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Organo Ufficiale
dell’Associazione
professionale
Italiana Ambiente
e Sicurezza
Anno XV - N. 2/2014
AIAS
Informatore
Obiettivo prevenzione
Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it
Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015
Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#!
1Informatore AIAS | N.2/2014 |
editoriale
1.	Come realizzare il proprio business professio-
nale qualificato a livello italiano ed Europeo?
Esiste già il percorso normativo stabilito dall’Unione
Europea (UE) e dall’Italia per permettere la libera
circolazione nei 28 Paesi dell’UE dei professionisti
qualificati tramite il sistema del rilascio del diploma
inerente al livello di qualificazione professionale eu-
ropea secondo il processo dell’European Qualifica-
tion Framework (EQF).
2.	Quali ruoli hanno le Associazioni professionali
italiane per la realizzazione di tale processo?
Gli obbiettivi dei specifici regolamenti e direttive
dell’UE e delle relative leggi italiane (legge n .4/2013
e D.Lgs. n. 13/2013) consistono nella tutela dell’u-
tilizzatore del servizio professionale e il riconosci-
mento e la valorizzazione del professionista qualifi-
cato e delle relative associazioni professionali.
Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE)
presenta le normative sulla disciplina delle profes-
sioni non regolamentate da ordini e collegi, come
mezzi “per tutelare i consumatori, promuovere la co-
noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei
servizi professionali”.
L’AIAS è già stata inserita nell’apposito elenco del
MiSE quale Associazione professionale che rilascia
l’attestato di qualità, per le figure professionali indi-
viduate tramite le 14 Associazioni Professionali AIAS
(APA) aderenti ad AIAS e che pertanto rilascia l’at-
testato di qualificazione professionale, verificando la
competenza acquisita relativa all’attività professiona-
le esercitata in forma autonoma o subordinata, degli
iscritti nelle APA, e garantendo anche l’utilizzatore di
tali servizi o il datore di lavoro.
Il processo di qualificazione professionale AIAS av-
viene tramite il processo dell’European Qualification
Framework (EQF) che a regime darà la possibilità, ai
professionisti qualificati che lo desiderino, di andare
liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea e ave-
re a disposizione il mercato dell’UE già composto da
500 milioni di cittadini.
L’EXPO 2015 risulta una straordinaria opportunità
per valorizzare le professioni degli iscritti alle APA a
livello di Unione Europea e a livello internazionale.
3.	 Qual è la situazione organizzativa e procedura-
le in atto in AIAS per le Associazioni Professio-
nali AIAS (APA)?
3.1	 APA che hanno già identificato le figure
professionali del settore:
•	 APA Prevenzione - Professionisti del settore
Prevenzione
•	 APA Formazione - Formatori del settore
Prevenzione
•	 APA Costruzioni - Coordinatori della Sicu-
rezza del comparto Costruzioni
•	 APA Security & Safety - Professionisti dei set-
tori Security & Safety
•	 APA Prevenzioni Incendi - Professionisti del
settore Prevenzione Incendi
•	 APA Organismo di Vigilanza - Professionisti
dell’Organismo diVigilanza (OdV)
3.2	 APA che identificheranno le figure profes-
sionali del settore entro fine ottobre 2014
•	 APA Mare - Professionisti dei settori Maritti-
mo e Portuale
•	 APA Ambiente - Professionisti del settore
Ambientale
•	 APA Energia - Professionisti del settore
Energetico e delle Fonti rinnovabili
3.3	 APA che identificheranno le figure professio-
nali del settore entro fine novembre 2014
•	 APA Agricoltura - Professionisti del settore
Agricolo
Giancarlo Bianchi - Presidente AIAS
Promuovere e
realizzare il proprio
business etico
professionale nei 28
Paesi dell’Unione
europea e a livello
internazionale
Expo 2015 un’opportunità straordinaria
2 | N. 2/2014 | Informatore AIAS
editoriale a cura di Giancarlo Bianchi
•	 APA Alimentare - Professionisti del settore
Alimentare
•	 APA Lavori in quota - Professionisti dei Lavori
in quota
3.4	 APA di prossima costituzione
•	 APA Educazione
•	 APA Protezione Civile
•	 APA Pubblica amministrazione
•	 APA Neve
4.	Modalità operative e strumenti AIAS per valo-
rizzare sul mercato italiano ed europeo la qua-
lificazione ottenuta?
Attraverso l’adesione alle APA e la richiesta di qua-
lificazione il socio, tramite l’AIAS, può:
4.1	 qualificarsi per specifici profili professio-
nali in linea l’elenco della tipologia dei pro-
fili professionali a valenza europea gestito
dal centro EQF italiano;
4.2	 essere inserito nell’apposito elenco AIAS
come professionista qualificato
Per ottenere le informazioni relative alle modalità di
qualificazione potete
consultare il sito istituzionale di AIAS
www.aias-sicurezza.it/
o potete contattarci:
AIAS -Via delVecchio Politecnico n. 7 - 20121 Milano
Tel. 02 7600 2015 – Fax 02. 7602 0494
Email: qualificazioneaias@networkaias.it
Passione tenace per la prevenzione efficace n
Fonte: Wikipedia
Informatore AIAS | N.2/2014 |
sommario
3
Organo Ufficiale
dell’Associazione
professionale
Italiana Ambiente
e Sicurezza
Anno XV - N. 2/2014
AIAS
Informatore
Obiettivo prevenzione
Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it
Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015
Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#!
Comitato Scientifico
Giuseppe Bastianutti (AIAS); Giancarlo Bianchi
(AIAS); Rolando Dubini (avvocato); Lorenzo
Fantini (avvocato); Giovanni Matteazzi (AIAS);
Enrico Occhipinti (EPM); FilippoTrifiletti (Accredia);
Arnaldo Zaffanella (AIAS ACADEMY); Tiziano
Zuccaro (AIAS)
Comitato di Redazione:
Mario Alvino; Giuseppe Angelico; Giancarlo Bianchi;
Giorgio Carozzi; Luigi Chiechi; Gian Paolo Grassi;
Arnaldo Zaffanella
Redazione
Margherita Perone (mperone@networkaias.it)
Proprietà
AIAS -Associazione professionale ItalianaAmbiente
e Sicurezza
Via delVecchio Politecnico 7 - 20121 Milano
Tel. 02 76 00 20 15 - Fax 02 76 02 04 94
aias@networkaias.it - www.aias-sicurezza.it
Editore
AIAS ACADEMY srl
Corso di Porta Nuova 48 -20121 Milano
Tel 026596131 Fax 026596508
Partita IVA 11534520157
info@aiasacademy.it
Pubblicità
AIAS ACADEMY srl
Simona Monti
Tel 026596131 Fax 026596508
smonti@aiasacademy.it
Registrazione delTribunale 346 del 12 giugno 2000
Coordinamento e impaginazione:
Jona srl - Paderno Dugnano (MI)
L’accesso e la lettura dell’”Informatore AIAS” sono previsti per i soli
soci AIAS in regola col pagamento della quota associativa.
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La collaborazione è gradita ed utile.Tutti gli interessati sono invitati a
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elettronica: aias@networkaias.it
ANNO XV
N.2/2014
Expo 2015:opportunità
professionali per gli
associati
Milano:1 maggio – 31
ottobre 2015
Creazione di valore,sostenibilità e
innovazione sociale
Autore foto:Riccardo Pasquetti
Editoriale ................................................................................................................................................................................................	 1
Giancarlo Bianchi
Dossier
Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo,sostenibilità e qualità.
Un breve profilo storico ..............................................................................................................................................................	 6
ClaudioVenturato
Salute e Sicurezza:Expo 2015 come occasione per rilanciare la cultura
della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione .........................................................................	 10
Sabatino De Sanctis,Davide Scotti
Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire? .........................................................................................................	 14
Elio Borgonovi
I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy .......	 16
Biagio Principe,GiustoTamigio
Valore aggiunto ......................................................................................................................................................................................	 23
Giorgio Carozzi
EXPO 2015:opportunità per i professionisti AIAS ................................................................................................	 28
Rolando Dubini,Luca Dozio
Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile. ............................................	 31
Luigi Di Marco
Sostenibilità ambientale ed energetica:il modello delle Smart Cities .....................................................	 33
Patrizio Nonnato
La Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività ............................................	 35
Marco Frey
UN GLOBAL COMPACT:la più grande iniziativa mondiale in tema di
Responsabilità Sociale delle Organizzazioni ..................................................................................................................	 38
Luigi Di Marco
Dalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo sostenibile
territorialmente:strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia .......................	 40
GiuseppeAngelico,Priscila Escobar Rojo
A proposito di Expo 2015...
EXPO 2015:Comune e Camera di Commercio insieme per promuovere la
manifestazione in città ......................................................................................................................................................................	 45
EssereVolontario in EXPO Milano 2015 ........................................................................................................................	 47
Giurisprudenza
A cura di Giorgio Carozzi ..................................................................................................................................................................	 49
Redazionale
Expotraining ed ExpoLavoro & sicurezza - edizione 2014..............................................................................	 55
Contributi dei soci
Piccole imprese liberate dal SISTRI .......................................................................................................................................	 61
Paolo Pipere
Position Paper relativo alla formazione universitaria e professionale
nel campo della sicurezza salute ambiente ....................................................................................................................	 64
Carlo Bisio
Sommersi e malati di disposizioni e burocrazia.Non è questo il futuro
per i nostri giovani ...............................................................................................................................................................................	 66
Arnaldo Zaffanella
Diamo più“sicurezza”al futuro dei giovani!....................................................................................................................	 68
Barbara Camicia
Requisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria,condizionamento,
controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna – Parte II..................................................	 70
Bruno Cammarota
Notizie dal NetworkAIAS
Tolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro! ........................................................	 79
SicurtechVillage:nuova cultura antincendio è possibile.......................................................................................	 80
Lettera di plauso per l’iniziativa CIIP nell’ambito delWorkers Memorial Day ................................	 81
Comitato
Comitato tecnico scientifico (CTS) .....................................................................................................................................	 83
Organizzato da: Segreteria operativa:
www.ambientelavoro.it
ambientelavoro@senaf.it
22•24 ottobre 2014
Bologna
sicomunica
Seguici su:
Bologna, 22-25 ottobre
2014A BOLOGNA
in collaborazione con
INGRESSO
RIDOTTO
5Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
EXPO 2015
OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI PER GLIASSOCIATI
Creazione di valore,sostenibilità
e innovazione sociale
6 | N.2/2014 | Informatore AIAS6
Le grandi esposizioni internazionali
tra sviluppo quantitativo, sostenibilità
e qualità. Un breve profilo storico
a cura di ClaudioVenturato
Consulente MOG e O.d.V.231,
ex Consigliere parlamentare
Capo Servizio
Secondo la Convenzione sulle
Esposizioni internazionali fir-
mata a Parigi nel 1928, la cui ap-
plicazione si svolge da allora sotto
la sovrintendenza e la vigilanza del
B.I.E. (Bureau International des
Expositions), le Esposizioni inter-
nazionali sono classificate in “ge-
nerali” (oggi si usa abitualmente la
locuzione Esposizioni Universali) e “speciali”. A
quell’epoca infatti, pur in un panorama di rela-
zioni internazionali ed economiche fortemente
agitato, che di lì a poco sarebbe sfociato nella
grande crisi del 1929 e, a distanza di soltanto
un decennio, nella seconda guerra mondiale,
si avvertì come imprescindibile la necessità di
una regolamentazione riconosciuta sul piano
internazionale del fenomeno, che stava ormai
diventando troppo rilevante per essere lasciato
alla specifica impostazione data dai singoli Stati
organizzatori. Si pensi ad esempio ai problemi
fiscali, oltreché strettamente commerciali, impli-
cati da eventi di tali dimensioni e complessità or-
ganizzativa e partecipativa come le Esposizioni,
e ai disguidi ed ostacoli, davvero insormontabili,
in caso di persistente assenza di coordinamento.
Nel 1928 infatti le Esposizioni in-
ternazionali avevano ormai alle
spalle una lunga storia, a partire
secondo alcuni addirittura dal-
l’”Exposition publique des produits
de l’industrie française” tenutasi a
Parigi nel 1798, in pieno periodo
rivoluzionario, passando per le
grandi Esposizioni di Londra del
1851 e di Parigi del 1889 (quella della Tour Eif-
fel, appunto, nel primo centenario della Grande
Rivoluzione) fino alla prima Esposizione tenuta
a Milano, che risale al 1906, e che vide la parte-
cipazione di ben 10 milioni di visitatori (erano
stati 6 milioni mezzo secolo prima a Londra).
Va osservato, al riguardo, che quello delle Espo-
sizioni internazionali è un fenomeno tipico del
mondo contemporaneo, da tenere distinto da
quello simile ma non identico delle fiere, che
affonda le sue radici molto più addietro nel tem-
po, presentandosi ben sviluppato in tutta Euro-
pa già nel Basso Medioevo. La consapevolezza
di questa differenza, ma anche la difficoltà di una
precisa distinzione, affiora chiaramente nel “pri-
mo voto” del Protocollo allegato alla Conven-
zione del 1928 sopra ricordata: “La conferenza
abstract
L’articolo si interroga sul significato della perdurante popolarità di un fenomeno ormai abbastanza antico, come le grandi Espo-
sizioni internazionali, che periodicamente impegnano notevoli sforzi ed energie di Governi e sistemi produttivi, ed individua il
fattore fondamentale che ha preservato queste manifestazioni dall’obsolescenza nella loro evoluzione storica,che ha portato ad
un loro radicale cambiamento di significato e convergenza con l’approccio della Qualità e della Sostenibilità come fattori base
di un nuovo tipo di sviluppo.
The article examines the significance of the persistent popularity that enjoys a phenomenon, which appears by now rather old: the
bigWorld’s Fairs, that recurrently take up considerable efforts and energies by Governments and productive systems to be organized.
It deems the basic factor that has kept these exhibitions from obsolescence to be found in their historical evolution, that has led such
Fairs to radically change their meaning and to substantially converge at the Quality and Sustainability approach,as the main factors for
a new type of development.
dossier
7Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
è stata chiamata a constatare la difficoltà di di-
stinguere nettamente le esposizioni dalle fiere”.
Forse però qualche indicazione si può ricavare
considerando l’aspetto amministrativistico di
queste manifestazioni: sembra infatti che l’orga-
nizzazione delle Esposizioni internazionali si col-
lochi per definizione, fin dalla loro creazione, al
livello degli Stati, mentre le fiere, coerentemen-
te con la loro tradizione storica, sono percepite
come più connaturate ai poteri territoriali locali,
anche quando, come spesso accade, hanno una
dimensione internazionale o mondiale di asso-
luto rilievo.
Un aspetto poco approfondito, ma partico-
larmente significativo per un corretto inqua-
dramento dell’attuale valenza delle Esposizio-
ni internazionali, è costituito da un certo qual
parallelismo che esse presentano, nel corso del
XX secolo, con il coevo sorgere e svilupparsi
del movimento di normalizzazione (o standar-
dizzazione) che avrebbe portato nel 1946, nel
mondo appena riemerso dalla guerra mondiale,
alla creazione dell’ISO e all’indirizzo scientifico
e organizzativo volto verso l’affermazione della
Qualità nella sfera produttiva. I due fenomeni
hanno origini ben diverse e sono sorti con va-
lenze probabilmente antitetiche, ma in seguito
hanno manifestato una convergenza via via più
spiccata, fino al dominio dei temi legati alla qua-
lità nel prossimo evento milanese.
A conferma delle curiose corrispondenze tra i
due fenomeni, per molto tempo sotterranee, si
può ricordare che fu proprio la guerra in corso
in quegli anni ad impedire l’effettivo svolgimen-
to dell’Esposizione Universale programmata a
Roma nel 1942, dove comunque l’evento man-
cato rimase immortalato dalla creazione, per
l’occasione, dell’EUR, il quartiere di Piacentini
annoverato tra i capolavori del razionalismo in
architettura. Evidentemente, al di là delle ap-
parenze, i due fenomeni erano in realtà acco-
munati da un profondo legame con le politiche
di pace e di prevenzione – inibizione - supera-
mento (sia pure in via soltanto tendenziale) del-
la guerra come strumento di risoluzione delle
controversie internazionali.
Il compito di approfondire un po’ meglio queste
sotterranee corrispondenze ha a che fare con
la fondamentale dicotomia che, nell’epoca in cui
viviamo, coinvolge le grandi opzioni che deter-
minano e determineranno il futuro dello svi-
luppo economico dell’intero pianeta, ed inoltre
implica una rielaborazione della stessa nozione,
ciò che si intende - o che è ancora possibile
intendere, o forse che si dovrà inevitabilmente
intendere - come sviluppo economico.
8 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di ClaudioVenturato
Si tratta della dicotomia tra quantità e qualità,
tra uno sviluppo economico essenzialmente
quantitativo, come finora in prevalenza è sta-
to, e un nuovo tipo di sviluppo, basato su un’a-
deguata e crescente attribuzione di valore alla
qualità (che si lega al concetto di economia
della conoscenza e conseguente valorizzazione
economica della conoscenza, delle competenze
e delle abilità) e sul contemporaneo sviluppo di
tecnologie che consentano di ricondurre la pro-
duzione materiale sempre più, e in prospettiva
esclusivamente, all’uso di risorse naturali ripro-
ducibili, o comunque riciclabili per un elevato
numero di volte.
Il grande dibattito che attraversa la scienza eco-
nomica, ma anche la politica tout court, inne-
scato dalla presa di coscienza, per la prima volta
nella storia, che esistono limiti quantitativi e di
riproducibilità delle risorse naturali non è più
una novità, tuttavia sembra che siamo solo agli
inizi di questa nuova consapevolezza, che finora
non si può dire abbia dato luogo al reperimento
di soluzioni acquisibili come definitive, mentre
notevolmente divaricati appaiono i punti di vista
sulla variabile “tempo disponibile”, a sua volta
dipendente da un insieme di variabili di impo-
nente complessità.
Però appare sin d’ora abbastanza chiaro che
l’ingresso a sorpresa del fattore “limitatezza
delle risorse”, in precedenza ignora-
to o misconosciuto, ha finito per
rendere inutilizzabili tutti gli
schemi concettuali sullo svi-
luppo elaborati nel corso
dei due ultimi secoli e ri-
chiede ora elaborazioni
completamente nuove,
basate sul concetto di
“sostenibilità”. A que-
sto riguardo crescente
chiarezza sta assumen-
do lo stretto legame
che passa tra sostenibili-
tà (per quanto polisenso,
o comunque soggetta ad
evoluzione debba ancora
considerarsi questa espressio-
ne) e qualità, ciò che ci riporta alla
dicotomia dalla quale eravamo partiti.
Come si colloca su questo sfondo il fenomeno
delle Esposizioni internazionali? E’ esso il sim-
bolo, sopravvissuto a se stesso, di un’epoca al
tramonto, o è in grado di raccogliere ancora
ed innescare energie intellettuali e creative utili
nel nuovo scenario? Credo sia impossibile ne-
gare, sul piano storico, che la chiave simbolica
dell’Esposizione internazionale, particolarmente
nella sua versione Universale, la sottostante vi-
sion dello sviluppo, fosse in origine, e sia stata
fino a tempi non lontani, di stampo fortemente
quantitativo. L’epoca d’oro delle Esposizioni è
stata quella in cui le stesse costituivano una tra
le principali vetrine di sistemi imperiali composti
di metropoli e colonie, in aspra competizione
tra loro proprio per il dominio sulle risorse na-
turali pro-tempore utilizzabili, in relazione alla
tecnologia dell’epoca, per l’aumento continuo,
in termini quantitativi, della produzione di beni
materiali. In quel periodo le grandi Esposizioni,
non per nulla organizzate sotto la cura diretta
dei governi centrali, servivano essenzialmente
a dimostrare al mondo la potenza produttiva
e scientifico-tecnologica di quei sistemi (inten-
dendo la scienza e la tecnologia prevalentemen-
te come strumenti di rilancio continuo dello svi-
luppo quantitativo). La potenza produttiva non
era poi che l’altra faccia della potenza militare.
Sotto il profilo descritto, si possono dunque
considerare le Esposizioni internazionali dell’e-
poca come informate ad uno spirito tutt’altro
che sinergico con il parallelo movimento che
stava elaborando, quasi sotto traccia, una nozio-
ne sempre più allargata di qualità.
Se questa è stata la realtà stori-
ca, oggi però si assiste ad una
marcata evoluzione del
significato generale di
eventi come le Espo-
sizioni internazionali.
Come si è notato più
sopra, se da un lato
esse erano legate da
un continuum di con-
cezione e di interessi
con le guerre dell’e-
poca, proprio la guer-
ra rese impossibile l’ef-
fettuazione dell’Expo di
Roma, dimostrando defi-
nitivamente l’incompatibilità
di iniziative di scambio culturale
pacifico, come le Esposizioni, con
la guerra. Nel frattempo, il grande sviluppo
del movimento della Qualità (serie delle ISO
9000, Total Quality Control, qualità delle orga-
nizzazioni e dei processi, concezione statistica
9Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
della qualità, ecc.), e, più di recente, l’emersio-
ne, anche e soprattutto a livello istituzionale, del
tema della sostenibilità, hanno determinato una
convergenza sostanziale. Così si può constatare
che il tema della sostenibilità permea da cima
a fondo l’impostazione dell’EXPO 2015 di Mi-
lano, nelle sue due articolazioni tematiche rela-
tive alla nutrizione della popolazione umana e
alla disponibilità di energia, che della sostenibilità
rappresentano due facce tra le più essenziali e
tra loro interconnesse.
Altri contributi nel numero 1/2014 e nel pre-
sente numero dell’Informatore si sono sofferma-
ti sugli specifici standard applicabili sia al profilo
dell’alimentazione sia a quello dell’energia, e poi
su tutti quelli strumentali al perseguimento degli
obiettivi di ottimizzazione in ambedue i campi,
primo fra tutti la formazione come driver fonda-
mentale di un nuovo tipo di sviluppo.
Qui, a conclusione di questa rapida ricostru-
zione di taglio storico del sempre più stretto
rapporto tra nuova concezione, di tipo quali-
tativo, dello sviluppo, e perdurante popolarità
del fenomeno delle Esposizioni internazionali, si
intende richiamare l’attenzione su un ulteriore
aspetto del multiforme fenomeno della qualità.
Non a caso questo aspetto è stato portato in
primo piano proprio dalle, abbastanza tortuose,
vicende realizzative dell’Expo di Milano: esso è
costituito dalla legalità, come ambiente impre-
scindibile per l’affermazione nei processi pro-
duttivi ed in generale nelle articolazioni del ciclo
produttivo, come i consumi e gli investimenti, di
un adeguato livello di qualità, tanto più se si rife-
risce tale adeguatezza, come appare necessario,
a tutti i portatori di interesse coinvolti nel pro-
cesso produttivo.
A questo proposito, risulta in conclusione im-
portante che trovi adeguato spazio, nei dibattiti
che costelleranno la manifestazione milanese,
l’approfondimento, in un’ottica di confronto
internazionale e di scambio di esperienze e so-
luzioni, normative e gestionali, dei temi e dei
problemi presentati dall’attuazione due fonda-
mentali leggi che hanno caratterizzato il primo
decennio del corrente secolo in Italia: la legge
“anticorruzione” (L. n. 190/2012) e la legge
per la prevenzione della criminalità d’impresa
(D.Lgs. n. 231/2001), nonché dello stretto rap-
porto che passa tra la loro efficace attuazione
e la costruzione di un tessuto di competenze
e capacità professionali specialistiche. Come è
noto, l’AIAS è impegnata in prima linea su que-
sto fronte. n
10 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti
Salute e Sicurezza:EXPO 2015 come
occasione per rilanciare la cultura
della prevenzione attraverso
nuovi codici di comunicazione
a cura di Davide Scotti
Segretario Generale Fondazione LHS
Quando pensiamo al futuro
che vorremmo per noi e per
le persone che ci stanno a cuore,
tante immagini si affollano nella
nostra mente, a formare quadri
diversi, ciascuno con i propri co-
lori, le proprie sfumature. C’è chi
si vede realizzato nelle aspirazioni
lavorative, chi aspira a godersi ap-
pieno i momenti in famiglia,chi de-
sidera dedicarsi a viaggi, vacanze,
relax; e poi c’è chi sogna di avere
tutto quanto insieme – se si parla
di speranze per il futuro, perché
mai lesinare? Ognuno, insomma,
ha una sua visione del futuro. Una
cosa però, le accomuna tutte: un
senso profondo di serenità e be-
nessere, fisico e mentale. Perché
questo è il presupposto imprescindibile per la
realizzazione delle nostre aspirazioni, qualunque
esse siano. Se questo è vero, allora, c’è da chie-
dersi perché troppo spesso viviamo il presente
come se ciò che facciamo oggi non avesse con-
seguenze su come vivremo domani.
Ponendosi come occasione di con-
fronto e dialogo tra i protagonisti
della comunità internazionale sulla
sfida del nutrimento del pianeta,
EXPO 2015 guarda inevitabilmen-
te al nostro futuro. Il tema del cibo
viene affrontato non soltanto dal
punto di vista della malnutrizione,
ma anche dell’alimentazione ec-
cessiva e disordinata, responsabile
dell’insorgere di gravi patologie, le
cosiddette ‘malattie non trasmissi-
bili’- diabete, cancro, malattie car-
diovascolari e malattie respiratorie
croniche - che rappresentano una
delle principali cause di morte nel
mondo. Come sottolinea il piano
d’azione globale dell’OMS (Orga-
nizzazione Mondiale della Sanità)
per la prevenzione e il controllo delle malattie
non trasmissibili nel periodo 2013 - 2020, un’al-
ta percentuale di tali malattie si può prevenire
attraverso la riduzione dei quattro principali fat-
tori di rischio comportamentali ad esse correlati:
consumo di tabacco, inattività fisica, consumo
abstract
Tra gli obiettivi di EXPO 2015 - in linea con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” - c’è quello di discutere le possibili solu-
zioni per contrastare i danni provocati dall’alimentazione eccessiva e dallo stile di vita disordinato,che provoca sempre più vittime in
tutto il mondo.A meno di un anno dall’inizio della manifestazione,Fondazione LHS,da sempre impegnata nel promuovere salute e
sicurezza,sente l’urgenza di indicare quella che ritiene sia la via da seguire:sviluppare la cultura della prevenzione affinché uno stile
di vita sano e sicuro diventi un approccio spontaneo,adottato fin da giovani nella pratica quotidiana..
In keeping with the theme “Feed the planet, energy for life”, one objective of EXPO 2015 will be to discuss the various options
available to counter the damage caused to human health by overeating and leading a disordered lifestyle,both of which are claiming
increasingly more victims the world over.With less than a year to go before the big event,the LHS Foundation feels the urgent need
to point to what it sees as the right path to follow in this regard:namely,developing a culture of prevention,so that a safe and healthy
lifestyle becomes a natural approach to living,one adopted on a practical daily basis from the time we are young.
a cura di Sabatino De Sanctis
Vice Presidente Fondazione LHS
11Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
dannoso di alcol ed errate abitudini alimentari.
Sono previsti incontri, dibattiti, convegni, molte-
plici occasioni di scambio e approfondimento,
con l’obiettivo di sollevare nuove proposte e
iniziative e di offrire ai visitatori gli strumenti per
cercare le proprie risposte. Perché dunque non
approfittare di questa incredibile occasione di vi-
sibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul
tema della prevenzione?
Stimolare l’attenzione alla prevenzione è un
obiettivo che da anni persegue la Fondazione
LHS (Leadership in Health and Safety), ente no
profit creato da Saipem nel 2011 con la mission
di diffondere e valorizzare la cultura della salute
e sicurezza sul lavoro e nella vita di ogni giorno.
Le attività della Fondazione seguono una meto-
dologia ben precisa, chiamata LiHS (Leadership
in Health and Safety), elaborata e applicata in-
ternamente a Saipem, che negli anni ha ottenuto
risultati eccezionali in termini di miglioramento
delle perfomance aziendali di sicurezza. Il suc-
cesso di questo metodo ha generato grande
interesse a livello internazionale e la Fondazione
è stata istituita anche per rispondere alla cre-
scente richiesta da parte di aziende - non solo
dell’industria Oil and Gas - di implementare la
LiHS al loro interno. Sono proprio le attività di
consulenza e prestazione di servizi alle aziende,
insieme alle sovvenzioni del socio fondatore, che
consentono alla Fondazione di finanziare tutte le
iniziative che, in linea con l’approccio LiHS, mi-
rano a promuovere un cambiamento di men-
talità in termini di salute e sicurezza,centrato
proprio sul riconoscimento della prevenzione
come valore irrinunciabile.
La prevenzione, infatti, è un bene essenziale di
cui, tuttavia, si tende ancora a sottostimare l’im-
portanza, e non solo in campo sanitario. Infatti,
perché in Italia si scateni una reazione, o, per lo
meno, la presa di coscienza di un problema, sia-
mo abituati ad aspettare di trovarci di fronte ad
un’emergenza.Assistiamo tutti i giorni ad avveni-
menti gravissimi che lo dimostrano: basti pensa-
re alla continua striscia di sangue rappresentata
delle morti sul lavoro, o ai disastri ambientali che
si perpetuano ad un ritmo sempre più incalzan-
te e che spesso sono l’esito dell’incuria e della
superficialità. Allo stesso modo, anche ognuno
di noi tende a pensare alla propria salute o si-
curezza solo quando le circostanze esterne lo
forzano a farlo e difficilmente ha la lungimiranza
di adottare contromisure preventive, modifican-
do le abitudini e i comportamenti che, alla lunga,
provocano effetti negativi sul proprio benessere.
Per invertire questa tendenza, la Fondazione
LHS punta a promuovere iniziative di formazio-
ne e sensibilizzazione che suscitino emozioni e
stimolino la partecipazione diretta delle perso-
ne, portando così alla costruzione di un modo
nuovo di vivere la salute e la sicurezza. Come?
Attraverso codici di comunicazione innovativi e
coinvolgenti, che consentano di percepire questi
temi non più come noiosi e distanti dalla quoti-
dianità, ma come valori preziosi, che riguardano
tutti da vicino e su cui possiamo intervenire at-
tivamente con le nostre scelte e le nostre azioni
– in una parola, attraverso la prevenzione.
Innanzi tutto, il ‘cinema’. Fondazione LHS ha
infatti prodotto, in collaborazione con Saipem,
tre cortometraggi ad alto impatto emotivo, che
costituiscono il
fulcro attorno a
cui ruotano nu-
merose iniziative
di formazione
e campagne di
comunicazione.
Il film ‘The Safer,
The Better’, vin-
citore di nume-
rosi premi a livel-
lo internazionale,
racconta in modo
intenso e toccante la storia di un incidente sul
lavoro. Ancora la sicurezza è l’argomento su cui
si concentra ‘What comes first’, con un focus
in particolare su come riconoscere e diffonde-
re i comportamenti sicuri, da adottare in tutte
Fig. 1 -The Safer,The Better
12 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti
le attività quotidiane.
L’argomento della
salute, invece, e in
particolare l’impor-
tanza della preven-
zione e dell’adozio-
ne di corretti stili di
vita, è al centro del
film ‘Choose Life’,
anch’esso vincitore
di importanti rico-
noscimenti interna-
zionali. Questi film
vengono presentati
durante i workshop
tenuti nelle aziende che implementano la me-
todologia LiHS e servono a produrre nei par-
tecipanti una reazione emotiva forte, a susci-
tare quella sorta di ‘scintilla’ che consente loro
di uscire dalla gabbia di abitudini e convenzioni,
preparandoli a vedere le cose in modo diverso,
più consapevole.
Il teatro è un’altra arma formidabile per abbatte-
re il muro dell’indifferenza e comunicare il valore
della prevenzione in modo estremamente effica-
ce: per questo, in collaborazione con l’associazio-
ne teatrale Rossolevante, la Fondazione LHS or-
ganizza spettacoli nelle aziende, nelle scuole e in
tutte le occasioni di interazione con il pubblico.
La rappresentazione ‘Giorni Rubati’ affronta in
particolare il tema della sicurezza sul lavoro, por-
tando in scena un ex operaio, rimasto invalido
a seguito di un incidente sul posto di lavoro. La
narrazione scenica ha un potere comunicativo
straordinario, perché permette allo spettatore di
rivivere le emozioni e le sensazioni di quel tra-
gico episodio insieme al protagonista, toccando-
lo nel profondo e rendendolo più consapevole
dell’importanza di salvaguardare il dono, spesso
dato per scontato, dell’abilità fisica.
Prevenire significa anche informare e accrescere
la consapevolezza nella cittadinanza. E’ per que-
sto che, per tenere costantemente alta l’atten-
zione su salute e sicurezza, molte energie sono
dedicate alla realizzazione di campagne di sen-
sibilizzazione e di iniziative volte a stimolare
la creatività delle persone e a favorirne l’intra-
prendenza e l’interazione.Tra queste, la manife-
stazione ‘Sharing Love for Health and Safety’ si
propone di creare occasioni di collaborazione,
condivisione e team building orientate ai valori di
salute e sicurezza. Particolare successo riscuote il
concorso lanciato ogni anno a tutti i dipendenti
Saipem in occasione della giornata mondiale del-
la salute e la sicurezza sul lavoro, che si celebra il
28 aprile. Per citare solo le competizioni più re-
centi, ricordiamo il ‘Flash Mob Contest’ del 2013,
un vero e proprio concorso di flash mob, eventi
Fig. 2 - Choose Life
Fig. 3 - Giorni Rubati
Fig. 4 - Safe Selfie Contest
13Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
di gruppo eccezionali che raccontano in maniera
originale e divertente la salute e la sicurezza sui
luoghi di lavoro, e il‘Safe Selfie Contest’ del 2014,
in cui è stato chiesto ai lavoratori di esprimere
in un autoscatto la propria interpretazione del
concetto di leader in salute e scurezza.
Gli sforzi della Fondazione sono rivolti anche
al di fuori dell’ambito strettamente azienda-
le, nella convinzione che tutta la società debba
essere protagonista del cambiamento culturale.
A questo proposito, quest’anno la Fondazione
ha incentivato la partecipazione di un centina-
io di persone, tra dipendenti Saipem ed esterni,
alla ‘Milano Relay Marathon’ 2014, sostenendo
i costi di iscrizione e diffondendo contempo-
raneamente informazioni sui benefici dell’eser-
cizio fisico, unito ad un’adeguata alimentazione,
sulla nostra salute. A bambini e adolescenti, che
sono il nostro futuro, è rivolta poi una speciale
attività di sensibilizzazione: l’iniziativa ‘Piccoli Lea-
der in Sicurezza’ che, tramite specifici laboratori
organizzati nelle scuole, si propone di educare
fin dall’infanzia ad una corretta alimentazione e
all’adozione di stili di vita sicuri e salutari. Guidati
da animatori professionisti, attraverso il gioco, la
manualità e la condivisione di riflessioni ed espe-
rienze personali, i piccoli studenti individuano i
rischi per la salute e per la propria incolumità
presenti nel contesto in cui vivono - casa, scuo-
la, ambienti sportivi e luoghi di ricreazione – e
definiscono le strategie per affrontare situazioni
pericolose o dannose per la salute.
Di recente, infine, chi scrive ha intrapreso una
nuova sfida, quella di parlare di salute e sicurezza
ai non addetti ai lavori attraverso la letteratura:
da qualche mese, infatti, è in libreria ‘Il libro che
ti salva la vita’, edito da Sperling & Kupfer. Il testo
si rivolge davvero a tutti e, lungi dall’adottare il
tradizionale punto di vista tecnico e normativo,ci
racconta invece una bella storia,in cui l’avventura
di un gruppo di colleghi determinati a sviluppare
un metodo in grado di porre fine alla piaga de-
gli infortuni e delle malattie sul lavoro – il pro-
gramma LiHS, appunto - si intreccia alle vicende
personali di tanti individui, a segnare un percorso
comune, in cui i veri protagonisti sono il coraggio
e l’amore per la vita. Il tema della prevenzione è
il file rouge di tutto il libro: all’ultima pagina, ciò
che resta sono tante emozioni e la convinzione
radicata e assoluta che la prevenzione è il vero
discrimine tra la vita e la morte.
L’attenzione verso uno stile comunicativo più
incisivo e partecipativo è senza dubbio tra gli
elementi che hanno consentito alla Fondazione
LHS di porsi come portavoce e veicolo di un
vero e proprio cambiamento culturale. Negli
anni, la Fondazione ha visto crescere sempre di
più i livelli di attenzione delle persone sulle te-
matiche della salute e della sicurezza ed è fiera
di aver dato anche solo un piccolo contribuito a
risvegliare questa coscienza. Oggi più che mai le
persone cominciano ad essere seriamente in-
teressate alla qualità della vita e, per salvaguar-
darla, sono disposte a fare qualche sforzo in più.
Occorre dunque
seguire questo
trend e punta-
re a diffondere
ancora di più
la cultura del-
la prevenzione,
utilizzando tutti
i mezzi di comu-
nicazione attual-
mente disponibili
per influenzare
la mentalità delle
persone. Sfrut-
tiamo, allora,
l’eccezionale
opportunità che
ci è offerta da EXPO 2015: facciamo in modo
che l’esposizione universale costituisca una
piattaforma per informare, influenzare, sensibi-
lizzare sul valore della prevenzione, proprio a
partire dal tema dell’alimentazione e degli stili
di vita. E’ un’occasione imperdibile per impri-
mere la svolta decisiva e, finalmente, mostrare
al mondo che l’Italia sa imparare dagli errori
e può porsi come traino per creare un futuro
migliore. n
Fig. 5 - Milano Relay Marathon 2014
14 | N.2/2014 | Informatore AIAS
Quale tipo di sostenibilità
occorre perseguire?
a cura di Elio Borgonovi
Professore ordinario di economia
e management delle amministrazioni
pubbliche - Università Bocconi,
Vice PresidenteASFOR
Da alcuni anni il tema della so-
stenibilità è diventato centrale
nel dibattito accademico e dell’o-
pinione pubblica. Tuttavia sotto
questa denominazione vengono
inserite cose molto eterogenee.
All’inizio la sostenibilità era pre-
valentemente legata agli aspetti
dell’inquinamento di corsi d’acqua,
falde acquifere, aria, in generale ai
temi dell’inquinamento. In seguito
è stata considerata una problematica più ampia,
quella della sostenibilità per quanto riguarda la
disponibilità di risorse, rilanciando un tema che
era stato posto a metà degli anni ’60, quando il
club di Roma aveva lanciato l’allarme sui limiti
delle risorse energetiche di petrolio e gas na-
turale, in seguito
rivelatesi infondate
per la scoperta di
nuovi giacimenti
consentiti anche
da tecnologie più
avanzate.
Come conse-
guenza della crisi
apparsa evidente
nel 2008, anche
se alcuni segna-
li premonitori si
erano manifestati
nel 2007 e alcune
previsioni erano state fatte negli
anni precedenti da pochi econo-
misti “non conformisti” o “non al-
lineati con il pensiero monetarista
e della finanza creativa”, il focus è
stato spostato sulla sostenibilità
di tipo finanziario. Si è così parla-
to della sostenibilità di un sistema
finanziario globalizzato nel quale
un “batter di ali in una borsa (es.
diminuzioni improvvise di alcuni
titoli) o in un Paese può diventare un uragano
nelle borse di Paesi molto lontani”. In seguito si
è parlato di sostenibilità di sistemi economici,
soprattutto quelli dei Paesi con economie pro-
gredite, nei quali il predominio dell’economia
di carta e dell’economia virtuale sull’economia
reale ha ridotto i
tassi di sviluppo
e in molti casi ha
prodotto sviluppo
senza occupazio-
ne o addirittura
con la creazione
di disoccupazione.
Infine si è parlato
della sostenibilità
dei debiti sovra-
ni, ad esempio dei
Paesi dell’Europa
meridionale, cui va
aggiunta l’Irlanda, e
dossier
abstract
Da alcuni anni il tema della sostenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’opinione pubblica.Tuttavia sotto
questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. Il collegamento di tale concetto al tema di EXPO 2015 ri-
chiede un ripensamento del modello di economia che non può essere di tipo tecnico-economico,ma riguarda il rinnovamento
di valori etici che devono stare alla base e i rapporti economici e sociali.
In the latest years is becoming central among academic teachers and public opinion leaders the discussion on the sustaina-
bility. But the term sustainability has different meanings even contrary between them.Therefore when applied to the EXPO
2015 event needs to be referred to a specific economic model involving renewal of ethical values and social and economical
conditions.
15Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
della sostenibilità delle politiche di austerity, di
cui oggi si chiede il superamento.
Queste considerazioni, pur essendo tutte im-
portanti, hanno tre limiti significativi.
In primo luogo non sono affrontate in modo
sistemico tutte le dimensioni della sostenibili-
tà. Ad esempio negli anni ’90 e fino allo scop-
pio della crisi del 2008 si parlava molto della so-
stenibilità messa in discussione dalla società del
consumismo che, da un lato, distruggeva risorse
non rinnovabili e, dall’altro, creava rifiuti difficili da
smaltire, tant’è vero che qualche sociologo, eco-
nomista o cultore di altre discipline, proponeva
l’approccio di decrescita felice (per tutti si cita Jan-
Paul Fitoussi); mentre negli ultimi 6-7 anni la
problematica della sostenibilità finan-
ziaria di banche, imprese e Stati e
la necessità di riprendere una
traiettoria di crescita econo-
mica hanno posto in om-
bra il possibile impatto sia
sull’ambiente sia sull’uso
o “abuso” di risorse non
rinnovabili. In questo
periodo vi è stata anche
una certa esaltazione
del ruolo delle econo-
mie emergenti, i bricks
Brasile, Russia, Cina, India,
Sudafrica e alcuni altri Paesi
di Asia,Africa e del Sud Ame-
rica, per la verità pochi rispetto
ai circa 3,5 miliardi di persone della
popolazione mondiale che non sembra
toccata da questo sviluppo o che è toccata in mi-
sura marginale.
Le “ricette” proposte per il rilancio delle eco-
nomie a basso tasso di crescita (ad esempio le
politiche di immissione di liquidità e quelle di
abbassamento di tassi di interesse recentemen-
te adottati dalla BCE), di sostegno dei Paesi a
rapida crescita economica, di tentativi di avvio
dei processi di crescita nei Paesi rimasti arretrati,
non sembrano tener conto dell’esigenza di mo-
dificare il modello di economia per garantire la
sostenibilità. Per collegarsi al tema dell’EXPO si
può dire che la previsione di fabbisogni alimen-
tari dei Paesi in rapido sviluppo (Cina, India ecc)
ha portato a politiche nazionali non coordinate a
livello globale che trascura, quando non addirittura
peggiora, la risposta alle esigenza di garantire la
sufficienza alimentare di Paesi poveri.
Questa considerazione introduce il secondo
limite legato alla scarsa considerazione data
al problema della sostenibilità collegata agli
squilibri economici e sociali. Senza entrare nel
merito ideologico relativo agli effetti del siste-
ma di mercato e del capitalismo in termini di
effetti sulla povertà assoluta o relativa di molte
centinaia di migliaia di abitanti della Terra, ap-
pare dai dati forniti da tutte le organizzazioni
mondiali che negli ultimi quindici/venti anni vi
è stata una concentrazione della ricchezza, uno
schiacciamento delle classi economiche - sociali
intermedie nei Paesi progrediti e la lenta crescita
delle classi intermedie nei Paesi in rapido svilup-
po. Non è accademico porsi questa domanda:
è sostenibile sul piano economico e sociale
un sistema nel quale si accentuano i
divari economici e sociali tra Paesi,
all’interno dei Paesi?
La risposta a questa doman-
da non può essere di tipo
tecnico, ma può venire
solo da un confronto
e da un rilancio di una
riflessione sul modello
di economia. Infatti oc-
corre passare da una
concezione del lavoro
come fattore o risorsa
produttiva a una con-
cezione di lavoro come
contributo che le varie per-
sone danno allo sviluppo uma-
no, economico e sociale. Ciò vuol
dire che il lavoro non può essere solo
una condizione per le politiche di sostenibilità,
ma deve diventare un obiettivo delle politiche
di sostenibilità, a livello di politiche globali, dei
singoli Paesi e di strategie e politiche aziendali.
Un’altra provocazione che riguarda sempre la
sostenibilità consiste nel passare da un’organizza-
zione basata sul principio della “persona giusta al
posto giusto” al principio di “creare il posto giusto
per le persone tenendo conto delle loro attitudini e
caratteristiche” il che è reso più facile delle mo-
derne tecnologie.
In questa prospettiva vanno inserite anche le
politiche sulla sicurezza e la salute nei luoghi
di lavoro tema che non può essere affrontato
come un problema di applicazione della norma-
tiva, di tipo tecnico, ma come una dimensione
della politica organizzativa e del lavoro in fab-
brica, negli uffici, nelle amministrazioni pubbliche
e in altri contesti. n
16 | N.2/2014 | Informatore AIAS
I rischi emergenti per la salute
e la sicurezza dei lavoratori impegnati
nella Green Economy
L’accezione terminologica di
Green Economy è stata al-
largata: inizialmente identificata
come una piccola parte dell’e-
conomia riferita all’industria am-
bientale, in particolare al settore
delle energie rinnovabili, corren-
temente costituisce uno stru-
mento di sviluppo sostenibile
basato su economia, società e
ambiente, che porta ad un nuovo
modello di sviluppo in grado di
garantire un migliore e più equo
benessere per tutto il genere
umano nell’ambito dei limiti del
pianeta.
In una recente audizione delle
commissioniVIII (Ambiente, terri-
torio e lavori pubblici) e X (Atti-
vità produttive, commercio e tu-
rismo) della Camera dei Deputati
riunite in seduta congiunta sono
stati presentati gli esiti di una in-
dagine conoscitiva sulla Green
Economy in Italia [1].
Dalle prime informazioni risulta
che il settore produttivo ed economico che
durante l’attuale periodo di crisi ha tenuto più
degli altri riportando un incremento è quello
dei lavori “verdi”: un numero sempre più ele-
vato di Aziende opera, attraverso
l’utilizzo di fonti rinnovabili, nella
produzione di energia elettrica.
Il numero di lavoratori dediti alla
conduzione e manutenzione di
questa nuove tipologie di impian-
ti è consistente; in questa fase in
cui lo sviluppo delle tecniche di
utilizzo delle risorse rinnovabili è
ancora foriero di ulteriori sviluppi
è necessario che, oltre ad avere
un impatto positivo sull’ambiente,
le condizioni di lavoro siano sane,
sicure e dignitose.
I RISCHI EMERGENTI
PER I LAVORATORI
Cosa sono i “lavori verdi” ?
La definizione utilizzata dal Pro-
gramma delle Nazioni Unite per
l’ambiente (UNEP, 2008) indica
che i lavori verdi sono: lavori agri-
coli, di produzione, ricerca e svilup-
po, amministrativi, attività di servizi
che contribuiscono sostanzialmente
a preservare o a ristabilire la qualità
ambientale. In particolare, ma non esclusivamente,
questo include i lavori che aiutano a proteggere
gli ecosistemi e la biodiversità, a ridurre l’energia,
i materiali e il consumo idrico attraverso strategie
abstract
La Green Economy porterà, oltre ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse terrestri e ad un miglioramento della qua-
lità dell’ambiente, all’aumento dei lavoratori impegnati nei lavori verdi. Sarà quindi necessario affrontare i rischi per la salute
e la sicurezza emergenti dovuti all’impiego di nuovi materiali e di nuovi processi produttivi.
Green Economy will bring, in addition to a reduction of natural resources and improvement of the environment, also the
increase of workers involved in green jobs. It will be necessary to study the emerging risks to the health and safety of workers
due to the use of new materials and new production processes.
a cura di GiustoTamigio
ConsulenzaTecnicaAccertamento
Rischi e Prevenzione (CONTARP)
INAIL – Direzione Regionale
Lombardia
a cura di Biagio Principe
ConsulenzaTecnicaAccertamento
Rischi e Prevenzione (CONTARP)
INAIL – Direzione Regionale
Lombardia
dossier
17Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
altamente efficaci, a decarbonizzare l’economia e
a ridurre al minimo o a evitare del tutto la produ-
zione di ogni sorta di rifiuti e inquinamento.
La Commissione Europea, nel 2012, ha fornito
la seguente definizione complementare e non
opposta a quella dell’UNEP: tutti i lavori che di-
pendono dall’ambiente o sono creati, mutati o ri-
definiti (in termini di serie di competenze, metodi
di lavoro, profili in ambito verde, ecc.) nel processo
di transizione verso un’economia più verde.
La tendenza all’economia “verde” e l’enfasi
sull’innovazione rendono imprescindibile la va-
lutazione dei rischi nuovi ed emergenti in ma-
teria di salute e sicurezza nei posti di lavoro
“verdi”, per garantire condizioni lavorative ade-
guate, sicure e salubri con l’intento di evitare gli
errori del passato.
È importante affrontare il problema sin dalla
fase di crescita di tutti i settori interessati, poi-
ché “nuovi” rischi sono da aggiungere a quelli
già presenti nelle attività tradizionali, per affron-
tare i quali sono comunque necessarie compe-
tenze specifiche; ad esempio, nel caso dell’in-
stallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli
edifici, oltre ai rischi dei lavori nel settore delle
costruzioni, sono presenti gli aspetti legati al
rischio elettrico; alcune resine epossidiche, uti-
lizzate nella realizzazione delle turbine eoliche,
possono provocare allergie. Altri esempi di ri-
schi emergenti riguardano la sostituzione delle
vernici a solvente con le vernici ad acqua; ciò
comporta l’aggiunta di fungicidi e l’impiego di
idroclorofluorocarburi (HCFC) al posto di clo-
rofluorocarburi (CFC) con aumentato rischio
di esposizione a sostanze cancerogene.
L’integrazione delle misure della sicurezza e
salute fin dalla fase di progettazione dei lavori
verdi può costituire un metodo efficace per ri-
durre le conseguenze a carico dei lavoratori e
della società.
In Italia iniziano a svilupparsi le prime conside-
razioni sulle ulteriori implicazioni circa la salute
e la sicurezza dei lavoratori nelle imprese che
operano nella Green Economy; in particolare
sono avviati studi nell’ambito della produzione
di energia elettrica derivante da impianti eolici,
fotovoltaici e biomasse e nel trattamento dei
rifiuti.
L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza
sul lavoro (EU - OSHA) ha pubblicato gli esi-
ti di uno studio di previsione sui rischi nuovi
o emergenti dei “lavori verdi” indicando, sulla
base di alcuni possibili scenari futuri, quali pos-
sono essere i rischi che possono determinarsi
per lo svolgimento delle proprie attività [2].
Gli scenari individuati sono dipendenti da nu-
merosi fattori contestuali di cambiamento, alcu-
ni di essi sono: ambiente, incentivi governativi,
opinione pubblica, tecnologia dei combustibili
fossili e delle energie rinnovabili, miglioramenti
dell’efficienza energetica.
I settori industriali ai quali possono essere ri-
condotti i lavori verdi sono molto diversificati:
• produzione di energia su scala industriale da
fonti rinnovabili (eolico, solare, ecc.);
• trasmissione,distribuzione e stoccaggio dell’e-
lettricità ed energia rinnovabile domestica e
su piccola scala;
• tecnologie per l’edilizia;
• bioenergia e applicazioni energetiche della
biotecnologia;
• processi di smaltimento dei rifiuti;
• trasporto ecosostenibile, tecnologie e pro-
cessi produttivi ecosostenibili;
• nanotecnologie e nanomateriali.
Dai fattori di cambiamento e dai settori indu-
striali sono state definite tre tematiche: valo-
ri ecologici, crescita economica e innovazione
delle tecnologie verdi; attribuendo ad essi i va-
lori “basso” ed “elevato” sono stati individuati
gli scenari possibili.
Fig. 1 - Programma delle Nazioni Unite per l’ambien-
te: Green Jobs
18 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Tutti •	 Le rapide innovazioni tecniche e tecnologiche potrebbero rendere non sempre disponibili
le nuove competenze
Energia eolica •	 Localizzazione degli impianti in ambiti remoti ed ostili con pericolose attività di
manutenzione
•	 Produzione, utilizzazione, manutenzione, dismissione e riciclo di nuovi materiali (compositi e
nanomateriali)
Edilizia verde •	 Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione
•	 Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi
•	 Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo)
•	 Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allac-
ciamenti elettrici, pericolo di incendio)
Bioenergia •	 Possibile tossicità di prodotti di scarto (cenere di legno alcalina e contenente metalli pesanti)
•	 Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse
•	 Rischi biologici derivanti da Biocarburanti
Rifiuti •	 Nuove sostanze (compositi e nanomateriali) presenti nei rifiuti
Trasporto •	 Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici
•	 Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Produzione Stoccaggio
energia/batterie
•	 Incendio/esplosione, elettrocuzione durante la fase di montaggio, manutenzione e
dismissione (caduta dall’alto), di pannelli fotovoltaici
Fig. 2 - Scenario n. 1 “Win-Win” – bio energy (OSHA
- Scenarios on New and Emerging Risks to Occu-
pational Safety and Health Associated with New
Technologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 3 - Scenario n. 1 “Win-Win” – transport (OSHA
- Scenarios on New and Emerging Risks to Occu-
pational Safety and Health Associated with New
Technologies in Green Jobs by 2020)
Nello scenario in cui i valori delle tematiche,
ecologici e crescita economica, sono ELEVATI,
vengono individuati, per i settori interessati, i ri-
schi emergenti riportati nellaTabella 1.
Tabella 1
19Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
Nel caso di crescita economica ELEVATA e
valori ecologici DEBOLI, lo scenario ipotizza a
carico dei lavoratori i possibili rischi emergenti, in
alcuni settori produttivi, riportati nellaTabella 2.
Tabella 2
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Tutti •	 Carenza di personale qualificato a causa del ritmo elevato della innovazione tecnologica
Energia eolica •	 Affidamento a terzi delle attività di manutenzione
•	 Utilizzo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) con rischi per la salute e sicurezza
durante la produzione, manutenzione, dismissione e riciclo
•	 Impianti di produzione standardizzati con riduzione della complessità e semplificazione della
manutenzione
Edilizia verde •	 Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione
•	 Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi
•	 Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo)
•	 Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allaccia-
menti elettrici, pericolo di incendio)
Bioenergia •	 Possibile tossicità di prodotti di scarto (ad esempio cenere di legno alcalina e contenente me-
talli pesanti)
•	 Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse
•	 Rischi biologici derivanti da Biocarburanti
Rifiuti •	 L’innovazione tecnologica consente la produzione di nuovi materiali che sono subito
dismessi senza conoscere implicazioni per la SSL dei lavoratori
Trasporto •	 Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici
•	 Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Stoccaggio energia/
batterie
•	 Rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalla poca conoscenza dei nuovi tipi d batterie e
relative modalità di costruzione ed i materiali usati
Fig. 4 - Scenario n. 2 “Bonus-World” – bio energy
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 5 - Scenario n. 2 “BonusWorld” – transport
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
20 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio
Gli scenari proposti indicano che la diffusione
dell’economia e delle lavorazioni verdi com-
porterà una serie di trasformazioni sia dei
processi industriali sia delle competenze dei
lavoratori.
L’evoluzione delle tecnologie e la produzio-
ne di nuovi prodotti che trovano applicazio-
L’ultimo scenario considerato è quello in cui la
crescita economica è DEBOLE mentre i valori
ecologici sono ELEVATI; in tale situazione i rischi
emergenti, riferiti ai vari settori, potrebbero es-
sere quelli indicati nellaTabella 3.
Tabella 3
Settore Rischi emergenti per i lavoratori
Energia eolica •	 Mantenimento del parco eolico esistente con interventi continui di manutenzione su vecchi
impianti
•	 Rischi fisici per gli operatori durante la manutenzione
Edilizia verde •	 Numero basso di nuove costruzioni
•	 Adeguamenti di vecchi edifici con esposizione a rischi fisici e chimici
Bioenergia •	 Elevato impiego di impianti a biomasse con rischio incendio/esplosione ed esposizione a so-
stanze chimiche
•	 Esposizione a rischio biologico
Rifiuti •	 Esposizione a polvere, allergeni ed altre sostanze per il diffuso uso di biomassa
Trasporto •	 Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici
•	 Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici
Fig. 6 - Scenario n. 3 “Deep Green” – bio energy
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
Fig. 7 - Scenario n. 3 “Deep Green” – transport
(OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to
Occupational Safety and Health Associated with
NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
ne negli ambiti del fotovoltaico, delle batterie,
dei nuovi materiali da costruzioni, nonché dei
nuovi materiali (biomateriali e nanomateriali)
richiede un monitoraggio lungo l’intero ciclo
di vita, per la possibilità di indurre rischi poten-
ziali per la salute e la sicurezza.
Legati ai processi industriali per la realizzazio-
21Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
ne di prodotti o l’applicazione di tecnologie
verdi, potrebbero esservi rilasci di sostanze
dai nuovi materiali difficili da identificare e po-
tenzialmente pericolosi lungo tutto il ciclo di
vita; per tale motivo la valutazione dei rischi
sul luogo di lavoro resta fondamentale per ela-
borare un’adeguata prevenzione.
La carenza delle competenze dei lavoratori,
dovuta al rapido cambiamento e alla competi-
tività delle nuove tecnologie con conseguente
scarsità di personale qualificato, potrà deter-
minare una situazione di sottovalutazione dei
rischi lavorativi.
In uno scenario di bassa crescita economica,
l’impiego di operai scarsamente qualificati co-
stretti ad accettare condizioni disagiate in la-
vori più difficili e di tipo manuale, ad esempio
raccolta e smistamento dei rifiuti, manutenzio-
ne o riparazioni svolti con la modalità sosteni-
bile per estendere il ciclo di vita dei prodotti,
potrebbe essere una situazione in cui i rischi
per la salute e la sicurezza potrebbero subire
un incremento.
Gli scenari proposti rendono evidente la neces-
sità di una valutazione sistematica e preventiva
delle tecnologie e dei prodotti verdi in fase di
sviluppo lungo l’intero ciclo di vita (dalla pro-
gettazione, compresa la fabbricazione, il tra-
sporto, l’installazione, il funzionamento e la ma-
nutenzione, allo smantellamento, al trattamento
dei rifiuti e al riutilizzo successivo), attuando il
concetto «dalla culla alla culla» anche con rife-
rimento alla salute ed alla sicurezza sul lavoro.
LA FORMAZIONE DELLE FIGURE
PROFESSIONALI CHE OPERANO
NEI LAVORI VERDI
La formazione continua e specialistica finaliz-
zata alla conoscenza delle caratteristiche dei
materiali e delle tecnologie verdi costituisce
lo strumento più importante per acquisire i
requisiti professionali che rendono sicure le
lavorazioni in quest’ambito innovativo.
In alcuni settori legati all’utilizzo delle fonti rin-
novabili l’attività di formazione è avviata ma
molto altro è ancora da fare.
Nel settore della produzione di energia elet-
trica da impianti fotovoltaici la Conferenza
delle Regioni e delle Province autonome ha
definito lo standard formativo per l’attività di
installazione e manutenzione straordinaria di
impianti energetici alimentati da fonti rinnova-
bili (FER) - ai sensi D.Lgs. n. 28/2011 [3]; anche
iVigili del Fuoco hanno definito delle linee gui-
da sulla installazione di tali impianti [4].
Le problematiche legate alla salute e sicurez-
za sul lavoro nel settore dell’energia eolica,
in particolare nei parchi eolici, sono state af-
frontate dall’EU-OSHA [5]. Oltre ai pericoli
“classici” che gli addetti affrontano all’interno
di un parco eolico - rischio elettrico, caduta
dall’alto, rischio chimico – vi sono quelli legati
a condizioni di lavoro particolari (zone isolate
e difficili da raggiungere) e condizioni mete-
orologiche estreme sia su terra ferma sia in
mare aperto.
Nell’ambito del settore dei rifiuti è disponibile
materiale divulgativo per la formazione e l’in-
formazione sui movimenti ripetuti degli addetti
alla raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana [6].
L’utilizzo dei nuovi materiali (compositi e na-
nomateriali) e le implicazioni sulla salute e
sicurezza dei lavoratori sono oggetto di stu-
di scientifici in fase di svolgimento: alcuni di
questi hanno già fornito dei risultati che sono
presentati dall’OSHA [Cfr. e-facts 74 e 72]; al-
tri hanno portato a considerazioni iniziali ma
molto è ancora da fare [7] [8].
CONCLUSIONI
La Green Economy rappresenta un settore ad
elevato potenziale in termini di crescita, inno-
vazione e soprattutto opportunità di lavoro.
I lavori verdi sono un’importante occasione di
lavoro anche per i lavoratori giovani, ma, allo
scopo di evitare gli errori degli anni passati, è
necessario integrare la sicurezza e la salute in
tutti i suoi diversi aspetti, dalla progettazione,
all’acquisizione delle risorse, dai processi di
trasformazione, alla manutenzione, all’utilizzo
e al riciclaggio delle risorse.
Un aspetto importante da non trascurare è l’a-
nalisi del ciclo di vita dei lavori verdi, tenendo
conto di tutti gli aspetti e conseguenze del lavo-
ro, dalla progettazione, all’acquisizione delle ri-
sorse, dai processi di trasformazione, alla manu-
tenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse.
Altro punto importante è la formazione dei
lavoratori; infatti, lo sviluppo delle tecniche e
delle tecnologie procede in maniera molto ve-
loce, la carenza delle conoscenze su materiali
ed attrezzature nonché delle corrette proce-
dure da applicare in fase di gestione ordina-
ria e di emergenza potrebbe provocare una
sottovalutazione dei rischi per la salute e la
sicurezza. n
22 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio
BIBLIOGRAFIA
[1] Indagine conoscitiva in materia di Green Economy – Camera dei Deputati Commissioni RiuniteVIII
e X, 2014 - http://www.camera.it/leg17/203
[2] Green Jobs and occupational safety and health: Foresight on new and emerging risks associated with
new technologies by 2020 - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013
[3] Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 14/078/cr08bis/c9 - Standard formativo per l’attività
di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (FER), 2014
[4] Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici – Ministero dell’Interno, Dipartimento deiVigili del
Fuoco, del Soccorso pubblico e la sicurezza tecnica – Edizione 2012
[5] Occupational safety and health in the wind energy sector - European Agency for Safety and Health
at Work (EU-OSHA) – 2013
[6] INAIL – La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana, 2009
[7] INAIL – Libro bianco esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro – NanOSH Italia, 2011
[8] INAIL Settore Ricerca Dipartimento Medicina del Lavoro - A. Valenti - Green Jobs: impatto sulla
salute e sicurezza dei lavoratori – 2012
E-Facts
e-fact-74 nanomaterials in maintenance work occupational risks and prevention
·	 e-fact-72 tools for the management of nanomaterials in the workplace and prevention measures
·	 e-fact-71 hazard identification checklist occupational safety and health issues associated with green building
·	 e-fact-70 occupational safety and health issues associated with green building
·	 e-fact-69 hazard identification checklist occupational safety and health risks associated with small scale
solar energy applications
·	 e-fact-68 occupational safety and health and small scale solar energy applications
23Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
PREMESSA
Il contributo ha lo scopo di“sgom-
berare il campo” dai troppo diffusi
e superficiali luoghi comuni sulla
bontà e validità dell’EXPO 2015
ed in generale sulla situazione
odierna del nostro Paese.
Il tale contesto “epurato” è faci-
le capire come l’azione di AIAS,
inseritasi a pieno titolo nel palin-
sesto EXPO, sia una chiave di vol-
ta determinante per il successo dei progetti di
EXPO e delle Aziende, costituita dal “VALORE
AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICU-
REZZA nelle sue varie forme.
Siamo stufi di farci del male da soli: 1) EXPO
2015 non sarà pronta e comunque l’investimento
è eccessivo e non avrà ritorno adeguato.
Falso.	Le vicissitudini anche giudiziarie di questi
mesi offrono molto materiale ai rotocal-
chi e mass-media, che vanno a nozze nel
descrivere situazioni critiche, ma la pianifi-
cazione delle attività essenziali per l’even-
to è tale che alla data prevista del 2015
quello che veramente serve per un buon
avvio dell’evento sarà stato completato.
	 Certo, si sarebbe potuto fare di meglio e
di più, risparmiando al Paese gli scandali,
ma il programma principale è ancora oggi
entro i limiti previsti, su quel programma
abbiamo già ampiamente superato il nu-
mero di adesioni (130) previsto per poter
parlare di successo,e le previsioni di visita-
tori sono in costante crescita con numeri
decisamente positivi.
	 Il tema dell’EXPO “NUTRIRE IL PIANE-
TA, ENERGIA PER LA VITA” offre gran-
Valore aggiunto
dissime opportunità agli opera-
tori della sicurezza, non soltanto
alimentare, nella quale l’Italia ri-
copre una situazione oggettiva e
riconosciuta di eccellenza, tanto
che l’Autorità europea per la
sicurezza alimentare (European
Food Safety Autority - EFSA) che
rappresenta lo strumento predi-
sposto dall’Unione europea per
la valutazione dei rischi legati agli
alimenti ed alla produzione alimentare,
ha sede a Parma.
	 Sul sito di EXPO Milano 2015 si legge
che“promuove una serie di Progetti pro-
prio in questi ambiti, con la convinzione
che il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per
la Vita attraversa la vita di tutti, tutti i gior-
ni: così il cibo, il gusto, l’alimentazione, la
sostenibilità vengono declinati con diverse
voci e diverse competenze, per stimolare
la curiosità e la voglia di conoscere che da
sempre muovono il mondo. Per diffondere
consapevolezza”. Progetti in serie, con
mille diverse sfumature, e la sicurezza,
nelle sue varie forme, ne è il minimo co-
mun denominatore.
abstract
Alcune riflessioni e informazioni per EXPO 2015 utili ai professionisti della Sicurezza e dell’Ambiente.
Some information of this paper will help the safety and security professionist to understand better all the different matters
of the EXPO event referred to energy for life and food implementation techniques.
a cura di Giorgio Carozzi
Coord.Settore Normativa,
Indirizzi Legislativi,
Tutela Sindacale eAssistenza
Assicurativa diAIAS
24 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Giorgio Carozzi
Siamo stufi di farci del male da soli: 2) L’Italia è
un Paese in declino, le opportunità diminuiscono,
inutile darsi da fare.
Falso.	 Basta leggere i dati pubblicati da EURO-
STAT, che è l’Ufficio Statistico dell’Unione
Europea, per trarre delle valutazioni ben
diverse. Certo, soffriamo di un pesante
debito pubblico, di diseguaglianze sociali,
di economia in nero e di quella crimina-
le, del ritardo del Sud, di una burocrazia
spesso persecutoria e inefficace, di un
fisco rapace, ingiusto, eccessivo. La crisi
mondiale si è innestata su questi mali, li
ha incancreniti. Il vero problema è che la
domanda interna si è contratta, un mo-
dello di rapporti politici e sindacali e la
sua conseguente gestione del welfare è
andato in crisi e rimediare non sarà facile.
Ma – come sostiene il “Manifesto Oltre
la crisi. L’Italia deve fare l’Italia” promos-
so da Fondazione Edison, Fondazione
Symbola e Unioncamere e sottoscritto
da decine di autorevoli personalità dell’e-
conomia nazionale – non è impossibile,
basta guardare con occhi nuovi al Paese.
1.	 L’ITALIA È UNO DEI SOLI CINQUE
PAESI AL MONDO CHEVANTA UN
SURPLUS MANIFATTURIERO SO-
PRA I 100 MLD DI DOLLARI. Con un
surplus commerciale manifat-
turiero con l’estero di
113 mld $ nel 2012,
si conferma il ruolo
di punta del nostro Pae-
se nell’industria mondiale.
Non si può dire lo stesso di altri
Paesi come Francia (- 34 mld), Regno
Unito (- 99mld), Usa (- 610mld).
2.	 LE IMPRESE ITALIANE SONO TRA
LE PIÙ COMPETITIVE AL MONDO.
Su un totale di 5.117 prodotti - il mas-
simo livello di disaggregazione statisti-
ca del commercio mondiale - nel 2012
l’Italia si è piazzata prima, seconda o
terza al mondo per attivo commercia-
le con l’estero in ben 935.
3.	 L’ITALIA È TRA I PAESI AVANZATI
CHE, NELLA GLOBALIZZAZIONE,
HANNO CONSERVATO MAGGIO-
RI QUOTE DI MERCATO MONDIA-
LE. L’Italia ha conservato una quota
dell’export mondiale di prodotti mani-
fatturieri pari al 71% di quella detenuta
nel 1999 (dati 2012), prima che Paesi
come la Cina rivoluzionassero il com-
mercio globale. Performance non pa-
ragonabile a quella tedesca (94%), ma
migliore di quelle di Giappone (67%),
Francia (61%), Regno Unito (55%).
4.	 IL MODELLO PRODUTTIVO ITA-
LIANO È TRA I PIÙ INNOVATIVI IN
CAMPO AMBIENTALE. L’Italia è tra i
primi Paesi dell’Unione europea per
eco-efficienza del sistema produttivo,
con 104 tonnellate di anidride carbo-
nica ogni milione di euro prodotto (la
Germania ne immette in atmosfera
143, il Regno Unito 130) e 41 di rifiuti
(65 la Germania e il Regno Unito, 93
la Francia). Non solo, siamo campioni
europei nell’industria del riciclo: a fron-
te di un avvio a recupero industriale
di 163 milioni di tonnellate di rifiuti
su scala europea, nel nostro Paese ne
sono stati recuperati 24,1 milioni di
tonnellate, il valore assoluto più eleva-
to tra tutti i Paesi europei (in Germa-
nia 22,4 milioni). Il sistema produttivo
italiano, inoltre, è anche quello che gui-
da la ‘riconversione verde’ dell’occupa-
zione europea: entro la fine del 2014, il
51% delle Pmi italiane avrà almeno un
green job, più del Regno Unito (37%),
della Francia (32%) e della Germania
(29%).
5.	 L’ITALIA È LA META DELL’EUROZO-
NA PREFERITA DAITURISTI EXTRA-
EUROPEI. L’Italia è il 1° Paese dell’eu-
25Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
rozona per numero di pernottamenti
di turisti extra-UE, con 54 milioni di
notti nel 2012 (+14 milioni rispetto
alla Spagna). Siamo il 1° Paese euro-
peo per numero di pernottamenti di
turisti cinesi (2,5 mln), giapponesi (2,8
mln), coreani del sud (680 mila), brasi-
liani (1,8 mln), australiani (2,2 mln), sta-
tunitensi (11 mln) e canadesi (2 mln).
6.	 LA ZAVORRA DEL PIL ITALIANO È
IL CROLLO DELLA DOMANDA IN-
TERNA, NON CERTO LA COMPE-
TITIVITÀ DELL’INDUSTRIA. Dal falli-
mento della Lehman Brothers (inizio
della crisi mondiale) a novembre 2013,
il fatturato manifatturiero italiano per
il mercato domestico è crollato (-
15,9%) rispetto a quanto accaduto in
Francia e Germania (+ 4,6%, - 0,3% ri-
spettivamente). Il fatturato italiano per
il mercato estero, invece, è cresciuto
(+ 16,5%) di più di quello tedesco (+
11,6%) e francese (+ 5,9%).
7.	 LA CRESCITA DEGLI ALTRI PAESI
NON È FATTA DI SOLA COMPE-
TITIVITÀ, MA ANCHE DI DEBITO. A
sostenere le altre economie ha con-
tribuito un aumento del debito, sia
pubblico che privato, molto maggiore
che in Italia: da noi, dal 1995, il debito
aggregato (quello pubblico più quello
delle aziende e delle famiglie) è cre-
sciuto di una quota pari al 61% del PIL,
in Spagna del 141%, nel Regno Unito
del 93%, in Francia dell’81%.
8.	 DAGLI INIZI DEGLI ANNI ’90 AD
OGGI LA ‘QUOTA DI MERCATO
DELL’ITALIA NEL DEBITO PUBBLI-
CO TOTALE DELL’EUROZONA È
COSTANTEMENTE CALATA. Non
siamo il malato d’Europa: la respon-
sabilità italiana nel debito pubblico
complessivo dell’Eurozona si è ridot-
ta in modo importante dagli anni ’90
(28,7% nel 1995) ad oggi (22,1% nel
2013).
9.	 CONSIDERANDO IL DEBITO AG-
GREGATO (STATO, FAMIGLIE, IM-
PRESE) L’ITALIA È UNO DEI PAESI
MENO INDEBITATI AL MONDO.
Se invece del pesante debito pubbli-
co guardiamo la situazione debitoria
complessiva del Paese (quindi il debito
dello Stato insieme a quello privato)
l’Italia - nonostante la crisi stia eroden-
do la grande ricchezza privata degli
italiani - è più virtuosa (col 261% del
PIL) di Stati Uniti (264%), Regno Uni-
to (284%), Spagna (305%), Giappone
(412%).
10.	 DAL 1996 AL 2013 L’ITALIA HA
PRODOTTO IL PIÙ ALTO AVANZO
PRIMARIO STATALE CUMULATO
DELLA STORIA MODERNA. Si tratta
di 591 miliardi di euro correnti, 220 in
più della Germania (371 miliardi). Per
non parlare dei disavanzi di Spagna (-
192) Francia (- 311 miliardi) e Regno
Unito (- 364 miliardi £).
	 Sono dati pubblici, ufficiali, di prove-
nienza europea. Ed ora si apre per noi
una vetrina mondiale, con decine di
milioni di visitatori previsti da tutto il
mondo, lo sviluppo di aree tematiche
e di ricerca ed incontri a ogni livello
il che rappresenta una gigantesca op-
portunità di lavoro per i servizi turi-
stici e commerciali del Paese durante
i mesi dell’EXPO, seguiti da un’altret-
tanto ampia opportunità di lavoro per
le aziende produttrici. E la sicurezza,
nelle sue varie forme è elemento co-
mune a tutte le attività.
Siamo stufi di farci del male da soli: 3) L’Italia è
un Paese ove non si fa ricerca e sviluppo, e dipen-
diamo dall’estero per l’innovazione produttiva.
Falso.	Un solo esempio tra i molti possibili. E
sia chiaro che è solo un esempio. Da “Li-
bero” del 22 Maggio (articolo di Claudio
Antonelli):
26 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Giorgio Carozzi
	 Si chiama Iter, International Thermonucle-
ar Experimental Reactor. Un progetto da
circa 18 miliardi di euro, a cui partecipano
oltre l’Europa, Cina, Usa, Corea del Sud, In-
dia e Russia e che prevede entro il 2020
la costruzione di una centrale a fusione nu-
cleare a Cadarache, a due passi da Aix en
Provence.
	 Uno sforzo di ricerca immenso che do-
vrebbe creare l’energia del futuro:
esattamente quella prodotta
dentro il sole e le stelle trami-
te la fusione del nucleo, solo
in miniatura. Una fonte ine-
sauribile, sicura e priva di
sostanze inquinanti.
	 … anche se nel nostro
Paese se ne parla poco,
stanno già arrivando i be-
nefici economici. Ovvero, i
ritorni industriali. Qui l’Italia
è al primo posto. Dal 2008 a
oggi ha già ottenuto un’ottantina
di contratti per un controvalore di
700 milioni di euro. Destinati a diventa-
re quasi un miliardo nei prossimi mesi. Du-
rante la costruzione (fino al 2020), il princi-
pale contributo delle sette agenzie partner
sarà di natura «in kind», cioè costituito dalla
fornitura diretta dei componenti stessi piut-
tosto che dal finanziamento per la loro co-
struzione. Ma per la scelta delle aziende
appaltatrici non c’è una logica di bandiera.
	 «L›Europa alla fine del progetto avrà
contribuito per oltre 6 miliardi di euro»,
spiega a Libero Henrik Bindslev, diretto-
re di Fusion for Energy, «e la scelta delle
aziende si basa esclusivamente su criteri
di qualità e di standard tecnologici. L’Italia
è effettivamente il Paese con il più elevato
ritorno industriale anche perché partecipa
a numerose joint venture e ciò, nel suo com-
plesso, rende anche possibile la nascita di
un network internazionale di eccellenze».
(Vedi fig. 1 n.d.r.)
	 Il nostro apparato produttivo ed indu-
striale riesce ad essere il primo della clas-
se nelle tecnologie avanzate e di punta,
come quelle richieste per ITER,così come
è sicuramente primo della classe nella
qualità dell’alimentazione e del cibo. Che
significa sicurezza, nelle sue varie forme.
Siamo stufi di farci del male da soli: 4) Si perde
tempo a far carta inutile, vedi i Sistemi di Gestione,
le Certificazioni, i Protocolli cartacei, le Qualifiche
professionali: tutte cose che con l’EXPO non c’en-
trano nulla.
Falso.	 Verissimo che molte volte mediocri con-
sulenti di dubbia competenza hanno fatto
produrre carta inutile e Modelli di
Gestione inefficaci. Verissimo
che in molti casi la Sicurezza
con i suoi adempimenti è
vissuta come un costo,
una specie di tassa da
pagare a titolo me-
ramente cautelare
per evitare sanzioni
o condanne, e non
come investimento
produttivo di valore
strategico come in-
vece è nella realtà.Ve-
rissimo che, per rima-
nere al campo alimentare,
le frodi in commercio sono
all’ordine del giorno, cibi avariati,
etichette fasulle, prodotti contraffatti,
e chi più ne ha più ne metta.
Fig. 1 - Modello dell’ITER (Wikipedia)
27Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
	 Tutto questo è vero. Ma
proprio per questo c’è
un disperato bisogno di
Modelli Organizzativi di
qualità, di Sistemi di Ge-
stione utili e produttivi
per l’Azienda, di Consu-
lenti qualificati che assi-
stano il cliente nella logica
di ottenere un risultato
pagante, e proprio la logi-
ca della Sicurezza offre gli
strumenti indispensabili
per ottenere quei risultati.
	 L’eccellenza alimentare
italiana ha trovato pro-
prio nei marchi DOC,
DOP, DOCG, ecc. quel
“VALORE AGGIUNTO”
che mancava per farsi re-
almente conoscere fuo-
ri dai confini nazionali ed ottenere quei
riconoscimenti qualitativi, ma anche eco-
nomici, che il mondo ci invidia. La difesa
dei marchi è quindi diventata una priori-
tà per proseguire nel percorso avviato e
permetterci di offrire al mondo globaliz-
zato le nostre conoscenze e competenze
alimentari, e questo non sarà possibile se
non si pone la sicurezza al primo posto
nelle priorità.
	 Sicurezza nelle sue varie forme, pro-
prio per creare quel “VALORE AG-
GIUNTO” senza il quale si spreca solo
tempo e denaro.
	 Sicurezza nell’apparato produttivo, e noi
di AIAS ben sappiamo quanti e quali rischi
vi siano nella difficile arte dell’alimentazio-
ne a partire dall’inizio, nella coltivazione e
nella lavorazione industriale ed artigianale
dei prodotti agricoli e zootecnici: ma qui
servono Modelli Organizzativi ben pro-
gettati e realizzati, e Sistemi di Gestione
efficaci.
	 Sicurezza nei servizi, perché senza com-
petenze qualificate l’operatore non può
inventarsi il Know-how necessario a orga-
nizzarsi per produrre in modo efficace e
competitivo e a mantenersi costantemen-
te aggiornato in un mondo in continua
evoluzione: ma questo comporta neces-
sariamente l’intervento degli specialisti di
settore, e qui le Qualificazioni e Certifica-
zioni professionali diventano indispensabili
per evitare di essere truffati dai soliti “fur-
betti del quartierino”.
	 Sicurezza nella ricerca e sviluppo, oggi
elemento essenziale del tema stesso
dell’EXPO 2015, nel quadro del mondo
globalizzato e fortemente competitivo:
ma qui servono Protocolli che possono
solo scaturire da M.O.G. adeguati, svilup-
pati da soggetti ad elevata competenza e
qualificazione, e vedi il punto precedente.
	 Sicurezza nella distribuzione commer-
ciale, se si vuole evitare che il prodotto
finito venga mescolato o confuso con i
prodotti taroccati, o deteriorato da trat-
tamenti indebiti: e qui si parla di sicurezza
di filiera, con l’HACCP come linea guida
da applicare, laddove possibile, nell’ambito
di M.O.G. e SGSSL credibili.
AIAS ed i suoi Associati dispongono di una
chiave di volta determinante per il successo dei
progetti di EXPO, e delle Aziende, costituita dal
“VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how
della SICUREZZA nelle sue varie forme.
Per fortuna c’é l’EXPO 2015, vi sono molte for-
me e modalità per parteciparvi anche diretta-
mente, di sicuro vi sarà una importante ricaduta
per tutti coloro che sapranno essere puntuali
all’appuntamento. n
Noi ci stiamo attrezzando.
28 | N.2/2014 | Informatore AIAS
EXPO 2015:
opportunità per i professionisti AIAS
“NUTRIRE IL PIANETA, ENER-
GIA PER LAVITA” Il tema di
EXPO 2015 è quanto mai attuale
per gli specialisti della Sicurezza e
Salute sul Lavoro che si riconosco-
no nelle Associazioni Professionali
di AIAS, ed offre opportunità in-
sperate e di grande rilievo per i
nostri professionisti della SSL.
Bisogna ricordare che in EXPO
2015 la CONFCOMMERCIO, cui
la nostra Associazione è iscritta, ha
un rilievo ed una presenza prima-
ria, ed in quell’ambito AIAS parte-
cipa a diversi tavoli di programma.
Vi sono inoltre gli eventi relativi
all’Anno Internazionale della Preven-
zione, di cui il primo si terrà il 28
aprile 2015 con il supporto della
CIIP e la collaborazione dell’ILO e
dell’ISSA, nell’ambito di EXPO 2015.
Ancora AIAS, nell’ambito di ExpoTraining ed in
collaborazione, ad ottobre svilupperà una serie
di incontri su argomenti collegati al programma
di EXPO, con la presentazione delle APA e la
qualificazione delle relative professionalità, in
chiave EQF. Altre iniziative segui-
ranno.
Nell’articolo dell’Informatore AIAS
n. 1/2014 a firma di Giorgio Ca-
rozzi (Competenze e qualifiche pro-
fessionali a fronte dell’Expo 2015
n.d.r.) era stato evidenziato uno
spazio particolarmente ampio per
le attività professionali specifiche
ad alta specializzazione, sia per la
sicurezza in agricoltura che per la
sicurezza alimentare verso i con-
sumatori.
Si deve utilizzare l’HACCP (Ha-
zard Analysis and Critical Control
Points), sistema pensato per ap-
plicare l’autocontrollo nell’intera
filiera distributiva, quale strumen-
to a supporto degli OSA (Organi-
smi di Sicurezza Alimentare) per il
raggiungimento degli obbiettivi di un più elevato
livello di sicurezza alimentare.
Un sistema interamente basato sulla Valutazio-
ne dei Rischi, che costituisce il pane quotidiano
degli associati di AIAS. Poco fosse, al nostro Pa-
ese è chiesto uno standard di eccellenza in ma-
teria, visto che l’Autorità europea per la sicurez-
za alimentare, (European Food Safety Autority
- EFSA) ha sede a Parma.
Agricoltura e produzione di alimenti e bevande, il
settore della ristorazione e della distribuzione ali-
mentare, la corretta cultura dell’alimentazione
come presupposto dell’igiene del lavoro, sono argo-
menti di grande pregnanza per i professionisti della
sicurezza, igiene del lavoro e tutela dell’ambiente.
abstract
Le APA,Associazioni Professionali AIAS, nei programmi di EXPO: occasioni da non perdere.
EXPO 2015 will be of great interest for all the technicians of the professional associations, specially for the ones involved as
consultant in food and agricultural safety matter.
a cura di Luca Dozio
Avvocato in Milano
a cura di Rolando Dubini
Avvocato in Milano
dossier
29Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
Le Associazioni Professionali AIAS (APA) pensate
per la qualificazione degli specialisti delle Profes-
sioni non regolamentate, offrono lo strumento
ideale per inserirsi nel quadro della SICUREZZA
alimentare con le sue implicazioni in materia di:
• Analisi eValutazione del rischio
• Sistemi di gestione
• Procedure applicative
• Formazione e Informazione
• Quant’altro è collegato alla Sicurezza e Salute
sul lavoro
Qui di seguito una sintetica carrellata sulle APA
principalmente interessate ai programmi EXPO
2015, con gli argomenti di pertinenza:
APA Prevenzione Responsabili e Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione
La Valutazione del Rischio applicata ai diversi processi produttivi, da sviluppare anche in chiave di Sicurezza alimentare e
quale fattore competitivo.
APA Formazione Formatori di Prevenzione
Trasmissione del sapere e conoscenze applicate alla produzione alimentare e sua distribuzione. La SSL come minimo
comun denominatore di ogni attività.
Strumenti e mezzi di formazione. L’E-learning per superare le barriere linguistiche e culturali
APA ODV 231 Professionisti Organismo diVigilanza
Sistemi di Gestione EFFICACEMENTE applicati, per fornire Valore aggiunto all’attività, protezione all’Azienda e garanzia
dei prodotti verso i clienti.
Ricerca della massima produttività in sicurezza.
APA Energia Professionisti del Settore Energetico e Fonti Rinnovabili
L’Energia pulita e sicura rappresenta il combustibile dello sviluppo.
Lo specialista dell’energia sicura da fonti rinnovabili in agricoltura o da sottoprodotto dello scarto alimentare è pienamente
nel tema di EXPO.
APA Ambiente Professionisti Protezione Ambientale
Tutela ambientale e attività agricola sono due facce della stessa medaglia, con l’obbiettivo dello sviluppo sostenibile.
AIAS Mare Professionisti Marittimo e Portuale
Il trasporto marittimo affronta rilevanti criticità logistiche e funzionali per la conservazione e la qualità degli alimenti.
Senza contare le problematiche dell’alimentazione della “gente di mare”.
APA Sanità Professionisti Sanità
Igiene alimentare e Sanità: due facce della stessa medaglia.
Si diceva che “siamo quello che mangiamo”, e di certo la dieta è argomento essenziale.
APA Educazione Professionisti Scuola
Bisogna allevare le giovani generazioni in modo informato e consapevole, per un futuro sostenibile.
Occhio al “Progetto Scuola di EXPO Milano 2015”
APA Pubblica Amministrazione Professionisti del settore della Pubblica Amministrazione
La P.A. come fattore di sviluppo della Sicurezza, tramite indirizzo e vigilanza sulle attività.
La ricerca di minor burocrazia e maggior pragmatismo con la SSL quale strumento efficace per il raggiungimento degli
obbiettivi.
 APA Protezione Civile  Professionisti Protezione Civile
Per la gestione delle emergenze alimentari per le popolazioni colpite dalle calamità.
La logistica e l’organizzazione delle “cucine da campo” quale problema prioritario nelle situazioni di crisi.
30 | N.2/2014 | Informatore AIAS
dossier a cura di Rolando Dubini - Luca Dozio
Da tener presente che la programmazione
dell’evento di EXPO si concretizza in tre diverse
fasi:
1.	 Preparazione di EXPO
2.	 Svolgimento dell’Esposizione
3.	 Attività successive.
Nella fase preparatoria vi sono da sviluppare gli
argomenti di interesse per la professione, alcuni
dei quali abbiamo evidenziato nel riquadro delle
singole APA. Servono DTO, Documenti di indi-
rizzo,quaderni,ma soprattutto idee da promuo-
vere ed evidenziare.
Per chi ha qualcosa da dire le occasioni non
mancheranno, durante lo svolgimento dell’Espo-
sizione, e l’Associazione potrà offrire buone si-
tuazioni di presentazione, senza contare la gran-
de folla dei visitatori da tutto il mondo, con la
possibilità di contatti continui e proficui.
Alla conclusione dell’EXPO gran parte dei giochi
saranno conclusi, e ciascuno raccoglierà quel-
lo che ha seminato. Gli anni immediatamente
successivi all’evento saranno meno produttivi
di opportunità, come dimostra l’esperienza di
quanti ci hanno preceduto, ma chi avrà avviato
programmi di successo potrà cogliere in pieno i
frutti del suo lavoro e della sua iniziativa.
La scommessa dell’Associazione, anche attraver-
so l’attività delle sue APA, si sviluppa quindi su
questi parametri:
1.	 La Sicurezza e Salute sul Lavoro costituisce
un fatto organizzativo e strutturale di taglio
culturale, strettamente collegato ai fattori
competitivi per migliorare la produttività,
in termini non solo quantitativi ma anche
qualitativi.
2.	 La SSL si applica all’Impresa, organizzazione
che esiste per rispondere ai bisogni della
gente (fattore di successo) in chiave
competitiva, tenuta quindi ad ottimizzare i
fattori produttivi.
3.	 Nutrizione ed Energia:rappresentano bisogni
primari della gente e vanno soddisfatti sia
sul piano della qualità che su quello della
quantità.
Sulla base di questi presupposti il cerchio si chiu-
de, la SSL è strumento indispensabile per l’Im-
presa anche al fine del soddisfacimento di quei
bisogni primari che costituiscono il tema dell’EX-
PO, oltre che la ragion d’essere dell’Azienda.
Lo specialista della SSL, nel suo campo specifi-
co (vedi le APA di competenza), è il soggetto
chiamato a fornire il Know-how indispensabile
per progettare e sviluppare il percorso logico ed
organizzativo necessario per raggiungere i risul-
tati attesi. n
Che sono quelli del tema
dell’EXPO 2015
“NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LAVITA”
31Informatore AIAS | N.2/2014 |
dossier
“Svegliamoci prima che sia trop-
po tardi”: questo è il titolo di
un recente studio della Conferenza
delle Nazioni Unite sul Commer-
cio e lo Sviluppo (UNCTAD 2013)
con il quale vengono esplicitamente
ammoniti Governi e società civile
sulla necessità urgente di un radicale
cambio di paradigma nella produzio-
ne agricola, dalla “Green Revolution”
a una “intensificazione ecologica”. Ciò
implica la trasformazione dell’agricol-
tura convenzionale basata sulla mo-
nocoltura e su input tecnologici e industriali esterni,
verso un “mosaico” di sistemi produttivi sostenibili e
rigenerativi che migliorino la capacità produttiva di
piccole aziende agricole. Dobbiamo muoverci da un
approccio lineare a uno olistico nella gestione agri-
cola, che riconosca all’agricoltore non solo il ruolo
di produttore di beni agricoli, ma anche di gestore
del sistema agro - ecologico e di fornitore di una
serie di beni e servizi comuni quali l’acqua, il suolo,
il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricre-
ativi.1
Lo studio si avvale dei contributi di oltre 50
esperti internazionali. Molti fra questi focalizzano il
nesso tra filiera di produzione del cibo come causa
Soluzione tecniche e innovazione
sociale per un’agricoltura sostenibile
Svegliamoci prima che sia troppo tardi
dei cambiamenti climatici e poten-
zialità, non ancora adeguatamente
esplorata, della gestione del suolo
e dell’incremento della produzione
agricola, come potenziale strumento
per la mitigazione e l’adattamento ai
cambiamenti climatici.
L’industrializzazione dell’agricoltura è
basata sull’assunto che la fertilità del
suolo può essere mantenuta e accre-
sciuta con l’uso di fertilizzanti chimici.
In questo modo,durante il ventesimo
secolo i suoli coltivati hanno perso
dal 30 al 75 per cento della loro materia organica
provocando perdita di fertilità e produttività. Può
essere stimato che sono state rilasciate nell’atmo-
sfera a causa della distruzione della materia organi-
ca contenuta nel suolo almeno 200 - 300 miliardi di
tonnellate di CO2
. A fronte di questi dati disastrosi, la
buona notizia è che, cambiando pratiche agricole, la
CO2
emessa nell’atmosfera può essere di nuovo cat-
turata2
. Le pratiche agricole da adottare già esistono
e sono ovviamente tutte quelle che aumentano nel
tempo il contenuto di materia organica nel suolo.
La World Bank già nel 2012 ha individuato uno
strumento di calcolo chiamato SALM (Sustainable
abstract
L’intervento prende le mosse da un recente rapporto dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Svi-
luppo),ispirandosi allo stesso per individuare quali sono le soluzioni necessarie per assicurarci una futura sicurezza alimentare
a fronte dell’evoluzione del fenomeno dei cambiamenti climatici. Gli incentivi previsti dalla Politica Agraria Comune dell’UE
possono costituire parte della soluzione, ma non sono sufficienti. E’ necessario un impegno non solo da parte degli attori
istituzionali ma anche e soprattutto da parte di reti di produttori e di consumatori informati per la costruzione di un nuovo
mercato di prodotti agricoli che possano definirsi con sempre maggiore concretezza “sostenibili”.
The article, inspired by a recent study published by UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), out-
lines solutions for a future food security in a changing climate scenario. Incentives provided for by the Common Agriculture
Policy of the EU can be part of the solution, but are not enough as such.We need a commitment not only from governmental
actors but also and mainly from networks of informed producers and consumers which can build up a new market where
agriculture’s goods can be really “sustainable”.
a cura di Luigi Di Marco
Architetto,pianificatore,paesaggista;
Coordinatore del ComitatoTecnico
AIAS“Responsabilità Sociale
e Sviluppo Sostenibile”;
ReferenteAIAS per l’iniziativa
dell’ONU“Global Compact”
Informatore aias n.2 2014
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  • 1. Organo Ufficiale dell’Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza Anno XV - N. 2/2014 AIAS Informatore Obiettivo prevenzione Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015 Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#!
  • 2. 1Informatore AIAS | N.2/2014 | editoriale 1. Come realizzare il proprio business professio- nale qualificato a livello italiano ed Europeo? Esiste già il percorso normativo stabilito dall’Unione Europea (UE) e dall’Italia per permettere la libera circolazione nei 28 Paesi dell’UE dei professionisti qualificati tramite il sistema del rilascio del diploma inerente al livello di qualificazione professionale eu- ropea secondo il processo dell’European Qualifica- tion Framework (EQF). 2. Quali ruoli hanno le Associazioni professionali italiane per la realizzazione di tale processo? Gli obbiettivi dei specifici regolamenti e direttive dell’UE e delle relative leggi italiane (legge n .4/2013 e D.Lgs. n. 13/2013) consistono nella tutela dell’u- tilizzatore del servizio professionale e il riconosci- mento e la valorizzazione del professionista qualifi- cato e delle relative associazioni professionali. Infatti il Ministero dello Sviluppo Economico (MiSE) presenta le normative sulla disciplina delle profes- sioni non regolamentate da ordini e collegi, come mezzi “per tutelare i consumatori, promuovere la co- noscibilità e garantire la trasparenza del mercato dei servizi professionali”. L’AIAS è già stata inserita nell’apposito elenco del MiSE quale Associazione professionale che rilascia l’attestato di qualità, per le figure professionali indi- viduate tramite le 14 Associazioni Professionali AIAS (APA) aderenti ad AIAS e che pertanto rilascia l’at- testato di qualificazione professionale, verificando la competenza acquisita relativa all’attività professiona- le esercitata in forma autonoma o subordinata, degli iscritti nelle APA, e garantendo anche l’utilizzatore di tali servizi o il datore di lavoro. Il processo di qualificazione professionale AIAS av- viene tramite il processo dell’European Qualification Framework (EQF) che a regime darà la possibilità, ai professionisti qualificati che lo desiderino, di andare liberamente nei 28 Paesi dell’Unione Europea e ave- re a disposizione il mercato dell’UE già composto da 500 milioni di cittadini. L’EXPO 2015 risulta una straordinaria opportunità per valorizzare le professioni degli iscritti alle APA a livello di Unione Europea e a livello internazionale. 3. Qual è la situazione organizzativa e procedura- le in atto in AIAS per le Associazioni Professio- nali AIAS (APA)? 3.1 APA che hanno già identificato le figure professionali del settore: • APA Prevenzione - Professionisti del settore Prevenzione • APA Formazione - Formatori del settore Prevenzione • APA Costruzioni - Coordinatori della Sicu- rezza del comparto Costruzioni • APA Security & Safety - Professionisti dei set- tori Security & Safety • APA Prevenzioni Incendi - Professionisti del settore Prevenzione Incendi • APA Organismo di Vigilanza - Professionisti dell’Organismo diVigilanza (OdV) 3.2 APA che identificheranno le figure profes- sionali del settore entro fine ottobre 2014 • APA Mare - Professionisti dei settori Maritti- mo e Portuale • APA Ambiente - Professionisti del settore Ambientale • APA Energia - Professionisti del settore Energetico e delle Fonti rinnovabili 3.3 APA che identificheranno le figure professio- nali del settore entro fine novembre 2014 • APA Agricoltura - Professionisti del settore Agricolo Giancarlo Bianchi - Presidente AIAS Promuovere e realizzare il proprio business etico professionale nei 28 Paesi dell’Unione europea e a livello internazionale Expo 2015 un’opportunità straordinaria
  • 3. 2 | N. 2/2014 | Informatore AIAS editoriale a cura di Giancarlo Bianchi • APA Alimentare - Professionisti del settore Alimentare • APA Lavori in quota - Professionisti dei Lavori in quota 3.4 APA di prossima costituzione • APA Educazione • APA Protezione Civile • APA Pubblica amministrazione • APA Neve 4. Modalità operative e strumenti AIAS per valo- rizzare sul mercato italiano ed europeo la qua- lificazione ottenuta? Attraverso l’adesione alle APA e la richiesta di qua- lificazione il socio, tramite l’AIAS, può: 4.1 qualificarsi per specifici profili professio- nali in linea l’elenco della tipologia dei pro- fili professionali a valenza europea gestito dal centro EQF italiano; 4.2 essere inserito nell’apposito elenco AIAS come professionista qualificato Per ottenere le informazioni relative alle modalità di qualificazione potete consultare il sito istituzionale di AIAS www.aias-sicurezza.it/ o potete contattarci: AIAS -Via delVecchio Politecnico n. 7 - 20121 Milano Tel. 02 7600 2015 – Fax 02. 7602 0494 Email: qualificazioneaias@networkaias.it Passione tenace per la prevenzione efficace n Fonte: Wikipedia
  • 4. Informatore AIAS | N.2/2014 | sommario 3 Organo Ufficiale dell’Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza Anno XV - N. 2/2014 AIAS Informatore Obiettivo prevenzione Sicurezza, Salute, Ambiente ed Energia nei luoghi di lavoro e di vita - www.aias-sicurezza.it Expo 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita. Milano: 1 maggio - 31 ottobre 2015 Channelintel[Intel].(2012giugno27)BridgingOurFuturefotoestrattadahttp://www.youtube.com/watch?v=BYMd-7Ng9Y8&feature=player_embedded#! Comitato Scientifico Giuseppe Bastianutti (AIAS); Giancarlo Bianchi (AIAS); Rolando Dubini (avvocato); Lorenzo Fantini (avvocato); Giovanni Matteazzi (AIAS); Enrico Occhipinti (EPM); FilippoTrifiletti (Accredia); Arnaldo Zaffanella (AIAS ACADEMY); Tiziano Zuccaro (AIAS) Comitato di Redazione: Mario Alvino; Giuseppe Angelico; Giancarlo Bianchi; Giorgio Carozzi; Luigi Chiechi; Gian Paolo Grassi; Arnaldo Zaffanella Redazione Margherita Perone (mperone@networkaias.it) Proprietà AIAS -Associazione professionale ItalianaAmbiente e Sicurezza Via delVecchio Politecnico 7 - 20121 Milano Tel. 02 76 00 20 15 - Fax 02 76 02 04 94 aias@networkaias.it - www.aias-sicurezza.it Editore AIAS ACADEMY srl Corso di Porta Nuova 48 -20121 Milano Tel 026596131 Fax 026596508 Partita IVA 11534520157 info@aiasacademy.it Pubblicità AIAS ACADEMY srl Simona Monti Tel 026596131 Fax 026596508 smonti@aiasacademy.it Registrazione delTribunale 346 del 12 giugno 2000 Coordinamento e impaginazione: Jona srl - Paderno Dugnano (MI) L’accesso e la lettura dell’”Informatore AIAS” sono previsti per i soli soci AIAS in regola col pagamento della quota associativa. Copyright Tutti i diritti riservati. La collaborazione è gradita ed utile.Tutti gli interessati sono invitati a mettersi in contatto con la Redazione. I manoscritti, le fotografie, i disegni, non si restituiscono anche se non vengono pubblicati. Le opinioni espresse dagli autori non impegnano la rivista, la sua Direzione e AIAS. Là società editrice si riserva il diritto di non pubblicare e in ogni caso declina ogni responsabilità per possibili errori , omissioni nonché per gli eventuali danni risultanti dall’uso dell’informazione contenuta nella rivista. Riprodurre parte dei testi è permesso previa autorizzazione scritta da parte della Direzione della rivista.. Tutela della privacy Nel caso in cui siano contenuti nella rivista questionari oppure cartoline commerciali con la richiesta di compilazione di dati, si rende noto che gli eventuali dati trasmessi verranno impiegati solo per scopi di indagini di mercato e di contatto commerciale e verranno trattati ai sensi della normativa sulla Privacy ex D.Lgs. 30.6.2003 n.196. Tutti gli interessati hanno diritto di accesso ai dati personali, alla rettifica, alla cancellazione degli stessi in qualsiasi momento, previa comunicazione anche a mezzo e-mail al seguente indirizzo di posta elettronica: aias@networkaias.it ANNO XV N.2/2014 Expo 2015:opportunità professionali per gli associati Milano:1 maggio – 31 ottobre 2015 Creazione di valore,sostenibilità e innovazione sociale Autore foto:Riccardo Pasquetti Editoriale ................................................................................................................................................................................................ 1 Giancarlo Bianchi Dossier Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo,sostenibilità e qualità. Un breve profilo storico .............................................................................................................................................................. 6 ClaudioVenturato Salute e Sicurezza:Expo 2015 come occasione per rilanciare la cultura della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione ......................................................................... 10 Sabatino De Sanctis,Davide Scotti Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire? ......................................................................................................... 14 Elio Borgonovi I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy ....... 16 Biagio Principe,GiustoTamigio Valore aggiunto ...................................................................................................................................................................................... 23 Giorgio Carozzi EXPO 2015:opportunità per i professionisti AIAS ................................................................................................ 28 Rolando Dubini,Luca Dozio Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile. ............................................ 31 Luigi Di Marco Sostenibilità ambientale ed energetica:il modello delle Smart Cities ..................................................... 33 Patrizio Nonnato La Fondazione Global Compact Network Italia e le sue recenti attività ............................................ 35 Marco Frey UN GLOBAL COMPACT:la più grande iniziativa mondiale in tema di Responsabilità Sociale delle Organizzazioni .................................................................................................................. 38 Luigi Di Marco Dalla cultura della sicurezza alla cultura della responsabilità e dello sviluppo sostenibile territorialmente:strategie per l’integrazione tra produzione di cibo e di energia ....................... 40 GiuseppeAngelico,Priscila Escobar Rojo A proposito di Expo 2015... EXPO 2015:Comune e Camera di Commercio insieme per promuovere la manifestazione in città ...................................................................................................................................................................... 45 EssereVolontario in EXPO Milano 2015 ........................................................................................................................ 47 Giurisprudenza A cura di Giorgio Carozzi .................................................................................................................................................................. 49 Redazionale Expotraining ed ExpoLavoro & sicurezza - edizione 2014.............................................................................. 55 Contributi dei soci Piccole imprese liberate dal SISTRI ....................................................................................................................................... 61 Paolo Pipere Position Paper relativo alla formazione universitaria e professionale nel campo della sicurezza salute ambiente .................................................................................................................... 64 Carlo Bisio Sommersi e malati di disposizioni e burocrazia.Non è questo il futuro per i nostri giovani ............................................................................................................................................................................... 66 Arnaldo Zaffanella Diamo più“sicurezza”al futuro dei giovani!.................................................................................................................... 68 Barbara Camicia Requisiti ambientali e tecnologici dell’Ospedale per qualità dell’aria,condizionamento, controllo dell’inquinamento e della contaminazione interna – Parte II.................................................. 70 Bruno Cammarota Notizie dal NetworkAIAS Tolta alle Regioni la competenza in materia di sicurezza sul lavoro! ........................................................ 79 SicurtechVillage:nuova cultura antincendio è possibile....................................................................................... 80 Lettera di plauso per l’iniziativa CIIP nell’ambito delWorkers Memorial Day ................................ 81 Comitato Comitato tecnico scientifico (CTS) ..................................................................................................................................... 83
  • 5. Organizzato da: Segreteria operativa: www.ambientelavoro.it ambientelavoro@senaf.it 22•24 ottobre 2014 Bologna sicomunica Seguici su: Bologna, 22-25 ottobre 2014A BOLOGNA in collaborazione con INGRESSO RIDOTTO
  • 6. 5Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier EXPO 2015 OPPORTUNITÀ PROFESSIONALI PER GLIASSOCIATI Creazione di valore,sostenibilità e innovazione sociale
  • 7. 6 | N.2/2014 | Informatore AIAS6 Le grandi esposizioni internazionali tra sviluppo quantitativo, sostenibilità e qualità. Un breve profilo storico a cura di ClaudioVenturato Consulente MOG e O.d.V.231, ex Consigliere parlamentare Capo Servizio Secondo la Convenzione sulle Esposizioni internazionali fir- mata a Parigi nel 1928, la cui ap- plicazione si svolge da allora sotto la sovrintendenza e la vigilanza del B.I.E. (Bureau International des Expositions), le Esposizioni inter- nazionali sono classificate in “ge- nerali” (oggi si usa abitualmente la locuzione Esposizioni Universali) e “speciali”. A quell’epoca infatti, pur in un panorama di rela- zioni internazionali ed economiche fortemente agitato, che di lì a poco sarebbe sfociato nella grande crisi del 1929 e, a distanza di soltanto un decennio, nella seconda guerra mondiale, si avvertì come imprescindibile la necessità di una regolamentazione riconosciuta sul piano internazionale del fenomeno, che stava ormai diventando troppo rilevante per essere lasciato alla specifica impostazione data dai singoli Stati organizzatori. Si pensi ad esempio ai problemi fiscali, oltreché strettamente commerciali, impli- cati da eventi di tali dimensioni e complessità or- ganizzativa e partecipativa come le Esposizioni, e ai disguidi ed ostacoli, davvero insormontabili, in caso di persistente assenza di coordinamento. Nel 1928 infatti le Esposizioni in- ternazionali avevano ormai alle spalle una lunga storia, a partire secondo alcuni addirittura dal- l’”Exposition publique des produits de l’industrie française” tenutasi a Parigi nel 1798, in pieno periodo rivoluzionario, passando per le grandi Esposizioni di Londra del 1851 e di Parigi del 1889 (quella della Tour Eif- fel, appunto, nel primo centenario della Grande Rivoluzione) fino alla prima Esposizione tenuta a Milano, che risale al 1906, e che vide la parte- cipazione di ben 10 milioni di visitatori (erano stati 6 milioni mezzo secolo prima a Londra). Va osservato, al riguardo, che quello delle Espo- sizioni internazionali è un fenomeno tipico del mondo contemporaneo, da tenere distinto da quello simile ma non identico delle fiere, che affonda le sue radici molto più addietro nel tem- po, presentandosi ben sviluppato in tutta Euro- pa già nel Basso Medioevo. La consapevolezza di questa differenza, ma anche la difficoltà di una precisa distinzione, affiora chiaramente nel “pri- mo voto” del Protocollo allegato alla Conven- zione del 1928 sopra ricordata: “La conferenza abstract L’articolo si interroga sul significato della perdurante popolarità di un fenomeno ormai abbastanza antico, come le grandi Espo- sizioni internazionali, che periodicamente impegnano notevoli sforzi ed energie di Governi e sistemi produttivi, ed individua il fattore fondamentale che ha preservato queste manifestazioni dall’obsolescenza nella loro evoluzione storica,che ha portato ad un loro radicale cambiamento di significato e convergenza con l’approccio della Qualità e della Sostenibilità come fattori base di un nuovo tipo di sviluppo. The article examines the significance of the persistent popularity that enjoys a phenomenon, which appears by now rather old: the bigWorld’s Fairs, that recurrently take up considerable efforts and energies by Governments and productive systems to be organized. It deems the basic factor that has kept these exhibitions from obsolescence to be found in their historical evolution, that has led such Fairs to radically change their meaning and to substantially converge at the Quality and Sustainability approach,as the main factors for a new type of development. dossier
  • 8. 7Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier è stata chiamata a constatare la difficoltà di di- stinguere nettamente le esposizioni dalle fiere”. Forse però qualche indicazione si può ricavare considerando l’aspetto amministrativistico di queste manifestazioni: sembra infatti che l’orga- nizzazione delle Esposizioni internazionali si col- lochi per definizione, fin dalla loro creazione, al livello degli Stati, mentre le fiere, coerentemen- te con la loro tradizione storica, sono percepite come più connaturate ai poteri territoriali locali, anche quando, come spesso accade, hanno una dimensione internazionale o mondiale di asso- luto rilievo. Un aspetto poco approfondito, ma partico- larmente significativo per un corretto inqua- dramento dell’attuale valenza delle Esposizio- ni internazionali, è costituito da un certo qual parallelismo che esse presentano, nel corso del XX secolo, con il coevo sorgere e svilupparsi del movimento di normalizzazione (o standar- dizzazione) che avrebbe portato nel 1946, nel mondo appena riemerso dalla guerra mondiale, alla creazione dell’ISO e all’indirizzo scientifico e organizzativo volto verso l’affermazione della Qualità nella sfera produttiva. I due fenomeni hanno origini ben diverse e sono sorti con va- lenze probabilmente antitetiche, ma in seguito hanno manifestato una convergenza via via più spiccata, fino al dominio dei temi legati alla qua- lità nel prossimo evento milanese. A conferma delle curiose corrispondenze tra i due fenomeni, per molto tempo sotterranee, si può ricordare che fu proprio la guerra in corso in quegli anni ad impedire l’effettivo svolgimen- to dell’Esposizione Universale programmata a Roma nel 1942, dove comunque l’evento man- cato rimase immortalato dalla creazione, per l’occasione, dell’EUR, il quartiere di Piacentini annoverato tra i capolavori del razionalismo in architettura. Evidentemente, al di là delle ap- parenze, i due fenomeni erano in realtà acco- munati da un profondo legame con le politiche di pace e di prevenzione – inibizione - supera- mento (sia pure in via soltanto tendenziale) del- la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Il compito di approfondire un po’ meglio queste sotterranee corrispondenze ha a che fare con la fondamentale dicotomia che, nell’epoca in cui viviamo, coinvolge le grandi opzioni che deter- minano e determineranno il futuro dello svi- luppo economico dell’intero pianeta, ed inoltre implica una rielaborazione della stessa nozione, ciò che si intende - o che è ancora possibile intendere, o forse che si dovrà inevitabilmente intendere - come sviluppo economico.
  • 9. 8 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di ClaudioVenturato Si tratta della dicotomia tra quantità e qualità, tra uno sviluppo economico essenzialmente quantitativo, come finora in prevalenza è sta- to, e un nuovo tipo di sviluppo, basato su un’a- deguata e crescente attribuzione di valore alla qualità (che si lega al concetto di economia della conoscenza e conseguente valorizzazione economica della conoscenza, delle competenze e delle abilità) e sul contemporaneo sviluppo di tecnologie che consentano di ricondurre la pro- duzione materiale sempre più, e in prospettiva esclusivamente, all’uso di risorse naturali ripro- ducibili, o comunque riciclabili per un elevato numero di volte. Il grande dibattito che attraversa la scienza eco- nomica, ma anche la politica tout court, inne- scato dalla presa di coscienza, per la prima volta nella storia, che esistono limiti quantitativi e di riproducibilità delle risorse naturali non è più una novità, tuttavia sembra che siamo solo agli inizi di questa nuova consapevolezza, che finora non si può dire abbia dato luogo al reperimento di soluzioni acquisibili come definitive, mentre notevolmente divaricati appaiono i punti di vista sulla variabile “tempo disponibile”, a sua volta dipendente da un insieme di variabili di impo- nente complessità. Però appare sin d’ora abbastanza chiaro che l’ingresso a sorpresa del fattore “limitatezza delle risorse”, in precedenza ignora- to o misconosciuto, ha finito per rendere inutilizzabili tutti gli schemi concettuali sullo svi- luppo elaborati nel corso dei due ultimi secoli e ri- chiede ora elaborazioni completamente nuove, basate sul concetto di “sostenibilità”. A que- sto riguardo crescente chiarezza sta assumen- do lo stretto legame che passa tra sostenibili- tà (per quanto polisenso, o comunque soggetta ad evoluzione debba ancora considerarsi questa espressio- ne) e qualità, ciò che ci riporta alla dicotomia dalla quale eravamo partiti. Come si colloca su questo sfondo il fenomeno delle Esposizioni internazionali? E’ esso il sim- bolo, sopravvissuto a se stesso, di un’epoca al tramonto, o è in grado di raccogliere ancora ed innescare energie intellettuali e creative utili nel nuovo scenario? Credo sia impossibile ne- gare, sul piano storico, che la chiave simbolica dell’Esposizione internazionale, particolarmente nella sua versione Universale, la sottostante vi- sion dello sviluppo, fosse in origine, e sia stata fino a tempi non lontani, di stampo fortemente quantitativo. L’epoca d’oro delle Esposizioni è stata quella in cui le stesse costituivano una tra le principali vetrine di sistemi imperiali composti di metropoli e colonie, in aspra competizione tra loro proprio per il dominio sulle risorse na- turali pro-tempore utilizzabili, in relazione alla tecnologia dell’epoca, per l’aumento continuo, in termini quantitativi, della produzione di beni materiali. In quel periodo le grandi Esposizioni, non per nulla organizzate sotto la cura diretta dei governi centrali, servivano essenzialmente a dimostrare al mondo la potenza produttiva e scientifico-tecnologica di quei sistemi (inten- dendo la scienza e la tecnologia prevalentemen- te come strumenti di rilancio continuo dello svi- luppo quantitativo). La potenza produttiva non era poi che l’altra faccia della potenza militare. Sotto il profilo descritto, si possono dunque considerare le Esposizioni internazionali dell’e- poca come informate ad uno spirito tutt’altro che sinergico con il parallelo movimento che stava elaborando, quasi sotto traccia, una nozio- ne sempre più allargata di qualità. Se questa è stata la realtà stori- ca, oggi però si assiste ad una marcata evoluzione del significato generale di eventi come le Espo- sizioni internazionali. Come si è notato più sopra, se da un lato esse erano legate da un continuum di con- cezione e di interessi con le guerre dell’e- poca, proprio la guer- ra rese impossibile l’ef- fettuazione dell’Expo di Roma, dimostrando defi- nitivamente l’incompatibilità di iniziative di scambio culturale pacifico, come le Esposizioni, con la guerra. Nel frattempo, il grande sviluppo del movimento della Qualità (serie delle ISO 9000, Total Quality Control, qualità delle orga- nizzazioni e dei processi, concezione statistica
  • 10. 9Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier della qualità, ecc.), e, più di recente, l’emersio- ne, anche e soprattutto a livello istituzionale, del tema della sostenibilità, hanno determinato una convergenza sostanziale. Così si può constatare che il tema della sostenibilità permea da cima a fondo l’impostazione dell’EXPO 2015 di Mi- lano, nelle sue due articolazioni tematiche rela- tive alla nutrizione della popolazione umana e alla disponibilità di energia, che della sostenibilità rappresentano due facce tra le più essenziali e tra loro interconnesse. Altri contributi nel numero 1/2014 e nel pre- sente numero dell’Informatore si sono sofferma- ti sugli specifici standard applicabili sia al profilo dell’alimentazione sia a quello dell’energia, e poi su tutti quelli strumentali al perseguimento degli obiettivi di ottimizzazione in ambedue i campi, primo fra tutti la formazione come driver fonda- mentale di un nuovo tipo di sviluppo. Qui, a conclusione di questa rapida ricostru- zione di taglio storico del sempre più stretto rapporto tra nuova concezione, di tipo quali- tativo, dello sviluppo, e perdurante popolarità del fenomeno delle Esposizioni internazionali, si intende richiamare l’attenzione su un ulteriore aspetto del multiforme fenomeno della qualità. Non a caso questo aspetto è stato portato in primo piano proprio dalle, abbastanza tortuose, vicende realizzative dell’Expo di Milano: esso è costituito dalla legalità, come ambiente impre- scindibile per l’affermazione nei processi pro- duttivi ed in generale nelle articolazioni del ciclo produttivo, come i consumi e gli investimenti, di un adeguato livello di qualità, tanto più se si rife- risce tale adeguatezza, come appare necessario, a tutti i portatori di interesse coinvolti nel pro- cesso produttivo. A questo proposito, risulta in conclusione im- portante che trovi adeguato spazio, nei dibattiti che costelleranno la manifestazione milanese, l’approfondimento, in un’ottica di confronto internazionale e di scambio di esperienze e so- luzioni, normative e gestionali, dei temi e dei problemi presentati dall’attuazione due fonda- mentali leggi che hanno caratterizzato il primo decennio del corrente secolo in Italia: la legge “anticorruzione” (L. n. 190/2012) e la legge per la prevenzione della criminalità d’impresa (D.Lgs. n. 231/2001), nonché dello stretto rap- porto che passa tra la loro efficace attuazione e la costruzione di un tessuto di competenze e capacità professionali specialistiche. Come è noto, l’AIAS è impegnata in prima linea su que- sto fronte. n
  • 11. 10 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti Salute e Sicurezza:EXPO 2015 come occasione per rilanciare la cultura della prevenzione attraverso nuovi codici di comunicazione a cura di Davide Scotti Segretario Generale Fondazione LHS Quando pensiamo al futuro che vorremmo per noi e per le persone che ci stanno a cuore, tante immagini si affollano nella nostra mente, a formare quadri diversi, ciascuno con i propri co- lori, le proprie sfumature. C’è chi si vede realizzato nelle aspirazioni lavorative, chi aspira a godersi ap- pieno i momenti in famiglia,chi de- sidera dedicarsi a viaggi, vacanze, relax; e poi c’è chi sogna di avere tutto quanto insieme – se si parla di speranze per il futuro, perché mai lesinare? Ognuno, insomma, ha una sua visione del futuro. Una cosa però, le accomuna tutte: un senso profondo di serenità e be- nessere, fisico e mentale. Perché questo è il presupposto imprescindibile per la realizzazione delle nostre aspirazioni, qualunque esse siano. Se questo è vero, allora, c’è da chie- dersi perché troppo spesso viviamo il presente come se ciò che facciamo oggi non avesse con- seguenze su come vivremo domani. Ponendosi come occasione di con- fronto e dialogo tra i protagonisti della comunità internazionale sulla sfida del nutrimento del pianeta, EXPO 2015 guarda inevitabilmen- te al nostro futuro. Il tema del cibo viene affrontato non soltanto dal punto di vista della malnutrizione, ma anche dell’alimentazione ec- cessiva e disordinata, responsabile dell’insorgere di gravi patologie, le cosiddette ‘malattie non trasmissi- bili’- diabete, cancro, malattie car- diovascolari e malattie respiratorie croniche - che rappresentano una delle principali cause di morte nel mondo. Come sottolinea il piano d’azione globale dell’OMS (Orga- nizzazione Mondiale della Sanità) per la prevenzione e il controllo delle malattie non trasmissibili nel periodo 2013 - 2020, un’al- ta percentuale di tali malattie si può prevenire attraverso la riduzione dei quattro principali fat- tori di rischio comportamentali ad esse correlati: consumo di tabacco, inattività fisica, consumo abstract Tra gli obiettivi di EXPO 2015 - in linea con il tema “Nutrire il pianeta, energia per la vita” - c’è quello di discutere le possibili solu- zioni per contrastare i danni provocati dall’alimentazione eccessiva e dallo stile di vita disordinato,che provoca sempre più vittime in tutto il mondo.A meno di un anno dall’inizio della manifestazione,Fondazione LHS,da sempre impegnata nel promuovere salute e sicurezza,sente l’urgenza di indicare quella che ritiene sia la via da seguire:sviluppare la cultura della prevenzione affinché uno stile di vita sano e sicuro diventi un approccio spontaneo,adottato fin da giovani nella pratica quotidiana.. In keeping with the theme “Feed the planet, energy for life”, one objective of EXPO 2015 will be to discuss the various options available to counter the damage caused to human health by overeating and leading a disordered lifestyle,both of which are claiming increasingly more victims the world over.With less than a year to go before the big event,the LHS Foundation feels the urgent need to point to what it sees as the right path to follow in this regard:namely,developing a culture of prevention,so that a safe and healthy lifestyle becomes a natural approach to living,one adopted on a practical daily basis from the time we are young. a cura di Sabatino De Sanctis Vice Presidente Fondazione LHS
  • 12. 11Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier dannoso di alcol ed errate abitudini alimentari. Sono previsti incontri, dibattiti, convegni, molte- plici occasioni di scambio e approfondimento, con l’obiettivo di sollevare nuove proposte e iniziative e di offrire ai visitatori gli strumenti per cercare le proprie risposte. Perché dunque non approfittare di questa incredibile occasione di vi- sibilità per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della prevenzione? Stimolare l’attenzione alla prevenzione è un obiettivo che da anni persegue la Fondazione LHS (Leadership in Health and Safety), ente no profit creato da Saipem nel 2011 con la mission di diffondere e valorizzare la cultura della salute e sicurezza sul lavoro e nella vita di ogni giorno. Le attività della Fondazione seguono una meto- dologia ben precisa, chiamata LiHS (Leadership in Health and Safety), elaborata e applicata in- ternamente a Saipem, che negli anni ha ottenuto risultati eccezionali in termini di miglioramento delle perfomance aziendali di sicurezza. Il suc- cesso di questo metodo ha generato grande interesse a livello internazionale e la Fondazione è stata istituita anche per rispondere alla cre- scente richiesta da parte di aziende - non solo dell’industria Oil and Gas - di implementare la LiHS al loro interno. Sono proprio le attività di consulenza e prestazione di servizi alle aziende, insieme alle sovvenzioni del socio fondatore, che consentono alla Fondazione di finanziare tutte le iniziative che, in linea con l’approccio LiHS, mi- rano a promuovere un cambiamento di men- talità in termini di salute e sicurezza,centrato proprio sul riconoscimento della prevenzione come valore irrinunciabile. La prevenzione, infatti, è un bene essenziale di cui, tuttavia, si tende ancora a sottostimare l’im- portanza, e non solo in campo sanitario. Infatti, perché in Italia si scateni una reazione, o, per lo meno, la presa di coscienza di un problema, sia- mo abituati ad aspettare di trovarci di fronte ad un’emergenza.Assistiamo tutti i giorni ad avveni- menti gravissimi che lo dimostrano: basti pensa- re alla continua striscia di sangue rappresentata delle morti sul lavoro, o ai disastri ambientali che si perpetuano ad un ritmo sempre più incalzan- te e che spesso sono l’esito dell’incuria e della superficialità. Allo stesso modo, anche ognuno di noi tende a pensare alla propria salute o si- curezza solo quando le circostanze esterne lo forzano a farlo e difficilmente ha la lungimiranza di adottare contromisure preventive, modifican- do le abitudini e i comportamenti che, alla lunga, provocano effetti negativi sul proprio benessere. Per invertire questa tendenza, la Fondazione LHS punta a promuovere iniziative di formazio- ne e sensibilizzazione che suscitino emozioni e stimolino la partecipazione diretta delle perso- ne, portando così alla costruzione di un modo nuovo di vivere la salute e la sicurezza. Come? Attraverso codici di comunicazione innovativi e coinvolgenti, che consentano di percepire questi temi non più come noiosi e distanti dalla quoti- dianità, ma come valori preziosi, che riguardano tutti da vicino e su cui possiamo intervenire at- tivamente con le nostre scelte e le nostre azioni – in una parola, attraverso la prevenzione. Innanzi tutto, il ‘cinema’. Fondazione LHS ha infatti prodotto, in collaborazione con Saipem, tre cortometraggi ad alto impatto emotivo, che costituiscono il fulcro attorno a cui ruotano nu- merose iniziative di formazione e campagne di comunicazione. Il film ‘The Safer, The Better’, vin- citore di nume- rosi premi a livel- lo internazionale, racconta in modo intenso e toccante la storia di un incidente sul lavoro. Ancora la sicurezza è l’argomento su cui si concentra ‘What comes first’, con un focus in particolare su come riconoscere e diffonde- re i comportamenti sicuri, da adottare in tutte Fig. 1 -The Safer,The Better
  • 13. 12 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Sabatino De Sanctis e Davide Scotti le attività quotidiane. L’argomento della salute, invece, e in particolare l’impor- tanza della preven- zione e dell’adozio- ne di corretti stili di vita, è al centro del film ‘Choose Life’, anch’esso vincitore di importanti rico- noscimenti interna- zionali. Questi film vengono presentati durante i workshop tenuti nelle aziende che implementano la me- todologia LiHS e servono a produrre nei par- tecipanti una reazione emotiva forte, a susci- tare quella sorta di ‘scintilla’ che consente loro di uscire dalla gabbia di abitudini e convenzioni, preparandoli a vedere le cose in modo diverso, più consapevole. Il teatro è un’altra arma formidabile per abbatte- re il muro dell’indifferenza e comunicare il valore della prevenzione in modo estremamente effica- ce: per questo, in collaborazione con l’associazio- ne teatrale Rossolevante, la Fondazione LHS or- ganizza spettacoli nelle aziende, nelle scuole e in tutte le occasioni di interazione con il pubblico. La rappresentazione ‘Giorni Rubati’ affronta in particolare il tema della sicurezza sul lavoro, por- tando in scena un ex operaio, rimasto invalido a seguito di un incidente sul posto di lavoro. La narrazione scenica ha un potere comunicativo straordinario, perché permette allo spettatore di rivivere le emozioni e le sensazioni di quel tra- gico episodio insieme al protagonista, toccando- lo nel profondo e rendendolo più consapevole dell’importanza di salvaguardare il dono, spesso dato per scontato, dell’abilità fisica. Prevenire significa anche informare e accrescere la consapevolezza nella cittadinanza. E’ per que- sto che, per tenere costantemente alta l’atten- zione su salute e sicurezza, molte energie sono dedicate alla realizzazione di campagne di sen- sibilizzazione e di iniziative volte a stimolare la creatività delle persone e a favorirne l’intra- prendenza e l’interazione.Tra queste, la manife- stazione ‘Sharing Love for Health and Safety’ si propone di creare occasioni di collaborazione, condivisione e team building orientate ai valori di salute e sicurezza. Particolare successo riscuote il concorso lanciato ogni anno a tutti i dipendenti Saipem in occasione della giornata mondiale del- la salute e la sicurezza sul lavoro, che si celebra il 28 aprile. Per citare solo le competizioni più re- centi, ricordiamo il ‘Flash Mob Contest’ del 2013, un vero e proprio concorso di flash mob, eventi Fig. 2 - Choose Life Fig. 3 - Giorni Rubati Fig. 4 - Safe Selfie Contest
  • 14. 13Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier di gruppo eccezionali che raccontano in maniera originale e divertente la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, e il‘Safe Selfie Contest’ del 2014, in cui è stato chiesto ai lavoratori di esprimere in un autoscatto la propria interpretazione del concetto di leader in salute e scurezza. Gli sforzi della Fondazione sono rivolti anche al di fuori dell’ambito strettamente azienda- le, nella convinzione che tutta la società debba essere protagonista del cambiamento culturale. A questo proposito, quest’anno la Fondazione ha incentivato la partecipazione di un centina- io di persone, tra dipendenti Saipem ed esterni, alla ‘Milano Relay Marathon’ 2014, sostenendo i costi di iscrizione e diffondendo contempo- raneamente informazioni sui benefici dell’eser- cizio fisico, unito ad un’adeguata alimentazione, sulla nostra salute. A bambini e adolescenti, che sono il nostro futuro, è rivolta poi una speciale attività di sensibilizzazione: l’iniziativa ‘Piccoli Lea- der in Sicurezza’ che, tramite specifici laboratori organizzati nelle scuole, si propone di educare fin dall’infanzia ad una corretta alimentazione e all’adozione di stili di vita sicuri e salutari. Guidati da animatori professionisti, attraverso il gioco, la manualità e la condivisione di riflessioni ed espe- rienze personali, i piccoli studenti individuano i rischi per la salute e per la propria incolumità presenti nel contesto in cui vivono - casa, scuo- la, ambienti sportivi e luoghi di ricreazione – e definiscono le strategie per affrontare situazioni pericolose o dannose per la salute. Di recente, infine, chi scrive ha intrapreso una nuova sfida, quella di parlare di salute e sicurezza ai non addetti ai lavori attraverso la letteratura: da qualche mese, infatti, è in libreria ‘Il libro che ti salva la vita’, edito da Sperling & Kupfer. Il testo si rivolge davvero a tutti e, lungi dall’adottare il tradizionale punto di vista tecnico e normativo,ci racconta invece una bella storia,in cui l’avventura di un gruppo di colleghi determinati a sviluppare un metodo in grado di porre fine alla piaga de- gli infortuni e delle malattie sul lavoro – il pro- gramma LiHS, appunto - si intreccia alle vicende personali di tanti individui, a segnare un percorso comune, in cui i veri protagonisti sono il coraggio e l’amore per la vita. Il tema della prevenzione è il file rouge di tutto il libro: all’ultima pagina, ciò che resta sono tante emozioni e la convinzione radicata e assoluta che la prevenzione è il vero discrimine tra la vita e la morte. L’attenzione verso uno stile comunicativo più incisivo e partecipativo è senza dubbio tra gli elementi che hanno consentito alla Fondazione LHS di porsi come portavoce e veicolo di un vero e proprio cambiamento culturale. Negli anni, la Fondazione ha visto crescere sempre di più i livelli di attenzione delle persone sulle te- matiche della salute e della sicurezza ed è fiera di aver dato anche solo un piccolo contribuito a risvegliare questa coscienza. Oggi più che mai le persone cominciano ad essere seriamente in- teressate alla qualità della vita e, per salvaguar- darla, sono disposte a fare qualche sforzo in più. Occorre dunque seguire questo trend e punta- re a diffondere ancora di più la cultura del- la prevenzione, utilizzando tutti i mezzi di comu- nicazione attual- mente disponibili per influenzare la mentalità delle persone. Sfrut- tiamo, allora, l’eccezionale opportunità che ci è offerta da EXPO 2015: facciamo in modo che l’esposizione universale costituisca una piattaforma per informare, influenzare, sensibi- lizzare sul valore della prevenzione, proprio a partire dal tema dell’alimentazione e degli stili di vita. E’ un’occasione imperdibile per impri- mere la svolta decisiva e, finalmente, mostrare al mondo che l’Italia sa imparare dagli errori e può porsi come traino per creare un futuro migliore. n Fig. 5 - Milano Relay Marathon 2014
  • 15. 14 | N.2/2014 | Informatore AIAS Quale tipo di sostenibilità occorre perseguire? a cura di Elio Borgonovi Professore ordinario di economia e management delle amministrazioni pubbliche - Università Bocconi, Vice PresidenteASFOR Da alcuni anni il tema della so- stenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’o- pinione pubblica. Tuttavia sotto questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. All’inizio la sostenibilità era pre- valentemente legata agli aspetti dell’inquinamento di corsi d’acqua, falde acquifere, aria, in generale ai temi dell’inquinamento. In seguito è stata considerata una problematica più ampia, quella della sostenibilità per quanto riguarda la disponibilità di risorse, rilanciando un tema che era stato posto a metà degli anni ’60, quando il club di Roma aveva lanciato l’allarme sui limiti delle risorse energetiche di petrolio e gas na- turale, in seguito rivelatesi infondate per la scoperta di nuovi giacimenti consentiti anche da tecnologie più avanzate. Come conse- guenza della crisi apparsa evidente nel 2008, anche se alcuni segna- li premonitori si erano manifestati nel 2007 e alcune previsioni erano state fatte negli anni precedenti da pochi econo- misti “non conformisti” o “non al- lineati con il pensiero monetarista e della finanza creativa”, il focus è stato spostato sulla sostenibilità di tipo finanziario. Si è così parla- to della sostenibilità di un sistema finanziario globalizzato nel quale un “batter di ali in una borsa (es. diminuzioni improvvise di alcuni titoli) o in un Paese può diventare un uragano nelle borse di Paesi molto lontani”. In seguito si è parlato di sostenibilità di sistemi economici, soprattutto quelli dei Paesi con economie pro- gredite, nei quali il predominio dell’economia di carta e dell’economia virtuale sull’economia reale ha ridotto i tassi di sviluppo e in molti casi ha prodotto sviluppo senza occupazio- ne o addirittura con la creazione di disoccupazione. Infine si è parlato della sostenibilità dei debiti sovra- ni, ad esempio dei Paesi dell’Europa meridionale, cui va aggiunta l’Irlanda, e dossier abstract Da alcuni anni il tema della sostenibilità è diventato centrale nel dibattito accademico e dell’opinione pubblica.Tuttavia sotto questa denominazione vengono inserite cose molto eterogenee. Il collegamento di tale concetto al tema di EXPO 2015 ri- chiede un ripensamento del modello di economia che non può essere di tipo tecnico-economico,ma riguarda il rinnovamento di valori etici che devono stare alla base e i rapporti economici e sociali. In the latest years is becoming central among academic teachers and public opinion leaders the discussion on the sustaina- bility. But the term sustainability has different meanings even contrary between them.Therefore when applied to the EXPO 2015 event needs to be referred to a specific economic model involving renewal of ethical values and social and economical conditions.
  • 16. 15Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier della sostenibilità delle politiche di austerity, di cui oggi si chiede il superamento. Queste considerazioni, pur essendo tutte im- portanti, hanno tre limiti significativi. In primo luogo non sono affrontate in modo sistemico tutte le dimensioni della sostenibili- tà. Ad esempio negli anni ’90 e fino allo scop- pio della crisi del 2008 si parlava molto della so- stenibilità messa in discussione dalla società del consumismo che, da un lato, distruggeva risorse non rinnovabili e, dall’altro, creava rifiuti difficili da smaltire, tant’è vero che qualche sociologo, eco- nomista o cultore di altre discipline, proponeva l’approccio di decrescita felice (per tutti si cita Jan- Paul Fitoussi); mentre negli ultimi 6-7 anni la problematica della sostenibilità finan- ziaria di banche, imprese e Stati e la necessità di riprendere una traiettoria di crescita econo- mica hanno posto in om- bra il possibile impatto sia sull’ambiente sia sull’uso o “abuso” di risorse non rinnovabili. In questo periodo vi è stata anche una certa esaltazione del ruolo delle econo- mie emergenti, i bricks Brasile, Russia, Cina, India, Sudafrica e alcuni altri Paesi di Asia,Africa e del Sud Ame- rica, per la verità pochi rispetto ai circa 3,5 miliardi di persone della popolazione mondiale che non sembra toccata da questo sviluppo o che è toccata in mi- sura marginale. Le “ricette” proposte per il rilancio delle eco- nomie a basso tasso di crescita (ad esempio le politiche di immissione di liquidità e quelle di abbassamento di tassi di interesse recentemen- te adottati dalla BCE), di sostegno dei Paesi a rapida crescita economica, di tentativi di avvio dei processi di crescita nei Paesi rimasti arretrati, non sembrano tener conto dell’esigenza di mo- dificare il modello di economia per garantire la sostenibilità. Per collegarsi al tema dell’EXPO si può dire che la previsione di fabbisogni alimen- tari dei Paesi in rapido sviluppo (Cina, India ecc) ha portato a politiche nazionali non coordinate a livello globale che trascura, quando non addirittura peggiora, la risposta alle esigenza di garantire la sufficienza alimentare di Paesi poveri. Questa considerazione introduce il secondo limite legato alla scarsa considerazione data al problema della sostenibilità collegata agli squilibri economici e sociali. Senza entrare nel merito ideologico relativo agli effetti del siste- ma di mercato e del capitalismo in termini di effetti sulla povertà assoluta o relativa di molte centinaia di migliaia di abitanti della Terra, ap- pare dai dati forniti da tutte le organizzazioni mondiali che negli ultimi quindici/venti anni vi è stata una concentrazione della ricchezza, uno schiacciamento delle classi economiche - sociali intermedie nei Paesi progrediti e la lenta crescita delle classi intermedie nei Paesi in rapido svilup- po. Non è accademico porsi questa domanda: è sostenibile sul piano economico e sociale un sistema nel quale si accentuano i divari economici e sociali tra Paesi, all’interno dei Paesi? La risposta a questa doman- da non può essere di tipo tecnico, ma può venire solo da un confronto e da un rilancio di una riflessione sul modello di economia. Infatti oc- corre passare da una concezione del lavoro come fattore o risorsa produttiva a una con- cezione di lavoro come contributo che le varie per- sone danno allo sviluppo uma- no, economico e sociale. Ciò vuol dire che il lavoro non può essere solo una condizione per le politiche di sostenibilità, ma deve diventare un obiettivo delle politiche di sostenibilità, a livello di politiche globali, dei singoli Paesi e di strategie e politiche aziendali. Un’altra provocazione che riguarda sempre la sostenibilità consiste nel passare da un’organizza- zione basata sul principio della “persona giusta al posto giusto” al principio di “creare il posto giusto per le persone tenendo conto delle loro attitudini e caratteristiche” il che è reso più facile delle mo- derne tecnologie. In questa prospettiva vanno inserite anche le politiche sulla sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro tema che non può essere affrontato come un problema di applicazione della norma- tiva, di tipo tecnico, ma come una dimensione della politica organizzativa e del lavoro in fab- brica, negli uffici, nelle amministrazioni pubbliche e in altri contesti. n
  • 17. 16 | N.2/2014 | Informatore AIAS I rischi emergenti per la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nella Green Economy L’accezione terminologica di Green Economy è stata al- largata: inizialmente identificata come una piccola parte dell’e- conomia riferita all’industria am- bientale, in particolare al settore delle energie rinnovabili, corren- temente costituisce uno stru- mento di sviluppo sostenibile basato su economia, società e ambiente, che porta ad un nuovo modello di sviluppo in grado di garantire un migliore e più equo benessere per tutto il genere umano nell’ambito dei limiti del pianeta. In una recente audizione delle commissioniVIII (Ambiente, terri- torio e lavori pubblici) e X (Atti- vità produttive, commercio e tu- rismo) della Camera dei Deputati riunite in seduta congiunta sono stati presentati gli esiti di una in- dagine conoscitiva sulla Green Economy in Italia [1]. Dalle prime informazioni risulta che il settore produttivo ed economico che durante l’attuale periodo di crisi ha tenuto più degli altri riportando un incremento è quello dei lavori “verdi”: un numero sempre più ele- vato di Aziende opera, attraverso l’utilizzo di fonti rinnovabili, nella produzione di energia elettrica. Il numero di lavoratori dediti alla conduzione e manutenzione di questa nuove tipologie di impian- ti è consistente; in questa fase in cui lo sviluppo delle tecniche di utilizzo delle risorse rinnovabili è ancora foriero di ulteriori sviluppi è necessario che, oltre ad avere un impatto positivo sull’ambiente, le condizioni di lavoro siano sane, sicure e dignitose. I RISCHI EMERGENTI PER I LAVORATORI Cosa sono i “lavori verdi” ? La definizione utilizzata dal Pro- gramma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP, 2008) indica che i lavori verdi sono: lavori agri- coli, di produzione, ricerca e svilup- po, amministrativi, attività di servizi che contribuiscono sostanzialmente a preservare o a ristabilire la qualità ambientale. In particolare, ma non esclusivamente, questo include i lavori che aiutano a proteggere gli ecosistemi e la biodiversità, a ridurre l’energia, i materiali e il consumo idrico attraverso strategie abstract La Green Economy porterà, oltre ad una riduzione dello sfruttamento delle risorse terrestri e ad un miglioramento della qua- lità dell’ambiente, all’aumento dei lavoratori impegnati nei lavori verdi. Sarà quindi necessario affrontare i rischi per la salute e la sicurezza emergenti dovuti all’impiego di nuovi materiali e di nuovi processi produttivi. Green Economy will bring, in addition to a reduction of natural resources and improvement of the environment, also the increase of workers involved in green jobs. It will be necessary to study the emerging risks to the health and safety of workers due to the use of new materials and new production processes. a cura di GiustoTamigio ConsulenzaTecnicaAccertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) INAIL – Direzione Regionale Lombardia a cura di Biagio Principe ConsulenzaTecnicaAccertamento Rischi e Prevenzione (CONTARP) INAIL – Direzione Regionale Lombardia dossier
  • 18. 17Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier altamente efficaci, a decarbonizzare l’economia e a ridurre al minimo o a evitare del tutto la produ- zione di ogni sorta di rifiuti e inquinamento. La Commissione Europea, nel 2012, ha fornito la seguente definizione complementare e non opposta a quella dell’UNEP: tutti i lavori che di- pendono dall’ambiente o sono creati, mutati o ri- definiti (in termini di serie di competenze, metodi di lavoro, profili in ambito verde, ecc.) nel processo di transizione verso un’economia più verde. La tendenza all’economia “verde” e l’enfasi sull’innovazione rendono imprescindibile la va- lutazione dei rischi nuovi ed emergenti in ma- teria di salute e sicurezza nei posti di lavoro “verdi”, per garantire condizioni lavorative ade- guate, sicure e salubri con l’intento di evitare gli errori del passato. È importante affrontare il problema sin dalla fase di crescita di tutti i settori interessati, poi- ché “nuovi” rischi sono da aggiungere a quelli già presenti nelle attività tradizionali, per affron- tare i quali sono comunque necessarie compe- tenze specifiche; ad esempio, nel caso dell’in- stallazione di pannelli fotovoltaici sui tetti degli edifici, oltre ai rischi dei lavori nel settore delle costruzioni, sono presenti gli aspetti legati al rischio elettrico; alcune resine epossidiche, uti- lizzate nella realizzazione delle turbine eoliche, possono provocare allergie. Altri esempi di ri- schi emergenti riguardano la sostituzione delle vernici a solvente con le vernici ad acqua; ciò comporta l’aggiunta di fungicidi e l’impiego di idroclorofluorocarburi (HCFC) al posto di clo- rofluorocarburi (CFC) con aumentato rischio di esposizione a sostanze cancerogene. L’integrazione delle misure della sicurezza e salute fin dalla fase di progettazione dei lavori verdi può costituire un metodo efficace per ri- durre le conseguenze a carico dei lavoratori e della società. In Italia iniziano a svilupparsi le prime conside- razioni sulle ulteriori implicazioni circa la salute e la sicurezza dei lavoratori nelle imprese che operano nella Green Economy; in particolare sono avviati studi nell’ambito della produzione di energia elettrica derivante da impianti eolici, fotovoltaici e biomasse e nel trattamento dei rifiuti. L’Agenzia europea per la salute e la sicurezza sul lavoro (EU - OSHA) ha pubblicato gli esi- ti di uno studio di previsione sui rischi nuovi o emergenti dei “lavori verdi” indicando, sulla base di alcuni possibili scenari futuri, quali pos- sono essere i rischi che possono determinarsi per lo svolgimento delle proprie attività [2]. Gli scenari individuati sono dipendenti da nu- merosi fattori contestuali di cambiamento, alcu- ni di essi sono: ambiente, incentivi governativi, opinione pubblica, tecnologia dei combustibili fossili e delle energie rinnovabili, miglioramenti dell’efficienza energetica. I settori industriali ai quali possono essere ri- condotti i lavori verdi sono molto diversificati: • produzione di energia su scala industriale da fonti rinnovabili (eolico, solare, ecc.); • trasmissione,distribuzione e stoccaggio dell’e- lettricità ed energia rinnovabile domestica e su piccola scala; • tecnologie per l’edilizia; • bioenergia e applicazioni energetiche della biotecnologia; • processi di smaltimento dei rifiuti; • trasporto ecosostenibile, tecnologie e pro- cessi produttivi ecosostenibili; • nanotecnologie e nanomateriali. Dai fattori di cambiamento e dai settori indu- striali sono state definite tre tematiche: valo- ri ecologici, crescita economica e innovazione delle tecnologie verdi; attribuendo ad essi i va- lori “basso” ed “elevato” sono stati individuati gli scenari possibili. Fig. 1 - Programma delle Nazioni Unite per l’ambien- te: Green Jobs
  • 19. 18 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio Settore Rischi emergenti per i lavoratori Tutti • Le rapide innovazioni tecniche e tecnologiche potrebbero rendere non sempre disponibili le nuove competenze Energia eolica • Localizzazione degli impianti in ambiti remoti ed ostili con pericolose attività di manutenzione • Produzione, utilizzazione, manutenzione, dismissione e riciclo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) Edilizia verde • Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione • Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi • Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo) • Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allac- ciamenti elettrici, pericolo di incendio) Bioenergia • Possibile tossicità di prodotti di scarto (cenere di legno alcalina e contenente metalli pesanti) • Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse • Rischi biologici derivanti da Biocarburanti Rifiuti • Nuove sostanze (compositi e nanomateriali) presenti nei rifiuti Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici • Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici Produzione Stoccaggio energia/batterie • Incendio/esplosione, elettrocuzione durante la fase di montaggio, manutenzione e dismissione (caduta dall’alto), di pannelli fotovoltaici Fig. 2 - Scenario n. 1 “Win-Win” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occu- pational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020) Fig. 3 - Scenario n. 1 “Win-Win” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occu- pational Safety and Health Associated with New Technologies in Green Jobs by 2020) Nello scenario in cui i valori delle tematiche, ecologici e crescita economica, sono ELEVATI, vengono individuati, per i settori interessati, i ri- schi emergenti riportati nellaTabella 1. Tabella 1
  • 20. 19Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Nel caso di crescita economica ELEVATA e valori ecologici DEBOLI, lo scenario ipotizza a carico dei lavoratori i possibili rischi emergenti, in alcuni settori produttivi, riportati nellaTabella 2. Tabella 2 Settore Rischi emergenti per i lavoratori Tutti • Carenza di personale qualificato a causa del ritmo elevato della innovazione tecnologica Energia eolica • Affidamento a terzi delle attività di manutenzione • Utilizzo di nuovi materiali (compositi e nanomateriali) con rischi per la salute e sicurezza durante la produzione, manutenzione, dismissione e riciclo • Impianti di produzione standardizzati con riduzione della complessità e semplificazione della manutenzione Edilizia verde • Utilizzo di nuovi materiali con esposizione a sostanze pericolose specie nelle fasi di produzione • Coesistenza tra impianti elettrici nuovi con quelli già presenti in edifici vecchi • Demolizioni di edifici vecchi contenenti prodotti pericolosi (amianto, piombo) • Recupero di vecchi edifici con installazione di pannelli fotovoltaici (con lavori in quota, allaccia- menti elettrici, pericolo di incendio) Bioenergia • Possibile tossicità di prodotti di scarto (ad esempio cenere di legno alcalina e contenente me- talli pesanti) • Incendi/esplosioni, rischi fisici chimici e biologici nello stoccaggio e trattamento di biomasse • Rischi biologici derivanti da Biocarburanti Rifiuti • L’innovazione tecnologica consente la produzione di nuovi materiali che sono subito dismessi senza conoscere implicazioni per la SSL dei lavoratori Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici • Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici Stoccaggio energia/ batterie • Rischi per la salute e la sicurezza derivanti dalla poca conoscenza dei nuovi tipi d batterie e relative modalità di costruzione ed i materiali usati Fig. 4 - Scenario n. 2 “Bonus-World” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020) Fig. 5 - Scenario n. 2 “BonusWorld” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020)
  • 21. 20 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio Gli scenari proposti indicano che la diffusione dell’economia e delle lavorazioni verdi com- porterà una serie di trasformazioni sia dei processi industriali sia delle competenze dei lavoratori. L’evoluzione delle tecnologie e la produzio- ne di nuovi prodotti che trovano applicazio- L’ultimo scenario considerato è quello in cui la crescita economica è DEBOLE mentre i valori ecologici sono ELEVATI; in tale situazione i rischi emergenti, riferiti ai vari settori, potrebbero es- sere quelli indicati nellaTabella 3. Tabella 3 Settore Rischi emergenti per i lavoratori Energia eolica • Mantenimento del parco eolico esistente con interventi continui di manutenzione su vecchi impianti • Rischi fisici per gli operatori durante la manutenzione Edilizia verde • Numero basso di nuove costruzioni • Adeguamenti di vecchi edifici con esposizione a rischi fisici e chimici Bioenergia • Elevato impiego di impianti a biomasse con rischio incendio/esplosione ed esposizione a so- stanze chimiche • Esposizione a rischio biologico Rifiuti • Esposizione a polvere, allergeni ed altre sostanze per il diffuso uso di biomassa Trasporto • Rischi per la sicurezza in fase di manutenzione di batterie e di veicoli elettrici • Incendio/esplosione in fase di carica (veloce) dei veicoli elettrici Fig. 6 - Scenario n. 3 “Deep Green” – bio energy (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020) Fig. 7 - Scenario n. 3 “Deep Green” – transport (OSHA - Scenarios on New and Emerging Risks to Occupational Safety and Health Associated with NewTechnologies in Green Jobs by 2020) ne negli ambiti del fotovoltaico, delle batterie, dei nuovi materiali da costruzioni, nonché dei nuovi materiali (biomateriali e nanomateriali) richiede un monitoraggio lungo l’intero ciclo di vita, per la possibilità di indurre rischi poten- ziali per la salute e la sicurezza. Legati ai processi industriali per la realizzazio-
  • 22. 21Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier ne di prodotti o l’applicazione di tecnologie verdi, potrebbero esservi rilasci di sostanze dai nuovi materiali difficili da identificare e po- tenzialmente pericolosi lungo tutto il ciclo di vita; per tale motivo la valutazione dei rischi sul luogo di lavoro resta fondamentale per ela- borare un’adeguata prevenzione. La carenza delle competenze dei lavoratori, dovuta al rapido cambiamento e alla competi- tività delle nuove tecnologie con conseguente scarsità di personale qualificato, potrà deter- minare una situazione di sottovalutazione dei rischi lavorativi. In uno scenario di bassa crescita economica, l’impiego di operai scarsamente qualificati co- stretti ad accettare condizioni disagiate in la- vori più difficili e di tipo manuale, ad esempio raccolta e smistamento dei rifiuti, manutenzio- ne o riparazioni svolti con la modalità sosteni- bile per estendere il ciclo di vita dei prodotti, potrebbe essere una situazione in cui i rischi per la salute e la sicurezza potrebbero subire un incremento. Gli scenari proposti rendono evidente la neces- sità di una valutazione sistematica e preventiva delle tecnologie e dei prodotti verdi in fase di sviluppo lungo l’intero ciclo di vita (dalla pro- gettazione, compresa la fabbricazione, il tra- sporto, l’installazione, il funzionamento e la ma- nutenzione, allo smantellamento, al trattamento dei rifiuti e al riutilizzo successivo), attuando il concetto «dalla culla alla culla» anche con rife- rimento alla salute ed alla sicurezza sul lavoro. LA FORMAZIONE DELLE FIGURE PROFESSIONALI CHE OPERANO NEI LAVORI VERDI La formazione continua e specialistica finaliz- zata alla conoscenza delle caratteristiche dei materiali e delle tecnologie verdi costituisce lo strumento più importante per acquisire i requisiti professionali che rendono sicure le lavorazioni in quest’ambito innovativo. In alcuni settori legati all’utilizzo delle fonti rin- novabili l’attività di formazione è avviata ma molto altro è ancora da fare. Nel settore della produzione di energia elet- trica da impianti fotovoltaici la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha definito lo standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnova- bili (FER) - ai sensi D.Lgs. n. 28/2011 [3]; anche iVigili del Fuoco hanno definito delle linee gui- da sulla installazione di tali impianti [4]. Le problematiche legate alla salute e sicurez- za sul lavoro nel settore dell’energia eolica, in particolare nei parchi eolici, sono state af- frontate dall’EU-OSHA [5]. Oltre ai pericoli “classici” che gli addetti affrontano all’interno di un parco eolico - rischio elettrico, caduta dall’alto, rischio chimico – vi sono quelli legati a condizioni di lavoro particolari (zone isolate e difficili da raggiungere) e condizioni mete- orologiche estreme sia su terra ferma sia in mare aperto. Nell’ambito del settore dei rifiuti è disponibile materiale divulgativo per la formazione e l’in- formazione sui movimenti ripetuti degli addetti alla raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana [6]. L’utilizzo dei nuovi materiali (compositi e na- nomateriali) e le implicazioni sulla salute e sicurezza dei lavoratori sono oggetto di stu- di scientifici in fase di svolgimento: alcuni di questi hanno già fornito dei risultati che sono presentati dall’OSHA [Cfr. e-facts 74 e 72]; al- tri hanno portato a considerazioni iniziali ma molto è ancora da fare [7] [8]. CONCLUSIONI La Green Economy rappresenta un settore ad elevato potenziale in termini di crescita, inno- vazione e soprattutto opportunità di lavoro. I lavori verdi sono un’importante occasione di lavoro anche per i lavoratori giovani, ma, allo scopo di evitare gli errori degli anni passati, è necessario integrare la sicurezza e la salute in tutti i suoi diversi aspetti, dalla progettazione, all’acquisizione delle risorse, dai processi di trasformazione, alla manutenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse. Un aspetto importante da non trascurare è l’a- nalisi del ciclo di vita dei lavori verdi, tenendo conto di tutti gli aspetti e conseguenze del lavo- ro, dalla progettazione, all’acquisizione delle ri- sorse, dai processi di trasformazione, alla manu- tenzione, all’utilizzo e al riciclaggio delle risorse. Altro punto importante è la formazione dei lavoratori; infatti, lo sviluppo delle tecniche e delle tecnologie procede in maniera molto ve- loce, la carenza delle conoscenze su materiali ed attrezzature nonché delle corrette proce- dure da applicare in fase di gestione ordina- ria e di emergenza potrebbe provocare una sottovalutazione dei rischi per la salute e la sicurezza. n
  • 23. 22 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Biagio Principe e GiustoTamigio BIBLIOGRAFIA [1] Indagine conoscitiva in materia di Green Economy – Camera dei Deputati Commissioni RiuniteVIII e X, 2014 - http://www.camera.it/leg17/203 [2] Green Jobs and occupational safety and health: Foresight on new and emerging risks associated with new technologies by 2020 - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013 [3] Conferenza delle Regioni e delle Province autonome 14/078/cr08bis/c9 - Standard formativo per l’attività di installazione e manutenzione straordinaria di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (FER), 2014 [4] Guida per l’installazione degli impianti fotovoltaici – Ministero dell’Interno, Dipartimento deiVigili del Fuoco, del Soccorso pubblico e la sicurezza tecnica – Edizione 2012 [5] Occupational safety and health in the wind energy sector - European Agency for Safety and Health at Work (EU-OSHA) – 2013 [6] INAIL – La sicurezza per gli operatori della raccolta dei rifiuti e dell’igiene urbana, 2009 [7] INAIL – Libro bianco esposizione a nanomateriali ingegnerizzati ed effetti sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – NanOSH Italia, 2011 [8] INAIL Settore Ricerca Dipartimento Medicina del Lavoro - A. Valenti - Green Jobs: impatto sulla salute e sicurezza dei lavoratori – 2012 E-Facts e-fact-74 nanomaterials in maintenance work occupational risks and prevention · e-fact-72 tools for the management of nanomaterials in the workplace and prevention measures · e-fact-71 hazard identification checklist occupational safety and health issues associated with green building · e-fact-70 occupational safety and health issues associated with green building · e-fact-69 hazard identification checklist occupational safety and health risks associated with small scale solar energy applications · e-fact-68 occupational safety and health and small scale solar energy applications
  • 24. 23Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier PREMESSA Il contributo ha lo scopo di“sgom- berare il campo” dai troppo diffusi e superficiali luoghi comuni sulla bontà e validità dell’EXPO 2015 ed in generale sulla situazione odierna del nostro Paese. Il tale contesto “epurato” è faci- le capire come l’azione di AIAS, inseritasi a pieno titolo nel palin- sesto EXPO, sia una chiave di vol- ta determinante per il successo dei progetti di EXPO e delle Aziende, costituita dal “VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICU- REZZA nelle sue varie forme. Siamo stufi di farci del male da soli: 1) EXPO 2015 non sarà pronta e comunque l’investimento è eccessivo e non avrà ritorno adeguato. Falso. Le vicissitudini anche giudiziarie di questi mesi offrono molto materiale ai rotocal- chi e mass-media, che vanno a nozze nel descrivere situazioni critiche, ma la pianifi- cazione delle attività essenziali per l’even- to è tale che alla data prevista del 2015 quello che veramente serve per un buon avvio dell’evento sarà stato completato. Certo, si sarebbe potuto fare di meglio e di più, risparmiando al Paese gli scandali, ma il programma principale è ancora oggi entro i limiti previsti, su quel programma abbiamo già ampiamente superato il nu- mero di adesioni (130) previsto per poter parlare di successo,e le previsioni di visita- tori sono in costante crescita con numeri decisamente positivi. Il tema dell’EXPO “NUTRIRE IL PIANE- TA, ENERGIA PER LA VITA” offre gran- Valore aggiunto dissime opportunità agli opera- tori della sicurezza, non soltanto alimentare, nella quale l’Italia ri- copre una situazione oggettiva e riconosciuta di eccellenza, tanto che l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (European Food Safety Autority - EFSA) che rappresenta lo strumento predi- sposto dall’Unione europea per la valutazione dei rischi legati agli alimenti ed alla produzione alimentare, ha sede a Parma. Sul sito di EXPO Milano 2015 si legge che“promuove una serie di Progetti pro- prio in questi ambiti, con la convinzione che il Tema Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita attraversa la vita di tutti, tutti i gior- ni: così il cibo, il gusto, l’alimentazione, la sostenibilità vengono declinati con diverse voci e diverse competenze, per stimolare la curiosità e la voglia di conoscere che da sempre muovono il mondo. Per diffondere consapevolezza”. Progetti in serie, con mille diverse sfumature, e la sicurezza, nelle sue varie forme, ne è il minimo co- mun denominatore. abstract Alcune riflessioni e informazioni per EXPO 2015 utili ai professionisti della Sicurezza e dell’Ambiente. Some information of this paper will help the safety and security professionist to understand better all the different matters of the EXPO event referred to energy for life and food implementation techniques. a cura di Giorgio Carozzi Coord.Settore Normativa, Indirizzi Legislativi, Tutela Sindacale eAssistenza Assicurativa diAIAS
  • 25. 24 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Giorgio Carozzi Siamo stufi di farci del male da soli: 2) L’Italia è un Paese in declino, le opportunità diminuiscono, inutile darsi da fare. Falso. Basta leggere i dati pubblicati da EURO- STAT, che è l’Ufficio Statistico dell’Unione Europea, per trarre delle valutazioni ben diverse. Certo, soffriamo di un pesante debito pubblico, di diseguaglianze sociali, di economia in nero e di quella crimina- le, del ritardo del Sud, di una burocrazia spesso persecutoria e inefficace, di un fisco rapace, ingiusto, eccessivo. La crisi mondiale si è innestata su questi mali, li ha incancreniti. Il vero problema è che la domanda interna si è contratta, un mo- dello di rapporti politici e sindacali e la sua conseguente gestione del welfare è andato in crisi e rimediare non sarà facile. Ma – come sostiene il “Manifesto Oltre la crisi. L’Italia deve fare l’Italia” promos- so da Fondazione Edison, Fondazione Symbola e Unioncamere e sottoscritto da decine di autorevoli personalità dell’e- conomia nazionale – non è impossibile, basta guardare con occhi nuovi al Paese. 1. L’ITALIA È UNO DEI SOLI CINQUE PAESI AL MONDO CHEVANTA UN SURPLUS MANIFATTURIERO SO- PRA I 100 MLD DI DOLLARI. Con un surplus commerciale manifat- turiero con l’estero di 113 mld $ nel 2012, si conferma il ruolo di punta del nostro Pae- se nell’industria mondiale. Non si può dire lo stesso di altri Paesi come Francia (- 34 mld), Regno Unito (- 99mld), Usa (- 610mld). 2. LE IMPRESE ITALIANE SONO TRA LE PIÙ COMPETITIVE AL MONDO. Su un totale di 5.117 prodotti - il mas- simo livello di disaggregazione statisti- ca del commercio mondiale - nel 2012 l’Italia si è piazzata prima, seconda o terza al mondo per attivo commercia- le con l’estero in ben 935. 3. L’ITALIA È TRA I PAESI AVANZATI CHE, NELLA GLOBALIZZAZIONE, HANNO CONSERVATO MAGGIO- RI QUOTE DI MERCATO MONDIA- LE. L’Italia ha conservato una quota dell’export mondiale di prodotti mani- fatturieri pari al 71% di quella detenuta nel 1999 (dati 2012), prima che Paesi come la Cina rivoluzionassero il com- mercio globale. Performance non pa- ragonabile a quella tedesca (94%), ma migliore di quelle di Giappone (67%), Francia (61%), Regno Unito (55%). 4. IL MODELLO PRODUTTIVO ITA- LIANO È TRA I PIÙ INNOVATIVI IN CAMPO AMBIENTALE. L’Italia è tra i primi Paesi dell’Unione europea per eco-efficienza del sistema produttivo, con 104 tonnellate di anidride carbo- nica ogni milione di euro prodotto (la Germania ne immette in atmosfera 143, il Regno Unito 130) e 41 di rifiuti (65 la Germania e il Regno Unito, 93 la Francia). Non solo, siamo campioni europei nell’industria del riciclo: a fron- te di un avvio a recupero industriale di 163 milioni di tonnellate di rifiuti su scala europea, nel nostro Paese ne sono stati recuperati 24,1 milioni di tonnellate, il valore assoluto più eleva- to tra tutti i Paesi europei (in Germa- nia 22,4 milioni). Il sistema produttivo italiano, inoltre, è anche quello che gui- da la ‘riconversione verde’ dell’occupa- zione europea: entro la fine del 2014, il 51% delle Pmi italiane avrà almeno un green job, più del Regno Unito (37%), della Francia (32%) e della Germania (29%). 5. L’ITALIA È LA META DELL’EUROZO- NA PREFERITA DAITURISTI EXTRA- EUROPEI. L’Italia è il 1° Paese dell’eu-
  • 26. 25Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier rozona per numero di pernottamenti di turisti extra-UE, con 54 milioni di notti nel 2012 (+14 milioni rispetto alla Spagna). Siamo il 1° Paese euro- peo per numero di pernottamenti di turisti cinesi (2,5 mln), giapponesi (2,8 mln), coreani del sud (680 mila), brasi- liani (1,8 mln), australiani (2,2 mln), sta- tunitensi (11 mln) e canadesi (2 mln). 6. LA ZAVORRA DEL PIL ITALIANO È IL CROLLO DELLA DOMANDA IN- TERNA, NON CERTO LA COMPE- TITIVITÀ DELL’INDUSTRIA. Dal falli- mento della Lehman Brothers (inizio della crisi mondiale) a novembre 2013, il fatturato manifatturiero italiano per il mercato domestico è crollato (- 15,9%) rispetto a quanto accaduto in Francia e Germania (+ 4,6%, - 0,3% ri- spettivamente). Il fatturato italiano per il mercato estero, invece, è cresciuto (+ 16,5%) di più di quello tedesco (+ 11,6%) e francese (+ 5,9%). 7. LA CRESCITA DEGLI ALTRI PAESI NON È FATTA DI SOLA COMPE- TITIVITÀ, MA ANCHE DI DEBITO. A sostenere le altre economie ha con- tribuito un aumento del debito, sia pubblico che privato, molto maggiore che in Italia: da noi, dal 1995, il debito aggregato (quello pubblico più quello delle aziende e delle famiglie) è cre- sciuto di una quota pari al 61% del PIL, in Spagna del 141%, nel Regno Unito del 93%, in Francia dell’81%. 8. DAGLI INIZI DEGLI ANNI ’90 AD OGGI LA ‘QUOTA DI MERCATO DELL’ITALIA NEL DEBITO PUBBLI- CO TOTALE DELL’EUROZONA È COSTANTEMENTE CALATA. Non siamo il malato d’Europa: la respon- sabilità italiana nel debito pubblico complessivo dell’Eurozona si è ridot- ta in modo importante dagli anni ’90 (28,7% nel 1995) ad oggi (22,1% nel 2013). 9. CONSIDERANDO IL DEBITO AG- GREGATO (STATO, FAMIGLIE, IM- PRESE) L’ITALIA È UNO DEI PAESI MENO INDEBITATI AL MONDO. Se invece del pesante debito pubbli- co guardiamo la situazione debitoria complessiva del Paese (quindi il debito dello Stato insieme a quello privato) l’Italia - nonostante la crisi stia eroden- do la grande ricchezza privata degli italiani - è più virtuosa (col 261% del PIL) di Stati Uniti (264%), Regno Uni- to (284%), Spagna (305%), Giappone (412%). 10. DAL 1996 AL 2013 L’ITALIA HA PRODOTTO IL PIÙ ALTO AVANZO PRIMARIO STATALE CUMULATO DELLA STORIA MODERNA. Si tratta di 591 miliardi di euro correnti, 220 in più della Germania (371 miliardi). Per non parlare dei disavanzi di Spagna (- 192) Francia (- 311 miliardi) e Regno Unito (- 364 miliardi £). Sono dati pubblici, ufficiali, di prove- nienza europea. Ed ora si apre per noi una vetrina mondiale, con decine di milioni di visitatori previsti da tutto il mondo, lo sviluppo di aree tematiche e di ricerca ed incontri a ogni livello il che rappresenta una gigantesca op- portunità di lavoro per i servizi turi- stici e commerciali del Paese durante i mesi dell’EXPO, seguiti da un’altret- tanto ampia opportunità di lavoro per le aziende produttrici. E la sicurezza, nelle sue varie forme è elemento co- mune a tutte le attività. Siamo stufi di farci del male da soli: 3) L’Italia è un Paese ove non si fa ricerca e sviluppo, e dipen- diamo dall’estero per l’innovazione produttiva. Falso. Un solo esempio tra i molti possibili. E sia chiaro che è solo un esempio. Da “Li- bero” del 22 Maggio (articolo di Claudio Antonelli):
  • 27. 26 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Giorgio Carozzi Si chiama Iter, International Thermonucle- ar Experimental Reactor. Un progetto da circa 18 miliardi di euro, a cui partecipano oltre l’Europa, Cina, Usa, Corea del Sud, In- dia e Russia e che prevede entro il 2020 la costruzione di una centrale a fusione nu- cleare a Cadarache, a due passi da Aix en Provence. Uno sforzo di ricerca immenso che do- vrebbe creare l’energia del futuro: esattamente quella prodotta dentro il sole e le stelle trami- te la fusione del nucleo, solo in miniatura. Una fonte ine- sauribile, sicura e priva di sostanze inquinanti. … anche se nel nostro Paese se ne parla poco, stanno già arrivando i be- nefici economici. Ovvero, i ritorni industriali. Qui l’Italia è al primo posto. Dal 2008 a oggi ha già ottenuto un’ottantina di contratti per un controvalore di 700 milioni di euro. Destinati a diventa- re quasi un miliardo nei prossimi mesi. Du- rante la costruzione (fino al 2020), il princi- pale contributo delle sette agenzie partner sarà di natura «in kind», cioè costituito dalla fornitura diretta dei componenti stessi piut- tosto che dal finanziamento per la loro co- struzione. Ma per la scelta delle aziende appaltatrici non c’è una logica di bandiera. «L›Europa alla fine del progetto avrà contribuito per oltre 6 miliardi di euro», spiega a Libero Henrik Bindslev, diretto- re di Fusion for Energy, «e la scelta delle aziende si basa esclusivamente su criteri di qualità e di standard tecnologici. L’Italia è effettivamente il Paese con il più elevato ritorno industriale anche perché partecipa a numerose joint venture e ciò, nel suo com- plesso, rende anche possibile la nascita di un network internazionale di eccellenze». (Vedi fig. 1 n.d.r.) Il nostro apparato produttivo ed indu- striale riesce ad essere il primo della clas- se nelle tecnologie avanzate e di punta, come quelle richieste per ITER,così come è sicuramente primo della classe nella qualità dell’alimentazione e del cibo. Che significa sicurezza, nelle sue varie forme. Siamo stufi di farci del male da soli: 4) Si perde tempo a far carta inutile, vedi i Sistemi di Gestione, le Certificazioni, i Protocolli cartacei, le Qualifiche professionali: tutte cose che con l’EXPO non c’en- trano nulla. Falso. Verissimo che molte volte mediocri con- sulenti di dubbia competenza hanno fatto produrre carta inutile e Modelli di Gestione inefficaci. Verissimo che in molti casi la Sicurezza con i suoi adempimenti è vissuta come un costo, una specie di tassa da pagare a titolo me- ramente cautelare per evitare sanzioni o condanne, e non come investimento produttivo di valore strategico come in- vece è nella realtà.Ve- rissimo che, per rima- nere al campo alimentare, le frodi in commercio sono all’ordine del giorno, cibi avariati, etichette fasulle, prodotti contraffatti, e chi più ne ha più ne metta. Fig. 1 - Modello dell’ITER (Wikipedia)
  • 28. 27Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Tutto questo è vero. Ma proprio per questo c’è un disperato bisogno di Modelli Organizzativi di qualità, di Sistemi di Ge- stione utili e produttivi per l’Azienda, di Consu- lenti qualificati che assi- stano il cliente nella logica di ottenere un risultato pagante, e proprio la logi- ca della Sicurezza offre gli strumenti indispensabili per ottenere quei risultati. L’eccellenza alimentare italiana ha trovato pro- prio nei marchi DOC, DOP, DOCG, ecc. quel “VALORE AGGIUNTO” che mancava per farsi re- almente conoscere fuo- ri dai confini nazionali ed ottenere quei riconoscimenti qualitativi, ma anche eco- nomici, che il mondo ci invidia. La difesa dei marchi è quindi diventata una priori- tà per proseguire nel percorso avviato e permetterci di offrire al mondo globaliz- zato le nostre conoscenze e competenze alimentari, e questo non sarà possibile se non si pone la sicurezza al primo posto nelle priorità. Sicurezza nelle sue varie forme, pro- prio per creare quel “VALORE AG- GIUNTO” senza il quale si spreca solo tempo e denaro. Sicurezza nell’apparato produttivo, e noi di AIAS ben sappiamo quanti e quali rischi vi siano nella difficile arte dell’alimentazio- ne a partire dall’inizio, nella coltivazione e nella lavorazione industriale ed artigianale dei prodotti agricoli e zootecnici: ma qui servono Modelli Organizzativi ben pro- gettati e realizzati, e Sistemi di Gestione efficaci. Sicurezza nei servizi, perché senza com- petenze qualificate l’operatore non può inventarsi il Know-how necessario a orga- nizzarsi per produrre in modo efficace e competitivo e a mantenersi costantemen- te aggiornato in un mondo in continua evoluzione: ma questo comporta neces- sariamente l’intervento degli specialisti di settore, e qui le Qualificazioni e Certifica- zioni professionali diventano indispensabili per evitare di essere truffati dai soliti “fur- betti del quartierino”. Sicurezza nella ricerca e sviluppo, oggi elemento essenziale del tema stesso dell’EXPO 2015, nel quadro del mondo globalizzato e fortemente competitivo: ma qui servono Protocolli che possono solo scaturire da M.O.G. adeguati, svilup- pati da soggetti ad elevata competenza e qualificazione, e vedi il punto precedente. Sicurezza nella distribuzione commer- ciale, se si vuole evitare che il prodotto finito venga mescolato o confuso con i prodotti taroccati, o deteriorato da trat- tamenti indebiti: e qui si parla di sicurezza di filiera, con l’HACCP come linea guida da applicare, laddove possibile, nell’ambito di M.O.G. e SGSSL credibili. AIAS ed i suoi Associati dispongono di una chiave di volta determinante per il successo dei progetti di EXPO, e delle Aziende, costituita dal “VALORE AGGIUNTO” offerto dal Know-how della SICUREZZA nelle sue varie forme. Per fortuna c’é l’EXPO 2015, vi sono molte for- me e modalità per parteciparvi anche diretta- mente, di sicuro vi sarà una importante ricaduta per tutti coloro che sapranno essere puntuali all’appuntamento. n Noi ci stiamo attrezzando.
  • 29. 28 | N.2/2014 | Informatore AIAS EXPO 2015: opportunità per i professionisti AIAS “NUTRIRE IL PIANETA, ENER- GIA PER LAVITA” Il tema di EXPO 2015 è quanto mai attuale per gli specialisti della Sicurezza e Salute sul Lavoro che si riconosco- no nelle Associazioni Professionali di AIAS, ed offre opportunità in- sperate e di grande rilievo per i nostri professionisti della SSL. Bisogna ricordare che in EXPO 2015 la CONFCOMMERCIO, cui la nostra Associazione è iscritta, ha un rilievo ed una presenza prima- ria, ed in quell’ambito AIAS parte- cipa a diversi tavoli di programma. Vi sono inoltre gli eventi relativi all’Anno Internazionale della Preven- zione, di cui il primo si terrà il 28 aprile 2015 con il supporto della CIIP e la collaborazione dell’ILO e dell’ISSA, nell’ambito di EXPO 2015. Ancora AIAS, nell’ambito di ExpoTraining ed in collaborazione, ad ottobre svilupperà una serie di incontri su argomenti collegati al programma di EXPO, con la presentazione delle APA e la qualificazione delle relative professionalità, in chiave EQF. Altre iniziative segui- ranno. Nell’articolo dell’Informatore AIAS n. 1/2014 a firma di Giorgio Ca- rozzi (Competenze e qualifiche pro- fessionali a fronte dell’Expo 2015 n.d.r.) era stato evidenziato uno spazio particolarmente ampio per le attività professionali specifiche ad alta specializzazione, sia per la sicurezza in agricoltura che per la sicurezza alimentare verso i con- sumatori. Si deve utilizzare l’HACCP (Ha- zard Analysis and Critical Control Points), sistema pensato per ap- plicare l’autocontrollo nell’intera filiera distributiva, quale strumen- to a supporto degli OSA (Organi- smi di Sicurezza Alimentare) per il raggiungimento degli obbiettivi di un più elevato livello di sicurezza alimentare. Un sistema interamente basato sulla Valutazio- ne dei Rischi, che costituisce il pane quotidiano degli associati di AIAS. Poco fosse, al nostro Pa- ese è chiesto uno standard di eccellenza in ma- teria, visto che l’Autorità europea per la sicurez- za alimentare, (European Food Safety Autority - EFSA) ha sede a Parma. Agricoltura e produzione di alimenti e bevande, il settore della ristorazione e della distribuzione ali- mentare, la corretta cultura dell’alimentazione come presupposto dell’igiene del lavoro, sono argo- menti di grande pregnanza per i professionisti della sicurezza, igiene del lavoro e tutela dell’ambiente. abstract Le APA,Associazioni Professionali AIAS, nei programmi di EXPO: occasioni da non perdere. EXPO 2015 will be of great interest for all the technicians of the professional associations, specially for the ones involved as consultant in food and agricultural safety matter. a cura di Luca Dozio Avvocato in Milano a cura di Rolando Dubini Avvocato in Milano dossier
  • 30. 29Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier Le Associazioni Professionali AIAS (APA) pensate per la qualificazione degli specialisti delle Profes- sioni non regolamentate, offrono lo strumento ideale per inserirsi nel quadro della SICUREZZA alimentare con le sue implicazioni in materia di: • Analisi eValutazione del rischio • Sistemi di gestione • Procedure applicative • Formazione e Informazione • Quant’altro è collegato alla Sicurezza e Salute sul lavoro Qui di seguito una sintetica carrellata sulle APA principalmente interessate ai programmi EXPO 2015, con gli argomenti di pertinenza: APA Prevenzione Responsabili e Addetti ai Servizi di Prevenzione e Protezione La Valutazione del Rischio applicata ai diversi processi produttivi, da sviluppare anche in chiave di Sicurezza alimentare e quale fattore competitivo. APA Formazione Formatori di Prevenzione Trasmissione del sapere e conoscenze applicate alla produzione alimentare e sua distribuzione. La SSL come minimo comun denominatore di ogni attività. Strumenti e mezzi di formazione. L’E-learning per superare le barriere linguistiche e culturali APA ODV 231 Professionisti Organismo diVigilanza Sistemi di Gestione EFFICACEMENTE applicati, per fornire Valore aggiunto all’attività, protezione all’Azienda e garanzia dei prodotti verso i clienti. Ricerca della massima produttività in sicurezza. APA Energia Professionisti del Settore Energetico e Fonti Rinnovabili L’Energia pulita e sicura rappresenta il combustibile dello sviluppo. Lo specialista dell’energia sicura da fonti rinnovabili in agricoltura o da sottoprodotto dello scarto alimentare è pienamente nel tema di EXPO. APA Ambiente Professionisti Protezione Ambientale Tutela ambientale e attività agricola sono due facce della stessa medaglia, con l’obbiettivo dello sviluppo sostenibile. AIAS Mare Professionisti Marittimo e Portuale Il trasporto marittimo affronta rilevanti criticità logistiche e funzionali per la conservazione e la qualità degli alimenti. Senza contare le problematiche dell’alimentazione della “gente di mare”. APA Sanità Professionisti Sanità Igiene alimentare e Sanità: due facce della stessa medaglia. Si diceva che “siamo quello che mangiamo”, e di certo la dieta è argomento essenziale. APA Educazione Professionisti Scuola Bisogna allevare le giovani generazioni in modo informato e consapevole, per un futuro sostenibile. Occhio al “Progetto Scuola di EXPO Milano 2015” APA Pubblica Amministrazione Professionisti del settore della Pubblica Amministrazione La P.A. come fattore di sviluppo della Sicurezza, tramite indirizzo e vigilanza sulle attività. La ricerca di minor burocrazia e maggior pragmatismo con la SSL quale strumento efficace per il raggiungimento degli obbiettivi.  APA Protezione Civile  Professionisti Protezione Civile Per la gestione delle emergenze alimentari per le popolazioni colpite dalle calamità. La logistica e l’organizzazione delle “cucine da campo” quale problema prioritario nelle situazioni di crisi.
  • 31. 30 | N.2/2014 | Informatore AIAS dossier a cura di Rolando Dubini - Luca Dozio Da tener presente che la programmazione dell’evento di EXPO si concretizza in tre diverse fasi: 1. Preparazione di EXPO 2. Svolgimento dell’Esposizione 3. Attività successive. Nella fase preparatoria vi sono da sviluppare gli argomenti di interesse per la professione, alcuni dei quali abbiamo evidenziato nel riquadro delle singole APA. Servono DTO, Documenti di indi- rizzo,quaderni,ma soprattutto idee da promuo- vere ed evidenziare. Per chi ha qualcosa da dire le occasioni non mancheranno, durante lo svolgimento dell’Espo- sizione, e l’Associazione potrà offrire buone si- tuazioni di presentazione, senza contare la gran- de folla dei visitatori da tutto il mondo, con la possibilità di contatti continui e proficui. Alla conclusione dell’EXPO gran parte dei giochi saranno conclusi, e ciascuno raccoglierà quel- lo che ha seminato. Gli anni immediatamente successivi all’evento saranno meno produttivi di opportunità, come dimostra l’esperienza di quanti ci hanno preceduto, ma chi avrà avviato programmi di successo potrà cogliere in pieno i frutti del suo lavoro e della sua iniziativa. La scommessa dell’Associazione, anche attraver- so l’attività delle sue APA, si sviluppa quindi su questi parametri: 1. La Sicurezza e Salute sul Lavoro costituisce un fatto organizzativo e strutturale di taglio culturale, strettamente collegato ai fattori competitivi per migliorare la produttività, in termini non solo quantitativi ma anche qualitativi. 2. La SSL si applica all’Impresa, organizzazione che esiste per rispondere ai bisogni della gente (fattore di successo) in chiave competitiva, tenuta quindi ad ottimizzare i fattori produttivi. 3. Nutrizione ed Energia:rappresentano bisogni primari della gente e vanno soddisfatti sia sul piano della qualità che su quello della quantità. Sulla base di questi presupposti il cerchio si chiu- de, la SSL è strumento indispensabile per l’Im- presa anche al fine del soddisfacimento di quei bisogni primari che costituiscono il tema dell’EX- PO, oltre che la ragion d’essere dell’Azienda. Lo specialista della SSL, nel suo campo specifi- co (vedi le APA di competenza), è il soggetto chiamato a fornire il Know-how indispensabile per progettare e sviluppare il percorso logico ed organizzativo necessario per raggiungere i risul- tati attesi. n Che sono quelli del tema dell’EXPO 2015 “NUTRIRE IL PIANETA, ENERGIA PER LAVITA”
  • 32. 31Informatore AIAS | N.2/2014 | dossier “Svegliamoci prima che sia trop- po tardi”: questo è il titolo di un recente studio della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commer- cio e lo Sviluppo (UNCTAD 2013) con il quale vengono esplicitamente ammoniti Governi e società civile sulla necessità urgente di un radicale cambio di paradigma nella produzio- ne agricola, dalla “Green Revolution” a una “intensificazione ecologica”. Ciò implica la trasformazione dell’agricol- tura convenzionale basata sulla mo- nocoltura e su input tecnologici e industriali esterni, verso un “mosaico” di sistemi produttivi sostenibili e rigenerativi che migliorino la capacità produttiva di piccole aziende agricole. Dobbiamo muoverci da un approccio lineare a uno olistico nella gestione agri- cola, che riconosca all’agricoltore non solo il ruolo di produttore di beni agricoli, ma anche di gestore del sistema agro - ecologico e di fornitore di una serie di beni e servizi comuni quali l’acqua, il suolo, il panorama, l’energia, la biodiversità, gli spazi ricre- ativi.1 Lo studio si avvale dei contributi di oltre 50 esperti internazionali. Molti fra questi focalizzano il nesso tra filiera di produzione del cibo come causa Soluzione tecniche e innovazione sociale per un’agricoltura sostenibile Svegliamoci prima che sia troppo tardi dei cambiamenti climatici e poten- zialità, non ancora adeguatamente esplorata, della gestione del suolo e dell’incremento della produzione agricola, come potenziale strumento per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’industrializzazione dell’agricoltura è basata sull’assunto che la fertilità del suolo può essere mantenuta e accre- sciuta con l’uso di fertilizzanti chimici. In questo modo,durante il ventesimo secolo i suoli coltivati hanno perso dal 30 al 75 per cento della loro materia organica provocando perdita di fertilità e produttività. Può essere stimato che sono state rilasciate nell’atmo- sfera a causa della distruzione della materia organi- ca contenuta nel suolo almeno 200 - 300 miliardi di tonnellate di CO2 . A fronte di questi dati disastrosi, la buona notizia è che, cambiando pratiche agricole, la CO2 emessa nell’atmosfera può essere di nuovo cat- turata2 . Le pratiche agricole da adottare già esistono e sono ovviamente tutte quelle che aumentano nel tempo il contenuto di materia organica nel suolo. La World Bank già nel 2012 ha individuato uno strumento di calcolo chiamato SALM (Sustainable abstract L’intervento prende le mosse da un recente rapporto dell’UNCTAD (Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Svi- luppo),ispirandosi allo stesso per individuare quali sono le soluzioni necessarie per assicurarci una futura sicurezza alimentare a fronte dell’evoluzione del fenomeno dei cambiamenti climatici. Gli incentivi previsti dalla Politica Agraria Comune dell’UE possono costituire parte della soluzione, ma non sono sufficienti. E’ necessario un impegno non solo da parte degli attori istituzionali ma anche e soprattutto da parte di reti di produttori e di consumatori informati per la costruzione di un nuovo mercato di prodotti agricoli che possano definirsi con sempre maggiore concretezza “sostenibili”. The article, inspired by a recent study published by UNCTAD (United Nations Conference on Trade and Development), out- lines solutions for a future food security in a changing climate scenario. Incentives provided for by the Common Agriculture Policy of the EU can be part of the solution, but are not enough as such.We need a commitment not only from governmental actors but also and mainly from networks of informed producers and consumers which can build up a new market where agriculture’s goods can be really “sustainable”. a cura di Luigi Di Marco Architetto,pianificatore,paesaggista; Coordinatore del ComitatoTecnico AIAS“Responsabilità Sociale e Sviluppo Sostenibile”; ReferenteAIAS per l’iniziativa dell’ONU“Global Compact”