1. I colori che vediamo
Quando la luce (solare o artificiale) colpisce un corpo, questo in parte l'assorbe e si riscalda, in
parte la riflette: la luce riflessa viene percepita dal nostro occhio sotto forma di colore. un oggetto
ci apparirà giallo se riflette solo i raggi gialli e assorbe tutti gli altri, blu se riflette solo quelli blu,
nero se assorbe tutti i raggi luminosi, bianco se li riflette tutti. Questo spiega perché i corpi neri
esposti al sole sono molto più caldi di quelli bianchi.
Un oggetto ci appare rosso se assorbe i raggi solari
riflettendo quelli rossi, nero se assorbe tutti i raggi.
Le leggi dei colori
Lo schema proposto da Itten è formato al centro
da un triangolo equilatero in cui sono disposti i
colori: giallo in alto, rosso e blu in basso. Questi
colori sono detti primari perché da essi derivano
tutti gli altri colori e non si possono ottenere da
nessuna mescolanza di colori preesistenti.
Nell'esagono circoscritto al triangolo equilatero
sono disposti i colori: arancio, viola e verde.
Questi colori sono detti secondari, perché sono
ottenuti mescolando a due a due i primari:
giallo + rosso = arancio
rosso + blu = viola
giallo + blu = verde
La corona circolare più esterna è suddivisa in
dodici settori di uguale superficie. Sei di questi
settori sono dipinti con i colori primari e
secondari, in corrispondenza dei vertici
dell'esagono.
I rimanenti sei, rosso-arancio, rosso-viola, blu-viola, blu-verde e giallo-verde, derivano dalla
combinazione di un colore primario e di un colore secondario, perciò sono detti colori terziari.
2. Tonalità
Studi molto approfonditi hanno permesso di stabilire che
l'occhio umano può percepire fino a diecimila sfumature
diverse di uno stesso colore e che si potrebbe addirittura
arrivare a differenziarne fino a circa dieci milioni. E' evidente
che un colore non è mai unico, ma esiste in infinite
gradazioni; esse sono presenti in natura e possono essere
create dall'uomo. Ciascuno dei gradi che può presentare un
colore viene dunque definito tono: le tonalità di un colore
sono perciò tutte le sue variazioni di intensità. Per realizzare
più tonalità di uno stesso colore, basta dosare
opportunamente le quantità dei colori che lo compongono,
oppure introdurre il bianco o il nero per schiarire o scurire.
Anche in pittura è molto diffuso l'uso della tonalità e si dice
appunto tonale la pittura in cui si realizza una gradualità nei
passaggi di colore (pittura del
Giorgione). Essi non sono mai accostati per contrasto, ma si fondano l'uno sull'altro, creando spesso
dei toni indefinibili, che conferiscono al dipinto un'atmosfera irreale, quasi di sogno.