2. Per arte etrusca si intende la produzione
artistica degli Etruschi, popolo
inizialmente stanziato nel territorio
chiamato Etruria, triangolo
compreso tra l‘Arno a Nord, il Tevere
a Sud e il Mar Tirreno a Ovest. Essa
si distingue tra l'VIII secolo a.C. e la
metà del I secolo a.C. circa (l'epoca
di Silla e Ottaviano) rispetto a quella
delle civiltà italiche di epoca
preromana. Tale distinzione si
affievolisce in modo progressivo a
partire dal III secolo a.C. quando,
insieme ai contributi provenienti da
altre civiltà della penisola, la
produzione etrusca confluisce
nell'arte detta medio italica,
fondamento sul quale andrà a
costituirsi l'arte romana.
3. I primi villaggi etruschi erano costituiti da capanne, per lo più ad
ambiente unico, a pianta rettangolare o ovoidale, la cui struttura
e forma si desume dai fori lasciati dai pali di sostegno. Il legame
ideologico tra le sepolture e l'architettura domestica permette di
seguire quest'ultima nelle sue principali modificazioni; per il
periodo più antico alcune caratteristiche sono deducibili dalle
urne cinerarie a forma di capanna.
4. La tipologia del tempio etrusco nacque all'inizio dell'età arcaica, nel secondo quarto
del VI secolo a.C., come spazio adibito alla conservazione della statua di culto e degli
arredi sacri; si consolidò in forma canonica alla fine dello stesso secolo.
Dalla fine del VII secolo a.C. si datano alcuni edifici che iniziarono a caratterizzarsi
come luoghi sacri distinti dal palazzo del sovrano. A differenza dei templi greci ed
egizi, che si evolvevano assieme alla società, i templi etruschi rimasero
sostanzialmente immutati nel tempo. Essi svilupparono la tipologia abitativa a tre
vani, trasformando l'atrio anteriore nel pronao.
5. La maggiore conservazione delle tombe etrusche rispetto alle strutture abitative
venne garantita dalla loro funzione; destinate ad una durata maggiore, erano costruite
in materiali non deperibili, in pietra o scavate nella roccia. I mutamenti nei riti
funerari o nella struttura socio-economica della popolazione etrusca comportarono
l'elaborazione nel corso dei secoli di differenti strutture sepolcrali. Una struttura di
passaggio dal pozzetto villanoviano, legato al rito dell'incinerazione, alla tomba a
camera, destinata principalmente all'inumazione dei corpi, è quella a pozzetto con
cinerario, racchiusi entro cerchi in pietra, quali si rinvennero a Vetulonia.
Più tardi il cinerario venne sostituito da casse destinate all'inumazione e riunite
all'interno di uno
stesso circolo in pietra.
6. Gli ambienti sepolcrali non erano gli unici luoghi affrescati in Etruria, ma
sono quelli meglio conservati. Dalle prime esperienze del VII secolo a.C.
l'uso di dipingere le pareti delle tombe con scene legate agli ideali della
vita aristocratica, ai riti funerari e alla vita ultraterrena si diffonde
manifestando l'accoglienza della lezione della pittura greca in scene a
soggetto sempre più complesso, all'inizio mediate dalla ceramica greca,
che fonde temi locali ai modelli greci. La tecnica pittorica maggiormente
utilizzata era l'affresco, solo in pochi casi si riscontra l'uso della pittura a
secco; uno di questi è la tomba del Barone. Ad una prima fase di grande
libertà nella composizione e nella scelta tematica segue un periodo di
maggiore contenimento e standardizzazione; i grandi e complessi cicli
pittorici si hanno con la metà del IV secolo a.C. e culminano nella tomba
François di Vulci che, caratterizzata da una più accentuata volontà
celebrativa e più precisi riferimenti alla realtà contemporanea, è tra le
tombe dipinte etrusche quella che maggiormente si avvicina ai sepolcri
tarquiniesi dove si formò una scuola pittorica particolarmente originale e
vivace.