1. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
I NUMERI DEL SUICIDIO,
TRA MISURA E ZONE D’OMBRA
LA LETTURA SOCIALE DI UN FENOMENO INDIVIDUALE
2. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Numeri
Il suicidio è la causa di morte di un
americano ogni diciassette secondi,
di un italiano ogni tre ore, di un
milione di persone l’anno nel
mondo.
È il primo motivo di decesso per i
soggetti nel pieno della loro vita, tra i
25 e i 44 anni.
3. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Lettura sociale
È un fenomeno al tempo
stesso individuale e
sociale
Alcuni fattori di contesto
sono poco significativi,
altri completano i punti di
vista di discipline
differenti
4. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Lettura sociale
Di qui la lettura sociale,
attraverso i dati
Primi studi nell’Ottocento,
epoca della mania suicida
5. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Lettura sociale
In Svezia, primato di
pubblicazione dei
primi dati
In Francia
pubblicazione regolare
nei registri del
Ministero di Grazia e
Giustizia (1817-1827).
In seguito, statistiche
ufficiali di alcuni stati
europei (Prussia,
Norvegia, Austria,
Belgio, Inghilterra…)
6. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Zone d’ombra
Sui primi dati nascono
statistica morale e fisica
sociale
Le statistiche non
forniscono un quadro
completo della realtà
Prime difficoltà già
nell’Ottocento
7. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Zone d’ombra
Per Strahan il numero dei
sucidi conteggiati
ufficialmente è inferiore alla
realtà di circa il 50%.
Krose rileva che le statistiche
prussiane affidate a religiosi
differiscono molto da quelle
statali attivate dal 1883.
Lo stesso accadde in Austria
e Ungheria, dove il tasso
suicidario aumenta in un anno
del 50%.
8. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Halbwachs trova che in
Francia il Ministero
dell’interno e il
Dipartimento per la
giustizia criminale indicano,
tra il 1902 e il 1912,
percentuali diverse anche del
16%.
Di qui le zone d’ombra
Zone d’ombra
9. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Le statistiche usano criteri
non sempre omogenei e
comparabili.
Le fonti sono rilevamenti
ospedalieri o relazioni
delle autorità di pubblica
sicurezza.
Vergogna, il voler celare il
suicidio e negligenza
favoriscono
l’”undereporting”
Zone d’ombra
10. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Non sono contemplati
incidenti stradali inspiegabili,
suicidi in carcere, overdose,
morti di anziani, ecc.
I dati permettono di descrivere
trend, ma non di individuare le
cause del fenomeni
I dati sul suicidio sono da
“maneggiare con cura”
Zone d’ombra
11. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Ogni anno, circa
un milione di
persone muore
nel mondo
Il suicidio
rappresenta circa
il 3% fra le cause
di morte.
Il suicidio nel mondo
12. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Negli adolescenti sotto i 15 anni
è la prima causa di morte in
alcuni Paesi (Cina, Svezia,
Irlanda, Australia e Nuova
Zelanda).
È la prima causa di morte per le
persone dai 15 ai 24 anni in
moltissimi Paesi
Lo è pressoché in tutti i Paesi
del mondo per gli adulti tra i
25 e i 55 anni (più di guerre e
omicidi).
Il suicidio nel mondo
13. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Dal 1950 al 1995 la
percentuale di morti per
suicidio è cresciuta
globalmente del 60%.
Nel 2020 i morti per suicidio
nel mondo potrebbero essere
1,53 milioni.
Il suicidio nel mondo
14. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Gli uomini si tolgono la
vita tre volte più delle
donne
Le donne, soprattutto
giovani, tentano il
suicidio più degli uomini.
I tentati suicidi sono da
10 a 20 volte di più dei
suicidi commessi.
Il suicidio nel mondo
15. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
I costi sociali sono enormi.
Si stima che ogni suicidio
colpisca in modo devastante
altre sei persone.
L’ingestione di pesticidi è uno
dei metodi più diffusi per il
suicidio (3 milioni di casi l’anno,
250.000 morti).
Il suicidio nel mondo
16. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
I tassi più alti (OMS 2000)
sono in Europa in particolare
nell’Europa dell’Est, e in Paesi
asiatici come Cina e Giappone.
Quelle più basse in America
Latina, Paesi Arabi e in alcuni
Paesi come Argentina, Brasile,
Kuwait e Thailandia.
I Paesi africani non forniscono
dati sufficienti.
Il suicidio nel mondo
17. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
I fattori di rischio variano
per continenti e Paesi diversi.
I disturbi psichici sono
associati al 90% dei casi.
Tra i fattori ambientali,
problemi di relazione e
familiari, violenze, lutti, divorzi
e separazioni, ma anche
solitudine.
Influiscono anche le condizioni
economiche
Il suicidio nel mondo
18. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
I fattori di protezione sono le
buone relazioni familiari, la
fiducia in se stessi, la
capacità di chiedere aiuto, di
confrontarsi con gli altri e
imparare, una rete di buone
relazioni con amici, vicini,
compagni di lavoro o di scuola,
l’integrazione nel lavoro e nel
tempo libero.
Il suicidio nel mondo
19. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
In Italia si contano ogni anno
tra 3500 e 4000 i suicidi ogni
anno per l’OMS, intorno ai
3000 per l’ISTAT
I dati provengono dall’Autorità
giudiziaria o sanitaria
Spesso non sono coerenti tra
loro e vengono aggiornati con
un ritardo di almeno 2-3 anni.
Il suicidio in Italia
20. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Nel 2007, i suicidi “ufficiali” sono stati per l’Istat 3.061 (706
donne e 2.355 uomini), con un tasso di 5,2 su 100.000
persone
Prevalgono nel Nord Est
La regione che appare con il più alto tasso è la Valle d’Aosta,
con l’11,3%000 e la più bassa la Puglia con il 2,4%000.
Nel 2006, meno del 1% dei suicidi aveva meno di 18 anni,
poco meno di due terzi erano in età lavorativa (dai 18 ai 64
anni) e oltre un terzo aveva superato i 65 anni.
Il suicidio in Italia
21. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Tra i principali “moventi”,
la malattia psichica, in
metà dei casi, poi motivi
affettivi, economici,
malattie fisiche e “motivi
d’onore”
Dal 1950 a oggi, il tasso di
suicidi in Italia ha toccato
il punto più basso a metà
degli anni ’60 e quello più
alto intorno al 1985
Dal 1985 al 2006, è stato
altalenante
Il suicidio in Italia
22. Il suicidio in Italia
Fonte: IstatFonte: Istat
Fonte: Istat
23. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Negli anni più recenti in
Italia, quindi, il fenomeno
del suicidio appare
tendenzialmente stabile,
mentre è in calo nei Paesi
del Nord Europa, dove i
tassi erano molto più alti.
Tuttavia, l’OMS per il 2002
attribuisce all’Italia di
4.069 casi di suicidio, il
25% in più rispetto ai
dati forniti dall’Istat
stesso (2.949).
Il suicidio in Italia
24. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
In una ricerca della rivista Altroconsumo, datata 2004, sui
comportamenti e le credenze relative al suicidio (su 3.370
persone adulte) il 35% del campione conosceva qualcuno che
aveva tentato il suicidio e il 49% una persona morta per
suicidio.
Il 13% aveva avuto nell’ultimo anno idee suicide, l’8% in
modo persistente.
Lo 0,43 per cento ha tentato il suicidio nell’ultimo anno.
Questo corrisponde a 430 su 100.000 persone, 10 volte di
più dei tassi ufficiali.
Il suicidio in Italia
25. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Dall’epoca di Durkheim,
poi, le cose sono
cambiate, almeno in
parte.
Sono cambiati i luoghi
del suicidio: non grandi
città (il suicidio conosce i
suoi tassi più bassi in
metropoli come Parigi,
Londra, New York), ma
soprattutto zone rurali.
I trend attuali
26. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Il sociologo francese credeva che
l’arricchimento generasse anomia,
disorientamento e angoscia e che
il tasso di suicidi aumentasse al
crescere del benessere
economico.
Oggi, il tasso di suicidi è più alto
nei paesi ricchi, ma non è più
“un affare da ricchi”.
È un problema di chi è povero
in un paese ricco.
I trend attuali
27. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Le donne si
suicidano ancora tra
le 3 e le 4 volte
meno degli uomini,
nonostante
l’evoluzione socio-
culturale e la parità
I trend attuali
28. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Nel secolo scorso i giovani si
suicidavano molto poco
Oggi, il tasso di suicidio degli
adulti e degli anziani diminuisce,
quello dei ragazzi aumenta.
Secondo Christian Baudelot e
Roger Establet, i giovani si
suiciderebbero perchè vittime
delle nuove forme
d’occupazione precaria, della
disoccupazione, della
competitività e della percezione
di assenza di prospettive
I trend attuali
29. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
Per gli intervistati il
disagio giovanile non è
correlato a fattori
economici e sociali
hard (degrado,
miseria, mancanza di
capitale sociale), ma a
variabili soft (debolezza
delle relazioni, la
marginalità sociale, la
solitudine, la
mancanza di sostegno
in famiglia o tra gli
amici).
I trend attuali
30. Roma, 10 marzo 2011 – Paola Panarese
I trend relativi al suicidio
dimostrano che quello
giovanile non è un
destino, una sorta di
“effetto collaterale”
dell’essere giovani.
È piuttosto il prodotto
di una serie di cause
piuttosto eterogenee.
Non possiamo parlare, in
sostanza, di “un
suicidio”, giovanile o
maturo che sia.
I trend attuali