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IL COOPERATIVE
    LEARNING

   Progetto AID
BREVE EXCURSUS STORICO
Breve excursus storico




1929 Crisi economica: Superamento attraverso
   l‟ideologia della competizione e dell‟individualismo




1933 Kurt Lewin
   Fondazione del Research Center for Group Dynamics al
   MIT
Breve excursus storico




“Concepire un gruppo come un tutto dinamico deve
includere una definizione del gruppo che è fondato
sull‟interdipendenza dei membri o meglio, le sotto parti del
gruppo” (Lewin, 1951, p. 146).


“Con questo termine [gruppo] in genere intendiamo un
insieme di individui che condividono un destino comune, cioè
che sono interdipendenti nel senso che un evento che
influenza un membro deve con probabilità influenza tutti”
(Fieldler, 1967, p. 146).
Breve excursus storico




1933 Kurt Lewin
    Fondazione del Research Center for Group Dynamics al
    MIT

Allievi:
    Ron Lippitt: La ricerca azione

    Jacob Kounin: La disciplina in classe

    Morton Deutsch: I gruppi cooperativi

    Leon Festinger: Dissonanza cognitiva
Breve excursus storico


“maggiore coordinamento degli sforzi;
maggiore diversità di contributi di ogni membro;
più suddivisione di attività;
più pressione verso il conseguimento del risultato;
più comunicazione reciproca;
più attenzione ai compagni di gruppo;
più comprensione reciproca nella comunicazione;
più valutazioni comuni di una comunicazione;
maggiore orientamento e
maggiore produttività per unità di tempo;
migliore qualità del prodotto e delle discussioni;
maggiore cordialità e amicizia durante le discussioni;
una valutazione più favorevole del gruppo e dei suoi prodotti;
maggior numero di comportamenti diretti ad aiutare il gruppo e migliore
   funzionamento del gruppo stesso;
maggiore sensazione di risultare simpatico ai compagni;
maggior senso di sentirsi obbligati e desiderio di vincere rispetto agli altri”
   (Deutsch, 1949, 1962, p. 285).
MODALITÀ
DI COOPERATIVE LEARNING
Robert Slavin: Student Team Building

(1) Le ricompense di gruppo esprimono un riconoscimento
    pubblico dei risultati raggiunti dal momento in cui è stato
    assegnato il compito;

(2) La responsabilità individuale: Tutti devono sentirsi
    responsabili delle relazioni del gruppo: “Ognuno ha
    l‟obbligo di dare il meglio che può e fare il meglio che
    può”.

(3) La stessa opportunità di successo: la condizione
    cooperativa assicura che tutti abbiano la possibilità di
    raggiungere il successo se migliorano la loro prestazione
    precedente).
Yael e Shlomo Sharan: Group Investigation

(1) Organizzazione della classe in gruppi flessibili, eterogenei,
    con molteplicità di interessi e di obiettivi

(2) Pianificazione del compito di apprendimento in modo che
    ogni membro del gruppo possa dare un attivo contributo

(3) Attribuzione di un ruolo agli studenti, curando che
    collaborino attivamente, condividano informazioni e risorse

(4) Attribuzione del ruolo di facilitatore all‟insegnante, con il
    compito di curare un clima cooperativo e un modello di
    comunicazione efficace, di pianificare compiti appropriati,
    coordinare l‟organizzazione della classe
David e Roger Johnson: Learning Togheter
(1) L‟interdipendenza positiva (la percezione da parte dei membri
    del gruppo di galleggiare o sprofondare insieme)
(2) La responsabilità individuale (lo sforzo e l‟impegno dei singoli
    membri per il conseguimento dell‟obiettivo di gruppo);
(3) L‟interazione faccia a faccia, grazie alla quale nel gruppo tutti
    contribuiscono, ascoltano, collaborano, manifestano fiducia
    reciproca, si accettano e si aiutano;
(4) Le abilità sociali (comunicazione, leadership distribuita,
    risoluzione di conflitti) che devono essere attentamente
    insegnate e apprese;
(5) Controllo da parte dell‟insegnante dei comportamenti
    richiesti dal compito da eseguire in gruppo (monitoring) e
    valutazione del lavoro svolto in gruppo (processing)
Elisabeth Cohen: Complex Instruction

(1) Modificare i pregiudizi sia degli studenti che dell‟insegnante
    con una visione ampia delle abilità necessarie per eseguire un
    compito scolastico
(2) Preparare gli studenti alla cooperazione attraverso
    l‟insegnamento di competenze cooperative specifiche: porre
    domande, ascoltare, aiutare gli altri, aiutare gli altri a fare da
    soli, mostrare agli altri come una cosa deve essere fatta…

(3) Organizzare compiti complessi: “tematici”, “compiti aperti”, e
    “richiedono un ampio arco di abilità”

(4) Dare a ciascun membro del gruppo il ruolo o il compito da
    svolgere
Miguel e Spencer Kagan: Structural Approach

(1) Il più alto livello di “interazione simultanea” (se un gruppo
    di 20 membri è suddiviso in 5 gruppi, ognuno composto
    da 4 membri, nella medesima unità di tempo sarebbero
    almeno 5 membri a parlare, se si dividesse lo stesso gruppo
    in coppie, sempre nella medesima unità di tempo sarebbero
    almeno 10 membri a parlare)

(2)   Il pari livello di partecipazione (il lavoro da svolgere in
      gruppo deve essere “equamente” distribuito fra i membri in
      modo da realizzare lo “stesso” contributo da parte di tutti;
      (la mancanza di un pari livello di impegno potrebbe indurre
      a qualche membro ad approfittare del lavoro degli altri).
Dansereau e altri: Script Cooperation


(1)   Gruppi devono essere molto piccoli (diadi) per evitare
      dinamiche interne che rendono difficile il lavoro

(2)   Ad essi debba essere offerta una traccia (script) di come
      devono operare per essere sicuri di raggiungere un risultato
      di successo.
INTERDIPENDENZA POSITIVA
L‟interdipendenza positiva è la condizione nella
quale si dipende da altri per raggiungere un
obiettivo.
ESEMPIO: interdipendenza positiva

Obiettivo: far sperimentare come per realizzare qualcosa si ha
           bisogno degli altri.


Procedura: A seconda dell‟età degli studenti si possono fare
           diverse attività come:
       “Distendere a terra un foglio di giornale. In quattro,
       tenendo un angolo con due dita, lanciare in alto una
       palla di carta e raccoglierla senza che cada o si rompa il
       giornale”
       “Mettere in sequenza significativa una sequenza di frasi
       distribuite tra i membri di un gruppo”
       “Camminare in fila tenendo tra uno e l‟altro una palla
       da tennis con la testa”
Esprimere che cosa si è provato quando ci si è dovuto agire
insieme.

In che cosa differisce lo svolgere un‟attività simile da soli?
INTERAZIONE PROMOZIONALE
      FACCIA A FACCIA
L‟interazione promozionale faccia a faccia descrive
il clima che si respira in un gruppo. Con questa
variabile si indicano molte cose: accettazione,
stima, fiducia, rispetto, conoscenza dell‟altro,
disponibilità, atteggiamenti di disponibilità e di
ascolto verso l‟altro.
Il segno di una buona interazione promozionale è
l‟accettazione della critica riconosciuta come un
aiuto a migliorare quello che si fa e non un
comportamento distruttivo e conflittuale.
ESEMPIO: interazione promozionale faccia a faccia
Obiettivo: Cominciare l‟anno definendo e creando una cultura di
           “caring” nella classe. In una classe dove ci sente al
           sicuro non abbiamo paura di essere feriti dagli altri sia
           verbalmente che fisicamente.
Procedura: Mettere la classe in gruppi di tre e rispondere a
           queste domande:
       “Come ti senti quando sei scelto da un compagno per
       giocare con lui durante l‟intervallo o per una partita in
       palestra?”
       “Come ti senti quando non sei scelto o scelto per
       ultimo?”
       “Come ti senti quando sei invitato per una festa di
       compleanno di un amico?”
       “Come ti senti se non sei invitato?”
“Come ti senti se un compagno ti dicesse che è per
merito tuo che una attività è andata bene?”
“Cosa provi se un compagno ti dice vieni a casa mia e
facciamo i compiti insieme?”

Riassumere le risposte sulla lavagna e invitare gli studenti a
mettere a confronto i due elenchi.
Chiedere agli studenti in quale situazione vorrebbero stare
e perché.
Chiedere di formulare delle specifiche linee guida per
creare una classe dove uno si senta “scelto”, “invitato”, “a
casa”, “dentro” più che fuori di un gruppo.
Fare un poster da appendere in luogo molto visibile con le
linee guida da praticare “dentro” la classe.
INSEGNAMENTO
DELLE ABILITÀ SOCIALI
2 Le abilità sociali
   Sono tutte le forme comunicative con le quali
   entriamo in relazione con gli altri. Vi sono varie
   forme di categorizzarle:
       Abilità comunicative
       Abilità di leadership
       Abilità di gestione del conflitto
       Abilità di problem solving
       Abilità nel prendere decisioni
ESEMPIO: Abilità sociale
Obiettivo: Introdurre l‟abilità sociale di saper esprimere le proprie
           emozioni (Messaggi-IO) ed essere empatici.


Procedura:
      Mettere la classe in gruppi di due e porre queste due
      domande a cui la coppia deve rispondere :
         “Non ti sei mai dispiaciuto di qualcosa che qualcuno
         ti ha fatto? Che cosa gli hai detto o gli hai fatto?”
         “Sei mai stato in una situazione in cui ti sei sentito
         irritato, ma non sapevi che cosa dire?”
Presentare il modello della comunicazione con messaggio
“IO”

    “Mi sento __(molto dispiaciuto) _________________
    quando tu ____(mi tratti da stupido) __________
    perché _ (come te ci tengo a non essere disprezzato)___
    ho bisogno di _(essere stimato) ___________ ”


Offrire agli studenti alcuni esempi e poi dividere la classe in
coppie nelle quali si esercitano in riferimento ad alcune
situazioni. Ad esempio:
     “Il tuo migliore amico non ti ha chiamato quando ti
     aveva promesso di farlo”
     “Un compagno ti ha preso in giro per il tuo nome”
     “Un compagno non ti ha dimostrato attenzione e
     rispetto”
Dopo che gli studenti si sono esercitati in coppia. Le
coppie dicono ad alta voce come hanno risposto nelle
situazioni fornite.

Concludere il lavoro chiedendo agli studenti di rispondere
ancora in coppia a questa domanda:

  “Come questo modo può risolvere „pacificamente‟ dei
  conflitti interpersonali?”
Obiettivo: «Come dare/chiedere aiuto»

     Mettere la classe in gruppi di due e porre questa
     domanda: «Quale di queste forme sono migliori per
     chiedere aiuto?”
        “Mi passi il compito?”
        “Ieri sera ho visto la partita. Poi ero stanco e non ce
        l‟ho fatta a studiare, mi dai una mano?”
        “Dove posso trovare le informazioni per risolvere
        questo problema?”
        “Dove potrei trovare le informazioni per risolvere
        questo problema?”
        “Non vorrei disturbarti. Hai il tempo per aiutarmi?”
“Ho provato più volte, ma non ci riesco. Come
 faccio….?”
 “Mi passeresti quello che hai fatto tu?”

Scambiare le coppie e confrontarsi indicando le ragioni
del modo corretto o scorretto di comunicare la
richiesta di aiuto.

Ritornare alle coppie di prima e rispondere alla
seguente domanda: «C‟è anche un modo buono o
scorretto di dare aiuto?»
STRUTTURE
DI COOPERATIVE LEARNING
Il Cooperative Learning Informale

Strutture di cooperative learning che impegnano
piccoli gruppi di studenti in attività di breve durata
(da pochi minuti a un‟ora di scuola) con lo scopo
di far conseguire un obiettivo comune di
apprendimento. Nel proporre le attività, questa
struttura promuove lo sviluppo delle relazioni
reciproche tra gli studenti suggerendo in
continuazione lo scambio dei partner delle coppie
di lavoro.
ESEMPIO: Cooperative learning informale

Obiettivo: Collaborazione nello scrivere alcune frasi date alcune
           parole.
Procedura: Mettere la classe in coppie e dare la consegna:
        “Leggere a turno un paragrafo ed estrarre l‟idea
        principale?”
        Fare in due al computer una mappa semantica di un
        testo utilizzando il programma CMAP.

        Leggere per qualche minuto un paragrafo e poi
        sintetizzarlo al compagno .
Il Jigsaw (lett. Gioco a incastro)

Strutture di cooperative learning che impegnano
piccoli gruppi di studenti in attività di breve durata
(da pochi minuti a un‟ora di scuola) con lo scopo
di far conseguire un obiettivo comune di
apprendimento. Nel proporre le attività, questa
struttura promuove lo sviluppo delle relazioni
reciproche tra gli studenti suggerendo in
continuazione lo scambio dei partner delle coppie
di lavoro.
La Controversia
(1) Un gruppo viene diviso in due sottogruppi. Un
    sottogruppo lavora su aspetti a favore di un certo
    argomento e un sottogruppo su aspetti a sfavore.
(2) Dopo la rispettiva ricerca, le parti presentano le
    motivazioni a difesa delle loro tesi. Nella
    discussione le due parti cercano di difendere la
    loro posizione.
(3) Poi, i sottogruppi cambiano “posizione” ricercano
    argomentazioni tralasciate.
(4) L‟attività si conclude quando il gruppo prospetta
    una propria posizione sull‟argomento trattato.
Il Teste numerate insieme

(1) L‟insegnante assegna un numero ad ogni studente;

(2) Poi propone una domanda e dà un limite di tempo
    per rispondere;
(3) Gli studenti pongono le “teste insieme”, cioè si
    raccolgono un momento a riflettere insieme;
(4) L‟insegnante chiama un numero, lo studente con quel
    numero risponde e l‟insegnante dà un segno di
    approvazione o negazione a seconda che la risposta è
    corretta o sbagliata.
EFFETTI DEL COOPERATIVE LEARNING
Effetti del Cooperative Learning


   Conseguenze del cooperative learning:


                  risultati più elevati e produttività più grande
                  uso più frequente di ragionamento di alto livello

                  più frequente generazione di idee e di soluzioni nuove
Lo sforzo
esercitato per    motivazione intrinseca e al successo più grandi
conseguire
                  ritenzione a lungo termine maggiore
il successo
                  più comportamento diretto al compito

                  transfer maggiore di ciò che è appreso in una situazione
                  a un‟altra
Effetti del Cooperative Learning




                   attrazione interpersonale più grande piacere
La qualità delle   coesione e spirito di corpo
relazioni tra i    apprezzamento della eterogeneità
partecipanti
                   più grande sostegno orientato verso il compito e
                   personale
                   competenze sociali maggiori


                   salute psicologica maggiore
                   stima di sé più elevata
L‟adattamento      una identità condivisa
psicologico        abilità più grande nella gestione dello stress e della
                   avversità
COOPERATIVE LEARNING E DISLESSIA
L‟interdipendenza positiva «lega» studenti senza
difficoltà di lettura e dislettici
ma… da sola è insufficiente.

è più importante, invece, lavorare molto
sull‟interazione promozionale faccia a faccia.
      Creare inclusione
      Promuovere il riconoscimento della diversità
      Insegnare ad aiutare e a incoraggiare
sono importanti le abilità sociali, soprattutto quelle
comunicative:
     saper dare riconoscimenti e incoraggiamenti
     essere empatici
     saper esprimere le proprie emozioni
     saper dare aiuto
Importanza delle strutture
    Progettazione dell‟algoritmo con strutture
    di cooperative learning informale

Importanza zona di sviluppo prossimale
   modeling
    vicinanza
Differenze fra gruppi di Cooperative Learning
         e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento




Tutti sono responsabili di tutti



Ognuno è responsabile solo di se stesso
Differenze fra gruppi di Cooperative Learning
         e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento




Si enfatizzano il compito e la qualità



Si enfatizzano solo il compito e i risultati dei
rapporti fra i membri del gruppo
Differenze fra gruppi di Cooperative Learning
         e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento




Le competenze sociali sono direttamente insegnate



Le competenze sociali sono supposte o ignorate
Differenze fra gruppi di Cooperative Learning
         e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento




L‟insegnante osserva ed interviene



L‟insegnante si disinteressa o interviene nel
funzionamento del gruppo solo quando si
verificano comportamenti negativi
Differenze fra gruppi di Cooperative Learning
         e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento




I gruppi controllano la loro interazione ed
efficacia mentre lavorano



I gruppi non si controllano nella loro
interazione mentre lavorano
Differenze fra gruppi di Cooperative Learning
        e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento




Valutazione individuale e del lavoro in gruppo



Valutazione di gruppo senza riferimento
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risultati conseguiti dal gruppo

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Cooperative learning, emilia romagna, Comoglio

  • 1. IL COOPERATIVE LEARNING Progetto AID
  • 3. Breve excursus storico 1929 Crisi economica: Superamento attraverso l‟ideologia della competizione e dell‟individualismo 1933 Kurt Lewin Fondazione del Research Center for Group Dynamics al MIT
  • 4. Breve excursus storico “Concepire un gruppo come un tutto dinamico deve includere una definizione del gruppo che è fondato sull‟interdipendenza dei membri o meglio, le sotto parti del gruppo” (Lewin, 1951, p. 146). “Con questo termine [gruppo] in genere intendiamo un insieme di individui che condividono un destino comune, cioè che sono interdipendenti nel senso che un evento che influenza un membro deve con probabilità influenza tutti” (Fieldler, 1967, p. 146).
  • 5. Breve excursus storico 1933 Kurt Lewin Fondazione del Research Center for Group Dynamics al MIT Allievi: Ron Lippitt: La ricerca azione Jacob Kounin: La disciplina in classe Morton Deutsch: I gruppi cooperativi Leon Festinger: Dissonanza cognitiva
  • 6. Breve excursus storico “maggiore coordinamento degli sforzi; maggiore diversità di contributi di ogni membro; più suddivisione di attività; più pressione verso il conseguimento del risultato; più comunicazione reciproca; più attenzione ai compagni di gruppo; più comprensione reciproca nella comunicazione; più valutazioni comuni di una comunicazione; maggiore orientamento e maggiore produttività per unità di tempo; migliore qualità del prodotto e delle discussioni; maggiore cordialità e amicizia durante le discussioni; una valutazione più favorevole del gruppo e dei suoi prodotti; maggior numero di comportamenti diretti ad aiutare il gruppo e migliore funzionamento del gruppo stesso; maggiore sensazione di risultare simpatico ai compagni; maggior senso di sentirsi obbligati e desiderio di vincere rispetto agli altri” (Deutsch, 1949, 1962, p. 285).
  • 8. Robert Slavin: Student Team Building (1) Le ricompense di gruppo esprimono un riconoscimento pubblico dei risultati raggiunti dal momento in cui è stato assegnato il compito; (2) La responsabilità individuale: Tutti devono sentirsi responsabili delle relazioni del gruppo: “Ognuno ha l‟obbligo di dare il meglio che può e fare il meglio che può”. (3) La stessa opportunità di successo: la condizione cooperativa assicura che tutti abbiano la possibilità di raggiungere il successo se migliorano la loro prestazione precedente).
  • 9. Yael e Shlomo Sharan: Group Investigation (1) Organizzazione della classe in gruppi flessibili, eterogenei, con molteplicità di interessi e di obiettivi (2) Pianificazione del compito di apprendimento in modo che ogni membro del gruppo possa dare un attivo contributo (3) Attribuzione di un ruolo agli studenti, curando che collaborino attivamente, condividano informazioni e risorse (4) Attribuzione del ruolo di facilitatore all‟insegnante, con il compito di curare un clima cooperativo e un modello di comunicazione efficace, di pianificare compiti appropriati, coordinare l‟organizzazione della classe
  • 10. David e Roger Johnson: Learning Togheter (1) L‟interdipendenza positiva (la percezione da parte dei membri del gruppo di galleggiare o sprofondare insieme) (2) La responsabilità individuale (lo sforzo e l‟impegno dei singoli membri per il conseguimento dell‟obiettivo di gruppo); (3) L‟interazione faccia a faccia, grazie alla quale nel gruppo tutti contribuiscono, ascoltano, collaborano, manifestano fiducia reciproca, si accettano e si aiutano; (4) Le abilità sociali (comunicazione, leadership distribuita, risoluzione di conflitti) che devono essere attentamente insegnate e apprese; (5) Controllo da parte dell‟insegnante dei comportamenti richiesti dal compito da eseguire in gruppo (monitoring) e valutazione del lavoro svolto in gruppo (processing)
  • 11. Elisabeth Cohen: Complex Instruction (1) Modificare i pregiudizi sia degli studenti che dell‟insegnante con una visione ampia delle abilità necessarie per eseguire un compito scolastico (2) Preparare gli studenti alla cooperazione attraverso l‟insegnamento di competenze cooperative specifiche: porre domande, ascoltare, aiutare gli altri, aiutare gli altri a fare da soli, mostrare agli altri come una cosa deve essere fatta… (3) Organizzare compiti complessi: “tematici”, “compiti aperti”, e “richiedono un ampio arco di abilità” (4) Dare a ciascun membro del gruppo il ruolo o il compito da svolgere
  • 12. Miguel e Spencer Kagan: Structural Approach (1) Il più alto livello di “interazione simultanea” (se un gruppo di 20 membri è suddiviso in 5 gruppi, ognuno composto da 4 membri, nella medesima unità di tempo sarebbero almeno 5 membri a parlare, se si dividesse lo stesso gruppo in coppie, sempre nella medesima unità di tempo sarebbero almeno 10 membri a parlare) (2) Il pari livello di partecipazione (il lavoro da svolgere in gruppo deve essere “equamente” distribuito fra i membri in modo da realizzare lo “stesso” contributo da parte di tutti; (la mancanza di un pari livello di impegno potrebbe indurre a qualche membro ad approfittare del lavoro degli altri).
  • 13. Dansereau e altri: Script Cooperation (1) Gruppi devono essere molto piccoli (diadi) per evitare dinamiche interne che rendono difficile il lavoro (2) Ad essi debba essere offerta una traccia (script) di come devono operare per essere sicuri di raggiungere un risultato di successo.
  • 15. L‟interdipendenza positiva è la condizione nella quale si dipende da altri per raggiungere un obiettivo.
  • 16. ESEMPIO: interdipendenza positiva Obiettivo: far sperimentare come per realizzare qualcosa si ha bisogno degli altri. Procedura: A seconda dell‟età degli studenti si possono fare diverse attività come: “Distendere a terra un foglio di giornale. In quattro, tenendo un angolo con due dita, lanciare in alto una palla di carta e raccoglierla senza che cada o si rompa il giornale” “Mettere in sequenza significativa una sequenza di frasi distribuite tra i membri di un gruppo” “Camminare in fila tenendo tra uno e l‟altro una palla da tennis con la testa”
  • 17. Esprimere che cosa si è provato quando ci si è dovuto agire insieme. In che cosa differisce lo svolgere un‟attività simile da soli?
  • 18. INTERAZIONE PROMOZIONALE FACCIA A FACCIA
  • 19. L‟interazione promozionale faccia a faccia descrive il clima che si respira in un gruppo. Con questa variabile si indicano molte cose: accettazione, stima, fiducia, rispetto, conoscenza dell‟altro, disponibilità, atteggiamenti di disponibilità e di ascolto verso l‟altro. Il segno di una buona interazione promozionale è l‟accettazione della critica riconosciuta come un aiuto a migliorare quello che si fa e non un comportamento distruttivo e conflittuale.
  • 20. ESEMPIO: interazione promozionale faccia a faccia Obiettivo: Cominciare l‟anno definendo e creando una cultura di “caring” nella classe. In una classe dove ci sente al sicuro non abbiamo paura di essere feriti dagli altri sia verbalmente che fisicamente. Procedura: Mettere la classe in gruppi di tre e rispondere a queste domande: “Come ti senti quando sei scelto da un compagno per giocare con lui durante l‟intervallo o per una partita in palestra?” “Come ti senti quando non sei scelto o scelto per ultimo?” “Come ti senti quando sei invitato per una festa di compleanno di un amico?” “Come ti senti se non sei invitato?”
  • 21. “Come ti senti se un compagno ti dicesse che è per merito tuo che una attività è andata bene?” “Cosa provi se un compagno ti dice vieni a casa mia e facciamo i compiti insieme?” Riassumere le risposte sulla lavagna e invitare gli studenti a mettere a confronto i due elenchi. Chiedere agli studenti in quale situazione vorrebbero stare e perché. Chiedere di formulare delle specifiche linee guida per creare una classe dove uno si senta “scelto”, “invitato”, “a casa”, “dentro” più che fuori di un gruppo. Fare un poster da appendere in luogo molto visibile con le linee guida da praticare “dentro” la classe.
  • 23. 2 Le abilità sociali Sono tutte le forme comunicative con le quali entriamo in relazione con gli altri. Vi sono varie forme di categorizzarle: Abilità comunicative Abilità di leadership Abilità di gestione del conflitto Abilità di problem solving Abilità nel prendere decisioni
  • 24. ESEMPIO: Abilità sociale Obiettivo: Introdurre l‟abilità sociale di saper esprimere le proprie emozioni (Messaggi-IO) ed essere empatici. Procedura: Mettere la classe in gruppi di due e porre queste due domande a cui la coppia deve rispondere : “Non ti sei mai dispiaciuto di qualcosa che qualcuno ti ha fatto? Che cosa gli hai detto o gli hai fatto?” “Sei mai stato in una situazione in cui ti sei sentito irritato, ma non sapevi che cosa dire?”
  • 25. Presentare il modello della comunicazione con messaggio “IO” “Mi sento __(molto dispiaciuto) _________________ quando tu ____(mi tratti da stupido) __________ perché _ (come te ci tengo a non essere disprezzato)___ ho bisogno di _(essere stimato) ___________ ” Offrire agli studenti alcuni esempi e poi dividere la classe in coppie nelle quali si esercitano in riferimento ad alcune situazioni. Ad esempio: “Il tuo migliore amico non ti ha chiamato quando ti aveva promesso di farlo” “Un compagno ti ha preso in giro per il tuo nome” “Un compagno non ti ha dimostrato attenzione e rispetto”
  • 26. Dopo che gli studenti si sono esercitati in coppia. Le coppie dicono ad alta voce come hanno risposto nelle situazioni fornite. Concludere il lavoro chiedendo agli studenti di rispondere ancora in coppia a questa domanda: “Come questo modo può risolvere „pacificamente‟ dei conflitti interpersonali?”
  • 27. Obiettivo: «Come dare/chiedere aiuto» Mettere la classe in gruppi di due e porre questa domanda: «Quale di queste forme sono migliori per chiedere aiuto?” “Mi passi il compito?” “Ieri sera ho visto la partita. Poi ero stanco e non ce l‟ho fatta a studiare, mi dai una mano?” “Dove posso trovare le informazioni per risolvere questo problema?” “Dove potrei trovare le informazioni per risolvere questo problema?” “Non vorrei disturbarti. Hai il tempo per aiutarmi?”
  • 28. “Ho provato più volte, ma non ci riesco. Come faccio….?” “Mi passeresti quello che hai fatto tu?” Scambiare le coppie e confrontarsi indicando le ragioni del modo corretto o scorretto di comunicare la richiesta di aiuto. Ritornare alle coppie di prima e rispondere alla seguente domanda: «C‟è anche un modo buono o scorretto di dare aiuto?»
  • 30. Il Cooperative Learning Informale Strutture di cooperative learning che impegnano piccoli gruppi di studenti in attività di breve durata (da pochi minuti a un‟ora di scuola) con lo scopo di far conseguire un obiettivo comune di apprendimento. Nel proporre le attività, questa struttura promuove lo sviluppo delle relazioni reciproche tra gli studenti suggerendo in continuazione lo scambio dei partner delle coppie di lavoro.
  • 31. ESEMPIO: Cooperative learning informale Obiettivo: Collaborazione nello scrivere alcune frasi date alcune parole. Procedura: Mettere la classe in coppie e dare la consegna: “Leggere a turno un paragrafo ed estrarre l‟idea principale?” Fare in due al computer una mappa semantica di un testo utilizzando il programma CMAP. Leggere per qualche minuto un paragrafo e poi sintetizzarlo al compagno .
  • 32. Il Jigsaw (lett. Gioco a incastro) Strutture di cooperative learning che impegnano piccoli gruppi di studenti in attività di breve durata (da pochi minuti a un‟ora di scuola) con lo scopo di far conseguire un obiettivo comune di apprendimento. Nel proporre le attività, questa struttura promuove lo sviluppo delle relazioni reciproche tra gli studenti suggerendo in continuazione lo scambio dei partner delle coppie di lavoro.
  • 33. La Controversia (1) Un gruppo viene diviso in due sottogruppi. Un sottogruppo lavora su aspetti a favore di un certo argomento e un sottogruppo su aspetti a sfavore. (2) Dopo la rispettiva ricerca, le parti presentano le motivazioni a difesa delle loro tesi. Nella discussione le due parti cercano di difendere la loro posizione. (3) Poi, i sottogruppi cambiano “posizione” ricercano argomentazioni tralasciate. (4) L‟attività si conclude quando il gruppo prospetta una propria posizione sull‟argomento trattato.
  • 34. Il Teste numerate insieme (1) L‟insegnante assegna un numero ad ogni studente; (2) Poi propone una domanda e dà un limite di tempo per rispondere; (3) Gli studenti pongono le “teste insieme”, cioè si raccolgono un momento a riflettere insieme; (4) L‟insegnante chiama un numero, lo studente con quel numero risponde e l‟insegnante dà un segno di approvazione o negazione a seconda che la risposta è corretta o sbagliata.
  • 36. Effetti del Cooperative Learning Conseguenze del cooperative learning: risultati più elevati e produttività più grande uso più frequente di ragionamento di alto livello più frequente generazione di idee e di soluzioni nuove Lo sforzo esercitato per motivazione intrinseca e al successo più grandi conseguire ritenzione a lungo termine maggiore il successo più comportamento diretto al compito transfer maggiore di ciò che è appreso in una situazione a un‟altra
  • 37. Effetti del Cooperative Learning attrazione interpersonale più grande piacere La qualità delle coesione e spirito di corpo relazioni tra i apprezzamento della eterogeneità partecipanti più grande sostegno orientato verso il compito e personale competenze sociali maggiori salute psicologica maggiore stima di sé più elevata L‟adattamento una identità condivisa psicologico abilità più grande nella gestione dello stress e della avversità
  • 39. L‟interdipendenza positiva «lega» studenti senza difficoltà di lettura e dislettici ma… da sola è insufficiente. è più importante, invece, lavorare molto sull‟interazione promozionale faccia a faccia. Creare inclusione Promuovere il riconoscimento della diversità Insegnare ad aiutare e a incoraggiare
  • 40. sono importanti le abilità sociali, soprattutto quelle comunicative: saper dare riconoscimenti e incoraggiamenti essere empatici saper esprimere le proprie emozioni saper dare aiuto
  • 41. Importanza delle strutture Progettazione dell‟algoritmo con strutture di cooperative learning informale Importanza zona di sviluppo prossimale modeling vicinanza
  • 42. Differenze fra gruppi di Cooperative Learning e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento Tutti sono responsabili di tutti Ognuno è responsabile solo di se stesso
  • 43. Differenze fra gruppi di Cooperative Learning e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento Si enfatizzano il compito e la qualità Si enfatizzano solo il compito e i risultati dei rapporti fra i membri del gruppo
  • 44. Differenze fra gruppi di Cooperative Learning e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento Le competenze sociali sono direttamente insegnate Le competenze sociali sono supposte o ignorate
  • 45. Differenze fra gruppi di Cooperative Learning e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento L‟insegnante osserva ed interviene L‟insegnante si disinteressa o interviene nel funzionamento del gruppo solo quando si verificano comportamenti negativi
  • 46. Differenze fra gruppi di Cooperative Learning e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento I gruppi controllano la loro interazione ed efficacia mentre lavorano I gruppi non si controllano nella loro interazione mentre lavorano
  • 47. Differenze fra gruppi di Cooperative Learning e gruppi tradizionali o spontanei di apprendimento Valutazione individuale e del lavoro in gruppo Valutazione di gruppo senza riferimento all‟impegno individuale dimostrato rispetto ai risultati conseguiti dal gruppo