Perché si parla di Stress Lavoro Correlato? Evoluzione dei modelli organizzativi aziendali: verso la social organization. La normativa.Presentazione del modello di valutazione e gestione del rischio proposto dall’INAIL: referenze,specificità, modalità di compilazione e analisi risultati
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Incentivi alle imprese
OSCILLAZIONE DEL TASSO DEL PREMIO PER PREVENZIONE (OT24)
Cos’è?
E’ un «sconto» sul premio assicurativo dovuto all’INAIL a favore delle aziende che:
• sono operative da almeno un biennio;
• hanno eseguito interventi per il miglioramento delle condizioni di sicurezza e di
igiene sui luoghi di lavoro in aggiunta a quelli minimi previsti dalla normativa in
materia (D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.).
La riduzione si applica in misura fissa e varia al variare del n° di lavoratori:
• fino a 10 28%
• da 11 a 50 18%
• da 51 a 200 10%
• oltre 200 5%
…
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CONTESTOIl contesto
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Incentivi alle imprese
OSCILLAZIONE DEL TASSO DEL PREMIO PER PREVENZIONE (OT24)
Destinatari
I datori di lavoro che presentano domanda (entro il 29 febbraio) e:
• siano in regola con gli obblighi contributivi, assicurativi e con le disposizioni
obbligatorie in materia di prevenzione infortuni e di igiene del lavoro;
• nell’anno solare precedente, abbiano effettuato gli interventi di miglioramento
individuati nel modello OT/24 ottenendo un punteggio di 100.
L’attuazione di una buona prassi per migliorare le condizioni di salute e sicurezza
nel luogo di lavoro pesa 50 punti.
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CONTESTO
OT/24
Il contesto
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D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 (Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009 n. 106)
SEZIONE II ‐ VALUTAZIONE DEI RISCHI
Articolo 28 ‐ Oggetto della valutazione dei rischi
1. La valutazione di cui all’articolo 17, comma 1, lettera a), anche nella scelta delle attrezzature di
lavoro e delle sostanze o dei preparati chimici impiegati, nonché nella sistemazione dei luoghi di
lavoro, deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi quelli
riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress
lavoro‐correlato, secondo i contenuti dell’Accordo Europeo dell’8 ottobre 2004, e quelli riguardanti
le lavoratrici in stato di gravidanza, secondo quanto previsto dal decreto legislativo 26 marzo 2001,
n. 151, nonché quelli connessi alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri Paesi e
quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro
e i rischi derivanti dal possibile rinvenimento di ordigni bellici inesplosi nei cantieri temporanei o
mobili, come definiti dall’articolo 89, comma 1, lettera a), del presente decreto, interessati da
attività di scavo.
…
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La normativa
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D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 (Testo coordinato con il D.Lgs. 3 agosto 2009 n. 106)
SEZIONE II ‐ VALUTAZIONE DEI RISCHI
Articolo 28 ‐ Oggetto della valutazione dei rischi
1‐bis. La valutazione dello stress lavoro‐correlato di cui al comma 1 è effettuata nel rispetto delle
indicazioni di cui all’articolo 6, comma 8, lettera m‐quater, e il relativo obbligo decorre dalla
elaborazione delle predette indicazioni e comunque, anche in difetto di tale elaborazione, a far
data dal 1° agosto 2010.
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Termine prorogato al 31 dicembre 2010 dalla Legge 30 luglio 2010 n. 122 articolo 8 comma 12
La normativa
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D.Lgs. 09 aprile 2008 n. 81 e s.m.i.
• Ha individuato lo stress lavoro correlato (SLC) come uno dei rischi oggetto sia di valutazione
(secondo i contenuti dell’Accordo Europeo del 08/10/2004) sia di adeguata gestione.
• Demandato alla Commissione Consultiva Permanente per la salute e sicurezza del lavoro il
compito di elaborare le indicazioni necessarie alla valutazione del rischio SLC, successivamente
emanate il 17/11/2010 sotto forma di un “percorso metodologico che rappresenta il livello
minimo di attuazione dell’obbligo…”(Comunicato del Ministero del Lavoro in G.U. n.304 del
30/12/2010). Queste sono:
Brevità e semplicità
Metodologia applicabile ad ogni organizzazione e a gruppi di lavoratori esposti in maniera
omogenea allo SLC
Eventuale metodologia più complessa applicabile nel caso in cui la conseguente azione
correttiva laddove non abbia ridotto il rischio
Individuazione di un periodo transitorio di durata limitata per la programmazione e il
completamento delle attività degli obbligati
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La normativa
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Valutazione e gestione del rischio SLC: il modello
• Individuato dal Dipartimento medicina del Lavoro dell’ex ISPESL (Istituto Superiore Prevenzione
Sicurezza Lavoro), ora INAIL, dopo un’attenta analisi di benchmarking internazionale.
• È basato sul Modello Management Standards approntato dall’Health and Safety Executive
(HSE), il cui “questionario‐strumento indicatore” è stato validato nel Regno Unito e nella
Repubblica Irlandese su più di 26.000 lavoratori.
• La metodologia ISPESL‐HSE è stata tradotta e contestualizzata alla luce del D. Lgs 81/2008 e
s.m.i. e raccordato con le esperienze del Coordinamento Tecnico Interregionale della
prevenzione nei luoghi di lavoro e del Network Nazionale per la Prevenzione Disagio Psicosociale
nei luoghi di lavoro.
• E’ stato inizialmente validato in Italia attraverso un processo che ha coinvolto 6.300 lavoratori,
75 aziende di diversi settori, istituti universitari e strutture del Servizio Sanitario Nazionale.
• E’ stato ulteriormente testato tra il 2014 e il 2016 in più di 1000 aziende da INAIL (settore ricerca,
dipartimento medicina del lavoro) in collaborazione con 14 regioni, 2 province autonome (TN e BZ) e
le Università di Verona e Bologna durante l’attuazione del progetto CCM (Centro nazionale
Controllo e prevenzione Malattia)
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Il modello
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Valutazione e gestione del rischio SLC: il modello
• Si fonda su un approccio partecipativo tra DL, figure della prevenzione e lavoratori al
fine di identificare e gestire le fonti/cause potenziali di stress.
• Ha come obiettivo di apportare regolari miglioramenti alla gestione dello SLC.
Agevola infatti:
o La preparazione dell’organizzazione
o L’identificazione dei fattori di rischio stress
o La raccolta dati
o La valutazione del rischio
o La formalizzazione dei risultati
o Il monitoraggio e il controllo del piano d’azione per la riduzione del rischio
• Consiste in un approccio per fasi, basato sulle sei principali dimensioni organizzative
chiave (Management Standards) riconosciute come potenziali fattori di rischio SLC.
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Il modello
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1. Fase propedeutica
E’ necessario preparare l’organizzazione attraverso il coinvolgimento di tutti (dirigenti,
preposti, MC, RSPP, ASPP, RLS e lavoratori).
COME?
• Costituzione di un Gruppo di Gestione della Valutazione con il compito di
programmare e coordinare l’intero processo valutativo, nonché monitorare ed
agevolare l’attuazione del programma.
• Sviluppo di una strategia comunicativa e di coinvolgimento (informazione/formazione
in base al ruolo).
• Sviluppo del piano di valutazione del rischio che garantisca risorse adeguate
(economiche, umane, temporali) durante tutto il processo.
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Il modello
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2. Valutazione preliminare
• Consiste nella rilevazione di indicatori di rischio da SLC oggettivi e verificabili.
• Può essere condotta dal Gruppo di Gestione della Valutazione attraverso lo strumento
Lista di controllo che monitora tre famiglie di indicatori:
o EVENTI SENTINELLA (es. indici infortunistici, assenze per malattia, turnover, segnalazioni
formalizzate, procedimenti e sanzioni)
o Fattori di CONTENUTO DEL LAVORO (es. ambiente di lavoro e attrezzature, pianificazione dei
compiti, orari di lavoro, carichi e ritmi di lavoro)
o Fattori di CONTESTO DEL LAVORO (es. ruolo nell’ambito dell’organizzazione, autonomia
decisionale e controllo, conflitti interpersonali, evoluzione e sviluppo di carriera, comunicazione)
• Ad ogni indicatore è associato un punteggio che concorre al punteggio complessivo
dell’area. La somma dei punteggi delle tre aree consente di identificare il
posizionamento nella tabella dei livelli di rischio relativizzando il punteggio ottenuto
sul valore massimo.
• Link esempio organizzazione con ‐30 unità
• Link esempio organizzazione con +30 unità
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Il modello
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3. Valutazione approfondita
Il questionario‐strumento indicatore:
• è facile e garantisce l’anonimato
• è utilizzabile da aziende con 10 o più lavoratori
• permette di analizzare i risultati rispetto a un valore standard di riferimento
• facilita la percezione del rischio SLC rispetto alle sei principali dimensioni organizzative
(Management Standard) riconosciute come potenziali fattori di rischio:
1. DOMANDA
2. CONTROLLO
3. SUPPORTO
4. RELAZIONI
5. RUOLO
6. CAMBIAMENTO
Per ciascuna dimensione vengono forniti alcuni parametri di riferimento utili a
identificare le condizioni ideali cui tendere.
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Schema
Il modello
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Management Standard: DOMANDA
• Comprende aspetti quali il carico di lavoro, l’organizzazione del lavoro e l’ambiente di
lavoro.
• Lo standard prevede che il lavoratore sia in grado di soddisfare le richieste e che
vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta a problemi individuali.
• Le condizioni ideali/stati da conseguire sono:
o richieste realizzabili durante l’orario di lavoro,
o attività concepite sulla base delle competenze del lavoratore,
o adeguata attenzione all’ambiente in cui i lavoratori prestano l’attività.
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Il modello
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Management Standard: CONTROLLO
• Riguarda l’autonomia dei lavoratori sulle modalità di svolgimento della propria attività
lavorativa.
• Lo standard prevede che il lavoratore possa decidere sul modo di svolgere il proprio
lavoro e che esistano, a livello locale, sistemi di risposta a problemi individuali.
• Le condizioni ideali/stati da conseguire sono:
o controllo del lavoratore sui propri ritmi di lavoro (ove possibile),
o stimolo al lavoratore a sviluppare nuove competenze,
o gestione pause compatibili con le esigenze del lavoratore.
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Management Standard: SUPPORTO
• Include l’incoraggiamento, il supporto e le risorse fornite dall’azienda.
• Lo standard prevede che il lavoratore dichiari di avere informazioni e supporto adeguati
dai colleghi e superiori e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di risposta a
problemi individuali.
• Le condizioni ideali/stati da conseguire sono:
o adozione di procedure e politiche in grado di offrire sostegno adeguato ai
lavoratori,
o conoscenza dei lavoratori delle modalità di accesso alle risorse necessarie per
svolgere il proprio lavoro,
o feedback puntuale e costruttivo ai lavoratori.
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Management Standard: RELAZIONI
• Include la promozione di un lavoro positivo per evitare conflitti ed affrontare
comportamenti inaccettabili.
• Lo standard prevede che il lavoratore non si percepisca quale oggetto di
comportamenti inaccettabili (mobbing) e che vengano forniti, a livello locale, sistemi di
risposta a problemi individuali.
• Le condizioni ideali/stati da conseguire sono:
o promozione di comportamenti positivi sul lavoro,
o possibilità di condividere informazioni relative al proprio lavoro,
o esistenza di sistemi per favorire la segnalazione di insorgenza di comportamenti
inaccettabili.
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Management Standard: CAMBIAMENTO
• Valuta in che misura i cambiamenti organizzativi vengano gestiti e comunicati.
• Lo standard prevede che il lavoratore venga coinvolto e gli vengano forniti, a livello
locale, sistemi di risposta a problemi individuali.
• Le condizioni ideali/stati da conseguire sono:
o informazioni opportune da parte dell’azienda per la comprensione delle
motivazioni all’origine dei cambiamenti proposti,
o consapevolezza dei lavoratori dell’impatto che un determinato cambiamento
potrebbe avere sull’attività lavorativa,
o garanzia di un supporto adeguato durante la fase di cambiamento.
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Il modello