2. Influenze
Schopenhauer si pone come punto di incontro tra esperienze filosofiche piuttosto
eterogenee. Da ognuno dei seguenti filosofi o movimenti lo interesseranno:
• Platone: la teoria delle idee come forme eterne sottratte alla caducità della vita.
• Kant: l'impostazione soggettivistica della ricerca della conoscenza.
• Illuminismo: il filone materialistico.
• Voltaire: la tendenza a demistificare le credenze tramandate.
• Romanticismo: i temi dell'infinito e del dolore.
• L'antico Oriente: ammirazione della figura del profeta e prezioso repertorio di
immagini e espressioni suggestive.
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3. Il velo di Maya
In maniera totalmente opposta a Kant, S. definisce il fenomeno come illusione e
sogno ed il noumeno come realtà. Nel mondo l'essenza delle cose è come
nascosta da un velo di Maya (fenomeno) ed il compito del filoso e scostare questo
velo per comprendere il reale.
Per S. il fenomeno è una rappresentazione soggettiva della coscienza degli
uomini: questo significa che il mondo come l'uomo lo conosce non è altro che una
propria visione, differente quindi da quella di un altro uomo ("il mondo è la mia
rappresentazione").
Tuttavia l'uomo è conscio (dipendentemente dalla sua intelligenza) della falsità
delle rappresentazioni, per cui il suo fine è svelare il reale.
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4. Volontà di vivere
L'unica possibilità di squarciare il velo di Maya è data dall'introspezione:
comprendere che la cosa che anima l'uomo, come anche l'universo, è la brama o
volontà di vivere.
Per S. quando l'uomo vive il suo corpo, lo sottrae all'approccio fenomenizzante. In
questo modo l'essenza è puro noumeno che quindi non può essere intrappolato
nel concetto di individualità o soggettività.
L'essenza è volontà di vivere, energia o impulso ed è:
• Unica.
• Eterna
• Incausata e senza scopo
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5. Volontà di vivere
Identificandosi come una forza libera, cieca, indistruttibile e senza alcun fine, S.
comprende come gli esseri viventi stessi, dominati dalla volontà di vivere, esistono
solamente per vivere e continuare a vivere. Senza alcun senso profondo o
assoluto.
Più l'essere vivente è intelligente e cosciente di sé, più perde in sicurezza: per
questo gli uomini sono gli unici ad aver raggiunto questa scoperta e destinati ad
esserne tormentati.
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6. Pessimismo
Essendo l'essere manifestazione di una volontà infinita e inappagabile, il volere
presume il desiderare e desiderare significa essere manchevole di qualcosa. Per
questo gli esseri viventi, specialmente gli uomini, sono destinati a vivere in un
continuo stato di tensione.
Ciò che viene chiamato godimento o gioia non è altro che un brevissimo attimo di
felicità destinato a lasciare spazio ad una eternità di sofferenze e tensioni. Inoltre il
piacere esiste solo in funzione del dolore.
Per S. la vita si manifesta come un pendolo che oscilla incessantemente tra dolore
e noia passando per attimi istantanei di felicità.
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7. Amore
Neppur l'amore può salvare l'uomo da questa sofferenza poiché il sentimento
stesso affonda le sue radici nella mancanza e nella sessualità. Nel non sentirsi
amati e nel desiderio del piacere, per questo anche l'amore procreativo appare
peccaminoso: il fine di ogni atto di amore è l'eros. L'unico tipo di amore esente da
questa considerazione è l'amore disinteressato della pietà.
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8. Contro l'ottimismo
S. è annoverato tra i più importanti maestri del sospetto (insieme a Marx, Freud e
Nietzsche) per la sua critica alle ideologie tradizionali, viste come mascheramenti
dei più bassi istinti e desideri dell'uomo. Dall'esistenza di Dio (necessaria all'uomo
per non sentirsi solo e debole) come alla tendenza di considerare l'uomo un
animale sociale e naturalmente neutrale (suggerendo invece che la natura
dell'uomo come per gli altri animali è la sopraffazione del più debole, Darwin).
Contro la storia, similmente a Nietzsche, afferma che essa non sia di alcun aiuto
all'uomo poiché è dedita all'analisi di situazioni particolari non vedendo l'uomo nel
suo insieme. La storia porta a credere che l'uomo sia cambiato, cosa del tutto
falsa.
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9. Liberazione dal dolore
L'unico modo per liberarsi dal dolore non è il suicidio, affermazione stessa della
volontà di vivere, ma:
• L'arte: intesa come momento catartico in cui l'uomo dimentica la pesantezza
della vita e crea arte, intesa come rivelazione della volontà a se stessa,
• La morale: intesa come vivere una vita dedita alla cura degli altri, alla pietà e
alla con-passione, in modo da assumere su di sé il dolore cosmico.
• L'ascesi: la morale presuppone un attaccamento alla vita e di conseguenza al
fenomeno. Attraverso l'ascesi l'uomo si libera dalle catene che lo rendono
umano (fame, sete, …) in modo da estirpare il proprio desiderio di vita
approdando solamente ad una sensazione di pace (nirvana buddista).
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