1. Vista la situazione dell’Italia, gli Elfi hanno deciso che,
per il momento, gli italiani (e anche le scienziate
italiane, che purtroppo ne rimarranno coinvolte) non si
meritano ulteriori informazioni sugli sviluppi delle
elfoscienze.
Di conseguenza, per non lasciarvi senza un giusto
riconoscimento per la vostra attività, non resta che far
ricorso alla “antica” sapienza, con la speranza che l’anno
prossimo sia possibile, cambiando un po’ di cose, sperare
nel ritorno degli Elfi.
Auguri norrenici !
2. ERACLITO
Vedendo fluir l’acqua del ruscello,
disse: “Ma allora è vero, tutto scorre”.
Eraclito si alzò dallo sgabello,
e, rimirando la lontana torre
e le mura possenti e le colonne
della città, si disse: “Convien porre
la questione se l’acqua, come donne,
stabil non sia, mentre lo sono i sassi,
come gli uomini son.” Di qui l’insonne
meditar tra cipressi, pini e tassi
sul possibile unirsi degli opposti.
Ma al veloce guizzar di pesci grassi
nel ruscello, pensò che ben disposti
sarebber quelli in una padellina
e si disse: “Ma costi quel che costi,
quando ben cotti dentro la farina
saranno, il fuoco certo si dimostra
della vita alla base, e di cucina.
3. EMPEDOCLE
Empedocle sostiene che la terra,
col fuoco, l’aria e l’acqua, tutt’insieme,
mischiati dall’amore e dalla guerra,
ben spiegano le cose anche supreme.
E quindi, per poterlo dimostrare,
prende un bagno nell’acqua del Tirreno,
sulla terra si stende, ad asciugare
all’aria calda; e quind’in un baleno
sale sull’Etna, monte siciliano,
e certo che la morte non esiste,
si getta nel gran fuoco del vulcano.
E cadendo, su’suoi concetti insiste.
4. DEMOCRITO
Democrito, al par d’un Eleato,
l’essere reputava come chiara
spiegazione di tutto lo creato.
Eppure Achille, alla fin della gara,
la lenta tartaruga pur raggiunge.
Dunque a Zenone oppose una ben chiara
teoria, che, sul pensar che all’esser funge
da supporto l’atomico frammento,
si basò; con il vuoto che soggiunge
a dar ragione dell’accostamento
degli atomi, che spiega differenza.
E quindi aggiunse che il ragionamento,
che ritiene esser vera conoscenza,
è qualità: ma non può far a meno
di quanto viene a lui dall’esperienza.
5. PITAGORA
Steso sopr’una linea orizzontale,
che cateto decise nominare,
poggiato su una linea verticale
(altro cateto), fece poi ruotare
gli occhi a vedere su di sé richiusa
una retta. La volle calcolare:
e dopo averla detta “ipotenusa”
scoprì che lo quadrato della retta
era la somma (tutta in sé racchiusa)
dei quadrati dei lati di cui vetta
era lei stessa. E quindi assai contento
di aver concluso, senz’alcuna fretta,
si levò dai cateti e un supplemento
di note aggiunse al libro che scriveva.
Ma questo gli creò nuovo tormento
così che pensò ben di fare leva
sulla metempsicosi che di certo
di cambiar situazione permetteva.
6. SOCRATE
Dopo aver molte volte tormentato
lo giovin che vicin sullo triclinio
era posato, prese con dominio
a straparlar. E fu ben ascoltato.
Dell’amore discusse lungamente:
“Com’esso sia né bello e neppur buono,
ma vien che infin ognun ad esso è prono,
e in sé raccoglie cosa immantinente”.
Quando in seguito fu ben rinsavito,
di quel che disse si rendé ragione,
tanto che la cicuta fu cagione
del suo desir di esser ben punito.
Socrate dunque, e non li cittadini
di Atene, causa fu della sua morte:
che preferì ben sceglier tale sorte
più che confessar che alli festini
preferiva li giovini alla moglie.
Niente di strano: che normale appare
l’amor per stesso sesso coltivare.
Ma Santippe patì con molte doglie
e lamenti: e dunque la cicuta
fu chiesta perché il vero a molti duole
e contestar non sempre lo si puole.
Onore dunque a chi se l’è bevuta !
7. PLATONE
E riposando, stanco di pensare,
spalle al braciere, ove ardean li legni,
in attesa del prossimo mangiare,
vide sulla parete strani segni:
immagini di oggetti: proprio quelli
che posto avea sul tavolo imbandito
ove arrosti di carne e grassi uccelli
avrebber ben calmato l’appetito.
Né l’immagini false né gli oggetti
però poteon calmar l’agitazione.
Allor s’alzò e, tolti li paletti,
uscì veloce dall’abitazione.
E vide rispecchiati nel laghetto
alberi e foglie, rami e fiorellini.
E gli scappò di dire: “Ma, cospetto !
Questi non son li veri ciclamini !”
Quindi tornò sul soffice triclinio,
scrisse due righe tanto per dovere,
a buon vino donò suo patrocinio,
e disse: “La caverna …. che godere!”
8. ARISTOTELE
Se che sono mortali è la premessa
gli uomini tutti, se ne pole dunque
conseguirne che un essere qualunque,
che deperisca e crepi abbia la stessa
natura degli uman. Di questo passo
si assimilano i sassi alle persone
e per questo d’un uomo ignorantone
si dice ch’egli è duro come un sasso.
E illustrando un concetto successivo,
disse quindi che sopra l’edonismo
la politica sta (che l’altruismo
più degno è del piacere sensitivo):
ma sopra ancora va considerata
la teoretica, l’arte del pensare,
senza la quale non si può arrivare
all’etica che fa vita beata.