2. Esistono alcuni piccoli trucchetti
facilmente implementabili
con cui è possibile migliorare le performance
del proprio WordPress senza impazzire
#e-Commerce
Contenuti a cura di HostingTalk
3. Dopo aver scelto l’hosting su cui installare WordPress,
come i pacchetti che offriamo – con database già integrato e
configurati per accogliere i CMS preferiti –
dobbiamo continuare a lavorarci per avere delle performance da urlo.
WordPress (così come tutti i CMS) e il servizio hosting che lo ospita
hanno necessità di essere configurati a puntino con opportune ottimizzazioni,
per esprimere il meglio delle proprie potenzialità.
E ottimizzare l’hosting WordPress significa agire sulle performance
del CMS stesso,
in modo da ottenere quelle prestazioni velocistiche
che gli utenti si aspettano e
che i motori di ricerca tanto decantano.
4. Le performance web sono divenute oggetto di maggiore attenzione da parte degli sviluppatori
Web, trasformandosi in uno dei più importanti argomenti del settore. La velocità di
caricamento delle pagine di un sito è molto più di una semplice caratteristica da tenere sotto
osservazione, a volte diventa un vero e proprio incubo SEO e di usabilità.
Per capire meglio il fenomeno e quanto sia importante ottimizzare l’hosting WordPress è
possibile citare almeno tre dati di fatto:
• secondo Google: per ogni 500 millisecondi aggiuntivi sui tempi di caricamento delle pagine,
si ottengono il 20 percento in meno di ricerche;
• secondo Yahoo: 400 millisecondi in più sui tempi di caricamento delle pagine causano un
aumento di quasi il 10 percento degli utenti che cliccano il pulsante Indietro del browser
prima che la pagina venga caricata, ed evitano di rivisitarla nelle ricerche successive;
• secondo Amazon, ogni 100 millisecondi di ritardo si ottiene l’1 percento di perdite di
vendita negli e-commerce.
Questi dati statistici che correlano la velocità di caricamento delle pagine con le percentuali di
abbandono da parte degli utenti, hanno portato i colossi a decidere di includere le
performance di un sito nell’algoritmo di rank, così a un sito non ottimizzato corrisponderà
anche un posizionamento nella SERP del motore di ricerca meno favorevole.
5. Quanto riportato, dovrebbe essere più che convincente sull’importanza di
ottimizzare il proprio hosting WordPress per ottenere le migliori prestazioni e
i migliori tempi di caricamento delle pagine.
Chi si avvicina a un servizio hosting, spesso però non sa come procedere in tal senso.
In realtà, esistono alcuni piccoli trucchetti facilmente implementabili con cui è possibile
migliorare le performance, senza impazzire.
Secondo Dmitry Stogov, il passaggio dal PHP 5.2 al PHP 5.3 porta a un incremento delle
prestazioni di WordPress di circa il 15 percento. E ancora, il passaggio dal PHP 5.3 al
5.4 migliora le performance del CMS di un ulteriore 10 percento in termini di velocità di
elaborazione delle richieste al secondo.
E ancora, il PHP 5.5 migliora le prestazioni di WordPress di un ulteriore 20 percento, permettendo
di passare da 211 richieste elaborate al secondo, a ben 253.
6. Questi dati dimostrano che, quando è possibile, è sempre meglio
scegliere l’ultima versione PHP disponibile, perché la reingegnerizzazione del motore
migliora di versione in versione le prestazioni degli applicativi.
Nei pacchetti hosting offerti, si può sempre verificare la versione PHP impostata e scegliere
quella che si preferisce semplicemente entrando nel pannello di controllo dell’hosting e
cliccando su Hosting Linux/Servizi Hosting.
Compare questa finestra, in cui procedere con un clic su Scelta della versione PHP:
7. Qui, assicuriamoci che l’ultima versione sia già configurata,
altrimenti procedere con un clic del mouse sull’ultima disponibile,
confermando la scelta con un clic su OK.
8. Migliorare le performance di un’installazione WordPress, significa anche ottimizzare il database
MySQL su cui l’installazione si basa; vale , quindi, la pena, valutare le offerte di alcuni provider
che hanno il database già incluso nei pacchetti hosting. Per ottimizzare il database MySQL, si può
ricorrere a una funzione inclusa nel PHPMyAdmin.
Dopo aver fatto l’accesso
alla gestione MySQL alla gestione
MySQL, scegliamo il DB su cui si è
installato WordPress, poi
clicchiamoci con il cursore.
Visualizzeremo tutte le tabelle
presenti nel DB. Scorriamo l’intera
lista della prima pagina e
clicchiamo su Seleziona tutti. Dal
menu Se selezionati,
scegliamo Ottimizza tabella
e ripetiamo il processo per tutte le
pagine presenti, navigando fra esse
attraverso il menu Numero pagina.
9. Dalla versione 2.6 di WordPress, il salvataggio automatico dei post durante la scrittura
rimane salvata come revisione nel database MySQL.
Questa impostazione rischia di ingigantire le dimensioni del database oltre il dovuto,
aumentando così i tempi di caricamento dell’hosting WordPress.
Per rimuoverla, o configurarla secondo esigenze specifiche, è possibile intervenire sul
file wp-config.php della propria installazione WordPress e inserire il codice:
se la si vuole disabilitare la funzione di salvataggio della revisione o:
dove n è un numero intero che specifica quante revisioni tenere memorizzate sul database.
10. Per diminuire la dimensione dei dati che devono essere trasferiti dall’hosting WordPress al PC
degli utenti è importante attivare la compressione GZip per file come CSS, Javascript, HTML e
tanti altri come XML e JSON.
Alcuni consigliano di abilitare questa compressione anche per i file PDF e per le immagini. Su
quest’ultimo consiglio ci sarebbe da discutere, in quanto alcuni formati immagine come i JPEG e
i PDF sono già compressi e, a volte, l’abilitazione della compressione GZip potrebbe portare a
uno spreco di cicli CPU e potenzialmente anche a un incremento delle dimensioni dei file.
Al di là di questo, abilitando la compressione GZip il web server comprime i contenuti prima di
trasferirli via Internet e il browser dell’utente li decomprime prima di passare al rendering delle
informazioni. Il modo più veloce per implementare la compressione GZip è aggiungendo
l’esecuzione del modulo mod_pagespeed sviluppato da Google nel file HTACCESS di Apache,
così:
usando poi gli opportuni comandi e filtri preposti.
11. In alternativa, è possibile configurare sempre nel file HTACCESS il modulo mod_deflate
(disponibile da Apache 2.x, in quanto prima veniva usato il modulo mod_gzip):
Per chi usa il server Web Nginx, il file di configurazione nginx.conf deve essere modificato così:
Se nessuno dei metodi fin qui suggeriti dovesse funzionare, si può agire a livello di
file header.php disponibili nel proprio hosting WordPress:
12. Con il browser caching è possibile specificare per quanto tempo il browser dei visitatori deve
consultare i file che ha in cache prima di scaricarli nuovamente dal servizio di hosting WordPress.
Nonostante questa configurazione, se una delle immagini, dei CSS, dei file JS o flash si dovesse
aggiornare, il server avverte il browser di sostituire il contenuto della cache corrispondente con
la nuova versione. Per attivare il browser caching in Apache, bisogna aggiungere le seguenti
righe di codice al file HTACCESS:
Ogni istruzione indica quanto tempo dopo il primo accesso deve essere aggiornata la cache
browser per ogni singola tipologia di elementi. Ad esempio, le immagini in formato JPG hanno
una “scadenza” a un anno, dopo il quale il browser deve riscaricarle dal Web server e non
consultarle direttamente dalla cache.
13. A queste righe, possiamo aggiungere quelle relative alla gestione del Cache-Control Headers:
Per i Web server Nginx, il file di configurazione va modificato così:
14. Parlando di browser caching, non si può certo non introdurre il discorso ETags.
Il sistema ETags è un meccanismo con cui i server Web e i browser riescono a determinare
se gli elementi contenuti nella cache del browser sono identici a quelli disponibili sull’hosting
WordPress al di là della data di ultima modifica.
Infatti, l’ETags è una stringa univoca che identifica una specifica versione di un oggetto e la
corrispondenza fra le stringhe garantisce che quanto contenuto nella cache del browser sia
identico a quanto disponibile sul server.
Teoricamente, la generazione e il controllo operato dal server sugli ETags potrebbe inficiare
le prestazioni dell’hosting WordPress, per cui in alcuni casi è meglio disabilitarne l’uso,
agendo sul file HTACCESS con il seguente codice: