Di Stefano Battini
Nell’ultimo ventennio la pubblica amministrazione è stata interessata da molteplici interventi riformatori. Come è stato rilevato da molti osservatori, forse si sarebbe dovuto dedicare meno sforzi a realizzare “meno stato” e più attenzione a rispondere alla domanda “quale stato”. Lo stesso processo di digitalizzazione dell’amministrazione, pensato da molti come il cavallo di Troia dell’innovazione, ha prodotto risultati differenti: accanto a soluzioni di eccellenza si sono registrati esiti negativi o irrilevanti. È apparso evidente che il cambiamento della Pubblica Amministrazione, come peraltro di altre organizzazioni, non è prevalentemente né processo normativo né un processo tecnologico. Come progettare il cambiamento della Pubblica Amministrazione? Immettere una leva di giovani qualificati che sopperisca ai deficit di organico e di competenze? Intervenire sull’organizzazione con un approccio consapevole della molteplicità delle variabili in gioco (cultura, meccanismi operativi, sistemi incentivanti, relazioni industriali, condivisione degli obiettivi) e dell’importanza della partecipazione dei lavoratori in termini di saperi e competenze?
Stefano Battini è Presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione e Professore ordinario di Diritto Amministrativo all’Università della Tuscia. Discepolo di Sabino Cassese, ha coordinato progetti di ricerca su “Politica e amministrazione” presso l’IRPA - Istituto di Ricerche sulla Pubblica Amministrazione. È autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche, principalmente in materia di dirigenza pubblica e pubblico impiego.
L'industria della finanza, la digitalizzazione dei processi lavorativi e la b...
Le sfide della pubblica amministrazione
1. «Credo veramente poco all’efficacia degli ordinamenti, non sono
irrilevanti, ma è raro che i benefici derivanti dalle riforme
riescano a compensare il disagio del cambiamento.
Personalmente, immagino un’amministrazione ideale che non
varasse nemmeno un nuovo decreto e si limitasse a una scelta di
persone competenti. Gli uomini sono tutto,
gli ordinamenti ben poca cosa»
Ernest Renan, L’istruzione superiore in Francia, 1864
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2. MAPPATURA, VALUTAZIONE E SVILUPPO
DELLE COMPETENZE DELLA PA
Progetto pilota presso
la Presidenza del Consiglio dei Ministri
52 posizioni dirigenziali
Prof. Stefano Battini
Presidente Scuola Nazionale dell’Amministrazione
Maggio 2018 2
3. OBIETTIVI DEL PROGETTO 1
1. DEFINIRE UNA JOB DESCRIPTION PER CIASCUNA POSIZIONE
DIRIGENZIALE
A. Identificazione delle principali attività, responsabilità e finalità
che caratterizzano la posizione organizzativa
B. Metodo: analisi delle fonti e interviste ai titolari della
posizione
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4. OBIETTIVI DEL PROGETTO 2
2. TRASFORMARE LE JOB DESCRIPTION NEI CORRISPONDENTI
JOB PROFILE
A. Insieme delle competenze, motivazioni e valori necessari
in astratto per ricoprire in modo efficace una posizione
(De Castri 2018)
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5. Quale concetto di “competenza”?
Motivazioni
Valori
Abilità
Cognitive
Esperienze
Conoscenze
Capacità
SOFT SKILLS
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6. OBIETTIVI DEL PROGETTO 3
3. ASSESSMENT DELLE COMPETENZE MANAGERIALI DEI TITOLARI
DELLE POSIZIONI E IDENTIFICAZIONE DEL GAP RUOLO-PERSONA
(COMPETENZE RICHIESTE VS. COMPETENZE POSSEDUTE)
A. Assessment individuale in presenza: role play, in basket, riunioni
o negoziazioni simulate (circa 3 ore di colloquio)
B. Assessment tramite test online (Hogan): elaborati in base a analisi
statistiche di collegamenti ricorrenti fra determinate risposte e tratti
della personalità dell’individuo
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10. PROSPETTIVE DEL PROGETTO
Estensione della mappatura delle competenze
A breve termine
Sviluppare l’indagine su tutta la popolazione di dirigenti della
Presidenza del Consiglio dei Ministri (250 persone)
A medio-lungo termine
Ampliare l’indagine a un crescente numero di dirigenti, iniziando da
alcune delle principali Amministrazioni centrali dello Stato
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11. IMPLICAZIONI E SVILUPPI DEL PROGETTO 1
1. La formazione
Confronto fra job profile e skill profile consente di identificare i fabbisogni formativi
dei dirigenti e, in prospettiva, dei funzionari
Fabbisogni formativi identificati possono essere utilizzati da:
• Amministrazioni per individuare le esigenze formative
• istituzioni formative (a partire dalla SNA) per progettare percorsi formativi e
adattarli alle esigenze delle Amministrazioni e degli individui
• singoli dirigenti e funzionari, resi consapevoli delle proprie aree di forza e di
debolezza in relazione al ruolo da ricoprire
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12. IMPLICAZIONI E SVILUPPI DEL PROGETTO 2
2. L’organizzazione
L’analisi delle job description offre una straordinaria fonte di informazioni sulla
micro-organizzazione dell’amministrazione considerata, che può essere
valutata, in rapporto all’efficace svolgimento delle funzioni, non in relazione a
come essa è disegnata in astratto dalle norme, ma in rapporto a come essa
effettivamente si presenta nella realtà
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13. IMPLICAZIONI E SVILUPPI DEL PROGETTO 3
3. Il sistema di reclutamento
L’analisi dei job profile consente di identificare i profili di competenze necessari
all’amministrazione e quelli che sono posseduti in minor misura dai dirigenti e funzionari
in servizio Informazioni decisive per la pianificazione del fabbisogno di personale
(d.lgs. 75 del 2017)
L’analisi dei job profile consente di identificare non solo le competenze determinanti per
l’intera famiglia professionale «dirigenti», ma anche per sottofamiglie professionali
(dirigenti amministrativi, dirigenti sanitari, dirigenti della sicurezza ecc.) possibilità di
superare l’alternativa concorso accentrato per tutti i dirigenti o concorso decentrato per
dirigenti di ciascuna amministrazione concorsi accentrati ma scomposti per famiglie
professionali
Assessment consente di sperimentare metodologie oggettive per la verifica, in sede di
reclutamento, non solo di conoscenze ed esperienze, ma anche di attitudini e soft skill
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14. IMPLICAZIONI E SVILUPPI DEL PROGETTO 3
4. Assetto della dirigenza, mobilità, incarichi e carriera
La mappa dei profili di ruolo consente di impostare su basi oggettive un sistema parzialmente
position based, del tipo di quelli prefigurati dalle recenti riforme incentrate su ruolo unici e
incarichi dirigenziali, grazie alla possibilità di:
conoscere le posizioni
identificare posizioni manageriali, che richiedono soprattutto competenze trasversali e soft
skill, e posizioni tecniche, per le quali si richiedono soprattutto conoscenze ed esperienze
specifiche i ruoli potrebbero essere disegnati su famiglie di competenze piuttosto che su
Amministrazioni
sperimentare sistemi oggettivi per identificare il miglior candidato per ciascuna posizione,
senza affidarsi a curricula astratti, che certificano in modo approssimativo le sole conoscenze
ed esperienze
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