La mappatura dei bisogni - seconda parte (Giorgio Visentin)
La formazione umanistica del medico di medicina generale (Norma Sartori)
1. La formazione umanistica
del medico di medicina generale
Norma Sartori – CliPSLab CSeRMEG
normasartori@tiscali.it
fabrizio.valcanover@yahoo.it
2. Riconoscere il nostro bisogno di cultura non significa sottovalutare la
necessità basilare degli esseri umani di sopravvivere, essere liberi, potere
lavorare, migliorare la propria condizione: è solo riconoscere che l'umanità
richiede anche significato, o almeno la possibilità di cercare un significato.
André Brink scrittore sudafricano
Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
3. Premessa
n uomo senza cultura
assomiglia a una zebra
senza strisce
antico proverbio del popolo
Masai)
ostituisce la suprema
necessità che si diano
dei medici pensanti, i
quali non siano disposti
a cedere il campo ai
tecnici della scienza.
M. Heidegger, Seminari di
Zollikon,Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
4. Background
• Nel 1995 ero tirocinante della Scuola di Formazione
Specifica di Trento e il dottor Valcanover era il mio
tutor (di li a pochi anni sarebbe diventato il direttore)
• La prima lezione di “Metodologia Clinica in MG” fu
aperta con la proposta di lettura e riflessioni di un
testo classico di Elio Vittorini (Conversazioni in Sicilia)
con l’obiettivo di riflettere sulle tematiche della vita e
della morte
• A questa ne seguirono molte in cui la lezione classica
era integrata con supporti letterari di vario genere
(lettura, scrittura, recita, paziente simulato etc)
Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
5. Background
ll’epoca in Italia era “rivoluzionario” parlare di relazione
medico paziente
ntrodurre lettura di testi letterari classici, visione di film,
percorsi di scrittura creativa e recita di una commedia
(“Il dottor Knok ovvero Il trionfo della medicina” di
J.Remains) fu considerato uno scandalo e un modo
provocatorio per distogliere gli specializzandi di MG dallo
studio della Vera Clinica, delle Linee Guida e per
allontanarli dalla cura dei pazienti
Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
Meno
commedie
più clinica!
6. Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
Il discente non è
una tabula rasa,
parto dalla sua
conoscenza - esperienza
Apprendimento significativo
(senza paura delle emozioni)
Metodo costruttivista
(cambiare il programma
in itinere)
Apprendimento come
cambiamento e
progetto per il futuro
Framework, setting,
conduzione d’aula
(approccio narrativo
+ restituzione)
L’approccio “umanistico” alla formazione
Approccio olistico
La collaborazione di gruppo
come meta-obiettivo
7. Alcuni eventi
• Marzo 2002 “ La relazione medico-paziente nella collezione ippocratica” incontro
con il dott. Maurizio Gimabalvo per una riflessione sulle caratteristiche della
relazione medico paziente nel contesto della polis greca
• Luglio 2002 “L’insegnamento della relazione medico – paziente” incontro con
J.F.Middelton (Leicester) Riflessione teorica sull’insegnamento della MG con
particolare attenzione alla relazione medico paziente
• Gennaio 2003 “L’ humor come strumento terapeutico” Riflessione con dott.
Leonardo Spina (associazione “Ridere per vivere”) sull’uso dello humor nel
processo di cura con particolare esperienza all’interno di ospedali, soprattutto
infantili. Visione del film Clown a Kabul (con Patch Adams)
• Febbraio 2003 “La trasmissione del sapere nelle comunità di pratica” seminario
con la prof. Silvia Gherardi (università di sociologia Trento). Introduzione del
concetto di “Comunità di pratica”. Riflessioni approfondite sulla turorship nella
formazione del medico di MG
• Visita del Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto (MART
sede di Rovereto) (2003)
• Visita al Film Festival di Venezia (2003)
• Stage di musica e danza africana (2005)
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8. I film: due esempi
• Il paziente con demenza
• Visione per intero del film “Iris un amore vero”
• Risposta ad alcune suggestioni traccia su inquadramento
diagnostico, terapeutico e gestionale del paziente con
demenza
• Stesura di un commento individuale libero
• Il paziente depresso:
• Visione per intero del film documentario di Alina Marazzi
“Un’ora sola ti vorrei”
• Analisi delle suggestioni emerse dal film
• Osservazioni sull’ approccio biografico al paziente depresso
• Gli approcci farmacologici e non
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9. Le poesie (anche lette in lingua originale)
• Foglietto illustrativo (percorso
di psichiatria)
• Contributo alla statistica
(seminario sulla ricerca)
• La cipolla (laboratorio della
relazione)
• Lode della cattiva
considerazione di sé
(conclusione di sessioni di
simulazione)
• Tutto (conclusione di sessioni
di simulazione)
• Le tre parole più strane
(conclusione di sessioni di
simulazione)
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Wislawa Szymborska
10. Charles Baudelaire, Spleen
Quando, come un coperchio, il
cielo basso e greve
Schiaccia l’anima che geme nel
suo tedio infinito,
E in un unico cerchio stringendo
l’orizzonte
Fa del giorno una tristezza più
nera della notte;
Quando la terra si muta in
un’umida segreta
Dove la Speranza, timido
pipistrello,
Sbatte le ali nei muri e dà la
testa
Nel soffitto marcito;
Quando le strisce immense della
pioggia
Sembrano le inferiate di una
prigione
E muto, ripugnante un popolo di
ragni
Dentro i nostri cervelli dispone
le sue reti,
Furiose a un tratto esplodono
campane
E un urlo tremendo lanciano
verso il cielo
Che fa pensare al gemere
ostinato
D’anime senza pace né dimora.
Senza tamburi, senza musica,
sfilano funerali,
A lungo, lentamente nel mio
cuore. Speranza
Piange disfatta e Angoscia,
dispotica e sinistra,
Va a piantarmi sul cranio la sua
bandiera nera.
Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
11. W.H.Auden, Give me a DOCTOR
Give me a doctor partridge plump
short in the leg and broad in the
rump
an endomorph with gentle hands,
who'll never make absurd
demands
thath I abandon all my vices,
or pull a long face in a crisis
but with a twinkle in his eye
will tell me that I have to die.
Voglio un medico simile ad una
grossa pernice,
gambe tozze e chiappe larghe,
un endomorfo dal tocco delicato,
che non mi faccia mai assurde
richieste
di rinunciare ad ogni vizio
o che diventi troppo serio nella
difficoltà
ma che con un guizzo di
divertimento negli occhi
mi dica un giorno che devo
andarmene.
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12. Narrazioni
arrazione di casi accaduti ai discenti:
• Individuazione dei bisogni formativi
• Mappatura delle teorie in uso
• Costruzioni di canovacci per simulazioni consulenza
al ruolo
• Apprendimento significativo, con attribuzione corale di
senso, attraverso l’individuazione di un titolo e di una
“morale” alla storia narrata
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13. Framework, setting, conduzione d’aula
estituzione del percorso formativo in stile
narrativo con ausilio di testi prodotti dai
discenti partecipanti, foto, immagini, poesie e
musica. Un esempio:
aluto Finale Bologna 2012Saluto finale
Bologna12.ppt
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14. Le simulazioni
La metodologia del paziente
simulato (SP) è una
metodologia didattica d’aula
ad alta intensità esperienziale
ma anche con contenuti meta-
didattici relativi alla abilità di
lavoro in team in modalità
cooperativa, allo stimolo alla
auto riflessione sul ruolo
professionale e sulle personali
caratteristiche emotive e
valoriali nel corso del lavoro.
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15. Le simulazioni
L’approccio umanistico alla
formazione
– si caratterizza per un approccio olistico,
– per l’uso di storie reali (approccio
biografico),
– si avvale della voce del paziente,
– analizza gli elementi clinici presenti nella
consultazione (applicazione linee guida),
– affronta le emozioni ed i conflitti emersi
dalla consultazione, consente un esercizio
costante sull’imprevisto che scaturisce
– favorisce, attraverso l’analisi e
l’autoconsapevolezza del processo che ha
condotto il medico alle decisioni
diagnostiche e/o terapeutiche, lo sviluppo
di uno stile professionale personale
– permette attraverso l’uso di metafore (un
titolo scelto dall’aula, la mappatura della
consultazione ecc.) di attribuire senso e
significato alle azioni condotte
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16. (Pre)conclusioni
• Inserire nella formazione le Humanities come un percorso separato
rispetto agli altri seminari può essere “rischioso”. Possono apparire
ai discenti come un argomento a se stante, di serie B,
complementari alla clinica, ma senza pari dignità. Possono essere
vissute come una perdita di tempo o un “intrattenimento” non
scelto e quindi a volte anche sgradito.
• La complessità e la sfida del loro inserimento nei percorsi formativi
sta nella capacità di integrarle nei curricula. Ma ancora di più, si
tratta di accettare l’appartenenza della medicina generale alle
scienze dell’uomo e strutturarne di conseguenza il percorso
formativo. La pratica clinica come una pratica olistica che si occupa
dell’uomo nella sua dimensione di salute e malattia avvalendosi
degli imprescindibili strumenti delle scienze della natura
(tecnologie, biologia, fisica, fisiologia, genetica, farmacologia ecc).
Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
17. “Il dottor Knok, ovvero il trionfo della medicina”
by J. Remains,1923
• A young doctor arrives in a mountain village to take the
place of the GP because the old doctor of the village is
transferring to a big city. The village was located in country,
the air and water were pure and the inhabitants were living
in a healthy way, happy and relaxed. So the old doctor
didn't have a lot of work, and he didn’t earn very much,
and his work was sometimes boring. When the young
doctor, called doctor Knok came things changed very
rapidly. He started to use a personal method in his work:
with the help of the teacher and the pharmacist, he was
able to transform all the inhabitants in just three months,
because they began to feel ill, and a lot of people started to
take unnecessary medicine and stayed in bed almost all
day, so all the inhabitants became real sick.
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18. • Un breve clip dalla commedia
rappresentata da colleghi tirocinanti,
mmg e personale della Scuola di
Formazione Specifica in Medicina
Generale di Trento nel 2006.
Grazie dell’attenzione
e buona visione
• Knok-200_termometri.avi
Norma Sartori - CliPSLab CSeRMEG
CONCLUSIONI