1. Dieci anni e 27 milioni di sì.
Con la forza di un'attesa
lunghissima e di un risultato
referendario inequivocabile,
finalmente arriva in
p o r t o l a L e g g e
p o p o l a r e p e r l a
Ripubblicizzazione
dell’Acqua.
Un nome che già da
solo rende l'idea dei
contenuti di questa
legge.
M a i l P d v u o l e
affossarla, e calpestare
la volontà di 27 milioni
di italiani.
Il deputato del Pd
Borghi ha presentato un
e m e n d a m e n t o c h e
CANCELLA l'articolo che
prevede che l'acqua sia
pubblica, che la gestione
dell'acqua sia pubblica e che le
infrastrutture dei servizi idrici
siano pubbliche.
Decisi a combattere con ogni
mezzo, oggi durante la votazione
in Commissione ci siamo fatti
sentire con interventi duri: ma
malgrado tutto la maggioranza ha
v o t a t o a f a v o r e
dell'emendamento Borghi,
negando la ripubblicizzazione
dell'acqua.
Così la nostra prima firmataria
della legge, Federica Daga, ha
ritirato la sua firma e insieme a
lei tutto il M5S. Non vogliamo
avallare con le nostre firme un
simile scempio della volontà
popolare!
Il 29 Marzo la Legge arriverà in
aula alla Camera.
Non possiamo consentire
che la volontà popolare
venga tradita, quindi
presenteremo i nostri
emendamenti e una
nuova proposta di legge.
Seguiteci, fate sentire la
vostra pressione per la
nostra acqua pubblica e
contro quelle potentissime
società per azioni che ci
stanno assetando usando
le bollette come bancomat.
Il Pd sta con loro. Il M5S
sta con i cittadini.
Dopo Roma scontro Fi-Lega anche
a Torino Salvini: “B. non capisce
valore di nomi puliti”.
Della serie il bue da del cornuto
all’asino…
GabrieleSozzani@twitter
Stampato in proprio
L'AcquaNonSiVende, il M5S non si arrende
Cominceremo col
fare ciò che è
necessario, poi
ciò che è
possibile. Non vi
promettiamo
l’impossibile ma
ci proveremo.
328 844 58 55
2. L'intervento in Libia: le menzogne di
un Governo sempre più irrilevante
La vagonata di menzogne del
governo sulla vicenda libica ci
dimostra che siamo in guerra.
Una guerra a cui il Movimento 5
Stelle si opporrà in ogni modo.
Renzi sembra un Badoglio al
contrario: negli incontri bilaterali
nel 'salotto istituzionale' di
Barbara D'Urso su Canale 5 dice
che non si va in guerra, ma poi si
comporta come qualcuno che di
fatto si sta preparando alla
guerra.
Il Ministro Gentiloni ci fa la
"cortesia" di venire a raccontare
in Parlamento le operazioni che
questo Governo ha scelto
arbitrariamente di avviare in
Libia, ma solo a decisioni prese
e solo dopo ripetuti inviti e
sollecitazioni.
Il Parlamento non solo non ha
alcun potere di decidere se
aderire o meno ad interventi di
natura militare, ma non ci si
degna neppure di informarlo.
Per sapere di più forse avremmo
dovuto convocare il direttore del
Wall Street Journal, che già da
settimane annuncia il ruolo che
l'Italia ha assunto nelle
operazioni in Libia all'insaputa
dei suoi cittadini. O forse il capo
del Pentagono Carter, secondo
cui gli Stati Uniti appoggiano
Roma «con forza». Oppure il
presidente Obama in persona?
Ci sembra che la politica della
Difesa italiana si sviluppi nelle
sedi più disparate tranne che
in Parlamento, a cui è riservato
il poco nobile ruolo di ratificare
accordi stretti nelle segrete
stanze con gli americani.
Eppure questo è un intervento a
cui, stando alle parole di
Gentiloni, della Pinotti e dello
stesso Renzi di qualche tempo
fa, non avremmo dovuto
partecipare, se non nell'ambito di
un quadro internazionale; in
tempi maturi, ovvero dopo la
formazione di un Governo libico;
e, soprattutto, sulla base di una
strategia ragionata per non
cadere negli errori del passato.
Ma mentre il governo nega,
assistiamo a un'escalation di
iniziative che, messe tutte
i n s i e m e , c i p o r t a n o
i n e v i t a b i l m e n t e a d u n a
conclusione: ci prepariamo alla
guerra in Libia!
Infatti veniamo a sapere (ancora
una volta da un giornale estero)
che l'Italia autorizza l'uso della
base di Sigonella per far partire
droni armati statunitensi verso la
Libia.
Poi, sempre sui giornali, i
parlamentari apprendono che
Renzi ha firmato il 10 febbraio
s c o r s o u n D e c r e t o d e l
Presidente del Consiglio dei
Ministri (DPCM), secretato, che
sancisce un impegno italiano
in Libia.
Insomma: la linea politica è già
decisa con gli Stati Uniti, e il
governo non fa altro che
nasconderla.
La motivazione ufficiale è la lotta
all'ISIS, ma quella sostanziale
sono gli interessi economici
nel Mediterraneo da difendere,
un potere coloniale da affermare
e suddividere, insieme al
petrolio.
La cartina della "nuova Libia" è
bell'e pronta: la Regione del
Sahel nel Fezzan alla Francia, la
zona della Cirenaica alla Gran
Bretagna, all'Italia la Tripolitania.
Naturalmente, agli americani la
supervisione strategica.
La Libia è un bottino da 130
miliardi di dollari, che può
arrivare a tre-quattro volte se un
nuovo governo tornasse ad
esportare.
Sono stime che sommano la
produzione di petrolio con le
riserve della Banca centrale e
del Fondo sovrano libico che sta
a Londra.
E' facile allora capire che il
ministro degli esteri italiano
"ombra" sia l'amministratore
delegato di Eni Claudio Descalzi,
che il 6 aprile 2015 dichiarò:
vedo all'orizzonte il petrolio a
70-80 dollari al barile, ma serve
la Libia unita.
I petrolieri ordinano, e il
governo obbedisce.
Sempre secondo la
regola del silenzio.
M5S Senato
Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento
3. L'olio di palma fa male. Fa
male alla salute, fa male
all'ambiente, fa male a
quei Paesi in cui l'olio di
palma è sinonimo di
d e f o r e s t a z i o n e e
sfruttamento.
Per questo il M5S ha
deciso di presentare alcuni
emendamenti alla Legge
sugli sprechi alimentari,
che in questi giorni è in
discussione alla Camera,
per proporre una
regolamentazione
più ferrea riguardo
all'olio di palma.
A n z i t u t t o ,
chiediamo che sui
prodotti che lo contengono
sia scritto chiaro che "può
nuocere alla salute",
esattamente come si fa sui
pacchetti di sigarette.
Dobbiamo farci carico di
informare i consumatori,
e soprattutto ragazzi e
bambini, riguardo ai
pericoli di una continua
a s s u n z i o n e d i t a l e
sostanza.
Poi chiediamo il divieto di
pubblicizzare sulle reti
televisive, nelle fasce
orarie destinate ai minori,
prodotti alimentari e
bevande contenenti un
alto livello di acidi grassi
saturi, grassi animali,
zuccheri liberi e olio di
palma.
Potete trovare tante
informazioni sull'olio di
palma e sulle attività M5S
al riguardo nel sito "Olio di
Palma Insostenibile". Le
nostre proposte saranno
votate in aula venerdì 18
marzo, e seguiremo il
dibattito in diretta da
queste pagine. Stay tuned!
M5S Camera
N e g a r e l ' e v i d e n z a ,
accusare chi denuncia,
minacciare i giornalisti:
questo lo stile PD quando
si tratta di coprire i propri
brogli.
Stiamo parlando di quanto
accaduto a Napoli, durante
le cosiddette "primarie"
che somigliano sempre più
ad una farsa per fingere
democrazia, con una
compravendita di voti
che ha coinvolto persino
personaggi vicini ad
inquisiti di Forza Italia.
Ma non è successo solo a
Napoli domenica scorsa:
l'ex candidato sindaco PD
a Casavatore (NA) è stato
appena indagato per voto
d i s c a m b i o p o l i t i c o
mafioso.
Per questo il M5S ha
fi r m a t o
un'interrogazione al
Ministro dell'Interno
Angelino Alfano, per
denunciare l'allarme
d e s t a t o d a t a l i
gravissime condotte
che mettono a rischio il
democratico svolgimento
dell'esercizio del voto.
Non lo si può più
tollerare, anche in vista
delle imminenti elezioni
amministrative.
M5S Camera
Ecco le proposte M5S per dire
BASTA all'olio di palma
Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento Notizie dal parlamento
Brogliarie: E' questo lo stile
PD in occasione di tutte le
elezioni?
4. “La donna deve stare a casa a
guardare la famiglia, non può fare
il sindaco”.
Questo in sintesi il pensiero di
molti notabili maschietti aspiranti
candidati sindaci in importanti città
in Italia sulle donne che si
impegnano in politica.
E’ commovente apprendere che la
mia scelta di
essere madre mi
r e n d a
incompatibile ed
incapace ad
a s s u m e r e
l’impegno che il
mio gruppo, il
MoVimento5Stelle, ha scelto per me.
Chissà cosa ne pensano le mie
colleghe madri che sono attive
professionalmente e non solo nel
focolare domestico quale il nostro ci
vorrebbe restringere.
In una famiglia moderna, le figure
genitoriali sono almeno intercambiabili
(come del resto professato in tutta
Europa, ma evidentemente è un
pensiero che viene difficile da
sdoganare).
Le super qualificate categorie
di maschietti hanno saputo
sottoscrivere contratti con
tanta illuminata capacità da
lasciare a carico di noi
cittadini debiti per diversi
milioni di euro nonché un
bilancio sempre più
traballante. Grazie.
Qualora le urne sancissero
il mio incarico a sindaco
della città, per non
abbandonare i maschilisti
luoghi comuni di cui, come
donna e mamma, sono
stata oggetto, avrò la cura
di gestire con l’accortezza
dell’accorta casalinga e
della buona mamma
l’amministrazione pubblica
e non con quella della
professionista che sono.
Hai visto mai che le cose
possano andare meglio.
Cristina Macarro
UnadonnaSindaco
CRISTINA MACARRO