2. La Storia
La Villa Aragona, come molte delle grandi ville di Bagheria,
fu realizzata nel Settecento come residenza estiva.
Fu, infatti, costruita tra il 1712 e il 1716,
dall’architetto Giuseppe Mariani, per conto di Luigi Onofrio
Naselli, principe di Aragona.
Nel 1803, la villa cambiò proprietario passando ad
Alessandro Filangeri, principe di Cutò. Essa, da allora, venne
denominata Villa Cutò, come lo è tuttora.
3. Il passaggio di proprietà comportò la modifica del
monogramma presente sul cancello, oggi vi si può
leggere, infatti, le due lettere «PC» (principe di Cutò).
Si distingue da ogni altra villa bagherese per la
marcata somiglianza più che ad un architettura da villa
ad un palazzo cittadino, ed infatti è stata sempre
indicata sotto il nome di «Palazzo Cutò»
5. La parte centrale, più
bassa delle ali
laterali, è coronata
dalla elegante
loggetta panoramica
(altana) a cinque
archi aperta sulla
veduta del golfo di
Palermo.
6. Una bassa parete
raccorda le due
ali e delimita un
cortile interno
con affaccio
sulla pubblica
Via Consolare.
7. Risalendo l’ampio scalone si accedeva al loggiato e
quindi al piano nobile, attraverso un portale
d’ingresso con leone scolpito sulla chiave di volta.
8. Il simbolo del
leone è una
costante
presenza
ornamentale nel
palazzo in
quanto richiamo
allo stemma
araldico dei
principi
d’Aragona.
Una fascia con
leone nascente
accompagnata
in punta da tre
palle allineate
in campo d’oro.
9. Gli Esterni
Lo splendido belvedere era
utilizzato in varie occasioni
dalla nobiltà locale, sia come
sede di spettacoli teatrali,
riunioni, o per godere dello
spettacolo dei fuochi
d’artificio
del Festino di Santa Rosalia
della vicina Palermo.
11. A differenza delle altre ville presenti
sul territorio, villa Cutò non
presenta scalinate esterne in stile
barocco.
Per raggiungere il piano nobile si
utilizza uno scalone monumentale
interno a due rampe contrapposte,
simile a quelli dei palazzi cittadini
12. Gli interni, molto ricchi,
presentano opere ad
affresco, raffiguranti
scene bibliche o
mitologiche, attribuite
al pittore Guglielmo
Borremans.
«Il Giudizio di Paride», a sinistra
«Amore di Venere e Marte» a destra
«Visita dei Re Magi»
13. Nel periodo contemporaneo
Agli inizi del Novecento, passò di mano diverse volte, ma
sempre in rapporto alla famiglia Filangeri: Alessandro
Tasca di Cutò e Giuseppe Tomasi di Lampedusa,
conosciutissimo come autore del romanzo “Il Gattopardo”
(era legato ai Filangeri per parte materna). La villa nel 1923
fu venduta a delle famiglie bagheresi non nobili.
La storia moderna di villa Cutò, come delle altre ville della
zona, inizia nel 1983 quando il Comune vara una politica di
acquisizione e restauro delle preziose presenze
architettoniche. Dal 1993 sono stati realizzati dei restauri
sia per gli interni che per gli esterni.
14. Il pianterreno della Villa è
stato destinato a
Biblioteca comunale –
istituita nel 1956- che
riunisce migliaia di
volumi, specificatamente
quelli legati alla storia
del territorio e alla
storiografia municipale.