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PREMESSA
Internet è il veicolo più idoneo per fare informazione, per la velocità con cui possono essere pubblicate le notizie, per le infinite possibilità nella ricerca delle
fonti e degli aggiornamenti e perchè favorisce l’interazione tra produttori e lettori generando immediati feedback, nuovi spunti di discussione e nuovi
articoli.
Le testate web, considerate meno importanti delle “sorelle maggiori” cartacee, spesso sono più lette e diffuse grazie alla fruizione dell’informazione
attraverso i nuovi strumenti tecnologici e all’intensa attività di web marketing (o meglio “article marketing”) sui social network.
In poche parole un giornale puoi non comprarlo, ma se sei connesso non puoi fare a meno di imbatterti nella notizia del giorno.
Il caso N.Y. Times che ha già abbandonato le news in favore del proprio sito ed ormai si occupa solo di opinioni ed approfondimenti.
E’ facile capire infatti che le notizie riportate sulle prime pagine dei quotidiani sono già vecchie e superate al momento dell’uscita nelle edicole.
Chi del giornalismo e dell’informazione volesse fare le propria professione, non può certamente ignorare le potenzialità della rete e le occasioni che offre.
Se scrivere esclusivamente per un giornale cartaceo sta diventando sempre più difficile (e meno redditizio), lavorare per una redazione web è
un’opportunità.
Le redazioni potenziano i propri organici per far fronte alla concorrenza spietata ed in tempo reale, fatta anche dai bloggers e dai siti stranieri (tenete
presente che non ci sono i limiti legati alla diffusione),
Inoltre c’è la necessità di riempire l’infinito spazio che offre: in internet i fatti vanno seguiti, aggiornati e diffusi in tempo reale, bisogna essere pronti a
coprire avvenimenti ovunque ed in qualsiasi momento.
Confrontarsi con una realtà così veloce e dinamica impone la giusta mentalità: mai come in questo caso il tempo è dittatore, la velocità è importantissima
ma i rischi si moltiplicano
per la difficoltà di verificare sempre le fonti.
L’attendibilità da sempre è il tallone d’Achille del giornalismo on-line, prudenza perchè dalla rete nulla si cancella e una notizia errata può diventare un vero
e proprio marchio d’infamia.
Bisogna inoltre considerare le reazioni dei lettori e i commenti agli articoli, che sono immediati e quasi sempre visibili a tutti, in più c’è sempre la possibilità
di essere fraintesi, ripresi da altri e strumentalizzati.
L’utente internet è interessato a quello che legge perchè ha maggiori possibilità di scegliere i contenuti, pretende maggiori approfondimenti , vuole vedere
le immagini ed ascoltare i contributi audio.
Gli strumenti del mestiere però sono adeguati, il giornalista usa microfoni e telecamere, gira e le immagini e le interviste in presa diretta, sa montare i
servizi e li pubblica in rete.
LA REDAZIONE
La redazione è il cuore pulsante di ogni attività editoriale, dove ogni giornalista ha incarichi e responsabilità diverse.
Caporedattore
Si occupa dell’organizzazione generale del lavoro redazionale definendo i modi, i tempi e gli spazi del giornale. Controlla i menabò, la grafica, i contenuti e la
lunghezza dei pezzi.
Caposervizio
Presiede il suo settore di competenza (interni, esteri, economia, cultura, sport, spettacoli, etc.). Il suo compito è quello di organizzare e coordinare il lavoro dei
redattori, dei collaboratori e dei corrispondenti. I capiservizio partecipano alla riunione con i capiredattori e il direttore per decidere l’impostazione del
giornale.
Redattori
I redattori sono i giornalisti che sono stati assunti da una testata, che abbiano superato il periodo di praticantato e non abbiano ancora ricevuto incarichi di
caposervizio o la nomina di inviato. I compiti dei redattori sono molteplici: redazione articoli, correzione e revisione pezzi dei collaboratori, partecipazione alle
conferenze stampa, ricerche ed acquisizione di informazioni.
Segreteria di redazione
È l’ufficio di supporto di una redazione: svolge mansioni amministrative e organizzative. Il/la segretario/a di redazione è a capo della segreteria.
Grafici e Art Director Operatori video
Responsabili della linea grafica di una testata.
Inviato
È incaricato dal giornale a recarsi sui luoghi in cui si svolge il fatto/l’avvenimento che è al centro della notizia, per approfondirne origini, sviluppi e registrare
testimonianze. Gode di un certo grado di autonomia e di solito non è presente in redazione, anche se deve essere reperibile in ogni momento.
Inviato speciale
Equiparato al caposervizio, è un giornalista che si è distinto per capacità e scrittura. Gode di molta autonomia e non è tenuto ad osservare un orario di lavoro
fisso.
Corrispondente
È un giornalista che, da una particolare zona di sua competenza, invia al giornale notizie relative a quell’area. A seconda dei giornali, può avvalersi di un ufficio
di corrispondenza, di una redazione locale, oppure può lavorare autonomamente.
Collaboratori
Hanno un rapporto di lavoro continuativo, ma non vincolato al tempo pieno come per gli altri redattori. Quella del collaboratore è una figura contrattualmente
definita.
LA SCRITTURA
L’abilità del giornalista consiste nel saper raccogliere informazioni e riuscire ad esporle in un certo ordine e con la
massima efficacia. Il tutto, naturalmente, dipende dal contesto nel quale ci troviamo, dal lettore che immaginiamo di
avere, dallo scopo con il quale scriviamo il nostro testo.
Lo stile giornalistico ha quindi bisogno di sapere per “chi” bisogna scrivere: occorre prefigurarsi il tipo di lettore cui ci
s’intende rivolgere ed il “mezzo” per il quale dobbiamo scrivere il pezzo.
La tipologia del lettore che s’intende raggiungere non è evidentemente ininfluente per la stesura dell’articolo: la stessa
notizia sarà scritta in maniera diversa su un quotidiano rispetto ad un settimanale, su un giornale nazionale rispetto ad
un altro locale, e così via.
Cerchiamo quindi di capire le tecniche di espressione, partendo da:
– le caratteristiche del medium;
– lo spazio a disposizione;
– le caratteristiche del pubblico.
Per scrivere un pezzo da leggere durante un servizio televisivo o radiofonico dovremmo utilizzare un tipo di linguaggio
totalmente differente da quello della carta stampata.
Quanto è lungo un pezzo? Quanto spazio deve occupare?
Per i testi moderni, la misura è data dal numero delle battute (ossia dal numero delle lettere alfabetiche, compresi gli
spazi bianchi tra le parole e i segni di interpunzione).
Per comodità diremo che “la misura di un testo da tenere costantemente presente è fornita a coloro che sostengono gli
esami scritti per diventare giornalista professionista: circa 1800 battute […] una cartella dattiloscritta”
Oggi, per contare le battute ci viene facilmente in aiuto il nostro computer: tutti gli elaboratori di testo hanno un
comando per visualizzare il numero di battute scritte su tutto il testo o su una selezione.
SCRIVERE PER IL WEB
Scrivi breve
Una regola fondamentale del giornalismo web è la scrittura sintetica.
I periodi devono essere brevi, usando molto (e bene) la punteggiatura.
Il web è veloce e gli utenti sono pigri: rendere rapida e scorrevole la lettura può trattenere le persone sulla vostra pagina.
Link
Il web dà la possibilità di connettere i contenuti: un modo per rendere ogni post parte di un discorso più grande, ma anche per
sintetizzare le cose di cui si parla. Coi link, infatti, si può rimandare a pagine esterne che spiegano cose per cui non ci sarebbe
spazio sul nostro blog. E ricordate: i link utilizzati devono essere autorevoli, altrimenti la credibilità di ciò che scrivete diminuisce.
Parole chiave e scrittura per blocchi
Immaginate di dividere il vostro testo in blocchi, come fossero mini-capitoli. Per ogni mini-capitolo, scegliete una parola chiave,
che può essere un singolo termine o una frase un po’ più lunga. Questa servirà a voi per aumentare l’indicizzazione sul web del
vostro post, ma sarà utile anche al lettore per orientarsi meglio nella lettura del vostro articolo. Se poi riusciste ad usare le parole
chiave nel titolo del post, la vostra visibilità ne guadagnerebbe. E ricordate i bold: usare il grassetto per scrivere le parole chiave
all’interno del vostro testo è uno strumento che aumenta ancora di più il bisogno di “essere guidati” dei lettori.
Immagini e video
Un video o un’immagine sono strumenti che aumentano le informazioni per il lettore. E sono anche strumenti che aumentano la
vostra reperibilità sul web, aiutando il vostro lavoro: un’immagine o un video comunicano molto di più della parola scritta. Vi
daranno maggiore spazio per parlare di altri aspetti dell’argomento che trattate. Ovviamente, potete costruire blog anche
basandovi solo su questo tipo di contenuti: ad esempio, un videoblog, costruito interamente con video supportati da brevi
informazioni.
Grande cura, poi, deve essere data ai contorni delle immagini e dei video: le didascalie per immagini e video (attorno ad essi o
attivati puntando il mouse) devono essere coerenti. Il risultato è sempre lo stesso: una maggiore indicizzazione, la vera
discriminante della visibilità su Internet.
COME FARE UN’INTERVISTA
L’intervista non è una passeggiata: in molti casi, è un momento che ricorda lo studio. Infatti, il
giornalista deve documentarsi il più possibile sul personaggio che avrà davanti.
Fare il giornalista significa anche passare il tempo a studiare un argomento o un personaggio.
L’intervista viene definita come ‘un colloquio tra un giornalista e un interlocutore che lo ha
accettato, conoscendone gli scopi: rendere pubbliche le sue risposte‘.
Agli occhi del lettore, questa forma di comunicazione esercita un fascino particolare, perché gli
permette di ritrovarsi “faccia a faccia” con persone che normalmente non avrebbe occasione di
conoscere, solleticando la sua curiosità.
Un buon esercizio è porsi le domande che sono state preparate e chiedersi cosa risponderemmo
noi e – più importante – cosa potrebbe rispondere l’intervistato.
L’intervista è la notizia stessa. Anche se l’intervistato viene interrogato su un fatto specifico,
l’avvenimento che genera la notizia è che lui ne stia parlando.
Durante la conversazione, dovreste eclissarvi il più possibile, farvi semplici mediatori.
Eppure non solo farete le domande, ma sceglierete anche le risposte: il vostro compito sarà
restringere le une e le altre ed adattarle ad uno spazio, tagliare eventuali tempi morti, dare ritmo e
logica al dialogo, magari modificando l’ordine degli argomenti trattati.
REGOLE PER UN’INTERVISTA:
– È sempre buona regola, prima di cominciare, scambiare due chiacchiere con l’intervistato, per metterlo a suo agio. È una
tecnica che permette di far aprire l’intervistato.
– Tenete sempre l’attenzione rivolta all’intervistato, al suo viso, alle sue espressioni, alle sue frasi. Questo vi permetterà, in alcuni
casi, di trovare nuovi argomenti per l’intervista o di proseguire su uno che trovate particolarmente stimolante: spesso le risposte
degli intervistati danno il là per spunti molto interessanti.
– La seconda domanda: spesso un intervistato cerca di sviare una domanda scomoda con una risposta elusiva. Una battuta
rapida o una frase divertente servono all’intervistato per sviare l’attenzione su un argomento non gradito. Non fatevi ingannare:
se il vostro obiettivo è ottenere una risposta, ripetete la domanda. Anche a rischio di ottenere un “no comment”, che spesso è
molto più eloquente di frasi lunghe e articolate.
– Le vostre domande devono essere precise ma non troppo. Ricordatevi, una domanda non deve mai permettere risposte come
sì o no.
– Le vostre domande non devono essere troppo lunghe: rischiate di rubare la scena all’intervistato e di porvi al centro
dell’attenzione. Chi legge o guarda vuole scavare nell’animo dell’intervistato, non nel vostro:
• decidete in anticipo ciò che volete ottenere da un’intervista (argomenti trattati, taglio, etc.)
• fate tutte le ricerche possibili prima dell’intervista (fatevi trovare preparati in modo da arginare la possibilità
di essere raggirati o di ricevere risposte non pertinenti);
• evitate domande contorte e frasi subordinate;
• se state parlando con una fonte per ottenere notizie, fate domande per ricavare informazioni, e non
opinioni o reazioni (a meno che queste non siano richieste dal taglio che volete dare al pezzo);
• ascoltate con attezione le risposte e modulate le domande successive anche in base alle informazioni
ottenute;
• se state parlando di un evento, ricostruite con la fonte la cronologia dei fatti (alla fine dell’intervista
dovreste avere in mente una specie di filmato, minuto per minuto, di come sono andate le cose);
• non temete di sembrare stupidi, non abbiate timore di chiedere spiegazioni;
• non fate mai promesse su come verranno trattate le informazioni (purtroppo e per fortuna, sarà solo il
direttore ad avere potere decisionale in merito; rispondete all’intervistato che siete “solo un cronista” e non potete sapere con
certezza come sarà utilizzata l’intervista).
COMPOSIZIONE E ANGOLAZIONE
La Composizione
La composizione dell’immagine televisiva deve tenere conto di due principali problematiche: lo schermo televisivo
piccolo e la definizione molto più bassa dell’immagine cinematografica e delle fotografie che siamo abituati a vedere sui
rotocalchi. L’immagine quindi non deve essere statica, ma richiedere qualche movimento dell’occhio.
Nell’immagine migliore, gli oggetti non sono collocati al centro, ma agli incroci di un reticolo ideale che divide lo
schermo in tre parti, in altezza e in larghezza: una versione abbreviata del principio della sezione aurea (5/8), applicato
alle arti visive già dagli antichi greci.
Nel predisporre la composizione, esiste uno strumento molto valido chiamato la “regola dei terzi”: suggerisce di dividere
l’inquadratura con due linee orizzontali e due verticali e di disporre i soggetti principali in corrispondenza dei quattro
punti di intersezione.
Inoltre, lo schermo ha soltanto due dimensioni. La profondità deve essere costruita privilegiando sempre le linee oblique
e quelle curve rispetto a quelle orizzontali e verticali, che appaiono banali, e collocando un soggetto in primo piano nei
paesaggi.
Un altro elemento importante da considerare nel momento in cui doveste trovarvi a girare o a selezionare del materiale
video, è la cosiddetta “aria” sopra la testa. Quando il soggetto dell’immagine è una persona, infatti, la sua figura non
dovrebbe mai risultare attaccata al bordo superiore del televisore. Se il soggetto cammina, invece, dobbiamo fare in
modo che abbia uno spazio vuoto davanti a sé, per fare capire dove sta andando. Se sapete che qualcuno entrerà in
scena, predisponete l’inquadratura per accoglierlo.
L’Angolazione
L’angolazione della camera è un altro fattore importante. Generalmente la camera è collocata “in piano”, cioè all’altezza
degli occhi del soggetto principale, ma può essere angolata verticalmente; una ripresa “dal basso” accentua
l’importanza della persona che viene ripresa, mentre una “dall’alto” ottiene l’effetto opposto.
La telecamera ha anche un’angolazione orizzontale: può riprendere un personaggio frontalmente, di tre quarti, di profilo.
L’angolazione di ripresa che dà maggiore profondità è quella di tre quarti, ma quella frontale è più coinvolgente sul
piano emotivo. Quella di profilo generalmente si evita, perché lo spettatore ha la sensazione che manchi qualcosa alla
sua percezione del personaggio
COME LEGGERE UNA NOTIZIA
Saper leggere una notizia è uno dei requisiti fondamentali per chiunque voglia affacciarsi al mondo del
giornalismo video.
La tecnica di scrittura per Video è diversa rispetto a quella che si usa per la carta stampata, perché per
la tv abbiamo a disposizioni foto e audio, che andranno a completare e impreziosire la notizia,
tappando i buchi lasciati volutamente vuoti dal giornalista. Nella carta stampata, di conseguenza, si
dovrà raccontare di più tutto.
Scrivere per la TV significa riuscire ad amalgamare alla perfezione 3 elementi:
• Scrittura
• Voce
• Immagine
Quindi, quando si vuole scrivere per la TV, bisogna tener conto di chi leggerà (ad alta voce, durante il
tg) il nostro articolo.
Leggere una notizia al telegiornale si dice “speaker” (o parlato o “speakeraggio”, italianizzato) e non
“speach”, come spesso si sente dire.
Per esempio:
“Sei tu lo speaker della conferenza stampa?”
“Devo fare lo speaker/speakeraggio di (devo speakerare) un pezzo”
Nei paesi anglofoni, invece, si dice voice–over:
“Are you the voice-over of the press conference”
“I have to do the voice-over of a News article”
COME LEGGERE UNA NOTIZIA II
• Regolare respiro con diaframma
◦ Lunghezza testo
◦ Lunghezza frase: prediligere le frasi brevi, ma senza esagerare. Fare meno incisi possibili. Si possono fare
frasi lunghe, ma bisogna essere in grado di gestirle con la voce
◦ Tono adeguato: se si tratta un tema drammatico, non si puo usare un tono di voce leggero. Bisogna
adeguarsi alla tematica ma, anche qui, senza esagerare
◦ Pause: scrivere l’articolo immaginandoci dentro dei momenti di pausa che aiuteranno nella respirazione
• Dizione
◦ Evitare parole lunghe o astruse o straniere o complicate da pronunciare: usare sinonimi o perifrasi così da
evitare sia di incappare nelle temutissime “papere”, sia che l’ascoltatore rimanga fermo a pensare a quella parola (che magari non
conosce o che gli suona strana) senza curarsi della notizia che si sta leggendo
◦ Attenzione alle c / s / z: sono le lettere attorno a cui ruotano più difetti di pronuncia
◦ Pronuncia dialettale: saper controllare la cadenza dialettale, ma senza ricercare a tutti i costi la dizione
perfetta, perché si rischia di risultare piatti. Un esercizio utile per imparare a controllare la pronuncia dialettale è di registrarsi e
riascoltarsi. Fino allo sfinimento. Solo così ci si riesce a correggere, perché la percezione che abbiamo della nostra voce è diversa
da come la nostra voce realmente è
• Modulazione
◦ Voce piatta/ballerina: da evitare! Bisogna imparare a far sentire la punteggiatura
◦ Pause: come per il respiro, anche per la modulazioni, le pause sono molto importanti. Servono per il cambio
di tono.
◦ Up Sound: sono delle “interferenze” audio inserite volutamente nello spakerato (per esempio: lo scoppio di
un’arma da fuoco, una dichiarazione, lo slogan della folla in una manifestazione, ecc.)
◦ Punteggiatura: è importante fa sentire il punto. È la fine della frase, ma non la fine assoluta
• Tecnica scrittura
◦ Attacco: fondamentale, come la chiusa. Se si scrive un attacco buono, il pezzo vien già da solo. Deve
contenere la notizia, ma non concluderla. Attenzione: fare giornalismo non è fare letteratura, perché il giornalismo è intriso di
regole da rispettare e, chi fa letteratura, invece, molte volte può inventarsi le proprie regole
◦ Chiusa: fondamentale, come l’attacco (cfr. attacco)
◦ Giro della frase: una frase, costruita in un modo, può essere più complicata da leggere rispetto a una stessa
frase costruita in maniera diversa. Molte volte, cambiando l’ordine del soggetto, del verbo, della frase, e compagnia bella l’articolo
risulta più leggibile a voce.
GIRARE LE NEWS
I servizi video vanno dai 50” ai 3′ e devono contenere tante informazioni in uno spazio piuttosto compresso.
Per filmare materiale per un servizio destinato ad un videogiornale, è necessario pensare al prodotto finale:
servizi tra i 50 secondi e i 3 minuti, dominati dalla forte compressione dei tempi e dalla necessità di inserire
quante più informazioni audiovisive e testuali nel minor spazio possibile, che abbiano comunque un effetto
armonico e nei quali non si avvertano salti.
consigli:
Girate stretto: girate immaginando già il pezzo finito, come se in fase di montaggio doveste solo eliminare le
“sporcature” e mandare in onda quasi tutto ciò che si è filmato.
Questa tecnica viene indicata nel linguaggio delle news con “montato in macchina”.
Seguite il rapporto “uno a tre”: secondo lo standard indicato dalla BBC come proporzione ottimale per il
telegiornale, bisognerebbe tenersi sul rapporto uno a tre, cioè un minuto di montato per ogni tre minuti di
girato. In realtà, questo rapporto è completamente saltato con la registrazione video digitale e possibilità di
riciclarle molteplici volte.
Attenzione a girare molto più del dovuto, col rischio di far archiviare una gran quantità di materiale ripetuto e
disordinato, all’interno del quale è difficile scegliere.
Ricordatevi che l’abbondanza non produce sempre qualità!
E’ comunque importante tenere a mente che la mancanza delle inquadrature necessarie comporterà possibili
errori o, al meglio, una fastidiosa dilatazione dei tempi, nella fase di montaggio.
GLI ERRORI DA EVITARE
Ecco alcuni errori che un buon videoreporter dovrebbe evitare.
– presumere che i telespettatori conoscano già le informazioni precedenti. Finché
l’argomento non è diventato di dominio pubblico il telespettatore avrà bisogno di
continui riepiloghi e richiami;
– usare troppe espressioni gergali o tecniche ma a volte possono risultare utili:
conducono il telespettatore in un mondo da scoprire, gli insegnano la lingua degli
addetti ai lavori o delle comunità a cui ci si riferisce, consentendogli di entrare in
contatto con quelle realtà. Bene, ma non abusatene e spiegatele sempre.
– non avere una “scaletta” in mente prima di iniziare uno stand up. Leggere da un
foglio, se si è davanti alla telecamera, non è bello, ma aver redatto, anche solo
mentalmente, una scaletta dei punti da toccare è fondamentale;
– usare periodi lunghi. La chiarezza prima di tutto.
Periodi troppo lunghi fanno perdere il filo del discorso e fanno cadere l’attenzione.
REPORTAGE
Il reportage è uno dei generi della scrittura giornalistica e consiste in un articolo
lungo che racconta di un argomento, di un tema o di un luogo attraverso la
testimonianza diretta.
Tra tutti i generi giornalistici, il reportage è quello che unisce maggiormente la
capacità di scrittura con l’abilità di raccogliere informazioni e la capacità di
analizzare una situazione o un evento che si sta svolgendo. In genere, viene
scelto un luogo che risulti interessante per la testata che commissiona il
reportage perché lì è dove ha luogo la notizia (una guerra, un atto terroristico, un
disastro naturale, ma anche un avvenimento importante come il primo viaggio
spaziale o un’importante scoperta scientifica). Oppure si può parlare di un luogo
perché ha in sé particolari elementi di fascino, ad esempio reportage di viaggio
per testate turistiche.
Come scrivere un reportage
Naturalmente, dovremo sempre tener presente le famose 5 w più 1 (how), ma
non abbiamo il vincolo di presentarle nelle prime righe del testo.
REPORTAGE II
In un reportage, un po’ come in un racconto, possiamo decidere quando rivelare il chi, il perché, il
cosa, il dove, il quando ed il come. Arrivato all’ultima riga del nostro testo o del video, il lettore
dovrà sapere tutto, o il più possibile, degli avvenimenti e del luogo, ma non c’è bisogno di (anzi, è
sconsigliato) rivelarlo sin dall’incipit.
A parte le regole giornalistiche tradizionali, da tenere sempre presente, il reporter dovrà fare
attenzione a 3 passaggi:
• raccogliere una documentazione il più possibile completa ed esauriente
sull’oggetto del reportage prima ancora di intraprendere il viaggio o mettersi a scrivere;
• osservare con curiosità ed intelligenza il luogo di cui deve scrivere, cogliendone i
lati più interessanti e peculiari, contattando le persone che possono aiutarci a comprendere meglio
la realtà che lì si vive;
• utilizzare testi brillanti, in grado di restituire al lettore il fascino o le particolarità del
luogo. Possiamo puntare a suscitare effetti di indignazione (ad esempio se ci si reca in un posto
dove è stata commessa una grave ingiustizia), di commozione (nel caso di una guerra o di un
disastro naturale) o anche ironici e persino buffi (se si descrive, per esempio, la vita delle ragazze di
Miss Italia o simili). In ogni caso, però, a differenza della scrittura narrativa, basata su elementi di
fiction, la scrittura giornalistica, anche in un reportage, dovrà essere incentrata sulle notizie che il
giornalista “scopre” o per l’appunto “riporta” dal luogo di cui scrive.
Ogni passaggio e ogni fatto dovranno essere sempre verificabili ed il linguaggio dovrà risultare
accurato e preciso (come dovrebbe sempre essere quello di un giornalista, senza approssimazioni
o confusioni).

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  • 1. PREMESSA Internet è il veicolo più idoneo per fare informazione, per la velocità con cui possono essere pubblicate le notizie, per le infinite possibilità nella ricerca delle fonti e degli aggiornamenti e perchè favorisce l’interazione tra produttori e lettori generando immediati feedback, nuovi spunti di discussione e nuovi articoli. Le testate web, considerate meno importanti delle “sorelle maggiori” cartacee, spesso sono più lette e diffuse grazie alla fruizione dell’informazione attraverso i nuovi strumenti tecnologici e all’intensa attività di web marketing (o meglio “article marketing”) sui social network. In poche parole un giornale puoi non comprarlo, ma se sei connesso non puoi fare a meno di imbatterti nella notizia del giorno. Il caso N.Y. Times che ha già abbandonato le news in favore del proprio sito ed ormai si occupa solo di opinioni ed approfondimenti. E’ facile capire infatti che le notizie riportate sulle prime pagine dei quotidiani sono già vecchie e superate al momento dell’uscita nelle edicole. Chi del giornalismo e dell’informazione volesse fare le propria professione, non può certamente ignorare le potenzialità della rete e le occasioni che offre. Se scrivere esclusivamente per un giornale cartaceo sta diventando sempre più difficile (e meno redditizio), lavorare per una redazione web è un’opportunità. Le redazioni potenziano i propri organici per far fronte alla concorrenza spietata ed in tempo reale, fatta anche dai bloggers e dai siti stranieri (tenete presente che non ci sono i limiti legati alla diffusione), Inoltre c’è la necessità di riempire l’infinito spazio che offre: in internet i fatti vanno seguiti, aggiornati e diffusi in tempo reale, bisogna essere pronti a coprire avvenimenti ovunque ed in qualsiasi momento. Confrontarsi con una realtà così veloce e dinamica impone la giusta mentalità: mai come in questo caso il tempo è dittatore, la velocità è importantissima ma i rischi si moltiplicano per la difficoltà di verificare sempre le fonti. L’attendibilità da sempre è il tallone d’Achille del giornalismo on-line, prudenza perchè dalla rete nulla si cancella e una notizia errata può diventare un vero e proprio marchio d’infamia. Bisogna inoltre considerare le reazioni dei lettori e i commenti agli articoli, che sono immediati e quasi sempre visibili a tutti, in più c’è sempre la possibilità di essere fraintesi, ripresi da altri e strumentalizzati. L’utente internet è interessato a quello che legge perchè ha maggiori possibilità di scegliere i contenuti, pretende maggiori approfondimenti , vuole vedere le immagini ed ascoltare i contributi audio. Gli strumenti del mestiere però sono adeguati, il giornalista usa microfoni e telecamere, gira e le immagini e le interviste in presa diretta, sa montare i servizi e li pubblica in rete.
  • 2. LA REDAZIONE La redazione è il cuore pulsante di ogni attività editoriale, dove ogni giornalista ha incarichi e responsabilità diverse. Caporedattore Si occupa dell’organizzazione generale del lavoro redazionale definendo i modi, i tempi e gli spazi del giornale. Controlla i menabò, la grafica, i contenuti e la lunghezza dei pezzi. Caposervizio Presiede il suo settore di competenza (interni, esteri, economia, cultura, sport, spettacoli, etc.). Il suo compito è quello di organizzare e coordinare il lavoro dei redattori, dei collaboratori e dei corrispondenti. I capiservizio partecipano alla riunione con i capiredattori e il direttore per decidere l’impostazione del giornale. Redattori I redattori sono i giornalisti che sono stati assunti da una testata, che abbiano superato il periodo di praticantato e non abbiano ancora ricevuto incarichi di caposervizio o la nomina di inviato. I compiti dei redattori sono molteplici: redazione articoli, correzione e revisione pezzi dei collaboratori, partecipazione alle conferenze stampa, ricerche ed acquisizione di informazioni. Segreteria di redazione È l’ufficio di supporto di una redazione: svolge mansioni amministrative e organizzative. Il/la segretario/a di redazione è a capo della segreteria. Grafici e Art Director Operatori video Responsabili della linea grafica di una testata. Inviato È incaricato dal giornale a recarsi sui luoghi in cui si svolge il fatto/l’avvenimento che è al centro della notizia, per approfondirne origini, sviluppi e registrare testimonianze. Gode di un certo grado di autonomia e di solito non è presente in redazione, anche se deve essere reperibile in ogni momento. Inviato speciale Equiparato al caposervizio, è un giornalista che si è distinto per capacità e scrittura. Gode di molta autonomia e non è tenuto ad osservare un orario di lavoro fisso. Corrispondente È un giornalista che, da una particolare zona di sua competenza, invia al giornale notizie relative a quell’area. A seconda dei giornali, può avvalersi di un ufficio di corrispondenza, di una redazione locale, oppure può lavorare autonomamente. Collaboratori Hanno un rapporto di lavoro continuativo, ma non vincolato al tempo pieno come per gli altri redattori. Quella del collaboratore è una figura contrattualmente definita.
  • 3. LA SCRITTURA L’abilità del giornalista consiste nel saper raccogliere informazioni e riuscire ad esporle in un certo ordine e con la massima efficacia. Il tutto, naturalmente, dipende dal contesto nel quale ci troviamo, dal lettore che immaginiamo di avere, dallo scopo con il quale scriviamo il nostro testo. Lo stile giornalistico ha quindi bisogno di sapere per “chi” bisogna scrivere: occorre prefigurarsi il tipo di lettore cui ci s’intende rivolgere ed il “mezzo” per il quale dobbiamo scrivere il pezzo. La tipologia del lettore che s’intende raggiungere non è evidentemente ininfluente per la stesura dell’articolo: la stessa notizia sarà scritta in maniera diversa su un quotidiano rispetto ad un settimanale, su un giornale nazionale rispetto ad un altro locale, e così via. Cerchiamo quindi di capire le tecniche di espressione, partendo da: – le caratteristiche del medium; – lo spazio a disposizione; – le caratteristiche del pubblico. Per scrivere un pezzo da leggere durante un servizio televisivo o radiofonico dovremmo utilizzare un tipo di linguaggio totalmente differente da quello della carta stampata. Quanto è lungo un pezzo? Quanto spazio deve occupare? Per i testi moderni, la misura è data dal numero delle battute (ossia dal numero delle lettere alfabetiche, compresi gli spazi bianchi tra le parole e i segni di interpunzione). Per comodità diremo che “la misura di un testo da tenere costantemente presente è fornita a coloro che sostengono gli esami scritti per diventare giornalista professionista: circa 1800 battute […] una cartella dattiloscritta” Oggi, per contare le battute ci viene facilmente in aiuto il nostro computer: tutti gli elaboratori di testo hanno un comando per visualizzare il numero di battute scritte su tutto il testo o su una selezione.
  • 4. SCRIVERE PER IL WEB Scrivi breve Una regola fondamentale del giornalismo web è la scrittura sintetica. I periodi devono essere brevi, usando molto (e bene) la punteggiatura. Il web è veloce e gli utenti sono pigri: rendere rapida e scorrevole la lettura può trattenere le persone sulla vostra pagina. Link Il web dà la possibilità di connettere i contenuti: un modo per rendere ogni post parte di un discorso più grande, ma anche per sintetizzare le cose di cui si parla. Coi link, infatti, si può rimandare a pagine esterne che spiegano cose per cui non ci sarebbe spazio sul nostro blog. E ricordate: i link utilizzati devono essere autorevoli, altrimenti la credibilità di ciò che scrivete diminuisce. Parole chiave e scrittura per blocchi Immaginate di dividere il vostro testo in blocchi, come fossero mini-capitoli. Per ogni mini-capitolo, scegliete una parola chiave, che può essere un singolo termine o una frase un po’ più lunga. Questa servirà a voi per aumentare l’indicizzazione sul web del vostro post, ma sarà utile anche al lettore per orientarsi meglio nella lettura del vostro articolo. Se poi riusciste ad usare le parole chiave nel titolo del post, la vostra visibilità ne guadagnerebbe. E ricordate i bold: usare il grassetto per scrivere le parole chiave all’interno del vostro testo è uno strumento che aumenta ancora di più il bisogno di “essere guidati” dei lettori. Immagini e video Un video o un’immagine sono strumenti che aumentano le informazioni per il lettore. E sono anche strumenti che aumentano la vostra reperibilità sul web, aiutando il vostro lavoro: un’immagine o un video comunicano molto di più della parola scritta. Vi daranno maggiore spazio per parlare di altri aspetti dell’argomento che trattate. Ovviamente, potete costruire blog anche basandovi solo su questo tipo di contenuti: ad esempio, un videoblog, costruito interamente con video supportati da brevi informazioni. Grande cura, poi, deve essere data ai contorni delle immagini e dei video: le didascalie per immagini e video (attorno ad essi o attivati puntando il mouse) devono essere coerenti. Il risultato è sempre lo stesso: una maggiore indicizzazione, la vera discriminante della visibilità su Internet.
  • 5. COME FARE UN’INTERVISTA L’intervista non è una passeggiata: in molti casi, è un momento che ricorda lo studio. Infatti, il giornalista deve documentarsi il più possibile sul personaggio che avrà davanti. Fare il giornalista significa anche passare il tempo a studiare un argomento o un personaggio. L’intervista viene definita come ‘un colloquio tra un giornalista e un interlocutore che lo ha accettato, conoscendone gli scopi: rendere pubbliche le sue risposte‘. Agli occhi del lettore, questa forma di comunicazione esercita un fascino particolare, perché gli permette di ritrovarsi “faccia a faccia” con persone che normalmente non avrebbe occasione di conoscere, solleticando la sua curiosità. Un buon esercizio è porsi le domande che sono state preparate e chiedersi cosa risponderemmo noi e – più importante – cosa potrebbe rispondere l’intervistato. L’intervista è la notizia stessa. Anche se l’intervistato viene interrogato su un fatto specifico, l’avvenimento che genera la notizia è che lui ne stia parlando. Durante la conversazione, dovreste eclissarvi il più possibile, farvi semplici mediatori. Eppure non solo farete le domande, ma sceglierete anche le risposte: il vostro compito sarà restringere le une e le altre ed adattarle ad uno spazio, tagliare eventuali tempi morti, dare ritmo e logica al dialogo, magari modificando l’ordine degli argomenti trattati.
  • 6. REGOLE PER UN’INTERVISTA: – È sempre buona regola, prima di cominciare, scambiare due chiacchiere con l’intervistato, per metterlo a suo agio. È una tecnica che permette di far aprire l’intervistato. – Tenete sempre l’attenzione rivolta all’intervistato, al suo viso, alle sue espressioni, alle sue frasi. Questo vi permetterà, in alcuni casi, di trovare nuovi argomenti per l’intervista o di proseguire su uno che trovate particolarmente stimolante: spesso le risposte degli intervistati danno il là per spunti molto interessanti. – La seconda domanda: spesso un intervistato cerca di sviare una domanda scomoda con una risposta elusiva. Una battuta rapida o una frase divertente servono all’intervistato per sviare l’attenzione su un argomento non gradito. Non fatevi ingannare: se il vostro obiettivo è ottenere una risposta, ripetete la domanda. Anche a rischio di ottenere un “no comment”, che spesso è molto più eloquente di frasi lunghe e articolate. – Le vostre domande devono essere precise ma non troppo. Ricordatevi, una domanda non deve mai permettere risposte come sì o no. – Le vostre domande non devono essere troppo lunghe: rischiate di rubare la scena all’intervistato e di porvi al centro dell’attenzione. Chi legge o guarda vuole scavare nell’animo dell’intervistato, non nel vostro: • decidete in anticipo ciò che volete ottenere da un’intervista (argomenti trattati, taglio, etc.) • fate tutte le ricerche possibili prima dell’intervista (fatevi trovare preparati in modo da arginare la possibilità di essere raggirati o di ricevere risposte non pertinenti); • evitate domande contorte e frasi subordinate; • se state parlando con una fonte per ottenere notizie, fate domande per ricavare informazioni, e non opinioni o reazioni (a meno che queste non siano richieste dal taglio che volete dare al pezzo); • ascoltate con attezione le risposte e modulate le domande successive anche in base alle informazioni ottenute; • se state parlando di un evento, ricostruite con la fonte la cronologia dei fatti (alla fine dell’intervista dovreste avere in mente una specie di filmato, minuto per minuto, di come sono andate le cose); • non temete di sembrare stupidi, non abbiate timore di chiedere spiegazioni; • non fate mai promesse su come verranno trattate le informazioni (purtroppo e per fortuna, sarà solo il direttore ad avere potere decisionale in merito; rispondete all’intervistato che siete “solo un cronista” e non potete sapere con certezza come sarà utilizzata l’intervista).
  • 7. COMPOSIZIONE E ANGOLAZIONE La Composizione La composizione dell’immagine televisiva deve tenere conto di due principali problematiche: lo schermo televisivo piccolo e la definizione molto più bassa dell’immagine cinematografica e delle fotografie che siamo abituati a vedere sui rotocalchi. L’immagine quindi non deve essere statica, ma richiedere qualche movimento dell’occhio. Nell’immagine migliore, gli oggetti non sono collocati al centro, ma agli incroci di un reticolo ideale che divide lo schermo in tre parti, in altezza e in larghezza: una versione abbreviata del principio della sezione aurea (5/8), applicato alle arti visive già dagli antichi greci. Nel predisporre la composizione, esiste uno strumento molto valido chiamato la “regola dei terzi”: suggerisce di dividere l’inquadratura con due linee orizzontali e due verticali e di disporre i soggetti principali in corrispondenza dei quattro punti di intersezione. Inoltre, lo schermo ha soltanto due dimensioni. La profondità deve essere costruita privilegiando sempre le linee oblique e quelle curve rispetto a quelle orizzontali e verticali, che appaiono banali, e collocando un soggetto in primo piano nei paesaggi. Un altro elemento importante da considerare nel momento in cui doveste trovarvi a girare o a selezionare del materiale video, è la cosiddetta “aria” sopra la testa. Quando il soggetto dell’immagine è una persona, infatti, la sua figura non dovrebbe mai risultare attaccata al bordo superiore del televisore. Se il soggetto cammina, invece, dobbiamo fare in modo che abbia uno spazio vuoto davanti a sé, per fare capire dove sta andando. Se sapete che qualcuno entrerà in scena, predisponete l’inquadratura per accoglierlo. L’Angolazione L’angolazione della camera è un altro fattore importante. Generalmente la camera è collocata “in piano”, cioè all’altezza degli occhi del soggetto principale, ma può essere angolata verticalmente; una ripresa “dal basso” accentua l’importanza della persona che viene ripresa, mentre una “dall’alto” ottiene l’effetto opposto. La telecamera ha anche un’angolazione orizzontale: può riprendere un personaggio frontalmente, di tre quarti, di profilo. L’angolazione di ripresa che dà maggiore profondità è quella di tre quarti, ma quella frontale è più coinvolgente sul piano emotivo. Quella di profilo generalmente si evita, perché lo spettatore ha la sensazione che manchi qualcosa alla sua percezione del personaggio
  • 8. COME LEGGERE UNA NOTIZIA Saper leggere una notizia è uno dei requisiti fondamentali per chiunque voglia affacciarsi al mondo del giornalismo video. La tecnica di scrittura per Video è diversa rispetto a quella che si usa per la carta stampata, perché per la tv abbiamo a disposizioni foto e audio, che andranno a completare e impreziosire la notizia, tappando i buchi lasciati volutamente vuoti dal giornalista. Nella carta stampata, di conseguenza, si dovrà raccontare di più tutto. Scrivere per la TV significa riuscire ad amalgamare alla perfezione 3 elementi: • Scrittura • Voce • Immagine Quindi, quando si vuole scrivere per la TV, bisogna tener conto di chi leggerà (ad alta voce, durante il tg) il nostro articolo. Leggere una notizia al telegiornale si dice “speaker” (o parlato o “speakeraggio”, italianizzato) e non “speach”, come spesso si sente dire. Per esempio: “Sei tu lo speaker della conferenza stampa?” “Devo fare lo speaker/speakeraggio di (devo speakerare) un pezzo” Nei paesi anglofoni, invece, si dice voice–over: “Are you the voice-over of the press conference” “I have to do the voice-over of a News article”
  • 9. COME LEGGERE UNA NOTIZIA II • Regolare respiro con diaframma ◦ Lunghezza testo ◦ Lunghezza frase: prediligere le frasi brevi, ma senza esagerare. Fare meno incisi possibili. Si possono fare frasi lunghe, ma bisogna essere in grado di gestirle con la voce ◦ Tono adeguato: se si tratta un tema drammatico, non si puo usare un tono di voce leggero. Bisogna adeguarsi alla tematica ma, anche qui, senza esagerare ◦ Pause: scrivere l’articolo immaginandoci dentro dei momenti di pausa che aiuteranno nella respirazione • Dizione ◦ Evitare parole lunghe o astruse o straniere o complicate da pronunciare: usare sinonimi o perifrasi così da evitare sia di incappare nelle temutissime “papere”, sia che l’ascoltatore rimanga fermo a pensare a quella parola (che magari non conosce o che gli suona strana) senza curarsi della notizia che si sta leggendo ◦ Attenzione alle c / s / z: sono le lettere attorno a cui ruotano più difetti di pronuncia ◦ Pronuncia dialettale: saper controllare la cadenza dialettale, ma senza ricercare a tutti i costi la dizione perfetta, perché si rischia di risultare piatti. Un esercizio utile per imparare a controllare la pronuncia dialettale è di registrarsi e riascoltarsi. Fino allo sfinimento. Solo così ci si riesce a correggere, perché la percezione che abbiamo della nostra voce è diversa da come la nostra voce realmente è • Modulazione ◦ Voce piatta/ballerina: da evitare! Bisogna imparare a far sentire la punteggiatura ◦ Pause: come per il respiro, anche per la modulazioni, le pause sono molto importanti. Servono per il cambio di tono. ◦ Up Sound: sono delle “interferenze” audio inserite volutamente nello spakerato (per esempio: lo scoppio di un’arma da fuoco, una dichiarazione, lo slogan della folla in una manifestazione, ecc.) ◦ Punteggiatura: è importante fa sentire il punto. È la fine della frase, ma non la fine assoluta • Tecnica scrittura ◦ Attacco: fondamentale, come la chiusa. Se si scrive un attacco buono, il pezzo vien già da solo. Deve contenere la notizia, ma non concluderla. Attenzione: fare giornalismo non è fare letteratura, perché il giornalismo è intriso di regole da rispettare e, chi fa letteratura, invece, molte volte può inventarsi le proprie regole ◦ Chiusa: fondamentale, come l’attacco (cfr. attacco) ◦ Giro della frase: una frase, costruita in un modo, può essere più complicata da leggere rispetto a una stessa frase costruita in maniera diversa. Molte volte, cambiando l’ordine del soggetto, del verbo, della frase, e compagnia bella l’articolo risulta più leggibile a voce.
  • 10. GIRARE LE NEWS I servizi video vanno dai 50” ai 3′ e devono contenere tante informazioni in uno spazio piuttosto compresso. Per filmare materiale per un servizio destinato ad un videogiornale, è necessario pensare al prodotto finale: servizi tra i 50 secondi e i 3 minuti, dominati dalla forte compressione dei tempi e dalla necessità di inserire quante più informazioni audiovisive e testuali nel minor spazio possibile, che abbiano comunque un effetto armonico e nei quali non si avvertano salti. consigli: Girate stretto: girate immaginando già il pezzo finito, come se in fase di montaggio doveste solo eliminare le “sporcature” e mandare in onda quasi tutto ciò che si è filmato. Questa tecnica viene indicata nel linguaggio delle news con “montato in macchina”. Seguite il rapporto “uno a tre”: secondo lo standard indicato dalla BBC come proporzione ottimale per il telegiornale, bisognerebbe tenersi sul rapporto uno a tre, cioè un minuto di montato per ogni tre minuti di girato. In realtà, questo rapporto è completamente saltato con la registrazione video digitale e possibilità di riciclarle molteplici volte. Attenzione a girare molto più del dovuto, col rischio di far archiviare una gran quantità di materiale ripetuto e disordinato, all’interno del quale è difficile scegliere. Ricordatevi che l’abbondanza non produce sempre qualità! E’ comunque importante tenere a mente che la mancanza delle inquadrature necessarie comporterà possibili errori o, al meglio, una fastidiosa dilatazione dei tempi, nella fase di montaggio.
  • 11. GLI ERRORI DA EVITARE Ecco alcuni errori che un buon videoreporter dovrebbe evitare. – presumere che i telespettatori conoscano già le informazioni precedenti. Finché l’argomento non è diventato di dominio pubblico il telespettatore avrà bisogno di continui riepiloghi e richiami; – usare troppe espressioni gergali o tecniche ma a volte possono risultare utili: conducono il telespettatore in un mondo da scoprire, gli insegnano la lingua degli addetti ai lavori o delle comunità a cui ci si riferisce, consentendogli di entrare in contatto con quelle realtà. Bene, ma non abusatene e spiegatele sempre. – non avere una “scaletta” in mente prima di iniziare uno stand up. Leggere da un foglio, se si è davanti alla telecamera, non è bello, ma aver redatto, anche solo mentalmente, una scaletta dei punti da toccare è fondamentale; – usare periodi lunghi. La chiarezza prima di tutto. Periodi troppo lunghi fanno perdere il filo del discorso e fanno cadere l’attenzione.
  • 12. REPORTAGE Il reportage è uno dei generi della scrittura giornalistica e consiste in un articolo lungo che racconta di un argomento, di un tema o di un luogo attraverso la testimonianza diretta. Tra tutti i generi giornalistici, il reportage è quello che unisce maggiormente la capacità di scrittura con l’abilità di raccogliere informazioni e la capacità di analizzare una situazione o un evento che si sta svolgendo. In genere, viene scelto un luogo che risulti interessante per la testata che commissiona il reportage perché lì è dove ha luogo la notizia (una guerra, un atto terroristico, un disastro naturale, ma anche un avvenimento importante come il primo viaggio spaziale o un’importante scoperta scientifica). Oppure si può parlare di un luogo perché ha in sé particolari elementi di fascino, ad esempio reportage di viaggio per testate turistiche.
  • 13. Come scrivere un reportage Naturalmente, dovremo sempre tener presente le famose 5 w più 1 (how), ma non abbiamo il vincolo di presentarle nelle prime righe del testo.
  • 14. REPORTAGE II In un reportage, un po’ come in un racconto, possiamo decidere quando rivelare il chi, il perché, il cosa, il dove, il quando ed il come. Arrivato all’ultima riga del nostro testo o del video, il lettore dovrà sapere tutto, o il più possibile, degli avvenimenti e del luogo, ma non c’è bisogno di (anzi, è sconsigliato) rivelarlo sin dall’incipit. A parte le regole giornalistiche tradizionali, da tenere sempre presente, il reporter dovrà fare attenzione a 3 passaggi: • raccogliere una documentazione il più possibile completa ed esauriente sull’oggetto del reportage prima ancora di intraprendere il viaggio o mettersi a scrivere; • osservare con curiosità ed intelligenza il luogo di cui deve scrivere, cogliendone i lati più interessanti e peculiari, contattando le persone che possono aiutarci a comprendere meglio la realtà che lì si vive; • utilizzare testi brillanti, in grado di restituire al lettore il fascino o le particolarità del luogo. Possiamo puntare a suscitare effetti di indignazione (ad esempio se ci si reca in un posto dove è stata commessa una grave ingiustizia), di commozione (nel caso di una guerra o di un disastro naturale) o anche ironici e persino buffi (se si descrive, per esempio, la vita delle ragazze di Miss Italia o simili). In ogni caso, però, a differenza della scrittura narrativa, basata su elementi di fiction, la scrittura giornalistica, anche in un reportage, dovrà essere incentrata sulle notizie che il giornalista “scopre” o per l’appunto “riporta” dal luogo di cui scrive. Ogni passaggio e ogni fatto dovranno essere sempre verificabili ed il linguaggio dovrà risultare accurato e preciso (come dovrebbe sempre essere quello di un giornalista, senza approssimazioni o confusioni).