmente dolenti, da malattie infiammatorie croniche involve reflex contraction of the sphincter apparatus and therefore permits better evaluation of sphincter pressure when the muscles are relaxed as well as the identification of slow and ultra- slow waves; (iii) tests with a helicoidal probe and a balloon for the evaluation of the anorectal inhibitory reflex and of anorectal sensitivity. Using this protocol it is possible to perform manometry in less than 30 minutes and to define the importance of anorectal function with approximately 10 parameters which are easily identified and interpreted. Key words: anorectal manometry, faecal incontinence Chir Ital 2005; 57, 2: 199-205 Fig. 1. Esempio di tracciato ottenuto con profilometria ese- guita con sonda a 8 canali radiali in estrazione continua. È riconoscibile il punto di massima pressione a circa 2 cm dall’orifizio anale. 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 200
  • 3. CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 201 che determinati principi attivi possono avere sulla motilità e sulla sensibilità intestinale. Il paziente viene quindi invitato a mettersi disteso in posizione laterale sul fianco sinistro con le cosce flesse a 90° sul bacino e le gambe flesse sulle cosce. Si pro- cede quindi con l’inserimento della sonda opportuna- mente lubrificata, avendo cura che il lubrificante non occluda gli orifizi di sbocco nei sistemi idraulici.Vanno evitati preparati di associazione con anestetici locali che potrebbero alterare i test di sensibilità. La sonda è generalmente fornita di un segno di repere che permette di identificare i dati ottenuti da ogni canale con il quadrante del lume corrispondente. I tempi dell’esame sono 3: la profilometria con sonda radiale in estrazione continua, la profilometria con sonda radiale in estrazione stazionaria, la valuta- zione del RIRA (Riflesso Inibitore Retto-Anale) e della sensibilità anorettale. La profilometria con sonda radiale in estrazione continua è effettuata con una sonda flessibile a otto canali perfusi ad acqua i cui orifizi sono disposti cir- conferenzialmente alla stessa altezza. Vengono oggi sconsigliate sonde con trasduttore a palloncino (son- da di Shuster) per il loro elevato diametro e per l’im- possibilità di registrare separatamente le pressioni e le sonde rigide in quanto possono distorcere il profilo pressorio accentuando differenze radiali. Il paziente è invitato a rimanere rilassato, la sonda viene introdotta nell’ano per 8 cm e collegata all’e- strattore. Questo dispositivo permette lo scorrimento verso l’esterno della sonda a una velocità costante impostata dall’operatore. Ogni estrazione è definita “corsa”. La velocità consigliata è 0.5 cm/s. Per consi- derare valida una corsa per la registrazione dei dati e la loro elaborazione informatica bisogna fare atten- zione che la corsa stessa inizi all’interno del retto (valori pressori inferiori a 20 mmHg) e che termini appena oltre l’orifizio anale, dove la pressione si è appena azzerata su tutti i canali. I dati vengono ela- borati dalla media di almeno 3 corse valide. La profilometria con sonda radiale in estrazione stazionaria si esegue con la stessa sonda della profilo- metria in estrazione continua, ma registrando i valori pressori ottenuti mantenendo la sonda ferma a una Fig. 2. Immagine composta da tracciati ottenuti con profilometria eseguita con sonda a 8 canali radiali in estrazione stazio- naria. Sono riportati i tracciati registrati a 5, 4, 3, 2, 1, 0.5 cm dall’orifizio anale. 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 201
  • 4. 202 LA MANOMETRIA ANORETTALE: STANDARDIZZAZIONE DELLA TECNICA DI ESECUZIONE palloncino venga a trovarsi in corrispondenza dell’am- polla rettale e si procede con l’insufflazione di 20 ml di aria seguita dallo svuotamento completo. Si ripete la sequenza con volumi crescenti di insufflazione ogni volta di 20 ml fino a quando il paziente non è più in grado di tollerare la manovra e comunque non oltre- passando mai i 250 ml. Viene chiesto al paziente di riferire i volumi ai quali avverte la prima sensazione, il desiderio stabile di defecare e un fastidio o dolore tale da richiede l’interruzione dell’esame. I parametri manometrici essenziali ottenuti dalla pro- filometria con sonda radiale in estrazione continua sono: • Lunghezza del canale anale (LCA). È definita come la distanza tra il punto in cui si misura la pressione atmosferica, all’uscita del canale anale, e il margine prossimale del canale anale con sfintere a riposo, individuato dal punto in cui i valori pressori restano stabilmente al di sopra di 20 mmHg. Riteniamo che la LCA sia misurata più accuratamente tramite l’e- strazione continua, nonostante questa determini una contrazione riflessa degli sfinteri che tende a sovrastimarla. Al contrario l’estrazione stazionaria comporta la sottostima della LCA. Per ridurre il mar- gine di errore sarebbe necessario accorciare la distanza tra gli step, ma la metodica diviene inattua- bile con step inferiori ai 5 mm. • Punto di massima pressione. È definito come la distanza dall’orifizio anale alla quale, con sfintere a riposo, si registra il tono basale sfinteriale massi- mo (TBSM). Il TBSM è il più alto dei valori ricava- to facendo la media delle pressioni registrate da tutti i canali a una determinata altezza. I parametri manometrici essenziali ottenuti dalla profilometria con sonda radiale in estrazione stazio- naria sono: • Tono basale sfinteriale massimo stabile (TBSMS) o pressione massima media stabile. È definito come il più alto dei valori ricavato facendo la media del- le pressioni registrate da tutti i canali di un deter- minato step. È un importante indizio della funzio- nalità sfinteriale, in particolare modo della conti- nenza. Il suo impiego nel referto è da preferire al TBSM in quanto lo scorrimento della sonda nell’a- noretto causa una contrazione riflessa dell’appa- rato sfinteriale la cui entità non è prevedibile. • Presenza di onde lente e/o ultralente. Le onde lente sono fluttuazioni con frequenze da 6 a 20 cicli al minuto e ampiezze tra i 5 e i 15 cmH2O (3.7-11 mmHg). Le onde ultralente hanno frequenze com- prese tra 1 e 0.5 cicli al minuto e variazioni in ampiezza fra i 30 e i 100 cmH2O32 (22.1-73.5 mmHg). Il loro rilievo è più frequente in corrispon- denza del punto di massima pressione. È stata determinata altezza dall’orifizio anale. La prima misurazione deve essere condotta a 6 cm, la sonda verrà poi estratta di 5 mm alla volta, fino a estrazione completa, e a ogni step viene valutata la pressione a riposo. La durata della registrazione a ogni step deve essere sufficiente a rilevare, se presenti, le onde ultra- lente e deve essere protratta quindi per almeno 30 secondi. Dopo il passaggio da uno step al successivo si osserva spesso sul tracciato un transitorio aumento delle pressioni in risposta al movimento della sonda lungo il canale anale. La misurazione successiva potrà iniziare solo dopo il ritorno al valore basale. Il livello al quale la media dei valori registrati da ogni canale è massimo è detto punto di massima pres- sione. Il test prosegue riportando la sonda a questo livello ed effettuando tre registrazioni in contrazione e durante ponzamento. La valutazione del RIRA e della sensibilità anoret- tale viene riservata ai pazienti affetti da stipsi, inconti- nenza, prolasso rettale e malattie infiammatorie che coinvolgono il retto. Questa fase della manometria è condotta con una sonda a canali elicoidali i cui orifi- zi sono disposti a 5 mm l’uno dall’altro lungo la son- da a esplorare tutti i quadranti del canale anale a dif- ferenti altezze. Sulla sonda viene montato un pallon- cino che può essere riempito di aria e svuotato trami- te un apposito canale. Lo strumento viene inserito per 5 cm in modo che il Fig. 3. Tracciati ottenuti con sonda a canali elicoidali a 3.5, 3, 2.5, 2 cm dall’orifizio anale che documentano l’evoca- zione del RIRA dopo riempimento del palloncino posizio- nato in ampolla rettale con 20 ml di aria. 3,5 cm 3 cm 2,5 cm 2 cm 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 202
  • 5. CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 203 dimostrata un’associazione tra presenza di queste onde e ipertono sfinteriale: sono infatti presenti nel 67-80% dei pazienti con ragade anale e solo nel 5% dei pazienti con normotono32 . • Tono di contrazione sfinteriale (TCS). È la media delle pressioni registrate dai canali con la sonda fer- ma nel punto di massima pressione chiedendo al paziente di contrarre “come per trattenere le feci”. • Durata della contrazione volontaria. È il tempo, espresso in secondi, che intercorre tra l’inizio del- la contrazione e il ritorno alla pressione basale. Modificazioni pressorie durante il ponzamento. Vengono annotate le modificazioni del tracciato che si ottengono chiedendo al paziente di “spingere come per andare di corpo”. Va refertato se le pressioni han- no una fisiologica riduzione, se rimangono invariate o se si osserva un aumento paradosso. Dalla valutazione del RIRA e della sensibilità si ottengono i seguenti parametri: • Presenza del RIRA. Il RIRA viene considerato pre- sente se in seguito a riempimento del palloncino posto nel retto si assiste a una riduzione di almeno il 20% della pressione basale nel canale anale. Va refertato il volume al quale si ha la comparsa del RIRA o la sua eventuale assenza. • Volume soglia della sensibilità. È il volume di riempimento del palloncino al quale il paziente riferisce la prima sensazione. • Volume soglia del desiderio stabile di defecare. È il volume di riempimento del palloncino al quale il paziente riferisce la comparsa di un desiderio di defecare che permane per almeno 15 secondi. • Massimo volume tollerato. È il volume di riempi- mento del palloncino al quale è necessario inter- rompere l’esame per la comparsa di dolore o di discomfort non tollerabile dal paziente. Non biso- gna comunque superare il volume di 250 ml. Ogni esame manometrico si conclude con la ste- sura del referto che deve riportare: • data, operatore; • anagrafica del paziente; • motivo dell’indagine; • anamnesi chirurgica e farmacologica; • LCA (mm); • punto di massima pressione (mm); • TBSMS (mmHg); • eventuale presenza di onde lente e/o ultralente; • TCS (mmHg); • durata della contrazione volontaria (secondi); • modificazioni pressorie durante il ponzamento (riduzione/nessuna modificazione/aumento para- dosso); • volume di comparsa del RIRA (ml)/assenza del RIRA; • volume soglia della sensibilità (ml); • volume soglia del desiderio stabile di defecare (ml); • massimo volume tollerato (ml). Discussione Conoscere le condizioni funzionali preoperatorie dell’anoretto può aiutare il chirurgo a scegliere e modulare l’intervento. Questo è importante soprattut- to quando si tratta un caso di patologia benigna, ove all’intervento chirurgico non devono assolutamente far seguito complicanze che possano essere ancor più invalidanti della patologia di base. L’esecuzione sistematica della manometria prima di interventi proctologici permette di ridurre al mini- mo le complicanze funzionali postoperatorie e rap- presenta inoltre una garanzia medico-legale per l’o- peratore, documentando eventuali anomalie preesi- stenti all’intervento. Abbiamo già ricordato la mancanza di accordo sul- l’utilità clinica dei parametri misurati e sui test da ese- guire. Dai test descritti possono essere estrapolati altri parametri quali la pressione residua durante ponza- mento, la durata del RIRA, la soglia oltre la quale non aumenta l’ampiezza del RIRA, l’indice di asimmetria e il volume pressorio. In letteratura vengono inoltre ripor- tate numerose altre indagini da abbinare ai test propo- sti, come la valutazione del riflesso della tosse, la misu- razione della compliance e il vettogramma. Riteniamo che la loro complessità debba limitarne l’uso allo studio dei pazienti con alterazioni maggiori della funzione anorettale. L’utilità della manometria anche nella pratica proctologica più frequente (trattamento di emorroidi, ragadi, fistole) fa sì che questa indagine debba rag- giungere una diffusione capillare e per questo debba presentarsi come un esame di facile e breve esecuzio- ne con risultati sintetici e chiari. Il protocollo proposto richiede un tempo di esecu- zione di circa 30 minuti e permette di descrivere in circa 10 parametri la validità della sensibilità anoret- tale e l’integrità della funzione sfinteriale e della coor- dinazione da parte del sistema nervoso di tutti i mec- canismi di continenza e defecazione. 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 203
  • 6. 204 LA MANOMETRIA ANORETTALE: STANDARDIZZAZIONE DELLA TECNICA DI ESECUZIONE Bibliografia 1. Rao SS, Patel RS. How useful are manometric tests of anorectal function in the management of defecation disorders? Am J Gastroenterol 1997; 92: 469-75. 2. Schouten WR, Briel JW, Auwerda JJ. Relationship between anal pressure and anodermal blood flow. The vascular pathogenesis of anal fissures. Dis Colon Rectum 1994; 37: 664-9. 3. Klosterhalfen B, Vogel P, Rixen H, Mittermayer C. Topography of the inferior rectal artery: a pos- sible cause of chronic, primary anal fissure. Dis Colon Rectum 1989; 32: 43-52. 4. Kuypers HC. Is there really sphincter spasm in anal fissure? Dis Colon Rectum 1983; 26: 493-4. 5. Gibbons CP, Read NW. Anal hypertonya in fissures; cause or effect? Br J Surg 1986; 73: 443-5. 6. McNamara MJ, Percy JP, Fielding IR. A manometric study of anal fissure treated by subcutaneus lateral internal sphincterotomy. Ann Surg 1990; 211: 235-8. 7. Williams N, Scott NA, Irving MH. 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  • 7. CHIRURGIA ITALIANA 2005 - VOL. 57 N. 2 PP 199-205 205 30. Farouk R, Duthie GS, MacGregor AB, Bartolo DC. Rectoanal inhibition and incontinence in patients with rectal prolapse. Br J Surg 1994; 81: 743-6. 31. Halverston AL, Hull TL, Remzi F, Hammel JP, Schroder T, FazioVW. Perioperative resting pressu- re predicts long-term postoperative function after ileal pouch-anal anastomosis. J Gastrointest Surg 2002; 6: 316-21. 32. Read NW, Sun WM. Anorectal manometry. In Henry MM, Swash M. Coloproctology and the pel- vic floor. Butterworth-Heinemann, Oxford, 1992, 119-45. 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 205
  • 8. UNIVERSITA’ CATTOLICA DEL SACRO CUORE Facoltà di Medicina e Chirurgia «A.Gemelli» - Roma Dipartimento di Medicina Cardiovascolare Unità Operativa di Chirurgia Vascolare CORSI DI AGGIORNAMENTO TEORICO-PRATICO LA CHIRURGIA VIDEOASSISTITA DELL’INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA 6-7 giugno 2005 Direttore Prof. Gregorio CINA Il Corso è rivolto a Specializzandi e Specialisti in Chirurgia Vascolare o in Chirurgia Generale interessati alla Chirurgia miniinvasiva videoassistita (SEPS) dell’insuffi- cienza venosa cronica severa degli arti inferiori. Al corso sono stati assegnati 15 (quindici) crediti ECM Segreteria Organizzativa: Servizio Formazione Permanente. Ufficio Congressi. Sig.ra Simonetta Salomone Tel. 06/30154886 – Fax 06/3055397 e-mail: salomone.congressi@rm.unicatt.it Segreteria scientifica Dott. Alessandro Fiorentino 3475260975 199-206_Ortolani 28-04-2005 9:47 Pagina 206