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1. Documento di approfondimento della soluzione:
INSERIRE IL TITOLO DELLA SOLUZIONE
MIRO al Paesaggio
MIglioramento delle Relazioni tra gli Operatori e PA
negli aspetti procedurali, di valutazione e nell’iter di autorizzazione
nel campo della tutela del PAESAGGIO
INDICE (da seguire come traccia guida)
1. Descrizione della soluzione
2. Descrizione del team e delle proprie risorse e competenze
3. Descrizione dei bisogni che si intende soddisfare
4. Descrizione dei destinatari della misura
5. Descrizione della tecnologia adottata
6. Indicazione dei valori economici in gioco (costi, risparmi ipotizzati,
investimenti necessari)
7. Tempi di progetto
1. “MIRO al PAesaggio” è una analisi congiunta con il personale del Servizio dei
progetti proposti dai funzionari tecnici degli Enti locali e dai tecnici degli Ordini
Professionali. A seguito del progetto di empowerment che ha coinvolto il
personale del Servizio in incontri formativi con i funzionari tecnici degli Enti
Locali della Sardegna meridionale e gli iscritti agli Ordini professionali
(Ingegneri, Architetti, Geometri, Geologi, Agronomi, Periti Agrari), attraverso il
feedback prodotto dalla somministrazione di un questionario, è emersa la
necessità che, oltre a un numero maggiore di lezioni frontali in aula, si
potessero analizzare dei progetti in ufficio coinvolgendo gli operatori o su
proposta degli stessi. Questa procedura innovativa può rientrare nella
sostenibilità dell’Agenda 2030 in quanto il Servizio Tutela del Paesaggio
propone una soluzione innovativa che può essere ricompresa nell’ambito
2. SDGs 4 Capitale umano ed educazione, dal momento che sperimenta un
nuovo percorso formativo mirante allo sviluppo delle competenze tecniche
degli operatori, incentivando le buone pratiche e il partenariato nel mondo del
lavoro (Servizio) in alleanza con gli Ordini professionali (che ha compiti di
formazione e istruzione nei confronti dei propri iscritti).
2. Personale del Servizio Tutela del paesaggio e vigilanza Sardegna
meridionale:
Ing. Giovanni Spanedda, dirigente Servizio;
Ing. Silvia Lallai, responsabile Settore 2;
Ing. Anna Maria Badas, responsabile Settore 3;
Ing. Gian Bachisio Demelas, responsabile Settore 4;
Dott. Vincenzo Di Dino, funzionario amministrativo Settore 4 (giornalista)
3. Migliorare le competenze dei tecnici comunali e professionisti come da
richieste pervenute nel corso delle sessioni di empowerment organizzate dal
Servizio.
4. Tutti i richiedenti, a partire dal personale tecnico dei Comuni del territorio
ricadente nelle competenze del Servizio e gli iscritti agli Ordini professionali. Il
servizio, se patrocinato dagli Ordini professionali, potrebbe portare al rilascio
di crediti formativi ai partecipanti loro iscritti (così come è già stato fatto nelle
giornate di formazione frontale).
5. Si ritiene di poter utilizzare la tecnologia già presente nel Servizio o in
Direzione Generale. Una sala riunioni con tavolo, sedie, proiettore, pc,
eventuale microfono, videocamera. Inoltre si potrebbe prevedere anche la
registrazione del consulto (se espresso in caratteri generali, per ovviare alle
problematiche relative alla privacy), il personale del Servizio, eventuale
canale youtube o caricamento dei file nel portale per successiva divulgazione
anche da utilizzare in successive lezioni di empowerment. Tutte tecnologie
largamente sostenibili e ricadenti in una Pubblica Amministrazione in linea
con gli obiettivi ONU dell’Agenda 2030.
6. Il progetto “MIRO al Paesaggio” è decisamente sostenibile e sufficientemente
economico in termini di spesa da parte della PA in quanto utilizza il personale
del Servizio (che potrebbe essere incentivato con un progetto obiettivo).
Tuttavia la ricaduta economica, grazie al rafforzamento delle competenze dei
progettisti che ci si prefigge di ottenere col presente progetto, si registra sui
risparmi che si ipotizzano nei tempi da dedicare alle singole pratiche o a un
numero minore di pratiche che si verrebbe a creare (taglio di quelle esitabili
3. negativamente), riduzione dei tempi legati all’iter (meno richieste di
integrazioni da parte dell’Ufficio), oltre al risparmio in termini di risvolti
patologici dei provvedimenti (minor numero di accessi agli atti e ricorsi). Gli
investimenti necessari in termini di tempo, sarebbero a regime nel medio
periodo (standardizzando il numero degli appuntamenti) e maggiori nel breve
periodo (preparazione dei consulti e lezioni d’aula). Dal punto di vista dei costi
vivi, non si tratta di costi esorbitanti, in quanto si utilizzerebbe il personale che
poi deciderà sulle pratiche medesime, eventuali spese di cancelleria, sala
attrezzata.
7. I tempi tecnici sono legati all’analisi della singola pratica. Si ritiene che si
possano realizzare vari appuntamenti entro la fine dell’anno in corso.