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PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
                    -ASPETTI GENERALI-
1) Assioma
Il SISTEMA IMMUNE è il presupposto biologico e funzionale per la difesa dell’organismo da aggressioni
esterne ed opera un certo grado di sorveglianza nei confronti di patologie neoplastiche.
                                                     ⇓
IL controllo si esercita sulla base della distinzione tra ciò che è “SELF” e ciò che è “NON SELF” o che
appare derivare da strutture proprie, ma è profondamente alterato


2) Conseguenza razionale
HORROR AUTOTOXICUS (Herlich) come presupposto essenziale


3) Evidenze attuali
•Il S.I e’ in grado di riconoscere i costituenti autologhi dell’organismo e di riprodurre risposte
immunologiche verso di essi senza peraltro che si realizzi una malattia autoimmune vera e propria
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
                     -ASPETTI GENERALI-
    Concezioni universalmente accettata
La patogenesi di una malattia autoimmunitaria implica:
1) Riconoscimento di strutture self come non-self
2) Autoreattività verso tali costituenti
3) Malattia autoimmunitaria

Meccanismi alla base dell’autoimmunità:
a) Emergenza di cloni “proibiti” contro Ag self
b) Desegregazione Ag
c) Complessazione di Ag self con prodotti estranei  neo-Ag

    Osservazioni
-    b) e c) non sono autoimmunità
-    a) è autoimmunità
-    Nessuna delle ipotesi contempla razionalmente che si rompa l’omeostasi che regola la Tolleranza
     verso il self stabilita a partire dalla vita fetale.
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
              -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA-

Evidenze attuali
Soggetti normali possiedono auto-Ab a basso titolo e cloni T autoreattivi senza manifestazioni cliniche

Mancata distinzione self/non-selfnon sempre sfocia in patologia



Osservazioni
Fenomeni di autoimmunita’ transitoria sono riscontrabili (spesso senza
   manifestazioni cliniche) in corso di:
1)      malattie infettive acute e croniche
2)      malattie linfoproliferative
3)      neoplasie
4)      malattie da deficienza immunologica
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
              -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA-

Caratteristiche degli autoAb naturali
1)   Comunemente presenti a basso titolo (anche senza patologie concomitanti)
2)   Frequenti nel mieloma (ruolo patogenetico?)
3)   Nei topi sono prodotti da linfociti B1B CD5+ con l’ausilio di citochine Th2
4)   Anche nell’uomo esistono subsets di linfociti B CD5+ con simile funzione
5)   Presenti anche in animali germ-free
6)   Prevalentemente IgM
7)   Idiotipo cross-reattivo
8)   Polispecifici verso Ag self e non-self (actina, albumina, DNA, mielina,
     mioglobina, miosina, perossidasi, renina, tireoglobulina, …)
Ipotesi
Meccanismo di sicurezza
     "Mascheramento" degli epitopi autoantigenici/network idiotipico
                              
                Inibizione sintesi autoanticorpi IgG lesivi

 Similmente esistono cloni T che riconoscono MHC-II self e
 proteine sieriche
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
            -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA-

Conclusioni

Il S.I. si dividerebbe in due compartimenti:

a) Compartimento della risposta immune (65-90% del totale)

b) Compartimento dell’autoreattività (10-15%) con repertorio
   sostanzialmente differente ma non sottoposti a stimolazione specifica
   determinabile

AUTOIMMUNITA’ PATOLOGICA:

1)Presenza di una reazione autoimmune
2)Evidenza che tale reazione non sia secondaria a danni tissutali
3)Malattia determinata dai meccanismi immunologici in assenza di altri
momenti patogenetici
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
         -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA-

                   LINFOCITI B CD5+

PARTICOLARE SOTTOPOPOLAZIONE B-LINFOCITARIA LE CUI
   DIMENSIONI SONO GENETICAMENTE REGOLATE
- DIVERSI FUNZIONALMENTE DAI B-LINFOCITI RESPONSABILI DELLA
   SINTESI DEGLI ANTICORPI CONTRO ANTIGENI ESOGENI
- RESPONSABILI DELLA SINTESI DI ANTICORPI NATURALI"
   A BASSA AFFINITA' CON REATTIVITA' AUTO-ANTICORPALE:
-POSSONO AGIRE ANCHE DA APC
PRESENTI E NOTEVOLMENTE AUMENTATI IN MOLTE CONNETTIVITI
  COME:
  - ARTRITE REUMATOIDE
  - LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO
  - S. DI SJOGREN
  - SCLERODERMIA
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
             -TOLLERANZA IMMUNOLOGICA-
Assioma
Tolleranza: incapacità del S.I. di reagire contro il self

Evidenze attuali
Sperimentalmente inducibile:
- Esposizione pre/perinatale (gemelli dizigoti, topi neonati,…)
- Inoculazione secondo schema a basse dosi ed ad alte dosi:
    - Tolleranza a bassa zona (basse dosi  tolleranza T)
    - Tolleranza ad alta zona (alte dosi  tolleranza T e B)



              T helper
Agattivazione
              T suppressor ( meglio dire T regolatori)
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
       -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

       TOLLERANZA CENTRALE
       -Delezione clonale

       TOLLERANZA PERIFERICA
       -APC          Anergia clonale
                     Esaurimento clonale
                     Ignoranza clonale
                     Modulazione del TCR
       -Cooperazione T-B e T-T
       -IL-2
       -Linfociti T regolatori 
                                 Soppressione clonale
       -Network   idiotipico 
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
           -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

  TOLLERANZA
VIENE MANTENUTA EFFICIENTE DA:
- Modalità di presentazione e riconoscimento antigene
- Controllo vicendevole esercitato dalle popolazioni linfocitarie normo-
funzionanti


Alcuni cloni auto-reattivi non sono eliminati, ma entrano
 in fase di anergia reversibile e sono tenuti quiescenti
   da meccanismi regolatori T-linfocitari continuativi
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
            -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

    TOLLERANZA CENTRALE

                                                         -Selezione positiva
                                                         
T                                                        -Selezione negativa
                                                         
                                                         -Sopravvivenza e
                                                         maturazione




B   Nel midollo osseo: se riconoscono Ag ubiquitari come MHC e peptidi self
    -Delezione per apoptosi
    -Riediting recettoriale (IgD)
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
          -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

TOLLERANZA CENTRALE
- LIMITI-
Limitato repertorio peptidi
antigenici self presenti nei
siti di selezione
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
                 -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

     TOLLERANZA PERIFERICA
1) Presentazione dell’antigene
-   Teoria del doppio segnale (B7.1 e B7.2 –CD28; CD40-CD40L; CD28-CTLA-4)
2) Vie di somministrazione dell’antigene
- Per os (MBPCD8+TGF-βattivazione)
-   Assenza di adiuvanti (presentazione con MHC, citochine
    proinfiammatorie)
3) Ignoranza clonale (distretti ignoti al S.I.)
3) Cooperazione T-B e T-T
-   Coprocessazione Ag (carrier ed aptene)
-   Funzione Th
4) IL-2
- Condiziona l’attivabilità (in senso duplice)
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
            -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

   TOLLERANZA PERIFERICA
3) Ignoranza clonale
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
              -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

     TOLLERANZA PERIFERICA
4) Linfociti T regolatori
-   TGF-βattivazione
-   CD4+CD25+ (IL-2Rα)  Linfociti autoreattivi  attivazione (GITR,
    FOX???)
-   Iperespressione di IL-2R [IL-2] disponibile
-   Th3  TGF-β MHC e costimolatori +  Th1

-   Tr1  IL-10 MHC e costimolatori +  Th1
-   Blocco secondo segnale APC
5) Alterazioni del network idiotipico
-   Possibile cross-reattività di Ab-antidiotipo per Ab verso Ag non-self
    ed Ab vs. Ag self che condividono un idiotipo  stimolazione
-   Attività agonistica su recettori
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
              -MECCANISMI DI TOLLERANZA-

     TOLLERANZA PERIFERICA
5) Alterazioni del network idiotipico
-   Attività agonistica su recettori
-MECCANISMI DI TOLLERANZA-




                                Ag
                             Clonal
                             ignorance
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
       -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-

    Elementi essenziali
-Concomitanza di fattori
genetici ed ambientali
-Malattie     mediate     da
linfociti T, Ab e miste
-All’inizio la patologia è
specifica per un Ag, poi il
disordine si estende
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
      -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-

    Fattori genetici
-Geni coinvolti che possono alterare le funzionalità del S.I. (cluster familiari con ≠
patologie autoimmuni)
-Geni polivalenti (Idd3 IDDM e EAE)
a) Geni e riconoscimento/presentazione antigene
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
      -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-

    Fattori ambientali
-LPS e prodotti di microrganismi citochine proinfiammatorieAPC
-Infezionisbilancio equilibrio Th1 – Th2

-Squilibrio cellule helper/regolatorie
-Citolisi da agenti infettivi rilascio auto-Ag in condizioni infiammatorie
-Mimetismo molecolare
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
      -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
    Meccanismi patogenetici
1) RISPOSTE VERSO Ag SELF
Ruolo centrale delle risposte linfocitarie
a) TH condizionano le risposte (anche produzione Ab verso Ag proteici)
b) associazioni con particolare assetto MHC (presentazione Ag)
-Perdita tolleranza centrale (in teoria i meccanismi periferici sono comunque sufficienti) (ruolo
alterazioni funzionali MHC?)
-Perdita tolleranza periferica
- Rottura anergia T
   ◊ attivazione infiammatoria, per cause anche disgiunte, di APC che possono presentare l’Ag con
i costimolatori e citochine) (alcune patologie si evocano solo somministrando l’Ag con opportuni
adiuvanti) (Enecefalomielite, tiroidite, IDDM)
   ◊ Alterazioni a carico dei linfociti T (CTLA- come KO o bloccato con Ab)
- Assenza di morte cellulare indotta dall’attivazione
  ◊ alterazioni sistema Fas/FasL [topi lpr (Fas) e gld (FasL)]⇒ alterazioni dei
   meccanismi di tolleranza periferica⇒mancata delezione cloni TH e B ⇒autoAb
     (S. linfoprolif. Autoimm. rara sindrome genetica; anche LES ha simile clinica, ma Fas non
implicato)
  ◊ Alterazioni recettore IL2 (potenzia anche effetto di Fas e forse attiva cellule T
    regolatorie) (α o β; γ impedisce anche l’espressione di IL7R ⇒ depressione)
- Alterazioni T regolatori (trasferimento passivo in animali linfocitopenici⇒ patologia)
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
       -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
    Meccanismi patogenetici
-Fattori genetici (50% gemelli monozigoti IDDM)
-per lo più tali geni aumentano la probabilità,
ma non sono sufficienti
-MHC




 - specie classe II per interazione TH
 - precisazioni:
   1) linkage disequilibrium (allelli che si associano - aplotipi HLA estesi)
   2) sottotipi di alleli (anche variazioni puntiformi, specie tasca legame)
   3) eredità predisponente ed eredità protettiva
-Modello: protezione da IDDM con HLA-DQ (Asp 57)
      a) MHC poco efficiente nel legare specifici peptidi self ⇒ mancata selezione -
      ( ⇒ come potranno però poi rispondere i cloni sopravvissuti?)
      b) interazione preferenziale tra T regolatori (protettivi o patogeni) con ≠ MHC
      c) geni interni al complesso MHC, ma che non ne fanno parte (emocromatosi, def. 21-idross.)
      d) mimetismo molecolare MHC e Ag di microrganismi
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
  -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
Meccanismi patogenetici
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
   -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
 Meccanismi patogenetici
-Altri geni (per lo più associazioni epidemiologiche a significato incerto)
- 20 diversi geni sembrano associarsi a IDDM
- Fas e FasL
- proteine del complemento (deficit C2 e C4⇒ridotta clearance IMC)
- Vβ
- citochine (bilancio reciproco)
- CTLA-4 e porzioni vicine al locus (Polimorfismi)
-…

- Ruolo delle infezioni
- attivazione policlonale
- infiammazione e molecole costimolatorie
- neoAg cross-reattivi
- Alterazioni anatomiche (traumi, etc.)
- esposizione di Ag normalmente sequestrati, alterazioni infiammatorie, neoAg
- Altro
- influenze ormonali
-…
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
  -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
Meccanismi patogenetici
-Attivazione policlonale linfociti B
   ◊ attivazione ad opera di molecole
che interagiscono con recettori diversi
da quello per l’Ag (LPS per il topo,
superantigene) che attivano cloni
linfocitari anergizzati, ma specifici per
l’Ag ⇒risposta autoimmune (trapianti)


-Cross reattività tra Ag self e non-self
  (mimetismo molecolare)
 ◊ produzione di Ab ed attivazione di
   linfociti T specifici per Ag batterici,
   ma in grado di cross-reagire con Ag
   self (febbre reumatica)
 ◊ Ag con più determinanti (alcuni
   cross-reattivi) possono attivare TH e
   determinare risposte auto-Ab
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
  -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
Meccanismi patogenetici
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
  -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
Meccanismi patogenetici
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
 -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-

Meccanismi patogenetici
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
 -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI-
Meccanismi patogenetici mediti da Ab
Il   lupus eritematoso sistemico

   Malattia infiammatoria, sistemica, cronica ad
    eziologia     multifattoriale e    patogenesi
    autoimmune.
   Prototipo delle malattie da immunocomplessi.
   Caratterizzato dalla produzione di anticorpi
    antinucleo rivolti verso diverse specificità
    antigeniche.
Criteri    classificativi

1.   Rash malare 7. Impegno renale
2.   Rash discoide 8. Manifestazioni
3.   Fotosensibilità neurologiche
4.   Aftosi orale   9. Alterazioni
                        ematologiche
5.   Artrite
                    10. Alterazioni
6.   Sierosite
                        immunologiche
                    11. Anticorpi antinucleo
Patogenesi del LES
Quadro         clinico

   Estremamente polimorfo.
   Le manifestazioni più frequenti sono l’artrite, il
    rash malare, le sierositi e la glomerulonefriti.
   Tra le alterazioni ematologiche sono di
    particolare rilievo la leucopenia, l’anemia, la
    piastrinopenia,         l’ipergammaglobulinemia,
    l’ipocomplementemia, la positività degli ANA.
   Cellule LE: fagociti repleti di residui di nuclei di
    cellule aggredite dagli auto-Ab
 Manifestazioni
   muscoloscheletriche
 Artrite: tumefazione modesta a carico dei
  tessuti molli, non erosiva. Possono svilupparsi
  deformità (artrite di Jacoud)
 Miosite:   può essere secondaria alla flogosi
  articolare, alla terapia steroidea o dovuta ad
  una infiammazione delle fibre muscolari.
 Fibromialgia: sindrome dolorosa da stress
  secondaria a molte malattie reumatiche.
Artrite: infiammazione delle articolazioni periferiche con
tumefazione, e alterazioni pigmentarie cutanee
 Manifestazioni                  cutanee
   Lesioni specifiche
      Lesioni acute: rash malare, eritema generalizzato, lesioni bollose
      Lesioni subacute: anulari policicliche, psoriasiformi
      Lesioni croniche: lupus discoide, lupus profundus


   Lesioni non-specifiche
      Vascolari: vasculite, teleangectasie, livaedo reticularis, ulcere
       croniche, gangrena periferica, noduli reumatoidi,
      Lesioni orali, mucose
      Alopecia non cicatriziale, frontale o diffusa
      Panniculite
      Lesioni orticarioidi
      Sclerodattilia
      Anomalie pigmentarie
      Calcinosi cutanea
Rash malare
Lupus cutaneo acuto generalizzato
Lupus discoide
Impegno           renale nel LES
L'incidenza dell'impegno renale è stimata tra il 30 e
  l’80% nelle diverse casistiche
Fino    al 25% dei pazienti con impegno renale
  sviluppa insufficienza renale cronica
E’     caratterizzato  dalla     presenza    di   una
  infiammazione dei glomeruli (glomerulonefrite)
Importante fattore prognostico
La classificazione della OMS      distingue 6 diversi
  pattern di impegno renale nel LES
Classificazione                         WHO
                                             Quadro clinico associato
Classe I: glomeruli normali           Assenza di alterazioni
Classe II: gn mesangiale              Lieve proteinuria, modeste alterazioni del
                                      sedimento urinario
Classe III: gn proliferativa focale   Proteinuria      raramente       nefrosica,
                                      alterazioni del sedimento urinario
                                      Rara la alterazione della funzione renale

Classe IV: proliferativa diffusa      Proteinuria spesso nefrosica, ematuria,
                                      ipertensione, insufficienza renale

Classe V: gn membranosa               Sindrome nefrosica.
                                      Talvolta insufficienza renale a lenta
                                      evoluzione
Classe VI: sclerosi glomerulare       Insufficienza renale terminale
Glomerulonefrite     proliferativa
 diffusa
             La     evoluzione     clinica     della
             glomerulonefrite proliferativa diffusa
             presenta una grande variabilità tra
             pazienti,   nonostante       apparenti
             somiglianze relativamente a variabili
             epidemiologiche,              cliniche,
             sierologiche ed istologiche
 Manifestazioni               neuropsichiatriche
    Manifestazioni neurologiche (base vascolare e
                autoimmunitaria diretta)
1.   Cefalea non trattabile, responsiva agli steroidi
2.   Convulsioni
3.   Accidenti cerebrovascolari, ictus
4.   Mielite trasversa
5.   Multinevriti
                   Manifestazioni psichiatriche
1.   Psicosi
2.   Organic brain syndrome: sindrome caratterizzata da delirio,
     instabilità emotiva, riduzione della memoria
3.   Disturbi neurocognitivi
Sierositi


   Possono presentarsi come pleurite, pericardite,
    peritonite.
   La pleurite in corso di lupus è bilaterale nel 50%
    dei casi.
   I versamenti sono generalmente modesti.
   La ascite si associa alla peritonite nell’11% dei
    casi circa; talvolta può divenire cronica.
Manifestazioni        polmonari del
 LES
    Dolore   toracico pleuritico
    Polmonite   lupica acuta
    Polmonite   interstiziale cronica
    Sindrome    “Shrinking Lung”
    Ipertensione   polmonare
    Emorragia    polmonare
Dolore         toracico pleuritico
 Dolore               Spesso muscolare, o a carico delle
 muscoloscheletrico   articolazioni costo-condrali (sindrome di
                      Tietze)
                      Risponde al calore locale, analgesici
                      topici, anti-infiammatori non steroidei
 Pleuritico           Difficile da diagnosticare
                      Possono essere presenti sfregamenti o
                      versamento pleurico
                      Il versamento di solito è modesto,
                      bilaterale nel 50%
Polmonite               lupica acuta

   Rara, incidenza 1-12%
   Caratterizzata da febbre, tosse, emottisi, dispnea, pleurite, nel
    50% dei casi si associa a versamento pleurico
   Infiltrati polmonari generalmente basilari
   Non è possibile isolare dei patogeni
   La prognosi generalmente è scadente, in particolare se si
    sviluppa nel post-partum. Mortalità a breve termine del 50%
   Residuano anomalie della funzionalità respiratoria con difetti di
    tipo restrittivo
   Terapia corticosteroidea ad alto dosaggio e antibiotica in base
    agli esami colturali
Polmonite               cronica
   Si osserva fino al 9% dei pazienti
   Spesso preceduta da polmonite cronica
   Più spesso in pazienti con malattia di lunga durata
   Più spesso in associazione ad anticorpi anti-Ro
   Tosse cronica non produttiva, dispnea e dolore
    toracico pleuritico
   Pattern restrittivo alle prove di funzionalità
    respiratoria con ridotti volumi polmonari
   Insufficienza respiratoria
Shrinking lung




•Sindrome restrittiva in assenza di alterazioni parenchimali, dovuto al sollevamento
degli emidiaframmi (miopatia?).
•Alla radiografia del torace possono essere presenti aree di atelectasia basilare.
Manifestazioni                cardiache
   Miocardite: da vasculite dei piccoli
    rami coronarici (?)
   Endocardite verrucosa atipica
    (Libman    Sacks):     endocardite
    verrucosa   non    batterica    che
    raramente produce delle alterazioni
    emodinamicamente significative.
   Coronaropatie: i pazienti con LES
    presentano         una     aterosclerosi
    accelerata in parte correlabile alla
    terapia farmacologica e in parte alla
    patologia stessa (ruolo di anticorpi
    anti-fosfolipidi e anti-endotelio).
Pericardite,           versamento pericardico

    E’ la manifestazione cardiaca più frequente nel LES e
     raggiunge una prevalenza del 48%
    Il versamento pericardico è di solito modesto e una
     pericardite può precedere i segni clinici del LES nella
     storia del paziente
    Normalmente la pericardite è asintomatica ed ha un
     decorso benigno
    La complicanza più grave è una pericardite purulenta che
     potrebbe svilupparsi nel paziente immunosoppresso
    Versamenti cospicui con tamponamento cardiaco e la
     pericardite restrittiva sono rari nel LES
Endocardite                di Libman-Sacks
Definizione:   Presenza di      vegetazioni   verrucose   aderente
               all’endocardio
Patogenesi:    Deposizione di immunoglobuline e complemento,
               con proliferazione e degenerazione cellulare e
               deposizione di fibrina;
               Correlazione con ACLA?
Prognosi:      Tipicamente è asintomatica
               Le vegetazioni possono frammentarsi a provocare
               embolizzazioni
               Generalmente buona, non valvulopatia
Terapia:       Nessuna
Manifestazioni        gastrointestinali

 Vasculite  mesenterica
 Malattie infiammatorie dell’intestino
 Morbo celiaco
Manifestazioni         ematologiche
 Anemia: anemia da malattia cronica (normocitica
  e normocromica), anemia emolitica a patogenesi
  autoimmune
 Leucopenia: per lo più dovuta ad anticorpi anti-
  leucociti.
 Linfopenia:       attribuibili    ad    anticorpi
  linfocitotossici.
 Piastrinopenia: attribuita ad anticorpi anti-
  piastrine, ma anche elemento caratteristico della
  sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi.
 La   Artrite Reumatoide




Cos’e l’ AR ?
E’ una artrite infiammatoria – autoimmune cronica
E’ una artrite potenzialmente evolutiva
 La     Artrite Reumatoide




Se non diagnosticata rapidamente e trattata precocemente: e’
potenzialmente invalidante .
Il 50% a rischio per la sua attivita’ lavorativa dopo 10 anni di
malattia
Criteri per la classificazione
                      dell’artrite reumatoide
  1. Rigidità articolare al risveglio (≥1h)
  2. Tumefazione di tre o più articolazioni
  3. Tumefazione delle articolazioni delle mani (MCF, IFP o polsi)
  4. Tumefazione simmetrica
  5. Noduli sottocutanei
  6. Fattore reumatoide
  7. Erosioni e/o osteoporosi periarticolare alle radiografie delle mani
      o dei polsi
I criteri da 1 a 4 devono essere stati presenti per almeno sei settimane consecutive ed i
criteri da 2 a 5 devono essere osservati da un medico. La classificazione della malattia
richiede che siano soddisfatti almeno quattro criteri.
Manifestazioni extraarticolari
1.     Noduli
2.     Anomalie ematologiche (anemia normocromica
       normocitica ; trombocitosi; eosinofilia ; LGL)
3.     Sierosite (pleurite , pericardite)
4.     Episclerite
5.     Vasculite cutanea
7.     Neuropatia
8.     Miopatia infiammatoria
9.     Nefrite mesangiale
10.    Osteoporosi
11.    Interessamento polmonare ( Noduli,
       Polmonite Interstiziale , BOOP …)
12.    Granulomatosi Miocardica nodulare
 Fattori   di rischio nell’ AR          (non modificabili)

Rischio di sviluppare AR
   Sesso femminile
   Fattore Reumatoide positivo
    (titolo > 1/32 , Aho K et al.A&R 1985, 28:485-9; Del Puente A et
    al. A&R 1988,31:1239-44 )
   Positivita’ Anti-Citrullina ( OR: 37.8)
    (Van Gaalen FA et al. A&R 2004, 50:709-715)
   Familiarita’ per AR
    (60% della intera variabilita’ , MacGregor A et al. A&R 2000, 43:
    30-37)
   Minor rischio in portatori di allergie (OR: 0.6) (Reckner Olsson et
    al. Ann.Rheum.Dis. 2001, 60: 934-9
 ARTRITE     REUMATOIDE

 artrite infiammatoria cronica autoimmune non
  organo-specifica
 caratterizzata da:

   - un processo autoimmune selettivo per le
     articolazioni e
   - un processo autoimmune sistemico
     (anticorpi vs antigeni non organo-specifici
     + manifestazioni extra-articolari)
     ARTRITE REUMATOIDE

IPOTESI PATOGENETICA-
artritogenico
 Polimiosite   (PM) / Dermatomiosite
 (DM)
 DEFINIZIONE

  Gruppo eterogeneo di malattie muscolari
  acquisite caratterizzate da un processo
  infiammatorio a carico della muscolatura
  scheletrica
 CLASSIFICAZIONE




 Polimiosite (PM)
 Dermatomiosite (DM)
 Dermatomiosite dell’infanzia
 Miosite nelle neoplasie
 Miosite associata ad altre connettiviti
 Miosite da corpi inclusi (MCI)
 Dermatomiosite amiopatica
 ASSOCIAZIONE                  CON ALTRE
   MALATTIE
1) Connettiviti (SSc, LES, MCTD, SS, AR)

2) Malattie autoimmuni (m. di Crohn,sarcoidosi, celiachia,
   miastenia, trombocitopenia autoimmune, Hashimoto etc)

3) Neoplasie:
   - PM: polmone, mammella, linfoma, prostata
   - DM:ovaio, stomaco, mammella, stomaco
  La neoplasia può precedere, seguire o essere contemporanea alla miosite
  L’associazione è marcata soprattutto per la DM
  Uno screening per neoplasia è fondamentale in tutti i pazienti
 EPIDEMIOLOGIA


   Malattia ubiquitaria, più frequente nella razza nera
   rapporto F/M variabile
    1:1 nella DM giovanile; 2:1 PM dell’adulto; 1:2 nella
    malattia da corpi inclusi (MCI); 9:1 forme associate ad
    altre connettiviti
   età:
    PM >18 aa; DM tutte le età; MCI>50 aa
   incidenza:1-12 casi/anno/milione
   prevalenza:4 casi/100 000
 EZIOPATOGENESI

   Etiopatogenesi multifattoriale:
       fattori genetici: HLA B8, DR3, DRw52
       fattori ambientali: Cocsackie virus, Echo, influenza A e B, HBV,
        HCV, EBV, retrovirus, Toxoplasma Gondii
       reazione autoimmune: Nella DM prevale l’immunità umorale, nella
        PM quella cellulo-mediata
   Immunità cellulo-mediata:
       Nella PM linfociti Tcitotossici CD 8+ e macrofagi (infiltrati
        endomisiali)
       Nella DM linfociti B e linfociti CD4+ (infiltrati perimisiali e
        perivascolari)
   Autoanticorpi circolanti:
       miosite specifici: Jo-1, SRP, Mi2
       miosite associati: PM SCl, RNP, SSA
EZIOPATOGENESI



 Agente sconosciuto                Predisposizione genetica
                               +
 (infezione virale?)               (HLADR3 e DRw52)


Reazione citotossica cellulo-mediata
                                    Vasculite da immunocomplessi


                               Ischemia tissutale



 Flogosi e lesioni muscolari                Flogosi e lesioni cutanee
 ISTOLOGIA


   Alterazioni infiammatorie, degenerative, aree di necrosi, fibrosi e
    atrofia del muscolo scheletrico con fibre in via di rigenerazione
   Alterazione dei vasi muscolari (prolif. endoteliale, occlusioni
    vascolari)
   Nella PM: infiltrati CD8 + e macrofagici endomisiali con aree di
    necrosi diffuse o a chiazze
   Nella DM: infiltrati perivascolari e perimisiali di linfociti B e T
    CD4 +, aree di necrosi rare, coinvolgono solo porzioni dei
    fascicoli muscolari
   Nella MCI: lesioni simili alla PM, inoltre tipiche granulazioni
    basofile nei nuclei e nel citoplasma delle cellule muscolari
 APPARATO    MUSCOLO-
     SCHELETRICO
   Ipostenia o Astenia muscolare, simmetrica, a carico dei muscoli dei
    cingoli scapolare e pelvico, tronco e collo (interessamento dei
    muscoli distali nei casi gravi )
   Deficit muscolare:
      salire le scale
      alzarsi dalla sedia e dalletto
      accovacciarsi
      incrociare le gambe
      deambulare
      sollevare il capo dal cuscino
      deglutire
      voce nasale (incapacità di sollevare il palato, m. cricofaringeo)
      disfagia (mm faringe 10-15% casi)
   Dolore spontaneo o provocato a carico delle masse muscolari
 CUTE



- Rash a faccia, collo, torace, estremità

- Soffusione violacea palpebre superiori
  (rash eliotropico: 25%pz)

- Papule di Gottron
  (sup. estensoria articolare: 30% pz)

- Vasculite (infanzia)

- Calcinosi (infanzia)
 LABORATORIO



   Enzimi muscolari aumentati:
    CPK, LDH, aldolasi, SGOT
       Isoenzimi CPK: CPK- MM (muscolo scheletrico), CPK-BB:
        encefalo e m.liscio, CPK-MB (miocardio)

   Mioglobina
       proteina respiratoria della cellula muscolare; aumentata nel 70-
        80% delle PM, la mioglobinuria è più rara

   VES elevata
CRITERI DIAGNOSTICI
1.   Aumento enzimi muscolari
2.   Debolezza muscoli prossimali
3.   Alterazioni elettromiografiche
4.   Alterazioni bioptiche
5.   Rash cutaneo caratteristico


                     Polimiosite      Dermatomiosite
Definita             4 criteri        3 criteri oltre al rash
Probabile            3 criteri        2 criteri oltre al rash
Possibile            2 criteri        1 criterio oltre al rash
SCLERODERMIA
Patologia sistemica localizzata o diffusa con interessamento
cutaneo ed extracutaneo
Febbre reumatica
 Malattia infiammatoria acuta sistemica che si
  manifesta
2-4 settimane dopo un'infezione faringea da
  streptococco b-emolitico del gruppo A
 E' caratterizzata da febbre, poliartrite migrante, cardite
  ed interessamento del sistema nervoso centrale
 Colpisce in ordine di frequenza:
 1. Bambini da 5 a 10 anni
 2. Adolescenti e giovani
 3. Adulti da 30 a 45 anni
 Incidenza attuale nei paesi industrializzati: < 5/100000
 EZIOLOGIA

La relazione causale tra faringite da streptococco
  e febbre reumatica è stata stabilita su base
  epidemiologica negli anni 30.

   L’infezione è localizzata nel faringe
   Infezione cutanea (impetigine) mai seguita da febbre
    reumatica
   Eccezionale l’associazione tra glomerulonefrite post-
    streptococcica e febbre reumatica
   Alcuni sierotipi di streptococco sono più
    frequentemente causa di malattia: differiscono nella
    proteina M
 ARTRITE


 Poliartrite
            migrante in genere asimmetrica
 Grandi articolazioni: ginocchio, caviglia,
  gomito, polso
 Ogni articolazione è colpita per 1-5 giorni
 Dolore domina su segni obiettivi di flogosi
 CARDITE

Infiammazione a carico di:
 Endocardio valvolare: insufficienza valvolare
 Miocardio: disturbi di conduzione
 Pericardio: pericardite



Reperti obiettivi: soffi, cardiomegalia, reperti
 ECG di disturbi di conduzione (blocchi A-V)
 Cardite   nella febbre reumatica
NODULI


 Localizzati   su protuberanze ossee o vicino a
  tendini
 Sedi più comuni: olecrano, occipite, dorso
 Istologia: necrosi fibrinoide circondata da
  macrofagi a palizzata e infiltrato
  infiammatorio misto all’esterno
 LABORATORIO

Anticorpi anti-streptolisina O; se negativi anti-
    DNAsi.
Il titolo anticorpale è alto al momento in cui si
    manifesta la febbre reumatica, poi diminuisce.
Sono necessari 2 prelievi a distanza di 2
    settimane.
Tests di flogosi:
 VES
 PCR
 LABORATORIO

Anticorpi anti-streptolisina O; se negativi anti-
    DNAsi.
Il titolo anticorpale è alto al momento in cui si
    manifesta la febbre reumatica, poi diminuisce.
Sono necessari 2 prelievi a distanza di 2
    settimane.
Tests di flogosi:
 VES
 PCR
 Febbre   reumatica: patogenesi

 Molecular mimicry
 Molti antigeni dello streptococco sono
 antigenicamente simili ad antigeni dei
 tessuti umani.
 Es. Antigeni di parete e membrana
 streptococcica con miocardio ed
 antigeni delle valvole.
 Antigeni della membrana simili a
 neuroni del nucleo caudato
PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE
 -CONCLUSIONI E PROSPETTIVE TERAPEUTICHE-
IMMUNODEFICIENZE PRIMITIVE
Caratteristiche cliniche del deficit
    congenito dell’immunità cellulare
 Inizia subito dopo la nascita
 Difficoltà nella crescita e sviluppo
 Infezioni con opportunisti, virus, funghi,
  protozoi, micobatteri
 Candidiasi “intrattabile”
 Diarrea e malassorbimento
Caratteristiche cliniche del deficit
    congenito dell’immunità umorale
 Iniziodopo i 6 mesi (perdita delle Ig
  materne)
 Infezioni respiratorie ricorrenti
 Gravi infezioni (meningiti, sepsi)
  batteriche (Haemophilus, Streptococco
  pneumoniae, Stafilococchi)
 Infezioni da Giardia lamblia (diarrea)
 Crescita e sviluppo normali
Agammaglobulinemia X-linked (Bruton)

   Difetto nella tirosina-kinasi (di Bruton- Btk) che trasduce il
    segnale del recettore delle cellule pre-B essenziale per
    completare la maturazione

   Blocco della maturazione dei B linfociti (incapacità sintesi
    catene leggereaccumulo catene pesanti)

   Quasi assenza di B linfociti circolanti e nei tessuti linfoidi

   Panipogammaglobulinemia

   Inizio delle infezioni dopo i primi 6 mesi (scomparsa
    anticorpi materni circolanti)
Agammaglobulinemia X-linked (Bruton)
      manifestazioni cliniche
 Infezioni respiratorie ricorrenti
 Spesso gravi sinusiti, otiti, bronchiectasie
 Batteri: Streptococco pneumoniae,
  Haemophilus, Stafilococc, Pseudomonas
 Diarrea da Giardia lamblia
 Nei non trattati artriti da Mycoplasmaartriti
 Patologie autoimmunitarie
Bronchiectasie in un adulto con X-linked
        agammaglobulinemia
Severe combined immunodeficiency
   (SCID)
 Incidenza   :   1: 50-100000 (Forme recessive o
  X-linked)
 Diversi difetti cromosomici, genici, enzimatici
 In comune vi è un basso n° di T linfociti maturi
 I B linfociti, pur in n° normale-alto, sono non

  funzionanti per mancata cooperazione con i T
 Morte    entro 1-2 anni per infezioni da
  opportunisti, virus (a meno di trapianto di
  midollo)
Caratteristiche del difetto dei T linfociti
                nella SCID
 Più frequente (50-60 %): Mutazioni (X-linked)
  nel gene che codifica IL-2 R γ catena (che è
  in comune con il recettore di numerose
  citochine, IL-4, IL-7, IL-9, IL-15, indispensabili
  per la maturazione dei T linfociti)
 Deficit  di ADA (autosomica recessiva)
  (accumulo di adenosina tossica per i linfociti
  immaturi, specie i T)
Caratteristiche del difetto dei T linfociti
         nella SCID (mutazioni meno frequenti)


-Mutazioni geni RAG  impedito il riarrangiamento somatico recettoriale

-Mutazioni gene Jak3  nessuna trasduzione dalla subunità γ recettoriale

-Mutazioni che compromettono l’espressione di MHC classe IIblocco sviluppo CD4
SCID
              manifestazioni cliniche
 Infezioni precoci respiratorie e intestinali :
  polmonite interstiziale da PC, diarrea,
  candidiasi orale “intrattabile”
 Infezioni da Aspergillo
 Infezioni da germi intracellulari: Listeria,
  Legionella
 Conseguenze catastrofiche di vaccinazioni
  con vaccini vivi
 GVHD in seguito a trasfusioni (da evitare !)
Sindrome di Di George

 Insufficiente  sviluppo del III e IV arco branchiale
  con ipoplasia di timo e         paratiroidi, anomalie
  cardiache (tronco comune), e facciali (micrognazia,
  ipertelorismo etc)
 Difetto genetico autosomico dominante: delezione
  interstiziale 22q11
 Gravità clinica varia: da grave a parziale linfopenia
  con moderata immunodeficienza
S. di Di George
micrognazia, inserzione bassa delle
orecchie, frenulo nasale corto
Iper-IgM

 ↓↓   IgA IgG
 ←↑ IgM (l’aumento è legato all’espansione
  policlonale della sintesi IgM in risposta
  all’infezione)
 N° normale di B linfociti circolanti (blocco delle
  switch da IgM alle altre classi)
 Forma X-linked: difetto nel gene che codifica per
  CD40 ligando (CD154) blocco switch isotipico e
  attivazione macrofagi nell’immunità cellulo-mediata
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
AIDS
Letture consigliate
www.pubmed.org

Pontieri “Patologia Generale” Piccin Nuova Libraria S.p.A.




Robbins “Le basi patologiche delle malattie” 7.a Ed. Elsevier Italia




Rubin “Patologia” 2006 Casa Editrice Ambrosiana




C. A. Janeway ”IMMUNOBIOLOGIA - Il sistema immunitario in stato di salute e malattia”, III ed. Piccin




 Abbas “Immunologia cellulare e molecolare” 2006 Elsevier

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  • 1. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -ASPETTI GENERALI- 1) Assioma Il SISTEMA IMMUNE è il presupposto biologico e funzionale per la difesa dell’organismo da aggressioni esterne ed opera un certo grado di sorveglianza nei confronti di patologie neoplastiche. ⇓ IL controllo si esercita sulla base della distinzione tra ciò che è “SELF” e ciò che è “NON SELF” o che appare derivare da strutture proprie, ma è profondamente alterato 2) Conseguenza razionale HORROR AUTOTOXICUS (Herlich) come presupposto essenziale 3) Evidenze attuali •Il S.I e’ in grado di riconoscere i costituenti autologhi dell’organismo e di riprodurre risposte immunologiche verso di essi senza peraltro che si realizzi una malattia autoimmune vera e propria
  • 2. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -ASPETTI GENERALI- Concezioni universalmente accettata La patogenesi di una malattia autoimmunitaria implica: 1) Riconoscimento di strutture self come non-self 2) Autoreattività verso tali costituenti 3) Malattia autoimmunitaria Meccanismi alla base dell’autoimmunità: a) Emergenza di cloni “proibiti” contro Ag self b) Desegregazione Ag c) Complessazione di Ag self con prodotti estranei  neo-Ag Osservazioni - b) e c) non sono autoimmunità - a) è autoimmunità - Nessuna delle ipotesi contempla razionalmente che si rompa l’omeostasi che regola la Tolleranza verso il self stabilita a partire dalla vita fetale.
  • 3. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA- Evidenze attuali Soggetti normali possiedono auto-Ab a basso titolo e cloni T autoreattivi senza manifestazioni cliniche  Mancata distinzione self/non-selfnon sempre sfocia in patologia Osservazioni Fenomeni di autoimmunita’ transitoria sono riscontrabili (spesso senza manifestazioni cliniche) in corso di: 1) malattie infettive acute e croniche 2) malattie linfoproliferative 3) neoplasie 4) malattie da deficienza immunologica
  • 4. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA- Caratteristiche degli autoAb naturali 1) Comunemente presenti a basso titolo (anche senza patologie concomitanti) 2) Frequenti nel mieloma (ruolo patogenetico?) 3) Nei topi sono prodotti da linfociti B1B CD5+ con l’ausilio di citochine Th2 4) Anche nell’uomo esistono subsets di linfociti B CD5+ con simile funzione 5) Presenti anche in animali germ-free 6) Prevalentemente IgM 7) Idiotipo cross-reattivo 8) Polispecifici verso Ag self e non-self (actina, albumina, DNA, mielina, mioglobina, miosina, perossidasi, renina, tireoglobulina, …) Ipotesi Meccanismo di sicurezza "Mascheramento" degli epitopi autoantigenici/network idiotipico  Inibizione sintesi autoanticorpi IgG lesivi Similmente esistono cloni T che riconoscono MHC-II self e proteine sieriche
  • 5. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA- Conclusioni Il S.I. si dividerebbe in due compartimenti: a) Compartimento della risposta immune (65-90% del totale) b) Compartimento dell’autoreattività (10-15%) con repertorio sostanzialmente differente ma non sottoposti a stimolazione specifica determinabile AUTOIMMUNITA’ PATOLOGICA: 1)Presenza di una reazione autoimmune 2)Evidenza che tale reazione non sia secondaria a danni tissutali 3)Malattia determinata dai meccanismi immunologici in assenza di altri momenti patogenetici
  • 6. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -AUTOREATTIVITA’ FISIOLOGICA- LINFOCITI B CD5+ PARTICOLARE SOTTOPOPOLAZIONE B-LINFOCITARIA LE CUI DIMENSIONI SONO GENETICAMENTE REGOLATE - DIVERSI FUNZIONALMENTE DAI B-LINFOCITI RESPONSABILI DELLA SINTESI DEGLI ANTICORPI CONTRO ANTIGENI ESOGENI - RESPONSABILI DELLA SINTESI DI ANTICORPI NATURALI" A BASSA AFFINITA' CON REATTIVITA' AUTO-ANTICORPALE: -POSSONO AGIRE ANCHE DA APC PRESENTI E NOTEVOLMENTE AUMENTATI IN MOLTE CONNETTIVITI COME: - ARTRITE REUMATOIDE - LUPUS ERITEMATOSO SISTEMICO - S. DI SJOGREN - SCLERODERMIA
  • 7. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -TOLLERANZA IMMUNOLOGICA- Assioma Tolleranza: incapacità del S.I. di reagire contro il self Evidenze attuali Sperimentalmente inducibile: - Esposizione pre/perinatale (gemelli dizigoti, topi neonati,…) - Inoculazione secondo schema a basse dosi ed ad alte dosi: - Tolleranza a bassa zona (basse dosi  tolleranza T) - Tolleranza ad alta zona (alte dosi  tolleranza T e B)  T helper Agattivazione  T suppressor ( meglio dire T regolatori)
  • 8. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA CENTRALE -Delezione clonale TOLLERANZA PERIFERICA -APC Anergia clonale Esaurimento clonale Ignoranza clonale Modulazione del TCR -Cooperazione T-B e T-T -IL-2 -Linfociti T regolatori  Soppressione clonale -Network idiotipico 
  • 9. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA VIENE MANTENUTA EFFICIENTE DA: - Modalità di presentazione e riconoscimento antigene - Controllo vicendevole esercitato dalle popolazioni linfocitarie normo- funzionanti Alcuni cloni auto-reattivi non sono eliminati, ma entrano in fase di anergia reversibile e sono tenuti quiescenti da meccanismi regolatori T-linfocitari continuativi
  • 10. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA CENTRALE -Selezione positiva  T -Selezione negativa  -Sopravvivenza e maturazione B Nel midollo osseo: se riconoscono Ag ubiquitari come MHC e peptidi self -Delezione per apoptosi -Riediting recettoriale (IgD)
  • 11. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA CENTRALE - LIMITI- Limitato repertorio peptidi antigenici self presenti nei siti di selezione
  • 12. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA PERIFERICA 1) Presentazione dell’antigene - Teoria del doppio segnale (B7.1 e B7.2 –CD28; CD40-CD40L; CD28-CTLA-4) 2) Vie di somministrazione dell’antigene - Per os (MBPCD8+TGF-βattivazione) - Assenza di adiuvanti (presentazione con MHC, citochine proinfiammatorie) 3) Ignoranza clonale (distretti ignoti al S.I.) 3) Cooperazione T-B e T-T - Coprocessazione Ag (carrier ed aptene) - Funzione Th 4) IL-2 - Condiziona l’attivabilità (in senso duplice)
  • 13. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA PERIFERICA 3) Ignoranza clonale
  • 14. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA PERIFERICA 4) Linfociti T regolatori - TGF-βattivazione - CD4+CD25+ (IL-2Rα)  Linfociti autoreattivi  attivazione (GITR, FOX???) - Iperespressione di IL-2R [IL-2] disponibile - Th3  TGF-β MHC e costimolatori +  Th1 - Tr1  IL-10 MHC e costimolatori +  Th1 - Blocco secondo segnale APC 5) Alterazioni del network idiotipico - Possibile cross-reattività di Ab-antidiotipo per Ab verso Ag non-self ed Ab vs. Ag self che condividono un idiotipo  stimolazione - Attività agonistica su recettori
  • 15. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -MECCANISMI DI TOLLERANZA- TOLLERANZA PERIFERICA 5) Alterazioni del network idiotipico - Attività agonistica su recettori
  • 16. -MECCANISMI DI TOLLERANZA- Ag Clonal ignorance
  • 17. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Elementi essenziali -Concomitanza di fattori genetici ed ambientali -Malattie mediate da linfociti T, Ab e miste -All’inizio la patologia è specifica per un Ag, poi il disordine si estende
  • 18. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Fattori genetici -Geni coinvolti che possono alterare le funzionalità del S.I. (cluster familiari con ≠ patologie autoimmuni) -Geni polivalenti (Idd3 IDDM e EAE) a) Geni e riconoscimento/presentazione antigene
  • 19. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Fattori ambientali -LPS e prodotti di microrganismi citochine proinfiammatorieAPC -Infezionisbilancio equilibrio Th1 – Th2 -Squilibrio cellule helper/regolatorie -Citolisi da agenti infettivi rilascio auto-Ag in condizioni infiammatorie -Mimetismo molecolare
  • 20. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici 1) RISPOSTE VERSO Ag SELF Ruolo centrale delle risposte linfocitarie a) TH condizionano le risposte (anche produzione Ab verso Ag proteici) b) associazioni con particolare assetto MHC (presentazione Ag) -Perdita tolleranza centrale (in teoria i meccanismi periferici sono comunque sufficienti) (ruolo alterazioni funzionali MHC?) -Perdita tolleranza periferica - Rottura anergia T ◊ attivazione infiammatoria, per cause anche disgiunte, di APC che possono presentare l’Ag con i costimolatori e citochine) (alcune patologie si evocano solo somministrando l’Ag con opportuni adiuvanti) (Enecefalomielite, tiroidite, IDDM) ◊ Alterazioni a carico dei linfociti T (CTLA- come KO o bloccato con Ab) - Assenza di morte cellulare indotta dall’attivazione ◊ alterazioni sistema Fas/FasL [topi lpr (Fas) e gld (FasL)]⇒ alterazioni dei meccanismi di tolleranza periferica⇒mancata delezione cloni TH e B ⇒autoAb (S. linfoprolif. Autoimm. rara sindrome genetica; anche LES ha simile clinica, ma Fas non implicato) ◊ Alterazioni recettore IL2 (potenzia anche effetto di Fas e forse attiva cellule T regolatorie) (α o β; γ impedisce anche l’espressione di IL7R ⇒ depressione) - Alterazioni T regolatori (trasferimento passivo in animali linfocitopenici⇒ patologia)
  • 21. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici -Fattori genetici (50% gemelli monozigoti IDDM) -per lo più tali geni aumentano la probabilità, ma non sono sufficienti -MHC - specie classe II per interazione TH - precisazioni: 1) linkage disequilibrium (allelli che si associano - aplotipi HLA estesi) 2) sottotipi di alleli (anche variazioni puntiformi, specie tasca legame) 3) eredità predisponente ed eredità protettiva -Modello: protezione da IDDM con HLA-DQ (Asp 57) a) MHC poco efficiente nel legare specifici peptidi self ⇒ mancata selezione - ( ⇒ come potranno però poi rispondere i cloni sopravvissuti?) b) interazione preferenziale tra T regolatori (protettivi o patogeni) con ≠ MHC c) geni interni al complesso MHC, ma che non ne fanno parte (emocromatosi, def. 21-idross.) d) mimetismo molecolare MHC e Ag di microrganismi
  • 22. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici
  • 23. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici -Altri geni (per lo più associazioni epidemiologiche a significato incerto) - 20 diversi geni sembrano associarsi a IDDM - Fas e FasL - proteine del complemento (deficit C2 e C4⇒ridotta clearance IMC) - Vβ - citochine (bilancio reciproco) - CTLA-4 e porzioni vicine al locus (Polimorfismi) -… - Ruolo delle infezioni - attivazione policlonale - infiammazione e molecole costimolatorie - neoAg cross-reattivi - Alterazioni anatomiche (traumi, etc.) - esposizione di Ag normalmente sequestrati, alterazioni infiammatorie, neoAg - Altro - influenze ormonali -…
  • 24. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici -Attivazione policlonale linfociti B ◊ attivazione ad opera di molecole che interagiscono con recettori diversi da quello per l’Ag (LPS per il topo, superantigene) che attivano cloni linfocitari anergizzati, ma specifici per l’Ag ⇒risposta autoimmune (trapianti) -Cross reattività tra Ag self e non-self (mimetismo molecolare) ◊ produzione di Ab ed attivazione di linfociti T specifici per Ag batterici, ma in grado di cross-reagire con Ag self (febbre reumatica) ◊ Ag con più determinanti (alcuni cross-reattivi) possono attivare TH e determinare risposte auto-Ab
  • 25. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici
  • 26. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici
  • 27. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici
  • 28. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -REAZIONI AUTIMMUNI E MALATTIE AUTOIMMUNI- Meccanismi patogenetici mediti da Ab
  • 29. Il lupus eritematoso sistemico  Malattia infiammatoria, sistemica, cronica ad eziologia multifattoriale e patogenesi autoimmune.  Prototipo delle malattie da immunocomplessi.  Caratterizzato dalla produzione di anticorpi antinucleo rivolti verso diverse specificità antigeniche.
  • 30. Criteri classificativi 1. Rash malare 7. Impegno renale 2. Rash discoide 8. Manifestazioni 3. Fotosensibilità neurologiche 4. Aftosi orale 9. Alterazioni ematologiche 5. Artrite 10. Alterazioni 6. Sierosite immunologiche 11. Anticorpi antinucleo
  • 31.
  • 32.
  • 34. Quadro clinico  Estremamente polimorfo.  Le manifestazioni più frequenti sono l’artrite, il rash malare, le sierositi e la glomerulonefriti.  Tra le alterazioni ematologiche sono di particolare rilievo la leucopenia, l’anemia, la piastrinopenia, l’ipergammaglobulinemia, l’ipocomplementemia, la positività degli ANA.  Cellule LE: fagociti repleti di residui di nuclei di cellule aggredite dagli auto-Ab
  • 35.  Manifestazioni muscoloscheletriche  Artrite: tumefazione modesta a carico dei tessuti molli, non erosiva. Possono svilupparsi deformità (artrite di Jacoud)  Miosite: può essere secondaria alla flogosi articolare, alla terapia steroidea o dovuta ad una infiammazione delle fibre muscolari.  Fibromialgia: sindrome dolorosa da stress secondaria a molte malattie reumatiche.
  • 36. Artrite: infiammazione delle articolazioni periferiche con tumefazione, e alterazioni pigmentarie cutanee
  • 37.  Manifestazioni cutanee  Lesioni specifiche  Lesioni acute: rash malare, eritema generalizzato, lesioni bollose  Lesioni subacute: anulari policicliche, psoriasiformi  Lesioni croniche: lupus discoide, lupus profundus  Lesioni non-specifiche  Vascolari: vasculite, teleangectasie, livaedo reticularis, ulcere croniche, gangrena periferica, noduli reumatoidi,  Lesioni orali, mucose  Alopecia non cicatriziale, frontale o diffusa  Panniculite  Lesioni orticarioidi  Sclerodattilia  Anomalie pigmentarie  Calcinosi cutanea
  • 39. Lupus cutaneo acuto generalizzato
  • 41. Impegno renale nel LES L'incidenza dell'impegno renale è stimata tra il 30 e l’80% nelle diverse casistiche Fino al 25% dei pazienti con impegno renale sviluppa insufficienza renale cronica E’ caratterizzato dalla presenza di una infiammazione dei glomeruli (glomerulonefrite) Importante fattore prognostico La classificazione della OMS distingue 6 diversi pattern di impegno renale nel LES
  • 42. Classificazione WHO Quadro clinico associato Classe I: glomeruli normali Assenza di alterazioni Classe II: gn mesangiale Lieve proteinuria, modeste alterazioni del sedimento urinario Classe III: gn proliferativa focale Proteinuria raramente nefrosica, alterazioni del sedimento urinario Rara la alterazione della funzione renale Classe IV: proliferativa diffusa Proteinuria spesso nefrosica, ematuria, ipertensione, insufficienza renale Classe V: gn membranosa Sindrome nefrosica. Talvolta insufficienza renale a lenta evoluzione Classe VI: sclerosi glomerulare Insufficienza renale terminale
  • 43. Glomerulonefrite proliferativa diffusa La evoluzione clinica della glomerulonefrite proliferativa diffusa presenta una grande variabilità tra pazienti, nonostante apparenti somiglianze relativamente a variabili epidemiologiche, cliniche, sierologiche ed istologiche
  • 44.  Manifestazioni neuropsichiatriche  Manifestazioni neurologiche (base vascolare e autoimmunitaria diretta) 1. Cefalea non trattabile, responsiva agli steroidi 2. Convulsioni 3. Accidenti cerebrovascolari, ictus 4. Mielite trasversa 5. Multinevriti  Manifestazioni psichiatriche 1. Psicosi 2. Organic brain syndrome: sindrome caratterizzata da delirio, instabilità emotiva, riduzione della memoria 3. Disturbi neurocognitivi
  • 45. Sierositi  Possono presentarsi come pleurite, pericardite, peritonite.  La pleurite in corso di lupus è bilaterale nel 50% dei casi.  I versamenti sono generalmente modesti.  La ascite si associa alla peritonite nell’11% dei casi circa; talvolta può divenire cronica.
  • 46. Manifestazioni polmonari del LES  Dolore toracico pleuritico  Polmonite lupica acuta  Polmonite interstiziale cronica  Sindrome “Shrinking Lung”  Ipertensione polmonare  Emorragia polmonare
  • 47. Dolore toracico pleuritico Dolore Spesso muscolare, o a carico delle muscoloscheletrico articolazioni costo-condrali (sindrome di Tietze) Risponde al calore locale, analgesici topici, anti-infiammatori non steroidei Pleuritico Difficile da diagnosticare Possono essere presenti sfregamenti o versamento pleurico Il versamento di solito è modesto, bilaterale nel 50%
  • 48. Polmonite lupica acuta  Rara, incidenza 1-12%  Caratterizzata da febbre, tosse, emottisi, dispnea, pleurite, nel 50% dei casi si associa a versamento pleurico  Infiltrati polmonari generalmente basilari  Non è possibile isolare dei patogeni  La prognosi generalmente è scadente, in particolare se si sviluppa nel post-partum. Mortalità a breve termine del 50%  Residuano anomalie della funzionalità respiratoria con difetti di tipo restrittivo  Terapia corticosteroidea ad alto dosaggio e antibiotica in base agli esami colturali
  • 49. Polmonite cronica  Si osserva fino al 9% dei pazienti  Spesso preceduta da polmonite cronica  Più spesso in pazienti con malattia di lunga durata  Più spesso in associazione ad anticorpi anti-Ro  Tosse cronica non produttiva, dispnea e dolore toracico pleuritico  Pattern restrittivo alle prove di funzionalità respiratoria con ridotti volumi polmonari  Insufficienza respiratoria
  • 50. Shrinking lung •Sindrome restrittiva in assenza di alterazioni parenchimali, dovuto al sollevamento degli emidiaframmi (miopatia?). •Alla radiografia del torace possono essere presenti aree di atelectasia basilare.
  • 51. Manifestazioni cardiache  Miocardite: da vasculite dei piccoli rami coronarici (?)  Endocardite verrucosa atipica (Libman Sacks): endocardite verrucosa non batterica che raramente produce delle alterazioni emodinamicamente significative.  Coronaropatie: i pazienti con LES presentano una aterosclerosi accelerata in parte correlabile alla terapia farmacologica e in parte alla patologia stessa (ruolo di anticorpi anti-fosfolipidi e anti-endotelio).
  • 52. Pericardite, versamento pericardico  E’ la manifestazione cardiaca più frequente nel LES e raggiunge una prevalenza del 48%  Il versamento pericardico è di solito modesto e una pericardite può precedere i segni clinici del LES nella storia del paziente  Normalmente la pericardite è asintomatica ed ha un decorso benigno  La complicanza più grave è una pericardite purulenta che potrebbe svilupparsi nel paziente immunosoppresso  Versamenti cospicui con tamponamento cardiaco e la pericardite restrittiva sono rari nel LES
  • 53. Endocardite di Libman-Sacks Definizione: Presenza di vegetazioni verrucose aderente all’endocardio Patogenesi: Deposizione di immunoglobuline e complemento, con proliferazione e degenerazione cellulare e deposizione di fibrina; Correlazione con ACLA? Prognosi: Tipicamente è asintomatica Le vegetazioni possono frammentarsi a provocare embolizzazioni Generalmente buona, non valvulopatia Terapia: Nessuna
  • 54. Manifestazioni gastrointestinali  Vasculite mesenterica  Malattie infiammatorie dell’intestino  Morbo celiaco
  • 55. Manifestazioni ematologiche  Anemia: anemia da malattia cronica (normocitica e normocromica), anemia emolitica a patogenesi autoimmune  Leucopenia: per lo più dovuta ad anticorpi anti- leucociti.  Linfopenia: attribuibili ad anticorpi linfocitotossici.  Piastrinopenia: attribuita ad anticorpi anti- piastrine, ma anche elemento caratteristico della sindrome da anticorpi anti-fosfolipidi.
  • 56.  La Artrite Reumatoide Cos’e l’ AR ? E’ una artrite infiammatoria – autoimmune cronica E’ una artrite potenzialmente evolutiva
  • 57.  La Artrite Reumatoide Se non diagnosticata rapidamente e trattata precocemente: e’ potenzialmente invalidante . Il 50% a rischio per la sua attivita’ lavorativa dopo 10 anni di malattia
  • 58. Criteri per la classificazione dell’artrite reumatoide 1. Rigidità articolare al risveglio (≥1h) 2. Tumefazione di tre o più articolazioni 3. Tumefazione delle articolazioni delle mani (MCF, IFP o polsi) 4. Tumefazione simmetrica 5. Noduli sottocutanei 6. Fattore reumatoide 7. Erosioni e/o osteoporosi periarticolare alle radiografie delle mani o dei polsi I criteri da 1 a 4 devono essere stati presenti per almeno sei settimane consecutive ed i criteri da 2 a 5 devono essere osservati da un medico. La classificazione della malattia richiede che siano soddisfatti almeno quattro criteri.
  • 59. Manifestazioni extraarticolari 1. Noduli 2. Anomalie ematologiche (anemia normocromica normocitica ; trombocitosi; eosinofilia ; LGL) 3. Sierosite (pleurite , pericardite) 4. Episclerite 5. Vasculite cutanea 7. Neuropatia 8. Miopatia infiammatoria 9. Nefrite mesangiale 10. Osteoporosi 11. Interessamento polmonare ( Noduli, Polmonite Interstiziale , BOOP …) 12. Granulomatosi Miocardica nodulare
  • 60.  Fattori di rischio nell’ AR (non modificabili) Rischio di sviluppare AR  Sesso femminile  Fattore Reumatoide positivo (titolo > 1/32 , Aho K et al.A&R 1985, 28:485-9; Del Puente A et al. A&R 1988,31:1239-44 )  Positivita’ Anti-Citrullina ( OR: 37.8) (Van Gaalen FA et al. A&R 2004, 50:709-715)  Familiarita’ per AR (60% della intera variabilita’ , MacGregor A et al. A&R 2000, 43: 30-37)  Minor rischio in portatori di allergie (OR: 0.6) (Reckner Olsson et al. Ann.Rheum.Dis. 2001, 60: 934-9
  • 61.  ARTRITE REUMATOIDE  artrite infiammatoria cronica autoimmune non organo-specifica  caratterizzata da: - un processo autoimmune selettivo per le articolazioni e - un processo autoimmune sistemico (anticorpi vs antigeni non organo-specifici + manifestazioni extra-articolari)
  • 62. ARTRITE REUMATOIDE IPOTESI PATOGENETICA- artritogenico
  • 63.  Polimiosite (PM) / Dermatomiosite (DM) DEFINIZIONE Gruppo eterogeneo di malattie muscolari acquisite caratterizzate da un processo infiammatorio a carico della muscolatura scheletrica
  • 64.  CLASSIFICAZIONE  Polimiosite (PM)  Dermatomiosite (DM)  Dermatomiosite dell’infanzia  Miosite nelle neoplasie  Miosite associata ad altre connettiviti  Miosite da corpi inclusi (MCI)  Dermatomiosite amiopatica
  • 65.  ASSOCIAZIONE CON ALTRE MALATTIE 1) Connettiviti (SSc, LES, MCTD, SS, AR) 2) Malattie autoimmuni (m. di Crohn,sarcoidosi, celiachia, miastenia, trombocitopenia autoimmune, Hashimoto etc) 3) Neoplasie: - PM: polmone, mammella, linfoma, prostata - DM:ovaio, stomaco, mammella, stomaco La neoplasia può precedere, seguire o essere contemporanea alla miosite L’associazione è marcata soprattutto per la DM Uno screening per neoplasia è fondamentale in tutti i pazienti
  • 66.  EPIDEMIOLOGIA  Malattia ubiquitaria, più frequente nella razza nera  rapporto F/M variabile 1:1 nella DM giovanile; 2:1 PM dell’adulto; 1:2 nella malattia da corpi inclusi (MCI); 9:1 forme associate ad altre connettiviti  età: PM >18 aa; DM tutte le età; MCI>50 aa  incidenza:1-12 casi/anno/milione  prevalenza:4 casi/100 000
  • 67.  EZIOPATOGENESI  Etiopatogenesi multifattoriale:  fattori genetici: HLA B8, DR3, DRw52  fattori ambientali: Cocsackie virus, Echo, influenza A e B, HBV, HCV, EBV, retrovirus, Toxoplasma Gondii  reazione autoimmune: Nella DM prevale l’immunità umorale, nella PM quella cellulo-mediata  Immunità cellulo-mediata:  Nella PM linfociti Tcitotossici CD 8+ e macrofagi (infiltrati endomisiali)  Nella DM linfociti B e linfociti CD4+ (infiltrati perimisiali e perivascolari)  Autoanticorpi circolanti:  miosite specifici: Jo-1, SRP, Mi2  miosite associati: PM SCl, RNP, SSA
  • 68. EZIOPATOGENESI Agente sconosciuto Predisposizione genetica + (infezione virale?) (HLADR3 e DRw52) Reazione citotossica cellulo-mediata Vasculite da immunocomplessi Ischemia tissutale Flogosi e lesioni muscolari Flogosi e lesioni cutanee
  • 69.  ISTOLOGIA  Alterazioni infiammatorie, degenerative, aree di necrosi, fibrosi e atrofia del muscolo scheletrico con fibre in via di rigenerazione  Alterazione dei vasi muscolari (prolif. endoteliale, occlusioni vascolari)  Nella PM: infiltrati CD8 + e macrofagici endomisiali con aree di necrosi diffuse o a chiazze  Nella DM: infiltrati perivascolari e perimisiali di linfociti B e T CD4 +, aree di necrosi rare, coinvolgono solo porzioni dei fascicoli muscolari  Nella MCI: lesioni simili alla PM, inoltre tipiche granulazioni basofile nei nuclei e nel citoplasma delle cellule muscolari
  • 70.  APPARATO MUSCOLO- SCHELETRICO  Ipostenia o Astenia muscolare, simmetrica, a carico dei muscoli dei cingoli scapolare e pelvico, tronco e collo (interessamento dei muscoli distali nei casi gravi )  Deficit muscolare:  salire le scale  alzarsi dalla sedia e dalletto  accovacciarsi  incrociare le gambe  deambulare  sollevare il capo dal cuscino  deglutire  voce nasale (incapacità di sollevare il palato, m. cricofaringeo)  disfagia (mm faringe 10-15% casi)  Dolore spontaneo o provocato a carico delle masse muscolari
  • 71.  CUTE - Rash a faccia, collo, torace, estremità - Soffusione violacea palpebre superiori (rash eliotropico: 25%pz) - Papule di Gottron (sup. estensoria articolare: 30% pz) - Vasculite (infanzia) - Calcinosi (infanzia)
  • 72.  LABORATORIO  Enzimi muscolari aumentati: CPK, LDH, aldolasi, SGOT  Isoenzimi CPK: CPK- MM (muscolo scheletrico), CPK-BB: encefalo e m.liscio, CPK-MB (miocardio)  Mioglobina  proteina respiratoria della cellula muscolare; aumentata nel 70- 80% delle PM, la mioglobinuria è più rara  VES elevata
  • 73. CRITERI DIAGNOSTICI 1. Aumento enzimi muscolari 2. Debolezza muscoli prossimali 3. Alterazioni elettromiografiche 4. Alterazioni bioptiche 5. Rash cutaneo caratteristico Polimiosite Dermatomiosite Definita 4 criteri 3 criteri oltre al rash Probabile 3 criteri 2 criteri oltre al rash Possibile 2 criteri 1 criterio oltre al rash
  • 74. SCLERODERMIA Patologia sistemica localizzata o diffusa con interessamento cutaneo ed extracutaneo
  • 75. Febbre reumatica  Malattia infiammatoria acuta sistemica che si manifesta 2-4 settimane dopo un'infezione faringea da streptococco b-emolitico del gruppo A  E' caratterizzata da febbre, poliartrite migrante, cardite ed interessamento del sistema nervoso centrale  Colpisce in ordine di frequenza:  1. Bambini da 5 a 10 anni  2. Adolescenti e giovani  3. Adulti da 30 a 45 anni  Incidenza attuale nei paesi industrializzati: < 5/100000
  • 76.  EZIOLOGIA La relazione causale tra faringite da streptococco e febbre reumatica è stata stabilita su base epidemiologica negli anni 30.  L’infezione è localizzata nel faringe  Infezione cutanea (impetigine) mai seguita da febbre reumatica  Eccezionale l’associazione tra glomerulonefrite post- streptococcica e febbre reumatica  Alcuni sierotipi di streptococco sono più frequentemente causa di malattia: differiscono nella proteina M
  • 77.  ARTRITE  Poliartrite migrante in genere asimmetrica  Grandi articolazioni: ginocchio, caviglia, gomito, polso  Ogni articolazione è colpita per 1-5 giorni  Dolore domina su segni obiettivi di flogosi
  • 78.  CARDITE Infiammazione a carico di:  Endocardio valvolare: insufficienza valvolare  Miocardio: disturbi di conduzione  Pericardio: pericardite Reperti obiettivi: soffi, cardiomegalia, reperti ECG di disturbi di conduzione (blocchi A-V)
  • 79.  Cardite nella febbre reumatica
  • 80. NODULI  Localizzati su protuberanze ossee o vicino a tendini  Sedi più comuni: olecrano, occipite, dorso  Istologia: necrosi fibrinoide circondata da macrofagi a palizzata e infiltrato infiammatorio misto all’esterno
  • 81.  LABORATORIO Anticorpi anti-streptolisina O; se negativi anti- DNAsi. Il titolo anticorpale è alto al momento in cui si manifesta la febbre reumatica, poi diminuisce. Sono necessari 2 prelievi a distanza di 2 settimane. Tests di flogosi:  VES  PCR
  • 82.  LABORATORIO Anticorpi anti-streptolisina O; se negativi anti- DNAsi. Il titolo anticorpale è alto al momento in cui si manifesta la febbre reumatica, poi diminuisce. Sono necessari 2 prelievi a distanza di 2 settimane. Tests di flogosi:  VES  PCR
  • 83.  Febbre reumatica: patogenesi Molecular mimicry Molti antigeni dello streptococco sono antigenicamente simili ad antigeni dei tessuti umani. Es. Antigeni di parete e membrana streptococcica con miocardio ed antigeni delle valvole. Antigeni della membrana simili a neuroni del nucleo caudato
  • 84. PATOGENESI DELLE MALATTIE AUTOIMMUNITARIE -CONCLUSIONI E PROSPETTIVE TERAPEUTICHE-
  • 86. Caratteristiche cliniche del deficit congenito dell’immunità cellulare  Inizia subito dopo la nascita  Difficoltà nella crescita e sviluppo  Infezioni con opportunisti, virus, funghi, protozoi, micobatteri  Candidiasi “intrattabile”  Diarrea e malassorbimento
  • 87. Caratteristiche cliniche del deficit congenito dell’immunità umorale  Iniziodopo i 6 mesi (perdita delle Ig materne)  Infezioni respiratorie ricorrenti  Gravi infezioni (meningiti, sepsi) batteriche (Haemophilus, Streptococco pneumoniae, Stafilococchi)  Infezioni da Giardia lamblia (diarrea)  Crescita e sviluppo normali
  • 88. Agammaglobulinemia X-linked (Bruton)  Difetto nella tirosina-kinasi (di Bruton- Btk) che trasduce il segnale del recettore delle cellule pre-B essenziale per completare la maturazione  Blocco della maturazione dei B linfociti (incapacità sintesi catene leggereaccumulo catene pesanti)  Quasi assenza di B linfociti circolanti e nei tessuti linfoidi  Panipogammaglobulinemia  Inizio delle infezioni dopo i primi 6 mesi (scomparsa anticorpi materni circolanti)
  • 89. Agammaglobulinemia X-linked (Bruton) manifestazioni cliniche  Infezioni respiratorie ricorrenti  Spesso gravi sinusiti, otiti, bronchiectasie  Batteri: Streptococco pneumoniae, Haemophilus, Stafilococc, Pseudomonas  Diarrea da Giardia lamblia  Nei non trattati artriti da Mycoplasmaartriti  Patologie autoimmunitarie
  • 90. Bronchiectasie in un adulto con X-linked agammaglobulinemia
  • 91. Severe combined immunodeficiency (SCID)  Incidenza : 1: 50-100000 (Forme recessive o X-linked)  Diversi difetti cromosomici, genici, enzimatici  In comune vi è un basso n° di T linfociti maturi  I B linfociti, pur in n° normale-alto, sono non funzionanti per mancata cooperazione con i T  Morte entro 1-2 anni per infezioni da opportunisti, virus (a meno di trapianto di midollo)
  • 92. Caratteristiche del difetto dei T linfociti nella SCID  Più frequente (50-60 %): Mutazioni (X-linked) nel gene che codifica IL-2 R γ catena (che è in comune con il recettore di numerose citochine, IL-4, IL-7, IL-9, IL-15, indispensabili per la maturazione dei T linfociti)  Deficit di ADA (autosomica recessiva) (accumulo di adenosina tossica per i linfociti immaturi, specie i T)
  • 93. Caratteristiche del difetto dei T linfociti nella SCID (mutazioni meno frequenti) -Mutazioni geni RAG  impedito il riarrangiamento somatico recettoriale -Mutazioni gene Jak3  nessuna trasduzione dalla subunità γ recettoriale -Mutazioni che compromettono l’espressione di MHC classe IIblocco sviluppo CD4
  • 94. SCID manifestazioni cliniche  Infezioni precoci respiratorie e intestinali : polmonite interstiziale da PC, diarrea, candidiasi orale “intrattabile”  Infezioni da Aspergillo  Infezioni da germi intracellulari: Listeria, Legionella  Conseguenze catastrofiche di vaccinazioni con vaccini vivi  GVHD in seguito a trasfusioni (da evitare !)
  • 95. Sindrome di Di George  Insufficiente sviluppo del III e IV arco branchiale con ipoplasia di timo e paratiroidi, anomalie cardiache (tronco comune), e facciali (micrognazia, ipertelorismo etc)  Difetto genetico autosomico dominante: delezione interstiziale 22q11  Gravità clinica varia: da grave a parziale linfopenia con moderata immunodeficienza
  • 96. S. di Di George micrognazia, inserzione bassa delle orecchie, frenulo nasale corto
  • 97. Iper-IgM  ↓↓ IgA IgG  ←↑ IgM (l’aumento è legato all’espansione policlonale della sintesi IgM in risposta all’infezione)  N° normale di B linfociti circolanti (blocco delle switch da IgM alle altre classi)  Forma X-linked: difetto nel gene che codifica per CD40 ligando (CD154) blocco switch isotipico e attivazione macrofagi nell’immunità cellulo-mediata
  • 98. AIDS
  • 99. AIDS
  • 100. AIDS
  • 101. AIDS
  • 102. AIDS
  • 103. AIDS
  • 104. AIDS
  • 105. AIDS
  • 106. AIDS
  • 107. AIDS
  • 108. Letture consigliate www.pubmed.org Pontieri “Patologia Generale” Piccin Nuova Libraria S.p.A. Robbins “Le basi patologiche delle malattie” 7.a Ed. Elsevier Italia Rubin “Patologia” 2006 Casa Editrice Ambrosiana C. A. Janeway ”IMMUNOBIOLOGIA - Il sistema immunitario in stato di salute e malattia”, III ed. Piccin Abbas “Immunologia cellulare e molecolare” 2006 Elsevier