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GRIGLIA SVILUPPO SCARABOCCHIO
Fasi di sviluppo dello scarabocchio:
• 1 anno: il bambino prende in mano per la prima volta una matita, tenta di colpire
il foglio, ancora non riesce a lasciare traccia.
• 18-20 mesi: inizia a lasciare traccia sul foglio da disegno, disegna segni verticali,
orizzontali e radiali
• 2 anni: compaiono i primi segni circolari e ad angolo. Non solleva la matita dal
foglio e con molta facilità ne supera i bordi.
• 2 anni e mezzo: aumenta il controllo motorio, non supera più i bordi, fa scivolare
la matita con guida con lo sguardo. Cominciano i primi “riccioli” e
successivamente vengono disegnate le spirali e i cerchi multipli.
• 3 anni: non scarabocchia solo per il piacere del movimento o per sentire l’attrito
della matita sul foglio, bensì per rappresentare sensazioni interne vissute
intensamente. Compaiono croci, spazi chiusi, quadrati, solo verso la fine dei tre
anni inizia ad abbozzare una casa o un sole.
• 4 anni: gli scarabocchi acquistano significato anche per l’adulto, arrivano le
prime schematiche figure umane.
IL DISEGNO INFANTILE
Lo scarabocchio dei due - tre anni
Di fronte a un foglio di carta e con un pennarello in mano, un bambino di due anni inizia a scoprire
la possibilità di lasciare una traccia visibile per mezzo di un segno grafico: egli scopre che i
movimenti di flessione ed estensione del suo avambraccio producono dei tangibili effetti, dei quali
all'inizio rimane stupito. Il bambino all'inizio è quindi interessato non alle immagini, ma alle linee,
attraverso le quali scarica spontaneamente una sovrabbondanza di energia neuromuscolare, la stessa
che motiva la continuazione dell'attività.
Alla produzione dei segni rettilinei (scarabocchio disordinato) si aggiungerà quella di movimenti
circolari (scarabocchio controllato), che richiedono un maggior controllo del polso, della spalla, ma
anche delle dita. Il bambino sperimenta la possibilità di vivere il gesto non più come semplice
attività motoria, ma come esperienza visiva: che diventa scoperta e piacere.
E' questa la fase dello scarabocchio, che può essere collocata tra i due e i
quattro anni: anche se bisogna tener conto delle differenze individuali.
L'esperienza visiva: che questo tipo di attività affina, diventa poi il
principale responsabile del prodotto grafico: verso i tre anni e infatti l'occhio
che inizia a guidare la mano, invece del contrario. Il bambino inizia allora a
produrre figure chiuse e spirali continue.
La prima fase dello sviluppo del disegno e stata anche definita del realismo
fortuito, dal momento che, inizialmente, il bambino non ha la
consapevolezza di poter usare l'espressione grafica per rappresentare
elementi della realtà. Ciò avverrà quando, in modo casuale, egli osserverà
una vaga somiglianza tra le linee raffigurate e un qualche oggetto reale.
Possiamo distinguere quattro tappe della fase dello scarabocchio:
• 1) Scarabocchio imitativo: il bambino
cerca di imitare il gesto grafico osservato
nell'adulto nel tentativo di fare, quindi
di essere, come I'altro:
•
• 2) Scarabocchio espressivo: il bambino scopre
la possibilità di manipolare la linea, che
diventa un veicolo attraverso il quale
manifestare il proprio stato emotivo
•
• 3) Scarabocchio simbolico: il bambino rappresenta
il modo in cui egli vive il rapporto con
l'oggetto. Gli scarabocchi non sono più buoni o
cattivi, ma scarabocchi di cose buone o
di cose cattive.
•
• 4) Scarabocchio onomatopeico: traduce graficamente
la visione dinamica che il bambino ha
delle cose.
Terminata la scoperta del tratto come linea, il bambino inizia a sperimentare il contorno, avviandosi
ad una rielaborazione più matura del rapporto tra il disegno e l'oggetto.
(
Introduzione
C’è chi sostiene che la grafo-motricità cioè i coordinamenti grafo-motori, sono stati negli
ultimi anni trascurati in favore dei sistemi elettronici, mouse, tastiera,ecc.
Le conseguenze di tale tendenza coinvolgono l’organizzazione e la coordinazione del
pensiero, ovvero la cognitività. L’esercizio grafo-motorio riguarda infatti la sfera del cognitivo,
coinvolgendo tutti i coordinamenti percettivi, motori,ecc. ed è questo il fondamentale motivo per
non trascurarlo.
Nel seguente articolo cercheremo di definire a livello concettuale e epistemologico la grafo-
motricità, per poi indagarne la fisiologia, la patologia e alcune indicazioni educative e proposte di
esercizi grafo-motori.
Precisazioni terminologiche
Prima di entrare a pieno titolo all’interno della grafo-motricità, partiamo da alcune
precisazioni concettuali.
La prima puntualizzazione riguarda i termini “grafismo” e “grafema”, indicando il tratto
grafico e la semplice produzione di “ un graffio” il primo e e la scrittura il secondo.
Tale chiarimento terminologico ci conduce a sfatare l’usuale vocabolo“pre-grafismo”, che è
molto in auge nella scuola dell’infanzia e nella scuola Primaria, ma che in realtà non esiste. Essendo
infatti i grafismi dei tratti grafici, prima della scrittura non ci sono i pre-grafismi, ma gli stessi
grafismi. Il termine va quindi abbandonato a favore di pre-scrittura, ovvero di grafismi ordinati.
Una seconda distinzione va fatta tra tratto grafico ( grafismo) e segno: il tratto grafico è un
graffio, mentre il segno, in semiologia, è già un simbolo dotato di significato e quando i “ graffi”
diventano convenzione divengono segni ( parole). L’insieme dei simboli convenzionali forma il
codice e quando c’è un sistema, un codice di segni abbiamo la scrittura, la quale la potremmo
definire come l’uso dei segni convenzionali ( simboli stilizzati in un codice) per decodificare e
codificare il linguaggio.
La fisiologia della grafo-motricità
Per la comprensione dei disturbi specifici dell’espressione scritta si deve prendere in
considerazione l’evoluzione delle competenze grafo-motorie e quindi come si scrive.
I requisiti e le componenti coinvolte sono quella:
- motoria ( prenzione)
- percettiva ( gestione dello spazio)
- psico-motoria ( coordinamento oculo-manuale, spazio-temporale e direzionalità)
La grafo-motricità coinvolge dunque tutti i processi.
Il bambino conquista la competenza grafo-motoria attraverso un percorso ,che parte dai
grafismi fino ad arrivare al disegno geometrico. Lo sviluppo delle competenze grafo-motorie segue
nello specifico le seguenti linee evolutive.
Inizialmente il bambino è in grado di tracciare segni su una superficie con qualsiasi mezzo
appuntito, ovvero è in grado di punteggiare per il mero piacere motorio e percettivo.
Successivamente è capace di prolungare in modo informe la punteggiatura, eseguendo una sorta di
traccia informale.
1 Docente Università di Macerata, Pedagogista Clinico, Presidente Federazione Italiana Pedagogisti (FIPED).
2 Dottoranda di ricerca Università di Macerata, associata FIPED.
I tratti informi precedenti al disegno ed alla scrittura sono gli scarabocchi, che sono in costante
evoluzione secondo almeno tre fasi:
a) mero scarabocchio, ghirigori, griboullis, tracce a tendenza ripetitiva e circolare privi di
alcun significato (fino ai 2,6 anni circa);
b) scarabocchio con significato conferito a posteriori e mutevole nel tempo, privo di
intenzionalità simbolica (dai 2,6 ai 4/5 anni circa);
c) scarabocchio con intenzionalità simbolica-rappresentativa, significato preventivo, come
rappresentazione grafica di un realtà figurata secondo visioni e simbologie personali.
Per quanto riguarda l’evoluzione delle linee il bambino è in grado di eseguire in questa
sequenza:
a) la linea verticale, un tratto dall'alto verso il basso per effetto del movimento verticale del
polso omologo allo scivolamento secondo il peso;
b) la linea obliqua, un tratto progressivamente controllato verso l'alto e l'orizzontale;
c) la linea orizzontale, un tratto controllato in orizzontale con senso da sinistra a destra per i
destri e da destra a sinistra per i mancini;
d) la linea aperta, un tratto informale non chiuso;
e) la linea chiusa, un tratto che tende a chiudere un campo (a tre anni circa), in
corrispondenza con le precoci nozioni topologiche di aperto-chiuso e dentro-fuori;
f) il cerchio, la chiusura di forme tendenzialmente circolari;
g) l’incrocio di linee, la tendenza ad incrociare linee, a creare relazioni topologiche nello
spazio.
Il bambino è poi capace di stendere il colore con un tratto continuo, senza staccare mai la
punta dal foglio, e in modo controllato e unidirezionale. Solo dopo il tratto continuo, eseguito senza
staccare la punta dal foglio, il bambino riesce a eseguire il tratto spezzato, ovvero un tratto con
arresto e cambio di direzione o senso; il tratto curvo, cioè il controllo grafico curvo di diversi tipi e
infine il tratto ondulatorio, l’ iterazione del tratto curvo, che richiede una notevole fluidità .
Il bambino a questo punto è in grado di realizzare il semicerchio, a imitare i tratti, a
controllare la dimensione grafica, a chiudere il cerchio in senso antiorario e infine a eseguire il
disegno imitativo e il disegno geometrico.
LISTA EVOLUTIVA DELLE COMPETENZE GRAFICHE
1. Punteggiatura
2. Traccia informale
3. Scarabocchio
a. mero scarabocchio,
b. scarabocchio con significato, privo di intenzionalità simbolica (dai 2,6 ai 4/5 anni
circa);
c. scarabocchio con intenzionalità simbolica-rappresentativa,
4. Linea verticale
5. Linea obliqua
6. Linea orizzontale
7. Linea aperta:
8. Linea chiusa
9. Cerchio
10. Incrocio di linee
11. Stesura del colore
12. Tratto continuo
13. Tratto spezzato
14. Tratto curvo
15. Tratto ondulatorio
16. Semicerchio.
17. Imitazione di tratti.
18. Controllo della direzione grafica.
19. Controllo della dimensione grafica.
20. Chiusura cerchio antioraria.
21. Disegno imitativo.
22. Disegno geometrico.
SCHEMI PSICHICI FONDAMENTALI (Tisseron)
Prima dei 18 mesi
Tracce –contatto: il bambino tende ad avvicinare una parte del corpo a una superficie fino a toccarla
lasciando un’impronta stabilendo così un contatto
Tracce-movimento : hanno origine da movimenti di ciascuna mano dal centro fino alla periferia,
cioè con gesti che mettono in scena le andate e i ritorni
schemi di contenitore: evocano la fantasia incoscia del contatto pelle a pelle con la madre
dopo i 18 mesi gli schemi contenitore evolvono in tal modo:
le tracce si trasformano in forme come cerchi non chiusi,spirali contenenti spesso punti,alcuni
bambini rappresentano le forme contenitore ricalcando con le linee i bordi del foglio come per
formare una cornice
schemi di trasformazione: evocano la fantasia incoscia del controllo attivo della separazione
dopo i 18 mesi gli schemi di trasformazione evolvono in pendolarità e forme ondulate che
continuano a esprimere in forma più visiva l’allontanarsi e l’avvicinarsi della madre
SVILUPPO GRAFICO NEL BAMBINO NEI PRIMI TRE ANNI DI VITA (Haag)
1)prime immagini: immagini ritmiche pre-figurative indispensabili per giungere alla
rappresentazione integrata dell’oggetto,il primo sfondo (muro,tavolo,foglio)assumerebbe la
funzione di contenitore entro il quale porre il proprio sé che deborda nei movimenti pulsionali ed
emozionali,le forme pre-figurative si trasformeranno in rappresentazioni grafiche più integrate
spesso in relazione con lo sviluppo linguistico
2)forme pendolari semplici. comprendono lo scarabocchio e le immagini motorie ritmiche
primitive,esprimono il bisogno di ritmicità sul piano di una superficie (proiezione/introiezione)
3)riempimenti:gesto di coloritura dello sfondo o della forma
4)linee dentate:tracciati a denti di sega
5)punteggiamento:compare dopo o qualche volta contemporaneamente alla traccia pendolare
semplice,i punti dentro possono rappresentare elementi dei primi visi,quelli fuori elementi nominati
con termini legati a eventi atmosferici come pioggia,stelle ,neve.
6)spirali:sono uno dei tracciati privilegiati dal bambino tra i 2aa e i 2aa6mm,con l’andamento in
senso orario o più comunemente in senso antiorario a partire dal centro,possono persistere fino a tre
anni e oltre nello stesso momento in cui appaiono, attorno ai tre anni, le prime forme chiuse
quando il bambino disegna una spirale in senso orario a partire dal centro si può ipotizzare che vi è
un certo disagio emotivo
7)cerchi ovali:forme spesso radiate,segnano l’inizio delle forme rappresentative,inizia il dominio
diretto delle forme prodotte,l’’evoluzione si completa verso i 5aa-6aa con l’apprendimento dei segni
convenzionali del sole,casa,cielo…
LUQUET
realismo fortuito:fino a due anni e mezzo il bambino inizia a guardare le proprie produzioni
cercando un’analogia con qualcosa di reale,fino a che non trova una somiglianza anche vaga e
soggettiva,la somiglianza è scoperta a posteriori,comincia la fase delle aggiunte deliberate.
realismo mancato:fino ai 5aa,il bambino decide prima dell’esecuzione quale oggetto disegnare,ma
talora ne risultano produzioni poco chiare anche a lui,ciò è dovuto a varie difficoltà che incontra
nell’esecuzione:
a)nel tracciare contorni accurati;
b)nel trascurare particolari importanti;
c)nel collocarli nella posizione sbagliata,
d)nel non rispettare le proporzioni;
STADI DI SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA DEL BAMBINO DA 14mm a DOPO I
3aa (DI LEO)
1) stadio senso motorio
-scarabocchio cinestetico (14mm);
-disegno cinestesico con predominanza cerchio (2aa);
2)stadio preoperatorio
-disegno rappresentativo della figura umana (3aa6mm)
EVOLUZIONE GRAFICA DAI 6mm AI 3-4 ANNI (Osterrieth)
livello 1:produzione intenzionale di scarabocchi (dai 6mm e mezzo ai 3aa e oltre):
a)produzione intenzionale di tracciati attraverso la manipolazione grafica,senza intenzione figurativa;
b)comparsa di elementi rappresentativi rilevati soprattutto dalla verbalizzazione:entra in gioco la
funzione simbolica;
livello 2:schematismo (da 3aa e mezzo ai nove circa),l’intenzione figurativa è manifesta e spesso
annunciata fin dall’inizio,il disegno è deliberatamente rappresentativo, anche se non conforme alle
esatte apparenze visive:
a)elaborazione di un “vocabolario grafico” fatto di schemi individuali,spesso riconoscibili,prodotti da
giustapposizioni e combinazioni di elementi grafici semplici;enumerazione grafica per giustapposizione
di schemi (due anni);
b)combinazione di schemi in scene elementari (tre-quattro anni);
c)combinazione di schemi in scene complesse e paesaggi;primi tentativi di rappresentazione del
movimento e dello spazio (quattro-cinque anni);
d)orientamento dello schema verso una rappresentazione più elastica,più aneddotica,più realistica (sei-
otto anni)
LIVELLI DI SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA DAI SETTE MESI AI CINQUE
ANNI
(Callaghan)
LIVELLO 0 caratterizzato dall’assenza di qualunque differenziazione tra simbolo e referente,prima dei
nove mesi il bambino può muovere la matita sul foglio ma essenzialmente per rappresentare il
referente;
LIVELLO 1 i bambini sopra i sette mesi cominciano a differenziare i loro disegni,per esempio gli
scarabocchi prodotti in seguito alla richiesta di fare un disegno da quelli per scrivere una lettera,si
osserva una prima differenziazione tra simbolo e referente senza consapevolezza simbolica;
LIVELLO 2 i bambini iniziano a nominare gli scarabocchi,ma solo a posteriori,investendoli di
significati simbolici e focalizzando l’attenzione sulle somiglianza percettive tra ciò che hanno disegnato
e gli oggetti della realtà,in questo livello i bambini hanno consapevolezza dei simboli grafici ancora
essenzialmente percettiva o letterale e non ancora referenziale o simbolica;
LIVELLO 3 è un livello autenticamente referenziale della consapevolezza del simbolo grafico,durante
il secondo anno di vita i bambini iniziano a mostrare nei loro disegni una pianificazione e intenzionalità
a priori,con la tendenza a preannunciare quello che intendono disegnare;
LIVELLO 4 vanno oltre la pura consapevolezza simbolica e capiscono che i referenti possono essere
raffigurati in molti modi, a partire dai trentasei mesi acquisiscono la “costanza simbolica”usano perciò
una varietà di forme per raffigurare un referente a seconda dello scopo del disegno;
LIVELLO 5 a cinque anni i bambini possono interpretare il simbolo grafico come un indicatore delle
intenzioni altrui, a questo livello possono intenzionalmente produrre un disegno al fine di avere una
comunicazione con gli interlocutori o proporre una particolare visione del mondo
STADIO DELLO SCARABOCCHIO DAI DUE AI QUATTRO ANNI (Lowenfeld)
CARATTERISTICHE FIGURA
UMANA
SPAZIO COLORE DISEGNO MOTIVAZIONE
TEMI
MATERIALI
1)disordinato
esperienza cinestetica,
mancanza di controllo dei
movimenti
nessuna nessuno
non vi è
approccio
consapevole,uso
del colore per il
puro piacere
senza alcuna
motivazione
nessuno
incoraggiamento,non
interrompere o
scoraggiare il
bambino dallo
scarabocchiare
matita nera
grande,carta
liscia,vernice da
cartelloni,pittura con
le dita solo per
bambini
disadattati,argilla
2)controllato
movimenti
ripetuti,coordinazione tra
attività visiva e
motoria,controllo dei
movimenti,autorassicurazione
di controllo attraverso
deviazioni del tipo di
movimenti
nessuna nessuno
oppure in
modo
cinestetico
non vi è
approccio
consapevole,uso
del colore per il
puro piacere
senza alcuna
motivazione
nessuno
incoraggiamento,non
interrompere o
scoraggiare il
bambino dallo
scarabocchiare
matita nera
grande,carta
liscia,vernice da
cartelloni,pittura con
le dita solo per
bambini
disadattati,argilla
3)denominazioni
cambiamento dal pensiero
cinestetico a quello
immaginativo,movimenti
misti con interruzioni
frequenti
solo in modo
immaginativo,
per mezzo
dell’atto della
denominazione
solo in modo
immaginativo
colore usato per
distinguere
differenti
significati di
scarabocchi
nessuno
nella direzione del
pensiero del
bambino
continuandone la
storia
matite colorate,vernice
da
cartelloni,argilla,penna
rello
La teoria di V.Lowenfeld
“Creatività e sviluppo mentale”
• Primo stadio dello scarabocchio (2 a 4
anni)
• Stadio dello scarabocchio disordinato
• Stadio dello scarabocchio controllato
• Al bambino piace molto scarabocchiare e
occorre permettergli di operare in assoluta
libertà
• Secondo stadio preschematico (4 ai 7
anni)
• Non occorre badare alla qualità del
segno/disegno
• Importanza del rapporto fra disegno-
oggetto non oggetto-colore
• Terzo stadio schematico 8dai 7 ai 9 anni)
• I segni sono legati al concetto che se ne fa
il bambino,
• I vari schemi sono strettamente individuali
• Appare la relazione fra colore- oggetto
consapevolezza del bambino con il suo
rapporto con l’ambiente
• Quarto stadio del realismo nascente (dai 9
agli 11 anni
• Il bambino si scopre membro di una
società
• Comincia ad orientarsi nello spazio la
rappresentazione è più naturalistica
• Maggiori dettagli
• Rigido rapporto colore-oggetto
• Quinto stadio il periodo pseudo-
naturalistico (11 ai 13 anni)
• Si rileva la preferenza per stimoli visivi o
ad esperienze soggettive
• Stile cognitivo
• Importanza dello spazio, o alle espressioni
visive
Primi segni Lowenfeld (2/4 anni ).
Le dessin d'un enfantc'est un peu de son ame", scriveva nel 1913 Eduard Claparéde.
Nel disegno, infatti, il bambino proietta i suoi stati d'animo, i suoi bisogni, il suo mondo interiore, le sue speranze,
le sue gioie, le sue sicurezze, le sue paure, le sue angoscie. Attraverso il disegno il bambino narra vicende vissute
o immaginate, trasfigura la realta', se ne impadronisce, mostra le proprie conoscenze e ragiona su di esse.
Tutti i bambini amano disegnare, sopratutto in certi momenti della giornata.
Molto spesso, infatti, il disegno e' divertimento, e' un gioco che si alterna ad altri. Si tratta di un gioco tranquillo,
che si puo' fare da soli o con pochi compagni, e che, come tutti gli altri giochi, viene fatto con la serieta' e con
l'impegno che contraddistinguono tutte le attivita' infantili. Possiamo distinguere, a gradi linee indicativamente,
alcune fasi di sviluppo del disegno, in linea alle fasi dello sviluppo psicomotorio.
Primo stadio: Lo stadio dello scarabocchio Lowenfeld (2/4 anni ).
" Il primo tentativo di disegnare del bambino , puo' essere molto importante non solo per il bambino stesso, quale
suo primo simbolo di espressione, ma anche per l'adulto, sensibile e consapevole, il quale puo' vedere in questi
segni il primo sforzo individuale di esprimere se stesso. Quei primi segni, e il modo in cui saranno accolti dagli
adulti possono avere molta importanza per il sucessivo sviluppo del bambino. Gli adulti, spesso prestano scarsa
attenzione ai primi tentativi artistici dei fanciulli. Anche la parola stessa scarabocchio, puo' suggerire l'idea di una
perdita di tempo, o per lo meno di una mancanza di contenuto. In realta' e' proprio vero il contrario. "
Lowenfeld distingue lo scarabocchio disordinato da quello controllato. Il primo e' costituito da disegni fatti sulla
carta che possono andare in molte direzioni. Nel bambino, evidentemente, prevale la motricita' sul controllo visivo,
come puro piacere funzionale. Lo stadio dello scarabocchio controllato, implica gia'
un' attivita' di coordinazione motoria e la vista comincia ad avere un ruolo preciso. Il bambino mostra di saper
disegnare forme circolari oppure in ogni caso chiuse e staccate fra di loro. Questo autorizza a parlare di auto
espressione del bambino.
Stadio preschematico Lowenfeld (4-7 anni )
Quando appare il testa-piedi, l'omino, cioe', tutto testa e gambe, si entra nello stadio pre-schematico del disegno
infantile. " L'uomo viene raffigurato, tipicamente, con un cerchio che rappresenta la testa, e due linee verticali, che
significano le gambe, o il corpo. Non c'e' da stupirsi che il primo soggettoriprodotto sia la persona umana.
L'importanza delle personenei disegni infantili resta evidentelungo tutto il periodo dell'infanzia".
Dopo lo schema umano, si va delineando, man mano, quello di altri oggetti. Lo spazio che ne deriva e' un' entita'
collegata con il corpo del bambino. "A prima vista sembra che gli oggetti tendano a venire disposti nello spazio in
maniera puramente casuale. Non di meno, un esame piu' approfonditorivelera' che il fanciullo concepiscelo spazio
come cio' che lo circonda. Egli non si vede come un essere che poggiai piedi sulla terra, circondato da oggetti che
hanno una precisa disposizione spaziale. Per il fanciullo non esiste alcun rapporto spazialeche prescinda dalla
considerazioneche egli ha di se stesso come di un centro. Egli concepisce dunque lo spazio come ruotante intorno
a se stesso". La motivazione artistica che interessa i bambini di questa eta' e' data sopratutto dalle esperienze
vissute sia fisicamente , sia con la fantasia, sia con le relazioni con l'ambiente. L'uso del colore in questa fase e '
arbitrario, e quindi non naturalistico, e direttamente legato alle emozioni del bambino.
Fase del realismo mancato.
Teoria del disegno secondo Luquet filosofo e storico francese.
E' la fase che interessa, in line di massima, l'eta' che va dai quattro ai sei-sette anni. Come si puo' notare, il Liquet
continua ad usare il termine realismo per parlare del disegno del bambino: " Nessun termine quanto quello di
realismo si addice meglio alla caratterizzazione del disegno infatile nel suo insieme, il quale e ' realistico anzitutto
in rapporto alla natura dei motivi e dei soggetti che sceglie.". La fase del realismo mancato comincia con
l'immagine intenzionale; tuttavia, alla realizzazione realistica si frappongono, nei vari tentativi del bambino di
rappresentare un oggetto o una persona, alcuni ostacoli, che per Luquet, sono tipici di questa fase.
Il primo di questi ostacoli e' dato dalla maldestrezza grafica, sicuramente legata a fattori motori, che spesso
portano il bambino a disegnare cose diverse da quelle che si era proposte. Un secondo ostacolo e' dato dalla
discontinuita' e dall' esauribilita' dell' attenzione. Il bambino allora, nel corso dell' attivita' grafica, si disperde
facilmente, dimenticando di produrre molti elementi che pure aveva annunciati. Un terzo importante ostacolo e'
dato dall'incapacita' di sintesi, che porta il piccolo disegnatore all'inesattezza delle proporzioni e delle dimensioni
degli oggetti, e alla mancanza di coordinazione fra le varie parti del disegno. Le reazioni spaziali interessano i
rapporti di inclusione, di posizione, di esclusione, dati , che come sappiamo, verranno poi descritti dal Piaget in
termini di spazio topologico.
Noi ci siamo soffermati essenzialmente sugli studi di Lowenfeld e di Luquet
Ecco in sintesi la teoria di Lowenfeld:
Primo: lo stadio dello scarabocchio (da 2 a 4 anni)
- I primi segni sono linee tracciate a caso senza che il bambino abbia il controllo visivo su ciò
che produce. In seguito nella fase dello scarabocchio controllato, il bambino scopre che esiste
un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti e che esiste la possibilità di un controllo
visivo su ciò che produce.
- Il bambino è molto affascinato dai suoi scarabocchi e ne trae una grande soddisfazione
(piacere del movimento).
- È importante permettere al bambino di operare in assoluta libertà.
- Il bambino con il tempo inizierà a dare un nome alle sue produzioni (connessione dei
movimenti con il mondo che lo circonda).
- Incoraggiare il bambino, che si mostra poco motivato allo scarabocchio.
Secondo: lo stadio preschematico (da 4 a 7 anni)
- Fase caratterizzata dalla creazione consapevole della forma (sta nascendo una vera
rappresentazione riferita ad oggetti visivi).
- Importanza del rapporto che si crea fra il disegno e ciò che intende rappresentare.
- Minore importanza alla qualità del disegno, grande importanza nello stabilire un rapporto il
più possibile ricco con il proprio mondo.
- Il primo simbolo che il bambino riproduce è la figura umana (riproduzione testa piedi).
- Spazio: il bambino rispetta solo i rapporti topologici (dentro - fuori, vicino – lontano, sopra –
sotto).
- Colore: la scelta del colore varia a seconda del significato emozionale.
Terzo: lo stadio schematico (da 7 a 9 anni)
- Comparsa di schemi grafici ben definiti per ciascun oggetto.
- Gli schemi grafici sono strettamente individuali e variano in relazione allo sviluppo intellettuale.
- Spazio:
1. Compare la linea di base (il bambino ha conseguito una consapevolezza dei suoi
rapporti con l’ambiente);
2. Compare il folding over (ripiegamento): gli oggetti verticali sono proiettati al suolo,
come se fossero visti dall’alto;
3. Compare il disegno a raggi X: il bambino rappresenta alcuni elementi che in realtà
non sono visibili.
- Colore: il bambino ripete i medesimi colori per simboleggiare determinate cose.
Quarto: lo stadio del realismo nascente (da 9 a 11 anni)
- Nelle sue rappresentazioni il fanciullo mostra una maturazione globale (il bambino si scopre
membro di una società, sviluppa una maggiore consapevolezza e sensibilità nei confronti del
proprio ambiente, è capace di una maggiore critica verso se stesso e verso gli altri, sviluppa un
senso della giustizia ed un maggiore interesse per le differenze sessuali…)
- Spazio: lo spazio ha una rappresentazione più naturalistica (il bambino abbandona l’unica linea di
base e scopre il piano).
- Colore: si passa da un rigido rapporto oggetto - colore a una precisa caratterizzazione del colore
stesso.
Secondo Luquet, il bambino disegna con l’intenzione di rappresentare degli oggetti reali, e si fa
guidare sia dalla sua percezione dell’oggetto, sia dalla rappresentazione interna dell’oggetto. Luquet
distingue tre stadi, a cui corrispondono tre tipi di realismo:
- Realismo fortuito: il bambino nota delle somiglianze tra i segni apposti sul foglio e il mondo
esterno. In questo primo stadio il bambino prima fa un disegno, poi cerca di interpretare ciò che ha
disegnato.
- Realismo intellettuale: il bambino disegna tentando di rappresentare le proprietà dell’oggetto che
gli sono intellettualmente note. Ad esempio, in questo secondo stadio, il bambino disegna senza
tenere conto della prospettiva, le figure possono essere trasparenti per cui un oggetto nascosto dietro
un altro è disegnato come interamente visibile.
- Realismo visivo: il bambino disegna le proprietà visibili dell’oggetto. Questo terzo stadio è
considerato il punto di arrivo dell’evoluzione del grafismo.Il lavoro di Luquet influenzò
considerevolmente il pensiero di Piaget (1948) che ipotizzò un legame tra l’evoluzione del
pensiero ed l’evoluzione del grafismo. Secondo Piaget, lo sviluppo intellettivo procede
secondo una sequenza di stadi, dipendenti dall’età cronologica. Quindi, il perfezionamento
delle produzioni grafiche con l’avanzare dell’età, sempre più dettagliate, realistiche,
proporzionate, procede di pari passo con la crescita intellettiva del bambino.
MODALITA’ DI UTILIZZO DEL MATERIALE ARTISTICO (Kramer)
ATTIVITA’ PRECURSORIE comprendono scarabocchi,macchie ed esplorazionidelle proprietà fisiche
dei materiali
SCARICHE CAOTICHE comportamenti che portano a una perdita del controllo,come
versamenti,spruzzi,sbattimenti,comportamenti distruttivi
ARTE COME DIFESA attività di copiatura e ricalcatura,attraverso ripetizioni stereotipate
IMMAGINE COMUNICATIVE possono essere interpretate come sostitutive o in aggiunta a parole
ESPRESSIONI COMPIUTE produzione di configurazioni simboliche che permettono sia
l’espressione di sé che la comunicazione
SCARABOCCHIO CONTROLLATO
Intorno ai 2 anni , si impegna nell’effettuare movimenti che producono determinati segni. Crea
così forme casuali come linee verticali, orizzontali, curve circolari, ecc. I due anni rappresentano la
fase del così detto “scarabocchio controllato”: linee ondulate ripetute in tutte le direzioni e con
colori diversi, segmenti di linee rette paralleli come tanti fili d’erba, zig-zag ravvicinati che
preludono a chiazze uniformi di colore. Nel bel mezzo di questa frenesia di movimento ecco
apparire i primi tentativi di disegnare un cerchio: non sempre si chiude questo cerchio, ma che
soddisfazione! In realtà, eseguire un cerchio non è affatto facile: devono agire insieme spalla,
braccio, polso, mano e dita. Non a tutti riesce, non a caso Giotto stupì così tanto per la sua abilità.
Sembra poi che la forma circolare sia di comprensione universale: tutti al mondo la
conoscono, la riproducono e la interpretano; l’arte-terapia moderna la mette in relazione con il
tentativo di mettersi in contatto con le parti più profonde della psiche.
SCARABOCCHIO NON CONTROLLATO
Intorno al primo anno di vita, scoperta del piacere di produrre dei segni che vanno in tutte le
direzioni e lasciano una traccia evidente. In questa prima fase non vi è ancora intenzionalità di
rappresentazione. Il bambino è in grado di tenere in mano una matita e di tratteggiare qualcosa su
una superficie pianeggiante priva di colore. I suoi saranno inizialmente scarabocchi assolutamente
casuali: il primo segno, infatti, è tracciato per caso, forse per imitazione. Vedendolo nascere sotto
gli occhi prova meraviglia e soddisfazione e cerca così di ripetere il gesto. Solo verso la fine del
secondo anno emerge una timida intenzionalità: migliorano la capacità visiva, la coordinazione
motoria occhio-mano, la fine motricità delle dita e, con gesti sempre più raffinati e precisi, riesce ad
orientare in modo più sapiente il suo movimento per produrre determinati segni.
Un problema che ha interessato in particolare gli studiosi – in specie gli psicologi – che hanno
affrontato l’argomento è quello degli stadi di sviluppo nella pittura e nel disegno dei bambini. Il
primo ad avere tentato una sistemazione dell’evoluzione del disegno infantile fu James Sully
(Studies of Childhood, 1896), cui si rifece, fornendone una piú sistematica definizione, Cyril
Burt (Mental and Scholastic Test 1922); gli stadi di sviluppo fissati dal Burt sono:
1) ghirigoro (2-5 anni);
2) linea (4 anni);
3) simbolismo descrittivo (5-6 anni);
4) realismo descrittivo (7-8 anni);
5) realismo visivo (9-10 anni);
6) repressione (11-14 anni);
7) ripresa artistica (adolescenza).
Ma il piú organico, completo e ancor oggi insostituibile studio sul disegno – e in generale
sull’arte – infantile si deve a Georges-Henry Luquet; preceduto da uno studio del 1913
(Dessins d’un enfant), originato dall’interpretazione dei disegni della figlia, il Luquet nel 1927
pubblicò Le Dessin enfantin, volume piú volte ristampato e divenuto un classico e insostituibile
riferimento per gli studi sull’argomento.
Il Luquet non era uno psicologo né un pedagogo, e neppure uno storico dell’arte: i suoi
interessi prevalentemente storico-filosofici lo portano cosí ad un approccio piú libero e
sperimentale, sempre peraltro sostenuto da un rigoroso metodo scientifico. Tra le varie
intuizioni e le originali interpretazioni del Luquet andranno almeno segnalate: l’assimilazione
del disegno infantile al gioco; l’automatismo grafico; l’individuazione di un determinante
«modello interno» («Nei disegni dal vero il bambino... copia il proprio modello interno e non
l’oggetto») l’affermazione di una caratterizzazione essenzialmente «realistica» del disegno
infantile, con la distinzione di diversi e successivi momenti (realismo involontario o fortuito,
realismo volontario, in tre fasi: realismo mancato realismo intellettuale, realismo visivo).
STADI DI SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA DAI 18mm ai 3 anni (Bernson)
STADIO 1 (vegetativo-motorio) intorno ai 18mm i primi movimenti grafici sono considerati come
prolungamento del braccio,della mano e delle dita
STADIO 2 (rappresentativo) intorno ai 2 – 3 anni il bambino scarabocchia non più solo per il piacere
del movimento ma per rappresentare sensazioni
STADIO 3 (comunicativo-sociale) dopo i 3aa il bambino desidera comunicare ciò che disegna
FASI DELLO SCARABOCCHIO (Quaglia)
FASE 1 scarabocchio imitativo E’ il momento di identificazione con i genitori,si imita l’atto dello
scrivere o di disegnare da parte dell’adulto
FASE 2 scarabocchio espressivo Il bambino imita segni grafici cercando di controllare la direzione e
l’andamento della linea,si possono evidenziare due tipi di tracciato
uno più lineare,definito scarabocchio-scrittura,l’altro tendente a
espandersi liberamente nel foglio,denominato scarabocchio espressivo
FASE 3 scarabocchio simbolico La forma grafica viene utilizzata dal bambino al posto dell’oggetto
reale,l’intento del bambino sarebbe di rappresentare attraverso la
traccia grafica i contenuti emotivo-affettivi del proprio mondo
interiore
FASE 4 scarabocchio
onomatopeico
Il bambino non è ancora interessato a riprodurre le caratteristiche
dell’oggetto ma è attratto dalle qualità dinamiche dell’oggetto (rumore
e movimento)
FASE 5 disegno Il disegno come copia della realtà attraverso cui si completa
l’’interiorizzazione del movimento o delle proprietà dinamiche
dell’oggetto
SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA IN ETA’ PRESCOLARE (KELLOG)
1 anno i bambini eseguono i primi scarabocchi che derivano dal movimento del braccio e
della mano senza controllo visivo
2 anni negli scarabocchi inizia un certo controllo visivo e i bambini iniziano a riempire
particolari porzioni del foglio, si possono individuare venti elementi lineari di base,
definiti “le strutture portanti” del disegno,queste sono le particelle subatomiche a
fondamento dell’intera creazione simbolica della figura umana e di tutte le altre
immagini grafiche
3 anni fase dei diagrammi rudimentali,cioè l’intersezione di due o più linee di un contorno, i
diagrammi più comuni sono quelli a croce e a cerchio,il bambino passa così dallo
stadio del modello a quello della forma aggiungendo al controllo delle linee
l’esercizio della memoria;inizia la
pianificazione e l’intenzionalità del gesto grafico
4 anni i bambini eseguono aggregati o combinazioni di due o più
diagrammi,un’associazione amata dai bambini è ottenuta dall’unione della croce
greca con quella diagonale,con gli aggregati le combinazioni si moltiplicano e le
variazioni grafiche diventano infinite;associazioni e aggregati in questa fase
caratterizzano lo stadio della composizione formale; compaiono forme geometriche a
struttura concentrica (mandala)soli e radiali

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  • 2. Fasi di sviluppo dello scarabocchio: • 1 anno: il bambino prende in mano per la prima volta una matita, tenta di colpire il foglio, ancora non riesce a lasciare traccia. • 18-20 mesi: inizia a lasciare traccia sul foglio da disegno, disegna segni verticali, orizzontali e radiali • 2 anni: compaiono i primi segni circolari e ad angolo. Non solleva la matita dal foglio e con molta facilità ne supera i bordi. • 2 anni e mezzo: aumenta il controllo motorio, non supera più i bordi, fa scivolare la matita con guida con lo sguardo. Cominciano i primi “riccioli” e successivamente vengono disegnate le spirali e i cerchi multipli. • 3 anni: non scarabocchia solo per il piacere del movimento o per sentire l’attrito della matita sul foglio, bensì per rappresentare sensazioni interne vissute intensamente. Compaiono croci, spazi chiusi, quadrati, solo verso la fine dei tre anni inizia ad abbozzare una casa o un sole. • 4 anni: gli scarabocchi acquistano significato anche per l’adulto, arrivano le prime schematiche figure umane. IL DISEGNO INFANTILE Lo scarabocchio dei due - tre anni Di fronte a un foglio di carta e con un pennarello in mano, un bambino di due anni inizia a scoprire la possibilità di lasciare una traccia visibile per mezzo di un segno grafico: egli scopre che i movimenti di flessione ed estensione del suo avambraccio producono dei tangibili effetti, dei quali all'inizio rimane stupito. Il bambino all'inizio è quindi interessato non alle immagini, ma alle linee, attraverso le quali scarica spontaneamente una sovrabbondanza di energia neuromuscolare, la stessa che motiva la continuazione dell'attività. Alla produzione dei segni rettilinei (scarabocchio disordinato) si aggiungerà quella di movimenti circolari (scarabocchio controllato), che richiedono un maggior controllo del polso, della spalla, ma anche delle dita. Il bambino sperimenta la possibilità di vivere il gesto non più come semplice attività motoria, ma come esperienza visiva: che diventa scoperta e piacere. E' questa la fase dello scarabocchio, che può essere collocata tra i due e i quattro anni: anche se bisogna tener conto delle differenze individuali. L'esperienza visiva: che questo tipo di attività affina, diventa poi il principale responsabile del prodotto grafico: verso i tre anni e infatti l'occhio che inizia a guidare la mano, invece del contrario. Il bambino inizia allora a produrre figure chiuse e spirali continue. La prima fase dello sviluppo del disegno e stata anche definita del realismo fortuito, dal momento che, inizialmente, il bambino non ha la consapevolezza di poter usare l'espressione grafica per rappresentare elementi della realtà. Ciò avverrà quando, in modo casuale, egli osserverà una vaga somiglianza tra le linee raffigurate e un qualche oggetto reale. Possiamo distinguere quattro tappe della fase dello scarabocchio: • 1) Scarabocchio imitativo: il bambino cerca di imitare il gesto grafico osservato nell'adulto nel tentativo di fare, quindi di essere, come I'altro: • • 2) Scarabocchio espressivo: il bambino scopre la possibilità di manipolare la linea, che diventa un veicolo attraverso il quale manifestare il proprio stato emotivo •
  • 3. • 3) Scarabocchio simbolico: il bambino rappresenta il modo in cui egli vive il rapporto con l'oggetto. Gli scarabocchi non sono più buoni o cattivi, ma scarabocchi di cose buone o di cose cattive. • • 4) Scarabocchio onomatopeico: traduce graficamente la visione dinamica che il bambino ha delle cose. Terminata la scoperta del tratto come linea, il bambino inizia a sperimentare il contorno, avviandosi ad una rielaborazione più matura del rapporto tra il disegno e l'oggetto. ( Introduzione C’è chi sostiene che la grafo-motricità cioè i coordinamenti grafo-motori, sono stati negli ultimi anni trascurati in favore dei sistemi elettronici, mouse, tastiera,ecc. Le conseguenze di tale tendenza coinvolgono l’organizzazione e la coordinazione del pensiero, ovvero la cognitività. L’esercizio grafo-motorio riguarda infatti la sfera del cognitivo, coinvolgendo tutti i coordinamenti percettivi, motori,ecc. ed è questo il fondamentale motivo per non trascurarlo. Nel seguente articolo cercheremo di definire a livello concettuale e epistemologico la grafo- motricità, per poi indagarne la fisiologia, la patologia e alcune indicazioni educative e proposte di esercizi grafo-motori. Precisazioni terminologiche Prima di entrare a pieno titolo all’interno della grafo-motricità, partiamo da alcune precisazioni concettuali. La prima puntualizzazione riguarda i termini “grafismo” e “grafema”, indicando il tratto grafico e la semplice produzione di “ un graffio” il primo e e la scrittura il secondo. Tale chiarimento terminologico ci conduce a sfatare l’usuale vocabolo“pre-grafismo”, che è molto in auge nella scuola dell’infanzia e nella scuola Primaria, ma che in realtà non esiste. Essendo infatti i grafismi dei tratti grafici, prima della scrittura non ci sono i pre-grafismi, ma gli stessi grafismi. Il termine va quindi abbandonato a favore di pre-scrittura, ovvero di grafismi ordinati. Una seconda distinzione va fatta tra tratto grafico ( grafismo) e segno: il tratto grafico è un graffio, mentre il segno, in semiologia, è già un simbolo dotato di significato e quando i “ graffi” diventano convenzione divengono segni ( parole). L’insieme dei simboli convenzionali forma il codice e quando c’è un sistema, un codice di segni abbiamo la scrittura, la quale la potremmo definire come l’uso dei segni convenzionali ( simboli stilizzati in un codice) per decodificare e codificare il linguaggio. La fisiologia della grafo-motricità Per la comprensione dei disturbi specifici dell’espressione scritta si deve prendere in considerazione l’evoluzione delle competenze grafo-motorie e quindi come si scrive.
  • 4. I requisiti e le componenti coinvolte sono quella: - motoria ( prenzione) - percettiva ( gestione dello spazio) - psico-motoria ( coordinamento oculo-manuale, spazio-temporale e direzionalità) La grafo-motricità coinvolge dunque tutti i processi. Il bambino conquista la competenza grafo-motoria attraverso un percorso ,che parte dai grafismi fino ad arrivare al disegno geometrico. Lo sviluppo delle competenze grafo-motorie segue nello specifico le seguenti linee evolutive. Inizialmente il bambino è in grado di tracciare segni su una superficie con qualsiasi mezzo appuntito, ovvero è in grado di punteggiare per il mero piacere motorio e percettivo. Successivamente è capace di prolungare in modo informe la punteggiatura, eseguendo una sorta di traccia informale. 1 Docente Università di Macerata, Pedagogista Clinico, Presidente Federazione Italiana Pedagogisti (FIPED). 2 Dottoranda di ricerca Università di Macerata, associata FIPED. I tratti informi precedenti al disegno ed alla scrittura sono gli scarabocchi, che sono in costante evoluzione secondo almeno tre fasi: a) mero scarabocchio, ghirigori, griboullis, tracce a tendenza ripetitiva e circolare privi di alcun significato (fino ai 2,6 anni circa); b) scarabocchio con significato conferito a posteriori e mutevole nel tempo, privo di intenzionalità simbolica (dai 2,6 ai 4/5 anni circa); c) scarabocchio con intenzionalità simbolica-rappresentativa, significato preventivo, come rappresentazione grafica di un realtà figurata secondo visioni e simbologie personali. Per quanto riguarda l’evoluzione delle linee il bambino è in grado di eseguire in questa sequenza: a) la linea verticale, un tratto dall'alto verso il basso per effetto del movimento verticale del polso omologo allo scivolamento secondo il peso; b) la linea obliqua, un tratto progressivamente controllato verso l'alto e l'orizzontale; c) la linea orizzontale, un tratto controllato in orizzontale con senso da sinistra a destra per i destri e da destra a sinistra per i mancini; d) la linea aperta, un tratto informale non chiuso; e) la linea chiusa, un tratto che tende a chiudere un campo (a tre anni circa), in corrispondenza con le precoci nozioni topologiche di aperto-chiuso e dentro-fuori; f) il cerchio, la chiusura di forme tendenzialmente circolari; g) l’incrocio di linee, la tendenza ad incrociare linee, a creare relazioni topologiche nello spazio. Il bambino è poi capace di stendere il colore con un tratto continuo, senza staccare mai la
  • 5. punta dal foglio, e in modo controllato e unidirezionale. Solo dopo il tratto continuo, eseguito senza staccare la punta dal foglio, il bambino riesce a eseguire il tratto spezzato, ovvero un tratto con arresto e cambio di direzione o senso; il tratto curvo, cioè il controllo grafico curvo di diversi tipi e infine il tratto ondulatorio, l’ iterazione del tratto curvo, che richiede una notevole fluidità . Il bambino a questo punto è in grado di realizzare il semicerchio, a imitare i tratti, a controllare la dimensione grafica, a chiudere il cerchio in senso antiorario e infine a eseguire il disegno imitativo e il disegno geometrico. LISTA EVOLUTIVA DELLE COMPETENZE GRAFICHE 1. Punteggiatura 2. Traccia informale 3. Scarabocchio a. mero scarabocchio, b. scarabocchio con significato, privo di intenzionalità simbolica (dai 2,6 ai 4/5 anni circa); c. scarabocchio con intenzionalità simbolica-rappresentativa, 4. Linea verticale 5. Linea obliqua 6. Linea orizzontale 7. Linea aperta: 8. Linea chiusa 9. Cerchio 10. Incrocio di linee 11. Stesura del colore 12. Tratto continuo 13. Tratto spezzato 14. Tratto curvo 15. Tratto ondulatorio 16. Semicerchio. 17. Imitazione di tratti. 18. Controllo della direzione grafica. 19. Controllo della dimensione grafica. 20. Chiusura cerchio antioraria. 21. Disegno imitativo. 22. Disegno geometrico. SCHEMI PSICHICI FONDAMENTALI (Tisseron) Prima dei 18 mesi
  • 6. Tracce –contatto: il bambino tende ad avvicinare una parte del corpo a una superficie fino a toccarla lasciando un’impronta stabilendo così un contatto Tracce-movimento : hanno origine da movimenti di ciascuna mano dal centro fino alla periferia, cioè con gesti che mettono in scena le andate e i ritorni schemi di contenitore: evocano la fantasia incoscia del contatto pelle a pelle con la madre dopo i 18 mesi gli schemi contenitore evolvono in tal modo: le tracce si trasformano in forme come cerchi non chiusi,spirali contenenti spesso punti,alcuni bambini rappresentano le forme contenitore ricalcando con le linee i bordi del foglio come per formare una cornice schemi di trasformazione: evocano la fantasia incoscia del controllo attivo della separazione dopo i 18 mesi gli schemi di trasformazione evolvono in pendolarità e forme ondulate che continuano a esprimere in forma più visiva l’allontanarsi e l’avvicinarsi della madre SVILUPPO GRAFICO NEL BAMBINO NEI PRIMI TRE ANNI DI VITA (Haag) 1)prime immagini: immagini ritmiche pre-figurative indispensabili per giungere alla rappresentazione integrata dell’oggetto,il primo sfondo (muro,tavolo,foglio)assumerebbe la funzione di contenitore entro il quale porre il proprio sé che deborda nei movimenti pulsionali ed emozionali,le forme pre-figurative si trasformeranno in rappresentazioni grafiche più integrate spesso in relazione con lo sviluppo linguistico 2)forme pendolari semplici. comprendono lo scarabocchio e le immagini motorie ritmiche primitive,esprimono il bisogno di ritmicità sul piano di una superficie (proiezione/introiezione) 3)riempimenti:gesto di coloritura dello sfondo o della forma 4)linee dentate:tracciati a denti di sega 5)punteggiamento:compare dopo o qualche volta contemporaneamente alla traccia pendolare semplice,i punti dentro possono rappresentare elementi dei primi visi,quelli fuori elementi nominati con termini legati a eventi atmosferici come pioggia,stelle ,neve.
  • 7. 6)spirali:sono uno dei tracciati privilegiati dal bambino tra i 2aa e i 2aa6mm,con l’andamento in senso orario o più comunemente in senso antiorario a partire dal centro,possono persistere fino a tre anni e oltre nello stesso momento in cui appaiono, attorno ai tre anni, le prime forme chiuse quando il bambino disegna una spirale in senso orario a partire dal centro si può ipotizzare che vi è un certo disagio emotivo 7)cerchi ovali:forme spesso radiate,segnano l’inizio delle forme rappresentative,inizia il dominio diretto delle forme prodotte,l’’evoluzione si completa verso i 5aa-6aa con l’apprendimento dei segni convenzionali del sole,casa,cielo… LUQUET realismo fortuito:fino a due anni e mezzo il bambino inizia a guardare le proprie produzioni cercando un’analogia con qualcosa di reale,fino a che non trova una somiglianza anche vaga e soggettiva,la somiglianza è scoperta a posteriori,comincia la fase delle aggiunte deliberate. realismo mancato:fino ai 5aa,il bambino decide prima dell’esecuzione quale oggetto disegnare,ma talora ne risultano produzioni poco chiare anche a lui,ciò è dovuto a varie difficoltà che incontra nell’esecuzione: a)nel tracciare contorni accurati; b)nel trascurare particolari importanti; c)nel collocarli nella posizione sbagliata, d)nel non rispettare le proporzioni; STADI DI SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA DEL BAMBINO DA 14mm a DOPO I 3aa (DI LEO) 1) stadio senso motorio -scarabocchio cinestetico (14mm); -disegno cinestesico con predominanza cerchio (2aa); 2)stadio preoperatorio -disegno rappresentativo della figura umana (3aa6mm)
  • 8. EVOLUZIONE GRAFICA DAI 6mm AI 3-4 ANNI (Osterrieth) livello 1:produzione intenzionale di scarabocchi (dai 6mm e mezzo ai 3aa e oltre): a)produzione intenzionale di tracciati attraverso la manipolazione grafica,senza intenzione figurativa; b)comparsa di elementi rappresentativi rilevati soprattutto dalla verbalizzazione:entra in gioco la funzione simbolica; livello 2:schematismo (da 3aa e mezzo ai nove circa),l’intenzione figurativa è manifesta e spesso annunciata fin dall’inizio,il disegno è deliberatamente rappresentativo, anche se non conforme alle esatte apparenze visive: a)elaborazione di un “vocabolario grafico” fatto di schemi individuali,spesso riconoscibili,prodotti da giustapposizioni e combinazioni di elementi grafici semplici;enumerazione grafica per giustapposizione di schemi (due anni); b)combinazione di schemi in scene elementari (tre-quattro anni); c)combinazione di schemi in scene complesse e paesaggi;primi tentativi di rappresentazione del movimento e dello spazio (quattro-cinque anni); d)orientamento dello schema verso una rappresentazione più elastica,più aneddotica,più realistica (sei- otto anni) LIVELLI DI SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA DAI SETTE MESI AI CINQUE ANNI (Callaghan) LIVELLO 0 caratterizzato dall’assenza di qualunque differenziazione tra simbolo e referente,prima dei nove mesi il bambino può muovere la matita sul foglio ma essenzialmente per rappresentare il referente; LIVELLO 1 i bambini sopra i sette mesi cominciano a differenziare i loro disegni,per esempio gli scarabocchi prodotti in seguito alla richiesta di fare un disegno da quelli per scrivere una lettera,si osserva una prima differenziazione tra simbolo e referente senza consapevolezza simbolica; LIVELLO 2 i bambini iniziano a nominare gli scarabocchi,ma solo a posteriori,investendoli di significati simbolici e focalizzando l’attenzione sulle somiglianza percettive tra ciò che hanno disegnato e gli oggetti della realtà,in questo livello i bambini hanno consapevolezza dei simboli grafici ancora essenzialmente percettiva o letterale e non ancora referenziale o simbolica; LIVELLO 3 è un livello autenticamente referenziale della consapevolezza del simbolo grafico,durante il secondo anno di vita i bambini iniziano a mostrare nei loro disegni una pianificazione e intenzionalità a priori,con la tendenza a preannunciare quello che intendono disegnare; LIVELLO 4 vanno oltre la pura consapevolezza simbolica e capiscono che i referenti possono essere raffigurati in molti modi, a partire dai trentasei mesi acquisiscono la “costanza simbolica”usano perciò una varietà di forme per raffigurare un referente a seconda dello scopo del disegno; LIVELLO 5 a cinque anni i bambini possono interpretare il simbolo grafico come un indicatore delle intenzioni altrui, a questo livello possono intenzionalmente produrre un disegno al fine di avere una comunicazione con gli interlocutori o proporre una particolare visione del mondo
  • 9. STADIO DELLO SCARABOCCHIO DAI DUE AI QUATTRO ANNI (Lowenfeld) CARATTERISTICHE FIGURA UMANA SPAZIO COLORE DISEGNO MOTIVAZIONE TEMI MATERIALI 1)disordinato esperienza cinestetica, mancanza di controllo dei movimenti nessuna nessuno non vi è approccio consapevole,uso del colore per il puro piacere senza alcuna motivazione nessuno incoraggiamento,non interrompere o scoraggiare il bambino dallo scarabocchiare matita nera grande,carta liscia,vernice da cartelloni,pittura con le dita solo per bambini disadattati,argilla 2)controllato movimenti ripetuti,coordinazione tra attività visiva e motoria,controllo dei movimenti,autorassicurazione di controllo attraverso deviazioni del tipo di movimenti nessuna nessuno oppure in modo cinestetico non vi è approccio consapevole,uso del colore per il puro piacere senza alcuna motivazione nessuno incoraggiamento,non interrompere o scoraggiare il bambino dallo scarabocchiare matita nera grande,carta liscia,vernice da cartelloni,pittura con le dita solo per bambini disadattati,argilla 3)denominazioni cambiamento dal pensiero cinestetico a quello immaginativo,movimenti misti con interruzioni frequenti solo in modo immaginativo, per mezzo dell’atto della denominazione solo in modo immaginativo colore usato per distinguere differenti significati di scarabocchi nessuno nella direzione del pensiero del bambino continuandone la storia matite colorate,vernice da cartelloni,argilla,penna rello La teoria di V.Lowenfeld “Creatività e sviluppo mentale” • Primo stadio dello scarabocchio (2 a 4 anni) • Stadio dello scarabocchio disordinato • Stadio dello scarabocchio controllato • Al bambino piace molto scarabocchiare e occorre permettergli di operare in assoluta libertà
  • 10. • Secondo stadio preschematico (4 ai 7 anni) • Non occorre badare alla qualità del segno/disegno • Importanza del rapporto fra disegno- oggetto non oggetto-colore • Terzo stadio schematico 8dai 7 ai 9 anni) • I segni sono legati al concetto che se ne fa il bambino, • I vari schemi sono strettamente individuali • Appare la relazione fra colore- oggetto consapevolezza del bambino con il suo rapporto con l’ambiente • Quarto stadio del realismo nascente (dai 9 agli 11 anni • Il bambino si scopre membro di una società • Comincia ad orientarsi nello spazio la rappresentazione è più naturalistica • Maggiori dettagli • Rigido rapporto colore-oggetto • Quinto stadio il periodo pseudo- naturalistico (11 ai 13 anni) • Si rileva la preferenza per stimoli visivi o ad esperienze soggettive • Stile cognitivo • Importanza dello spazio, o alle espressioni visive
  • 11. Primi segni Lowenfeld (2/4 anni ). Le dessin d'un enfantc'est un peu de son ame", scriveva nel 1913 Eduard Claparéde. Nel disegno, infatti, il bambino proietta i suoi stati d'animo, i suoi bisogni, il suo mondo interiore, le sue speranze, le sue gioie, le sue sicurezze, le sue paure, le sue angoscie. Attraverso il disegno il bambino narra vicende vissute o immaginate, trasfigura la realta', se ne impadronisce, mostra le proprie conoscenze e ragiona su di esse. Tutti i bambini amano disegnare, sopratutto in certi momenti della giornata. Molto spesso, infatti, il disegno e' divertimento, e' un gioco che si alterna ad altri. Si tratta di un gioco tranquillo, che si puo' fare da soli o con pochi compagni, e che, come tutti gli altri giochi, viene fatto con la serieta' e con l'impegno che contraddistinguono tutte le attivita' infantili. Possiamo distinguere, a gradi linee indicativamente, alcune fasi di sviluppo del disegno, in linea alle fasi dello sviluppo psicomotorio. Primo stadio: Lo stadio dello scarabocchio Lowenfeld (2/4 anni ). " Il primo tentativo di disegnare del bambino , puo' essere molto importante non solo per il bambino stesso, quale suo primo simbolo di espressione, ma anche per l'adulto, sensibile e consapevole, il quale puo' vedere in questi segni il primo sforzo individuale di esprimere se stesso. Quei primi segni, e il modo in cui saranno accolti dagli adulti possono avere molta importanza per il sucessivo sviluppo del bambino. Gli adulti, spesso prestano scarsa attenzione ai primi tentativi artistici dei fanciulli. Anche la parola stessa scarabocchio, puo' suggerire l'idea di una perdita di tempo, o per lo meno di una mancanza di contenuto. In realta' e' proprio vero il contrario. " Lowenfeld distingue lo scarabocchio disordinato da quello controllato. Il primo e' costituito da disegni fatti sulla carta che possono andare in molte direzioni. Nel bambino, evidentemente, prevale la motricita' sul controllo visivo, come puro piacere funzionale. Lo stadio dello scarabocchio controllato, implica gia' un' attivita' di coordinazione motoria e la vista comincia ad avere un ruolo preciso. Il bambino mostra di saper disegnare forme circolari oppure in ogni caso chiuse e staccate fra di loro. Questo autorizza a parlare di auto espressione del bambino. Stadio preschematico Lowenfeld (4-7 anni ) Quando appare il testa-piedi, l'omino, cioe', tutto testa e gambe, si entra nello stadio pre-schematico del disegno infantile. " L'uomo viene raffigurato, tipicamente, con un cerchio che rappresenta la testa, e due linee verticali, che significano le gambe, o il corpo. Non c'e' da stupirsi che il primo soggettoriprodotto sia la persona umana. L'importanza delle personenei disegni infantili resta evidentelungo tutto il periodo dell'infanzia". Dopo lo schema umano, si va delineando, man mano, quello di altri oggetti. Lo spazio che ne deriva e' un' entita' collegata con il corpo del bambino. "A prima vista sembra che gli oggetti tendano a venire disposti nello spazio in maniera puramente casuale. Non di meno, un esame piu' approfonditorivelera' che il fanciullo concepiscelo spazio come cio' che lo circonda. Egli non si vede come un essere che poggiai piedi sulla terra, circondato da oggetti che hanno una precisa disposizione spaziale. Per il fanciullo non esiste alcun rapporto spazialeche prescinda dalla considerazioneche egli ha di se stesso come di un centro. Egli concepisce dunque lo spazio come ruotante intorno a se stesso". La motivazione artistica che interessa i bambini di questa eta' e' data sopratutto dalle esperienze vissute sia fisicamente , sia con la fantasia, sia con le relazioni con l'ambiente. L'uso del colore in questa fase e ' arbitrario, e quindi non naturalistico, e direttamente legato alle emozioni del bambino. Fase del realismo mancato. Teoria del disegno secondo Luquet filosofo e storico francese. E' la fase che interessa, in line di massima, l'eta' che va dai quattro ai sei-sette anni. Come si puo' notare, il Liquet continua ad usare il termine realismo per parlare del disegno del bambino: " Nessun termine quanto quello di realismo si addice meglio alla caratterizzazione del disegno infatile nel suo insieme, il quale e ' realistico anzitutto
  • 12. in rapporto alla natura dei motivi e dei soggetti che sceglie.". La fase del realismo mancato comincia con l'immagine intenzionale; tuttavia, alla realizzazione realistica si frappongono, nei vari tentativi del bambino di rappresentare un oggetto o una persona, alcuni ostacoli, che per Luquet, sono tipici di questa fase. Il primo di questi ostacoli e' dato dalla maldestrezza grafica, sicuramente legata a fattori motori, che spesso portano il bambino a disegnare cose diverse da quelle che si era proposte. Un secondo ostacolo e' dato dalla discontinuita' e dall' esauribilita' dell' attenzione. Il bambino allora, nel corso dell' attivita' grafica, si disperde facilmente, dimenticando di produrre molti elementi che pure aveva annunciati. Un terzo importante ostacolo e' dato dall'incapacita' di sintesi, che porta il piccolo disegnatore all'inesattezza delle proporzioni e delle dimensioni degli oggetti, e alla mancanza di coordinazione fra le varie parti del disegno. Le reazioni spaziali interessano i rapporti di inclusione, di posizione, di esclusione, dati , che come sappiamo, verranno poi descritti dal Piaget in termini di spazio topologico. Noi ci siamo soffermati essenzialmente sugli studi di Lowenfeld e di Luquet Ecco in sintesi la teoria di Lowenfeld: Primo: lo stadio dello scarabocchio (da 2 a 4 anni) - I primi segni sono linee tracciate a caso senza che il bambino abbia il controllo visivo su ciò che produce. In seguito nella fase dello scarabocchio controllato, il bambino scopre che esiste un rapporto tra i suoi movimenti e i segni ottenuti e che esiste la possibilità di un controllo visivo su ciò che produce. - Il bambino è molto affascinato dai suoi scarabocchi e ne trae una grande soddisfazione (piacere del movimento). - È importante permettere al bambino di operare in assoluta libertà. - Il bambino con il tempo inizierà a dare un nome alle sue produzioni (connessione dei movimenti con il mondo che lo circonda). - Incoraggiare il bambino, che si mostra poco motivato allo scarabocchio. Secondo: lo stadio preschematico (da 4 a 7 anni) - Fase caratterizzata dalla creazione consapevole della forma (sta nascendo una vera rappresentazione riferita ad oggetti visivi). - Importanza del rapporto che si crea fra il disegno e ciò che intende rappresentare. - Minore importanza alla qualità del disegno, grande importanza nello stabilire un rapporto il più possibile ricco con il proprio mondo. - Il primo simbolo che il bambino riproduce è la figura umana (riproduzione testa piedi). - Spazio: il bambino rispetta solo i rapporti topologici (dentro - fuori, vicino – lontano, sopra – sotto). - Colore: la scelta del colore varia a seconda del significato emozionale. Terzo: lo stadio schematico (da 7 a 9 anni) - Comparsa di schemi grafici ben definiti per ciascun oggetto. - Gli schemi grafici sono strettamente individuali e variano in relazione allo sviluppo intellettuale. - Spazio: 1. Compare la linea di base (il bambino ha conseguito una consapevolezza dei suoi rapporti con l’ambiente); 2. Compare il folding over (ripiegamento): gli oggetti verticali sono proiettati al suolo, come se fossero visti dall’alto; 3. Compare il disegno a raggi X: il bambino rappresenta alcuni elementi che in realtà non sono visibili. - Colore: il bambino ripete i medesimi colori per simboleggiare determinate cose. Quarto: lo stadio del realismo nascente (da 9 a 11 anni) - Nelle sue rappresentazioni il fanciullo mostra una maturazione globale (il bambino si scopre membro di una società, sviluppa una maggiore consapevolezza e sensibilità nei confronti del proprio ambiente, è capace di una maggiore critica verso se stesso e verso gli altri, sviluppa un senso della giustizia ed un maggiore interesse per le differenze sessuali…) - Spazio: lo spazio ha una rappresentazione più naturalistica (il bambino abbandona l’unica linea di base e scopre il piano). - Colore: si passa da un rigido rapporto oggetto - colore a una precisa caratterizzazione del colore stesso. Secondo Luquet, il bambino disegna con l’intenzione di rappresentare degli oggetti reali, e si fa guidare sia dalla sua percezione dell’oggetto, sia dalla rappresentazione interna dell’oggetto. Luquet distingue tre stadi, a cui corrispondono tre tipi di realismo: - Realismo fortuito: il bambino nota delle somiglianze tra i segni apposti sul foglio e il mondo esterno. In questo primo stadio il bambino prima fa un disegno, poi cerca di interpretare ciò che ha disegnato.
  • 13. - Realismo intellettuale: il bambino disegna tentando di rappresentare le proprietà dell’oggetto che gli sono intellettualmente note. Ad esempio, in questo secondo stadio, il bambino disegna senza tenere conto della prospettiva, le figure possono essere trasparenti per cui un oggetto nascosto dietro un altro è disegnato come interamente visibile. - Realismo visivo: il bambino disegna le proprietà visibili dell’oggetto. Questo terzo stadio è considerato il punto di arrivo dell’evoluzione del grafismo.Il lavoro di Luquet influenzò considerevolmente il pensiero di Piaget (1948) che ipotizzò un legame tra l’evoluzione del pensiero ed l’evoluzione del grafismo. Secondo Piaget, lo sviluppo intellettivo procede secondo una sequenza di stadi, dipendenti dall’età cronologica. Quindi, il perfezionamento delle produzioni grafiche con l’avanzare dell’età, sempre più dettagliate, realistiche, proporzionate, procede di pari passo con la crescita intellettiva del bambino. MODALITA’ DI UTILIZZO DEL MATERIALE ARTISTICO (Kramer) ATTIVITA’ PRECURSORIE comprendono scarabocchi,macchie ed esplorazionidelle proprietà fisiche dei materiali SCARICHE CAOTICHE comportamenti che portano a una perdita del controllo,come versamenti,spruzzi,sbattimenti,comportamenti distruttivi ARTE COME DIFESA attività di copiatura e ricalcatura,attraverso ripetizioni stereotipate IMMAGINE COMUNICATIVE possono essere interpretate come sostitutive o in aggiunta a parole ESPRESSIONI COMPIUTE produzione di configurazioni simboliche che permettono sia l’espressione di sé che la comunicazione SCARABOCCHIO CONTROLLATO Intorno ai 2 anni , si impegna nell’effettuare movimenti che producono determinati segni. Crea così forme casuali come linee verticali, orizzontali, curve circolari, ecc. I due anni rappresentano la fase del così detto “scarabocchio controllato”: linee ondulate ripetute in tutte le direzioni e con colori diversi, segmenti di linee rette paralleli come tanti fili d’erba, zig-zag ravvicinati che preludono a chiazze uniformi di colore. Nel bel mezzo di questa frenesia di movimento ecco apparire i primi tentativi di disegnare un cerchio: non sempre si chiude questo cerchio, ma che soddisfazione! In realtà, eseguire un cerchio non è affatto facile: devono agire insieme spalla, braccio, polso, mano e dita. Non a tutti riesce, non a caso Giotto stupì così tanto per la sua abilità. Sembra poi che la forma circolare sia di comprensione universale: tutti al mondo la conoscono, la riproducono e la interpretano; l’arte-terapia moderna la mette in relazione con il tentativo di mettersi in contatto con le parti più profonde della psiche. SCARABOCCHIO NON CONTROLLATO Intorno al primo anno di vita, scoperta del piacere di produrre dei segni che vanno in tutte le direzioni e lasciano una traccia evidente. In questa prima fase non vi è ancora intenzionalità di rappresentazione. Il bambino è in grado di tenere in mano una matita e di tratteggiare qualcosa su una superficie pianeggiante priva di colore. I suoi saranno inizialmente scarabocchi assolutamente casuali: il primo segno, infatti, è tracciato per caso, forse per imitazione. Vedendolo nascere sotto gli occhi prova meraviglia e soddisfazione e cerca così di ripetere il gesto. Solo verso la fine del secondo anno emerge una timida intenzionalità: migliorano la capacità visiva, la coordinazione motoria occhio-mano, la fine motricità delle dita e, con gesti sempre più raffinati e precisi, riesce ad orientare in modo più sapiente il suo movimento per produrre determinati segni.
  • 14. Un problema che ha interessato in particolare gli studiosi – in specie gli psicologi – che hanno affrontato l’argomento è quello degli stadi di sviluppo nella pittura e nel disegno dei bambini. Il primo ad avere tentato una sistemazione dell’evoluzione del disegno infantile fu James Sully (Studies of Childhood, 1896), cui si rifece, fornendone una piú sistematica definizione, Cyril Burt (Mental and Scholastic Test 1922); gli stadi di sviluppo fissati dal Burt sono: 1) ghirigoro (2-5 anni); 2) linea (4 anni); 3) simbolismo descrittivo (5-6 anni); 4) realismo descrittivo (7-8 anni); 5) realismo visivo (9-10 anni); 6) repressione (11-14 anni); 7) ripresa artistica (adolescenza). Ma il piú organico, completo e ancor oggi insostituibile studio sul disegno – e in generale sull’arte – infantile si deve a Georges-Henry Luquet; preceduto da uno studio del 1913 (Dessins d’un enfant), originato dall’interpretazione dei disegni della figlia, il Luquet nel 1927 pubblicò Le Dessin enfantin, volume piú volte ristampato e divenuto un classico e insostituibile riferimento per gli studi sull’argomento. Il Luquet non era uno psicologo né un pedagogo, e neppure uno storico dell’arte: i suoi interessi prevalentemente storico-filosofici lo portano cosí ad un approccio piú libero e sperimentale, sempre peraltro sostenuto da un rigoroso metodo scientifico. Tra le varie intuizioni e le originali interpretazioni del Luquet andranno almeno segnalate: l’assimilazione del disegno infantile al gioco; l’automatismo grafico; l’individuazione di un determinante «modello interno» («Nei disegni dal vero il bambino... copia il proprio modello interno e non l’oggetto») l’affermazione di una caratterizzazione essenzialmente «realistica» del disegno infantile, con la distinzione di diversi e successivi momenti (realismo involontario o fortuito, realismo volontario, in tre fasi: realismo mancato realismo intellettuale, realismo visivo). STADI DI SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA DAI 18mm ai 3 anni (Bernson) STADIO 1 (vegetativo-motorio) intorno ai 18mm i primi movimenti grafici sono considerati come prolungamento del braccio,della mano e delle dita STADIO 2 (rappresentativo) intorno ai 2 – 3 anni il bambino scarabocchia non più solo per il piacere del movimento ma per rappresentare sensazioni STADIO 3 (comunicativo-sociale) dopo i 3aa il bambino desidera comunicare ciò che disegna FASI DELLO SCARABOCCHIO (Quaglia) FASE 1 scarabocchio imitativo E’ il momento di identificazione con i genitori,si imita l’atto dello scrivere o di disegnare da parte dell’adulto FASE 2 scarabocchio espressivo Il bambino imita segni grafici cercando di controllare la direzione e l’andamento della linea,si possono evidenziare due tipi di tracciato uno più lineare,definito scarabocchio-scrittura,l’altro tendente a espandersi liberamente nel foglio,denominato scarabocchio espressivo FASE 3 scarabocchio simbolico La forma grafica viene utilizzata dal bambino al posto dell’oggetto reale,l’intento del bambino sarebbe di rappresentare attraverso la traccia grafica i contenuti emotivo-affettivi del proprio mondo interiore FASE 4 scarabocchio onomatopeico Il bambino non è ancora interessato a riprodurre le caratteristiche dell’oggetto ma è attratto dalle qualità dinamiche dell’oggetto (rumore e movimento) FASE 5 disegno Il disegno come copia della realtà attraverso cui si completa l’’interiorizzazione del movimento o delle proprietà dinamiche dell’oggetto
  • 15. SVILUPPO DELL’ATTIVITA’ GRAFICA IN ETA’ PRESCOLARE (KELLOG) 1 anno i bambini eseguono i primi scarabocchi che derivano dal movimento del braccio e della mano senza controllo visivo 2 anni negli scarabocchi inizia un certo controllo visivo e i bambini iniziano a riempire particolari porzioni del foglio, si possono individuare venti elementi lineari di base, definiti “le strutture portanti” del disegno,queste sono le particelle subatomiche a fondamento dell’intera creazione simbolica della figura umana e di tutte le altre immagini grafiche 3 anni fase dei diagrammi rudimentali,cioè l’intersezione di due o più linee di un contorno, i diagrammi più comuni sono quelli a croce e a cerchio,il bambino passa così dallo stadio del modello a quello della forma aggiungendo al controllo delle linee l’esercizio della memoria;inizia la pianificazione e l’intenzionalità del gesto grafico 4 anni i bambini eseguono aggregati o combinazioni di due o più diagrammi,un’associazione amata dai bambini è ottenuta dall’unione della croce greca con quella diagonale,con gli aggregati le combinazioni si moltiplicano e le variazioni grafiche diventano infinite;associazioni e aggregati in questa fase caratterizzano lo stadio della composizione formale; compaiono forme geometriche a struttura concentrica (mandala)soli e radiali