Giornata Tecnica da Piave Servizi, 11 aprile 2024 | DISCIPIO Antonio
Analisi strutturale non lineare: modellazione, algoritmi, aspetti critici.
1. Analisi strutturale non lineare:
modellazione, algoritmi, aspetti critici
Franco Bontempi
Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA
Via Eudossiana 18 - 00184 Roma – ITALIA
franco.bontempi@uniroma1.it
14-Mag-2020 1
2. Indice
1. Risposta strutturale
2. Linearità e proporzionalità
3. Nonlinearità
4. Il problema strutturale e la sua discretizzazione
5. Aspetti generali dell’analisi strutturale
6. Schemi risolutivi elementari
7. Affinamento degli schemi risolutivi
Riferimenti
14-Mag-2020 2
6. Risposta strutturale
• un tratto iniziale sostanzialmente lineare, che caratterizza il
comportamento in esercizio della struttura sotto condizioni che sono
raccolte negli Stati Limite di Esercizio (S.L.E.);
• un ulteriore regione in cui si manifesta un comportamento
nonlineare, approssimandosi la risposta alla massima capacità
portante della struttura: è la regione associata a condizioni raccolte
negli Stati Limite Ultimi (S.L.U.) o alla presenza di carichi che rientrano
nei casi eccezionali o accidentali connessi a cosiddetti Stati Limite di
Integrità Strutturale (S.L.I.).
14-Mag-2020 6
18. Condizioni per la linearità
• In termini generali, un problema strutturale risulta lineare se valgono
queste ipotesi:
I. il materiale di cui è composta la struttura è elastico lineare;
II. gli spostamenti sono piccoli: le equazioni di equilibrio si possono
scrivere nella configurazione indeformata della struttura,
trascurando quindi il fatto che per la struttura l’equilibrio si instaura
in una configurazione deformata; inoltre, va da sé che anche le
deformazioni sono piccole;
III. i vincoli presenti nella struttura sono considerati bilateri: possono
anche essere cedevoli purché siano caratterizzati anche essi da
comportamenti elastici lineari; in questo caso, questi vincoli
possono essere a tutti gli effetti considerati parte della struttura nel
suo complesso;
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19. Conseguenze di I, II, III
Se valgono I, II, III, si verifica che:
• la soluzione del problema strutturale esiste ed è unica: nella Fig.2a è
rappresentata la situazione di una struttura ad un solo grado di libertà
q soggetta al valore di carico fissato 𝑃∗ al quale corrisponde la
soluzione 𝑞∗;
• per il sistema strutturale, inteso come struttura formata da materiale
e insieme di carichi agenti conservativo, è definita l’energia potenziale
totale 𝛱, che risulta essere minima nell’unico punto di stazionarietà,
corrispondente all’equilibrio della struttura sotto il sistema di carichi
assegnato Fig.2b.
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21. Ipotesi IV e conseguenza
• Se, inoltre, vale anche questa ipotesi:
IV. non esistono stati di sforzo o di deformazione iniziale: non esistono
cioè coazioni o deformazioni impresse;
• la risposta strutturale è proporzionale (Fig.3), oltre che lineare, e vale
• il principio di sovrapposizione degli effetti: con riferimento alla Fig.4,
se ad un carico 𝑃 𝐴
corrisponde uno spostamento 𝑞 𝐴
e ad un carico
𝑃 𝐵
uno spostamento 𝑞 𝐵
, alla somma dei carichi 𝑃 𝐴
+ 𝑃 𝐵
= 𝑃 𝐶
corrisponde la somma degli spostamenti 𝑞 𝐶 = 𝑞 𝐴 + 𝑞 𝐵.
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27. NONLINEARITÀ DI MATERIALE (NLM)
• Il materiale di cui è composta la struttura risponde in modo differente
al crescere dei carichi, ovvero lo stesso materiale cambia
caratteristiche alla progressiva deformazione che esso subisce;
• in particolare il comportamento può essere non lineare ma olonomo,
cioè dipendente solo dal valore totale assunto dalle deformazioni
come in effetti si assumerà nel seguito, o anolonomo, cioè
dipendente dall’effettiva storia deformativa;
• può esserci anche una dipendenza dal tempo: in questo caso si hanno
fenomeni viscosi, che possono in certi casi dare luogo a situazioni
semilineari;
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30. Comportamento olonomo e anolonomo
• È da sottolineare che la distinzione fra comportamenti reversibili e irreversibili
risulta evidente solo quando ad una fase di carico segue una fase di scarico,
ovvero quando le deformazioni, dopo essere cresciute fino ad un certo punto,
diminuiscono. Nella Fig.7 è, infatti, evidenziato in rosso quello che è definito il
profilo (skeleton) del legame costituivo: esso risulta uguale sia per comportamenti
reversibili che irreversibili, rappresentando la risposta del materiale per
deformazioni crescenti.
• Considerando il differente onere computazionale fra un’analisi con materiali
olonomi e materiali anolonomi, e le considerazioni appena fatte sul profilo dei
legami costituivi, se si vuole ottenere una valutazione approssimata della capacità
portante di una struttura con materiale anolonomo, si può considerare una
modellazione olonoma, elastica nonlineare soggetta a carico monotono
crescente. La valutazione è comunque approssimata perché, seppure sotto
carichi monotoni crescenti, in una struttura composta da materiale anolonomo si
possono comunque verificare delle fasi di scarico di alcune parti materiali.
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38. NONLINEARITÀ GEOMETRICA (NLG)
• Gli spostamenti che la struttura subisce non possono essere
considerati piccoli e se ne deve tenere conto nella scrittura
dell’equilibrio; in successione si possono avere, quindi, analisi che
comprendano:
1. spostamenti piccoli e ininfluenti sulle condizioni di equilibrio
(Teoria del I ordine – equilibrio nella configurazione indeformata);
2. spostamenti piccoli ma influenti sulle condizioni di equilibrio
(Teoria del II ordine – equilibrio nella configurazione deformata);
3. grandi spostamenti (e grandi rotazioni) ma piccole deformazioni;
4. grandi spostamenti e grandi deformazioni.
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50. NONLINEARITÀ DI VINCOLI (NLV)
• Le condizioni di vincolo della struttura (le condizioni al contorno della
struttura) variano o alterano al crescere del carico (vincoli
monolateri).
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56. Parzializzazione delle sezioni con modellazioni ad elementi mono-
dimensionali per un carico concentrato in mezzeria di ogni campata:
influenza dei vincoli strutturali di estremità (a) carrello-cerniera; (b)
cerniera-cerniera; diagrammi carico-spostamento corrispondenti: la
curva più rigida è ottenuta con cerniere fisse a terra
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(b)
(a)
58. Conseguenze della nonlinearità
• La soluzione del problema strutturale può non esistere, e se esiste
può non essere unica.
• Non vale più il principio di sovrapposizione degli effetti (Fig.5).
• In generale, il sistema non è più un sistema conservativo per il quale si
può definire un’energia potenziale totale; se eventualmente il sistema
resta conservativo, l’energia potenziale totale non presenta più un
solo punto di minimo (Fig.6).
• La soluzione in presenza di legame anolonomo dipende dalla storia di
carico.
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61. CONOSCENZA RICHIESTA
DA UN PROBLEMA
EVOLUTIVO
CONOSCENZA
RICHESTA
DA UN PROBLEMA
INNOVATIVO
BASE DI
CONOSCENZA
ATTUALE
Crescita di conoscenza
6114-Mag-2020
70. Concavo
• còncavo agg. e s. m. [dal lat. concăvus, comp. di con- e cavus
«incavato»]. – 1. agg. a. Che ha la superficie curva e rientrante (opposto
di convesso): lenti c.; vetro c.; specchio concavo. b. Con sign. più
specifico, in geometria, detto di figura (superficie piana o solido nello
spazio) che gode della proprietà per cui esiste almeno un segmento
congiungente due suoi punti che non appartiene interamente alla figura
stessa; in partic.: angolo c., maggiore di due angoli retti; poligono c., è
un poligono che abbia un angolo interno concavo, così che esiste almeno
un suo lato che, prolungato, non lascia il poligono tutto da una stessa
parte; poliedro c., se esiste una sua faccia il cui piano non lascia il
poliedro tutto da una stessa parte. Spesso il termine è riferito, anziché
alla superficie piana o al solido spaziale, al relativo contorno. 2. s. m.,
non com. La parte concava di un corpo: nel c. della mano; l’esalazioni
contenute dentro al c. lunare (Galilei).
14-Mag-2020 70
71. Convesso
• convèsso agg. [dal lat. convexus «ricurvo», der. di convehĕre
«raccogliere insieme, condurre», comp. di con- e vehĕre «trasportare»].
– In genere, di corpo che si presenta ricurvo come la parte esterna di un
cerchio o di una sfera (opposto di concavo): la calotta è convessa nella
parte esterna, concava nella parte interna. Con sign. più specifici, in
geometria, di figura (piana o solida) tale che, dati due suoi punti
qualunque, il segmento che li congiunge appartiene interamente alla
figura (anche del contorno di tale figura, per cui è detto convesso sia il
cerchio sia la circonferenza che costituisce il contorno); di un angolo, se
ha un’ampiezza minore di 180°; di un poligono se ha tutti gli angoli
convessi; di una regione piana delimitata da una curva chiusa, se giace
tutta da una banda rispetto alla tangente in un qualsiasi punto del
contorno; di un poliedro, se giace tutto in uno stesso semispazio rispetto
a ciascuna delle sue facce.
14-Mag-2020 71
96. Dati del problema strutturale
• DOMINIO STRUTTURALE (come è fatta la struttura):
• Configurazione geometrica:
a) Geometria globale: assi, …
b) Geometria locale: sezioni, spessori, …
• Composizione materiale:
a) Legge costitutiva: quale è il comportamento;
b) Criterio di rottura: quando si arriva alla rottura;
• CONDIZIONI AL CONTORNO (vincoli e carichi sulla struttura):
• Vincoli
• Carichi
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99. Gerarchia dei risultati
14-Mag-2020 99
1. Aspetti qualitativi e quantitativi globali:
• Deformata complessiva (spostamenti globali, rispetto dei vincoli, simmetrie -
antisimmetrie);
• Quantità statiche globali (peso proprio, risultanti complessive, reazioni
vincolari);
• Risposta strutturale complessiva come frequenze o curva carico-spostamento,
ovvero percorso di equilibrio;
2. Aspetti qualitativi e quantitativi locali:
• Sollecitazioni (momenti, azione assiale, taglio) e risultanti sezionali (o di una
parte di struttura);
3. Comportamenti e risposte locali:
• Deformazioni e sforzi;
• Fessurazioni, danneggiamento, …
121. Banda di
valori attesi
del
risultato in
base a
valutazioni
analitiche
Stima del limite
superiore
valori attesi:
Ãmax
Stima del limite
inferiore
valori attesi Ãmin
Valore numerico
A da calcolare
Numero K del modello
utilizzato (complessità)
Regola 0: l’analisi strutturale è un processo evolutivo di
esplorazione della struttura e del suo comportamento
Regola 1:
individuazione di
una delimitazione
della soluzione
K K+1
AK
AK+1
ΔAk,k+1 = Ak+1 - Ak
Regola 2:
valutazione
della
sensibilità
della
soluzione
0
A0
Regola 3:
ridondanza
delle
processi di
analisi
Possibile
divergenza
numerica
della
soluzione
14-Mag-2020 121
149. Banda di
valori attesi
del
risultato in
base a
valutazioni
analitiche
Stima del limite
superiore
valori attesi:
Ãmax
Stima del limite
inferiore
valori attesi Ãmin
Valore numerico
A da calcolare
Numero K del modello
utilizzato (complessità)
Regola 0: l’analisi strutturale è un processo evolutivo di
esplorazione della struttura e del suo comportamento
Regola 1:
individuazione di
una delimitazione
della soluzione
K K+1
AK
AK+1
ΔAk,k+1 = Ak+1 - Ak
Regola 2:
valutazione
della
sensibilità
della
soluzione
0
A0
Regola 3:
ridondanza
delle
processi di
analisi
Possibile
divergenza
numerica
della
soluzione
14-Mag-2020 149
175. 14-Mag-2020 175
𝑥0
, 𝜆0
∙ 𝑦
situazione nota all’inizio
dell’incremento di carico;
𝐾 𝑇
1
CALL ASSVET
formazione matrice di rigidezza
tangente della struttura;
INDICATORI DEL TIPO DI PERCORSO CHE SI STA PERCORRENDO
𝜔 𝑀𝐴𝑋 , 𝜔 𝑀𝐼𝑁 CALL POWER
valutazione con iterazione
vettoriale dell’autovalore massimo
(in modulo), e con shift, di quello
minimo (in modulo)
CALL JACOBI
valutazione di tutto lo spettro degli
autovalori e autovettori; potendo
essere la matrice di rigidezza
tangente non definita, è necessario
usare lo shift che è opportuno
scegliere pari al modulo
dell’autovalore massimo calcolato
prima con iterazione vettoriale;
𝐾 𝑇
0
= 𝐿 ∙ 𝐷 ∙ 𝐿𝑇 𝐾𝐾𝐾 = 1
CALL COLSOL
fattorizzazione della matrice di
rigidezza tangente e conteggio dei
termini pivotali 𝑑𝑖𝑖 negativi
𝜔 𝑀𝐼𝑁
CALL
INPOWER
controllo del valore dello
autovalore più piccolo in modulo
con iterazione vettoriale inversa;
176. PREDICTOR
𝛿 𝑇 = 𝐾−10
∙ 𝑦 𝐾𝐾𝐾 = 2
CALL COLSOL
valutazione della direzione tangente
al percorso di equilibrio;
𝐵 =
𝛿 𝑇,𝑜𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑒
𝑇
∙ 𝑦
𝛿 𝑇 ∙ 𝑦
valutazione parametro di Bergan (nella forma normalizzata con il
valore assunto all’origine del percorso di equilibrio);
𝛽 = 𝛽𝑜𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑒 =
𝛿 𝑜𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑒
𝑦
valutazione del fattore di scala tra quantità cinematiche e quantità
statiche (solo al primo incremento di carico);
∆𝜆1
=
∓∆𝑙
𝛿 𝑇
𝑇
∙ 𝛿 𝑇 + 𝛽𝑦 𝑇 ∙ 𝛽𝑦
∆𝜆1
= ∓
∆𝑊
𝑦 𝑇 ∙ 𝛿 𝑇
∆𝜆1
=
∆𝑥 𝑘
−1
∆𝑥 𝑘
1
scelta della direzione: incremento o decremento del carico;
NOTA: nelle prime due espressioni, il segno positivo è scelto (a)
se B>0, (b) a seconda degli indicatori della Tabella I;
∆𝑥′−1
= ∆𝜆′ ∙ 𝛿 𝑇
1
𝜆1
= 𝜆0
+ ∆𝜆1
incrementi di spostamento e di carico predetti
14-Mag-2020 176
199. Avvertenza
• Un’operazione che spesso comporta gravi errori nella
comprensione e nella implementazione di un procedimento
per il tracciamento del percorso di equilibrio di una struttura,
è quella di estendere considerazioni relative al caso con un
solo grado di libertà a casi con molti gradi di libertà.
• Queste inconsistenze sono spesso ingannevolmente
suggerite da rappresentare un certo spostamento della
struttura in esame in funzione del moltiplicatore del carico.
14-Mag-2020 199
208. Indice
1. Risposta strutturale
2. Linearità e proporzionalità
3. Nonlinearità
4. Il problema strutturale e la sua discretizzazione
5. Aspetti generali dell’analisi strutturale
6. Schemi risolutivi elementari
7. Affinamento degli schemi risolutivi
Riferimenti
14-Mag-2020 208
209. Analisi strutturale non lineare:
modellazione, algoritmi, aspetti critici
Franco Bontempi
Professore Ordinario di Tecnica delle Costruzioni
Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI ROMA LA SAPIENZA
Via Eudossiana 18 - 00184 Roma – ITALIA
franco.bontempi@uniroma1.it
14-Mag-2020 209