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i

       Nel 1962, Klaus e Gray lanciarono un'offensiva ai problemi che molti giovani, provenienti
       da famiglie socio-economicamente sottosviluppate, devono affrontare. 'Questi bambini
       cominciano la scuola intellettualmente svantaggiati e sono poi soggetti a un ulteriore pro-
       gressivo declino del Q.I. e dei relativi progressi scolastici, quando passano da una classe
       all'altra della scuola elementare. Molti aspetti delf istruzione dei poveri, sembravano contri-
       buire a porre i bambini dei quartieri poveri in svantaggio scolastico.
           Per prima cosa, Klaus e Gray trovarono un alto grado di disorganizzazione pratica in mol-
       te case di questi quartieri; c'era una mancanzadi stabilità temporale e spaziale che sembrava
       essere un handicap per 1o sviluppo cognitivo. Ma un effetto più importante delle condizioni
       di vità dei bambini poveri era in relazione con lo sviluppo del linguaggio.
           Il linguaggio dei bambini con cui Klaus e Gray lavoravano era notevolmente in ritardo e
       ciò sembrava provenire dal tipo di scambio verbale che si verificava in casa. Klaus e Gray ne
li     fecero questa descrizione: la madre pada poco al bambino e, cosa ancor più importante, non
li;r
),
       ascolta il bambino. Quando parla, lo fa in genere inun codice limitato, per usare il termine
i::
       di Bernstein (1961).
l,
          Un <<codice limitato>> è quello in cui la maggior parte del sisnifrcato è dato da altri aspej-
       ti de@sione                              ffi                             arole dette. condizioni
       alqbieqldi In guesto modo, il ba                                                            q4ce.
       Confrontate questa situazione con quella di una casa della classe media dove la madre rinfor-
       z4 ma soprattutto, ascolta il linguaggio del bambino e tipicamente svilupperà le sue prime
       parole.
          Così:   <<il   gatto graffra>>, diventa: <Sì,   il   gatto ti graffierà con le sue unghie, se gli tirerai la
       codo>.
          ICIàus e Gray comìnciarono un programma sperimentale, intitolato Early Training Projea
       (pogramna di addestramento precoce) che cercò di migliorare questa situazione.
Parteciparono alla ricerca. bambini negri di tre anni di Nashville
                                                                         e della zona adiacente.
      Diciannove bambini seguirono corsi eitivi di dieci settimane,
                                                                     trovandosi pe. quauro ore'at
  giomo, cinque volte alla settimana, per tre estati consecutive.
      caratteristica principale del programma eraf impiego di numerosi
                                                                            insegnanti e la forma-
  zione di sottogruppi con
     Questa disposizione
  re attenzione allo svi
  mazione di concetti. abi




      Dapprima, il bambino imparava semplicemente a formulare una
                                                                         frase completa, poi gli si
  chiedeva di specificare quale triciclo quello piccolo verde
                                        -                        - e se il triciclo era usato da un
  altro bambino, imparava a chiedere a quèsti s" pot"uu fare un giro.
  .- Come altro esempio, si usavano cubi per insegnare il riconóscimento dei colori, il nome,
 il concetto di numero, il concetto di posiiione come: su, giù, dietro, sotto,
                                                                                  davanti, davanti a
 e così via. Inoltre, si copiavano e perfino si trasformavanó
 comprese costruzioni tridimensionali. (Il bambino copiava
                                                               serie graauate ai disegni   dt;i
                                                                          rossi e verdiirna diffici-
 le composizione di cubi blu e gialli.)                        "on "ribi
     Poiché i fg!qb!4r inizialmente mosftavano scarsa        ità di dividere  in            l'adde-
 li che potevano essere facilmente appresi.
    Poi
gerarchie di concetti.
    Per esempio, ad un gruppo formato da una mela rossa, una
                                                                   verde e una gialla, si aggiun-
gevano una pera e una pesca per la definizione: frutta. Poi
                                                             si aggiungevano iagioli p"rlit"n-
dere la categoria alle p_iante, formaggio per estendere a tutti i
                                                                  óilui        nne óstiti'p".i*l-
gnare le <<necessità della vitu.                                        ""unu
    Man mano che si sviluppavalacapacità dei bambini, essi venivano
                                                                              incoraggiati ad eser-
ciÎarla al di fuori della scuola. Il supermercato, per esempio, forniva
                                                                           possibilità iuimitate di
dividere in categorie, generalizzare e riclassificare
   Assieme a questo   addestramento, I'insegnante incoraggiava continuamente lo
                                                                                   sviluppo di
attitudini e motivazioni necessarie all'apprendimento scoústico p"r."1,"r*z4
al successo, rinvio della ricompensa int"."rs" per i libri, le  -                motivazione
                                                               matite e le penne e p", I Àut"-
 riali scolastici.                       "
     I corsi di scuola estiva costituivano soltanto metà del prograÍrma; durante
                                                                                   i mesi inverna-
li, un insegnante qualificato di scuola elementare, facevaunà visita settimanale
                                                                                      in casa.
                 il programma alla madre e le mosfava come stimotare it progresso
  - -Spiegava
del linguaggio durante le normali attività domestiche, per esempio
                                                                        des^ffiiendo "ogoltiuo "
la firnzione del pelare le.patate o del programmare i pasti oena
                                                                    r'anilta.          ";;i"ó;"
     Il visitatore portava.libri e suggerivaihe la madre li leggesse J'bu*bioo, discutesse
-
figure e offrisse semplici dimostrazioni. Programmava aoche visite                              le
                                                                         della madre alla scuola
materna durante i corsi eltivi e spiegava le àttlvità che vi si
                                                                  svolgevano. Alla fine del pro-
gramma di tre anni, i bambini raggiungevano un punteggio
                                                               e.L 9 i'unti più alto di
                                                                           che viveva "*gru;ù
di controllo analogo che era statoiegulto duranté ftfto il p"riooo,'*u
di distanza e quindi non aveva contaiti col programma.
                                                                                         oo"-igii"
                                                                                       "
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                   Entrambi i gruppi subirono un altro test nel 1968, alla fine del fV anno di scuola elemen-
  ,tli         tare: questo aweniva tre anni dopo la fine dell,addestrqmento.
                   Benché il Q.I. fosse un po' diminuito in entrambi i gruppi, i bambini del programma spe-
 d             rimentale mantenevano un vantaggio di 9 punti, rispetto a quelli del gruppo al
 flil,                                                                                                        i...1
 ìii:                                                                                             "óttttotto.
                   I programmi di addestramento prescolare che seguirono quello di Klaui e Gray hanno avu-
               to la tendenza a differenziarsi sotto due aspetti: primo, nell estendere I'istruzione della clas-
               se a tutto l'anno scolastico, invece che limitarla all'estate; secondo, nel convergere maggior-
               mente sulle materie scolastiche come contesto per inSegnare le capacità di peniiero.
                   I programmi prescolastici di Bereiter ed Engelmann illustrano questi princìpi.
                   L approccio Bereiter-Engelmann prese l'avvio dall'esame di ciò chJ o*t arilo dovrebbe
               reahzzare per i bambini poveri, che non riescono a progredire normalmente nella scuola ele-
               mentare, i cui punteggi relativi a test standardizzati di lettura e matematica mostrano al con-
               trario un costante declino con I'età.
                   Bereiter ed Engelmann videro ciò come rLns:,dib.atn-nftr.njlrfesancatr^ a; una capacità


               scono a svl           concetti e capacità

               rienze che hanno un ben
                                                                                                                       jefi:vu
                                                       valore educativo e che                                        -rt^ihs'!"t
                                                                                                                          i+",t/'(
                                                                                                                       ',
                rimento ad una specifica cultura tecnologico-letteraria), che còilre pffiÎon,JTósoriale ed è
                puntualizzato dalla interazione verbale caratteristica delle famiglie a basso reddito.
                    Le comunicazioni consistono per la maggior parte di domande, comandi, espressione.di
                sentimenti, manifestazione di bisogni eparfecipazione di esperienze, ma il bambino ha scar-
                se interazioni verbali con I'adulto in cui si riveli la conoscenza e in cui il linguaggio sia usa-
                to per indagare, analizzare, spiegare e dedurre. Sono esperienze di questo tlpo ctré alimenta-
               no lo sviluppo estensivo e preciso del linguaggio così come di un aicurato pensiero analiti-
               co. (Klaus e Gray osservarono anche che il linguaggi" ,
                                                                             ""dice li
               ry rit*a" n rriúfpo sr a
                   La deficienza di ragionamento dei bambini poveri si manifesta in molti modi. Bereiter ed
               Engelmann, per esempio, definirono il processo mentale di questi bambini come pensiero a
               <colpo unico>' Il--!olq ambiente no ha insegnato ad eseguire operazioni concettuali. con-
               .frontare, cprgiung"* trasform^                                                                   per
                                       "
               cui dovrebbero fare a se stessi queste domande: è vero?                          caratteristica?, iEf
               pto:"ag*
                          "tn*"tr"    "l"
                                            rlq
                  Così possono, con facilità, mandare a memorià-ià@olàlGÌàin principio e una fine è
               una parola>, ma anche dopo aver imparato a identificare principio e nnè, non possono appli-
               carla consistentemente. [...]
                  ll programma prescolastico Bereiter-Engelmann si pone due obiettivi: primo,
                                                                                                        lviluppare
                    ncipali areomenti delle conoscenze scolastiche come il leggere e il far di conto.
                    Il programma elenca     15
                                                 "me
                    1. Capacità di usare affermazioni positive e non   inisposta alla domanda:   <<Cos'è questo?>>
               -   <<Questa è una palla>, <<Questo non è un hbro>>.
                  2. Capacità' di usare affermazioni positive e non inrisposta al comando: <parlami di que-
               sto... (palla, matita, ecc.)>> - <<Questa matita è rossa>>, <<euesta matita non è blu>.
3. Capacità di usare gli opposti (<<Se non è... deve essere...>>) per almeno quattro coppie di
concetti, come per es.: grande e piccolo, su e giù, lungo e corto, grasso e magro.
    4. Capacità di usare correttamente le seguenti preposizioni in asserzioni che descrivano
disposizioni di oggetti: <<su, in, sotto, sopra, iÍrmezzo>>, <<Dov'è la matita?>, <La matita è sot-
to il libro>.
    5. Capacità di presentare esempi positivi e negativi per almeno quattro classi come arne-
si, arnú, pezzi dr mobilio, animali selvatici, animali da cortile e veicoli. <Dimmi il nome di
un'arma>>, <Un fucile è un'arma>>. <<Nominami qualcosa che non sia un'arma>>, <<IJna mucca
non è un'armu. Il bambino dowebbe anche riuscire ad applicare correttamente questi con-
cétti di classe o sostantivi che gli siano familiari, per esempio: il pastello è un mobile? No, il
pastello non è un mobile, ma qualcosa con cui si scrive.
   6. Capacità di eseguire semplici deduzioni se-allora. Si presenta al bambino un diagram-
ma contenente quadrati grandi e piccoli; tutti i grandi sono rossi, ma i quadrati piccoli sono
di vari altri colori. <Se il quadrato è grande, cosane sai del suo colore? è rosso>>.
   7. Capacità di usare il <<non>> nelle deduzioni. Se il quadrato è piccolo, che cos'altro ne sai?
Non è rosso.
   8. Capacità di usare o- nelle deduzioni semplici; se il quadrato è piccolo, allora non è ros-
so. Che alho ne sai? E blu o giallo.
   9. Capacità di usare i colori di base, più bianco, nero e mÍurone.
    10. Capacità di contare ad alta voce fino a20 senza aiuto è fino a 100 aiutati alle decine
(30,40...).
   11. Capacità di contare correttaÍtente fino a 10 oggett|
   12. Capacità di riconoscere e nominare le vocali e almeno quindici consonanti.
   13. Capacità di distinguere parole starnpate dai disegni.
    14. Capacità di far rima in modo tale da pronunciare una parola che faccia rima con
un'altra data, di dire se due parole fanno o non fanno rima, o di completare filastrocche non
conosciute come: <<Avevo un cane di nome Fufino, l'ho trovato nascosto sotto i1...>>.
    15. Un vocabolario di almeno 4 parole lette a prima vista oltre ai nomi propri, con dimo-
strazione che le parole stampate hanno per loro lo stesso significato delle corrispondenti
parole pronunciate: <<Che parola è questa?> <<gatto>>; <<E una cosa che fa bu-bu?> <<No, fa
miao>>.

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  • 1. i Nel 1962, Klaus e Gray lanciarono un'offensiva ai problemi che molti giovani, provenienti da famiglie socio-economicamente sottosviluppate, devono affrontare. 'Questi bambini cominciano la scuola intellettualmente svantaggiati e sono poi soggetti a un ulteriore pro- gressivo declino del Q.I. e dei relativi progressi scolastici, quando passano da una classe all'altra della scuola elementare. Molti aspetti delf istruzione dei poveri, sembravano contri- buire a porre i bambini dei quartieri poveri in svantaggio scolastico. Per prima cosa, Klaus e Gray trovarono un alto grado di disorganizzazione pratica in mol- te case di questi quartieri; c'era una mancanzadi stabilità temporale e spaziale che sembrava essere un handicap per 1o sviluppo cognitivo. Ma un effetto più importante delle condizioni di vità dei bambini poveri era in relazione con lo sviluppo del linguaggio. Il linguaggio dei bambini con cui Klaus e Gray lavoravano era notevolmente in ritardo e ciò sembrava provenire dal tipo di scambio verbale che si verificava in casa. Klaus e Gray ne li fecero questa descrizione: la madre pada poco al bambino e, cosa ancor più importante, non li;r ), ascolta il bambino. Quando parla, lo fa in genere inun codice limitato, per usare il termine i:: di Bernstein (1961). l, Un <<codice limitato>> è quello in cui la maggior parte del sisnifrcato è dato da altri aspej- ti de@sione ffi arole dette. condizioni alqbieqldi In guesto modo, il ba q4ce. Confrontate questa situazione con quella di una casa della classe media dove la madre rinfor- z4 ma soprattutto, ascolta il linguaggio del bambino e tipicamente svilupperà le sue prime parole. Così: <<il gatto graffra>>, diventa: <Sì, il gatto ti graffierà con le sue unghie, se gli tirerai la codo>. ICIàus e Gray comìnciarono un programma sperimentale, intitolato Early Training Projea (pogramna di addestramento precoce) che cercò di migliorare questa situazione.
  • 2. Parteciparono alla ricerca. bambini negri di tre anni di Nashville e della zona adiacente. Diciannove bambini seguirono corsi eitivi di dieci settimane, trovandosi pe. quauro ore'at giomo, cinque volte alla settimana, per tre estati consecutive. caratteristica principale del programma eraf impiego di numerosi insegnanti e la forma- zione di sottogruppi con Questa disposizione re attenzione allo svi mazione di concetti. abi Dapprima, il bambino imparava semplicemente a formulare una frase completa, poi gli si chiedeva di specificare quale triciclo quello piccolo verde - - e se il triciclo era usato da un altro bambino, imparava a chiedere a quèsti s" pot"uu fare un giro. .- Come altro esempio, si usavano cubi per insegnare il riconóscimento dei colori, il nome, il concetto di numero, il concetto di posiiione come: su, giù, dietro, sotto, davanti, davanti a e così via. Inoltre, si copiavano e perfino si trasformavanó comprese costruzioni tridimensionali. (Il bambino copiava serie graauate ai disegni dt;i rossi e verdiirna diffici- le composizione di cubi blu e gialli.) "on "ribi Poiché i fg!qb!4r inizialmente mosftavano scarsa ità di dividere in l'adde- li che potevano essere facilmente appresi. Poi gerarchie di concetti. Per esempio, ad un gruppo formato da una mela rossa, una verde e una gialla, si aggiun- gevano una pera e una pesca per la definizione: frutta. Poi si aggiungevano iagioli p"rlit"n- dere la categoria alle p_iante, formaggio per estendere a tutti i óilui nne óstiti'p".i*l- gnare le <<necessità della vitu. ""unu Man mano che si sviluppavalacapacità dei bambini, essi venivano incoraggiati ad eser- ciÎarla al di fuori della scuola. Il supermercato, per esempio, forniva possibilità iuimitate di dividere in categorie, generalizzare e riclassificare Assieme a questo addestramento, I'insegnante incoraggiava continuamente lo sviluppo di attitudini e motivazioni necessarie all'apprendimento scoústico p"r."1,"r*z4 al successo, rinvio della ricompensa int"."rs" per i libri, le - motivazione matite e le penne e p", I Àut"- riali scolastici. " I corsi di scuola estiva costituivano soltanto metà del prograÍrma; durante i mesi inverna- li, un insegnante qualificato di scuola elementare, facevaunà visita settimanale in casa. il programma alla madre e le mosfava come stimotare it progresso - -Spiegava del linguaggio durante le normali attività domestiche, per esempio des^ffiiendo "ogoltiuo " la firnzione del pelare le.patate o del programmare i pasti oena r'anilta. ";;i"ó;" Il visitatore portava.libri e suggerivaihe la madre li leggesse J'bu*bioo, discutesse - figure e offrisse semplici dimostrazioni. Programmava aoche visite le della madre alla scuola materna durante i corsi eltivi e spiegava le àttlvità che vi si svolgevano. Alla fine del pro- gramma di tre anni, i bambini raggiungevano un punteggio e.L 9 i'unti più alto di che viveva "*gru;ù di controllo analogo che era statoiegulto duranté ftfto il p"riooo,'*u di distanza e quindi non aveva contaiti col programma. oo"-igii" "
  • 3. fil i t: ,il i:, ,:,tii Entrambi i gruppi subirono un altro test nel 1968, alla fine del fV anno di scuola elemen- ,tli tare: questo aweniva tre anni dopo la fine dell,addestrqmento. Benché il Q.I. fosse un po' diminuito in entrambi i gruppi, i bambini del programma spe- d rimentale mantenevano un vantaggio di 9 punti, rispetto a quelli del gruppo al flil, i...1 ìii: "óttttotto. I programmi di addestramento prescolare che seguirono quello di Klaui e Gray hanno avu- to la tendenza a differenziarsi sotto due aspetti: primo, nell estendere I'istruzione della clas- se a tutto l'anno scolastico, invece che limitarla all'estate; secondo, nel convergere maggior- mente sulle materie scolastiche come contesto per inSegnare le capacità di peniiero. I programmi prescolastici di Bereiter ed Engelmann illustrano questi princìpi. L approccio Bereiter-Engelmann prese l'avvio dall'esame di ciò chJ o*t arilo dovrebbe reahzzare per i bambini poveri, che non riescono a progredire normalmente nella scuola ele- mentare, i cui punteggi relativi a test standardizzati di lettura e matematica mostrano al con- trario un costante declino con I'età. Bereiter ed Engelmann videro ciò come rLns:,dib.atn-nftr.njlrfesancatr^ a; una capacità scono a svl concetti e capacità rienze che hanno un ben jefi:vu valore educativo e che -rt^ihs'!"t i+",t/'( ', rimento ad una specifica cultura tecnologico-letteraria), che còilre pffiÎon,JTósoriale ed è puntualizzato dalla interazione verbale caratteristica delle famiglie a basso reddito. Le comunicazioni consistono per la maggior parte di domande, comandi, espressione.di sentimenti, manifestazione di bisogni eparfecipazione di esperienze, ma il bambino ha scar- se interazioni verbali con I'adulto in cui si riveli la conoscenza e in cui il linguaggio sia usa- to per indagare, analizzare, spiegare e dedurre. Sono esperienze di questo tlpo ctré alimenta- no lo sviluppo estensivo e preciso del linguaggio così come di un aicurato pensiero analiti- co. (Klaus e Gray osservarono anche che il linguaggi" , ""dice li ry rit*a" n rriúfpo sr a La deficienza di ragionamento dei bambini poveri si manifesta in molti modi. Bereiter ed Engelmann, per esempio, definirono il processo mentale di questi bambini come pensiero a <colpo unico>' Il--!olq ambiente no ha insegnato ad eseguire operazioni concettuali. con- .frontare, cprgiung"* trasform^ per " cui dovrebbero fare a se stessi queste domande: è vero? caratteristica?, iEf pto:"ag* "tn*"tr" "l" rlq Così possono, con facilità, mandare a memorià-ià@olàlGÌàin principio e una fine è una parola>, ma anche dopo aver imparato a identificare principio e nnè, non possono appli- carla consistentemente. [...] ll programma prescolastico Bereiter-Engelmann si pone due obiettivi: primo, lviluppare ncipali areomenti delle conoscenze scolastiche come il leggere e il far di conto. Il programma elenca 15 "me 1. Capacità di usare affermazioni positive e non inisposta alla domanda: <<Cos'è questo?>> - <<Questa è una palla>, <<Questo non è un hbro>>. 2. Capacità' di usare affermazioni positive e non inrisposta al comando: <parlami di que- sto... (palla, matita, ecc.)>> - <<Questa matita è rossa>>, <<euesta matita non è blu>.
  • 4. 3. Capacità di usare gli opposti (<<Se non è... deve essere...>>) per almeno quattro coppie di concetti, come per es.: grande e piccolo, su e giù, lungo e corto, grasso e magro. 4. Capacità di usare correttamente le seguenti preposizioni in asserzioni che descrivano disposizioni di oggetti: <<su, in, sotto, sopra, iÍrmezzo>>, <<Dov'è la matita?>, <La matita è sot- to il libro>. 5. Capacità di presentare esempi positivi e negativi per almeno quattro classi come arne- si, arnú, pezzi dr mobilio, animali selvatici, animali da cortile e veicoli. <Dimmi il nome di un'arma>>, <Un fucile è un'arma>>. <<Nominami qualcosa che non sia un'arma>>, <<IJna mucca non è un'armu. Il bambino dowebbe anche riuscire ad applicare correttamente questi con- cétti di classe o sostantivi che gli siano familiari, per esempio: il pastello è un mobile? No, il pastello non è un mobile, ma qualcosa con cui si scrive. 6. Capacità di eseguire semplici deduzioni se-allora. Si presenta al bambino un diagram- ma contenente quadrati grandi e piccoli; tutti i grandi sono rossi, ma i quadrati piccoli sono di vari altri colori. <Se il quadrato è grande, cosane sai del suo colore? è rosso>>. 7. Capacità di usare il <<non>> nelle deduzioni. Se il quadrato è piccolo, che cos'altro ne sai? Non è rosso. 8. Capacità di usare o- nelle deduzioni semplici; se il quadrato è piccolo, allora non è ros- so. Che alho ne sai? E blu o giallo. 9. Capacità di usare i colori di base, più bianco, nero e mÍurone. 10. Capacità di contare ad alta voce fino a20 senza aiuto è fino a 100 aiutati alle decine (30,40...). 11. Capacità di contare correttaÍtente fino a 10 oggett| 12. Capacità di riconoscere e nominare le vocali e almeno quindici consonanti. 13. Capacità di distinguere parole starnpate dai disegni. 14. Capacità di far rima in modo tale da pronunciare una parola che faccia rima con un'altra data, di dire se due parole fanno o non fanno rima, o di completare filastrocche non conosciute come: <<Avevo un cane di nome Fufino, l'ho trovato nascosto sotto i1...>>. 15. Un vocabolario di almeno 4 parole lette a prima vista oltre ai nomi propri, con dimo- strazione che le parole stampate hanno per loro lo stesso significato delle corrispondenti parole pronunciate: <<Che parola è questa?> <<gatto>>; <<E una cosa che fa bu-bu?> <<No, fa miao>>.