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IL DECALOGO
DEL «PERFETTO INVESTITORE»
1. NON CONFONDE RISPARMIARE CON INVESTIRE
Il risparmio è ciò che rimane dopo le spese, l’investimento è la trasformazione di quel risparmio in
qualcos’altro: è la farina che diventa pane. Per gli imprevisti si usa la farina, non si toglie il pane dal forno.
E se la farina è in eccesso, dopo il pane si può sempre fare una torta.
2. METTE UOVA DIVERSE IN PANIERI DIFFERENTI
Per l’investitore medio diversificare è una delle prime regole: sia per gli strumenti utilizzati, sia per gli
intermediari di cui si serve. Non si può mai sapere cosa succede nel variegato mondo della finanza: e se lo
desidera, si avvale di un professionista terzo e indipendente che gli aggrega le diverse posizioni.
3. SA COSA VUOLE OTTENERE
Dovrebbe investire sempre per qualcosa: che sia un obiettivo, un bisogno o un’aspirazione, che sia la
pensione, una prima o seconda casa, o ancora il futuro dei figli. In assenza di questo vaga in balia
dei mercati e degli eventi, perché non c’è vento favorevole per il marinaio senza destinazione.
I mercati fanno arrabbiare, fanno piangere, fanno gioire.
Se investe pensando alle ragioni per cui lo fa, gestisce meglio le emozioni e non si fa distogliere dai singoli
episodi anche negativi che nell’immediato fanno rumore ma nel tempo diventano un’eco lontana.
4. CONTROLLA L’EMOTIVITA’
Non sono le mode a decidere gli investimenti, né sono le folle a determinarne i rendimenti.
Soprattutto non esiste nulla che possa andar bene per tutti.
E se proprio si vuole giocare, meglio esser «bastian contrari» che «parco buoi».
5. NON SEGUE LA FOLLA
Se ha appena comprato un terreno sul quale costruire la casa dei suoi sogni nei prossimi tre anni, tornare
dopo sei mesi pretendendo sia finita è perfettamente inutile: può controllare i lavori, rompere le scatole
all’architetto, ma il tempo è necessario. Prima si semina e poi si raccoglie; per tutto il resto, c’è il casinò.
6. E’ PAZIENTE COME GIOBBE
Ma tutti vogliono vendergli qualcosa, soprattutto quando dicono di non farlo: è un «mare magnum» a volte
infestato nel quale è difficile orientarsi. Dalla zattera individua approdi sicuri dove gli interessi non sono in
conflitto e l’indipendenza non è un facile slogan.
7. NESSUNO GLI REGALA NIENTE
Noto proverbio che l’investitore può leggere in due modi:
se vuole ottenere qualcosa in più deve rischiare qualcosa di più, ma se non vuole rosicare evita di rischiare.
«Tertium non datur», consapevole che il mondo è cambiato e con esso il concetto di rischio.
8. SE NON RISICA NON ROSICA
Tranne per quelli che hanno la sfera di cristallo sulla scrivania, i rendimenti sono sempre incerti.
Certi sono invece i costi, spesso molto alti; e i rendimenti futuri sono anche funzione dei costi annuali sostenuti.
Tutti parlano degli interessi composti, nessuno che capitalizza i costi, risparmiati.
9. STA ATTENTO AI COSTI
Non si cura da solo ma si rivolge un medico che prima lo visita e poi gli dà una cura.
E per quello lo paga, non per le medicine che gli vende, perché quello si chiama farmacista.
Lavori e compiti diversi, che in finanza spesso sono sovrapposti.
10. NON FA IL MEDICO DI SE STESSO
CHANGE IS POSSIBLE
«QUANDO SI INVESTE BISOGNA ESSERE PAZIENTI:
NON SI PUO’ FARE UN FIGLIO IN UN MESE
METTENDO INCINTA NOVE DONNE».
Warren Buffett
Il decalogo del perfetto investitore

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  • 2. 1. NON CONFONDE RISPARMIARE CON INVESTIRE Il risparmio è ciò che rimane dopo le spese, l’investimento è la trasformazione di quel risparmio in qualcos’altro: è la farina che diventa pane. Per gli imprevisti si usa la farina, non si toglie il pane dal forno. E se la farina è in eccesso, dopo il pane si può sempre fare una torta.
  • 3. 2. METTE UOVA DIVERSE IN PANIERI DIFFERENTI Per l’investitore medio diversificare è una delle prime regole: sia per gli strumenti utilizzati, sia per gli intermediari di cui si serve. Non si può mai sapere cosa succede nel variegato mondo della finanza: e se lo desidera, si avvale di un professionista terzo e indipendente che gli aggrega le diverse posizioni.
  • 4. 3. SA COSA VUOLE OTTENERE Dovrebbe investire sempre per qualcosa: che sia un obiettivo, un bisogno o un’aspirazione, che sia la pensione, una prima o seconda casa, o ancora il futuro dei figli. In assenza di questo vaga in balia dei mercati e degli eventi, perché non c’è vento favorevole per il marinaio senza destinazione.
  • 5. I mercati fanno arrabbiare, fanno piangere, fanno gioire. Se investe pensando alle ragioni per cui lo fa, gestisce meglio le emozioni e non si fa distogliere dai singoli episodi anche negativi che nell’immediato fanno rumore ma nel tempo diventano un’eco lontana. 4. CONTROLLA L’EMOTIVITA’
  • 6. Non sono le mode a decidere gli investimenti, né sono le folle a determinarne i rendimenti. Soprattutto non esiste nulla che possa andar bene per tutti. E se proprio si vuole giocare, meglio esser «bastian contrari» che «parco buoi». 5. NON SEGUE LA FOLLA
  • 7. Se ha appena comprato un terreno sul quale costruire la casa dei suoi sogni nei prossimi tre anni, tornare dopo sei mesi pretendendo sia finita è perfettamente inutile: può controllare i lavori, rompere le scatole all’architetto, ma il tempo è necessario. Prima si semina e poi si raccoglie; per tutto il resto, c’è il casinò. 6. E’ PAZIENTE COME GIOBBE
  • 8. Ma tutti vogliono vendergli qualcosa, soprattutto quando dicono di non farlo: è un «mare magnum» a volte infestato nel quale è difficile orientarsi. Dalla zattera individua approdi sicuri dove gli interessi non sono in conflitto e l’indipendenza non è un facile slogan. 7. NESSUNO GLI REGALA NIENTE
  • 9. Noto proverbio che l’investitore può leggere in due modi: se vuole ottenere qualcosa in più deve rischiare qualcosa di più, ma se non vuole rosicare evita di rischiare. «Tertium non datur», consapevole che il mondo è cambiato e con esso il concetto di rischio. 8. SE NON RISICA NON ROSICA
  • 10. Tranne per quelli che hanno la sfera di cristallo sulla scrivania, i rendimenti sono sempre incerti. Certi sono invece i costi, spesso molto alti; e i rendimenti futuri sono anche funzione dei costi annuali sostenuti. Tutti parlano degli interessi composti, nessuno che capitalizza i costi, risparmiati. 9. STA ATTENTO AI COSTI
  • 11. Non si cura da solo ma si rivolge un medico che prima lo visita e poi gli dà una cura. E per quello lo paga, non per le medicine che gli vende, perché quello si chiama farmacista. Lavori e compiti diversi, che in finanza spesso sono sovrapposti. 10. NON FA IL MEDICO DI SE STESSO
  • 12. CHANGE IS POSSIBLE «QUANDO SI INVESTE BISOGNA ESSERE PAZIENTI: NON SI PUO’ FARE UN FIGLIO IN UN MESE METTENDO INCINTA NOVE DONNE». Warren Buffett