2. L’osservazione pedagogica
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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Indice
1 L’osservazione pedagogica---------------------------------------------------------------------------------------------------- 3
2 Mappa di osservazione pedagogica ----------------------------------------------------------------------------------------- 6
Riferimenti bibliografici-------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 9
3. L’osservazione pedagogica
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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1 L’osservazione pedagogica
La finalità peculiare dell’osservazione pedagogica è la conoscenza approfondita del soggetto
in situazione educativa.
Come tutti i processi complessi, anche l’osservazione del comportamento umano non può
essere ridotta a elementi semplici, a rischio di illusione conoscitive, di distorsioni, di scarti, di
paradossi di fallimenti dei paradigmi delle certezze conoscitive e della misurazione quantitativa
dell’umano complesso.
Alcuni studiosi hanno sottolineato persino il rischio del cosiddetto “paradosso conoscitivo”
(G. Bateson), dell’“illusione osservativa” (F. Borgogno), dell’“autoriflessività scambiata per realtà
conosciuta” (U. Maturana, F. Varela), facendo perdere consistenza scientifica ad ogni possibile
approccio di indagine oggettiva sul reale e, ancor più, sull’umano.
Per evitare i rischi di dispersione, di sovrapposizione, di falsa interpretazione è opportuno
che il docente specializzato si avvalga nell’osservazione di un modello e di una mappa osservativa,
di una sorta di cartografia, una guida sicura per una corretta strategia osservativa.
A tale fine presenteremo, in sintesi forme, procedure, strumenti, tempi e modalità che
consentono, anche senza una guida esperta diretta, un’indagine plausibilmente completa sugli
aspetti conoscitivi del diversabile da utilizzare per un efficace profilo dinamico funzionale.
Bisogna subito dire, in via preliminare, che per lungo tempo il settore dell’osservazione
scolastica è stato di competenza esclusiva dell’indagine psicologica: si pensi ai reattivi mentali, alle
scale metriche di rilevazione sistematica negli studi di Spaltro, Canestari, Ossicini, Meili ed altri e
successivamente alle tecniche della ricerca sociologica, a partire dalle applicazioni della sociometria
di Moreno fino all’uso dei sociogrammi multivariati di Tangiuri, Perugia, Madge, Kogan, con la
prospettiva ottimistica di attingere e trasmettere presunte certezze.
La riappropriazione dell’intero settore osservativo da parte della pedagogia ha fatto segnare
una competenza osservativa spendibile nella scuola anche e soprattutto per soggetti in difficoltà.
Pertanto, è stata legittimata la necessità di elaborare un modello di osservazione pedagogica
con la connessa mappa cartografica che offrono all’operatore scolastico le coordinate scientifiche e
le indicazioni metodologiche per una corretta osservazione sistematica dell’educando, dei suoi
4. L’osservazione pedagogica
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
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percorsi formativi, a partire dalla situazione iniziale, mediante verifiche a tempo, le integrazioni
compensative, i feed-back, le misurazioni sommative, fino alla valutazione educativa finale.
Potrà essere introdotta legittimamente nella scuola la tecnica dell’osservazione sistematica a
condizione che sia affinata la competenza specifica della professionalità docente sostenuta dal
principio pedagogico consolidato secondo cui per conoscere, programmare, valutare, orientare,
educare è fondamentale osservare.
Già con la legge 517/1977 è fatto carico all’insegnante di procedere a “osservazioni
sistematiche sul processo di apprendimento e sul livello di maturazione raggiunto dall’allievo sia
globalmente sia nelle singole discipline” .
A partire dall’anno 1978 e fino ad oggi sono state prodotte numerose inchieste che
proiettano non solo le consuetudini degli insegnanti in ordine alle modalità ed alle tecniche di
rilevazione dei dati, ma hanno confermato la necessità di offrire a tutti gli operatori scolastici un
valido modello di riferimento ed un efficace strumento di lavoro bene strutturato e flessibile agli
adattamenti personalizzati di ciascun docente.
La domanda della scuola operante nasca dalla necessità di indurre nella pratica educativa
un’indagine conoscitiva plausibilmente scientifica e sicuramente valida ed efficace.
Il pedagogista può solo indicare gli aspetti generali ed i criteri-guida che informano le
strategie metodologiche, le procedure didattiche, le tecniche particolari e gli strumenti specifici di
una corretta osservazione a finalità educative, secondo i più accreditati paradigmi scientifici e le più
congruenti coordinate pedagogiche, utilizzando tutti quegli apporti compatibili mutuati dalle
scienze attuariali, fattoriali, sociologiche e statistiche.
Quando, poi, l’osservazione pedagogica ha per oggetto l’indagine sull’alunno in situazione
di disabilità, di disturbo, di menomazione, di anomalia, di malattia, allora spetta all’educatore
assumere tutte le possibili modalità osservative (occasionale, sistematica, partecipata, integrata) ed
approfondire strumenti, tecniche e metodiche opportune, al fine di realizzare una rilevazione
puntuale e fedele di ogni elemento utile ad arricchire il dossier dell’allievo per un più approfondito
profilo dinamico funzionale che consenta di dosare opportunamente gli interventi, le variazioni e le
integrazioni del piano educativo personalizzato.
Nell’ambito dell’integrazione scolastica, se, per un verso, è indispensabile una conoscenza
approfondita del soggetto diversabile, per altro verso, occorre evitare i rischi di una misurazione
smodatamente asettica, neutra, iperscientifica che sovente scambia la “malattia” per il “malato”,
negligendo i valori e la dignità della persona nella sua irripetibile unicità.
5. L’osservazione pedagogica
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Ai fini di rendere un utile servizio agli operatori scolastici, si presentano qui di seguito sia il
modello dell’osservazione pedagogica sia un mappa di osservazione in maniera sintetica ed
esemplare.
Paradigma generale del Modello di Osservazione pedagogica.
1. L’osservabile (che cosa osservare)
2. Luoghi e settori (dove osservare)
3. Modalità e tipologia (quale osservazione)
4. Tecniche e strumenti (con che cosa osservare)
5. Tempo e quantità (quando e per quanto tempo osservare)
6. Metodi e procedure (come osservare)
7. Discussione e valutazione (controllo dell’osservato)
8. Proposte d’utilizzo (a cosa serve e cosa fare dell’osservazione)
6. L’osservazione pedagogica
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2 Mappa di Osservazione pedagogica
1. L’Osservabile
- sviluppo fisico dell’alunno
- sviluppo organico
- sviluppo fisiologico e auxologico, percezione tattile, uditiva, visiva
- sviluppo motorio e psicomotorio, motricità globale, grossa e fine
- sfera affettiva
- ambito cognitivo, interessi, motivazione
- dimensione linguistica, comprensione delle parole, uso del codice linguistico
(minimo, ristretto, elaborato)
- settore relazionale, adattivo, coordinativo, sociale
- capacità, abilità, attitudini, competenze
- capacità di impegno e di sforzo
- prestazioni scolastiche, rendimento, deficit
2. Luoghi e settori
- scuola (in attività scolastiche)
- cortile (in attività ludiche)
- palestra (in attività motorie)
- alunno da solo
- alunno in presenza degli insegnanti
- alunno in presenza di specialisti
- alunno in presenza di genitori
- alunno a casa e nella comunità di appartenenza
3. Modalità e tipologia
- occasionale
- sistematica
- diretta
- indiretta (anamnesi socio-familiare, storia personale)
7. L’osservazione pedagogica
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- mista
- parziale
- totale o sistemica
- partecipata
- integrata
4. Tecniche e strumenti
- intervista
- questionario semplice
- riflessione parlata o verbalizzata
- schede di osservazione strutturate o elaborate
- guide libere adattabili
- stereotipi
- repertori seriali di abilità
- liste di rilevamento e di controllo (check-list)
5. Tempo e quantità
- esposizione all’osservazione libera – in minuti
- incontri allo stesso o diverso orario giornaliero
- incontri settimanali, mensili, saltuari
- tempo totale espresso in ore
6. Metodi e procedure
- sapere osservare, apprendere ad osservare
- l’osservazione come teoria, tecnica e arte
- osservazione e comunicazione
- comportamenti dell’osservatore: atteggiamenti gratificanti, promoventi, stimolanti
per risposte autentiche, immediate e sincere
- disponibilità all’ascolto
- attitudine all’interrogazione e all’intervista
- fedeltà/obiettività della registrazione e della trascrizione
8. L’osservazione pedagogica
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- errori da evitare: ridondanza, approssimazione, interferenza, sovrapposizione,
sostituzione di dichiarazioni con aspettative dell’intervistatore, interpretazioni
frettolose e di comodo
7. Discussione e valutazione
- controllo, confronto e vaglio dei dati osservati e registrati a livello collegiale
- interpretazione autentica delle risposte
- integrazioni e chiarificazioni dei documenti prodotti
8. Proposte d’uso
- elaborazione di uno schema per l’efficace utilizzazione del materiale raccolto ai fini del suo
utilizzo nella scheda diagnostica del DDF (profilo dinamico funzionale), con le opportune
indicazioni per gli interventi integrativi, compensativi, di sostegno da utilizzare per il PEI
(Piano Educativo Individualizzato).
9. L’osservazione pedagogica
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Riferimenti Bibliografici
• Camaioni L., Aureli T. e Perucchini P., Osservare e valutare il comportamento infantile, Il
Mulino, Bologna, 2004.
• D’Odorico L. e Cassibba R., Osservare per educare, Carocci, Roma, 2001
• Cassibba R. e Salerni N., Osservare i bambini: Tecniche ed esercizi, Carocci, Roma, 2004.