Più di 100 anni fa, dopo che le potenze europee si erano suddiviso il continente, l’Africa è di nuovo derubata delle sue risorse naturali – questa volta il target sono la frutta, la verdura e l’acqua. Un’indagine dell’Observer rivela come i Paesi ricchi che devono affrontare una globale scarsità di cibo si accaparrino immense estensioni di terra per garantire rifornimenti ai loro cittadini – mentre gli Africani fanno la fame.
2. ACCAPARRAMENTO DI
TERRA IN AFRICA
Più di 100 anni fa, dopo che le potenze europee si
erano suddiviso il continente, l’Africa è di nuovo
derubata delle sue risorse naturali – questa volta
il target sono la frutta, la verdura e l’acqua.
Un’indagine dell’Observer rivela come i Paesi
ricchi che devono affrontare una globale scarsità
di cibo si accaparrino immense estensioni di terra
per garantire rifornimenti ai loro cittadini –
mentre gli Africani fanno la fame.
Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
3. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
INTRODUZIONE
Se non sarà fermato o debitamente regolato,
l’accaparramento di Terra in Africa può essere
una seria minaccia per la garanzia del cibo e per
la sovranità in Africa e in tutto il mondo.
L’improvviso e veloce sviluppo ci ha colto di
sorpresa.
L’ammontare di terra disponibile è di 6 milioni di
ettari all’anno fino al 2030, per un ammontare
complessivo di oltre 100 milioni di ettari.
Quali saranno le conseguenze e che cosa
possiamo fare ?
4. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
LA STORIA: PERIODI COLONIALI, PIANTAGIONI
*La migrazione dei popoli, le invasioni armate, e altre forme di occupazione di territori da
parte di gruppi dominanti o invasori generalmente portavano un cambiamento nella
proprietà della terra per motivi agricoli e di allevamento del bestiame.
*Nel caso dell’Africa, l’era coloniale ebbe inizio nel 15° secolo e raggiunse il suo livello più
alto dopo la Conferenza di Berlino del 1885 – quando le potenze europee si divisero il
continente. Potremmo chiamare quella situazione un massiccio accaparramento di terra,
in cui i popoli dell’Africa vennero privati della loro propria terra, delle loro proprie foreste e
miniere, della loro propria cultura e del proprio destino.
*Durante quel lungo periodo, vaste piantagioni quali il tè, caffè, cotone, cacao, spezie,
arachidi, tabacco, legname e attività minerarie, furono sviluppate per servire gli interessi
coloniali.
I tradizionali sistemi africani di produzione del cibo furono sovvertiti o marginalizzati.
Dopo l’indipendenza, l’agricoltura africana non ha ricevuto una reale attenzione dai
governi locali.
5. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
CONCETTO DI ACCAPARRAMENTO DELLA TERRA,
ACQUISIZIONE DELLA TERRA
L’accaparramento della terra consiste nell’acquisto
o nell’affitto di vaste aree di terra rurale e
coltivabile da parte di governi stranieri o società
multinazionali allo scopo di produrre cibo,
mangime animale, bio-combustibile, ecc. da
esportare nei loro paesi in cambio di capitali o di
costruzioni di certe infrastrutture. Dovremmo
anche menzionare l’acquisizione di vaste porzioni
di territorio da parte di investitori nazionali.
6. ETIOPIA
• Israele, India, Cina, UAE, Italia, Turchia, Paesi Bassi.
Arabia Saudita: In Awassa, si sta montando la più
grande serra dell’Etiopia; una struttura di plastica e
acciaio che si estende su 20 ettari. Il direttore ci
mostra milioni di pomodori, peperoni, verdure
coltivate in 500 mila file in condizioni controllate da
computer. La tecnologia olandese minimizza l’uso
dell’acqua da due pozzi e 1.000 donne raccolgono e
imballano 50 tonnellate di cibo al giorno. Entro 24
ore sono portate via terra ad Addis Abeba e poi con
un volo di 1.000 miglia nei negozi e nei ristoranti di
Dubai, Gedda e nel Medio Oriente.
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7. • L’Etiopia è uno dei Paesi più affamati del mondo con
13 milioni di persone che necessitano di aiuto
alimentare – tuttavia il governo offre almeno 3
milioni di ettari della sua terra più fertile ai paesi
ricchi e ad alcuni degli individui più ricchi del mondo
per esportare cibo alle loro proprie popolazioni.
• La terra è affittata per 99 anni a uno Sceicco al-
Amoudi dell’Arabia Saudita, un miliardario – uno dei
50 uomini più ricchi del mondo. La sua compagnia
Saudi Star spende $2B per comprare e coltivare
500.000 ettari a frumento, riso, verdure e fiori per i
mercati sauditi e per salariare 10.000 persone. J.VIDAL
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ETIOPIA
8. Nella RD del Congo : La Cina ha un contratto per
coltivare 2.8 ettari di biocombustibili da olio di palma.
• Compagnie indiane: con prestiti governativi hanno acquistato
o affittato centinaia di migliaia di ettari in Etiopia, Kenya,
Madagascar, Senegal e Mozambico dove coltivano riso, canna
da zucchero, mais e lenticchie per i loro mercati domestici.
• La ditta newyorkese Jarch Capital gestita da Philip Heilberg
ha affittato 800.000 ettari in Sudan.
• Paesi stranieri coinvolti in Mozambico : Arabia Saudita, Regno
Unito, Italia, Svezia, Svizzera e Canada.
• In The Nabinian, 11 Gennaio 2011: il popolo dell’OKongo
protesta per la vendita di terra a N$1. 5 milioni a Michael
Chan, un uomo d’affari cinese. Namrights ha chiesto al
Ministro di indagare.
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9. Accaparramento della terra
in Namibia
• Una Compagnia per l’esplorazione
mineraria e per lo sviluppo ha firmato un
contratto d’affitto per N50 milioni per
sfruttare una miniera di piombo e zinco
congiuntamente a Weatherly Berg Aukas
vicino a Grootfontein. - New Era –
14/01/ 2011
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10. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
L’accaparramento della terra
influisce direttamente sulla sicurezza del cibo
Sicurezza del cibo:
* La sicurezza del cibo indica una situazione in cui c’è un universale
accesso al cibo che è salutare, nutriente, sano, e culturalmente
accettabile.
Inoltre, in una comunità dove c’è sicurezza di cibo, la coltivazione, il
trattamento e la distribuzione del cibo è regionalmente basata,
socialmente giusta, e sostenibile come ambiente.
* La sicurezza del cibo esiste quando tutte le persone, in qualsiasi
momento, hanno un accesso fisico, sociale ed economico a un cibo
sufficiente, sano e nutriente, che soddisfi i loro bisogni dietetici e le loro
preferenze per una vita attiva e sana. La sicurezza del cibo domestico è
l’applicazione di questo concetto a livello famigliare, con individui
all’interno della famiglia come focus della questione.
11. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
Sovranità sul cibo
* Sovranità sul cibo: Ogni nazione ha il diritto di definire la sua propria politica
agricola rivolta a produrre il cibo necessario al suo popolo.
Rifiuta la biotecnologia agricola e l’agricoltura industriale in favore di una
produzione di cibo localizzata e della protezione della vita rurale attraverso
tutti gli stati-nazione. Chiede la rimozione dell’agricoltura dal sistema del
commercio internazionale.
L’accaparramento della terra
influisce direttamente sulla sovranità sul cibo
* Sovranità sul cibo è il diritto dei popoli a un cibo salutare e culturalmente
appropriato, prodotto con metodi ecologicamente sani e sostenibili e il loro
diritto a definire i loro propri sistemi di alimentazione e di agricoltura. Pone al
centro del sistema alimentare e della politica le aspirazioni e i bisogni di coloro
che producono, distribuiscono e consumano il cibo piuttosto che la domanda
dei mercati e delle corporazioni
(International Planning Committee for Food Sovereignty – CIP)
12. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
Crisi dei prezzi del cibo, scarsità di cibo
Terra da coltivare a cereali biocombustibili
Un salutare ritorno sul capitale + 25 %/ all’anno
Il declino della fornitura d’acqua
L’aumento della popolazione
In Africa, la terra e la manodopera sono a buon mercato
LA CORSA ALLA TERRA È ACCELERATA DA:
13. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
• Durante gli anni 2007-2008 il brusco rialzo del prezzo del
petrolio e la crescente scarsità d’acqua provocarono una
seria crisi di cibo in tutto il mondo come grano, riso,
frumento, e altri cereali che causò rivolte in molti paesi.
• Da The Namibian, 6 Gennaio 2011: “I prezzi globali del
cibo sono aumentati in dicembre con un listino ad altezza
record. La zucchero è aumentato di 25 punti in
Novembre. Grano, riso e mais sono aumentati di 15 punti
e i prezzi potrebbero ulteriormente salire in condizioni di
siccità, o se dovessero persistere i correnti tipi di tempo
atmosferico.”
Perché ora? Che cosa è accaduto che potrebbe spiegare
l’improvvisa esplosione della corsa alla terra?
14. Garantire la fornitura di cibo
• In molti paesi che importano cibo ( Arabia saudita, UK,
Qatar, Sud Africa, Cina, Corea del Sud, Giappone, USA,
ecc.) i governi e le compagnie nazionali hanno deciso di
garantire la loro fornitura di cibo producendo cibo,
mangime, biocombustibile in altri paesi invece di
importarli a costi più alti.
• Imprenditori agricoli internazionali , banche investitrici,
fondazioni, individui… sono attratti da qualcuna delle
terre più a buon mercato del mondo. Se non la si può
comprare, si affitta pagando $1 all’anno per ettaro.
Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
15. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
Un nuovo neo- colonialismo?
L’Africa è di nuovo spogliata delle sue
risorse naturali. Al di sopra dei minerali e
del petrolio, ora nel mirino c’è la terra e
l’acqua per coltivare frutta, verdure e fiori.
Fingendo di aiutare le aree rurali dei paesi
in via di sviluppo, il governo e gli investitori
propagano il mito che essportano allo
sviluppo terre improduttive o terre che
non sono utilizzatei. Mentre devono
affrontare la scarsità globale di cibo, i paesi
ricchi affittano e comprano vaste estensioni
di terre coltivabili per garantire le forniture
ai loro cittadini – mentre gli africani
muoiono di fame.
16. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
Non dovremmo dimenticare che i governi nazionali detengono il
potere reale, quasi l’unico potere.
Ci sono già parecchi casi: Sudan
Mozambico, Liberia, Tanzania, Etiopia,
Zambia, DRC, Kenya, Senegal, Mali,
Ghana…
- Sudan : 2004-2008, 4 milioni di ettari
-Mozambico : 2004-2009, 2,7 milioni di ettari
-Liberia : 2004 – 2008, 1,6 milioni di ettari
-Etiopia 2004 – 2008, 3 milioni di ettari
- DR Congo con la Cina : 2,8 milioni di ettari di
palme da olio per biocombustibili
Un nuovo neo- colonialismo?
17. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
I PARTNERS MANCANTI
E CHE COSA NE E’ DEGLI AGRICOLTORI, PESCATORI,
PASTORI E, INFINE, DELL’INTERA SOCIETA’ CIVILE?
Negli accordi riguardanti l’affitto/l’acquisizione di terra, i
contratti vengono stipulati segretamente senza consultare
le popolazioni indigene e senza nessun risarcimento.
I locali non riescono a credere al numero di persone che
arrivano con una quantità di trattori a invadere le loro
terre. Si parla poco delle migliaia di persone colpite
dall’acquisto della terra.
18. Encounter AEFJN Rome, November 2010
CONSEGUENZE
• Gli agricoltori nazionali vengono privati della terra agricola di loro
proprietà
• Il dirottamento del cibo o della produzione di bio-combustibile a paesi
stranieri.
• Gli agricoltori diventano braccianti, affittuari, poveri urbani, o migranti.
• L’indebolimento della sicurezza del cibo e della sovranità sul cibo
• La coltivazione intensiva, su larga scala, necessita di prodotti chimici,
pesticidi, erbicidi, fertilizzanti, uso intensivo dell’acqua, trasporti su
vasta scala, immagazzinamento – trasforma la terra in piantagioni a
monocultura.
• Porta un know-how tecnico estremamente necessario?
• Uno strumento per lo sviluppo? Accesso ai mercati? Lavoro?
• Raccolti migliori? Maggior reddito pubblico?
• La costruzione di infrastrutture?
19. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
IL SISTEMA ONU : BUONI PRINCIPI,
L’ONU E’ AL SERVIZIO DEL GOV. & NON HA POTERI
Linee guida della Banca Mondiale, in associazione con FAO, IFAD, UNCTAD
* Principio 1 : I diritti esistenti alla terra e alle risorse naturali sono
riconosciuti e rispettati
TOTALMENTE ASSENTI, CON PICCOLI ADEMPIMENTI
* Principio 2 :Gli investimenti non mettono a repentaglio la sicurezza del cibo,
anzi la rafforza.
I FATTI VANNO IN DIREZIONE OPPOSTA.
* Principio 3 : I procedimenti per accedere alla terra e ad altre risorse e gli
investimenti associati, sono trasparenti, monitorati, e assicurano un
atteggiamento responsabile da parte di tutti gli stakeholders, all’interno del
proprio affare, legalmente legittimo e regolamentato.
NON C’E’ TALE TRASPARENZA O RESPONSABILITA’
20. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
Linee guida della Banca Mondiale, in associazione con FAO, IFAD, UNCTAD
* Principio 4 : Tutti coloro che sono materialmente coinvolti sono consultati, e
gli accordi risultanti dalle consultazioni sono registrati e rispettati.
LA REGOLA E’ CHE AGRICOLTORI, PASTORI, ECC, SONO IGNORATI
* Principio 5 : Gli investitori assicurano che i progetti rispettino le regole di
legge, riflettano la miglior pratica industriale, siano economicamente praticabili,
e il risultato positivo sia durevolmente condiviso.
NELLE CIRCOSTANZE ATTUALI, QUESTA E’ PURA FORMALITA’
* Principio 6 : Gli investimenti generano impatti positivi dal punto di vista
sociale e della distribuzione e non accrescono la vulnerabilità.
NON C’E’ QUESTA COMPONENTE MORALE NELLE PRATICHE COMMERCIALI –
ESSE GENERANO PRIVAZIONE E INSICUREZZA
IL SISTEMA ONU : BUONI PRINCIPI,
L’ONU E’ AL SERVIZIO DEL GOV. & NON HA POTERI
21. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
Linee guida della Banca Mondiale, in associazione con FAO, IFAD, UNCTAD
* Principio 7 : Gli impatti ambientali dovuti a un progetto sono quantificati, e
vengono prese misure per incoraggiare un sostenibile uso delle risorse mentre
si minimizza il rischio/ magnitudine degli impatti negativi e si provvede a
mitigarli. PURA LETTERATURA
Apre le porte alla corruzione: i ricchi e i potenti si appropriano dei benefici dei
contratti sulla terra senza condividerli
Soltanto una piccolissima parte di agricoltori locali hanno un diritto alla
propria terra anche se ne traggono sostentamento da generazioni.
Indeboliscono l’accesso della gente alla terra e all’acqua.
SAREBBE NECESSARIO CHE I GOVERNI FACESSERO PERIZIE TECNICHE ED
ESAMINASSERO NEL DETTAGLIO LE PROPOSTE DI INVESTIMENTO PER
OTTENERE BUONI CONTRATTI
IL SISTEMA ONU : BUONI PRINCIPI,
L’ONU E’ AL SERVIZIO DEL GOV. & NON HA POTERI
22. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
E ORA ?
CHE COSA PUO’ FARE LA GENTE ?
A LIVELLO LOCALE, NAZIONALE,
INTERNAZIONALE
LE SITUAZIONI SONO MOLTO DIVERSE
23. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
IL CASO DEL MADAGASCAR E LE DAEWOO LOGISTICS:
Un tentativo fallito di Daewoo di coltivare
la terra del Madagascar gratis
Financial Times. 19-Nov-2008
di Song Jung-a e Christian Oliver a Seul e Tom Burgis a
Johannesburg
Daewoo Logistic della Corea del Sud ha detto che si aspettava di
non pagare niente per coltivare mais e palme da olio in un’area del
Madagascar della grandezza di metà del Belgio, accrescendo le
preoccupazioni intorno ai più grandi investimenti di questo tipo su
terra coltivabile.
24. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
IL CASO DEL MADAGASCAR E LE DAEWOO LOGISTICS:
Promesse fatte
* L’isola dell’Oceano Indiano otterrà semplicemente opportunità di
lavoro dall’affitto per 99 anni di 1.3 milioni di ettari alla Daewoo, hanno
detto funzionari della compagnia. Essi hanno sottolineato che lo scopo
dell’investimento era aumentare la sicurezza del cibo di Seul.
*“Vogliamo piantare là del grano per garantire la sicurezza del nostro
cibo. Il cibo può essere un’arma in questo mondo,” ha detto Hong Jong-
wan, un dirigente della Daewoo. “Vogliamo sia esportare i raccolti ad
altri paesi sia riportarli indietro in Corea in caso di una crisi di cibo.”
* Daewoo aveva concordato con il governo del Madagascar che avrebbe
potuto coltivare 1.3 milioni di ettari di terra agricola gratuitamente
quando aveva firmato un memorandum di intesa in Maggio. Quando la
compagnia ha firmato il contratto in Luglio, è stata d’accordo a discutere i
costi con il Madagascar. Ma Daewoo ora crede di non dover pagare
niente.
25. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
IL CASO DEL MADAGASCAR E LE DAEWOO LOGISTICS:
Promesse fatte
*“E’ terra completamente non edificata che è stata lasciata non toccata. E
noi , coltivandola, daremo loro lavoro, il che è una buona cosa per il
Madagascar,” ha detto Mr Hong. I 1.3 milioni di ettari di terra affittata è
quasi la metà dell’attuale terra arabile del paese africano che è di 2.5
milioni di ettari.
Ma il Madagascar avrebbe potuto beneficiare dell’investimento della
Daewoo in strade, irrigazione e agevolazioni per l’immagazzinamento del
grano.
Tuttavia, un diplomatico europeo in Sud Africa ha detto : “ Io presumo che
(per il Madagascar) i benefici diretti saranno limitatissimi. I progetti
estrattivi hanno un piccolissimo spill-over per una più vasta
industrializzazione.”
* Negli ultimi cinque anni le nazioni asiatiche hanno guardato sempre più
all’Africa per far fronte ai loro bisogni di risorse. La Cina è stata
particolarmente aggressiva nell’aumentare la sua presenza nelle zone
petrolifere e nelle miniere del continente, esponendosi talvolta ad accuse
di neo-colonialismo.
26. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
* Ma ora le nazioni stanno spostando l’interesse per i minerali e il petrolio
a quello per il cibo. Roelof Horne, che dirige Investec Asset Management’s
Africa fund, ha detto che si aspetta di vedere ulteriori investimenti nella
terra agricola del continente. “L’Africa ha la maggior parte della terra
fertile sottoutilizzata del mondo,” ha detto, sebbene abbia precisato che
“la terra è sempre una cosa emotiva”.
* Daewoo a parte, un crescente numero di compagnie sud coreane si
stanno avventurando nel Madagascar, investendo in progetti dalle miniere
di nichel agli impianti energetici. Korea Resources, gestita dallo Stato, ha
recentemente firmato un accordo preliminare con il Madagascar per
estendere la collaborazione sullo sviluppo delle risorse, che include progetti
estrattivi per altri metalli.
* Daewoo pianifica di iniziare la produzione di mais su 2.000 ettari
dall’anno prossimo per espanderla gradualmente ad altre parti della terra
affittata. La compagnia intende piantare mais su 1 milione di ettari nella
parte occidentale del Madagascar e palme da olio su 300.000 ettari
nell’est.
IL CASO DEL MADAGASCAR E LE DAEWOO LOGISTICS:
Un tentativo fallito
27. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
IL CASO DEL MADAGASCAR E LE DAEWOO LOGISTICS:
Depredare i Poveri per nutrire i Ricchi
* La compagnia ha intenzione di portare il grosso dei raccolti in Sud Corea e
di esportare alcune forniture ad altri paesi. Non è chiaro se parte della
produzione rimarrà in Madagascar, un paese impoverito dove il World Food
Programme provvede all’assistenza alimentare per 600.000 persone – circa
il 3.5% della popolazione.
Il WFP, l’agenzia ONU che si occupa dell’assistenza alimentare di
emergenza, ha detto che più del 70% della popolazione del Madagascar
vive sotto la soglia della povertà. “Circa il 50% dei bambini al di sotto dei
tre anni soffre di un ritardo nella crescita dovuto a una dieta cronicamente
inadeguata,” ha detto.
La caccia agli investimenti agricoli stranieri è la conseguenza della crisi di
cibo di quest’anno, che ha visto prezzi record per prodotti quali frumento e
riso, e rivolte per il cibo in molti paesi dall’Egitto ad Haiti. I prezzi per i
prodotti agricoli sono precipitati di oltre la metà da tali livelli, ma le nazioni
sono interessate a forniture a lungo termine.
28. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
* Daewoo ha detto che ha scelto di investire in Madagascar perché è
ancora relativamente non toccata dalle compagnie occidentali. “ Il
paese potrebbe offrire maggiori opportunità per noi dato che non ci
sono molte compagnie occidentali,” ha detto Mr Hong.
* Daewoo ha intenzione di valorizzare la terra arabile in Madagascar
per coltivarla per i prossimi 15 anni, e intende provvedere a circa
lametà delle importazioni di mais in Sud Corea. Il Sud Corea, una
nazione pesantemente popolata ma povera di risorse, è al quarto
posto come importatore di mais.
* Alla fine, il contratto è stato cancellato quando le dimostrazioni di
piazza hanno provocato un colpo di stato con le dimissioni del
Presidente Marc Ravlomanana e la formazione di un nuovo governo.
IL CASO DEL MADAGASCAR E LE DAEWOO LOGISTICS:
Un tentativo fallito
29. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
UN PERCORSO ALTERNATIVO
INVECE DI VENDERE LE LORO NAZIONI,I GOVERNI
DOVREBBERO INVESTIRE IN AGRICOLTURA
FAMIGLIARE.
MIGLIORANDO LE INFRASTRUTTURE, L’IRRIGAZIONE,
LE SEMENTI, IL SUOLO, I MERCATI LOCALI, ECC.
IL G-8 HA STANZIATO 20 BILIONI DI US$
PER L’AGRICOLTURA!
30. Encounter AEFJN Roma, Novembre 2010
L’agricoltura ha bisogno
di gente locale,
non di proprietari stranieri!
NON VENDETE IL PAESE!