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CEO di Sia Aerospace cmenzionato nell'innovazione by AlumniPolimi IT
1. MARCO TANTARDINI, L’INGEGNERE CHE
CATTURA ASTERODI ORA PUNTA TUTTO SUI
DRONI
Abbiamo fatto una chiacchierata con Marco Tantardini, l’ex studente del Politecnico di Milano (laurea Ing.
Aerospaziale 2006) che l’anno scorso vinse uno degli AlumniPolimi Awards per l’importanza scientifica del suo
progetto spaziale in collaborazione con la NASA riconosciuto a livello mondiale.Marco ha studiato un sistema
robotico in grado di catturare asteroidi nello spazio, portarli vicino all’orbita lunare, riuscendo, in questo modo, ad
analizzarli e studiarli più facilmente.
Ma le avventure spaziali di Marco Tantardini non finiscono qui… Tutti gli aggiornamenti di Marco in questa
intervista!
Dal giorno dell’Award ad oggi è passato quasi un anno, a quali sono le cose più belle che ti sono successe?
Una novità a cui tengo molto riguarda la mia recente collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI), che mi
sta dando modo di continuare il lavoro iniziato nel 2010 con NASA, che nel 2013 aveva portato alla definizione
dell’Asteroid Redirect Mission (ARM), il programma americano per la Human Space Exploration dopo la Stazione
Spaziale Internazionale. L’ASI recentemente mi ha dato la responsabilità di essere il punto di contatto con NASA
nelle discussioni riguardo le opportunità di collaborazione Italia-USA nel programma ARM: credo che il nostro
paese e la nostra industria potranno avere un ruolo importante, mantenendo una leadership nel settore spaziale e
in particolare nel volo umano che ci viene riconosciuta in tutto il mondo.
Qual è la tua prossima sfida professionale?
Nel giugno del 2013, due mesi dopo l’annuncio del programma ARM da parte della Casa Bianca e NASA, la
curiosità ha voluto farmi incontrare il settore degli Unmanned Aerial Vehicles (UAVs), più comunemente noti come
droni: ne sono rimasto folgorato.
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2. Ne sapevo ben poco e in modo superficiale, in quanto fino a quel momento, pur avendo una laurea in ingegneria
aerospaziale (che contiene sia aeronautica che spazio), la mia attività professionale si era concentrata sullo spazio,
trascurando l’aeronautica. Ho così fondato DronSystems, una società americana ed inglese, che sta sviluppando
DroNav, un sistema altamente automatizzato di Air Traffic Management per piccoli droni civili operanti a bassa
quota: credo fortemente che questo elemento, al momento mancante, sia necessario per permettere che questo
settore dall’altissimo potenziale cresca in modo importante.
Come per ARM, all’inizio ho dovuto fronteggiare molto scetticismo, e ancora oggi non è facile convincere gli
investitori (la finanza si riempie la bocca di lodi e analisi di successi non scontati e degli inizi difficili come SpaceX o
Palantir, per poi fare l’opposto mostrando una totale mancanza di visione a lungo termine), ma ci si prova e si
insiste a testa bassa, e starà al tempo dire che la cosa avrà una grande impatto o rientrerà silenziosa nella lista dei
fallimenti. Io ci credo, e questa nuova esperienza riesce ad essere ancora più eccitante e stimolante delle
precedenti in cui mi sono ritrovato coinvolto. A proposito: di talento non se ne ha mai abbastanza, e se qualche
giovane neolaureato del Polimi, specialmente in computer science, fosse interessato all’argomento e credesse di
avere delle competenze compatibili al progetto, si faccia avanti, trovate i miei contatti sulla mia scheda
AlumniPolimi!
Qual è il più bel ricordo della giornata degli Awards dell’anno scorso?
Ho un bellissimo ricordo della giornata degli Awards dell’anno scorso: arrivai un po’ in anticipo, in modo da avere il
tempo per poter passeggiare per il campus di via Durando e ripensare ai tre anni difficili trascorsi tra quelle aule.
La leggera nebbia di fine novembre rese l’atmosfera ancora più favorevole.
Cercando di innovare ci si ritrova naturalmente per la maggior parte del tempo nello stato mentale rivolto verso un
futuro possibile, ma credo fortemente che non ci sia vera innovazione senza una presa di coscienza delle proprie
radici.
Una piccola breve sosta in cui ci si ferma per guardarsi indietro riconoscendo la strada fatta, ricordandosi che
nonostante i tanti dubbi alla fine si è andati lontano (nel primo anno di ingegneria, specialmente dopo i laboratori di
matematica applicata da cui uscivo frastornato, pensai più volte che forse avrei fatto meglio ad iscrivermi ad
economia!), è un’esperienza importante per provare a fare ancora meglio domani.
Se tu dovessi consegnare simbolicamente il premio all’Award di quest’anno, quale sarebbe il tuo augurio
personale?
Augurerei al vincitore dell’Award 2015, così come lo auguro a me stesso, che questo sia solo l’inizio. Ogni
riconoscimento è una responsabilità in più per fare meglio domani.
Segnalaci giovani Alumni Polimi che hai conosciuto (personalmente, sul web, nelle nostre storie) su cui
scommetteresti.
Questa estate ho avuto la fortuna di conoscere Joyce Adriano Losi, fondatore e CEO di SIA Aerospace, società
già incubata dal Polimi. Ha sviluppato un prodotto molto interessante, per attenuare lo shock da impatto in caso di
crash di un elicottero, e Joyce mi ha impressionato: molto preparato, convincente, con le idee chiare.
Quanto è stato importante l’esperienza all’estero per la tua crescita professionale? (3 motivi per vedere
l’esperienza all’estero come opportunità fondamentale per il proprio percorso professionale)
3. English version
Penso che ormai l’esperienza all’estero sia fondamentale e necessaria, anche perchè ormai l’estero con internet
arriva fino al nostro divano di casa. Io per esempio passo la maggior parte delle mie giornate in teleconferenze con
persone sparse per tutto il mondo: in Europa come negli Stati Uniti, o in Australia o in Russia.
Così come immagino che l’estero stia entrando sempre di più nei campus del Polimi, da quando è stata presa la
scelta coraggiosa di tenere i corsi in inglese, permettendo a professori e studenti stranieri di arricchire l’ambiente.
Per quanto mi riguarda, posso chiaramente vedere un prima e un dopo rispetto al mio periodo di studio e di prima
esperienza di lavoro all’estero: quei pochi mesi mi hanno liberato un potenziale che non credevo di avere.
Non amo le liste, ma se proprio devo indicare tre motivi per vedere l’estero come opportunità fondamentale per il
proprio percorso professionale, scelgo: #1 apertura mentale; #2 presa di coscienza e aumento autostima; #3
cambio di passo.
Nel tuo lavoro quanto contano le doti manageriali e le soft Skills? Come le hai affinate dopo la laurea?
Nella vita che mi sto cercando di inventare da quando mi sono laureato, le soft skills contano tantissimo: devo
riuscire a trovare il talento, convincerlo a lavorare con me alla mia visione, gestire il team mettendo la giusta
pressione e provando a non perdere troppo spesso la rotta, devo sapermi relazionare all’esterno in modo da
trasferire l’attività puramente tecnica in un prodotto di cui vengano riconosciute necessità e qualità.
Hai un consiglio/messaggio da inviare ai tuoi “colleghi” Ingegneri, neolaureati al Poli?
Buon divertimento: dopo la necessaria fatica per laurearsi, il bello viene ora (finalmente!).
Scopri i vincitori degli AlumniPolimi Awards delle passate edizioni:
AlumniPolimi Awards 2014
AlumniPolimi Awards 2013
AlumniPolimi Awards 2012
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