SlideShare a Scribd company logo
1 of 19
Download to read offline
18© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Nello studio delle lingue straniere, a chi non è mai capitato di porsi quesiti come “Si può
dire do a mistake in inglese?”, “è giusto dire feu jaune (semaforo giallo) in francese?”, “si dice
empezar con (iniziare con) in spagnolo?” Quante volte all’insegnante che ci aveva appena ri-
sposto si è chiesto disorientati “Perché si dice make a mistake?”, “Perché si dice feu orange (let-
teralmente semaforo arancione)?”, “Perché si dice empezar por?”; e quante volte l’insegnante
ha replicato con un laconico e deludente “Perché si dice così”?
Ciò che si cela dietro questo trito «perché si dice così» è la collocazione.
La collocazione è la combinazione di due o più parole che tendono a presentarsi insieme
nello stesso enunciato o tra enunciati prossimi. Tuttavia, ogni lingua ha per ogni parola un
diverso repertorio di collocazioni. Queste differenze tra collocazioni rendono più complica-
ta di quanto si pensi la padronanza di una lingua straniera. Anche se è vero che gli scambi
comunicativi possono concludersi con successo nonostante l’uso di espressioni linguistiche
inusuali per un madrelingua, la glottodidattica dovrebbe favorire lo sviluppo di una maggiore
accuratezza linguistica nell’apprendente. Perché, come scriveva Sinclair in Corpus, Concordan-
ce, Collocation (Sinclair 1991:175) «la naturalezza sta al testo come la correttezza grammaticale
sta alla frase».
contributi
L’articolo tratta un argomento linguistico poco presente nella didattica delle lingue: il fenomeno
della collocazione, appartenente alla categoria delle unità fraseologiche, per cui "due o più parole
tendono a presentarsi insieme nello stesso enunciato o tra enunciati prossimi". Una prima parte
è dedicata alla spiegazione linguistica della collocazione, alle sue caratteristiche; una seconda alle
potenzialità didattiche del concetto, in termini di produzione e comprensione, riassumibili nel
superamento di quella forma di interlingua che rende l’utilizzatore capace di farsi intendere ma
limitato dal transfer negativo proveniente dalla sua lingua madre. Di qui l’utilità di memorizzare
un certo numero di collocazioni per un’esposizione fluida nella lingua straniera. Seguono
numerosi esempi tratti dall’Oxford Collocations Dictionary e il suggerimento dell’uso di strumenti
e accorgimenti che spaziano dall’inglese (prevalente) ad altre lingue correnti, anche in funzione
dei corpora, altra modalità di scoperta del comportamento di un elemento lessicale presente in
vari campioni di lingua.
«Ma si può dire in inglese?»
La collocazione nelle lingue
straniere
Giuseppe Patti
19© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
La collocazione: descrizione del fenomeno
Questo articolo si propone di descrivere il fenomeno linguistico della collocazione e di
avanzare delle proposte concrete finalizzate all’introduzione del concetto di collocazione nella
glottodidattica suggerendo agli insegnanti possibilità concrete di utilizzo.
Anche se non ce ne accorgiamo, nelle lingue le parole sono solite co-occorrere in sequenze
formulari (Henriksen 2013:12) o unità fraselogiche (Lewis 2000:130) più o meno fisse e
prevedibili. Nella vastissima categoria delle sequenze formulari o unità fraselogiche possiamo
trovare le citazioni <sanza ‘nfamia e sanza lodo>, <a rose by any other name>; i proverbi <chi
dorme non piglia pesci>, <too many cooks spoil the broth>, <a amor mal correspondido, ausencia
y olvido>; le espressioni fisse (Beccaria 2008:154) o formule pragmatiche <Pronto, chi par-
la?> (Firth 1951:190-215), <Have a nice day>, <Buenos días>; le lexicalized sentence stems
<This means that…>; le frasi idiomatiche o modi di dire <tirare le cuoia>, <kick the bucket>,
<tomar el toro por los cuernos>; i segnali o marcatori del discorso <dai>, <I mean>, <pues
bien>; i phrasal verb <the high cost put me off the idea> ed anche le collocazioni.
Nella storia della linguistica, si è formulata più di una definizione di collocazione. Tut-
tavia, le definizioni più chiare ed operativamente più utili di cui disponiamo si devono a
Ramesh Krishnamurthy ed Elisabetta Ježek.
Mentre, per lo studioso indiano (Krishnamurthy 2006:596-600), la collocazione è la «co-
occorrenza di due o più parole, che tendono a presentarsi insieme (contigue o a distanza) più spesso
di quanto si potrebbe prevedere», l’accademica italiana (Ježek 2005:178) definisce la collocazio-
ne «una combinazione di parole soggetta a una restrizione lessicale, per cui la scelta di una speci-
fica parola (il collocato) per esprimere un determinato significato, è condizionata da una seconda
parola (la base) alla quale questo significato è riferito».
Alla luce di tali definizioni, sono da considerarsi collocazioni combinazioni quali <stabilire
un primato>, <sconfitta schiacciante> e <profondamente commosso> in italiano; <take a picture>
(scattare una foto), <firmly convinced> (fermamente convinto), <burning question> (domanda
urgente) in inglese; <echar gasolina> (fare benzina), <chiste verde> (barzelletta spinta) in spa-
gnolo; <Tisch decken> (apparecchiare la tavola), <lockere Zahn> (dente traballante) in tedesco;
ecc…
Dal punto di vista della forma, le collocazioni risultano sempre composte da almeno due
elementi: un nucleo o base o node e un collocato. Il collocato, a seconda della lingua presa
in esame e a seconda della funzione grammaticale e sintattica svolta, può precedere o seguire
il nucleo (Figura 1).
20© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
nucleo, base, node Collocato nucleo, base, node
It. Prendere una decisione
Eng. Take (BrEng)
Make (AmEng)
a decision
a decision
Esp. Tomar una decisión
Fr. Prendre une décision
De. eine Entscheidung Treffen
nucleo, base, node Collocato nucleo, base, node
It. Una decisione difficile
Eng. A difficult decision
Esp. Una decisión difícil
Fr. Une décision difficile
De. Eine schwierige Entscheidung
nucleo, base, node Collocato
It. Il vento soffia
Eng. The wind blows
Esp. El viento sopla
Fr. Le vent souffle
De. Das Wind bläst
Figura 1. Esempi di collocazione
A partire dagli studi sulla collocazione condotti da Firth (Firth 1957; 1968), si è osservato
come le collocazioni ricorressero non solo nel linguaggio comune, ma anche in alcune parti-
colari varietà e registri della lingua. Ad esempio, nei linguaggi settoriali esistono collocazioni
che si presentano con una tale frequenza da far pensare a delle vere e proprie formule fisse.
Si trovano casi di collocazioni privilegiate nei più svariati ambiti: da quello della politica
(<porre la fiducia>, <varare una legge>), a quello dell’economia (<parziale insolvenza>, <dena-
ro liquido>, <accendere un mutuo>), da quello della scienza (<descrivere un’orbita>, <il sangue
si coagula>), a quello giuridico (<adire le vie legali>, <emettere una sentenza>), ecc…
Come ha osservato Chitra Fernando (1995:216) nel suo Idioms and Idiomaticity, «nella
scala ideale delle espressioni idiomatiche, le collocazioni, si stabiliscono all’estremità inferiore».
Infatti, le collocazioni presentano delle caratteristiche (Faloppa 2010) che le pongono a metà
strada tra le espressioni idiomatiche e le combinazioni libere:
21© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
1.	 La non-composizionalità
2.	 L’immutabilità semantica degli elementi lessicali
3.	 La parziale sostituibilità dei costituenti
4.	 La relativa autonomia dei componenti.
1. Con non-composizionalità si intende che il significato di una collocazione non è il risul-
tato della semplice somma dei significati dei singoli componenti, ma presenta un elemento
semantico aggiuntivo conferito proprio dalla loro co-occorrenza. Si considerino i casi of-
ferti dalle seguenti collocazioni: sconfitta bruciante, heated debate, fuerte amistad,
humeur noire.
2. A questa prima caratteristica si unisce l’inalterabilità semantica delle parole coinvolte
nella collocazione. A differenza di quanto succede nelle espressioni idiomatiche, le parole,
all’interno di una collocazione, non smarriscono il loro significato letterale. Si comparino
la coppia di collocazioni italo-inglese perdere tempo - lose time e la coppia di espres-
sioni idiomatiche, anch’essa italo-inglese, perdere la testa - lose one’s head. Mentre nel
primo caso, i costituenti delle due coppie di parole mantengono il loro significato letterale,
nel secondo, gli elementi della seconda coppia perdono il loro senso originale e significano
‘smarrire la padronanza, il dominio di sé’.
3. Con parziale sostituibilità dei costituenti ci si riferisce al fatto che non sempre è pos-
sibile sostituire il costituente di una collocazione con un sinonimo o con un termine ap-
partenente allo stesso campo semantico. Si consideri la coppia di collocazioni italo-inglese
cogliere il momento e reach a goal. Nelle due collocazioni momento e goal possono
essere sostituiti rispettivamente da attimo e objective creando le collocazioni cogliere
l’attimo e reach an objective; tuttavia, questa sostituzione non è consentita con altri
due termini semanticamente affini come tempo e aim (*cogliere il tempo, *reach an
aim). Qualora lo si facesse, si produrrebbe una combinazione inusuale. Se fosse consentita
qualsiasi sostituzione ci si troverebbe di fronte ad un caso di combinazione libera e non di
collocazione.
Si presti attenzione alle combinazioni libere bere acqua - drink water e alle collocazio-
ni bere avidamente - drink thirstily, bere bramosamente - drink greedily. Mentre
nel primo caso è sufficiente sostituire i sostantivi acqua e water con un sostantivo che
indichi un qualsiasi liquido (Cowie 1994:3168-71), nel secondo caso, i costituenti delle
collocazioni prese in esame presentano una certa predilezione a combinarsi tra loro. A cau-
sa di questa predilezione e all’alta frequenza di co-occorrenza, le collocazioni sopraelencate
risultano lessicalizzate (Faloppa 2010).
4. A differenza delle espressioni idiomatiche in cui struttura e componenti risultano «pietri-
ficati» e «congelati» (Cowie 1993), gli elementi di una collocazione godono di una relativa
autonomia.
22© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Per esempio, tra nucleo e collocato, è possibile inserire altre parole (la pioggia prevista da
giorni si è abbattuta su…; the “rain” that was forecast is coming down white).
Nelle collocazioni formate da un verbo transitivo ed un sostantivo che ne costituisca il
complemento oggetto, si può volgere il verbo al passivo (il consiglio d’amministrazione ha
assunto la decisione di…; la decisione è stata assunta dal consiglio d’amministrazione; the
decision was taken by the Committee; the Committee took the decision to…).
Infine, anche variandone l’ordine all’interno della frase, nodo e collocato conservano le
proprie funzioni grammaticali (la pioggia si è abbattuta su…/ si è abbattuta la pioggia su…).
Tanto Benson (1985) quanto Lewis (2000) distinguono due categorie di collocazioni:
1. Le collocazioni lessicali, ossia collocazioni contenenti elementi dello stesso livello sintatti-
co: fallo antisportivo, heavy rain (pioggia intensa), sacar una foto (scattare una foto),
ciel limpide (cielo terso), Kredit gewähren(concedere credito).
2. Le collocazioni grammaticali, vale a dire le collocazioni in cui si combinano una parola
che veicola contenuto (un verbo, sostantivo, aggettivo) e una che svolge una funzione
grammaticale: partecipare a, aware of (consapevole/conscio di), empezar por (ini-
ziare con), interesado por/en (interessato a), se composer de (comporsi di), fertig für
(pronto per), ecc…
L’uso didattico della collocazione
La conoscenza della nozione di collocazione e lo sviluppo graduale ma sistematico di una
competenza collocazionale potrebbero produrre effetti positivi sia sulle capacità produttive
che su quelle ricettive di un qualsiasi apprendente.
Per quanto riguarda le capacità produttive, il primo vantaggio proveniente dalla compe-
tenza collocazionale risiederebbe nella possibilità di uscire dall’intermediate plateau (espres-
sione usata da Morgan Lewis per indicare quella forma di interlingua tipica di chi ha raggiun-
to il livello B1-B2 e che noi italofoni potremmo tradurre con “la palude del B1” per cercare
di trasferire quel senso di frustrazione che la caratterizza e la difficoltà con la quale si cerca di
uscirne) e di ridurre il numero di errori nella fase di produzione dei messaggi.
Gli apprendenti dotati di una solida competenza collocazionale potrebbero esprimersi con
la massima chiarezza e la massima economia lessicale e, di conseguenza, non cadere nella ten-
tazione del transfer negativo proveniente dalla propria lingua madre e, quindi, non adottare
soluzioni di ripiego come il ricorso a una sintassi complicata o a costruzioni tipiche del livello
intermedio.
Come potrebbe confermare qualsiasi insegnante di lingua, gli errori o le frasi tipiche della
“palude del B1” non sono altro che un goffo espediente utilizzato per porre rimedio all’assen-
23© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
za, all’interno del lessico mentale, delle collocazioni necessarie per comunicare.
Come ha avuto modo di constatare Hill (2000:49-50), la frase His disability will conti-
nue until he dies (la sua disabilità continuerà fin quando sarà morto) riesce a comunicare lo
stesso concetto espresso da He has a permanent disability (ha una disabilità permanente), ma
a differenza di quest’ultima, la prima presenta una sintassi molto più involuta e trasmette al
destinatario del messaggio l’idea di una conoscenza incerta dell’inglese.
Attraverso la memorizzazione delle collocazioni consentite e non possibili (ma suggeri-
te dall’interferenza della propria lingua madre), l’apprendente potrebbe tenersi lontano da
quelle espressioni che non violano nessuna regola grammaticale, ma che, in realtà, risultano
innaturali ad un parlante nativo.
Una seconda motivazione a sostegno dell’utilità dell’apprendimento delle collocazioni sta
nella necessità di creare nel lessico mentale degli apprendenti delle «isole di affidabilità»
(Dechert 1983:193). Tali isole di affidabilità potrebbero favorire l’esposizione fluida in lingua
straniera e consentire agli apprendenti di indirizzare le proprie energie cognitive dalla forma
delle proprie realizzazioni linguistiche ai contenuti di quanto prodotto.
Una terza motivazione a favore dell’apprendimento delle collocazioni sarebbe quella di
aiutare gli apprendenti a sviluppare un proprio stile espressivo nella lingua straniera.
Si prendano in considerazione le collocazioni fornite dall’OXFORD Collocations Dictionary
(riportate di seguito) per la parola happy (Figura 2).
Figura 2 - Collocazioni della parola happy tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
24© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Dal punto di vista comunicativo, non c’è molta differenza tra I am very happy (sono
molto felice/felicissimo) e I am extremely happy (sono estremamente felice) perché entram-
be le frasi riescono a comunicare il proprio stato d’animo; ma a livello stilistico, la differenza
c’è, perché la seconda suona meno banale della prima.
La frequente consultazione di un dizionario di collocazioni potrebbe aiutare chi apprende una
lingua a sviluppare una maggiore sensibilità per le varianti geografiche ed i registri linguistici.
Si presti attenzione ai casi offerti dalle parole decision (decisione) e employment (im-
piego).
Ci si concentri sulle collocazioni presenti all’interno dell’Oxford Collocations Dictionary per la
parola decision (Figura 3).
Figura 3 - Collocazioni della parola decision tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
Qualora l’apprendente avesse una solida conoscenza collocazionale e decidesse di par-
lare in inglese britannico, potrebbe utilizzare take a decision piuttosto che make a
decision(prendere una decisione).
Se chi decide di apprendere una lingua straniera si avvalesse di un dizionario di collocazioni,
potrebbe essere in grado di distinguere anche i vocaboli associati a ciascun registro linguistico.
Si osservino adesso le collocazioni elencate alla voce employment dell’Oxford Collocations
Dictionary (Figura 4).
25© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Figura 4 - Collocazioni della parola employment tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
Se uno straniero sapesse che take up employment (assumere un impiego) è una colloca-
zione formale, durante un colloquio di lavoro, la potrebbe impiegare per sfoderare un lessico
più forbito ed impressionare positivamente il reclutatore.
Per quanto riguarda le abilità produttive degli apprendenti, un’ultima ricaduta positiva
della memorizzazione delle collocazioni più comuni sarebbe quella di consentire a chi inse-
gna una lingua di risparmiare tempo sulla correzione delle collocazioni più frequenti e avere,
conseguentemente, più occasioni per esplorare quelle più rare. Dal punto di vista ricettivo, la
conoscenza delle collocazioni potrebbe essere preziosa, innanzitutto, per riuscire a elaborare
più rapidamente e più efficientemente gli input provenienti dall’esterno.
Secondo Hill (2000), ciò che rende i/le madrelingua in grado di leggere più in fretta rispet-
to agli stranieri e seguire senza problemi di comprensione gli scambi conversazionali molto
rapidi o disturbati è il fatto che i parlanti nativi abbiano sviluppato, col tempo, la capacità di
riconoscere e prevedere quelle sequenze formulari già incontrate e memorizzate.
Sempre per quanto riguarda l’ottimizzazione della capacità di ricezione e comprensione
dei messaggi, la competenza collocazionale potrebbe risultare utile per la disambiguazione dei
termini polisemici. Anche in condizioni di scarsa contestualizzazione del messaggio, grazie
alla competenza di collocazione, la rapidità di comprensione degli input e la qualità della
traduzione possono non essere intaccate (Rundell).
26© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
La consultazione del dizionario di collocazioni
Si consideri il caso dell’aggettivo inglese sick. L’aggettivo sick presenta varie accezioni;
tra queste anche:
1.	 malato, ammalato, infermo, indisposto,
2.	 con la nausea, sul punto di vomitare,
3.	 stufo, seccato, stanco, disgustato.
Solo grazie ad un’adeguata competenza collocazionale il destinatario di un messaggio può
capire rapidamente a quale delle tre accezioni si stia riferendo il mittente.
Ci si concentri sulle seguenti frasi:
1.	 Volunteers are trained to provide care for chronically sick people in their homes.
2.	 I had never drunk alcohol before and I became violently sick.
3.	 We are all heartily sick of their negative attitude.
Come illustrato chiaramente dai tre sottolemmi presenti sotto la voce sick dell’Oxford
Collocations Dictionary (elencati di seguito), ognuno dei tre avverbi che precede l’aggettivo
sick (chronically, violently, heartily) implica uno ed un solo significato (Figure 5, 6 e 7).
Figura 5 - Collocazioni della parola sick tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
1. Volunteers are trained to provide care for chronically sick people in their homes.
(I volontari sono addestrati a fornire assistenza a domicilio alle persone affette da malattie
croniche.)
27© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Figura 6 - Collocazioni della parola sick tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
2. I had never drunk alcohol before and I became violently sick.
(Non avevo mai bevuto prima e mi venne un forte senso di nausea.)
Figura 7 - Collocazioni della parola sick tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
3. We are all heartily sick of their negative attitude.
(Siamo tutti arcistufi del loro atteggiamento negativo.)
Come se non bastasse, la consultazione costante e sistematica dei dizionari di collocazione
e dei corpora concordancer potrebbe rivelare agli apprendenti le connotazioni di certi vocaboli
(Henriksen 2013:34).
28© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Per intuire che il verbo cause racchiude in sé una connotazione negativa, è sufficiente dare
una fugace occhiata ad alcune delle sue collocazioni: cause chaos = scatenare il caos, cause
confusion = creare confusione, cause disease = causare una malattia, cause disorder = cau-
sare un disturbo, ecc… (Figura 8).
Figura 8 - Collocazioni e statistiche fornite dal motore di ricerca di collocazioni
Just the Word: www.just-the-word.com. Ultimo accesso 19/06/2015
La consultazione di un dizionario di collocazione permetterebbe ai discenti anche di sce-
gliere i sinonimi ed i contrari più appropriati per la parola cui si è interessati (Henriksen
2013:46).
29© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Si consideri la collocazione major catastrophe (grande catastrofe) (Figura 9).
Figura 9 – Sinonimi e contrari della parola major tratti da Thesaurus.com.
Thesaurus.com si basa su Roget’s 21th Century Thesaurus. Thid Edition.
Come mostra l’immagine riportata qui sopra, i sinonimi di major sono: big, consi-
derable, dominant, extensive, large, large-scale, ecc…
Tuttavia, per la collocazione presa in esame (major catastrophe), l’Oxford Collocations Dic-
tionary prevede solo: big e great oltre a major (Figura 10).
Figura 10 - Collocazioni della parola catastrophe tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
30© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Una solida competenza collocazionale potrebbe costituire un valido aiuto anche nell’in-
terpretazione dei testi letterari, ma soprattutto di quelli poetici. Infatti, la poesia è un genere
letterario in cui ogni scelta lessicale è frutto di un’attenta riflessione. Infine, l’applicazione
della conoscenza delle collocazioni all’analisi letteraria potrebbe destare nuovi interrogativi
o riflessioni.
Questo suggerimento non dovrebbe far storcere il naso a nessun critico letterario per una
semplice ragione: l’ossimoro, l’associazione di due termini contraddittori, e la sinestesia, la
combinazione di due parole relative a sfere sensoriali diverse, non potrebbero essere definite
anche collocazioni inusuali?
Strumenti di consultazione disponibili
Per introdurre la collocazione nella glottodidattica non è necessario stravolgere l’attività
didattica. Basterebbe solamente ricorrere a numerosi strumenti già disponibili. Tra questi,
quello più semplice e più affidabile è, senza alcun dubbio, il dizionario di collocazioni.
Per quanto riguarda la lingua inglese, di seguito si riportano le opere di consultazione
attualmente disponibili:
1.	 Oxford Collocations Dictionary
2.	 English Collocations in Use: Advanced
3.	 English Collocations in Use: Intermediate
4.	 Macmillan Collocations Dictionary
5.	 Longman Collocations Dictionary and Thesaurus
6.	 The BBI Combinatory Dictionary of English: Your guide to collocations and grammar
7.	 Dictionary of Selected Collocations
Per la lingua tedesca, sono disponibili due pubblicazioni:
1.	 Wörterbuch der Kollokationen im Deutschen
2.	 Feste Wortverbindungen des Deutschen: Kollokationen-Wörterbuch für den Alltag.
Per la lingua giapponese, è disponibile il seguente volume in lingua inglese:
1.	 Common Japanese Collocations: A Learner’s Guide to Frequent Word Pairings a cura di
Kakuko Shoji
Per l’apprendimento e l’affinamento della lingua italiana, si può disporre di tre dizionari
di collocazioni:
1.	 Dizionario delle combinazioni lessicali di Francesco Urzì (Edizioni Convivium Lus-
semburgo, 2009)
31© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
2.	 MdD. Modi di dire. Lessico italiano delle collocazioni di Domenico Russo (ARACNE
editrice S.r.l, 2010)
3.	 Dizionario delle collocazioni. Le combinazioni delle parole in italiano di Paola Tiberii
(Zanichelli, 2012).
I dizionari di collocazioni non esistono solo in formato cartaceo. Chiunque possegga un
computer, uno smartphone o un tablet e disponga di una connessione a Internet, può consul-
tare i dizionari di collocazioni direttamente su Internet. Per quanto riguarda i siti che permet-
tono la consultazione gratuita di dizionari di collocazioni inglesi si annoverano:
1.	 Just the Word:
http://www.just-the-word.com/
2.	 Ozdic.com:
http://www.ozdic.com/
3.	 Online OXFORD Collocation Dictionary of English:
http://oxforddictionary.so8848.com/
4.	 Free Online Collocations Dictionary:
https://prowritingaid.com/Free-Online-Collocations-Dictionary.aspx
5.	 ProWritingAid – Free Online Collocations Dictionary:
https://prowritingaid.com/Free-Online-Collocations-Dictionary.aspx
Si segnala anche l’esistenza di tre siti dedicati rispettivamente alle collocazioni della lingua
francese, spagnola e tedesca:
1.	 Diccionario de colocaciones del español (DiCE) visitabile all’indirizzo http://www.dice-
sp.com/paginas.
2.	 Dictionnaire des collocations: http://www.tonitraduction.net/.
3.	 KollokationenWoerterbuch: http://colloc.germa.unibas.ch/web/woerterbuch/.
4.	 LEO English/German Dictionary: http://www.leo.org/ende/index_de.html
5.	 Beolingus: http://dict.tu-chemnitz.de/dings.cgi?lang=en;service=deen
Un altro metodo utile per l’apprendimento e la verifica delle collocazioni straniere è l’uti-
lizzo di corpora. Il corpus è una raccolta di testi in formato elettronico che può essere re-
alizzata selezionando campioni di lingua in virtù di un criterio tematico, cronologico o in
base alla presenza di un determinato elemento lessicale. L’analisi del comportamento di un
elemento lessicale in più campioni di lingua permette all’apprendente di capire come tale
32© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
elemento lessicale si comporti nella lingua straniera.
Tra i corpora di lingua inglese, consultabili gratuitamente online, si segnalano:
	 1.	 British National Corpus (BNC):
http://www.natcorp.ox.ac.uk/
	 2.	 Corpus Concordance English:
http://lextutor.ca/conc/eng/
	 3.	 WebCorp Live
http://www.webcorp.org.uk/live/
	 4.	 Corpus of Contemporary American English:
http://corpus.byu.edu/coca/
	 5.	 Wikipedia corpus:
http://corpus.byu.edu/wiki/
	 6.	 Global Web-Based English:
http://corpus.byu.edu/glowbe/
	 7.	 Corpus of American Soap Operas:
http://corpus.byu.edu/soap/
	 8.	 Corpus of Canadian English:
http://corpus.byu.edu/can/
	 9.	 Google Books British English:
http://googlebooks.byu.edu/x.asp
	 10.	 Google Books American English:
http://googlebooks.byu.edu/x.asp
	 11.	 Michigan Corpus of Accademic Spoken English MiCASE:
http://quod.lib.umich.edu/cgi/c/corpus/corpus?page=home;c=micase;cc=micase
Tra i corpora consultabili a pagamento (dopo un periodo prova gratuito di 30 giorni) si
consiglia Sketch Engine: http://www.sketchengine.co.uk/ .
A seguire si elencano i siti di corpora di francese, spagnolo e tedesco.
• French Corpus of Spoken French: https://www.llas.ac.uk//resources/mb/80
• Corpus français - Université de Leipzig: http://wortschatz.uni-leipzig.de/ws_fra/.
• Corpus del español: http://www.corpusdelespanol.org/x.asp
• Google Books Spanish: http://googlebooks.byu.edu/x.asp
• DWDS-Kernkorpus: http://www.dwds.de/resource/kerncorpus/
• LIMAS-Korpus: http://www.korpora.org/Limas/suche.htm
33© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Sempre rimanendo nel campo dei corpora, va menzionato il software BootCaT (http://
bootcat.sslmit.unibo.it/) per mezzo del quale qualsiasi utente può realizzare un corpus per-
sonalizzato. Uno stratagemma utile, ma da considerare come quick and dirty è l’utilizzo di
Google come corpus. Due semplici comandi sconosciuti a molti utenti possono permettere
all’apprendente di farsi una prima idea sull’esistenza o sulla correttezza di una certa sequenza
di parole:
1.	 L’uso delle virgolette (“ ”): questo comando permette di trovare una precisa sequenza
di parole.
2.	 L’uso dell’asterisco tra le due virgolette (“ * ”) (esempio riportato nella figura sotto-
stante): questo trucco permette all’utente di completare sequenze di parole di cui ci si
è dimenticati un elemento o che l’utente desidererebbe espandere.
Questo stratagemma può risultare estremamente prezioso a chi abbia sviluppato una soli-
da competenza linguistica e metalinguistica e a chi sappia valutare la bontà dei materiali pre-
senti sulla rete; infatti, le ricerche su Google, nonostante i filtri di ricerca per lingua e regione,
possono esporre a dei rischi gli apprendenti poco esperti.
Figura 11 - Esempio di uso di Google come corpus
I possessori di dispositivi Android interessati all’apprendimento delle collocazioni inglesi
possono scaricare gratuitamente da Google Play le seguenti applicazioni:
34© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
1.	 Collocation Dictionary realizzata da Bibooki - Mobile Studio: un dizionario di colloca-
zioni inglesi che funziona anche senza connessione ad Internet.
2.	 English Collocation Dictionary realizzata da 3idiots apps: un dizionario di collocazioni
inglesi che necessita di una connessione dati.
3.	 English Collocation Dictionary creata da Titan N-P: anche questa app è un dizionario
di collocazioni inglesi e funziona senza essere connessi ad Internet.
4.	 English Collocations In Use prodotta da SudoApps: altro dizionario di collocazioni che
funziona anche se si è privi di una connesione dati.
5.	 FLAX Collocation Dominoes: un’applicazione per smartphone e tablet che permette di
giocare a domino con le collocazioni.
6.	 FLAX Collocation Guessing: un’app in cui si deve indovinare, tra un rosa ristretta di
opzioni, il nucleo che accomuna un elenco di parole.
7.	 FLAX Collocation Matching: un gioco scaricabile su smartphone e tablet che richiede
all’utente di scegliere il nucleo più appropriato per ogni collocato proposto dall’app.
Infine, i possessori di dispositivi Android possono acquistare dall’Amazon Underground
(l’app store di Amazon) il Longman Dictionary of Contemporary English 5. Questa app offre
oltre al dizionario, il Thesaurus e il dizionario di collocazioni. I possessori di dispositivi iOS,
possono comperare dall’App Store l’Oxford Collocations Dictionary for Students of English.
Figura 12 - Oxford Collocations Dictionary for Students of English su App Store
35© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
Mettere a frutto l’esplorazione
Per quanto concerne le attività didattiche mirate all’esplorazione e alla memorizzazione
delle collocazioni, si suggeriscono esercizi di analisi e sintesi che prevedano l’esposizione ad
input visivi, uditivi o audiovisivi, la scrittura e la consultazione del dizionario di collocazioni
e/o corpora.
Infatti, mentre il dizionario di collocazioni, i corpora ed i materiali autentici di natura visi-
va, uditiva o audiovisiva permettono l’esposizione a campioni di lingua autentica, la scrittura
impone la personalizzazione dell’output e la manipolazione della lingua e, conseguentemente,
delle collocazioni.
La personalizzazione derivante dalla scrittura creerebbe, a sua volta, le condizioni per il
soddisfacimento di uno dei principi fondamentali della glottodidattica umanistica: l’“appren-
dimento significativo”. Insomma, attraverso la scrittura si potrebbe indurre «chi impara a farsi
carico della propria personale costruzione di significato» (Novak 1998:20).
Durante il ciclo d’istruzione primaria e secondaria, si possono incoraggiare gli alunni a
visionare due situazioni diverse ed elaborarne una propria; invece, nella formazione superiore,
nei progetti CLIL o nello studio delle letterature straniere, si può richiedere agli apprendenti
la stesura di un for and against essay (saggio breve) basato sulla lettura, sull’ascolto o sulla
visione di almeno due testi con un numero notevole di collocazioni differenti chiaramente
segnalate.
36© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere
BIBLIOGRAFIA
Beccaria G. L. (ed.), 2008, “collocazione” in Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi,
Torino.
Benson M., 1985, “Collocations and idioms” in R. Ilson (a cura di) Dictionaries, lexicography and language
learning, Pergamon Press, Oxford.
Cowie A. P., Mackin R., 1993, Oxford dictionary of phrasal verbs, Oxford University Press, Oxford.
Cowie A.P., 1994, “Phraseology” in Asher R.E. (ed.) The Encyclopedia of Language and inguistics, Oxford:
Pergamon, pp. 3168-71.
Dechert H., W., “How a story is done in a second language” in Færch C., Kasper G. (eds.),1983, Strategies in
interlanguage communication, Longman, London.
Falloppa F., Collocazioni, 03/07/2016,http://www.treccani.it/enciclopedia/collocazioni_%28Enciclopedia-
dell%27Italiano%29/
Fernando Chitra, 1995, Idioms and Idiomaticity, Oxford University Press.
Firth J.R., 1951, Models of Meaning, in Id., Papers in Linguistics in 1934-1951, Oxford University Press, Lon-
don, p. 190-215.
Firth J., Rupert, 1957, Papers in Linguistics in 1934-1951, Oxford University Press, London.
Firth J., Rupert, 1968, A Synopsis of linguistic theory, 1930-55, in Id., Selected papers of J.R. Firth 1952-1959,
edited by F.R. Palmer London, Longmans.
Henriksen B., 2013, “Research on L2 learners’ collocational competence and development – a progress re-
port” in Bardel C., Lindqvist Ch., Laufer B. (eds.), L2 vocabulary acquisition, knowledge and use: New perspec-
tives on assessment and corpus analysis, Eurosla Monographs Series, 2013, pp. 29-56.
Hill J., 2000, “Revising priorities: from grammatical failure to collocational success” in Lewis M., 2000, Tea-
ching Collocation: Further Developments in Lexical Approach, CENGAGE Learning, pp. 47-69.
Ježek E., 2005, Lessico. Classi di parole, strutture, combinazioni, il Mulino, Bologna.
Krishnamurthy R., 2006, Collocations, in Encyclopaedia of language and linguistics, editor-in-chief K. Brown,
Boston - Oxford, Elsevier, 14 voll., vol. 2° pp. 596-600.
Lewis M. (ed.), 2000, Teaching Collocation: Further Developments in Lexical Approach, Thomson Heinle Lan-
guage Teaching.
Novak J., 1998, Learning, Creting and Using Knowledge: Concept Map as Facilitative Tools in Schools and
Coporations, Erlbaum, Mahwah, New Jersey.
Rundell M., Macmillan Collocations Dictionary, 03/07/2016,http://www.macmillandictionaries.com/features/
how-dictionaries-are-written/macmillan-collocations-dictionary/
Sinclair J., 1991, Corpus, Concordance, Collocation, Oxford University Press.

More Related Content

Similar to Patti Giuseppe «Ma si può dire in inglese?» - La collocazione nelle lingue straniere

PATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdf
PATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdfPATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdf
PATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdfGIUSEPPE PATTI
 
Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...
Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...
Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...Marlentar
 
Problematiche educative alunni sordi
Problematiche educative alunni sordiProblematiche educative alunni sordi
Problematiche educative alunni sordiMaruzells zells
 
Primo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontroPrimo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontroimartini
 
Primo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontroPrimo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontroimartini
 
Primo e secondo_incontro v
Primo e secondo_incontro vPrimo e secondo_incontro v
Primo e secondo_incontro vimartini
 
Presentación1 (4)
Presentación1 (4)Presentación1 (4)
Presentación1 (4)Fabio Bravo
 
Linguistica slide lezionionline
Linguistica slide lezionionlineLinguistica slide lezionionline
Linguistica slide lezionionlineimartini
 
Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggi
Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggiQuale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggi
Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggiMaruzells zells
 
Italiano popolare
Italiano popolareItaliano popolare
Italiano popolareB.Samu
 
La traduzione letteraria
La traduzione letterariaLa traduzione letteraria
La traduzione letterariaChiara Gozzi
 
4 la comunicazione politica discorsi e testi
4   la comunicazione politica  discorsi e testi4   la comunicazione politica  discorsi e testi
4 la comunicazione politica discorsi e testiiva martini
 
4 la comunicazione politica discorsi e testi
4   la comunicazione politica  discorsi e testi4   la comunicazione politica  discorsi e testi
4 la comunicazione politica discorsi e testiimartini
 
Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina Feresin
Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina FeresinLezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina Feresin
Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina FeresinCatina Feresin
 
Grammatica - Morfologia del Verbo
Grammatica - Morfologia del VerboGrammatica - Morfologia del Verbo
Grammatica - Morfologia del Verbofms
 
Slidepercezione-linguaggioPDF
Slidepercezione-linguaggioPDFSlidepercezione-linguaggioPDF
Slidepercezione-linguaggioPDFMartina Agogliati
 

Similar to Patti Giuseppe «Ma si può dire in inglese?» - La collocazione nelle lingue straniere (20)

PATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdf
PATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdfPATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdf
PATTI Giuseppe. Tesi: la collocazione in L2 .pdf
 
013 Morfosintassi
013 Morfosintassi013 Morfosintassi
013 Morfosintassi
 
Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...
Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...
Lingua Letteratura e Cultura in una dimensione europea Prof.ssa Maria Lina Ta...
 
Problematiche educative alunni sordi
Problematiche educative alunni sordiProblematiche educative alunni sordi
Problematiche educative alunni sordi
 
Primo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontroPrimo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontro
 
Primo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontroPrimo e secondo_incontro
Primo e secondo_incontro
 
Primo e secondo_incontro v
Primo e secondo_incontro vPrimo e secondo_incontro v
Primo e secondo_incontro v
 
il presente
il presenteil presente
il presente
 
Presentación1 (4)
Presentación1 (4)Presentación1 (4)
Presentación1 (4)
 
Aspetti lessicali
Aspetti lessicaliAspetti lessicali
Aspetti lessicali
 
Linguistica slide lezionionline
Linguistica slide lezionionlineLinguistica slide lezionionline
Linguistica slide lezionionline
 
8 linguaggio
8 linguaggio8 linguaggio
8 linguaggio
 
Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggi
Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggiQuale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggi
Quale italiano insegnare?Appunti sulle varietà della lingua di oggi
 
Italiano popolare
Italiano popolareItaliano popolare
Italiano popolare
 
La traduzione letteraria
La traduzione letterariaLa traduzione letteraria
La traduzione letteraria
 
4 la comunicazione politica discorsi e testi
4   la comunicazione politica  discorsi e testi4   la comunicazione politica  discorsi e testi
4 la comunicazione politica discorsi e testi
 
4 la comunicazione politica discorsi e testi
4   la comunicazione politica  discorsi e testi4   la comunicazione politica  discorsi e testi
4 la comunicazione politica discorsi e testi
 
Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina Feresin
Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina FeresinLezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina Feresin
Lezione Docent gennaio 2015 (Pula), Catina Feresin
 
Grammatica - Morfologia del Verbo
Grammatica - Morfologia del VerboGrammatica - Morfologia del Verbo
Grammatica - Morfologia del Verbo
 
Slidepercezione-linguaggioPDF
Slidepercezione-linguaggioPDFSlidepercezione-linguaggioPDF
Slidepercezione-linguaggioPDF
 

More from GIUSEPPE PATTI

Aber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdf
Aber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdfAber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdf
Aber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdfGIUSEPPE PATTI
 
La settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdf
La settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdfLa settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdf
La settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdfGIUSEPPE PATTI
 
«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages
«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages
«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign LanguagesGIUSEPPE PATTI
 
«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras
«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras
«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjerasGIUSEPPE PATTI
 
Read, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdf
Read, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdfRead, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdf
Read, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdfGIUSEPPE PATTI
 
COME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdf
COME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdfCOME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdf
COME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdfGIUSEPPE PATTI
 
PATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdf
PATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdfPATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdf
PATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdfGIUSEPPE PATTI
 
Presentazione su Catania, Acireale e Giarre
Presentazione su Catania, Acireale e GiarrePresentazione su Catania, Acireale e Giarre
Presentazione su Catania, Acireale e GiarreGIUSEPPE PATTI
 
Cartel para anunciar clases particulares de italiano
Cartel para anunciar clases particulares de italianoCartel para anunciar clases particulares de italiano
Cartel para anunciar clases particulares de italianoGIUSEPPE PATTI
 
Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...
Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...
Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...GIUSEPPE PATTI
 

More from GIUSEPPE PATTI (10)

Aber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdf
Aber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdfAber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdf
Aber kann man das auf Englisch sagen.docx.pdf
 
La settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdf
La settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdfLa settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdf
La settimana e-spanistica - scheda progetto di PATTI Giuseppe.pdf
 
«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages
«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages
«But Can You Say That in English?» Collocations in Foreign Languages
 
«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras
«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras
«¿Pero se puede decir en inglés?» La colocación en lenguas extranjeras
 
Read, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdf
Read, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdfRead, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdf
Read, Write, Repeat - proposta progetto di PATTI Giuseppe.pdf
 
COME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdf
COME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdfCOME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdf
COME UTILIZZARE I CARATTERI SPAGNOLI SULLE TASTIERE FISICHE E VIRTUALI.pdf
 
PATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdf
PATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdfPATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdf
PATTI Giuseppe - Lesson Plan: The UK & the British.pdf
 
Presentazione su Catania, Acireale e Giarre
Presentazione su Catania, Acireale e GiarrePresentazione su Catania, Acireale e Giarre
Presentazione su Catania, Acireale e Giarre
 
Cartel para anunciar clases particulares de italiano
Cartel para anunciar clases particulares de italianoCartel para anunciar clases particulares de italiano
Cartel para anunciar clases particulares de italiano
 
Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...
Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...
Sociologia del diritto (Sociology of Law) di Reza Banakar tradotto da Giusepp...
 

Recently uploaded

Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxlorenzodemidio01
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxlorenzodemidio01
 
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaStefano Lariccia
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxlorenzodemidio01
 

Recently uploaded (6)

Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptxLorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita e opere di Aristotele.pptx
 
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptxLorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
Lorenzo D'Emidio_Vita di Cristoforo Colombo.pptx
 
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptxLorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
Lorenzo D'Emidio- Lavoro sulla Bioarchittetura.pptx
 
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia RomanaXIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
XIII Lezione - Arabo G.Rammo @ Libera Accademia Romana
 
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia RomanaXI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
XI Lezione - Arabo LAR Giath Rammo @ Libera Accademia Romana
 
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptxLorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
Lorenzo D'Emidio_Francesco Petrarca.pptx
 

Patti Giuseppe «Ma si può dire in inglese?» - La collocazione nelle lingue straniere

  • 1. 18© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Nello studio delle lingue straniere, a chi non è mai capitato di porsi quesiti come “Si può dire do a mistake in inglese?”, “è giusto dire feu jaune (semaforo giallo) in francese?”, “si dice empezar con (iniziare con) in spagnolo?” Quante volte all’insegnante che ci aveva appena ri- sposto si è chiesto disorientati “Perché si dice make a mistake?”, “Perché si dice feu orange (let- teralmente semaforo arancione)?”, “Perché si dice empezar por?”; e quante volte l’insegnante ha replicato con un laconico e deludente “Perché si dice così”? Ciò che si cela dietro questo trito «perché si dice così» è la collocazione. La collocazione è la combinazione di due o più parole che tendono a presentarsi insieme nello stesso enunciato o tra enunciati prossimi. Tuttavia, ogni lingua ha per ogni parola un diverso repertorio di collocazioni. Queste differenze tra collocazioni rendono più complica- ta di quanto si pensi la padronanza di una lingua straniera. Anche se è vero che gli scambi comunicativi possono concludersi con successo nonostante l’uso di espressioni linguistiche inusuali per un madrelingua, la glottodidattica dovrebbe favorire lo sviluppo di una maggiore accuratezza linguistica nell’apprendente. Perché, come scriveva Sinclair in Corpus, Concordan- ce, Collocation (Sinclair 1991:175) «la naturalezza sta al testo come la correttezza grammaticale sta alla frase». contributi L’articolo tratta un argomento linguistico poco presente nella didattica delle lingue: il fenomeno della collocazione, appartenente alla categoria delle unità fraseologiche, per cui "due o più parole tendono a presentarsi insieme nello stesso enunciato o tra enunciati prossimi". Una prima parte è dedicata alla spiegazione linguistica della collocazione, alle sue caratteristiche; una seconda alle potenzialità didattiche del concetto, in termini di produzione e comprensione, riassumibili nel superamento di quella forma di interlingua che rende l’utilizzatore capace di farsi intendere ma limitato dal transfer negativo proveniente dalla sua lingua madre. Di qui l’utilità di memorizzare un certo numero di collocazioni per un’esposizione fluida nella lingua straniera. Seguono numerosi esempi tratti dall’Oxford Collocations Dictionary e il suggerimento dell’uso di strumenti e accorgimenti che spaziano dall’inglese (prevalente) ad altre lingue correnti, anche in funzione dei corpora, altra modalità di scoperta del comportamento di un elemento lessicale presente in vari campioni di lingua. «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Giuseppe Patti
  • 2. 19© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere La collocazione: descrizione del fenomeno Questo articolo si propone di descrivere il fenomeno linguistico della collocazione e di avanzare delle proposte concrete finalizzate all’introduzione del concetto di collocazione nella glottodidattica suggerendo agli insegnanti possibilità concrete di utilizzo. Anche se non ce ne accorgiamo, nelle lingue le parole sono solite co-occorrere in sequenze formulari (Henriksen 2013:12) o unità fraselogiche (Lewis 2000:130) più o meno fisse e prevedibili. Nella vastissima categoria delle sequenze formulari o unità fraselogiche possiamo trovare le citazioni <sanza ‘nfamia e sanza lodo>, <a rose by any other name>; i proverbi <chi dorme non piglia pesci>, <too many cooks spoil the broth>, <a amor mal correspondido, ausencia y olvido>; le espressioni fisse (Beccaria 2008:154) o formule pragmatiche <Pronto, chi par- la?> (Firth 1951:190-215), <Have a nice day>, <Buenos días>; le lexicalized sentence stems <This means that…>; le frasi idiomatiche o modi di dire <tirare le cuoia>, <kick the bucket>, <tomar el toro por los cuernos>; i segnali o marcatori del discorso <dai>, <I mean>, <pues bien>; i phrasal verb <the high cost put me off the idea> ed anche le collocazioni. Nella storia della linguistica, si è formulata più di una definizione di collocazione. Tut- tavia, le definizioni più chiare ed operativamente più utili di cui disponiamo si devono a Ramesh Krishnamurthy ed Elisabetta Ježek. Mentre, per lo studioso indiano (Krishnamurthy 2006:596-600), la collocazione è la «co- occorrenza di due o più parole, che tendono a presentarsi insieme (contigue o a distanza) più spesso di quanto si potrebbe prevedere», l’accademica italiana (Ježek 2005:178) definisce la collocazio- ne «una combinazione di parole soggetta a una restrizione lessicale, per cui la scelta di una speci- fica parola (il collocato) per esprimere un determinato significato, è condizionata da una seconda parola (la base) alla quale questo significato è riferito». Alla luce di tali definizioni, sono da considerarsi collocazioni combinazioni quali <stabilire un primato>, <sconfitta schiacciante> e <profondamente commosso> in italiano; <take a picture> (scattare una foto), <firmly convinced> (fermamente convinto), <burning question> (domanda urgente) in inglese; <echar gasolina> (fare benzina), <chiste verde> (barzelletta spinta) in spa- gnolo; <Tisch decken> (apparecchiare la tavola), <lockere Zahn> (dente traballante) in tedesco; ecc… Dal punto di vista della forma, le collocazioni risultano sempre composte da almeno due elementi: un nucleo o base o node e un collocato. Il collocato, a seconda della lingua presa in esame e a seconda della funzione grammaticale e sintattica svolta, può precedere o seguire il nucleo (Figura 1).
  • 3. 20© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere nucleo, base, node Collocato nucleo, base, node It. Prendere una decisione Eng. Take (BrEng) Make (AmEng) a decision a decision Esp. Tomar una decisión Fr. Prendre une décision De. eine Entscheidung Treffen nucleo, base, node Collocato nucleo, base, node It. Una decisione difficile Eng. A difficult decision Esp. Una decisión difícil Fr. Une décision difficile De. Eine schwierige Entscheidung nucleo, base, node Collocato It. Il vento soffia Eng. The wind blows Esp. El viento sopla Fr. Le vent souffle De. Das Wind bläst Figura 1. Esempi di collocazione A partire dagli studi sulla collocazione condotti da Firth (Firth 1957; 1968), si è osservato come le collocazioni ricorressero non solo nel linguaggio comune, ma anche in alcune parti- colari varietà e registri della lingua. Ad esempio, nei linguaggi settoriali esistono collocazioni che si presentano con una tale frequenza da far pensare a delle vere e proprie formule fisse. Si trovano casi di collocazioni privilegiate nei più svariati ambiti: da quello della politica (<porre la fiducia>, <varare una legge>), a quello dell’economia (<parziale insolvenza>, <dena- ro liquido>, <accendere un mutuo>), da quello della scienza (<descrivere un’orbita>, <il sangue si coagula>), a quello giuridico (<adire le vie legali>, <emettere una sentenza>), ecc… Come ha osservato Chitra Fernando (1995:216) nel suo Idioms and Idiomaticity, «nella scala ideale delle espressioni idiomatiche, le collocazioni, si stabiliscono all’estremità inferiore». Infatti, le collocazioni presentano delle caratteristiche (Faloppa 2010) che le pongono a metà strada tra le espressioni idiomatiche e le combinazioni libere:
  • 4. 21© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere 1. La non-composizionalità 2. L’immutabilità semantica degli elementi lessicali 3. La parziale sostituibilità dei costituenti 4. La relativa autonomia dei componenti. 1. Con non-composizionalità si intende che il significato di una collocazione non è il risul- tato della semplice somma dei significati dei singoli componenti, ma presenta un elemento semantico aggiuntivo conferito proprio dalla loro co-occorrenza. Si considerino i casi of- ferti dalle seguenti collocazioni: sconfitta bruciante, heated debate, fuerte amistad, humeur noire. 2. A questa prima caratteristica si unisce l’inalterabilità semantica delle parole coinvolte nella collocazione. A differenza di quanto succede nelle espressioni idiomatiche, le parole, all’interno di una collocazione, non smarriscono il loro significato letterale. Si comparino la coppia di collocazioni italo-inglese perdere tempo - lose time e la coppia di espres- sioni idiomatiche, anch’essa italo-inglese, perdere la testa - lose one’s head. Mentre nel primo caso, i costituenti delle due coppie di parole mantengono il loro significato letterale, nel secondo, gli elementi della seconda coppia perdono il loro senso originale e significano ‘smarrire la padronanza, il dominio di sé’. 3. Con parziale sostituibilità dei costituenti ci si riferisce al fatto che non sempre è pos- sibile sostituire il costituente di una collocazione con un sinonimo o con un termine ap- partenente allo stesso campo semantico. Si consideri la coppia di collocazioni italo-inglese cogliere il momento e reach a goal. Nelle due collocazioni momento e goal possono essere sostituiti rispettivamente da attimo e objective creando le collocazioni cogliere l’attimo e reach an objective; tuttavia, questa sostituzione non è consentita con altri due termini semanticamente affini come tempo e aim (*cogliere il tempo, *reach an aim). Qualora lo si facesse, si produrrebbe una combinazione inusuale. Se fosse consentita qualsiasi sostituzione ci si troverebbe di fronte ad un caso di combinazione libera e non di collocazione. Si presti attenzione alle combinazioni libere bere acqua - drink water e alle collocazio- ni bere avidamente - drink thirstily, bere bramosamente - drink greedily. Mentre nel primo caso è sufficiente sostituire i sostantivi acqua e water con un sostantivo che indichi un qualsiasi liquido (Cowie 1994:3168-71), nel secondo caso, i costituenti delle collocazioni prese in esame presentano una certa predilezione a combinarsi tra loro. A cau- sa di questa predilezione e all’alta frequenza di co-occorrenza, le collocazioni sopraelencate risultano lessicalizzate (Faloppa 2010). 4. A differenza delle espressioni idiomatiche in cui struttura e componenti risultano «pietri- ficati» e «congelati» (Cowie 1993), gli elementi di una collocazione godono di una relativa autonomia.
  • 5. 22© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Per esempio, tra nucleo e collocato, è possibile inserire altre parole (la pioggia prevista da giorni si è abbattuta su…; the “rain” that was forecast is coming down white). Nelle collocazioni formate da un verbo transitivo ed un sostantivo che ne costituisca il complemento oggetto, si può volgere il verbo al passivo (il consiglio d’amministrazione ha assunto la decisione di…; la decisione è stata assunta dal consiglio d’amministrazione; the decision was taken by the Committee; the Committee took the decision to…). Infine, anche variandone l’ordine all’interno della frase, nodo e collocato conservano le proprie funzioni grammaticali (la pioggia si è abbattuta su…/ si è abbattuta la pioggia su…). Tanto Benson (1985) quanto Lewis (2000) distinguono due categorie di collocazioni: 1. Le collocazioni lessicali, ossia collocazioni contenenti elementi dello stesso livello sintatti- co: fallo antisportivo, heavy rain (pioggia intensa), sacar una foto (scattare una foto), ciel limpide (cielo terso), Kredit gewähren(concedere credito). 2. Le collocazioni grammaticali, vale a dire le collocazioni in cui si combinano una parola che veicola contenuto (un verbo, sostantivo, aggettivo) e una che svolge una funzione grammaticale: partecipare a, aware of (consapevole/conscio di), empezar por (ini- ziare con), interesado por/en (interessato a), se composer de (comporsi di), fertig für (pronto per), ecc… L’uso didattico della collocazione La conoscenza della nozione di collocazione e lo sviluppo graduale ma sistematico di una competenza collocazionale potrebbero produrre effetti positivi sia sulle capacità produttive che su quelle ricettive di un qualsiasi apprendente. Per quanto riguarda le capacità produttive, il primo vantaggio proveniente dalla compe- tenza collocazionale risiederebbe nella possibilità di uscire dall’intermediate plateau (espres- sione usata da Morgan Lewis per indicare quella forma di interlingua tipica di chi ha raggiun- to il livello B1-B2 e che noi italofoni potremmo tradurre con “la palude del B1” per cercare di trasferire quel senso di frustrazione che la caratterizza e la difficoltà con la quale si cerca di uscirne) e di ridurre il numero di errori nella fase di produzione dei messaggi. Gli apprendenti dotati di una solida competenza collocazionale potrebbero esprimersi con la massima chiarezza e la massima economia lessicale e, di conseguenza, non cadere nella ten- tazione del transfer negativo proveniente dalla propria lingua madre e, quindi, non adottare soluzioni di ripiego come il ricorso a una sintassi complicata o a costruzioni tipiche del livello intermedio. Come potrebbe confermare qualsiasi insegnante di lingua, gli errori o le frasi tipiche della “palude del B1” non sono altro che un goffo espediente utilizzato per porre rimedio all’assen-
  • 6. 23© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere za, all’interno del lessico mentale, delle collocazioni necessarie per comunicare. Come ha avuto modo di constatare Hill (2000:49-50), la frase His disability will conti- nue until he dies (la sua disabilità continuerà fin quando sarà morto) riesce a comunicare lo stesso concetto espresso da He has a permanent disability (ha una disabilità permanente), ma a differenza di quest’ultima, la prima presenta una sintassi molto più involuta e trasmette al destinatario del messaggio l’idea di una conoscenza incerta dell’inglese. Attraverso la memorizzazione delle collocazioni consentite e non possibili (ma suggeri- te dall’interferenza della propria lingua madre), l’apprendente potrebbe tenersi lontano da quelle espressioni che non violano nessuna regola grammaticale, ma che, in realtà, risultano innaturali ad un parlante nativo. Una seconda motivazione a sostegno dell’utilità dell’apprendimento delle collocazioni sta nella necessità di creare nel lessico mentale degli apprendenti delle «isole di affidabilità» (Dechert 1983:193). Tali isole di affidabilità potrebbero favorire l’esposizione fluida in lingua straniera e consentire agli apprendenti di indirizzare le proprie energie cognitive dalla forma delle proprie realizzazioni linguistiche ai contenuti di quanto prodotto. Una terza motivazione a favore dell’apprendimento delle collocazioni sarebbe quella di aiutare gli apprendenti a sviluppare un proprio stile espressivo nella lingua straniera. Si prendano in considerazione le collocazioni fornite dall’OXFORD Collocations Dictionary (riportate di seguito) per la parola happy (Figura 2). Figura 2 - Collocazioni della parola happy tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
  • 7. 24© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Dal punto di vista comunicativo, non c’è molta differenza tra I am very happy (sono molto felice/felicissimo) e I am extremely happy (sono estremamente felice) perché entram- be le frasi riescono a comunicare il proprio stato d’animo; ma a livello stilistico, la differenza c’è, perché la seconda suona meno banale della prima. La frequente consultazione di un dizionario di collocazioni potrebbe aiutare chi apprende una lingua a sviluppare una maggiore sensibilità per le varianti geografiche ed i registri linguistici. Si presti attenzione ai casi offerti dalle parole decision (decisione) e employment (im- piego). Ci si concentri sulle collocazioni presenti all’interno dell’Oxford Collocations Dictionary per la parola decision (Figura 3). Figura 3 - Collocazioni della parola decision tratte dall’Oxford Collocations Dictionary Qualora l’apprendente avesse una solida conoscenza collocazionale e decidesse di par- lare in inglese britannico, potrebbe utilizzare take a decision piuttosto che make a decision(prendere una decisione). Se chi decide di apprendere una lingua straniera si avvalesse di un dizionario di collocazioni, potrebbe essere in grado di distinguere anche i vocaboli associati a ciascun registro linguistico. Si osservino adesso le collocazioni elencate alla voce employment dell’Oxford Collocations Dictionary (Figura 4).
  • 8. 25© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Figura 4 - Collocazioni della parola employment tratte dall’Oxford Collocations Dictionary Se uno straniero sapesse che take up employment (assumere un impiego) è una colloca- zione formale, durante un colloquio di lavoro, la potrebbe impiegare per sfoderare un lessico più forbito ed impressionare positivamente il reclutatore. Per quanto riguarda le abilità produttive degli apprendenti, un’ultima ricaduta positiva della memorizzazione delle collocazioni più comuni sarebbe quella di consentire a chi inse- gna una lingua di risparmiare tempo sulla correzione delle collocazioni più frequenti e avere, conseguentemente, più occasioni per esplorare quelle più rare. Dal punto di vista ricettivo, la conoscenza delle collocazioni potrebbe essere preziosa, innanzitutto, per riuscire a elaborare più rapidamente e più efficientemente gli input provenienti dall’esterno. Secondo Hill (2000), ciò che rende i/le madrelingua in grado di leggere più in fretta rispet- to agli stranieri e seguire senza problemi di comprensione gli scambi conversazionali molto rapidi o disturbati è il fatto che i parlanti nativi abbiano sviluppato, col tempo, la capacità di riconoscere e prevedere quelle sequenze formulari già incontrate e memorizzate. Sempre per quanto riguarda l’ottimizzazione della capacità di ricezione e comprensione dei messaggi, la competenza collocazionale potrebbe risultare utile per la disambiguazione dei termini polisemici. Anche in condizioni di scarsa contestualizzazione del messaggio, grazie alla competenza di collocazione, la rapidità di comprensione degli input e la qualità della traduzione possono non essere intaccate (Rundell).
  • 9. 26© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere La consultazione del dizionario di collocazioni Si consideri il caso dell’aggettivo inglese sick. L’aggettivo sick presenta varie accezioni; tra queste anche: 1. malato, ammalato, infermo, indisposto, 2. con la nausea, sul punto di vomitare, 3. stufo, seccato, stanco, disgustato. Solo grazie ad un’adeguata competenza collocazionale il destinatario di un messaggio può capire rapidamente a quale delle tre accezioni si stia riferendo il mittente. Ci si concentri sulle seguenti frasi: 1. Volunteers are trained to provide care for chronically sick people in their homes. 2. I had never drunk alcohol before and I became violently sick. 3. We are all heartily sick of their negative attitude. Come illustrato chiaramente dai tre sottolemmi presenti sotto la voce sick dell’Oxford Collocations Dictionary (elencati di seguito), ognuno dei tre avverbi che precede l’aggettivo sick (chronically, violently, heartily) implica uno ed un solo significato (Figure 5, 6 e 7). Figura 5 - Collocazioni della parola sick tratte dall’Oxford Collocations Dictionary 1. Volunteers are trained to provide care for chronically sick people in their homes. (I volontari sono addestrati a fornire assistenza a domicilio alle persone affette da malattie croniche.)
  • 10. 27© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Figura 6 - Collocazioni della parola sick tratte dall’Oxford Collocations Dictionary 2. I had never drunk alcohol before and I became violently sick. (Non avevo mai bevuto prima e mi venne un forte senso di nausea.) Figura 7 - Collocazioni della parola sick tratte dall’Oxford Collocations Dictionary 3. We are all heartily sick of their negative attitude. (Siamo tutti arcistufi del loro atteggiamento negativo.) Come se non bastasse, la consultazione costante e sistematica dei dizionari di collocazione e dei corpora concordancer potrebbe rivelare agli apprendenti le connotazioni di certi vocaboli (Henriksen 2013:34).
  • 11. 28© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Per intuire che il verbo cause racchiude in sé una connotazione negativa, è sufficiente dare una fugace occhiata ad alcune delle sue collocazioni: cause chaos = scatenare il caos, cause confusion = creare confusione, cause disease = causare una malattia, cause disorder = cau- sare un disturbo, ecc… (Figura 8). Figura 8 - Collocazioni e statistiche fornite dal motore di ricerca di collocazioni Just the Word: www.just-the-word.com. Ultimo accesso 19/06/2015 La consultazione di un dizionario di collocazione permetterebbe ai discenti anche di sce- gliere i sinonimi ed i contrari più appropriati per la parola cui si è interessati (Henriksen 2013:46).
  • 12. 29© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Si consideri la collocazione major catastrophe (grande catastrofe) (Figura 9). Figura 9 – Sinonimi e contrari della parola major tratti da Thesaurus.com. Thesaurus.com si basa su Roget’s 21th Century Thesaurus. Thid Edition. Come mostra l’immagine riportata qui sopra, i sinonimi di major sono: big, consi- derable, dominant, extensive, large, large-scale, ecc… Tuttavia, per la collocazione presa in esame (major catastrophe), l’Oxford Collocations Dic- tionary prevede solo: big e great oltre a major (Figura 10). Figura 10 - Collocazioni della parola catastrophe tratte dall’Oxford Collocations Dictionary
  • 13. 30© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Una solida competenza collocazionale potrebbe costituire un valido aiuto anche nell’in- terpretazione dei testi letterari, ma soprattutto di quelli poetici. Infatti, la poesia è un genere letterario in cui ogni scelta lessicale è frutto di un’attenta riflessione. Infine, l’applicazione della conoscenza delle collocazioni all’analisi letteraria potrebbe destare nuovi interrogativi o riflessioni. Questo suggerimento non dovrebbe far storcere il naso a nessun critico letterario per una semplice ragione: l’ossimoro, l’associazione di due termini contraddittori, e la sinestesia, la combinazione di due parole relative a sfere sensoriali diverse, non potrebbero essere definite anche collocazioni inusuali? Strumenti di consultazione disponibili Per introdurre la collocazione nella glottodidattica non è necessario stravolgere l’attività didattica. Basterebbe solamente ricorrere a numerosi strumenti già disponibili. Tra questi, quello più semplice e più affidabile è, senza alcun dubbio, il dizionario di collocazioni. Per quanto riguarda la lingua inglese, di seguito si riportano le opere di consultazione attualmente disponibili: 1. Oxford Collocations Dictionary 2. English Collocations in Use: Advanced 3. English Collocations in Use: Intermediate 4. Macmillan Collocations Dictionary 5. Longman Collocations Dictionary and Thesaurus 6. The BBI Combinatory Dictionary of English: Your guide to collocations and grammar 7. Dictionary of Selected Collocations Per la lingua tedesca, sono disponibili due pubblicazioni: 1. Wörterbuch der Kollokationen im Deutschen 2. Feste Wortverbindungen des Deutschen: Kollokationen-Wörterbuch für den Alltag. Per la lingua giapponese, è disponibile il seguente volume in lingua inglese: 1. Common Japanese Collocations: A Learner’s Guide to Frequent Word Pairings a cura di Kakuko Shoji Per l’apprendimento e l’affinamento della lingua italiana, si può disporre di tre dizionari di collocazioni: 1. Dizionario delle combinazioni lessicali di Francesco Urzì (Edizioni Convivium Lus- semburgo, 2009)
  • 14. 31© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere 2. MdD. Modi di dire. Lessico italiano delle collocazioni di Domenico Russo (ARACNE editrice S.r.l, 2010) 3. Dizionario delle collocazioni. Le combinazioni delle parole in italiano di Paola Tiberii (Zanichelli, 2012). I dizionari di collocazioni non esistono solo in formato cartaceo. Chiunque possegga un computer, uno smartphone o un tablet e disponga di una connessione a Internet, può consul- tare i dizionari di collocazioni direttamente su Internet. Per quanto riguarda i siti che permet- tono la consultazione gratuita di dizionari di collocazioni inglesi si annoverano: 1. Just the Word: http://www.just-the-word.com/ 2. Ozdic.com: http://www.ozdic.com/ 3. Online OXFORD Collocation Dictionary of English: http://oxforddictionary.so8848.com/ 4. Free Online Collocations Dictionary: https://prowritingaid.com/Free-Online-Collocations-Dictionary.aspx 5. ProWritingAid – Free Online Collocations Dictionary: https://prowritingaid.com/Free-Online-Collocations-Dictionary.aspx Si segnala anche l’esistenza di tre siti dedicati rispettivamente alle collocazioni della lingua francese, spagnola e tedesca: 1. Diccionario de colocaciones del español (DiCE) visitabile all’indirizzo http://www.dice- sp.com/paginas. 2. Dictionnaire des collocations: http://www.tonitraduction.net/. 3. KollokationenWoerterbuch: http://colloc.germa.unibas.ch/web/woerterbuch/. 4. LEO English/German Dictionary: http://www.leo.org/ende/index_de.html 5. Beolingus: http://dict.tu-chemnitz.de/dings.cgi?lang=en;service=deen Un altro metodo utile per l’apprendimento e la verifica delle collocazioni straniere è l’uti- lizzo di corpora. Il corpus è una raccolta di testi in formato elettronico che può essere re- alizzata selezionando campioni di lingua in virtù di un criterio tematico, cronologico o in base alla presenza di un determinato elemento lessicale. L’analisi del comportamento di un elemento lessicale in più campioni di lingua permette all’apprendente di capire come tale
  • 15. 32© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere elemento lessicale si comporti nella lingua straniera. Tra i corpora di lingua inglese, consultabili gratuitamente online, si segnalano: 1. British National Corpus (BNC): http://www.natcorp.ox.ac.uk/ 2. Corpus Concordance English: http://lextutor.ca/conc/eng/ 3. WebCorp Live http://www.webcorp.org.uk/live/ 4. Corpus of Contemporary American English: http://corpus.byu.edu/coca/ 5. Wikipedia corpus: http://corpus.byu.edu/wiki/ 6. Global Web-Based English: http://corpus.byu.edu/glowbe/ 7. Corpus of American Soap Operas: http://corpus.byu.edu/soap/ 8. Corpus of Canadian English: http://corpus.byu.edu/can/ 9. Google Books British English: http://googlebooks.byu.edu/x.asp 10. Google Books American English: http://googlebooks.byu.edu/x.asp 11. Michigan Corpus of Accademic Spoken English MiCASE: http://quod.lib.umich.edu/cgi/c/corpus/corpus?page=home;c=micase;cc=micase Tra i corpora consultabili a pagamento (dopo un periodo prova gratuito di 30 giorni) si consiglia Sketch Engine: http://www.sketchengine.co.uk/ . A seguire si elencano i siti di corpora di francese, spagnolo e tedesco. • French Corpus of Spoken French: https://www.llas.ac.uk//resources/mb/80 • Corpus français - Université de Leipzig: http://wortschatz.uni-leipzig.de/ws_fra/. • Corpus del español: http://www.corpusdelespanol.org/x.asp • Google Books Spanish: http://googlebooks.byu.edu/x.asp • DWDS-Kernkorpus: http://www.dwds.de/resource/kerncorpus/ • LIMAS-Korpus: http://www.korpora.org/Limas/suche.htm
  • 16. 33© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Sempre rimanendo nel campo dei corpora, va menzionato il software BootCaT (http:// bootcat.sslmit.unibo.it/) per mezzo del quale qualsiasi utente può realizzare un corpus per- sonalizzato. Uno stratagemma utile, ma da considerare come quick and dirty è l’utilizzo di Google come corpus. Due semplici comandi sconosciuti a molti utenti possono permettere all’apprendente di farsi una prima idea sull’esistenza o sulla correttezza di una certa sequenza di parole: 1. L’uso delle virgolette (“ ”): questo comando permette di trovare una precisa sequenza di parole. 2. L’uso dell’asterisco tra le due virgolette (“ * ”) (esempio riportato nella figura sotto- stante): questo trucco permette all’utente di completare sequenze di parole di cui ci si è dimenticati un elemento o che l’utente desidererebbe espandere. Questo stratagemma può risultare estremamente prezioso a chi abbia sviluppato una soli- da competenza linguistica e metalinguistica e a chi sappia valutare la bontà dei materiali pre- senti sulla rete; infatti, le ricerche su Google, nonostante i filtri di ricerca per lingua e regione, possono esporre a dei rischi gli apprendenti poco esperti. Figura 11 - Esempio di uso di Google come corpus I possessori di dispositivi Android interessati all’apprendimento delle collocazioni inglesi possono scaricare gratuitamente da Google Play le seguenti applicazioni:
  • 17. 34© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere 1. Collocation Dictionary realizzata da Bibooki - Mobile Studio: un dizionario di colloca- zioni inglesi che funziona anche senza connessione ad Internet. 2. English Collocation Dictionary realizzata da 3idiots apps: un dizionario di collocazioni inglesi che necessita di una connessione dati. 3. English Collocation Dictionary creata da Titan N-P: anche questa app è un dizionario di collocazioni inglesi e funziona senza essere connessi ad Internet. 4. English Collocations In Use prodotta da SudoApps: altro dizionario di collocazioni che funziona anche se si è privi di una connesione dati. 5. FLAX Collocation Dominoes: un’applicazione per smartphone e tablet che permette di giocare a domino con le collocazioni. 6. FLAX Collocation Guessing: un’app in cui si deve indovinare, tra un rosa ristretta di opzioni, il nucleo che accomuna un elenco di parole. 7. FLAX Collocation Matching: un gioco scaricabile su smartphone e tablet che richiede all’utente di scegliere il nucleo più appropriato per ogni collocato proposto dall’app. Infine, i possessori di dispositivi Android possono acquistare dall’Amazon Underground (l’app store di Amazon) il Longman Dictionary of Contemporary English 5. Questa app offre oltre al dizionario, il Thesaurus e il dizionario di collocazioni. I possessori di dispositivi iOS, possono comperare dall’App Store l’Oxford Collocations Dictionary for Students of English. Figura 12 - Oxford Collocations Dictionary for Students of English su App Store
  • 18. 35© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere Mettere a frutto l’esplorazione Per quanto concerne le attività didattiche mirate all’esplorazione e alla memorizzazione delle collocazioni, si suggeriscono esercizi di analisi e sintesi che prevedano l’esposizione ad input visivi, uditivi o audiovisivi, la scrittura e la consultazione del dizionario di collocazioni e/o corpora. Infatti, mentre il dizionario di collocazioni, i corpora ed i materiali autentici di natura visi- va, uditiva o audiovisiva permettono l’esposizione a campioni di lingua autentica, la scrittura impone la personalizzazione dell’output e la manipolazione della lingua e, conseguentemente, delle collocazioni. La personalizzazione derivante dalla scrittura creerebbe, a sua volta, le condizioni per il soddisfacimento di uno dei principi fondamentali della glottodidattica umanistica: l’“appren- dimento significativo”. Insomma, attraverso la scrittura si potrebbe indurre «chi impara a farsi carico della propria personale costruzione di significato» (Novak 1998:20). Durante il ciclo d’istruzione primaria e secondaria, si possono incoraggiare gli alunni a visionare due situazioni diverse ed elaborarne una propria; invece, nella formazione superiore, nei progetti CLIL o nello studio delle letterature straniere, si può richiedere agli apprendenti la stesura di un for and against essay (saggio breve) basato sulla lettura, sull’ascolto o sulla visione di almeno due testi con un numero notevole di collocazioni differenti chiaramente segnalate.
  • 19. 36© lend 1_2017 - Giuseppe Patti - «Ma si può dire in inglese?» La collocazione nelle lingue straniere BIBLIOGRAFIA Beccaria G. L. (ed.), 2008, “collocazione” in Dizionario di linguistica e di filologia, metrica, retorica, Einaudi, Torino. Benson M., 1985, “Collocations and idioms” in R. Ilson (a cura di) Dictionaries, lexicography and language learning, Pergamon Press, Oxford. Cowie A. P., Mackin R., 1993, Oxford dictionary of phrasal verbs, Oxford University Press, Oxford. Cowie A.P., 1994, “Phraseology” in Asher R.E. (ed.) The Encyclopedia of Language and inguistics, Oxford: Pergamon, pp. 3168-71. Dechert H., W., “How a story is done in a second language” in Færch C., Kasper G. (eds.),1983, Strategies in interlanguage communication, Longman, London. Falloppa F., Collocazioni, 03/07/2016,http://www.treccani.it/enciclopedia/collocazioni_%28Enciclopedia- dell%27Italiano%29/ Fernando Chitra, 1995, Idioms and Idiomaticity, Oxford University Press. Firth J.R., 1951, Models of Meaning, in Id., Papers in Linguistics in 1934-1951, Oxford University Press, Lon- don, p. 190-215. Firth J., Rupert, 1957, Papers in Linguistics in 1934-1951, Oxford University Press, London. Firth J., Rupert, 1968, A Synopsis of linguistic theory, 1930-55, in Id., Selected papers of J.R. Firth 1952-1959, edited by F.R. Palmer London, Longmans. Henriksen B., 2013, “Research on L2 learners’ collocational competence and development – a progress re- port” in Bardel C., Lindqvist Ch., Laufer B. (eds.), L2 vocabulary acquisition, knowledge and use: New perspec- tives on assessment and corpus analysis, Eurosla Monographs Series, 2013, pp. 29-56. Hill J., 2000, “Revising priorities: from grammatical failure to collocational success” in Lewis M., 2000, Tea- ching Collocation: Further Developments in Lexical Approach, CENGAGE Learning, pp. 47-69. Ježek E., 2005, Lessico. Classi di parole, strutture, combinazioni, il Mulino, Bologna. Krishnamurthy R., 2006, Collocations, in Encyclopaedia of language and linguistics, editor-in-chief K. Brown, Boston - Oxford, Elsevier, 14 voll., vol. 2° pp. 596-600. Lewis M. (ed.), 2000, Teaching Collocation: Further Developments in Lexical Approach, Thomson Heinle Lan- guage Teaching. Novak J., 1998, Learning, Creting and Using Knowledge: Concept Map as Facilitative Tools in Schools and Coporations, Erlbaum, Mahwah, New Jersey. Rundell M., Macmillan Collocations Dictionary, 03/07/2016,http://www.macmillandictionaries.com/features/ how-dictionaries-are-written/macmillan-collocations-dictionary/ Sinclair J., 1991, Corpus, Concordance, Collocation, Oxford University Press.