2. Mercati € Mercanti numero 7 del 3 gennaio 2018
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L’etica nella finanza: nel 2018 ossimoro o speranza?
Nel giro di una settimana a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo ci siamo trovati di
fronte a due eventi importanti: il 27 dicembre 2017 si è celebrato il settantesimo compleanno della
nostra Costituzione mentre oggi, 3 gennaio 2018, debutta ufficialmente la Mifid 2.
Queste due ricorrenze apparentemente slegate e lontane nel tempo hanno almeno un punto di
contatto rilevante. Come tutti sappiamo infatti i padri costituenti inserirono nell’articolo 47 la “tutela
del risparmio in tutte le sue forme”; Mifid 2 invece, settant’anni dopo, diventa operativa rivisitando la
prima versione del 2007 proprio perché il sistema nel suo complesso (benché oggi traslato sul piano
europeo dove ormai vengono emanate le leggi di maggiore impatto) non è stato capace di tutelare
proprio quel risparmio. Entrambe quindi hanno molto a che fare con l’etica dei comportamenti in
ambito finanziario.
Di Mifid 2 se n’è parlato molto e si continuerà a farlo, anche noi lo abbiamo fatto spesso da questa
rubrica: oggi pensiamo però sia arrivato il momento di passare dalle parole ai fatti, non senza prima di
aver fatto un ragionamento su cosa significhi adottare comportamenti etici nel mondo finanziario in
generale, e nel mondo della consulenza finanziaria in particolare.
Lungi da noiose trattazioni filosofiche, per le quali nemmeno avremmo i titoli, vogliamo
semplicemente porre l’accento su alcuni aspetti ricorrenti che, a nostro avviso, non rispecchiano l’etica
professionale, morale e personale, e intendiamo farlo formulando alcune domande alle quali ognuno,
nel suo intimo, se vorrà proverà a rispondere. Partiamo però da un presupposto fondamentale senza il
quale qualsiasi considerazione successiva non avrebbe senso: etico non è necessariamente ciò che
rispetta una legge, né quindi è qualcosa di oggettivo. Ha invece molto a che fare con i propri pensieri,
la propria coscienza, il proprio vissuto, e poi anche con un comune sentire che distingue
comportamenti ritenuti giusti e corretti, a differenza di altri uguali e contrari. E quindi, domandiamo.
Educazione finanziaria: quanto “etico” è invocarla quasi come fosse una colpa del risparmiatore,
quando prima di tutto chi fornisce qualsiasi servizio dovrebbe prescindere dalle competenze,
conoscenze o anche solo informazioni in capo a chi lo riceve? È un refrain ricorrente per quanto ci
riguarda: forse che il medico, l’avvocato, il commercialista (tutte figure professionali spesso richiamate
da chi eroga consulenza al fine di assimilarsi a loro come professionista) si preoccupano di quanto ne
sappia il paziente, assistito o cliente che sia?
Conflitto di interessi: quanto “etico” è dichiararsi privi di conflitti quando intere tipologie di strumenti
finanziari (leggasi ETF) non vengono minimamente prese in considerazione pur sapendo che in termini
di rendimento superano la maggior parte dei fondi comuni e delle sicav sul mercato?
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Indipendenza: quanto “etico” è sventolarla, quale conseguenza dell’asserita assenza di conflitti,
quando i dati oggettivi, per inciso comunicati dai diretti interessati, parlano di ampia prevalenza di
prodotti di casa nei portafogli dell’intermediario per il quale si lavora?
Costi: quanto “etico” è far pagare ai clienti costi annui che in molti casi superano il 3%, con punte che
valicano il 5%, quando viviamo in anni di tassi a zero e siamo al cospetto di risparmiatori notoriamente
avversi al rischio?
Consulenza: quanto “etico” è parlarne quando una vera consulenza presupporrebbe anche, in alcuni
casi, di non sottoscrivere una determinata operazione, o addirittura di disinvestirla, e soprattutto di
farsi pagare esclusivamente dal cliente?
E in generale, leggendo molte delle dichiarazioni di questi ultimi mesi: quanto “etico” è affermare che
da adesso servirà maggiore trasparenza, competenza ed efficienza perché ora la normativa le impone,
facendo intendere che fin qui, in assenza di obblighi cogenti, si è potuto essere un po' meno
trasparenti, competenti ed efficienti?
Per ciascuno di questi punti ognuno, se vorrà, risponderà a se stesso prima di farlo, prossimamente,
davanti al proprio cliente. Sia chiaro, non c’è nulla di male nello svolgere un’attività di vendita, con una
consulenza strumentale alla stessa: in ogni settore ci sono ottimi venditori e pessimi professionisti, e
viceversa. Il punto non è questo, non è cioè la tipologia di servizio offerto, ma l’onestà intellettuale che
vorrebbe non si dichiarasse una cosa per un’altra, confondendo e agitando le acque nelle quali si
muovono risparmiatori poco avvezzi a nuotare.
Se questo fosse avvenuto non ci sarebbe stato bisogno di normative che, per chi preferisce guardare
l’altro lato della medaglia, impongono incombenze amministrative e costi aggiuntivi senza risolvere
davvero il problema. A chi afferma, e non sono pochi, che non è per la sola imposizione di nuove
regole che i comportamenti degli attori si allineeranno alle stesse (perché vige il principio fatta la
legge, trovato l’inganno), rispondiamo semplicemente che non ci sarebbe stato bisogno di nuove
regole se i comportamenti degli attori fossero stati coscienziosi, intellettualmente onesti, in una
parola, “etici”.
L’auspicio per questo nuovo anno, e per quelli a venire, è che gli operatori del settore passino da una
logica di vendita, costruita sulle asimmetrie informative, ad una di effettiva consulenza verso un
risparmio costituzionalmente tutelato. Viceversa la prossima versione della Mifid costringerà tutti a ciò
da cui tutti sembrano svicolare in ogni modo.
Buon 2018 a Voi che avete la pazienza di leggerci periodicamente: ai professionisti sui Mercati un po'
più che ai Mercanti che li popolano.
4. Mercati € Mercanti numero 7 del 3 gennaio 2018
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Mercati € Mercanti è una rubrica redatta da Assiteca SIM S.p.A. a cura del Direttore
Commerciale Marcello Agnello, rivolta principalmente agli addetti ai lavori del settore
finanziario con l’obiettivo di affrontare i molteplici temi connessi al mondo della
consulenza, a volte mettendo in luce le contraddizioni esistenti, qualche volta parlando
di prodotti, occasionalmente fustigando taluni mercanti. In generale la rubrica nasce
con l’intento di condividere riflessioni su un settore che subirà importanti cambiamenti
nei mesi e negli anni a venire.
Assiteca SIM S.p.A. nasce nel mese di settembre 2012 grazie al sodalizio tra Alessandro Falciai, Roberto Russo e
Assiteca S.p.A., la più grande società di brokeraggio assicurativo italiana indipendente e quotata in borsa sul
mercato AIM, che ha deciso di investire per la prima volta nella sua storia nel settore finanziario per proporre un
servizio d’investimento professionale, trasparente e indipendente.
L’indipendenza e la totale assenza di conflitti di interesse sono gli elementi che contraddistinguono l’intera
attività di Assiteca SIM S.p.A. e rappresentano un fondamentale punto di partenza per mettere al servizio della
Clientela la competenza e l’esperienza professionale maturata in anni di attività.
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