11. Incipit Vita Nova: autobiografia spiriruale – 4. ↦ incontra una “ gentile donna di piacevole aspetto ” -> combattuto -> sceglie Beatrice. • PROPOSITO di dire di Beatrice ciò che non fu detto mai di nessun’altra donna.
12. Divina Commedia. Beatrice: guida per la salvezza – 1. • guida da PARADISO TERRESTRE ⇢ EMPIREO. • rimprovera comportamento peccaminoso dopo la sua morte. • frequenti apparizioni per scuoterlo. • scende in Inferno per aiutarlo, dopo invito di S. Lucia, mossa dalla Vergine Maria. • gli dice 2 volte ( paradiso terrestre/paradiso ) di riferire agli uomini ciò che ha visto, quando tornerà nel mondo.
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14. Bibliografia: Immagini e testi di riferimento: - http://www.focusdep.com/images/ Dante Alighieri 1167163444122636.jpg - http://www.darmouth.edu/~matc/math5.geometry/unit10/10012.gif - Armellini G., Colombo A., Letteratura Letterature , Antologia Duecento Trecento , vol. A, Zanichelli, Bologna, 2007. - Mineo N., Dante , Gius. Laterza & Figli, Bari, terza edizione , 1989. - Singleton C. S., La poesia della Divina Commedia, il Mulino, Bologna, 1978.
15. Petrarca e la donna Dott.ssa Vincenza Petrucci matr. 133522 /AD4
16. Petrarca nacque ad Arezzo nel 1304 e morì ad Arquà nella notte tra il 18 ed il 19 Luglio 1374.
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19. Donna per eccellenza: Laura => “Lauro” pianta sacra ad Apollo e simbolo della poesia
20. L’amore per Laura è cantato dal Petrarca nel Canzoniere La miniatura, riproduce l'incontro tra Petrarca e Laura sulle rive del Sorga E' un giorno importante nella vita del poeta Francesco Petrarca. Il 6 Aprile 1327 nella chiesa di Santa Chiara di Avignone conobbe Laura,musa ispiratrice della sua poesia. Ma nel 1348 ebbe la notizia della sua morte, avvenuta proprio il 6 Aprile.
21. Il canzoniere è diviso in sei sezioni: I) Legami con la tradizione stilnovistica e richiami mitologici (identificazione tra laura ed il lauro). II) Primo incontro con Laura quale inneffabile rivelazione dell’amore che sopravvive oltre il tempo e lo spazio. III) Lode di Laura e sua celebrazione assoluta. IV) Presentimento della morte di Laura; tematica del pentimento, della vergogna, della aspirazione alla salvezza eterna dell’anima. V) Percorso di redenzione; la sofferenza dell’innamorato si risolve in cammino verso Dio. VI) Ricerca della pace assoluta; Laura come immagine che conforta e guida il poeta alla salvezza.
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23. Per riassumere… Laura come immagine di un desiderio difficile da colmare Amore per Laura come dono e condanna Laura come oscillazione perpetua che nega qualsiasi pace al poeta Immagine di bellezza inafferrabile
24. Laura Donna splendente e preziosa “ Dolce nemica” che consola e distrugge Vita e morte Amore che brucia come fuoco e gela come ghiaccio
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26. LA DONNA E L’AMORE NELLA ROMA ANTICA E IN CATULLO Dott.ssa Resta Stefania A051 matr. 133541
34. L’OPERA – LA STRUTTURA 116 componimenti suddivisi, secondo criteri retorico – stilistici, in 3 sezioni NUGAE Componimenti 1 – 60. In metro vario (endecasillabo falecio, strofe saffica, etc.) CARMINA DOCTA Componimenti 61 – 68. Di maggiore estensione e impegno stilistico EPIGRAMMATA Componimenti 69 – 116. Carmi brevi in distici elegiaci
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36. LA POESIA D’AMORE PER LESBIA - 1 Il centro ideale del liber è nel gruppo di poesie dedicate a Lesbia. Esse non sono riunite insieme, ma si leggono disseminate nella raccolta. Se ne ricava una complessa vicenda d’amore, la storia di una passione esaltante e tormentosa, che non è narrata direttamente dal poeta, ma emerge dall’espressione dei suoi più profondi e intimi sentimenti.
37. LA POESIA D’AMORE PER LESBIA - 2 Il rapporto d’amore con Lesbia, nato come amore libero e basato sull’eros, tende a configurarsi, quale oggetto dell’impegno morale del poeta, come un tenace vincolo matrimoniale ( foedus ).
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39. LE QUATTRO FASI DELL’AMORE FASE 1 È la fase iniziale: l’amore, in questo momento, è platonico, Lesbia è inaccessibile (vd. carme LI, carme III). FASE 2 È il momento più felice del rapporto: Lesbia ricambia l’amore del poeta (vd. carme V). FASE 3 Rappresenta la fase discendente: Lesbia abbandona Catullo che cerca di dimenticarla (vd. carme LXXXV, carme LXX). FASE 4 Ormai è tutto finito: Catullo non riesce a dimenticare la sua donna. Rimane la passione, ma scompare l’amore (vd. carme LXXII, carme VIII).
42. CARME III Metro: endecasillabi faleci Lugete, o Veneres Cupidinesque, Et quantum est hominum venustiorum: Passer mortuus est meae puellae, Passer, deliciae meae puellae, Quem plus illa oculis suis amabat. Nam mellitus erat suamque norat Ipsam tam bene quam puella matrem, Nec sese a gremio ill ĭus movebat, Sed circumsiliens modo huc modo illuc Ad solam dominam usque pipiabat; Qui nunc it per iter tenebricosum Illuc, unde negant redire quemquam. At vobis male sit, malae tenebrae Orci, quae omnia bella devoratis: Tam bellum mihi passerem abstulistis. O factum male! O miselle passer! Tua nunc opera meae puellae Flendo turgiduli rubent ocelli.
43. CARME V Metro: endecasillabi faleci . Vivamus, mea Lesbia, ayque amemus, Rumoresque senum severiorum Omnes un ĭus aestimemus assis! Soles occidere et redire possunt: Nobis cum semel occĭdit brevis lux, Nox est perpetua una dormienda. Da mi basia mille, deide centum, Dein mille altera, dein secunda centum, Deinde usque altera mille, deinde centum. Dein, cum milia multa fecērimus, Conturbabimus illa, ne sciamus, Aut ne quis malus invidere possit, Cum tantum sciat esse basiorum.
44. CARME VIII Metro: trimetri giambici ipponattei o coliambi o scazonti . Miser Catulle, desinas ineptire, Et quod vides perisse perditum ducas. Fuls ēre quondam candidi tibi soles, Cum ventitabas quo puella ducebat Amata nobis quantum amabitur nulla. Ibi illa multa cum iocosa fiebant, Quae tu volebas nec puella nolebat, Fulsēre vere candidi tibi soles. Nunc iam illa non volt: tu quoque inpŏte < ns noli>, Nec quae fugit sectare, nec miser vive, Sed obstinata mente perfer, obdura. Vale, puella. Iam Catullus obdurat, Nec te requiret nec rogabit invitam. At tu dolebis, cum rogabĕris nulla. Scelesta, vae te, quae tibi manet vita? Quis nunc te adibit? Cui videb ĕris bella? Quem nunc amabis? Cuius esse dicēris? Quem basiabis? Cui labella mordebis? At tu, Catulle, destinatus obdura.
45. CARME LI Metro: strofe saffica minore . Ille mi par esse deo videtur, Ille, si fas est, superae divos, Qui sedens adversus ident ĭdem te Spectat et audit Dulce ridentem, misero quod omnis Erĭpit sensus mihi: nam simul te, Lesbia, aspexit, nihil est super mi <vocis in ore>, Lingua sed torpet, tenuis sub artus Flamma demānat, sonitu suopte Tintĭnant aures, gemĭnā teguntur Lumină nocte. Otium, Catulle, tibi molestum est: Otio exultas nimiumque gestis: Otium et reges prius et beatas Perdidit urbes.
46. CARME LXX Metro: distici elegiaci . Nulli se dicit mulier mea nub ĕ re malle quam mihi, non si se Iuppiter ipse petat. Dicit: sed mulier cupido quod dicit amanti, in vento et rapida scribere oportet aqua.
47. CARME LXXII Metro: distici elegiaci . Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. Nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. Quis potis est, inquis? Quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.
48. CARME LXXXV Metro: distici elegiaci . Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris. nescio, sed fieri sentio et excrucior. L’odio e l’adoro. Perchè ciò faccia, se forse mi chiedi, io, nol so: ben so tutta pena che n’ho. (trad. di G. Pascoli) Odio e amo. Forse chiederai come sia possibile; non so, ma è proprio così, e mi tormento. (trad. di S. Quasimodo)