1. Slimma, i mercati turistici del futuro | Formazione Turismo
http://www.formaz ioneturismo.com/in- evidenz a/slimma- i- mercati- turistici- del- futuro March 6, 2013
Slimma è l’acronimo che ident if ica Sri Lanka, Indonesia, Malesia, Messico e Argent ina e
potrebbe presto diventare il “rivale” dei più noti Brics (cioè Brasile, Russia, Cina, India e
Sudafrica), già potentissimi “intercettatori” di flussi turistici da tutto il mondo. Il dato è emerso al
Wtm di Londra, durante la presentazione del World Travel Market Indust ry Report , che ha
chiamato in causa oltre mille tra buyer membri del Wtm Meridien Club ed espositori.
Ebbene, da questo rapporto è apparso come segnale forte che questo acronimo potrebbe, in
un futuro non troppo lontano, diventare una delle economie del t urismo più import ant i al
mondo. Il perchè è presto detto: innanzitutto tutte queste destinazioni hanno in comune un
costo contenuto del soggiorno; dopo le varie vicissitudini che a vario titolo hanno attraversato i
diversi paesi in questione (guerre civili come nel caso dello Sri Lanka o il default economico
come nel caso dell’Argentina) è arrivato per essi il tempo di guardare al futuro, accendendo i
riflettori priorio sul turismo.
In particolare lo sviluppo dello Sri Lanka deriva dagli investimenti che sta operando sulle
infrastrutture: l’indagine ha rilevato, ha un potenziale in entrata, per le sue bellezze naturali, in
particolare le sue spiagge pittoresche identificate come una chiave di attrazione per i turisti
globali.
L’Indonesia invece, oltre a contare sull’attrazione delle sue bellezze naturalistiche, può
rappresentare un ot t imo pot enziale di t urismo out going. La popolazione è giovane e la
crescita di una generazione con un reddito relativamente alto fornirà aperture per gli operatori
in uscita. Per l’incoming potrà fare appello alla varietà del suo paesaggio e al gran numero di
isole inesplorate.
La Malesia è da tempo già considerata una meta turistica per eccellenza grazie anche alle
campagne di marketing sulle quale investe, soprattutto in Europa, negli Stati Uniti e in altri
mercato chiave in Asia. Il Governo infatti, ha individuato nel turismo una parte importante del
suo sviluppo economico.
Il subcontinente sudamericano è rappresentato da Messico e Argentina. Il Messico ha
un’indust ria t urist ica consolidat a, guidata dalla sua vicinanza agli Stati Uniti. Si continua ad
investire nelle infrastrutture per crescere la propria attività in entrata, mentre i redditi disponibili
sono abbastanza buoni. Questa nazione ha un potenziale turistico in entrata e in uscita ed è
aiutato da un regime fiscale generalmente basso per gli investitori, i visitatori e la sua
popolazione. Infine, l’Argent ina ha il vantaggio di essere una nuova dest inazione sulla mappa
del t urismo mondiale. E’ una delle poche grandi economie al mondo ad essere vista in forte
crescita, il che significa che ha una maggiore flessibilità sui prezzi di molte destinazioni.
Si parla in ogni caso di pot enziale di sviluppo, quindi i Brics risult ano ancora prot agonist i
nello scenario t urist ico mondiale, sia come mercati emissori che come destinazioni. E c’è chi
è pronto a scommettere sul Brasile come prot agonist a assolut o, soprattutto in vista dei
mondiali del 2014 e dei Giochi Olimpici del 2016 per i quali saranno investiti 150 miliardi di dollari.
Intanto il paese è pronto a ricevere dal prossimo anno – e solo a Rio de Janeiro – un milione e
mezzo di visitatori.
Da una parte dunque ci sono economie emergenti che hanno deciso di investire nei settori
dell’ospitalità – servizi e infrastrutture comprese – dall’altra abbiamo una fetta sostanziosa dei
manager intervistati che ritengono inadeguate o insufficienti – e in alcuni casi assolutamente
penalizzanti – le misure adottate dai propri Governi.
Non sembra essere il caso dell’Italia, secondo Fiona Jeffery, presidente del Wtm che ha citato il
2. nostro Belpaese come caso virtuoso, insieme al Messico e all’Argentina. Bocciati invece
l’Inghilterra – che ha pianificato un ulteriore aumento delle imposte sui biglietti aerei – e il
governo degli Stati Uniti che vuole tirare fuori dalle tasche dei passeggeri americani ben 25
miliardi di euro. La Jeffery ha auspicato dunque che i governi facciano molto di più per il turismo,
settore che nel 2010 ha superato i 235 milioni di posti di lavoro e che le previsioni al 2030
indicano muoverà globalmente 1,8 miliardi di persone.