Durante il corso di "Economia dei sistemi di impresa" è stato realizzato un Case Study focalizzato sul distretto della calzetteria di Castel Goffredo. Nell'elaborato sono stati sviluppati i seguenti aspetti: la storia, l'analisi SWOT, lo studio dell'evoluzione del distretto ed infine come il distretto si è confrontato con la recente crisi economica.
4. 4
PRESENTAZIONE DEL DISTRETTO
Nella fascia Nord-Ovest di Mantova è ubicato il Distretto di Castel Goffredo, meglio noto in tutto il
mondo come la “Città della Calza”. In quest’area vengono concentrate le produzioni di calze e di
tutto ciò che ruota attorno alla calzetteria e all’intimo, pertanto è possibile identificare questo
distretto con il settore del tessile-calzetteria. Il distretto è stato riconosciuto dalla L.R. 5/1/2001 N°1
del 16/3/2001.
I comuni del distretto storico sono 13: Acquafredda, Casalmoro, Casaloldo, Casalromano, Castel
Goffredo, Castiglione D/S, Ceresara, Guidizzolo, Medole, Piubega, Remedello, Solferino, Visano.
In particolar modo il distretto qui analizzato risulta prevalentemente specializzato nella calzetteria
femminile, come collant e calze. La produzione è da sempre impegnata nella realizzazione di collant,
che ad oggi è ancora l’attività prevalente in termini di output, anche se nel tempo si è fatta spazio
la produzione di calze e gambaletti, che è sempre più in crescita. La produzione ha come target sia
la donna adulta sia le bambine.
A partire dal 1999 viene lanciata la calza seamless (senza cuciture), una vera e propria rivoluzione
per un mercato che aveva ormai raggiunto la sua maturità, questa produzione si è poi estesa anche
all’abbigliamento intimo.
Di recente hanno fatto la loro comparsa i leggins, facendo via via cambiare la concezione radicata di
collant e calze come accessorio diventando invece un capo d’abbigliamento.
Nel corso degli anni si è assistito a un ampliamento della gamma prodotti volta a soddisfare un
nuovo target: quello maschile.
7. 7
• 30% di quella mondiale.
Nel corso degli anni 90 il distretto si guadagna l’appellativo di “capitale europea della calza”, che
ben si giustifica visti i risultati.
La ridotta delocalizzazione del distretto trova la sua spiegazione in un insieme di fattori, tra i quali:
• bassa incidenza del costo della manodopera sul prodotto finito, che trova la sua spiegazione
nella forte automazione dei processi produttivi;
• scarsa produttività nonché affidabilità nei confronti delle industrie localizzate in quei paesi
dove il costo del lavoro è inferiore;
• la mancanza di terzisti qualificati per le varie fasi di lavorazione.
Questi aspetti non hanno tuttavia impedito del tutto delle forme di decentramento e
delocalizzazione all’estero, in particolar modo nei paesi dell’est Europa, di quelle fasi definite come
“labour intensive” (assemblaggio e cucitura).
Da sempre il focus del distretto è stato il rafforzamento e il miglioramento dei processi produttivi,
trascurando invece tutti gli aspetti legati al commerciale, alla gestione, alle attività di marketing e
infine quelli distributivi; questi ultimi aspetti risultano invece di vitale importanza nei momenti in
cui i consumi registrano un arresto, che si è verificato dal momento che il settore era giunto al suo
stadio di maturità.
Nel corso del tempo la competitività si è spostata dal piano produttivo a quello di marketing e
comunicazione, dove un ruolo centrale è ricoperto dalla marca. L’attenzione è stata quindi posta
sulle modalità con cui viene presentato il prodotto e sulla comunicazione che si intende trasmettere
dello stesso, a tal fine sono stati scelti accuratamente sia i canali commerciali sia quelli distributivi,
con conseguente riduzione della catena. Su questa scia si sono visti notevoli cambiamenti della
distribuzione tradizionale, infatti, mentre un tempo trovavamo il grossista e i venditori ambulanti,
oggi questi ruoli sono stati per la gran parte soppiantati dalla Grande Distribuzione e dalla Grande
Distribuzione Organizzata, generando un rapporto diretto tra i produttori; sono state inoltre
introdotte nuove modalità di vendita come il franchising.
8. 8
SCHELETRO DEL DISTRETTO
All’interno del distretto di Castel Goffredo operano le seguenti istituzioni:
• L’associazione Distretto Calza e Intimo A.DI.CI.;
• Il CSC Centro Servizi Calza;
• L’Associazione degli Industriali di Mantova, la quale fornisce servizi di consulenza sulle
problematiche aziendali;
• Sistema Moda Italia: l’Associazione italiana delle industrie della filiera tessile e
abbigliamento. Il suo obiettivo è l’affiancamento delle imprese nel risolvere problematiche
legate alla produzione, con uno sguardo attento verso le condizioni del mercato e le tecniche
di promozione e commercializzazione sia interne che esterne al Paese;
• La Banca di Credito Cooperativo di Castel Goffredo (ex Cassa Rurale ed Artigiana di Castel
Goffredo, ed ora divenuta Credito Padano grazie alla fusione con la Banca Cremonese), utile
a sostenere la crescita delle piccole e medie imprese nonché solida base per le attività svolte
dal Centro Servizi Calza;
• L’unione provinciale Artigiani e la Confederazione Nazionale degli Artigiani;
• Il Comune di Castel Goffredo e la Provincia di Mantova.
In particolare è utile, al fine di sviluppare la nostra analisi sullo sviluppo del cluster, concentrarsi su
due degli enti non appena elencati: il Centro Servizi Calza e l’A.DI.CI., i quali congiuntamente
costituiscono il cuore pulsante del cluster e permettono di individuare i legami che le imprese di
Castel Goffredo hanno sviluppato reciprocamente e con le istituzioni del territorio e non solo.
A.DI.CI.
L’associazione Distretto Calza e Intimo ricopre un ruolo centrale per Castel Goffredo, vestendo i
panni da un lato di incubatore di idee e dall’altro di luogo di confronto in cui poter sviluppare
progetti stando a contatto con i diversi operatori del territorio.
Le principali funzioni di A.DI.CI. sono:
• Svolgere attività di ricerca statistica e di elaborazione dati riguardanti l’andamento del
distretto e del settore a cui questo appartiene (grazie all’aiuto di istituti specializzati di
ricerca);
9. 9
• Promuovere attività per la sensibilizzazione delle istituzioni in tema di contraffazione;
• Intrattenere relazioni con le Università italiane per l’individuazione e lo sviluppo congiunto
di nuovi modelli di business;
• Mantenere saldi rapporti con i rappresentanti di altri distretti italiani della moda, al fine di
creare sinergie utili allo sviluppo di possibili politiche comuni;
• Interagire con gli istituti di credito con lo scopo di ottenere una politica di credito adeguata
al territorio;
• Mantenere costante e qualificata la propria presenza sulla stampa locale, nazionale e
internazionale per supportare gli obiettivi primari posti dall’associazione.
A tal proposito, si riporta qui di seguito una dichiarazione di Alessandro Gallesi, Presidente di
A.DI.CI., fatta durante un’intervista di “Il Gazzettino Nuovo”: “A.DI.CI. guarda al presente e al
prossimo futuro con rinnovata vitalità e con grande impegno, che fa parte del nostro modo di essere.
Bisogna operare sul piano della qualità e dell’innovazione ma non possiamo dimenticare
l’importanza del servizio ai clienti. Questo è l’unico modo per essere competitivi con il mercato
estero, soprattutto orientale. Perciò occorrono coraggio, positività e disponibilità al dialogo tra
imprenditori. Ce la stiamo mettendo tutta per motivare gli imprenditori disillusi del nostro settore.
Noi abbiamo voglia di fare e ci crediamo.”.
L’innovazione, in tutte le sue forme, è senza dubbio un tema di grande rilevanza all’interno del
distretto, e anticipare le sfide future tramite progetti di medio lungo termine è da sempre mission
dell’associazione; quest’ultima, nel tempo, è profondamente mutata, sviluppando in ultimo una
forte richiesta di solide forme di aggregazione tra imprenditori locali, anche al fine di scongiurare il
rischio di venire colpiti troppo duramente dalla crisi che incombe sull’economia in questi ultimi anni.
Per assistere maggiormente i diversi attori del distretto, A.DI.CI., in collaborazione con l’associazione
ad hoc “Noemi Trust”, ha scelto dal 2013 di divenire referente di più di 200 aziende fornendo
supporto ad operatori e istituzioni in caso di difficoltà.
Tramite il suo impegno, A.DI.CI. ha permesso al distretto di Castel Goffredo di offrire una
quantificazione oggettiva della situazione in cui perversa e dei trend in atto nel mercato di
riferimento, ha intessuto una fitta rete di rapporti a livello istituzionale, politico, imprenditoriale e
associativo, erigendosi a punto di riferimento riconosciuto e accreditato e permettendo così di
estendere la notorietà del distretto. Ad oggi, l’associazione presenzia nel Consiglio Direttivo
11. 11
strategie. L’attività formativa offerta dal centro è certificata, a garanzia del rispetto di
qualificati standard di competenza, affidabilità e trasparenza nei confronti dell’utenza;
• LAMODAinCALZA®: evento semestrale, che si tiene in primavera ed in autunno, in cui il CSC
presenta alle imprese le tendenze che ci si aspetta si sviluppino di lì a un anno per i diversi
prodotti che si sviluppano all'interno del distretto: dalla calzetteria all'intimo e al
loungewear, moda donna, uomo e bambino. Si tratta di un appuntamento molto importante
per tutti gli attori della filiera in quanto la programmazione della produzione all'interno delle
singole imprese viene progettata grazie, e subito dopo, a questo evento.
Le competenze del Centro Servizi Calza sono offerte agli attori del distretto al fine di:
• Realizzare “missioni esplorative” in Paesi esteri di interesse per gli operatori del distretto ed
incentivare le relazioni con operatori stranieri specializzati nei medesimi comparti;
• Fare da ponte tra la realtà distrettuale e le iniziative e gli incentivi offerti da Regione, Stato,
Unione Europea, assistendo le aziende nello sviluppo progettuale nonché in tema di
finanziamento;
• Costruire e mantenere forte il network tra aziende, enti e istituzioni del territorio.
È chiara quindi la convenienza e l’utilità di un simile ente, in grado di permettere agli associati non
solo di avere un punto di riferimento al quale appoggiarsi e che funga da rete di sostegno, ma anche
di poter contare su un centro i cui valori principali sono trasparenza e professionalità, che può
servirli e sostenerli nelle diverse esigenze aziendali, offre loro attività di formazione qualificate e a
condizioni vantaggiose e permette loro di accedere alla sua banca dati per effettuare indagini e
ricerche. Come precedentemente anticipato, il Centro Servizi Calza collabora anche con altre realtà
locali, quali l’Osservatorio Calzetteria Femminile e Sistema Moda Italia; tramite le sinergie venutesi
a creare tra questi attori si è data vita a diversi servizi, quali:
• Eventi tramite i quali da un lato si vuole presentare qual è il comportamento del
consumatore relativamente al prodotto calza e dall’altro si vogliono analizzare i dati relativi
alla produzione, al contesto economico e di mercato;
• Servizi di informazione, destinati alle aziende del comparto tessile, riguardanti l’analisi di
domanda e offerta per quanto riguarda la calzetteria femminile, trend attuali, dati
riguardanti il mercato, sia quello interno che quello esterno, in termini di quote export,
12. 12
informazioni riguardanti la struttura e lo sviluppo del distretto in un’ottica di produzione e
di distribuzione, etc. Questo tipo di servizio, essendo attualmente l’unico al quale la
calzetteria in generale può fare riferimento, si rivolge a tutti gli operatori del settore,
dall’imprenditore agli studiosi, cercando inoltre di stimolare lo sviluppo di politiche e
strategie future comuni. L’importanza di questo servizio è data, tra le altre cose, anche dal
fatto che in un contesto di competizione globale quale quello in cui si trova la calzetteria
oggigiorno, richiede informazioni specifiche e mirate utili ad attuare strategie efficaci.
13. 13
ANALISI SWOT
In questa parte dell’elaborato verrà effettuata, attraverso lo strumento dell’analisi SWOT, una
valutazione degli elementi di forza e di debolezza, delle opportunità e delle minacce presenti
all’interno del distretto della calzetteria di Castel Goffredo.
PUNTI DI FORZA:
1. CULTURALI
• Un forte senso della famiglia;
• Uno spirito fortemente imprenditoriale;
• Un elevato senso di appartenenza alla stessa comunità;
• Una spiccata attitudine culturale al lavoro.
2. ECONOMICI
• La conservazione del capitale economico, tecnologico e culturale all’interno dell’area;
• L’elevata, capillare e rapida diffusione delle conoscenze tecnologiche e delle informazioni;
• La sinergia con il polo produttivo bresciano dei macchinari tessili;
• La pratica per un lungo periodo di politiche “no brand”;
• La vocazione all’export;
• L’elevato tasso di attività e produttività;
• L’elevato intercambio di lavoratori tra le imprese;
• La presenza di manodopera specializzata;
• La presenza al suo interno del Centro Servizi Calza;
• La presenza del Salone Europeo della Calzetteria;
• L’esistenza di continui processi innovativi incrementali di produzione;
• Il supporto finanziario delle istituzioni bancarie locali;
• La bassa incidenza dei costi indiretti del lavoro (mense, trasporti etc.).
14. 14
PUNTI DI DEBOLEZZA
• La scarsa cultura commerciale: nel distretto sono presenti soprattutto aziende di
produzione, ma in un periodo di contrazione dei consumi, come quello attuale, sono
richieste anche altre competenze;
• La frammentazione del distretto: il grande numero di marchi all’interno del distretto può
rivelarsi una potenziale minaccia per la concentrazione della distribuzione;
• La disponibilità della tecnologia: una volta impiegata nei nuovi impianti è facilmente
accessibile a tutte le imprese, qualora si diffondesse nei paesi in cui è presente
manodopera a basso costo questi potrebbero diventare dei pericolosi concorrenti;
• La riduzione della professionalità: a causa dell’allungamento del percorso di studi, i
giovani arrivano in azienda a 25 anni senza alcuna preparazione tecnica e con un costo
più elevato per le imprese.
Per superare i punti di debolezza, le imprese del Distretto di Castel Goffredo dovranno:
• Investire in comunicazione e dar vita ad un valido collegamento con la distribuzione;
• Focalizzarsi sempre più sulla fascia “alta” della gamma di prodotto, abbandonando le
fasce basse di mercato che saranno coperte dalle imprese operanti nei paesi emergenti;
• Puntare sulle componenti a “valore aggiunto” del prodotto: l’elemento del fashion, del
comfort, del wellness, dell’estetica associata al beneficio per la salute, alla sostenibilità
energetica;
• Puntare sull’innovazione sia da un punto di vista produttivo che nei servizi offerti, sulla
consulenza al rivenditore, sulla flessibilità, su una sempre maggiore velocità di consegna
e sul packaging;
• Agire sulla riduzione dei costi delle attività non core della catena di fornitura;
• Sostenere la formazione aziendale, sia per i ruoli tecnici chiave, sia per nuovi approcci al
mercato e di management.
OPPORTUNITÀ
• Trentino Sviluppo offre alle imprese italiane che abbiano in Trentino una sede legale o vi
spostino parte del loro ciclo produttivo la possibilità di fare ricerca, sviluppando progetti
15. 15
che vengono sostenuti con contributi a fondo perduto che arrivano a cofinanziare fino
all’80% del costo, per un massimo di tre milioni;
• Linee di credito specifiche messe a disposizione da Banco Popolare;
• Riguardo ai filati si potrebbe esplorare l’utilizzo di materiali innovativi quali il grafene,
filati da materiali riciclabili o ecosostenibili;
• L’uso delle nuove tecnologie informatiche, per rendere sempre più smart i processi
logistici del settore tessile.
Negli ultimi decenni la tendenza delle imprese del distretto, soprattutto per quanto riguarda quelle
di dimensioni maggiori, è stata quella della delocalizzazione della produzione nei paesi in cui era
presente manodopera non specializzata a basso costo. Negli ultimi anni, invece, si sta riscontrando
una tendenza inversa, le imprese stanno tornando a produrre nei loro luoghi di origine. Questo
fenomeno prende il nome di “reshoring”. Nella maggior parte dei casi il rientro delle produzioni è
parziale e riguarda le fasi più delicate e a maggior valore aggiunto, ma sono presenti anche aziende
che hanno scelto di rilocalizzare gran parte della produzione.
Opportunità del reshoring:
• Rimettere in funzione e ammodernare vecchi siti produttivi;
• Presenza di aree caratterizzate da disponibilità di manodopera altamente qualificata;
• Maggiore produttività;
• Riduzione del time to market;
• Migliore livello qualitativo delle produzioni;
• Vicinanza ai mercati di sbocco.
MINACCE
• Concorrenza estera;
• Calo del prezzo medio dei prodotti;
• Calo delle esportazioni.
18. 18
• la delocalizzazione che ha messo in crisi le imprese terziste che lavoravano per le grandi
aziende;
• la diffusione dei laboratori cinesi che hanno portato alla sparizione di molti laboratori terzisti;
• l’incapacità degli operatori locali di fare “gruppo” e di collaborare;
• l’assenza sul territorio di un vero centro di R&S condiviso.
Le cause esogene sono:
• l’avvento sul mercato di nuovi player con strategie di “low price”;
• il cambiamento della struttura del mercato europeo e mondiale con la nascita di una nuova
tipologia di cliente molto più complessa;
• il cambiamento della moda;
• la contraffazione dei prodotti anche in termini di composizioni tessili;
• una politica comunitaria che non tutela e protegge il “made in”.
COME SCONFIGGERE LA CRISI
Perché il distretto riesca a sopravvivere, le imprese che lo compongono devono agire
immediatamente. Risulta fondamentale oggi investire su innovazione non solo di prodotto ma
soprattutto commerciale, distributiva, organizzativa e accedere a nuovi mercati. Produrre
calzetteria altamente tecnologica, innovativa e fashion per differenziarsi dai concorrenti. Questi
sono gli obiettivi che ogni azienda del distretto deve quotidianamente perseguire.
A livello di distretto invece, è indispensabile richiedere alle istituzioni e agli organi preposti azioni
sempre più incisive contro la contraffazione e contro ogni forma di illegalità che vada a danno di
tutte quelle aziende che continuano a investire in Italia per mantenere il primato qualitativo a livello
mondiale. È importante tutelare il consumatore anche attraverso l’istituzione di un ente di controllo
come l’Osservatorio Nazionale Tessile che, secondo alcune stime, potrebbe far recuperare fino ad
un 20% dei fatturati oggi persi a causa di prodotti contraffatti presenti nel mercato. Per essere
competitivo il distretto della calza intende creare sul territorio un centro di ricerca e sviluppo
adeguatamente dotato sui piani: tecnico, finanziario, in grado di sviluppare tutto il know-how
costruito nel distretto negli anni, potenziandolo fino a portare vantaggio anche da innovazioni
derivanti da altri settori.
19. 19
Lo stato dovrebbe anche aiutare le aziende con maggiori finanziamenti pubblici permettendo loro
di sviluppare progetti concreti, innovativi e in grado di incrementare le esportazioni.
Infine le aziende, per imboccare la strada del successo, devono pensare e attuare una politica mirata
all’export costruita facendo sistema tra tutti gli attori coinvolti nella filiera e con le istituzioni
pubbliche e bancarie. In altre parole, non si deve più ragionare in termini di distretto bensì in termini
di cluster.
Questa è la grande sfida che le aziende della calza devono vincere: innovare e sfruttare il know how
dei decenni che hanno reso famoso nel mondo le calze del distretto mantovano e fare sistema per
aiutare e aiutarsi.
A tal scopo, a febbraio di quest’anno, A.DI.CI. ha incontrato i rappresentanti di Trentino Sviluppo,
un’agenzia della Provincia Autonoma di Trento che si occupa di favorire lo sviluppo sostenibile del
sistema trentino. Dall’incontro è emersa la possibilità di unire le forze delle imprese del distretto, di
Trentino Sviluppo, della Fondazione Bruno Kessler e dell’Università di Trento per un’innovazione di
successo. Si sono intraviste nuove opportunità riguardo sia i possibili ambiti di ricerca sia il supporto
finanziario per la realizzazione dei progetti. Ci sono infatti i presupposti per poter accedere ad
agevolazioni previste dalla Provincia Autonoma di Trento e a forme di credito specifiche messe a
disposizione da Banco Popolare. Dalle visite in alcune aziende è emerso che, per esempio, riguardo
ai filati si potrebbe provare ad usare materiali innovativi come il grafene, filati da materiali riciclabili
o ecosostenibili grazie ai quali le imprese del distretto riuscirebbero a differenziarsi da tutte le altre.
Anche per quanto riguarda le attività di tintoria, il miglioramento dell’impatto ambientale di questa
lavorazione sia in termini di riduzione della risorsa idrica utilizzata, sia in termini di risparmio
energetico potrebbe essere la chiave del successo delle imprese che si occupano di questa fase.
Anche dal punto di vista dell’organizzazione aziendale ci sono margini di miglioramento. Per
esempio si possono usare nuove tecnologie informatiche per rendere più smart i processi logistici
del settore tessile.
Ci sono dunque più aspetti sui quali poter lavorare per permettere al distretto di sconfiggere la
concorrenza, di differenziarsi e di riavere la notorietà e la fama di un tempo.
CASO LYCRA E IL LEGWEAR INNOVATION DAY.
Lo scorso 25 ottobre, a Corte Cola a Gozzolina di Castiglione si è tenuta la quarta edizione del
Legwear Innovation Day. Si tratta di un evento organizzato da Invista, proprietaria del marchio Lycra,
20. 20
in collaborazione con Fulgar, il suo distributore esclusivo. Durante questo evento sono stati mostrati
tutti i progressi svolti nel campo della ricerca di nuove tecnologie per la creazione ed utilizzo del
filato.
È emerso che confort, versatilità e vestibilità sono le tre caratteristiche che i clienti ricercheranno
nei collant e nelle calze nel biennio 2017/2018 ed è verso questa tendenza che si è orientato lo
sviluppo tecnologico.
Dal punto di vista estetico, le “nuove” calze presentano delle stampe effetto tattoo, ma non
mancano anche i richiami alla tradizione con colori pastello tipici degli anni ’50, il ritorno dei
gambaletti e scaldamuscoli e l’unicità delle lavorazioni artigianali. Presenti anche le calze per chi
pratica sport e cerca comfort e tecnologia.
L’azienda di Castel Goffredo si è impegnata nello sviluppare una politica attenta all’ambiente. Il
settore tessile è uno dei più incisivi a livello di emissioni e non solo per le fibre sintetiche ma anche
per quelle naturali. Il risultato di Fulgar è quello di utilizzare tre fibre con caratteristiche di elasticità
e resistenza molto valide e che limitano le ricadute della produzione sull’ambiente.
Queste sono:
• La Emni Soul Eco che è biodegradabile. In genere sparisce nel giro di 3 anni evitando l’arrivo
in discarica e limitando l’emissione di CO2.
• La QNova è ottenuta riciclando un prodotto preesistente ed è trasformata attraverso un
processo esclusivamente meccanico che porta ad una riduzione dell’80% delle emissioni e
del 90% del consumo di acqua.
• Evo che è una fibra naturale che deriva dai semi di ricino e riduce del 27% l’emissione di CO2
e del 52% il consumo idrico.
Oggi dunque non ci si limita più alla bellezza e alla comodità ma si punta anche a prodotti
ecosostenibili. È questo l’aspetto che potrebbe rendere le calze del distretto di Castel Goffredo
diverse e migliori di tutte le altre.
21. 21
IL CLUSTER DI CASTEL GOFFREDO
Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo ad oggi può essere considerato un vero e proprio
cluster.
Il cluster si differenzia dal tradizionale distretto industriale per il solido legame tra i diversi attori
coinvolti, il quale porta alla creazione di un sistema, sia dal punto di vista territoriale che dal punto
di vista strategico per la creazione di progetti di sviluppo comune.
Volendo analizzare uno ad uno gli elementi che rendono Castel Goffredo un cluster vero e proprio,
è utile utilizzare il Diamante di Porter, strumento adeguato per l’analisi della competitività del
territorio, e successivamente approfondire quelli che sono gli elementi distintivi del cluster.
1. Diamante di Porter:
• Contesto strategico di rivalità tra le imprese:
Come risposta alla crisi economica dell’ultimo decennio le imprese del distretto hanno
sviluppato una sempre più forte volontà di aggregazione che si è tradotta nello sviluppo di
associazioni come CSC che si propongono di creare e fortificare la rete esistente tra le
imprese e gli altri attori del territorio. L’aggregazione comporta una crescita della
competitività e incentiva le aziende ad investire nell’innovazione.
• Settori e imprese collegate:
Non c’è monocultura in quanto sono presenti imprese appartenenti a diversi settori
produttivi e operanti in diverse fasi della catena del valore.
• Condizioni della domanda:
Inizialmente la domanda era mono prodotto (calze e collant), successivamente si è registrata
da un lato una risposta positiva da parte dei consumatori verso i prodotti seamless e
loungewear, e dall’altro un’apertura dell’offerta anche al segmento maschile, il quale a sua
volta ha riscosso successo.
• Condizioni degli input:
Il personale delle aziende che compongono il cluster è altamente qualificato grazie a corsi di
formazione forniti internamente ed esternamente; per quanto riguarda invece l’aspetto
finanziario solida base d’appoggio è data dal Credito Pagano.
Grazie alla forte comunicazione interna e alla creazione di aziende con livelli e prestazioni maggiori
rispetto ad altre aree, si può definire quello di Castel Goffredo un ambiente pro-attivo. Il cluster,
come elemento di organizzazione sul territorio, è importante poiché favorisce la competitività,
22. 22
stimola e consente processi d’innovazione, può aiutare ad aumentare la produttività e l’efficienza
dei rapporti tra le imprese
2. Elementi distintivi del Cluster:
• Industria:
Il requisito minimo affinché un distretto venga definito Cluster è la presenza di almeno 100
imprese e 1.000 occupati. Nel Cluster in questione sono presenti circa 1.300 imprese, tra le
quali troviamo sia grandi marchi che piccole imprese a conduzione prevalentemente
familiare, e 12.500 occupati. Oltre alle imprese che producono per il settore della calzetteria
sono presenti altre numerose aziende costruttrici dei macchinari tessili e fornitrici di servizi
complementari.
• Enti pubblici:
Fanno parte del cluster anche il Comune di Castel Goffredo e la Provincia di Mantova.
• Corpi intermedi:
Sono presenti all’interno del distretto alcune associazioni, tra le quali le più influenti sono le
già citate A.DI.CI. e CSC, che operano al fine di facilitare la collaborazione tra le imprese del
distretto promuovendo lo sviluppo dello stesso. L’unione provinciale Artigiani e
la Confederazione Nazionale degli Artigiani svolgono la fondamentale funzione di
rappresentare gli interessi delle imprese nella mediazione tra le imprese e lo Stato.
L’Associazione tessile e salute collabora con le aziende del distretto per garantire la sicurezza
del prodotto tessile e la tutela del Made in Italy.
• Media:
Tra i principali obiettivi di A.DI.CI. vi è il suo impegno nell’intrattenimento di costanti rapporti
coni media locali e nazionali.
• Finanza:
La Banca di Credito Cooperativo di Castel Goffredo (divenuta Credito Padano
successivamente ad una fusione con Banca Cremonese) opera in collaborazione con le
associazioni del distretto, in particolare CSC, sostenendo le piccole e medie imprese del
territorio.
• Università e formazione:
23. 23
Centro Servizi Calza organizza attività formative certificate all’interno del Cluster; in più, si
stanno sempre più consolidando i rapporti tra Castel Goffredo e l’Università di Trento, la
quale ha sviluppato dei progetti legati all’innovazione nel settore della calzetteria.
Il territorio in cui è situato il distretto della calzetteria è competitivo perché può contare su una rete
di appoggio all’attività produttiva in senso stretto in quanto sono presenti nell’area, insieme alle
aziende di produzione, anche l’insieme degli attori appena presentati. Grazie a questa
concentrazione territoriale e allo spill-over tra aziende e istituzioni, il personale sviluppa maggiori
competenze tecniche del settore, le quali diventano sinonimo di manodopera specializzata e quindi
di qualità.
In conclusione possiamo affermare che il concetto di contiguità territoriale storico è stato superato:
i confini del distretto storico a 13 comuni sono stati sorpassati e si è iniziato a ragionare in ottica di
aggregazione di prodotto, risultato della capacità di sviluppare una strategia progettuale comune;
la categoria merceologica è stata ampliata introducendo la calzetteria maschile, il seamless e il
tecnologico sportivo.
Il distretto di Castel Goffredo, in particolare negli ultimi anni, sta puntando tutto sull’integrazione,
riconoscendo il sistema che sta alla sua base, al fine del superamento della crisi iniziata nel 2008, la
quale ha comportato un sensibile calo delle esportazioni e della produzione. Grazie alla
collaborazione dei vari agenti locali, il distretto ha mosso i suoi primi passi in direzione del cluster,
motivo per cui si può affermare che vi sia una componente programmatica (planned) nella sua storia
più recente.
Volendo infine indagare sulle mancanze del cluster di Castel Goffredo, nel 2014 è stata rilevata una
forte carenza infrastrutturale con particolare attenzione alle poche vie di accesso disponibili, alla
mancanza della fibra ottica, anche a causa della distanza tra le aree industriali, al costo elevato
dell’energia elettrica, alla mancante struttura logistica e agli scarsi servizi pubblici; perciò diviene
chiaro il fatto che se si volesse fare un ulteriore passo avanti nello sviluppo della Città della Calza
bisognerebbe innanzitutto migliorare il fattore infrastrutturale.
24. 24
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
• “Euro e distretti industriali - Una ricerca nella realtà lombarda” a cura di Giorgio Brunetti, Mario Marelli,
Federico Visconti; Franco Angeli 2000.
• Il Gazzettino Nuovo: n del 11/02/16
• www.adici.it
• www.calze.com/storia_capitale_della_calza.asp
• www.centroservizicalza.it
• www.osservatoriodistretti.org
• www.shimaseiki.eu/company/
• www.mantovanotizie.com/distretto-calzetteria-castel-goffredo
• www.clusterobservatory.eu
• http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2016/04/28/news/un-altro-anno-nero-per-l-export-
della-calza-1.13380752
• http://gazzettadimantova.gelocal.it/mantova/cronaca/2016/10/25/news/calza-ecosostenibile-le-fibre-di-
invista-sono-a-basso-impatto-1.14307930
• http://www.ilgazzettinonuovo.it/carpenedolo/7-febbraio/23719-l-innovazione-del-distretto-della-calza-di-
castel-goffredo-passa-per-trento.html