3. Agenda
• Due concetti di libertà
• Determinismo e libero arbitrio
• Pluralismo dei valori
4. Agenda
• Due concetti di libertà
• Determinismo e libero arbitrio
• Pluralismo dei valori
5. Bibliografia
• Berlin, I. (1954,1969, 1997) Historical
Inevitability in Hardy, H. (ed.) Liberty, Oxford
University Press, 2002 (L’inevitabilità storica in
Libertà, edizione italiana a cura di Mario
Ricciardi, Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 97-168)
• Berlin, I. (1969) From Hope and Fear Set Free in
Hardy, H. (ed.) Liberty, Oxford University
Press, 2002 (Da Speranza e paura
liberati, edizione italiana a cura di Mario
Ricciardi, Feltrinelli, Milano, 2010, pp. 259-286)
6. Intenzioni
• “A questo tipo di interpretazione in termini di scopi e caratteri
individuali si contrappone un’intera famiglia di dottrine (cui il
progresso delle scienze naturali conferisce un prestigio sempre
maggiore) per le quali qualsiasi spiegazione in termini di
intenzioni umane deriva da una mescolanza di vanità e
ignoranza ostinata” (p. 101)
• “Queste dottrine riposano sul postulato che sia un’illusione
credere nell’importanza delle motivazioni umane; che il
comportamento degli uomini sia quello che è per cause che in
larga misura sfuggono al controllo individuale” (p. 101)
7. Individui
• “Gli individui rimangono ‘astratti’ proprio perché sono semplici
‘elementi’, ‘aspetti’ o ‘momenti’ costruiti con un’artificiosa astrazione per
scopi ad hoc e sono, letteralmente, privi di realtà…al di fuori degli interi di
cui fanno parte, più o meno come il colore, la forma o il valore di una cosa
sono ‘elementi’, ‘attributi’, ‘modi’ o ‘aspetti’ di un oggetto concreto, isolati
per convenienza e pensati come esistenti indipendentemente, in sé, solo a
causa di una debolezza dell’intelletto analizzante” (p.102)
• “I nostri valori – ciò che noi consideriamo buono o cattivo, importante o
banale, giusto o sbagliato, nobile o spregevole – sono condizionati dal
posto che occupiamo nel disegno complessivo lungo questa scala in
continuo movimento” (p.105)
8. Teleologismo
• “L’idea che la storia obbedisca a leggi naturali o soprannaturali, che
ogni evento nella vita dell’uomo sia un elemento di un disegno
necessario ha profonde origini metafisiche, e l’infatuazione per le
scienze naturali alimenta questa tendenza ma non ne è l’unica fonte,
e neppure quella principale” (p.107)
• “Il teleologismo ha molte versioni, ma la cosa comune a tutte è la
convinzione che gli uomini, anzi tutte le creature viventi e forse
anche gli oggetti inanimati, non siano semplicemente quello che
sono ma abbiano delle funzioni e degli scopi…imposti loro da un
creatore…oppure sono, per così dire, interni a chi li possiede, per cui
ogni creatura ha una sua ‘natura’” (p.107)
• “La teleologia non è una teoria o un’ipotesi, ma una categoria o un
quadro di riferimento sulla cui base viene concepita e descritta – o
dovrebbe esserlo – ogni cosa” (pp. 108-109
9. Forme di fede
• “Le marionette possono essere consapevoli del
processo inevitabile in cui recitano la propria parte ed
essere felici di identificarsi cin esso; ma il processo
resta inevitabile e loro restano marionette” (p.110)
• “Un fallimento totale è escluso a priori, perché a un
livello ‘più profondo’ qualunque processo culmina in un
successo” (p.110)
• “La teleologia è una forma di fede non confermabile né
confutabile da parte di nessun tipo di esperienza; i
concetti di dato osservativo, prova, probabilità e via
dicendo sono del tutto inapplicabili nel suo caso”
(p.110)
10. Tutto è misurabile
• “Infatti, se le leggi sono state stabilite
correttamente, descrivere una cosa significa, in
realtà, affermare che non avrebbe potuto
accadere diversamente” (p.112)
• “Il progresso della conoscenza porta
costantemente nuove aree di esperienza sotto il
dominio di leggi che rendono possibili inferenza e
predizioni sistematiche” (p.113)
• “Più conosciamo e più l’area della libertà
umana, e di conseguenza della responsabilità, si
restringe” (p.113)
11. Determinismo
• “Le diverse varianti di questi atteggiamenti
implicano, come tutte le forme di determinismo
autentico, l’eliminazione del concetto di responsabilità
individuale” (p.118)
• “L’ammirazione o il disprezzo per questa o quella
persona può sicuramente sopravvivere, ma diventa
simile a un giudizio estetico” (p.119)
• “Questi uomini erano quello che erano, e così è per
noi…Il loro comportamento può essere spiegato nei
termini di qualsiasi categoria fondamentale che riduca
la storia a una scienza naturale, oppure a uno schema
metafisico o teologico” (p.120)
12. Esperienza
• “La mia tesi è che cercare seriamente di adattare i nostri
pensieri e le nostre parole all’ipotesi del determinismo sia
un’impresa tremenda per come stanno le cose oggi e per
come sono sempre state nel corso della storia conosciuta”
(p.126)
• “La questione di che cosa determinati agenti possano o non
possano fare è di natura empirica, e la sua soluzione
corretta deve fare appello…all’esperienza” (nota 14, p.126)
• “E poiché la storia non è una scienza deduttiva (e persino la
sociologia diventa sempre meno comprensibile quando
perde il contatto con i propri fondamenti empirici), tali
ipotesi, in quanto modelli astratti, puri e privi di
applicazione, saranno di scarsa utilità per chi studia gli
uomini e il modo in cui vivono” (p.127)
13. Frontiera
• “Il senso della nostra libertà e indipendenza, la nostra fiducia nell’esistenza
di un’area, per quanto piccola, nella quale possiamo scegliere di agire
come vogliamo, ci abbandona: al loro posto ci viene data l’idea di
appartenere a un sistema bene ordinato in cui ognuno ha una posizione
unica, consacrata a lui soltanto” (p.131)
• Dove va tracciata la frontiera tra libertà e leggi causali?
• La spiegazione di ogni azione umana viene trasferita su
forze impersonali
• Comprendere tutto significa rendersi conto che nulla
potrebbe essere diverso da come è.
• Sensi di colpa, ingiustizia, deformità, resistenza o condanne
sono indizio di cecità, fraintendimento, aberrazione
soggettiva, incapacità di “connettere”.
14. Conoscenza (troppa) e perdono
• “Più conosciamo e più siamo sollevati dal peso
della scelta; perdoniamo gli altri per ciò che non
possono non essere e perciò stesso perdoniamo
noi stessi” (p.134)
• “La libertà implica notoriamente la responsabilità
e per molti perdere il fardello di entrambe non
con un ignobile atto di resa, ma grazie al coraggio
di contemplare con spirito sereno le cose quali
devono essere, è fonte di ben accetto sollievo”
(p.134)
15. Conoscenza (troppo poca) e perdono
• Nulla è assoluto, le regole morali variano in
relazione alla distribuzione del potere
• Il numero dei fattori che influenzano la vita è
molto grande e ne conosciamo pochissimi
• Cercare di cambiare radicalmente le cose sulla
base delle nostre conoscenze è irrealistico o
assurdo
• La nostra conoscenza non è mai sufficiente a
consentirci di attribuire responsabilità.